Nelle Valli Bolognesi - Inverno 2012 - EmilBanca

Anno V - n.16 - Gennaio/Marzo 2013
L’INCHIESTA
Numeri e tendenze
La risorsa trekking
MONTAGNAMICA
Storia e qualità
nei comuni montani
ITINERARI
Quattro strade bianche
tra l’Emilia e la Toscana
I NUOVI
TURISTI
IL RACCONTO
Il Nonno
di Roberto Carboni
STILI DI VITA
Cambiare il mondo
facendo la spesa
BFC BOLOGNA
Filippo Benni
“Lasciamo stare!”
DA VEDERE
Il Museo della pietra
serena a Firenzuola
DALLE VALLI A...
...San Eugenio, Adeje
Garricho e Fanabe

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La posta dei lettori Per scrivere alla redazione: vallibolognesi@emilbanca.it
L’ALLARME
Attenzione
ai prataioli tossici
Sono praticamente identici ai
prataioli, e gli nascono accanto,
ma non sono commestibili.
“Leggermente tossici, e comunque
è meglio non mangiarli”,
precisa Claudio Arbizzani,
ex funzionario Asl di San
Lazzaro oggi in pensione.
Arbizzani, che per il servizio
sanitario locale controllava
proprio i funghi, vive a Scanello,
nei pressi di Loiano. Vista la
sua esperienza, sono tanti ancora
oggi quelli che gli chiedono
una consulenza o un semplice
parere dopo aver trovato
funghi di cui non sono sicuri.
Quest’anno, dopo diverso
tempo che non se ne vedevano,
sono riapparse alcune tipologie
di prataioli tossici difficili
da riconoscere.
“I funghi non commestibili
Nella foto, cerchiato di giallo, il prataiolo non commestibile
accanto a quelli buoni.
sono molto simili a quelli buoni
– conferma – per riconoscerli,
una volta raccolti, bisogna
sfregarne la base del gambo
con un’unghia. Quelli non
commestibili si coloreranno di
giallo intenso”. Altrimenti bisognerà
affidarsi all’olfatto.
“Quelli non commestibili –
continua Arbizzani - soprattutto
se cotti, emanano un for-
FOTONOTIZIA L’abbiamo riconosciuta
Nello scorso numero un lettore
chiedeva il nostro aiuto per
riconoscere questa pianta.
La riposta è arrivata per mail
da un altro lettore, Giancarlo
Marconi : “La pianta di cui
si chiede il nome è Nicotiana
glauca, solanacea, stretta
parente del più noto Tabacco
(Nicotiana tabacum)
e ugualmente di origine
americana. Usata in parchi
e giardini dell’Italia
peninsulare, ama climi caldi
ma è presente anche da noi”.
te odore di inchiostro di
china”.
Per i fungaioli non esperti, il
consiglio è di stare molto attenti
visto che sono in tanti, in
questi mesi, ad essere caduti
in errore, a volte anche con la
conseguenza di qualche giorno
passato in ospedale. “Erano
anni che non ne vedevo –
conferma Arbizzani – ma il
EUROPE DIRECT
clima deve averne aiutato la
ricomparsa visto che quest’anno
me ne hanno portate due
tipologie diverse, entrambe
non commestibili: l’agaricus
xanthoderma, molto simile
alla qualità migliore dei prataioli,
quello che in montagna si
chiama Biubbo (agaricus arvensis),
e l’Agaricus praeclaresquamosus,
leggermente più
scuro del primo”.
Se non siete sicuri di quello
che avete raccolto rivolgetevi
all’Asl: un esperto micologo vi
dirà con certezza se quello che
avete trovato è commestibile o
meno. f.b.
Questi i contatti:
Centro Agro Alimentare di
Bologna (CAAB) in Via P. Canali,
1 tel. 051 2863131 - Via
Gramsci, 12 - tel. 051 6079828 -
San Lazzaro Via del Seminario,
1 - tel. 051 6224434 - Casalecchio
di Reno Via Cimarosa,
5/2 - tel. 051 596970 – 596611 -
Porretta Terme Via Pier Capponi,
4 - tel. 0534 20817/20820.
Terminato con soddisfazione il tirocinio
di Caludio Baicchi allo sportello Europe Direct
dell’Appennino di Castiglione dei Pepoli.
Per diversi mesi lo sportello informativo che ha sede
nella biblioteca di Castiglione ha potuto fruire di un
tirocinante laureato, in convenzione con l’Università
che ha fornito notizie e materiali informativi sui
più disparati argomenti di interesse europeo.
In particolare l’interesse della popolazione
soprattutto giovanile si è manifestato verso i temi
della mobilità europea, ovvero stage e soggiorni
all’estero motivati da diverse necessità o curiosità.
Adesso lo sportello ha bisogno di un nuovo
tirocinante, chi è interessato si può rivolgere
direttamente alla responsabile dello sportello
Sig.ra Lucilla Pieralli 3482502474.
NELLE
VALLI BOLOGNESI
Periodico di proprietà di
Numero registrazione Tribunale
di Bologna - “Nelle Valli Bolognesi”
n° 7927 del 26 febbraio 2009
Direttore responsabile:
Filippo Benni
Hanno collaborato:
Stefano Lorenzi
Lucilla Pieralli
Adriano Simoncini
Gianfranco Bracci
Lorenzo Fazio
Michelangelo Abatantuono
William Vivarelli
Giovanni Ferretti
Roberta Gambaro
Michela Beghelli
Marco Tamarri
Nico Benetazzo
Eleonora Amadori
Claudio Evangelisti
Foto di:
William Vivarelli
Stefano Lorenzi
Gianfranco Bracci
Antonio Iannibelli
Archivio Asd Free Bike 65
Archivio AppenninoSlow
Pubblicità:
AppenninoSlow
Michaela Beghelli
Tel: 051.4690050 - 340.0616922
Stampato su carta ecologica
da Compositori
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Via Stalingrado 97, Bologna
La redazione:
Se vuoi segnalare
un appuntamento, inviare
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interessante o proporre
un servizio scrivi a
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Il nuovo telefono
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Per contattare il consorzio:
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mese c’è un canale in più: abbiamo aperto un profilo pubblico
sul social media più famoso del mondo. Cliccate mi piace e
scriveteci, postate le vostre foto, seguiteci e suggeriteci argomenti.
Cecheremo di rispondere a tutti, la rivista ha bisogno dei vostri
consigli. Su Facebook sono state postate tutte le copertine
dei numeri vecchi, per scaricare le riviste complete potete
fare riferimento a www.appenninoslow.it
ed a www.emilbanca.it nella sezione Area Stampa.
Sommario
Pag. 4
Pag. 6
Pag. 8
Pag. 10
Pag. 18
Pag. 20
Pag. 22
Pag. 24
Pag. 26
Pag. 28
Pag. 30
Pag. 32
Pag. 34
Pag. 36
Pag. 40
Pag. 46
Pag. 47
Obiettivo Appennino
Gli scatti di William Vivarelli: Ballerina gialla
Erbe di casa nostra
Profumate coccole di ginepro
Il premio
Gianfranco Bracci ha vinto il concorso
fotografico internazionale Casato Prime Donne
I suoi scatti più belli e il calendario in omaggio
In copertina - I nuovi turisti
I numeri e le tendenze degli ultimi anni
Parlano gli albergatori: il trekking è una risorsa
Itinerari: le quattro strade tra Emilia e Toscana
I trekking di AppenninoSlow
Nella misteriosa Valle dell’Inferno
Emozioni in bianco con le ciaspole
Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone
Sulle tracce del lupo appenninico
Valle del Reno
Neve, sport e natura al Corno alle Scale
Il museo della pietra serena - Firenzuola
L’oro grigio dell’Appennino
Tradizioni
Monghidoro fa la festa al maiale
Il Carnevale in montagna
Speciale Mountainbike
Inverno e MTB, i consigli dell’ASD FreeBike65
Tracce di storia - val di Zena
Alla ricerca del castello perduto a Gorgognano
Tracce di storia - montagna
Brighenti: la famiglia dei campanili
Stili di vita - i Gas
Etico, genuino, locale. Si può
La storia - Virgilio Burzi
Ricordi di guerra del Red Bull di Pian del Voglio
Appuntamenti
Sagre, feste ed eventi fino a marzo
Orizzonti di Pianura
L’itinerario nella Bassa lungo Reno e Navile
La rubrica di Adriano Simoncini
Il nonno racconta: l’inverno a lume di candela
3

Ahdfhbfhfab
“Un buon
motivo
per non
fare file!”
l’AlFABeTO
Di ViVArelli
Nei numeri
precedenti:
Albanella -
Autunno 2010
Allocco -
Inverno 2010
Assiolo -
Primavera 2011
Allodola -
Estate 2011
Airone cenerino -
Autunno 2011
Averla maggiore -
Inverno 2011
Averla piccola -
Primavera 2012
Aquila reale -
Estate 2012
Ballerina bianca -
Autunno 2012
I PDF degli
arretrati delle
Valli bolognesi
si possono scaricare
dalla sezione
AREA STAMPA
del sito
di Emil Banca:
www.emilbanca.it
Per altri scatti
di Vivarelli
si può consultare
il suo sito:
www.vivarelli.net
Con il conto online Only Web potrai effettuare
velocemente, con comodità e semplicità, tutte le
operazioni bancarie e gestire il tuo conto, senza
problemi di code e orari.
Gli scatti di William Vivarelli
Obiettivo Appennino
BAllerinA GiAllA
(Motacilla cinerea)
La Ballerina gialla (Motacilla
cinerea) è un uccello simile
alla Ballerina bianca (le cui foto
sono state pubblicate nello scorso
numero di questa rivista), ma
è leggermente più grande e con
alcune differenze cromatiche. Il
petto è di color giallo verdastro,
le parti superiori sono grigiastre,
mentre il sottocoda è di colore
giallo; la coda, piuttosto
lunga, è di colore nero. Nel periodo
estivo il maschio ha il
mento e la gola di colore nero,
mentre nel periodo invernale la
loro colorazione diventa biancastra.
La Ballerina gialla è distribuita
in quasi tutta la zona eu-
Messaggio promozionale. Per maggiori infirmazioni
consultare i fogli informativi disponibili in Filiale.
Queste foto sono
state scattate
nell’Alto Savena,
in tutte è stata
utilizzata
una Canon.
In alto a sinistra,
Eos 1D mark 3
700 f 7.1 800sec.
In basso a sinistra
Eos 1 DS mark 2
500 f6.3 400 iso.
Qui accanto,
Eos 1D mark 3 500
f4 iso 500- 640sec .
ropea occidentale fino ad arrivare
ai confini con il territorio
russo; è presente in alcuni Paesi
africani e in Medio Oriente.
Il suo habitat naturale è
quello costituito dalle zone collinari
e montane nei quali sono
presenti corsi d’acqua con rive
alberate e presenza di ciottoli e
rocce. La Ballerina gialla nidifica
anche oltre i 1.800 metri di altezza.
Nel nostro territorio la
troviamo nell’alto Savena (dove
sono state scattate queste foto) e
negli altri corsi d’acqua ad altezze
superiori ai 400 metri. Il
periodo della riproduzione va
da marzo a maggio, nidifica in
cavità fra le rocce oppure in buchi
nei muri o sotto i ponti. Alleva
una sola covata l’anno deponendo
4-6 uova in un nido a
coppa fatto di steli, muschio e
foglie. Entrambi i genitori prendono
parte alla cova e all’allevamento
dei piccoli.
Data l’abitudine a nidificare
nei buchi dei muri capita spesso
che viva a contatto con l’uomo
nei vecchi cascinali o nelle case
rurali, oppure che si aggiri nei
campi alla ricerca di insetti. La
Ballerina gialla si ciba generalmente
di piccoli insetti acquatici,
di larve, molluschi, vermi ed
altro.
Questa rubrica viene pubblicata
in collaborazione con il Gruppo
Studi Savena Setta Sambro.
4 5

6
Coccole, le sue bacche si
chiamano così, con questo curioso
nome piuttosto evocativo
di caldi momenti intorno
ad un focolare.
L’arbusto è diffusissimo
nei nostri boschi e nel periodo
autunnale del secondo anno
maturano sulle piante femmine
le bacche scure che noi
raccogliamo. Ma del ginepro
è utile tutto : il legno è durissimo,
inattaccabile dai tarli e
dura centinaia e centinaia di
anni, come riportano Virgilio
e Plinio; la corteccia, bruciata e
ridotta in cenere, entrava nella
composizione di unguenti
destinati a curare malattie antiche
; le foglie e le bacche fresche
ridotte a succo guarivano
dai morsi delle vipere.
Il ginepro ha avuto una
forte valenza magica in tutte
le culture conosciute: pianta
dioica (letteralmente con due
piedi) cioè maschio e femmina,
sempreverde, ubiquitaria,
profumata e dalle mille proprietà
curative, entra a pieno
titolo nelle tradizioni e nelle
superstizioni di molti paesi
europei. Nelle campagne emiliane
per esempio, gli storici
riportano l’uso di bruciare la
sera di Natale un rametto di
ginepro e, insieme alle ceneri
del Ceppo, di conservare durante
l’anno queste ceneri per
rimediare a malefici e malattie
degli uomini e degli animali.
Oggi si usa molto l’olio
essenziale che è contenuto sia
nelle coccole che nei giovani
rami dalle foglie trasformate
Erbe di casa nostra
Con le bacche e le foglie si curavano i morsi delle vipere, il suo legno è duro
e anche i tarli non riescono a rovinarlo, la cenere della corteccia era usata
per realizzare unguenti contro diverse malattie. Le ricette per grappa e liquore
Profumate coccole di ginepro
PREZIOSO
IN CUCINA
Ottimo per
insaporire arrosti
e cacciagione,
con il ginepro
si può conciare
anche la grappa.
Buonissimo
anche
il liquore
che si ottiene
lasciando
le bacche
in infusione
per una ventina
di giorni nell’alcool.
in aghi disposti in verticilli di
tre. Si estrae per distillazione
in corrente di vapore ed è
molto usato. Quest’olio, molto
potente, è ricco in sostanze
che agiscono su vari piani:
nell’ uso esterno , mescolato
di Lucilla Pieralli
ad altri elementi è un potente
antiinfiammatorio attivo
anche sulla cellulite, usato in
prodotti che si utilizzano per
sfregamento come unguenti e
lozioni è utilissimo come antireumatico
e antidolorifico. Per
uso interno invece l’estratto
di ginepro, anche sottoforma
di decotto delle coccole essiccate
e delle foglie, è utilissimo
come disinfettante delle vie
urinarie. Molti sono gi altri
usi ma credo che questi siano
sufficienti ad invogliarci ad
avere un barattolino di coccole
mature correttamente essiccate
in casa. Attenzione però alla
raccolta e all’essiccazione corretta.
La bacca matura è solo
quella decisamente blu/violacea,
raccogliete solo quella.
Per essiccarle correttamente
occorre passarle in forno a 40°
per almeno un paio d’ore per
evitare la facile formazione di
muffe.
Naturalmente e mi pare
scontato, l’uso come spezia negli
arrosti e nella cacciagione
in particolare è comune in tutte
le cucine delle nostre zone e
corrisponde ad una proprietà
che il ginepro condivide con
gli altri aromi per arrosti come
rosmarino e salvia, la funzione
di stimolo alla digestione.
Per questo dopo i lauti pasti
con carni rosse e buon vino
, un liquore o una grappa aromatizzata
al ginepro non può
mai mancare, meglio se fatti in
casa.
Per la grappa: un litro di
buona grappa morbida, 20
grammi di bacche fresche in
infusione fino a quando non
diventa troppo forte, 15/20
giorni circa, dopodiché è bene
spremere le bacche e buttarle,
quindi filtrare con una tela.
Per il liquore: mezzo litro
di alcool buongusto, 50 grammi
di coccole fresche, due cm
di scorza di cannella, mezzo
litro d’acqua e 200 grammi di
zucchero. Schiacciate le bacche
e mettetele in infusione
nell’alcool per 15 giorni con la
cannella. Preparate lo sciroppo
di zucchero con l’acqua lasciando
sobbolire per 5 minuti
e lasciate raffreddare. Unite lo
sciroppo all’alcool e filtrate.
Consumate dopo un mese.
Una curiosità: nella stanza
del sindaco, a Castiglione dei
Pepoli, c’è appeso al muro un
avviso della fine dell’ottocento
che pone condizioni e regole
alla raccolta delle bacche di
ginepro, probabilmente fonte
di reddito agricolo di queste
magre valli montane.
LA RECENSIONE
Questi occhi mettono radice
Tiziano Fratus e Lorenzo Olmi ci
guidano alla scoperta del paesaggio
arboreo dell’Emilia Romagna
con il libro Questi occhi mettono
radice, conducendoci dai parchi
del capoluogo alle aree collinari
e appenniniche nelle province di
Bologna e Modena.
Tracciando una mappatura completa
e dettagliata dei giganti
monumentali che costituiscono
un patrimonio inestimabile per
i nostri territori, il libro testimonia
come la storia del mondo e
dell’umanità possa essere ripercorsa
proprio attraverso lo studio
degli alberi, silenziosi testimoni
di piccoli e grandi avvenimenti
secolari, nonché portatori di un
linguaggio divino e segreto che
solo gli ascoltatori più attenti possono
comprendere.
Ciò che colpisce della scrittura di
Fratus e Olmi è il suo saper essere
juniperus Communnis
schietta, sintetica, ironica: il libro
è strutturato come una sorta di
diario ricco di descrizioni dettagliate
degli esemplari incontrati
nel corso del viaggio.
Tuttavia la sensazione che domina
la lettura è quella di trovarsi
di fronte a qualcosa di più
di semplici, per quanto storici e
maestosi, alberi: traspare infatti a
più riprese un linguaggio carico
di affetto e di premura, come se
ci venissero presentati di volta in
volta un familiare o un amico di
vecchia data.
Ed è proprio qui che risiede il
valore dell’opera: l’andare oltre
l’aspetto meramente descrittivo
e scientifico per rivelare come
dall’incontro tra l’uomo e la natura
sia possibile riscoprire un
legame primitivo con l’ambiente,
di reciproca appartenenza.
Così questi cercatori di alberi
non solo ci portano sulle tracce
di tesori antichi e spesso dimenticati
ma ci svelano come,
quando ci si trova al cospetto di
alberi monumentali, capiti di
sentire una connessione talmente
profonda da essere portati ad
affondare le proprie radici nei
luoghi in cui avvengono questi
incontri.
Il fatto è che in fondo siamo un
po’ tutti uomini radice perché
possiamo lasciare le nostre radici
in diversi posti senza dovercele
portare dietro e ogni volta
in cui vi faremo ritorno avremo
sempre le sensazione di essere
giunti a casa.
Eleonora Amadori
7

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Il nostro collaboratore Gianfranco
Bracci, che tiene una rubrica
sul camminare, è fin dai
primi anni Ottanta anche un
fotoreporter. Diventa “firma
di Airone” e pubblica su quella
rivista almeno una ventina di
articoli con testo e foto.
Inoltre le sue foto hanno il
piacere di avere una copertina
della Rivista Alp, due copertine
della “Rivista della Montagna”
ed una foto di apertura
del Venerdì di Repubblica. Nel
2007 è uscito il suo libro fotografico
nazionale “Italia terra
d’emozioni” edito da “Grafica
& Arte” di Bergamo.
Allievo dei famosi fotografi
quali Fosco Maraini e Daniele
Pellegrini, si specializza
nel reportage di viaggio e nella
foto naturalistica relativa ai
viaggi a piedi, in bici e di paesaggio.
Con amore e stupore
fotografa il K2, l’Everest ed i
deserti del Tibet, del Sahara e
dell’Australia. Con lo stesso
immutato amore e stupore coglie
le inquadrature della sua
terra. Ecco cosa hanno scritto
di lui il grande giornalista Sergio
Zavoli (2000) e la Presidente
Rosy Bindi (2012).
Premio del 2000
“Per Gianfranco Bracci la
campagna senese è insieme
un soggetto privilegiato e una
sfida. Per secoli la sua bellezza
ha attratto pittori e fotografi:
il Premio Le fotografie più belle
Dodici anni dopo il primo successo, Gianfranco Bracci
ha vinto per la seconda volta il premio fotografico internazionale
“Casato Prime Donne” del Brunello di Montalcino 2012
Scatti d’autore
passeggiando per l’Italia
alcuni ne sono stati soggiogati
rischiando la banalità, altri
hanno finito per cercare perfezioni
astratte e lontane dal
vero. Gianfranco Bracci ha vinto
la sfida; la sua è una lettura
magistrale di questo territorio.
Il soggetto è un tipico pendio
della Val d’Orcia, il terrreno è
nudo e in profondità si vedono
alcune case e pochi alberi. Osservando
meglio diventa evidente
l’eccezionalità di questa
foto: la campagna valdorciana
Redazione nelleValli Bolognesi
è effettivamente rappresentata
così com’è senza artifici, ma
la scelta della luce e dei colori
permette di cogliere ciò che la
rende unica.
Siamo davanti a uno scenario
misterioso: uguale per
secoli e diverso da un’ora
all’altra. Gianfranco Bracci ha
offerto una significativa interpretazione
di questa terra senza
tempo, dove il grano che
nasce sembra una seta cangiate
e la luce carezza le difformi-
tà del suolo con la sensualità
di un amante.”
Premio del 2012
“La foto di Bracci (sopra)
ci mostra una collina appena
accarezzata dai raggi del
sole. Una collina come tante
altre nel senese, con un podere
sulla sommità e intorno un
campo di grano appena nato,
dove le tracce orizzontali del
trattore che ha lavorato sono
ancora visibili. Ma nell’obietti-
vo di Gianfranco Bracci questo
luogo si trasforma caricandosi
di un’enorme potenza evocativa,
ed ecco che le morbide
curve del suolo, accentuate
dalla luce, prendono i ritmi e
la solennità del manto di una
Vergine gotica.
Questo paesaggio diventa
dunque l’anello di congiunzione
fra la grande pittura senese
medioevale e il territorio
senese che di quei dipinti è
tuttora un’eco fedele”.
IL CALENDARIO 2013
IN REGALO AI LETTORI
DI NELLE VALLI BOLOGNESI
Queste ed altre foto fanno
parte di un calendario
che Gianfranco Bracci ha
voluto regalare ai nostri
lettori che lo potranno
scaricare gratuitamente
dal sito di AppenninoSlow
alla sezione: Guide e cartine.
Il calendario, in pdf, è disponbile
anche sul sito di Emil Banca
e nella pagina Facebook
di nelle Valli Bolognesi.
9

10
Sono oltre un milione e
mezzo i turisti che ogni anno
scelgono la provincia di Bologna
come meta dei loro viaggi.
In media, restano nel nostro
territorio per poco più di due
giorni.
Oltre un terzo sono stranieri,
soprattutto spagnoli,
francesi e tedeschi ma i turisti
dei Paesi del Bric, quelli con
l’economia dal segno più, iniziano
a fare la voce grossa: i visitatori
brasiliani tra il 2010 e il
2011 sono aumentati del 9 per
cento, i russi del 26 per cento,
gli indiani dell’11 per cento e i
cinesi di oltre il 33 per cento.
Meta privilegiata è il capoluogo
che con il suo centro
medievale, i suoi inimitabili
portici e le rinomate fiere viene
scelto da poco meno del 60 per
cento dei visitatori. Assieme
all’hinterland a Casalecchio
e a Zola, Bologna capitalizza
circa l’80 per cento degli arrivi.
L’Appennino, diviso nelle
statistiche in tre aree (Cinque
Valli Bolognesi, Alta e media
valle del Reno e Val Samoggia),
richiama invece circa il 13
per cento degli arrivi mentre il
circondario imolese è meta di
7 turisti ogni 100.
Nel 2011 le piste del Corno
alle Scale, i sentieri dell’Appennino,
gli agriturismo, i
parchi e gli eventi della provincia
hanno chiamato circa
150 mila turisti. Sia italiani che
stranieri, con numeri che, no-
In primo piano - I nuovi turisti
Sono più di un milione e mezzo i visitatori che ogni anno scelgono Bologna
e la sua provincia come meta dei loro viaggi. Circa 150 mila preferiscono
l’Appennino, nelle Cinque Valli il maggior numero di arrivi e tanti stranieri,
nella Valle del Reno soggiorni più lunghi e soprattutto italiani. Nel 2012 boom
della Val Samoggia. Fuori città crescono gli arrivi nelle strutture extralberghiere
Ai turisti piace l’Appennino
nostante il freno della crisi che
già dall’ultimo trimestre del
2011 si è fatta sentire, sono, a
seconda dei territori, stabili se
non in crescita.
Soprattutto, almeno in
montagna, in quelle strutture
ricettive che le statistiche identificano
con extralberghiere.
Bed&Breakfast, affittacamere
e agriturismo infatti, dicono i
di Filippo Benni
GLI STRANIERI PREFERISCONO IL B&B
Anche in un momento di crisi, agriturismo e Bed&Breakfast
aumentano il numero di arrivi e presenze grazie soprattutto
agli appassionati di turismo slow, legato a natura e territorio.
numeri elaborati dalla Provincia
di Bologna e recuperabili
dal portale web dedicato al
turismo, reggono meglio degli
alberghi che, soprattutto nei
primi otto mesi del 2012, segnano
il passo. Confermando
una tendenza che si intuiva, a
livello provinciale, già 12 mesi
fa. Anche se in città l’incidenza
di agriturismo e B&B è margi-
nale e comunque in controtendenza
rispetto al resto della
provincia, i dati del 2011 dicono
infatti che rispetto al 2010
gli arrivi nelle strutture extra
alberghiere sono cresciuti del
doppio rispetto a quelli nelle
strutture “classiche”.
I numeri del 2012 non sono
ancora stati elaborati ma i dati
che arrivano dai primi otto
mesi dell’anno, già disponibili,
danno un quadro ben delineato
di come si muove il turismo
nel bolognese.
Bologna
capoluogo
Nel 2011 gli arrivi sono
stati 946.256 (più 1,78 per cento
sul 2010) e in media hanno
passato sotto le Due Torri poco
più di due notti a testa, per un
totale di 1.985.000 presenze
(+4,67 per cento su base annua).
Nei primi otto mesi del
2012, i turisti contati all’ombra
di San Petronio sono stati
616.552, sostanzialmente la
stessa cifra dello stesso periodo
del 2011.
Frutto di un aumento dei
turisti italiani e di una sensibile
diminuzione di quelli stranieri,
soprattutto nel gelido
mese di febbraio. In città però,
al contrario che nel resto della
provincia, i turisti scelgono
l’albergo (ad oggi sono 95) e
non altre strutture che segnano
addirittura il passo rispetto
al passato con un -15 per cento
di arrivi. Nell’unico campeg-
gio presente, nell’ostello della
gioventù, nei quattro agriturismo
o nei 115 affittacamere
di Bologna si registrano infatti
ben settemila arrivi in meno
rispetto allo scorso anno. Lombardia,
Lazio ed Emilia-Romagna
sono le regioni italiane
da cui provengono la maggior
parte degli arrivi. Spagna,
Germania e Stati Uniti sono il
bacino privilegiato dei turisti
stranieri.
Cinque
Valli Bolognesi
Nei Comuni di Castiglione
dei Pepoli, Loiano, Monghidoro,
Monterenzio, Monzuno,
Pianoro, San Benedetto val
di Sambro e Sasso Marconi a
fine agosto, nelle 109 strutture
extralberghiere (4 campeggi,
14 affittacamere, 37 agriturismo,
52 B&B) e nei 39 alberghi
presenti sono stati registrati
50.643 arrivi (26.883 italiani
e ben 23.760 stranieri) per un
totale di 139.647 presenze (il
numero delle notti trascorse
da ogni cliente negli esercizi
ricettivi). Rispetto alla stesso
periodo dello scorso anno, a
causa soprattutto della debacle
di febbraio ed agosto, si
registrano il 6,75 per cento di
arrivi in meno (-5,54 per cento
per le presenze).
Guardando il dato disgregato
tra alberghi e non, si scopre
che a perdere utenti sono
stati soprattutto i primi (41.656
arrivi, - 8,73 per cento) mentre
agriturismo e B&B, trainati
dagli stranieri, segnano un incoraggiante
segno più (8.987
arrivi, con un incremento del
3,63%) nonostante un meno
30 per cento di arrivi segnato
a febbraio quando tutte le
strade dell’Appennino erano
impraticabili.
Nel 2011 gli arrivi totali
erano stati 83.131 (circa 40 mila
stranieri) per 211.626 presenze.
Oltre all’Emilia-Romagna i
turisti italiani arrivano soprattutto
da Lombardia e Cam-
I DATI DEL PORTALE SUL TURISMO DELLA PROVINCIA
I dati riportati sono forniti volontariamente dagli albergatori
alla Provincia, il dato reale potrebbe quindi essere più alto.
Inoltre, prendono in considerazione solo i turisti che arrivano
da fuori senza considerare i cosiddetti villeggianti e le seconde
case. I dati riportati relativamente al movimento turistico
riguardano gli arrivi, ovvero il numero di clienti ospitati nelle
strutture ricettive per il periodo indicato, e le presenze, cioè il
numero di notti trascorse da ogni cliente negli esercizi ricettivi.
pania, gli stranieri da Russia,
Romania e Cina.
Media e alta
Valle del Reno
Variazioni col segno meno
anche per Camugnano, Castel
d’Aiano, Castel di Casio,
Gaggio Montano, Granaglione,
Grizzana Morandi, Lizzano
in Belvedere, Marzabotto,
Porretta Terme e Vergato che
a fine agosto registravano
35.785 arrivi (- 5,38 per cento)
compensati però da soggiorni
leggermente più lunghi dello
scorso anno, con la variazione
delle presenze in negativo
di un solo punto percentuale
(147.876, - 1,57 per cento).
Rispetto alle Cinque valli, la
valle del Reno ha meno arrivi
ma soggiorni più lunghi che
fanno sì che il numero delle
presenze nelle due aree più
grandi dell’Appennino siano
praticamente identiche.
Lungo il Reno, rispetto
alle valli del Setta, del Savena
e del Sambro sono presenti
molte più strutture: 77 alberghi,
4 campeggi, 23 affittacamere,
16 agriturismi, 3 ostelli e
40 B&B. Anche qui, il calo più
marcato è nel turismo di casa
nostra (2 mila arrivi in meno)
mentre gli stranieri continuano
ad aumentare (7.658 arrivi
contro i 7.300 dei primi otto
mesi del 2011). E anche qui a
cedere il passo sono le strutture
classiche che segnano un
meno 6,20 per cento di arrivi
contro un meno 2,33 per cento
segnato dalle strutture extral-
i Numeri
berghiere, che anche a queste
latitudini pagano il maltempo
dei primi tre mesi dell’anno.
Nel 2011 gli arrivi totali erano
stati 55.068 (circa 10 mila
stranieri) per 206.960 presenze.
Emilia-Romagna, Toscana
e Lombardia le regioni da cui
provengono il maggior numero
di arrivi italiani, gli stranieri
arrivano soprattutto da Paesi
Bassi, Germania e Romania
Valle del Samoggia
Anche se i numeri sono limitati
rispetto al resto dell’Appennino,
nel 2012 il turismo a
Castello di Serravalle, Monte
San Pietro, Monteveglio e
Savigno ha subito un vero e
proprio boom, trascinato anche
qui dagli arrivi stranieri. A
fine agosto nei quattro alberghi,
19 agriturismo e 23 B&B
dei Comuni della valle si sono
registrati 3.193 arrivi (1.038 gli
stranieri, quasi raddoppiati
rispetto al 2011) contro i 2.700
dello stesso periodo dello
scorso anno.
Netto l’aumento degli
arrivi nelle strutture extralberghiere
che con 2.055 arrivi
segnano un incredibile +51,77
per cento rispetto ai primi otto
mesi del 2011, trascinati dalle
ottime performance di marzo
(+89 per cento) e giugno (+122
per cento) e dalla preferenza
dei turisti stranieri per questo
tipo di accoglienza.
Sono oltre 1800 le presenza
straniere di agriturismo
e B&B contro le appena 800
dello scorso anno. Marcato
calo invece per gli alberghi che
rispetto al 2011 contano circa
200 arrivi in meno (-16,14 per
cento). Nel 2011 gli arrivi totali
erano stati 16.429 (circa 5 mila
stranieri) per 39.667 presenze.
Oltre ad Emilia-Romagna
e Lombardia è la Puglia la
regione da cui si registrano
i maggiori arrivi, gli stranieri
arrivano soprattutto
da Svizzera, Liechtenstein e
Germania.
11

12
L’attuale crisi economica è
una realtà tangibile e inequivocabile.
In un periodo delicato e
di transizione come il nostro,
molte cose stanno cambiando.
Nuovi bisogni e difficoltà
non influenzano solamente
importanti scelte di vita di
ognuno di noi, ma modificano
abitudini assodate e consolidate
negli anni. Tra le tante
cose in metamorfosi, anche il
turismo sta subendo gli effetti
di questa depressione, con
evidenti ripercussioni tanto
più evidenti in un Paese come
il nostro, che di questa attività
vive e fonda buona parte della
sua fama all’estero.
Non tutto è da buttare tuttavia.
Se è vero che sempre più
italiani rinunciano a grandi e
prolungati viaggi, si fa sempre
più strada un nuovo tipo di
turismo: di prossimità e vincolato
a pernottamenti che non si
prolungano per più di un paio
di giorni. Per usare termini
meno aulici, va di moda il week-end
non troppo lontano da
dove si vive. In questo inedito
contesto, un territorio come il
nostro, spesso snobbato per le
più esotiche Maldive o per le
più acclamate città d’arte come
Venezia, Firenze e Roma, si sta
dimostrando particolarmente
capace di accogliere questa
nuova domanda.
Sentendo numerosi esercizi
e strutture turistiche sparse
nelle nostre vallate e mon-
I nuovi turisti
Parlano gli albergatori - In un momento di crisi, in Appennino l’economia
legata al turismo tiene grazie ad un nuovo modo di vivere la montagna.
A Monzuno confermano: “Una volta riempivamo l’albergo con i villeggianti,
oggi il 40 per cento dei nostri clienti è qui per i sentieri”
Quella risorsa chiamata trekking
tagne è emersa una chiara e
nuova tendenza: il turismo
legato al trekking. Nell’ottica
di vacanze lampo, da consumare
stando sopratutto
attenti al portafogli, attività
come bed&breakfast, camping
e piccoli hotel situati in
paesi di montagna si rivelano
la sistemazione ideale per
trascorrere un fine settimana
all’insegna della natura, del
mangiare sano e dell’attività
fisica. Il discorso è tanto più
valido quando si considera
che la maggior parte di queste
di Lorenzo Fazio
PASSIONE PER IL BOSCO
Dai camping agli alberghi, dai B&B agli agriturismo: le nostre
strutture al servizio dei camminatori che cercano pace, natura
e una cucina genuina a prezzi adeguati.
strutture sono ben collegate ai
principali percorsi di trekking
presenti nel circondario.”Sono
molti i turisti che usano la nostra
struttura come punto di
ristoro tra una giornata e l’altra
di camminata, lungo i sentieri
che collegano Bologna e
Firenze” conferma la gestrice
del camping Sergente, situato
a Barberino di Mugello e facilmente
raggiungibile anche
dall’autostrada del Sole.
“Abbiamo moltissimi turisti
italiani, anche provenienti
dal sud o dall’estremo nord,
che abbracciano con sempre
maggior entusiasmo il trekking
come attività di svago” ci
ha confidato la proprietaria del
B&B Nova Arbora di Badolo,
frazione di Sasso Marconi.
“La maggior parte degli
stranieri continua a prediligere
città rinomate e sfruttano
la mia struttura come punto
d’appoggio per proseguire poi
verso Bologna o Firenze. Ma
non manca tuttavia il turismo
più giovanile, proveniente
soprattutto dal nord Europa,
interessato alle escursioni sui
sentieri”, ha poi aggiunto.
Non solo i B&B e gli agriturismo
nascosti nei boschi
dell’Appennino lavorano con
gli appassionati di trekking,
anche gli alberghi negli ultimi
anni hanno visto cambiare
radicalmente la loro clientela.
Significativi i numeri dell’Albergo
ristorante Montevenere,
che sorge a due passi dal
municipio di Monzuno, una
delle tappe storiche per chi si
incammina lungo la Via degli
Dei.
“Almeno il 40 per cento
della nostra clientela è qui per
i trekking - ci dicono - questo
tipo di turismo ha preso decisamente
piede: quest’anno
abbiamo già superato le 200
presenze”.
Da marzo ad ottobre, non
manca giorno che nella piazza
del paese non si scorga qualcuno
con lo zaino in spalla
impegnato a chiedere, in ogni
lingua europea e spesso aiu-
A PIEDI DA UN ALBERGO ALL’ALTRO
Dall’alto al basso, l’albergo ristorante Montevenere,
una delle strutture ricettive di Monzuno, tappa storica lungo
la Via degli Dei. Un gruppo di camminatori sulla Bologna-
Firenze. L’esterno del Bed&Breakfast Nova Arbora di Badolo,
tra Sasso Marconi e Monzuno, lungo la Bologna-Firenze.
I TURISTI ESTERI
“Viaggiatori esperti,
generalmente molto acculturati
e con una buona disponibilità
economica. Vengono qua per
una scelta precisa e cercano
strutture di carattere. Le piccole
strutture dell’Appennino,
spesso a conduzione famigliare
in grado di offrire anche una
cucina tipica e genuina, sono
ideali per sviluppare questo tipo
di turismo che negli ultimi anni
è sicuramente in crescita e che,
se accompagnato da una buona
valorizzazione e promozione
territoriale, ha ancora
ampi margini di crescita”.
Parola di Carla Lenzi,
rappresentante in Italia di Inn
Travel, tour operator inglese
specializzato nel turismo slow.
“Nel 1997, il primo anno di
attività, sui percorsi del Corno
alle Scale abbiamo avuto 100
partenze. Generalmente questi
viaggi si fanno in coppia,
gli Albergatori
Parla Carla Lenzi del tour operator
inglese Inn Travel
Viaggiatori esperti che cercano
un’accoglienza di carattere
tato dal linguaggio internazionale
dei segni, indicazioni
per raggiungere Madonna dei
Fornelli, la tappa successiva
lungo la Via degli Dei “Metà
sono italiani e metà stranieri -
precisano dall’albergo - i più
numerosi sono i tedeschi e gli
olandesi, ma non mancano
francesi e austriaci”.
I camminatori sono quindi
una risorsa importante per
per un tour di otto giorni, il che
significa almeno 1600 presenze
di soli turisti inglesi”. Quei
numeri non si sono più
ripetuti ma le partenze si sono
stabilizzate attorno alle 60
all’anno. Per la Bologna Firenze,
partita attorno al 2000, siamo
attorno alle 40 partenze all’anno.
“Quando ho iniziato
questa attività - continua -
in italia c’erano solo un paio
di percorsi possibili, oggi sono
una cinquantina e sono tante
le agenzie e i tour operator
che operano in questo campo”.
Ma i numeri di inglesi che
ogni anno decidono di venire
in Appennino con Inn Travel
non sono diminuiti. “Significa
- spiega Lenzi - che l’interesse
del turismo estero per questo
territorio e per questo tipo di
turismo è in continua crescita.
Dobbiamo essere bravi
ad intercettarlo”. (f.b.)
l’economia del paese che una
volta si basava molto di più
sui villeggianti, ora quasi una
rarità.
“Vent’anni fa - concludono
dall’albergo - nei due mesi
estivi le camere erano sempre
piene. Oggi si vede una piccola
ripresa dei bolognesi che
vengono a passare l’estate
qua, ma non con i numeri di
un tempo”.
13

14
Caratteristiche e storia dei percorsi che attraversano le nostre montagne. La Via
degli Dei, la Bologna-Firenze, la Barbiana-Monte Sole e la Via Etrusca del Ferro
sono diventate proposte turistiche per i camminatori italiani e stranieri.
Tutti i sentieri portano in Toscana
La più famosa è la Via
Francigena che, partendo
dal Canterbury, attraversata
la Francia ed il passo del
Gran San Bernardo valicava
l’Appennino nei pressi
del passo della Cisa per poi
proseguire per Roma dopo
aver attraversato le più belle
città della Toscana.
Oltre a questa erano numerose
le strade di viabilità antica
che portavano dalla pianura
Padana e da Bologna a Firenze
e dintorni, e alcune proseguivano
fino alla città santa.
Ricordiamo la Via dei Romei,
nel ravennate, che collegava
a Roma le regioni dell’Europa
orientale. Importanti anche la
Via Romea Nonantolana e la
Via della Sambuca, nella parte
centrale della regione, o il Sentiero
di Matilde, sia nel modenese
che nel reggiano, o la Via
Vandelli, che collegava Modena
a Massa.
Nel bolognese, la via preferita
dai pellegrini era la Via
dello Stale (dall’omonimo passo
nei pressi della Futa) ora Via
degli Dei. L’antica strada univa
la città di Bologna a Fiesole
e poi Arezzo. Tracciata nel 187
a C. dal console Caio Flaminio,
è andata in disuso nel medio
evo. Attualmente, lungo il percorso,
restano tratti di antichi
basolati scoperti alcune decine
da anni fa da Cesare Agostini e
Franco Santi.
In questi ultimi anni va
sempre più di moda percorrere
queste antiche strade,
alcune autentiche e storiche,
altre create dalla fantasia dei
loro tracciatori, altre ancora
I nuovi turisti - gli Itinerari
realizzate di sana pianta come
vera proposta turistica. Eccone
alcune:
1 - Bologna - Firenze
(spesso indicato come Bo-Fi)
è una vera proposta turistica
che percorre ipotetiche strade
storiche. Ideata nel 2001 da
Gianfranco Bracci con l’aiuto
di Sergio Gardini, è stata studiata
per arrivare tutte le sere
in un paese e per poter usufruire
dei relativi servizi di accoglienza.
di Stefano Lorenzi
SCEGLI LA TUA STRADA
Sopra, un gruppo di trekker lungo l’Etruscan Trail, il percorso
che collega Prato a Mazabotto. A destra, la mappa con le tappe
e l’itinerario dei viaggi a piedi proposti da AppenninoSlow.
Il percorso è identico alla
Via degli Dei sia nella parte
iniziale che nella parte finale,
differiscono solo nella parte
centrale. Il Bologna-Firenze da
Monzuno va a Monghidoro e
poi sull’Alpe per arrivare a Firenzuola
e si ricollega alla via
Degli Dei all’Osteria Bruciata.
C’è anche una piccola variante
nella zona di Tagliaferro, ma
del tutto insignificante. Qui
le tappe sono un po’ più corte
(15 - 20 chilometri al giorno) ed
il percorso si presta anche per
famiglie con bambini un po’
allenati al cammino. Per noi di
AppenninoSlow è il percorso
che riusciamo a vendere meglio
all’estero in quanto si rifà
al viaggio di Goethe (Italienische
Reise - Viaggio in Italia),
molto apprezzato dai turisti
nordeuropei. Tutti i viaggi in
Appennino attraversano paesaggi
molto diversi, questo in
particolare ci offre diversi ambienti
che variano ogni giorno
o anche più volte al giorno rendendolo
di fatto unico. Ai turisti
stranieri piace poi l’idea di
arrivare a Firenze a piedi come
facevano i grandi viaggiatori
del passato.
2 - La Via degli Dei
è sicuramente il percorso più
antico, come già detto di epoca
romana e stato ripresto negli
anni ’80 da un gruppo di amici
bolognesi “du pas e ‘na gran
magnè” (che già il nome è
tutto un programma) che hanno
tracciato tutto l’itinerario e
successivamente preso in carico
dai rispettivi CAI Emiliani
e Toscani per la segnaletica e la
manutenzione.
Il tracciato deve il suo
nome ai toponimi che si incontrano
sulla strada: Monte Adone,
Monzuno (Mons Juno o
Junonis) Monte Venere, Monte
Luario (dalla dea Lua).
Il percorso parte da Piazza
Maggiore per arrivare a Firenze
passando per Fiesole. In
molti partono da Sasso Marconi,
tagliando fuori il pezzo iniziale
lungo l’argine del Reno. Il
percorso è modulare e si può
fare in quattro o cinque tappe,
in base alle proprie capacità
con tappe abbastanza lunghe
4
LA VIA ETRUSCA
DEL FERRO
ITINERARIO
VERDE
l Montereggi
(Capraia e Limite)
- Artimino - Prato
Km 18,20
Ore cammino 5,30
Dislivello + 250
l Prato - Calvana -
Montecuccoli -
Rimaggiori
Km 22,80
Ore cammino 8,30
Dislivello + 1.100
l Rimaggiori -
Montecuccoli
- Montepiano
Km 12,50
Ore cammino 5,30
Dislivello + 640
l Montepiano
- Badia
- Lago del Brasimone
Km 10,30
Ore cammino 4,30
Dislivello + 390
l Brasimone -
Passo dello Zanchetto
- Stanco -
Grizzana Morandi
Km 20,90
Ore cammino 8,00
Dislivello + 515
l Grizzana Morandi
- Monte Salvaro
- Monte Sole
- Marzabotto
Km 19,00
Ore cammino 8,00
Dislivello + 540
Archeotrekking
di grande impatto,
molto vario
e con alcune
tappe impegnative
per la lunghezza.
4
2
1
2
LA VIA
DEGLI DEI
ITINERARIO AZZURRO
l Sasso Marconi - Monzuno -
Madonna dei Fornelli
Km 26,80 - Ore cammino 8.00
Dislivello 1.300
l Madonna dei Fornelli - Passo
della Futa - Monte di Fo
Km 17,30 - Ore cammino 6,30
Dislivello + 620
l Monte di Fo - Osteria Bruciata
- San Piero a Sieve
Km 25.60 - Ore cammino 7,00
Dislivello + 400
l San Piero a Sieve - Monte
Senario - Bivigliano
Km 15,40 - Ore cammino 6.00
Dislivello + 800
l Bivigliano - Fiesole - Firenze
Km 19,00 - Ore cammino 6,00
Dislivello + 260
Per camminatori abbastanza
esperti e con allenamento, tappe
più lunghe e ricettività più
ridotta. Paesaggio vario e basolati
romani lungo il percorso.
3
3
1
DA BARBIANA
A MONTE SOLE
ITINERARIO FUCSIA
l Vicchio - Barbiana - Tamburino
Km 11,00 - Ore cammino 4,00
Dislivello + 650
l Tamburino - Monte Giovi -
Olmo - Km 19,00 - Ore cammino
6,00 - Dislivello + 700
l Olmo - Monte Senario -
S.Piero a Sieve - Km 17,50 - Ore
cammino 6.30 - Dislivello + 720
l San Piero a Sieve - Sant’Agata
- Monte di Fo - Km 25.60 (oppure
20 km nella versione più corta)
Ore cammino 8,00
Dislivello + 1280
l Monte di Fo - Passo della Futa
- Madonna dei Fornelli
Km 19,00 - Ore cammino 8,00
Dislivello + 900
l Madonna dei Fornelli - Monte
Venere - Gardelletta - Monte Sole
Km 22,00 - Ore cammino 6,00
Dislivello + 750
l Monte Sole - Casaglia -
Marzabotto
Km 8,00 - Ore cammino 3,30
Dislivello + 300
Trekking emozionale per
camminatori abbastanza esperti,
alcune tappe anche se non
impegnative sono lunghine e
serve un minimo di allenamento.
DA BOLOGNA
A FIRENZE
ITINERARIO BLU
l Bologna - Casalecchio di Reno
- Sasso Marconi
Km 17,00 - Ore cammino 5.30
Dislivello + 200
l Sasso Marconi - Brento -
Monzuno
Km 19,50 - Ore cammino 7.00
Dislivello + 570
l Monzuno - Monghidoro -
Piamaggio
Km 14,80 - Ore cammino 5,30
Dislivello + 540
l Piamaggio - Passo Raticosa -
Firenzuola
Km 17.30 - Ore cammino 6,00
Dislivello + 400
l Firenzuola - Osteria Bruciata -
Gabbiano - San Piero a Sieve
Km 19,50 - Ore cammino 7.00
Dislivello + 810
l San Piero a Sieve - Monte
Senario - Bivigliano
Km 15,40 - Ore cammino 6.00
Dislivello + 800
l Bivigliano - Fiesole - Firenze
Km 19,00 - Ore cammino 6,00
Dislivello + 260
Percorso adatto a tutti, tappe
abbastanza costanti e tutte le sere
si arriva in un paese dove
poter usufruire di strutture
ricettive e di ristorazione.
15

16
che superano i 20 chilometri al
giorno.
3 - Da Barbiana
a Monte Sole
è un percorso storico che fa rivivere
ai partecipanti momenti
salienti dell’ultimo conflitto
mondiale.
Si parte da Barbiana (Vicchio)
paesino di don Milani,
e si arriva a Monte Sole dove
nel cimitero di Casaglia è sepolto
don Dossetti, già questi
due nomi meritano il viaggio.
I temi conduttori sono i valori
della Costituzione, il grande
conflitto e la Linea Gotica, ma
il valore aggiunto oltre al bellissimo
contesto ambientale,
sono gli incontri che si fanno
lungo il viaggio: il ricordo
più bello che si porta a casa
nello zaino. Solitamente questo
viaggio lo proponiamo in
gruppo, proprio per il fascino
ed il valore di condividere con
i compagni di viaggio questa
In primo piano
NATURA E SPLENDIDI CASOLARI
Sopra, un gruppo di camminatori entra nella millenaria Badia di Moscheta, nei pressi
di Firenzuola. A destra, un turista slow immerso nelle felci lungo la Bologna-Firenze.
esperienza. C’è una signora
che viene dalla Germania che
è già il terzo anno consecutivo
che partecipa.
4 - La Via Etrusca
del Ferro
è uno degli ultimi itinerari nati
sulle tracce di una probabile
strada che partiva da Pisa per
arrivare a Spina (Comacchio)
usata dagli etruschi per i loro
commerci. Alcuni di questi
tratti di strada sono strati scoperti
nella zona di Capannori.
Per fare tutto il viaggio
sono necessari 18 giorni a chi
non ha tutto quel tempo a disposizione
suggeriamo una
parte dell’itinerario, quello che
noi abbiamo definito l’Etruscan
Trail , che collega le città
etrusche di Gonfienti (Prato) a
Marzabotto. Noi facciamo partire
il percorso da Montereggi
(Capraia e Limite sull’Arno)
perché è probabile che le merci
arrivassero da Pisa lì utilizzando
anche il corso dell’Arno, oltre
che la via terrestre.
Si prosegue poi per Artimino,
passando per Comeana,
per scendere alla città etrusca
sul Bisenzio di Gonfienti (Prato).
Successivamente si imbocca
la nota pista ciclo-pedonale
che conduce nella Val di Bisenzio.
Si prosegue per raggiungere
il Monte Maggiore nella
Calvana (916 m) dal quale poi,
lungo il panoramico sentiero si
gli Itinerari
arriva a Montepiano (Vernio)
e successivamente al Lago di
Brasimone. Poi, lungo la Via
dei Santuari si giunge a Grizzana
Morandi, a pochi passi
da Monteacuto Ragazza (vedi
statuetta dell’ Offerente presente
al Museo Civico di Bologna)
ed infine Marzabotto, con
la sua bellissima città etrusca
di Kainua.
Un archeotrekking per gli
appassionati di storia e non.
A breve uscirà una guida dedicata
all’itinerario che contiene
cartine escursionistiche,
road book e vari capitoli scritti
dai prestigiosi archeologi che
stanno studiando “la più antica
strada selciata d’Europa (VI
sec.a.C.)”-
Informazioni su questi
trekking o per acquistare una
proposta chiavi in mano si può
visitare il nostro sito: www.appenninoslow.it
o contattarci al
051.4690050

18
Questo breve trekking ci
farà apprezzare luoghi veramente
incontaminati e immersi
completamente nella natura.
Si parte da Badia Moscheta,
nel comune di Firenzuola, in
provincia di Firenze.
La badia fu edificata nel
1034 per volere di San Giovanni
Gualberto. Prima di partire
merita una visita. Se capitate nei
giorni di apertura, (solitamente
il sabato 14,30-17,30 e la domenica
dalle 11,00 alle 17,00) da non
perdere è la visita al Museo del
Paesaggio storico dell’Appennino
che trovate prima di arrivare
al chiostro. Terminata la visita si
passa davanti al ristorante e si
percorre il sentiero CAI 713.
Superato il piccolo cimitero
il sentiero inizia sulla destra
prima del ponte sul torrente.
Di fatto ci addentriamo nella
selvaggia e misteriosa Valle
dell’Inferno. Incontriamo subito
il Mulino di Moscheta e il sentiero
passa stretto fra le case.
Il percorso sale dolcemente
costeggiando il torrente Veccione
(o Vecchione) che rumoreggia
più in basso. Lungo il sentiero
troviamo ampi tratti di steccato
I trekking di Appennino Slow - Firenzuola
Un anello di otto chilometri nel cuore
incontaminato del Mugello. Si parte
con la visita al museo del Paesaggio
storico dell’Appennino
Nella misteriosa
Valle dell’Inferno
che ci proteggono da precipizio
sul torrente. In estate è possibile
scendere in alcuni punti per
andare a rinfrescarsi in qualche
ampia pozza. Il sentiero è piacevole
e incrociamo alcune vecchie
costruzioni abbandonate che ci
fanno pensare a quanto doveva
essere difficile vivere con niente
in luoghi così impervi.
Dopo circa 3 km il sentiero
(CAI 713) gira secco a destra e
si inizia a salire. Se si prosegue
dritto si arriva a Casetta di Tiara,
un grazioso gruppo di case che
vedremo poi più avanti lungo
il cammino nel cucuzzolo di
fronte. Noi come detto giriamo
a destra ed il sentiero sale attraversando
bellissimi castagneti
centenari, alcuni veramente
molto vecchi. Il sentiero continua
a salire ripido fino al piccolo
crinale che ci porta a Razzalto a
811 m. slm. Si tratta di un piccolo
gruppo di case abitato solo
d’estate e raggiungibile solo con
un mezzo fuoristrada.
Da qui proseguiamo per un
centinaio di metri e abbandoniamo
il sentiero 713 che ci porterebbe
in località Giogarello. Se
avete più tempo a disposizione
potete seguire il sentiero 713 che
va la Giogarello e poi al Rifugio
Serra per rientrare a Badia Moscheta
attraverso la località Isola.
Da questo punto però per rientrare
a Moscheta occorrono circa
3 ore. Noi invece proseguiamo
dritti lungo la carrareccia e dopo
poco incrociamo l’ampia forestale
che prendiamo a destra in
discesa e da qui in poco più di
di Stefano Lorenzi
una mezzoretta raggiungiamo
Badia di Moscheta. L’itinerario
è di circa 8 chilometri e si percorre
comodamente con tre ore di
cammino. All’arrivo, il ristorante
di Moscheta ci aspetta con gustosi
piatti mugellani fra i quali
ottimi tortelli. Se volete restare in
zona ed il giorno dopo percorrere
un altro dei numerosi sentieri
che il Complesso Agro Forestale
Giogo-Casaglia ci propone,
vi suggeriamo di pernottare
all’albergo Gli Orzali che dista
circa 5 chilometri dove troverete
un’ottima accoglienza in un una
struttura veramente di qualità.
Per info: www.gliorzali.it
Il fenomeno è esploso in
questi ultimi anni. è in forte
crescita il numero gli appassionati
che preferiscono trascorrere
giornate sulla neve, non in
mezzo a caotici campi da sci,
ma in mezzo al silenzio dei boschi
e lungo facili crinali dove
gustare quel senso di pace e
di tranquillità che solo un ambiente
innevato può dare.
Da un recente studio dell’ Osservatorio
Italiano del Turismo
Montano presentato alla fiera
di Skypass a Modena e realizzato
dalla JFC di Faenza, risulta:
“una tendenza che si va affermando:
tutto ciò che è slow
– ciaspole, winter trekking ed
anche sci da fondo – continuerà
ad avere successo, con richieste
in aumento costante”. Per ciò
più natura e più escursionismo
invernale IL PROGRAMMA
slow. Si prevede che
gli appassionati di ciaspole nella
stagione invernale 2012-2013 supereranno
il mezzo milione bissando
il successo di incremento
a due cifre dello scorso anno.
Anche noi qui in Appennino
non vogliamo farci trovare
impreparati e sono diversi
gli operatori che propongono
escursioni con le ciaspole; penso
le Ciaspole
Cresce l’interesse per le Ciaspole.
I contatti, i consigli e i percorsi per fare
trekking in mezzo alle montagne innevate
Le emozioni si
tingono di bianco
a Montagna Bolognese o la Cooperativa
Madreselva per la zona
del Corno alle Scale o a Promappennio
per quello che riguarda
la zona del Modenese. Con loro
abbiamo fatto rete per offrire ai
nostri clienti sempre un’opportunità
di passeggiare sulla neve.
Qui sul territorio ci sono anche
il CSI Escursionismo di Sasso
Marconi e il CAI di Bologna che
propongo escursioni. Insomma
l’offerta c’è e le proposte sono
sempre ricche ed accattivanti.
Nella zona tra Bologna e
Firenze dove noi di AppenninoSlow
prevalentemente operiamo,
vi segnaliamo alcuni
itinerari dove vi possiamo accompagnare:
l’Alpe di Monghidoro,
Monte Beni, Monte
Gazzano, Monte Canda, Monte
Venere, Passo della Futa solo per
citarne alcuni. Non ci dispiace
anche qualche escursione sul
Monte Falco o sul Falterona.
Come sempre, lasciateci i vostri
contatti se siete appassionati di
escursioni con le ciaspole.
Quando nevicherà e se ci
saranno le giuste condizioni vi
contatteremo ed organizzeremo
semplici escursioni adatte a tutti
per trascorre una bella giornata
in mezzo alla neve.
Per info: 051.4690050
info@appenninoslow.it
APPuntAMentO
Due GIORnI neLLA neVe
AttORnO AL PASSO DeLLA FutA
Sabato 19 gennaio
Ore 10 ritrovo al Passo della Futa
per chi viene da Firenze, ore 9,45
ritrovo al Futa Point a Monghidoro
(località Ca’ del Costa) per chi
viene da Bologna. Trasferimento
in località Covigliaio e partenza
per escursione verso la vetta di
Monte Beni. Pranzo al sacco. Rientro
nel primo pomeriggio. Ore
20 cena in ristorante vicino con
menù prestabilito.
Domenica 20 gennaio
Ore 9 trasferimento all’Alpe di
Monghidoro. Alle 12,30 pranzo
presso l’osteria del Fantorno. Nel
pomeriggio rientro. Se dovesse
mancare la neve faremo in ogni
caso una bella passeggiata
Le quote di partecipazione:
90 euro con la notte in appartamento
e 105 in con la notte in
albergo*** o B & B. Supplemento
camera singola: 15 euro.
Come sempre i nostri percorsi suggeriti li trovate
anche sul portale www.trackguru.net
19

20
Sebbene si vada verso temperature
rigide, il Parco dei
Laghi di Suviana e Brasimone
vanta sempre una certo numero
di attrattive.
Tanti appuntamenti attendono
sia grandi che piccoli con
lo scopo di educare al rispetto
ed alla conoscenza del meraviglioso
territorio appenninico.
Gli appuntamenti sono numerosi
e sino a febbraio si ha l’imbarazzo
della scelta.
Una delle attività più affascinanti
è quella che riguarda
il lupo. Domenica 20 gennaio
il Parco, in collaborazione con
la Cooperativa Madreselva, dà
appuntamento alle ore 9.30 al
primo parcheggio in località
Barceda per la ciaspolata dedicata
alla ricerca delle tracce
del lupo, denominata “I lupi
d’inverno”. Il termine è previsto
alle ore 13.30 circa. Il costo
dell’’escursione è di 10 euro
per gli adulti e 5 euro per i minori
di 14 anni. Eventualmente
si possono noleggiare ciaspole
e bacchette (prenotazione obbligatoria,
0534-46712).
Attraverso specifiche tecniche
di monitoraggio e la ricerca
delle tracce del predatore, si
ricostruirà la sua vita del lupo
appenninico, divertendosi con
un affascinante snow trekking
nell’area protetta.
Le attività che coinvolgeranno
piccoli e grandi saranno
una breve lezione introduttiva
sulla biologia ed etologia del
lupo, l’attuale distribuzione
sul territorio e la spiegazione di
varie tecniche di monitoraggio
molto interessanti e non invasive
come il fototrappolaggio,
L’appuntamento
Domenica 20 gennaio una ciaspolata al Parco dei Laghi di Suviana
e Brasimone per conoscere l’animale più misterioso delle nostre montagne
cercando le impronte e ascoltando il suo ululato
Sulle tracce del lupo appenninico
ovvero quella tecnica fotografica
che permette di catturare
l’animale, talvolta con immagini
straordinarie, senza che ci
sia la presenza diretta dell’uomo
e quindi non impaurendolo;
tecniche di genetica non
invasiva che permettono di
seguire le tracce dell’animale
attraverso suoi resti organici e
biologici ricostruendone così la
vita e gli spostamenti ed infine
il fantastico wolf bowling, ovvero
l’ascolto (in massima sicurezza)
dell’ululato del lupo.
Grazie alla conoscenza di
questo animale le paurose leggende
che aleggiano attorno
alla sua figura scompariranno,
lasciando dentro ad adulti e
bambini interesse, sicurezza
di Roberta Gambaro
IL BRANCO
Sopra, un branco di lupi del nostro Appennino in una foto di Antonio Iannibelli.
A destra, gli escursionisti con le ciaspole alla ricerca delle tracce del predatore.
e rispetto del lupo e dell’ambiente
in cui vive.
Il parco regionale dei Laghi
di Suviana e Brasimone è
certamente uno dei fiori all’occhiello
dell’Emilia Romagna:
si estende nel settore centrale
della montagna bolognese, intorno
a due ampi bacini realizzati
a partire dai primi del Novecento
a scopo idroelettrico.
La diminuita presenza umana
ha favorito l’incremento della
fauna selvatica permettendo la
ricomparsa di popolazioni di
cervi, daini e caprioli.
Tra i boschi si snoda la lunga
rete sentieristica del Parco
che collega gli antichi borghi al
suo interno. I laghi con le numerose
aree di sosta attrezzate
lungo le sponde, l’estesa rete
di sentieri, la possibilità di fare
canoa, vela e windsurf, fanno
oggi di questa area una delle
mete turistiche di maggior
richiamo sia estivo che invernale.
Il Parco dei laghi offre la
possibilità di staccarsi dal
mondo frenetico della città e
passare giornate alternative
“alla ricerca della natura perduta”.
Quattro sono i punti di
partenza da cui si può iniziare
a scoprire l’area protetta.
Ognuno di essi tratta una tema
specifico. Il Centro visita di
Camugnano presenta il Parco
e le sue componenti naturali e
paesaggistiche; il Laboratorio
delle Acque a Suviana l’ecosi-
stema di fiumi e laghi, la forza
motrice dell’acqua dai mulini
alle centrali idroelettriche, il
dissesto idrogeologico; il Museo
del Bosco al Poranceto,
immerso in uno splendido castagneto
secolare, ha per tema
il bosco la peculiarità e il tradizionale
sfruttamento nell’economia
locale; il Centro di Castiglione
dei Pepoli (in via di
allestimento) affronta il tema
delle conformazioni fossili e
geologiche.
Dette le caratteristiche
più generali del Parco, biso-
Sopra, la foto trappola
di Acerolo ha catturato
un lupo al Parco dei Laghi.
PARCO DEI LAGHI
La sede del Parco si trova
a Camugnano in Piazza
Kennedy 10.
Contatti: 0534-46712 -
parcodeilaghi@cosea.bo.it
www.ilparcodeilaghi.it
gna considerare questo posto
come un vero e proprio spettacolo,
da non gustare solamente
nella bella stagione per
le sue varie attrattive, ma da
ammirare e frequentare anche
in inverno.
Così come per magia la
bella e la brutta stagione per il
Parco dei Laghi non esistono
più, non vi sono differenze :
autunno ed inverno come primavera
ed estate attendono
la partecipazione di chi vuole
scoprire un Appennino bello
ed incantevole tutto da vivere.
Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone
MADRESELVA
Una coop dal cuore verde
Di grandissima importanza è la Cooperativa Madreselva (0534.46712 -
info@coopmadreselva.it) che, in collaborazione e con il patrocinio dei
Parchi, permette al pubblico di usufruire delle numerose attività
proposte nel calendario annuale durante i week end. La Cooperativa
nasce nel 2007 ed è costituita da un gruppo di guide e operatori di alto
profilo curricolare che ormai da anni svolgono attività di Educazione
ambientale, escursionismo guidato e divulgazione scientifica.
Si propone come impresa di servizi nei confronti di aree protette,
soggetti privati e/o altri enti pubblici per attività di promozione
del territorio, come partner per la progettazione e la realizzazione
di iniziative o pacchetti eco-turistici. Madreselva promuove e realizza
progetti di educazione ambientale nelle scuole e ha all’attivo
collaborazioni con Comuni, Comunità Montane e aree protette
tra cui: Parco Regionale Laghi di Suviana e Brasimone, Parco
Regionale Corno alle Scale, Parco Storico di Monte Sole e Parco
Regionale dell’Alto Appennino Modenese. Madreselva offre
l’opportunità di imparare divertendosi immersi nella natura e
nell’ossigeno, lasciandosi alle spalle lo stress quotidiano che molto
spesso non ci fa concentrare su quei gesti a cui dovremmo porgere
attenzione ogni giorno: il saluto, il rispetto degli orari stabiliti,
la riflessione su ciò che guardiamo ogni giorno e magari ci sembra
così banale, la gentilezza o semplicemente non gettare rifiuti per terra.
Queste attività offrono l’opportunità di educare al rispetto della
natura attraverso sagge regole di pratica ambientale relazionandosi
con gli altri.
21

22
Non solo sci da discesa con seggiovie e skilift, nella cima più alta
dell’Appennino bolognese sono tante le proposte per vivere la montagna
lentamente. Attorno a Castellucio lo sci di fondo e le escursioni ad alta quota
L’inverno nella montagna
bolognese non è solo discese
ardite sulle piste innevate del
Corno, non è solo la velocità
o il frastuono della musica
irradiata dagli impianti di
risalita, o magari il rombo di
un elicottero, la montagna
bolognese è anche il
camminare lento,
l’emo-
Valle del Reno
Neve, sport e natura
al Corno alle Scale
zione dei paesaggi incontaminati,
il suono dei passi sulla
neve vergine, la poesia del silenzio,
i boschi misteriosi, le
atmosfere incantate.
E proprio partendo da
quell’incanto così ben descritto
nel film di Pupi
Avati Una gita
scolastica
mi
di Marco Tamarri
tamarri.cultura@comune.porrettaterme.bo.it
piace sottoporre all’attenzione
dei lettori di ‘nelle Valli
Bolognesi’ alcune proposte
che ben si adattano all’idea di
turismo lento.
La prima si concentra presso
il Doccione, rifugio escursionistico
a due chilometri da
Castelluccio (Comune di Porretta
Terme) qui, neve permettendo,
è possibile praticare lo
sci di fondo ed escursionistico
grazie ad una pista perfettamente
preparata per il passo
alternato dai gestori del rifugio
e dall’Associazione Le
Gaide. L’anello per il
fondo comprende
tre zone
BELLEZZE IN BIANCO
Queste foto sono state scaricate
da Flickr ed hanno tutte una
licenza Creative Commons.
Quella a tutta pagina
(il Cupolino) e quella sopra
a sinistra (la cima con la croce)
sono di Nniiccoollaa,
quella a sinistra è di Pepe50.
Per informazioni: Ufficio IAT
0534/22021 - iat@comune.
porrettaterme.bo.it.
e si sviluppa attraverso campi
aperti e con vegetazione arborea
e arbustiva, disposti ai lati
di un asse longitudinale costituito
dallo stradello che porta
verso le Gaide. La quota più
bassa (in media 1000 s.l.m.) e
l’esposizione di una importante
parte di esso a sud fa sì che
i mesi migliori per sciare siano
dicembre e gennaio.
Ma quello che più stupisce
in questo luogo d’incanto è la
possibilità di praticare lo sci
escursionistico; partendo dal
rifugio fino ad arrivare alla
vetta del Monte Piella con una
vista mozzafiato sulla valle
sottostante. Anche questo tragitto,
grazie al gatto acquistato
dall’Amministrazione del
Comune di Porretta Terme,
viene battuto dai gestori del
rifugio. Il paesaggio è meraviglioso
e permette
agli escursionisti
di raggiungere
an-
che il Rifugio Montecavallo.
(Per informazioni telefonare
al : 0534/21329 - 340/9418897
www.rifugiomontecavallo.it
(punto tappa dell’Alta Via,
sentiero di crinale che collega
Piacenza a Rimini).
Altra informazione interessante
è quella che presso le
Casette del Doccione per soli 5
euro si possono noleggiare le
attrezzature per lo sci di fondo
e al termine della giornata sulla
neve apprezzare i cibi tipici
della montagna bolognese
preparati con grande maestria
dai gestori del Rifugio delle
Casette e di Montecavallo e
offerti a prezzi assolutamente
contenuti. È un turismo per
tutte le tasche e di questi tempi
non è certamente un dato
da sottovalutare.
Ma anche per la viabilità
la proposta del Doccione può
risultare interessante, si può
prendere il treno dalla stazione
di Bologna (ne parte uno ogni
ora, costo andata e ritorno 10
euro) raggiungere Porretta
Terme prendere la corriera per
la Pennola (partenza ore 9,15
ritorno 17,50), dalla Pennola
con una bellissima passeggiata
di solo dieci minuti si
arriva alle Casette
del Doccione.
FONDO ED ESCURSIONISMO A CASTELLUCCIO
Al Corno alle Scale si può effettuare anche sci
escursionistico. Per informazioni 0534/21329 340/9418897
www.rifugiomontecavallo.it.
Per lo sci di fondo, l’anello del Doccione è lungo 1700
metri ed è compreso tra i 1020 e i 990 metri d’altezza.
Per informazioni Le Casette del Doccione 0534/29198
www.lecasettedeldoccione.it
la Proposta
È quindi possibile praticare
questa forma di turismo lento
anche lasciando la macchina
ferma in garage.
E se manca la neve? Non
fatevi prendere dall’ansia, la
natura è la nostra unica maestra
ecco quindi che la pista
del Doccione si trasforma in
un bellissimo impianto di
orienteering, gestito anche
d’inverno in collaborazione
con l’IC Croce di Casalecchio
di Reno e tracciato dal nazionale
italiano Alessio Tenani
atleta della forestale.
E se il tempo fosse assolutamente
inclemente? Mancanza
di neve, vento, bufera?
Anche per questa situazione
abbiamo in serbo una proposta,
‘una ruota di scorta’, la
sezione del Cai dell’Alto Reno
ha acquistato una parete artificiale
per arrampicare, questa
parete è stata collocata, in
collaborazione con il Comune,
presso la nostra palestra
di via Lungoreno a Porretta
Terme e rappresenterà una
possibilità per gli amanti questo
sport per prepararsi all’incanto
che li accompagnerà
nelle loro uscite sui monti del
nostro Appenino.
23

24
il Museo
Firenzuola è la capitale mondiale della pietra serena. Nei sotterranei della Rocca
del 14° secolo in cui ha sede il municipio un museo ne ripercorre la storia
e ne celebra qualità e bellezza. Una sezione è dedicata agli scalpellini locali
L’oro grigio dell’Appennino
Etruschi e romani se ne
servivano per costruire tombe,
mura e templi. Nel Rinascimento,
artisti del calibro di
Brunelleschi l’hanno utilizzata
per realizzare capolavori senza
tempo come l’Ospedale degli
Innocenti, la Chiesa di San
Lorenzo, la Basilica di Santo
Spirito.
Parliamo della pietra serena,
un’arenaria di colore
grigio, arricchita da micro minerali
che riflettono la luce e le
donano una brillantezza unica,
che da secoli fa splendere
le opere fiorentine conservate
nei musei di tutto il mondo.
La pietra serena viene
estratta dalla dorsale appenninica
settentrionale e vede in
Firenzuola la sua vera e propria
capitale. In questo piccolo
paese sui monti che dividono
l’Emilia dalla Toscana da secoli
viene lavorata ad arte da
maestri scultori. Dal 1999 è
possibile ammirarla all’interno
di un museo a lei interamente
dedicato.
Il museo della pietra serena
di Firenzuola, che fa parte
del “Sistema museale territoriale
Mugello Alto Mugello
Val di Sieve”, è gestito dalla
Comunità Montana del Mugello.
È un “Museo diffuso”,
ovvero una rete di sistemi
naturalistici, storici, artistici,
archeologici e demo-etnoatropologici
che connettono
tra loro i patrimoni culturali
del territorio.
Il museo nasce nel dicembre
del 1999 come tributo
all’abilità dei maestri scalpellini
di Firenzuola e per celebrare
le qualità e la bellezza della
pietra serena. I locali museali
si trovano nei seminterrati della
Rocca, l’odierna sede comunale,
costruiti nel 1300 ad
di Roberta Gambaro
LA ROCCA DEL 1300
Sopra, il municipio di Firenzuola nei cui seminterrati,
costruiti nel 1300 da Antonio da San Gallo e recentemente
ristrutturati, ha sede anche il museo dedicato alla pietra serena.
opera di Antonio da San Gallo
e riportati alla luce in seguito
ad un intervento di restauro
della Piazza.
Il percorso di visita inizia
con una sezione dedicata ai
“paesaggi di pietra” e prosegue
con il “lavoro in cava” nel
quale si racconta l’estrazione
della pietra, per passare poi
alla sezione successiva dedi-
cata ai “manufatti del quotidiano”.
Si prosegue con uno
spazio “virtuale” che presenta
un’abitazione contadina,
soffermandosi sugli elementi
architettonici tipici di queste
zone. Il Museo dedica un settore
anche al lavoro di scavo
e ripristino della struttura
fortificata, che ha consentito
il ritrovamento di importanti
reperti ceramici.
Gli spazi espositivi sono
inoltre fortemente caratterizzati
in rapporto alla funzione
di difesa ed attacco svolta dalla
Rocca e di cui rimangono la
“camera di volata” e i cunicoli
delle cannoniere. All’entrata
nel Museo, il visitatore può
percepire quanto l’impiego
della pietra serena abbia interessato
l’insediamento e la vita
quotidiana degli abitanti di
Firenzuola. Proprio a rendere
esplicito lo spessore storico e
la ‘cultura’ legata alla utilizzazione
del materiale lapideo
viene richiamata la storia di Firenzuola
fino dalla sua fondazione,
sottolineando la qualità
di “terra murata” dell’abitato
situata nella sala d’ingresso.
Proseguendo la visita,
si scoprono quattro sezioni
museali che evidenziano il
radicamento della attività di
estrazione e lavorazione della
pietra. Nella prima sala,
mentre si illustrano le fasi di
escavazione e lavorazione secondo
i metodi tradizionali
di un tempo e precedenti alla
comparsa di attrezzature più
Parla Guidarelli: Assessore al Turismo
e alle Attività estrattive
“Le cave: una risorsa
per i nostri ragazzi”
”La storia delle cave ha origini
lontane ma la nascita delle prime
aziende strutturate per l’estrazione,
la lavorazione la commercializzazione
della pietra serena risale
agli anni Sessanta, sull’onda
della ricostruzione della chiesa di
Firenzuola e del cimitero tedesco
sul Passo della Futa.
La caratteristica principale delle
cave di pietra serena è la formazione
in filaretti con l’estrazione
che avviene a cielo aperto, formando,
con l’uso di esplosivi o
malte espansive, dei monoliti
(detti “blocchi”) che poi vengono
trasportati nelle segherie per
la realizzazione di lastre di vario
spessore: la materia prima idonea
per le successive lavorazioni.
Le aziende che estraggono da
cave proprie sono sette ed il giro
di affari, compreso l’indotto di
piccole aziende di artigiani, si
aggira intorno ai 30 milioni di
euro e occupa circa 150 addetti.
Il comparto della pietra serena è
ancora oggi il settore economico
e occupazionale più significativo
per il Comune.
Non è esagerato affermare che
per i giovani è forse l’unico
sbocco per una attività lavorativa
sul territorio, anche se la crisi
ha colpito anche questo settore.
In futuro, per trattenere qui la
maggior parte della ricchezza
prodotta dalla pietra serena, oltre
che all’attività estrattiva dovremo
puntare sulla lavorazione di
questo materiale che una volta
veniva usato prevalentemente
per i lastrici stradali e che oggi è
invece inserito in progetti di architetti
di fama o nel restauro di
immobili storici“.
INFO SUL MUSEO
Il museo dedicato alla pietra
serena si trova in Piazza Don
Stefano Casini, n. 4
a Firenzuola (FI). Dal 1 ottobre
al 31 marzo è aperto il lunedì,
giovedì, sabato, domenica e
festivi dalle 10 alle 12 e dalle
14.30 alle 16.30. Biglietto
intero 3 euro, ridotto 1.50 euro.
Info: 055 8199451 -
museopietraserena@comune.
firenzuola.fi.it.
A sinistra e a destra, alcune
opere in mostra nelle tante
sezioni del museo.
Qui accanto, gli scalpellini
di Firenzuola lavorano
la pietra serena.
moderne e facilitanti all’escavazione,
compaiono così
immagini di cavatori e scalpellini,
di luoghi del lavoro e
cantieri, di manufatti e oggetti
d’uso abituale, che rivelano la
qualità domestica della pietra
e fanno rivivere in tal modo la
quotidianità del passato.
Nella seconda sala, attraverso
una documentazione
originale, ci si rende conto del
numero delle cave, della loro
consistenza e di quella vita
così dura ed estenuante, quale
quella del cavatore il quale
spesso e volentieri metteva
a repentaglio la propria vita.
Nella terza sala sono sempre
i manufatti a parlare in prima
persona dell’abilità tecnica dei
‘maestri scalpellini’. Ci si sofferma
dai cosiddetti ‘labirinti
della memoria’ in cui si riscopre
la maestria dello scolpire
e la sapienza nel carpire i suoi
tesori per giungere al centro
Firenzuola
della sala, ove sono posti due
oggetti in cui viene simboleggiata
la sapienza dei fatturanti
di Firenzuola: il bassorilievo
della Madonna di San Pellegrino
e il ciborio della chiesa
dei SS. Domenico e Giustino
di San Pellegrino. Infine, nella
quarta sala, sono proprio
i manufatti d’arte accompagnati
da quelle annotazioni
che consentono collegamenti
e rimandi ad esperienze particolarmente
significative per
la cultura artistica non solo
italiana.
Alla pietra serena come
“pietra d’arte” sono riservati
così gli spazi conclusivi,
mediante l’esposizione di
manufatti frutto dell’abilità
tecnica dei maestri scalpellini
di Firenzuola che, con pochi
ed efficaci attrezzi, per secoli
hanno operato per decorare
ed impreziosire monumenti
ed edifici.
25

26
Domenica 24 febbraio l’esibizione dei norcini lungo le vie del paese. Ci sarà un
mercatino e si potranno acquistare salsicce ed insaccati prodotti sul momento
Le buone forchette e gli
amanti dei sapori locali non
potranno perdersi la Festa del
maiale di Monghidoro, ormai
giunta alla sua VIII edizione,
che si colloca tra gli eventi
gastronomici più importanti
della stagione invernale, fiore
all’occhiello per la tradizione
montanara.
Prevista come di consueto
per l’ultima domenica di
febbraio, che nel 2013 cadrà il
giorno 24, l’Amministrazione
di Monghidoro è già al lavoro
per il buon esito della manifestazione.
“Stiamo delineando ancora
alcuni dettagli” annuncia
Loriano Amadori, Assessore
al Turismo del Comune di
Monghidoro “ma è una festa
già consolidata da tempo che
costituisce un punto fermo per
la tradizione della norcineria
monghidorese. È sicuramente
una delle rassegne più attese
tra quelle che caratterizzano
l’offerta turistica su cui stiamo
puntando per il rilancio economico
e culturale del nostro
territorio”.
Un appuntamento gustoso a
cui faranno da cornice momenti
di animazione e intrattenimento
ad opera di artisti di strada,
nonché il consueto mercatino
di prodotti tipici e dell’artigianato
locale che si snoderà per le
vie del paese: “Sarà l’occasione
di immergersi in un’atmosfera
rustica e gioviale alla riscoperta
dei sapori genuini della nostra
tradizione” assicura Amadori.
Uno dei momenti chiave
sarà la sfida tra le quattro squa-
Tradizioni
Monghidoro fa la festa al maiale
di Eleonora Amadori
LA SFIDA A COLPI DI SALAME
Il momento clou della festa sarà la dimostrazione delle quattro
squadre di maestri norcini locali che si esibiranno nell’arte
della lavorazione delle carni di maiale. Quanto prodotto
durante la gara sarà messo in vendita. In programma anche
un convegno sui metodi d’allevamento dei suini in Appennino.
dre di maestri norcini locali che
avranno l’occasione di mettere
in mostra la propria abilità
e offrire ai visitatori il meglio
della loro produzione di carne
suina: “Si esibiranno nell’arte
della lavorazione delle carni e
venderanno le loro creazioni
direttamente ai consumatori,
che potranno acquistare carne
freschissima, lavorata sul momento,
davanti ai propri occhi”
conferma l’Assessore.
È in programma inoltre,
sempre per la giornata di domenica,
un convegno sul tema del
maiale, con approfondimenti
relativi ai metodi di allevamento
legati al territorio e alla riscoperta
di razze autoctone.
“Da sempre Monghidoro, in
quanto zona di confine a cavallo
tra Emilia Romagna e Toscana,
racchiude l’esperienza gastronomica
toscana, emiliana e
persino romagnola, data la sua
vicinanza con Imola” - spiega
Amadori - “Così il modo in cui
vengono trattate le carni deriva
proprio dall’aver appreso e
sviluppato procedure e tecniche
diverse a seconda dell’area
geografica e dall’aver saputo
sfruttare queste conoscenze per
ottenere i risultati migliori”.
Potendo contare su
un’esperienza molto solida
l’Amministrazione punta in
alto: “Monghidoro potrebbe
diventare il punto di riferimento
principale per la tradizione
norcina dell’Appennino
Tosco-Emiliano. L’obiettivo è
ambizioso, certo, ma il nostro
paese ha tutte le carte in regola,
data la sua storica maestria
in quest’arte, per diventare un
centro di eccellenza conosciuto
in tutta Italia”.
il Carnevale
Gare, sfilate e carri allegorici: tutti gli appuntamenti per godersi il Carnevale in montagna
L’etimologia del termine “Carnevale”
pare risalire dal latino carnem
levare, (levare la carne)
espressione con cui nel Medioevo
si indicava la prescrizione della
Chiesa di astenersi dal mangiare
carne a partire dal primo giorno
di Quaresima fino a Pasqua.
Proprio per questo prima dell’inizio
della Quaresima si eccedeva
nella sregolatezze e nel divertimento
in vista del periodo di digiuno
e sacrificio. Questo periodo
che di solito va dall’epifania alla
Quaresima viene appunto chiamato
“Carnevale”.
L’Appennino in maschera
Una cosa è certa in Appennino non
c’è la cultura carnevalesca che esiste
nella bassa dove le comunità investono
veramente mesi di lavoro e di
passione per realizzare il carnevale.
In Appennino siamo più modesti,
ma le occasione per far divertire i
bambini non mancano. E numerosi
sono gli appuntamenti per far divertire
i nostri piccini e travestirli con le
maschere più originali.
Ecco i principali appuntamenti:
Domenica 3 e 10 febbraio Vergato
fa il bis per le due domeniche con
lo storico 131° CARNEVALE VER-
GATESE che in caso di maltempo
la manifestazione verrà spostata alle
domeniche successive.
Moltissimi eventi si concentrano
dell’ultima domenica di Carnevale e
cioè il 10 febbraio: al Parco dei Gessi
c’è “IL BOSCO A CARNEVALE”
con appuntamento ore 15 presso il
Centro Visita Villa Torre, Settefonti -
Ozzano Emilia. I bambini si divertiranno
a dipingere le maschere degli
animali e delle specie vegetali che
abitano il bosco. L’iniziativa e a cura
delle GEV, i posti sono limitati con
prenotazione obbligatoria. Costo €
5 partecipante.
Sempre il 10 febbraio a Vado in comune
di Monzuno c’è il “PALIO
DEL CARNEVALE” Si inizia alle
ore 14 con la tradizionale parata
di carri allegorici per festeggiare il
Carnevale per le vie del paese. Una
festa di musica e colori per piccoli e
grandi, con la premiazione finale dei
carri più apprezzati.
A Loiano invece il comitato dei commercianti
organizza la “FESTA DI
CARNEVALE DEI BAMBINI” presso
la palestra della IPSAA così i più
piccini saranno al riparo in caso il
tempo faccia le bizza.
Monghidoro non è da meno e alle
ore 14,30 le vie del paese si animano
con i carri allegorici e gruppi in
maschera. Si farà festa fino all’imbrunire.
(in caso di maltempo la
manifestazione verrà sposata alla
domenica 17/02).
A Sasso Marconi prende vita la
quinta edizione del carnevale
cittadino, con la sfilata dei carri
e delle mascherine. Troverete
anche musica e degustazione di
cose buone. Il tutto è sapientemente
organizzato dalla Pro Loco
in collaborazione con la “Piazza
delle Associazioni” Per info: 051-
6758409 (infoSASSO).
A Pianoro, il 10 febbraio, la Pro
Loco organizza un pomeriggio
con i tradizionali carri, stand gastronomico
con le crescentine e,
novità di quest’anno, un simpatico
trenino che porterà a spasso
i più piccini. In caso di maltempo
il tutto viene rimandato alla settimana
successiva.
Stefano Lorenzi
27

28
Quando per i motivi più
disparati ti ritrovi “fermo” da
oltre tre settimane, attendi il
momento del “rientro in pista”
come un bambino attende la
venuta di Babbo Natale.
Non importa se fuori piove
o se la neve ha ammantato di
bianco i nostri trail preferiti,
prendi la bici e vai.
Non importa se forma e tenuta
fisica non sono al top (o
sono da flop), perché oltre che
le gambe ed il cuore ci metterai
la voglia, e lo farai per il
“Puro Piacere”.
Io sono questo tipo di
biker, e sono arcistraconvinto
che ogni appassionato,
dall’amatore all’agonista,
debba credere in questo. Per
essere un “biker migliore”
occorre tornare ad apprezzare
la voglia genuina che negli
ultimi anni ho principalmente
assorbito dai ragazzi della
Scuola Mtb della nostra
Free-Bike 65: stare con loro
impegnandomi per dare il
“buon esempio” mi ha spinto
a riflettere sui molteplici problemi
che, ancora oggi, impediscono
il diffondersi della
pratica della MTB.
La MTB è un gioco e deve
rimanere tale, gli adulti che
vorrebbero provare a pedalare
off-road sono tanti, ma ci
sono muri da superare…ed in
un certo senso sono come dei
“bambini” che vanno guidati
e consigliati, al pari delle no-
Speciale Mountain Bike
Perché iniziare e come innamorarsi delle due ruote da montagna.
Equipaggiamento, contatti, allenamento: con la Free-Bike65
per non lasciare la bici in garage nei mesi più freddi dell’anno
Inverno e Mtb, regole e consigli
stre giovani leve.
Io la penso così:
PUNTO 1 - La bicicletta
adatta. Non occorre dotarsi
dell’ultima bicicletta reclamizzata
dalle riviste, ma
bensì dotarsi (o noleggiare)
un mezzo in condizioni meccaniche
e funzionali idonee
e sicure (gomme, freni ed
di Giovanni Ferretti
Free-Bike 65 ASD
(seguiteci sul sito www.freebike65.com e su Facebook)
IRRIDUCIBILI DELLE DUE RUOTE
Alcune immagini delle uscite invernali dei ragazzi dell’ Associazione Sportiva Dilettatistica
FreeBike65. Per informazioni sulle proposte di cicloturismo organizzate in collaborazione
con AppenninoSlow contattare lo 051/4690050. Per info sull’Asd: www.freebike65.com.
appoggi in ordine). Vecchia
o meno che sia, con o senza i
famosi freni a disco o forcelle
ammortizzate, non creiamo
assurde pretese: possiamo
trovarla da un amico, da un
cugino, da un collega. Proviamo
a partire con qualcosa che
inizialmente non ci impegni
con un esborso eccessivo di
sudatissimi Euro.
PUNTO 2 – Equipaggiamento.
Investiamo su
un “trio” irrinunciabile per
chiunque, ovvero, il casco, i
guanti (a dita lunghe) ed un
fondello per alleviare le sofferenze
del nostro fondoschiena.
In commercio oramai esiste un
assortimento realmente molto
vasto che permette di effettuare
l’acquisto di attrezzature
dall’ottimo rapporto qualità
prezzo per l’estate e per l’inverno.
I vari complementi
necessari per ogni stagione si
acquistano nel tempo, non occorre
avere fretta!
PUNTO 3 – Dove e con chi
andare. Se non abbiamo amici
“praticanti”, è opportuno
rivolgersi ad un’associazione
ciclistica, sarà più facile trovare
riferimenti e contatti per
cominciare a divertirsi. Noi
della Free-Bike ci siamo e rispondiamo
presente: mandate
una mail a info@freebike65.
com o contattateci (Vincenzo
cell. 3401452106 – Giovanni
cell. 3385883516).
PUNTO 4 – Allenamento.
Trovare il tempo per allenarsi
regolarmente è il punto dolente
per qualunque fortunato/a
uomo/donna moderno/a che
sono costretti a rubacchiare
qualche ora ad impegni di lavoro
e famiglia, ma nessuno
deve disperare. Occorre essere
consapevoli dei propri limiti,
conoscersi, sfruttando il tempo
a disposizione per le uscite su
percorsi che conosciamo, per
poter dosare sforzo ed impegno
senza “appesantirsi” inutilmente
di fatica. Non saremo
mai ripagati da un approccio
troppo “aggressivo”. Sarebbe
infatti necessario affidarsi ad
un metodo di preparazione
vero e proprio, con tutti i limiti
del caso.
PUNTO 5 – Mentalità belga.
Questo è un concetto un
po’ spinto che cerco di diluire
la stagione della Neve
citando quello che è uno dei
motti Scout più importanti:
non esiste buono o cattivo
tempo, esiste buono o cattivo
equipaggiamento. Bene, non
vi dico di incarnare lo spirito
dei ciclocrossisti del Nord Europa
che mangiano fango, sabbia
e neve tutto l’inverno, ma
vi esorto a provare una breve
escursione anche in presenza
di fango, pioggia o neve.
Perché il fanciullo che è in
noi “riemergerà” e si divertirà
di sicuro. È importante ricordare
che le uscite con pioggia,
freddo o neve devono essere
più brevi, per ovvi motivi, la
salute viene sempre prima di
tutto.
In conclusione, molto spesso
la pratica della MTB nei
mesi invernali ci rende “marziani”
agli occhi di chi pensa
a mantenere mani e piedi al
calduccio, ma non dobbiamo
sentirci “diversi”, bensì attivi
e vogliosi di respirare aria
pulita.
Ritornando al principio,
ieri ho “sudato” le famose
“sette camicie” per salire verso
l’Alpe ed ho incrociato un
“mito”, nonché collaboratore
di nelle Valli Bolognesi, il
buon Gianfranco Bracci che
aveva già conquistato la vetta
e calpestato la modesta neve
scesa nella notte.
Ci siamo dati appuntamento
per “ciaspolare” non
appena possibile, intanto
ognuno di noi continua con la
bici o con il Nordic Walking.
Ovviamente con il sorriso sulle
labbra e la gioia nel cuore!
Buone feste a tutti!
29

30
L’Appennino bolognese è
ricco di architetture che possiamo
definire minori, quali case
e borghi antichi che del loro
lungo passato ancora lasciano
trasparire tracce, e ruderi che
compaiono quasi di sorpresa
nel mezzo di boschi e sopra
piccole colline.
Di queste ultime tracce ci
occupiamo in questo racconto,
andando a riscoprire il Castrum
di Gorgognano.
La val di Zena, appena si
inizia a salire da San Lazzaro
verso Quinzano, dove nasce
il fiume Zena, offre alla vista
dolci colline, prati intervallati
da boschetti, affioramenti rocciosi
di varia natura geologica
(arenaria, gessi e argille) e casolari
sparsi. Pare veramente
una tavolozza dipinta da
un pittore. Ma la val di Zena
non offre solo aspetti donati
dalla generosità della natura:
all’interno di questo ambiente
possiamo scorgere architetture
interessanti con un passato
a volte glorioso, come ad
esempio il Castello di Zena e
la Torre dll’Erede, sicuramente
i complessi fortificati piu’
evidenti.
Osservando, però, il territorio
con maggior attenzione
si possono scoprire ruderi
che riecheggiano fasti e storie
oramai lontane di secoli,
come appunto l’antico borgo
di Gorgognano, che nella sua
storia annovera un‘importante
Pieve e un Castrum risalente
al X secolo, ma di cui ora
non restano tracce evidenti.
Il nostro territorio e’ co-
Tracce di storia
Nascosti nei boschi della val di Zena ci sono i ruderi della Pieve e della fortezza
di Gorgognano, una costruzione militare di mille anni fa andata in disuso già
nel Medioevo e definitivamente distrutta durante la Seconda Guerra mondiale
Alla ricerca del castello perduto
sparso di numerosi impianti
fortificati dove una lunga storia
di rifacimenti e trasformazioni
ha nascosto o distrutto
molti castelli-dimora e dove
un lungo periodo di pace interna
nello Stato Pontificio ha
reso inutili e ha fatto quindi
scomparire molte strutture.
Alcuni di questi castelli erano
gia’ scomparsi nel corso
di Lamberto Monti
Associazione Parco Museale della Val di Zena
QUEL CHE RESTA DI UNA FORTEZZA
In alto, il pilastro centrale di quella che si pensa essere stata
una fortezza. Sopra, il dettaglio della porta di ingresso
della pieve o della canonica che faceva parte del complesso.
del Medioevo, altri sono solo
riconoscibili da resti archeologici,
altri ancora sono magari
recuperabili da foto o disegni
d’epoca.
Nel caso dei castelli scomparsi
gia’ in epoca medievale
diventa molto difficile anche
la localizzazione esatta del
forte, magari si riesce grazie
ad un toponimo superstite o
un disegno antico o ad atti
scritti.
In queste fonti possiamo
trovare vari termini a indicare
la presenza di fortificazioni,
quali “castrum”, nel senso di
luogo fortificato, “oppi dum”
(luogo murato che serve da
rifugio in caso di guerra), “vicus”,
“pagus” e “castellum”
(abitato fortificato) e nei secoli
VIII e IX, “saxum”, “petra”, e
poi “rocca”, indicanti fortezze
costruite su alture rocciose.
Inoltre, spesso la data della
scomparsa o distruzione di un
castello non è nota e la si deduce
dalla scomparsa di notizie
sulla fortificazione. Puo’
capitare che delle strutture
crollino a poco a poco senza
lasciare tracce visibili, solo per
un non uso prolungato.
Dopo la fine dell’impero
Romano d’Occidente (476
d.C.) ci fu l’inizio di un periodo
molto cruento per la nostra
penisola, infatti iniziarono
le scorribande continue dei
popoli barbari. Scrive un anonimo
poeta: “L’abitante della
campagna fugge in città o verso
la montagna, ma nemmeno
sul monte è al sicuro dal nemico,
poiché vengono spogliate
le chiese sull’alto, né giova rifugiarsi
in esse con le proprie
robe. Il feroce soldato ovunque
infierisce col ferro e col
fuoco, incendiando villaggi,
prendendo rocche e castelli”.
Nel Liber Pontificalis, il
documento più autentico della
storia dei Papi, è scritto: “Lotario
imperatore carolingio
spedì il figlio Lodovico (844-
47) con grande esercito verso
Roma contro il Papa Sergio
II°. Entrato con sue genti nel
territorio di Bologna, vi operò
tali stragi ed uccisioni ed
nequizie, che molti fuggirono
dalla città e si ripararono sulle
colline.”
In questo momento ci fu la
nascita di molte fortificazioni
sulle alture della prima e seconda
cerchia collinare attorno
a Bologna. Tra queste fortificazioni
si può inserire quella
di Gorgognano,un documento
del IX secolo lo indica come
“Castrum Gorgognani”, ancora
nel 1142 viene ricordato
come castello (Castro Gargugnani)
in una donazione fatta
al Monastero di Stifonte.
Il Calindri stesso nel suo
importante lavoro afferma:
“che Gorgognano sia stato un
castello, e che sia stato uno
degli antichissimi del territorio
non vi è da dubitarsi, ma
per quale accidente o guerra,
e in quale anno sia stato demolito
non può determinarsi
con certezza”.
Il Calindri ipotizza inoltre,
visto che già a suo tempo non
vi erano più tracce del Castello,
che si trovasse nel luogo
dove sorge la Pieve. Probabilmente
la roccaforte fu distrutta
dalle milizie bolognesi.
Infatti, dopo il mille, Bologna
ha il bisogno di allargarsi e di
fortificarsi verso il contado.
Inizia così l’espansione
del Comune verso la campagna,
dove il signore feudale
era padrone delle terre e degli
uomini. L’azione del Comune
di Bologna fu di attaccare e distruggere
i castelli della prima
cerchia di colline, tra questi
Jola, Rastignano, Miserazzano,
Croara e Pizzocalvo, e
poco più tardi quelli della seconda
cerchia di colline, quali
Sesto, Favale, Pianoro, Ancognano,
Barbarolo e, appunto,
Gorgognano.
Di seguito, nel 1298, il Comune
di Bologna fece stilare
dagli otto deputati alla guerra
un elenco dei castelli del contado
da far fortificare, ma in
questo elenco molto preciso
LA STORIA
NASCOSTA
NEL BOSCO
In alto, una veduta
di quel che resta
dei muri esterni
dell’antica Pieve
di Gorgognano.
A sinistra e in basso,
le feritoie presenti
nel muro costruito
a ridosso del dirupo.
La fortezza, assieme
al piccolo borgo
di cui faceva parte,
è stata completamente
distrutta durate
la Seconda Guerra
mondiale.
Gorgognano
il Castrum Gorgognano non
appare. Il Castello probabilmente
non serviva più in quel
punto, tanto che nel 1326 il
Comune di Gorgognano concorre
per la spesa di fortificazione
di Bisano.
La storia del comune di
Gorgognano invece prosegue,
durante il periodo visconteo
fa parte del vicariato di Monzuno
(1353), poi di quello di
Corvara (1376). Dal 1396 al
1575 dipese direttamente dal
comune di Bologna e dal capitanato
di Roncastaldo.
Sappiamo dal Calindri che
nel Seicento contava 387 anime
divise in 60 famiglie.Con
l’arrivo di Napoleone Bonaparte
passo’ al comune di Pianoro.
Il comune di Gorgognano
trovò la sua fine durante
la Seconda Guerra mondiale
quando divenne sede dell’artiglieria
alleata, che si piazzò
sul costone, e andò interamente
distrutto.
Oggi dell’antico Castrum
non vi sono tracce e rimangono
solo ruderi dell’antica pieve,
sotto cui probabilmente era
stato edificato il forte. Infatti si
trova sopra un piccolo rialzo
roccioso arenaceo che permette
una discreta visibilità sulla
valle sottostante, come noto
la tendenza di rimodellazione
delle morfologie collinari
nel tempo, secoli, porta ad un
addolcimento delle pendenze
e ad un uniformarsi, per cui
si può ipotizzare che la posizione
fosse molto più nascosta
e impervia mille anni fa.
Inoltre sicuramente la parete
meno difesa naturalmente potrebbe
essere stata apprestata
da parapetti lignei, chiamati
all’epoca spizata o palancato,
fatti da una struttura di pali
connessi fra loro e infissi nel
terreno in modo da formare
un profilo merlato.
Ora resta il ricordo e magari
un giorno la possibilità
di un indagine archeologica
potrebbe far conoscere nuovi
aspetti.
31

32
Ogni paese ha la sua chiesa
e ogni chiesa ha il suo campanile:
è vero tanto in pianura
quanto in montagna e addirittura
borghi piccolissimi
accanto alla propria chiesetta
sfoggiano un’ardita torre campanaria.
Non a caso la rissosità che
un tempo (ma talora anche
oggi...) divideva le frazioni di
un territorio comunale o borgate
vicine si definisce campanilismo,
ad indicare come
l’emblema di ogni comunità
stesse nel campanile della propria
chiesa e come ogni borgo
fosse morbosamente attaccato
al proprio fazzoletto di terra,
quasi una società a sé stante
in perenne competizione con
quelle attorno.
Già nel medioevo era
diffuso l’uso delle campane,
spesso dal corpo più stretto
e allungato rispetto a quelle
moderne, e in montagna venivano
collocate su piccoli campanili
a vela, strutture non
autonome che poggiavano sui
muri perimetrali degli edifici
religiosi. Ne rimangono ancora
oggi alcuni esempi ed erano
diffusi soprattutto in epoca romanica.
Col passare dei secoli e il
relativo miglioramento delle
condizioni economiche delle
vallate montane, si diffusero
le torri campanarie, sopra le
quali ogni comunità faceva a
gara nell’accaparrarsi il miglior
concerto di campane
che fosse possibile. La com-
Tracce di storia
Forse di origine irlandese, la famiglia fin dal Medioevo è attiva nel campo
edilizio. Il capostipite, Sebastiano, visse a San Martino in Argine nel 1600.
Nel bolognese sono 52 le chiese nelle quali è riscontrabile la loro opera
Brighenti: i signori dei campanili
posizione classica richiedeva
quattro campane, variamente
intonate, e fu naturale evoluzione
quella di voler affinare
l’arte di suonarle.
Le nostre valli pullulavano
un tempo di squadre di arditi
campanari, che animavano
una vivace competizione tra
borgo e borgo: il suono delle
campane rimbalzava da un
di Michelangelo Abatantuono
CAMPANILE E CAMPANE FIRMATE BRIGHENTI
La chiesa parrocchiale di Baragazza (Castiglione dei Pepoli),
realizzata su progetto dell’architetto bolognese Angelo
Venturoli, venne dotata di torre campanaria alla metà del secolo
successivo. I lavori ebbero inizio nel 1854 e si protrassero fino al
1867. Il progetto del campanile è opera di Giuseppe Brighenti,
mentre le quattro campane vennero fuse da Clemente Brighenti.
angolo all’altro della valle e
tutti potevano valutare l’abilità
degli esecutori.
Abilità che dava pieno
sfoggio di sé soprattutto in
occasione delle feste patronali,
che scandivano l’anno
contadino e raccoglievano un
vasto concorso di popolo dalle
località vicine, che accorreva
per assaporare le rare occasio-
ni di svago e di divertimento
che l’amara vita di un tempo
consentiva. Vi erano poi i campanari
– per così dire – feriali,
quelli che suonavano le campane
tutti i giorni, per scandire
i momenti della giornata e invitare
alle funzioni liturgiche.
Ora quel mondo è pressoché
scomparso, complici i
mutamenti subiti dalla nostra
società nell’ultimo cinquantennio
e l’uso – deprecabile o
meno, non sta a me giudicare
– di automatizzare il meccanismo
campanario, in modo
che risulta difficile, se non impossibile,
agire manualmente.
Talora però, come ogni buon
circuito elettronico, il meccanismo
impazzisce e, invece di
accompagnare degnamente
qualche parrocchiano all’ultimo
saluto, partono i doppi.
V’è però da notare che
anche in passato accadevano
tali inconvenienti, dovuti non
tanto all’elettronica, di là da
venire, quanto al soverchio
consumo di vino, immancabile
compagno dei rudi uomini
di un tempo. In alcune zone
la tradizione campanaria è rimasta
viva, come nella valle
del Savena: qui ci sono ancora
diverse squadre di campanari
che con rara abilità sanno trarre
dai pesanti bronzi incantevoli
suoni e non è rara l’occasione
di poterli ascoltare.
Ma non c’è campana senza
campanile e, se per costruire
chiese e cappelle spesso ci si
affidava a maestranze locali,
per edificare alte torri era necessario
rivolgersi a personale
specializzato. Soprattutto nel
corso dell’Ottocento, quando
l’altezza dei campanili aumentò
rispetto all’epoca precedente
e molte torri antiche
vennero sopraelevate o ricostruite
dalle fondamenta, per
seguire le ambizioni dei curati
e delle loro comunità.
Sorsero allora costruzioni
alte anche più di 50 metri e
lo stile architettonico di riferimento
divenne quello neoclassico,
variamente reinterpretato
da ogni architetto, ingegnere o
capomastro, figura quest’ultima
che un tempo riuniva in
sé la conoscenza teorica e la
perizia tecnica manuale, in un
virtuoso connubio.
Dalla sapienza dei capomastri
si elevò, nel corso di alcune
generazioni, la famiglia
dei Brighenti, ai quali si devono
molti dei campanili che ancora
oggi possiamo ammirare
in provincia di Bologna.
Un ramo della stirpe si
specializzò poi nella produzione
di campane, realizzando
tra XIX e XX secolo alcuni dei
migliori concerti che si possono
ascoltare. Forse di origine
irlandese, la famiglia fin dal
Medioevo pare attiva nel campo
edilizio, ma il primo di cui
si possiedono notizie certe è
«mastro» Sebastiano, che visse
a San Martino in Argine nel
Seicento.
Nel secolo successivo il
pronipote Domenico Maria si
trasferì a Budrio e fu muratore,
attività che passò al figlio
Sebastiano, di cui ci rimangono
alcuni progetti. I Brighenti,
trasferitisi poi a Bologna,
non costruirono solo chiese o
campanili, ma anche altri palazzi
e fabbriche. Rimanendo
in campo ecclesiastico, ben 52
sono gli edifici in provincia di
Bologna, chiese o campanili,
progettati, realizzati o nei quali
è riscontrabile l’opera dei
Brighenti.
L’area di attività si estese
da San Vincenzo e San Venanzio
di Galliera, verso il ferrarese
(dove furono attivi anche
Sotto, la chiesa di Monzuno, nella valle del Savena, dove resiste
una forte tradizione campanaria. La guglia del campanile
è probabilmente stata costruita da Giuseppe Brighenti
a Cento) fino a Baragazza e
Boschi di Granaglione, sulle
ultime pendici montuose a
confine con la Toscana.
L’esponente più attivo fu
certamente Giuseppe, vissuto
pressappoco tra il 1810 e il
1870, il quale fu poi affiancato
A sinistra,
la facciata
della chiesa
di Montorio,
nei pressi
di Rioveggio,
sul crinale tra la
valle del Sambro
e quella del Setta.
Sotto, l’ingresso
del Santuario
del Monte
delle Formiche,
in val di Zena.
dal figlio Vincenzo. In montagna
le realizzazioni della
famiglia sono numerose e si
estendono in quasi tutte le
vallate: Pieve del Pino di Sasso
Marconi (ristrutturazione della
chiesa), Santa Croce di Savigno
(chiesa), Monte Pastore
i Campanili
di Monte San Pietro (chiesa),
Monte delle Formiche di Pianoro
(chiesa?), Borgo Tossignano
(campanile), Anconella
di Loiano (chiesa), Tolè di Vergato
(chiesa), Monzuno (chiesa,
guglia del campanile?),
Castel del Rio (campanile),
Montorio di Monzuno (chiesa),
Monte Acuto Vallese di
San Benedetto Val di Sambro
(chiesa e campanile), Vidiciatico
(chiesa), Gaggio Montano
(chiesa), Boschi di Granaglione
(campanile), Baragazza di
Castiglione dei Pepoli (campanile),
Santuario di Bocca
di Rio (Baragazza, parere per
restauro della facciata).
Il gusto dei Brighenti fu
essenzialmente classicheggiante,
con richiami eclettici:
singolare, ad esempio, la guglia
del campanile di Monte
Acuto Vallese, che ricorda nelle
forme globulari soluzioni
tipicamente nordiche.
Seppero acquisire conoscenza
e sapienza sul campo e
attraverso il personale studio
di riproduzioni di opere classiche,
egizie, greche e romane
e di capolavori rinascimentali
che ancora adesso sono conservate
nell’archivio della famiglia.
Il riferimento alla classicità
fu una costante che accomunò
diverse generazioni,
tanto da riflettersi anche nelle
tecniche edilizie e nella scelta
dei materiali, orientate più
verso la tradizione che all’innovazione:
anche gli ultimi
esponenti, pur conoscendo
l’uso del ferro e del cemento
armato, non ne sfruttarono il
linguaggio e le nuove potenzialità:
“erano costruttori non
accademici, ma seguivano i
modelli classici sui quali si
erano formati”.
Non che fosse un difetto,
possiamo affermare ammirando
le svettanti torri campanarie
che – in alcuni casi – da
oltre centocinquant’anni arricchiscono
le nostre valli?
33

Una piccola guida per i consumatori e i produttori locali che si vogliono
avvicinare al mondo dei Gas, i gruppi di acquisto solidale, e cambiare il mondo
partendo dal carrello della spesa. Indirizzi e contatti dei gruppi dell’Appennino
Si scrive GAS e si pronuncia
gruppo di acquisto solidale.
Sono persone che decidono
di incontrarsi per acquistare
all’ingrosso prodotti alimentari
o di uso comune solitamente
di produzione biologica o
eco-compatibile (rispettosi
dell’ambiente e dei lavoratori)
da ridistribuire tra loro.
Un gruppo d’acquisto diventa
solidale nel momento in
cui decide di utilizzare la solidarietà
come criterio guida
Stili di vita
Etico, genuino, locale. Si può
nella scelta dei prodotti. Solidarietà
che parte dai membri
del gruppo e si estende ai piccoli
produttori che forniscono
i prodotti, al rispetto dell’ambiente,
ai popoli del sud del
mondo e a coloro che - a causa
della ingiusta ripartizione
delle ricchezze - subiscono le
conseguenze inique di questo
modello di sviluppo.
Chi partecipa a un Gas è
profondamente convinto che
ognuno di noi possa dare una
mano a cambiare il mondo
partendo dal carrello della
spesa. Dietro a questo gesto
di Nico Benetazzo
quotidiano si nascondono problemi
di portata planetaria: inquinamento,
spreco di risorse
non rinnovabili, sfruttamento
dei minori e dei lavoratori.
Alla base vi è una critica
profonda verso il modello di
consumo e di economia globale
ora imperante, insieme
alla ricerca di una alternativa
praticabile da subito. E quindi
i Gas fanno politica, nel senso
che la politica si fa in ogni
momento della vita: al super
mercato, in banca, sul posto di
lavoro, all’edicola, in cucina,
nel tempo libero scegliendo
cosa e quanto consumare, da
chi comprare, come viaggiare,
a chi affidare i nostri risparmi,
rafforziamo un modello economico
sostenibile o di saccheggio,
sosteniamo imprese
responsabili o no; sosteniamo
un’economia solidale e dei diritti
o una economia di rapina
e di sopraffazione reciproca.
Ed ecco alcune scelte fondamentali
molto pratiche che
regolano un Gas: scegliere
produttori locali, per ridurre
l’inquinamento, il consumo
di energia ed il traffico per il
trasporto delle merci, per pro-
IL VALORE DI UNA SCELTA
Aderire ad un Gas significa
rafforzare un modello
economico sostenibile
premiando le imprese
responsabili e gli attori
di un’economia solidale.
Puntare sul locale conviene.
teggere la biodiversità e le produzioni
tipiche, per instaurare
rapporti di conoscenza diretta
e ricostruire la storia di ogni
prodotto. Scegliere piccoli produttori,
perché sono più facili
da conoscere direttamente
e offrono maggiori garanzie
I CONTATTI
Ci sono occasioni in cui le scelte che facciamo sono in grado di cambiare
le cose. Emil Banca ti o re una di queste occasioni: Ethical Banking, un
modo diverso di investire il denaro. È trasparente, è dedicato al non pro t,
porta un’iniezione di etica nella nanza, favorisce lo sviluppo e non la
speculazione.
Con Ethical Banking puoi investire anche cifre minime in certi cati di deposito e libretti
di risparmio. Il tasso di interesse percepito lo puoi scegliere tu e in uenza direttamente
quello che la Banca pratica alle organizzazioni non pro t, uniche bene ciarie dei fondi.
Tutti i progetti realizzati e quelli in essere sono descritti su www.emilbanca.it
Se vuoi che le cose cambino, inizia informandoti.
i Gas
Molti Gas sono presenti a Bologna e in provincia. Questi i contatti
per raggiungere quelli che operano in montagna. Se abitate
in Appennino e fate parte di un Gas non segnalato mandate una
e-mail alla redazione: vallibolognesi@emilbanca.it.
Casalecchio di Reno: Deanna - deannadepietri@hotmail.com
PierPaolo Piretti – gaslafilanda2@alice.it
Sasso Marconi: Donatella - amicolodi@yahoo.it
Gardelletta: Mimmo - mimmo.perrotta@gmail.com
Vado: Claudia - gasvado@libero.it
Marzabotto: Franco - comunicazioni.gasbotto@autoproduzioni.net
Pioppe di Salvaro: Matteo - m.morozzi@livecom.it
Porretta Terme: Nico – frjabene@tin.it
Partecipare a un gas è semplice: basta mettersi in contatto con uno
degli indirizzi scritti qui sopra, non ci sono formalità se non quella
di dare il proprio indirizzo di posta elettronica o il numero
di telefono, in alcuni casi c’è l’adesione a un’associazione.
Venire per credere e credere per scegliere.
sulla qualità e sui processi
produttivi. Scegliere prodotti
sani, da produzioni biologiche
o naturali, per la nostra
salute e per quella dei lavoratori,
per mangiare cibi naturali
e saporiti, per salvaguardare
l’ambiente. Scegliere prodotti
più equi, per garantire a tutti
un reddito minimo accettabile,
per solidarietà con i tanti
“sud” del mondo.
Scegliere di unirsi per fare
la spesa, per sviluppare insieme
un consumo critico, socializzare
e risparmiare.
35

36
L’avanzata americana, la strage di Monte Sole, l’entrata a Bologna
e la conquista di Berlino: le incredibili avventure di Virgilio Burzi,
unico montanaro ad essere arruolato nell’esercito americano
Ricordi di guerra
del Red Bull di Pian del Voglio
Virgilio Burzi nasce nel 1928
a Pian del Voglio, là dove il
feudo del conte bolognese Ranuzzi
de Bianchi confina con la
Toscana.
Nel 1944, l’allora sedicenne
Burzi, che durante la seconda
guerra mondiale costruiva
bunker e fossati anticarro per
l’organizzazione tedesca Todt,
fu l’unico volontario dell’Appennino
bolognese ad indossare
con onore la divisa dei
famosi Red Bulls americani.
Il 26 settembre del 1944
mentre la 34° divisione americana
del generale Bolte cercava
di sfondare la linea gotica,
la Prima compagnia Red
Bull del 168° reggimento di
fanteria americana arrivò alla
Calcinaia di Pian del Voglio
subito dopo aver conquistato
Bruscoli, nel vano tentativo
di arrivare a Bologna prima
dell’inverno.
Il 168° reggimento che era
salpato da Brooklin nel gennaio
del 1942 era costituito in
prevalenza da italoamericani
e si distinguevano per il caratteristico
toro rosso dipinto
sull’elmetto. Proprio un fante
italoamericano di nome Albert
Buleo si mise a chiedere
informazioni a Virgilio Burzi
che conosceva molto bene le
linee di difesa tedesche. Il giovane
montanaro domandò di
andare con loro e i fanti americani
acconsentirono: fecero
indossare al ragazzo un cap-
la Storia Virgilio Burzi
Il SERGENTE MAGGIORE USA NATO IN APPENNNO
Virgilio Burzi, classe 1928, nel settembre del 1944 si arruolò
nella Prima compagnia Red Bull del 168° Reggimento
di fanteria USA. Rimase con loro anche dopo la fine della
guerra: si congedò nel 1949 con il grado di Sergente Maggiore.
potto grigioverde italiano e si
incamminarono alla conquista
del santuario di Monte Armato,
dove dal campanile della
chiesa una squadra tedesca
batteva con la mitragliatrice
tutta la zona circostante. Una
volta arrivati a Montefredente,
il giovane “scout” montanaro
venne subito armato di
fucile “Garand”, gli fu consegnata
una bandoliera con 10
caricatori da 5 colpi l’uno con
di Claudio Evangelisti
l’incarico di aiuto mitragliere;
alle tre di notte ci fu l’adunata
e il plotone venne schierato
alle pendici del santuario
pronto a scattare in avanti per
coprire i trecento metri allo
scoperto che li separavano dal
presidio tedesco.
All’alba il tenente americano
della Prima compagnia
Red Bull suonò l’attacco con
il suo fischietto, come i fanti
sull’Isonzo nella prima guer-
ra mondiale, e la mitraglia
tedesca cominciò a seminare
morti e feriti ovunque: “Quello
scontro fu il mio battesimo
del fuoco - racconta oggi Burzi
- ricordo bene che la mitraglia
tedesca alternava raffiche
con pallottole normali a
quelle con proiettili traccianti
e proprio un tracciante uccise
un mio compagno a pochi
metri da me”.
Due fischi sancirono la
ritirata e dopo altri due attacchi
senza esito e almeno una
trentina di Red Bulls uccisi, il
tenente pensò bene di risolvere
la pericolosa situazione
all’americana: inviò le coordinate
all’artiglieria che distrusse
la chiesa lasciando il campanile
con la metà verticale
ancora in piedi.
Poco dopo arrivò un carro
armato americano che con
il suo cannoncino da 88 lo
rase al suolo definitivamente:
“Quando avanzai verso i
resti della chiesa vidi i cinque
difensori tedeschi morti sotto
i calcinacci, i tedeschi si erano
battuti valorosamente fino
all’ultimo”.
Il giorno dopo Virgilio
partecipò ad un’altro combattimento
per liberare il borgo
di Qualto dai tedeschi e successivamente
vennero trasferiti
al castello della Polverara
nei pressi di Rioveggio, dove
Burzi fu anche testimone della
strage di Marzabotto: dall’altra
parte del fiume Setta c’erano
i tedeschi che tutti i giorni
salutavano gli americani con
le raffiche di una mitraglia
installata su un carrello ferroviario
che tirava delle sventagliate
con proiettili da 20 mm
tra una galleria all’altra.
“Una mattina, proveniente
dall’altra parte del Setta,
si presentò un civile che era
stato ferito da una baionettata
alla coscia e ci urlò di
accorrere dall’altra parte del
fiume verso la zona di Gardeletta
dove diceva che c’era
stato un massacro di civili. Il
nostro comandante ci ordinò
di andare di pattuglia e così
scoprimmo che alla Quercia
sulla strada che porta a Monte
Sole, attorno a una casa
c’erano almeno 60 persone
uccise dai nazifascisti”.
Prima di rientrare alla base
Burzi ebbe anche il tempo di
soccorrere un partigiano della
brigata Stella Rossa nei dintorni
di Casaglia, si chiamava
Galli ed era stato ferito alla
pancia dai tedeschi. Tra la fine
di ottobre e l’inizio di novembre
1944, dopo che Burzi fu ferito
da una scheggia di granata
a Monte delle Formiche, il
comando americano decise di
tutelare il giovane montanaro
di Pian del Voglio arruolandolo
come soldato dell’esercito
AI TEMPI DELLA GUERRA
Sopra, i Red Bull
in licenza a Livorno.
Burzi è il primo a destra.
A sinistra, Burzi
in una foto di quegli anni
con la divisa della fanteria
americana. Nella pagina
a sinistra, Burzi, oggi,
con in mano una foto
autografata da Coppi e Bartali.
americano a tutti gli effetti.
Ricondotto in prima linea, il
14 novembre subì una seconda
grave ferita in Val di Zena,
quando un proiettile tedesco
di rimbalzo lo colpì al petto e
le costole fermarono la palla a
due centimetri dal cuore.
L’esercito americano per
ogni ferita riconosceva 5 dollari
al mese in più di paga
cosicché con l’aggiunta di
10 dollari per le due ferite, lo
stipendio mensile ammontava
alla considerevole cifra di
110 dollari al mese, una vera e
propria fortuna.
Nel frattempo dopo aver
sloggiato la brigata partigiana
Stella Rossa e ucciso tutti i civili
della zona, i tedeschi fortificarono
Monte Sole e da lì non
si passava. Il 15 aprile del 1945
dopo la pausa invernale invocata
dal generale Alexander,
riprende l’avanzata alleata
che sferra l’attacco decisivo a
Monte Sole: è l’offensiva finale
che porterà gli alleati a Bologna.
Quella domenica pomeriggio
Virgilio Burzi è bloccato
dal fuoco nemico fra i ruderi
di Casaglia e da lì vede ondate
ininterrotte di bombardieri inglesi
che per due ore dalle 13
alle 15 lasciano cadere bombe
al fosforo, ma invece di colpire
i tedeschi, le bombe incendiarie
rotolano nel versante
occupato maggiormente dagli
uomini della Sesta Armata sudafricana
facendo una strage:
parecchi fanti americani e tantissimi
sudafricani vengono
così orrendamente uccisi e ora
riposano nel cimitero di Castiglione
dei Pepoli.
A ricordo di quel triste giorno
i fanti del 168° reggimento
Red Bull apposero un nastrino
nero sulla divisa. Il 16 aprile
Monte Sole venne conquistata
dai Sudafricani ed infine il 20
aprile 1945, quando i tedeschi
si ritirarono da Bologna, Virgilio
Burzi entrò in città dalla
parte di San Ruffillo alla testa
delle truppe alleate che arrivavano
dalla Futa mentre i
37

38
polacchi entravano dalla via
Emilia, a San Lazzaro. Il 21
aprile 1945 Bologna era finalmente
libera.
Da Bologna il reggimento
proseguì in direzione di Milano
dove vi furono altri combattimenti
contro le retroguardie
tedesche a Reggio Emilia e
a Parma, giunti a Vercelli arrivò
la notizia che la guerra era
finita. La 34° divisione americana
venne così schierata sul
confine francese a Colle di
Tenda poiché i Gollisti volevano
annettersi parte del territorio
italiano ma la controversia
venne risolta e quindi furono
spostati a Berlino.
Nella capitale del Reich
invasa dai Russi, chi andava
in libera uscita era obbligato
ad uscire con almeno tre commilitoni
disarmati: “Ma io non
mi fidavo - continua Burzi - e
mi presi dietro la pistola. Una
sera ero insieme ad un sergen-
Virgilio Burzi
DOPO LA GUERRA IL GRANDE CICLISMO
Negli anni Cinquanta, grazie alla sua padronanza dell’inglese fu assunto dalla Aspro, sponsor
sia del Giro d’Italia che del Tour de France, diventandone responsabile del parco macchine che
seguiva i ciclisti nei grandi eventi. Sopra, Burzi (con gli occhiali neri) durante il 41° Giro d’Italia.
te e sulla strada c’era un russo
ubriaco fradicio che sparava
raffiche a tutti quelli che passavano,
il sergente mi prese la
pistola per difendersi e sparò
al russo uccidendolo.
Poi per evitare i processo
internazionale e la galera fummo
trasferiti alla 85°divisione
di stanza in Austria. Quando
il mio reggimento si spostò a
Tarvisio tornai in forza alla 34°
divisione”.
Sulla linea di confine con
la Jugoslavia gli americani
avevano il compito di difendere
il territorio di Trieste dalle
mire dei partigiani di Tito.
Gli americani pagarono cara
quell’esperienza poichè più di
una volta furono vittime degli
agguati dei comunisti titini:
“Capitava molto spesso che
gli slavi tendessero imboscate
ai portaordini in motocicletta
e alla pattuglie sulle jeep tirando
un’invisibile filo di ferro
sulla strada all’altezza della
gola, perciò molti americani
vennero tragicamente uccisi o
feriti in questo modo”.
Burzi rimase in forza
all’esercito americano per 6
anni fino al 1949 e quando era
già stato promosso Sergente
Maggiore fece l’errore di congedarsi.
Avrebbe potuto godere
di molti privilegi, era stato
decorato per l’ottima condotta
riportata sui campi di battaglia
e aveva diritto alla cittadinanza
americana, ma per
effetto del tanto denaro che
era riuscito ad inviare a casa,
il padre Gino Burzi di ritorno
dai lavoro forzati in Germania,
era riuscito ad avviare un’importante
commercio di legname
e carbone a Bologna. Per
l’ex Sergente Maggiore degli
U.S.A. i primi tempi a Bologna
furono splendidi, i Burzi possedevano
un grande magazzino
vicino al Tribunale con
due autocarri Isotta Fraschini
per la consegna del legname
e inoltre dal loro ufficio sopra
il Pavaglione, godevano della
bella vista su piazza Galvani.
Ma a seguito della ingenua
gestione del padre, un furbo
avvocato di Bologna riuscì ad
appropriarsi dell’azienda familiare.
Per fortuna, un’amico
di Burzi venne a riferirgli che
un’importante multinazionale
francese aveva bisogno di
una persona che parlasse bene
l’inglese. L’azienda in questione
era l’Aspro, quella famosa
aspirina resa celebre dai Carosello
di allora.
Con l’Aspro che sponsorizzava
il Giro d’Italia e il Tour
de France, Burzi collaborò per
ben 21 anni, diventando direttore
del parco macchine che
seguiva i ciclisti in tutti i giri a
tappe più famosi d’Europa.
Ora Virgilio Burzi all’età di
84 anni, con una lucidità e una
forma fisica davvero invidiabile,
può godersi la pensione
nella sua casa di Madonna dei
Fornelli tra i ricordi dei suoi ex
commilitoni che lo invitano
ancora alle riunioni dei veterani
in America e le tante foto
autografe dei ciclisti dell’epoca.
Quando gli si chiede cosa
pensa della guerra, Burzi afferma
senza incertezze che è la
peggiore disgrazia che possa
accadere all’umanità.
Degli alleati ricorda bene
il detestabile comportamento
degli altezzosi ufficiali inglesi
che disprezzavano i soldati
delle loro colonie e sfottevano
gli americani per l’abbigliamento
trasandato. In Italia
durante il secondo conflitto
mondiale era in voga un detto:
“che Dio stramaledica gli inglesi”.
Ebbene, non presentatevi
dal signor Burzi con l’accento
della “perfida Albione”:
quando era in licenza assieme
ai suoi Red Bulls ne mandava
parecchi all’ospedale dopo risse
furiose e tutt’ora non sembra
aver cambiato idea…
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40
Sagre, feste, fiere e spettacoli
4 venerdì
Castiglione dei Pepoli
ROCK E TOMBOLA alle ore 21
presso il teatrino parrocchiale,
concerto della Band Old
Children e tombola di Natale
5 sabato
Castiglione dei Pepoli
MI A DOPPIO…4 ore 21 presso
il teatrino parrocchiale, i più bei
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castiglionese da Ely & Beppe
Sasso Marconi
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Castiglione dei Pepoli
QUANDO LA BEFANA
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della Befana di tanti anni fa
6 domenica
Sasso Marconi
FESTA DELLA BEFANA
con film per bambini: “PIRATI!
BRIGANTI DA STRAPAZZO”
Dolci e omaggi per i bambini -
A cura di Comune e AVIS -
sezione Sasso Marconi
Castiglione dei Pepoli
PRESEPIO VIVENTE ore 15
presso il Teatrino Parrocchiale,
meravigliosa rievocazione
dell’arrivo dei Magi
e più tardi nel centro storico
arriva la Befana per i più piccini
Sasso Marconi
TEATRO BIMBI: La Compagnia
“Teatri dell’Argine” presenta:
“CHE GIORNATA SPECIALE”
presso il Cinema comunale
di Sasso Marconi, proiezione
unica ore 10, ingresso gratuito
Spettacolo per bambini dai 2
anni in poi con Giada Borgatti,
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di Sasso Marconi,
ore 16 - Ingresso gratuito
Parco dei Laghi
Castiglione dei Pepoli
FESTA DELLA BEFANA dalle
ore 15 alle ore 18 presso la Sala
della Terra. Giornata dedicata
Gli appuntamenti di Gennaio
INFORMAZIONI IN DIRETTA
Tutti i numeri di telefono utili
Per informazioni più dettagliate
sugli eventi indicati in
queste pagine potete contattare
i numeri sotto indicati:
Comune di Monghidoro
051.6555639
Comune di Loiano
051.6543611
Comune di Pianoro
051.6529111
Comune di Monterenzio
051.929002
Comune di Monzuno
051.6773311
Comune di Castiglione
dei Pepoli
0534.801611
Comune di Firenzuola
055.819941
Comune di Vergato
051.6746711
Ufficio IAT di Monghidoro
051.6555132
ai bambini con giochi, laboratori
creativi, narrazione di favole,
spuntino per grandi e piccini
ed arrivo della Befana
Monghidoro
LA BEFANA DELLO SPORT ore
15 presso gli Impianti Sportivi
a cura della Golden Team
12 sabato
Sasso Marconi
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È possibile portare abiti, libri e
altri oggetti che non si utilizzano
più per regalarli o scambiarli
con altre cose. Dalle ore 15
alle 18 - Sede “Brutti ma Buoni”,
via dell’Orologio 4
13 domenica
Parco dei Gessi
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ore 15 presso il Centro Visita Villa
Torre, Settefonti Ozzano Emilia.
Escursione guidata naturalistica
alla ricerca delle tracce invernali
degli animali. L’escursione
è facile adatta ai bambini
InfoSasso di Sasso Marconi
051.6758409
Ufficio IAT di Porretta Terme
0534.22021
Proloco di Loiano
051.6543641
Proloco di Monzuno
051.6770419
Proloco di Vado
333.6048496
Proloco di Pianoro
051.776091
Proloco di Firenzuola
055.8199477
Parco dei Gessi Bolognes
051.6254811
Parco dei Laghi di Suviana
e Brasimone
0534.46712
Parco Storico di Monte Sole
051.932525
Cooperativa Madreselva
0534.46712 - 51052
dai 6 ai 10 anni, è importante
avere calzature adeguate tipo
trekking. A cura delle GEV.
L’iniziativa si svolge anche in
caso di maltempo, presso la sede
del centro visita all’interno
del Centro Visita. Gratuito
Sasso Marconi
GLADIATORI DI ROMA
Cinema Bimbi. Una divertente
avventura in 3D ambientata
nella città eterna…
Cinema comunale di Sasso
Marconi, proiezioni ore 10.30
e ore 16, ingresso Euro 3
Pianoro
“SKIZZO MAGO MICA
MATTO” di e con Davide
Nicolosi presso il Teatro
Arcipelago ore 16.30 spettacolo
di magia, nell’ambito della
rassegna “Teatro e Biscotti”
Parco dei Laghi
IL LABORATORIO DELLA
LANA COTTA ritrovo
alle ore 14 al Museo del Bosco
di Poranceto (Baigno), partenza
a piedi verso il podere
“La Caselina”, visita all’azienda,
laboratorio della lana cotta per
adulti e ragazzi.
Costo Euro 15 comprensivo
anche di piccola merenda.
Prenotazione obbligatoria
16 mercoledì
Sasso Marconi
ALLEGRO, MA… NON
TROPPO ore 21 presso il Teatro
Comunale in Piazza dei Martiri
della Liberazione 5, “Occidente
solitario” con Claudio
Santamaria e Filippo Nigro
Pianoro
CORSO DI GRAFOLOGIA
presso la Biblioteca di Pianoro.
Per info: Silvana Garbini
333.7341716
19 sabato
Parco dei Gessi
L’ OASI FLUVIALE
DEL MOLINO GRANDE
D’INVERNO ore 14 ritrovo
in via Tomasella a San Lazzaro
di Savena. Il percorso non
presenta particolari difficoltà ma,
dati possibili tratti di terreno
bagnato, si consigliano scarponi
o stivali. Contributo
partecipazione Euro 5 per i
maggiorenni. A cura del WWF,
info e prenotazioni 339.4820205
20 domenica
Monzuno
“DEL MAIALE NON SI BUTTA
NIENTE...” pranzo in piazza
come si faceva una volta!!!
Farà da cornice
il mercatino dell’artigianato,
hobbistica, e collezionismo
nel centro del paese.
Dalle 9 alle 18 per informazioni
tel. 349 7941003
Parco dei Laghi
I LUPI D’INVERNO. Ritrovo ore
9.30 al primo parcheggio in
località Barceda (Camugnano),
trekking o ciaspolata dedicata
alla ricerca delle tracce del lupo
Sasso Marconi
TEATRO BIMBI: La Compagnia
“Tiri Teri” presenta: “Il piccolo re
dei fiori” Spettacolo per bambini
dai 3 ai 7 anni con Aurelia
Camporesi, Angelo Generali,
Giampiero Bartolini. Teatro
comunale di Sasso Marconi,
ore 10.30 - Ingresso: Euro 2
Pianoro
LA GALAVERNA 2013 - 41a
edizione organizza
il gruppo Podistico Proloco AVIS
Pianoro MG2
in collaborazione
con l’Assessorato allo Sport
del Comune di Pianoro
e la partecipazione
di gruppi del volontariato
pianorese. Il ritrovo presso
il Parco del Ginepreto - viale
Resistenza 201 alle ore 8.30.
Per informazioni e iscrizioni
telefonare al 338.7512138.
26 sabato
Pianoro
Il Museo di Arti e Mestieri
riapre al pubblico dopo le
Festività Natalizie. Orario
apertura invernale:
Sabato e Domenica, ore 15-18
Parco dei Laghi
CIASPOLANDO
AL PORANCETO ritrovo ore
9.30 al primo parcheggio
in località Barceda (Camugnano),
ciaspolata verso il Museo
del Bosco
e le praterie del Poranceto
Sasso Marconi
MERCATINO DI ABITI
E LIBRI USATI
È possibile portare abiti, libri
e altri oggetti che non si
utilizzano più per regalarli
o scambiarli con altre cose.
Dalle ore 15 alle 18 -
Sede Consulta Tignano, via
Olivetta 63, Tignano-Roma
27 domenica
Sasso Marconi
CINEMA BIMBI: “Ralph
Spaccatutto” Cinema comunale
di Sasso Marconi, proiezioni ore
10.30 e ore 16, ingresso Euro 3
Sasso Marconi
CELEBRAZIONI PER LA
GIORNATA DELLA MEMORIA:
mattinata didattica
per le scuole, letture e musica…
per non dimenticare.
Il programma eventi
è coordinato dall’Assessorato
all’Istruzione del Comune.
Per informazioni 051.6758409
(infoSASSO)
Parco dei Laghi
CIASPOLATA PER BAMBINI
ritrovo ore 9.30 al primo
parcheggio in località Barceda
(Camugnano), ciaspolata
verso il Museo del Bosco
e le praterie del Poranceto
Sasso Marconi
VISITA GUIDATA a Borgo
di Colle Ameno
e Aula della Memoria
Ingresso 2 euro, gratuito
per i bambini, prenotazione
obbligatoria presso infoSASSO
051.6758409
30 mercoledì
Sasso Marconi
ALLEGRO, MA… NON
TROPPO
ore 21 presso il Teatro
Comunale in Piazza
dei Martiri della Liberazione 5
“Crepapelle” con Maria Cassi;
in un vortice di mimica
e parole, in un sali e scendi
di incredibile vis comica
nelle Valli Bolognesi
DA DICEMBRE
Pane e Internet
Web, e-mail, chat non avranno
più segreti: basta andare
in biblioteca. A partire dal mese
di dicembre parte un nuovo
servizio di facilitazione
al digitare presso le biblioteche
del Comune di Pianoro
dal titolo “Pane e Internet
in biblioteca”. Presso
la Biblioteca di Pianoro
(051.774654) il lunedì
dalle 15 alle 17 e presso
la Biblioteca di Rastignano
(051.6260675) il martedì dalle
14,30 alle 16,30 parte questo
servizio destinato a coloro
che non hanno confidenza
con i computer e internet,
ma hanno tanta voglia
di imparare. Il servizio
è completamente gratuito.
41

42
Sagre, feste, fiere e spettacoli nelle Valli Bolognesi
2 - 3
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
IL SACRIFICIO DEL MAIALE -
Una festa per tutti,
ma non per lui!
Dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18
al Museo di Arti e Mestieri
di Pianoro si “disfa” il maiale:
preparazione e imbudellatura
della coppa. Dalle 16
assaggio della coppa calda
con pane e vino.
Domenica 3/02 dalle 17.30
“L’ECCELLENZA,
ET TRIONFO DEL PORCO”
Discorso piacevole di Giulio
Cesare Croce. Uno spettacolo
di e con Alberto Allegrezza.
Musiche di Adriano Banchieri,
Giulio Caccini, Girolamo
Frescobaldi, Claudio Monteverdi
e altri. Michele Vannelli, spinetta
3 domenica
Vergato
131° CARNEVALE VERGATESE
in caso di maltempo la
manifestazione verrà spostata
alla domenica successiva
Sasso Marconi
TEATRO BIMBI: La Compagnia
“Onda Teatro” presenta:
“Da grande” Spettacolo per
bambini dai 4 anni con Francesca
Guglielmino e Fabiana Ricca.
Teatro comunale di Sasso
Marconi, ore 10.30
Ingresso: Euro 2
9 sabato
Sasso Marconi
MERCATINO DEL RIUSO
è possibile portare abiti, libri e
altri oggetti che non si utilizzano
più per regalarli o scambiarli
con altre cose dalle ore 15 alle 18
- sede “Brutti ma Buoni”,
Gli appuntamenti di Febbraio
GENNAIO-FEBBRAIO
Tennis anche
in inverno
Il Circolo Tennis di Castiglione dei Pepoli
presso la piazza del Mercato organizza
nei prossimi mesi una serie di
iniziative. Si comincia con i campionati
regionali a squadre di serie “C” e di serie
“D” sia maschile che femminile. Gli incontri
si svolgeranno tutti i sabati e domenica
di gennaio e febbraio. Sempre
in quel periodo si svolgerà il campionato
regionale a squadre giovanili. Nel
mese di febbraio si svolgerà il torneo
sociale di singolare e di doppio. Nei
mesi di marzo e aprile verrà organizzato
il torneo a squadre intersociale.
via dell’Orologio 4
Parco dei Laghi
VISITA AL VIVAIO
DELLE COTTEDE. Ritrovo alle
ore 9.00 presso il Vivaio delle
Cottede (località Cottede -
Castiglione dei Pepoli), visita
al vivaio accompagnati da un
esperto, visita all’ex vivaio ittico
e alla diga. Termine previsto alle
ore 13 circa. Costo Euro 5 a
persona. Prenotazione
obbligatoria
Parco dei Laghi
I SEGRETI DEGLI ANIMALI
AL CHIARO DI LUNA. Trekking
o ciaspolata notturna tra le
praterie del Poranceto. Ritrovo
ore 21 presso il Museo del Bosco
di Poranceto (Baigno) Possibilità
di cenare in foresteria alle ore
19.15 (per prenotare in foresteria
335-5344413). Costo
dell’escursione € 10 per gli
adulti, Euro 5 per i minori di 14
anni. Prenotazione obbligatoria
10 domenica
Parco dei Gessi
IL BOSCO A CARNEVALE
ore 15 presso il Centro Visita
Villa Torre,
Settefonti Ozzano Emilia
Dipingiamo le maschere
degli animali e delle specie
vegetali che abitano il bosco,
giochiamo e imitiamo la natura,
attività per bambini dai 6 ai 12
anni. A cura delle GEV,
numero di posti limitato,
prenotazione obbligatoria.
Costo Euro 5, partecipante
Vergato
131° CARNEVALE VERGATESE
in caso di maltempo la
manifestazione verrà spostata
alla domenica successiva
Monzuno - Vado
“PALIO DEL CARNEVALE”
ore 14 tradizionale parata
di carri allegorici per festeggiare
il Carnevale per le
vie del paese. Una festa di musica
e colori per piccoli e grandi,
con la premiazione finale
dei carri più apprezzati
Sasso Marconi
CARNEVALE IN PIAZZA
Sfilata di carri e maschere,
musica e degustazioni. Dalle ore
14.30 in Piazza dei Martiri
e nelle vie del centro a cura di Pro
Loco in collaborazione con
la “Piazza delle Associazioni”
Sasso Marconi
CINEMA BIMBI: “La collina
dei papaveri” Firmato da Goro
e Hayao Miyazaki. Cinema
comunale di Sasso Marconi,
proiezioni ore 10.30 e ore 16,
ingresso Euro 3
Loiano
FESTA DI CARNEVALE
DEI BAMBINI presso la palestra
della IPSAA di Loiano
organizzata dal comitato
commercianti
Monghidoro
CARNEVALE ore 14,30
Lungo le vie del paese, carri
allegorici e gruppi in maschera.
(in caso di maltempo spostata
alla domenica 17/02)
Parco dei Laghi
IL LABORATORIO DELLA
LANA COTTA. Ritrovo
alle ore 14 al Museo del Bosco
di Poranceto (Baigno),
partenza a piedi verso
il podere “La Caselina”, visita
all’azienda, laboratorio
della lana cotta per adulti
e ragazzi. Prenotazione
obbligatoria
13 mercoledì
Sasso Marconi
ALLEGRO, MA… NON
TROPPO ore 21 presso
il Teatro Comunale. Oscar
De Summa Amleto a pranzo
e a cena con Oscar De Summa,
Armando Iovino, Angelo
Romagnoli e Roberto Rustioni
15 venerdì
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
ore 20.30 “AT VOI CUNTER ’NA
FOLA” Nella stalla, al caldo
e al lume di candela, Adriano
Simoncini racconta fatti
veri o presunti, mentre abili mani
si muovono con destrezza
a intrecciare la treccia di paglia.
Lettura dialettale della favola
di Carolina Coronedi Berti
“La fola d’ Zvan fort”.
A seguire vén e brazadèla
per tutti. Nell’ambito della
campagna per il risparmio
energetico “M’illumino di meno”
16 sabato
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
Inaugurazione della mostra
di acquerelli, incisioni,
ore 16 foto di Franca Bianchi
Parco dei Laghi
Castiglione dei Pepoli
SALA DELLA TERRA:
ALLA SCOPERTA DEI FOSSILI
CON IL GESSO E LA CRETA.
Ritrovo alle ore 15 alla Sala
della Terra (Castiglione
dei Pepoli), visita guidata
ed animata, attività
di lavorazione del gesso
e della creta alla scoperta
dei fossili tipici dei nostri luoghi
Parco dei Gessi
L’ OASI FLUVIALE
DEL MOLINO GRANDE
D’INVERNO ore 15 ritrovo
nel parcheggio di Ca’
de Mandorli. Il percorso
non presenta particolari
difficoltà ma, dati possibili
tratti di terreno bagnato,
si consigliano
scarponi o stivali. Contributo
partecipazione Euro 5 per i
maggiorenni. A cura del WWF
info e prenotazioni 339.4820205
17 - 23 - 24
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
Mostra di arti visive ore 15 - 18:
Franca Bianchi espone
acquerelli, incisioni, foto
17 domenica
Parco dei Laghi
CIASPOLE AL CHIARO
15 FEBBRAIO
M’illumino di Meno
Il 15 febbraio è la giornata dedicata a “M’illumino di Meno”,
la celebre campagna radiofonica sul Risparmio Energetico, lanciata
da Caterpillar, Radio2. Noi di AppenninoSlow abbiamo
aderito all’iniziativa ed invitiamo voi cari lettori ad aderire con
un piccolo gesto, spegnendo qualche luce superflua nella vostra
abitazione o ufficio. Cerchiamo di coinvolgere anche le
amministrazioni pubbliche e Caterpillar e CaterpillarAM invitano
tutti a concentrare in un’intera giornata tutte le azioni
virtuose di razionalizzazione dei consumi, sperimentando in
prima persona le buone pratiche per ridurre degli sprechi, produrre
energia pulita e per la mobilità sostenibile (bici, car sharing,
mezzi pubblici, andare a piedi).
DI LUNA “M’illumino
di meno”. Ritrovo
ore 21 presso
il Museo del Bosco
di Poranceto (Baigno),
ciaspolata guidata
sulle praterie del Poranceto
illuminate dalla luna piena
Monzuno
“PITTORI IN PIAZZA”
evento dedicato a pittori e
decoratori. Mercatino dedicato
all’antiquariato, alla tradizione
e agli antichi mestieri stand
di gastronomia locale
tradizionale nel centro
di Monzuno. Dalle 9 alle 18, per
informazioni tel. 349.794100317
20 mercoledì
Sasso Marconi
I SEMINARI DEL BENESSERE:
“Impariamo a conoscere noi
stessi con pietre e cristalli”
Le pietre e i cristalli
ci armonizzano e riequilibrano
la nostra energia, aiutandoci
a migliorare la salute fisica,
mentale e emozionale
a cura dell’Associazione
“L’Altra Ginnastica”
Infotel: 347.2331833
23 sabato
Monterenzio
Teatro Lazzari “RECITAL
QUASI COMICO” ore 21
con Roberto Gargnani e Giulio
Colli a cura dell’Ass. Assistenti
Civici di Monterenzio
Parco dei Laghi
Castiglione dei Pepoli
SALA DELLA TERRA:
AMMONITI E FOSSILI…
DI BISCOTTI.
Ritrovo alle ore 15 alla Sala
della Terra visita guidata ed
animata, attività di creazione
di biscotti a forma di ammoniti
e fossili
Parco dei Laghi
CIASPOLE AL CHIARO
DI LUNA. Ritrovo ore 21.30
presso il Museo del Bosco
di Poranceto (Baigno),
ciaspolata guidata sulle praterie
del Poranceto illuminate
dalla luna piena
Sasso Marconi
MERCATINO DI ABITI
E LIBRI USATI E’ possibile
portare abiti, libri e altri oggetti
che non si utilizzano più
nelle Valli Bolognesi
per regalarli o scambiarli con
altre cose dalle ore 15 alle 18 -
Sede Consulta Tignano,
via Olivetta 63, Tignano-Roma
24 domenica
Parco dei Gessi
I COLORI DELL’INVERNO
ore 9.30 ritrovo
nell’area di sosta del Centro
Parco Casa Fantini.
Visita guidata naturalistica
alla scoperta delle fioriture
precoci nella Dolina di Gaibola.
Numero di posti limitato,
prenotazione obbligatoria.
Costo Euro 5/maggiorenni
Sasso Marconi
VISITA GUIDATA a Borgo
di Colle Ameno e Aula
della Memoria. Prenotazione
obbligatoria presso infoSASSO
051.6758409 Ingresso Euro 2,
gratuito per i bambini
Monghidoro
FESTA DEL MAIALE per le vie
del paese dalle ore 9.00 i maestri
norcini si esibiranno
nella lavorazione delle carni.
Mercatino di prodotti tipici,
artigianato e curiosità ,
degustazioni , musica…
(vedi servizio a pag. 26)
Pianoro
I CAVALIERI DELLA SCALA
MUSICALE ore 16.30 presso
il Teatro Arcipelago gli Eccentrici
di Dadarò con Rossella
Rapisarda e Davide Visconti
nell’ambito della rassegna
“Teatro e Biscotti”
27 mercoledì
Sasso Marconi
ALLEGRO, MA…
NON TROPPO ore 21
presso il Teatro Comunale.
Donati e Olesen Buonanotte
brivido con Giorgio Donati,
Jacob Olesen e Ted Keijser
Regia di Giovanni Calò
43

44
Sagre, feste, fiere e spettacoli
2 sabato
Parco dei Laghi
Castiglione dei Pepoli
SALA DELLA TERRA : SCAVA TU
CHE SCAVO ANCH’IO. Ritrovo
alle ore 15 alla Sala della Terra visita
guidata ed animata, attività
di scavo per scoprire come si
conduce uno scavo paleontologico
e come si classificano
e disegnano i reperti rinvenuti
Monterenzio
Teatro Lazzari “HAMELIN”
spettacolo per bambini ed adulti
ore 16.30 saggio del corso di teatro
per bambini di Monterenzio.
A cura di Giulio Colli e degli
Assistenti Civici di Monterenzio
2 - 3
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
“LA PAGLIA DI GRANO” Corso
di treccia per riscoprire
e affinare antiche manualità...
per il piacere di stare insieme.
Proiezioni di immagini e video.
Per info e iscrizione 338.7738701
3 domenica
Parco dei Laghi
CIASPOLATA ALL’EREMO DEL
VIANDANTE. Ritrovo alle ore 9.30
presso Barbamozza, ciaspolata ad
anello attraverso le magnifiche
faggete e praterie d’alta quota,
pendii innevati e panorami
mozzafiato
Parco dei Gessi
PULIAMO L’IDICE ore 10 ritrovo
al Circolo Cà de Mandorli per
una mattinata di pulizia di parte
dell’alveo del torrente Idice a cura
dell’Associazione Amici della Terra
club di Ozzano Emilia. Al termine
piccolo rinfresco ma è importante
portare vino, piatti e posate perché
non compresi. L’iniziativa si terrà
anche in caso di maltempo,
consigliata la prenotazione
al numero 339.6547620 oppure
ad Amici della terra
adtozzano@gmail.com
8 venerdì
Monterenzio
Teatro Lazzari spettacolo musicale
“STORIE DI DONNE”
ore 21 a cura di Nereide Lembo
in favore delle Associazioni A.N.T.
e NATIVO ONLUS
Gli appuntamenti di Marzo
8 - 9 - 10
Sasso Marconi
Celebrazioni per la FESTA DELLA
DONNA: letture, proiezioni e
spettacoli. Il programma eventi è
curato dall’Assessorato alle Pari
Opportunità in collaborazione
con il gruppo “Marija Gimbutas”.
Infotel: 051.6758409 (infoSASSO)
9 sabato
Sasso Marconi
MERCATINO DEL RIUSO
È possibile portare abiti, libri
e altri oggetti che non si utilizzano
più per regalarli o scambiarli
con altre cose dalle ore 15
alle 18 - Sede “Brutti ma Buoni”,
via dell’Orologio 4
Monghidoro
TRIBUTO A LUCIO DALLA
ore 20.30 sala Comunale
Parco dei Laghi
VISITA ALL’INCUBATOIO: LA
BIOLOGIA DELLO SCAZZONE
Ritrovo alle ore 9.30
presso il Centro Visita delle acque
di Suviana (località Tramonti),
camminata lungo il sentiero 155
fino all’incubatoio, visita
all’incubatoio, ritorno
per le 17 circa lungo il perimetro
del lago di Suviana.
Portare pranzo a sacco.
Prenotazione obbligatoria
10 domenica
Parco dei Laghi
Castiglione dei Pepoli
SALA DELLA TERRA :
ESCURSIONE AI GEOSITI.
Ritrovo ore 10 presso la Sala
della Terra e visita guidata
17 MARZO
Dalla Dolina alla Valle Cieca
Domenica 17 marzo ore 9 ritrovo
nell’area di sosta di Madonna
dei Boschi (via Madonna
dei Boschi angolo via
Buozzi) per un’interessante
escursione tra geologia e biologia,
attraverso un percorso sui
rilievi situati tra Ponticella e
Croara, al centro della formazione
gessoso – solfifera e di
fenomeni carsici superficiali
che in quest’area sono presenti
in forme spettacolari e di notevoli
dimensioni (Dolina della
Spipola, Valle cieca dell’Acquafredda,
Monte Croara, Cà
Santini).
10 MARZO
Escursione ai geositi
Domenica 10 marzo ore 10.00 ritrovo
presso la Sala della Terra a Castiglione
dei Pepoli, Si inizia con la visita guidata
alla Sala. Al termine inizio della geoescursione
a tappe: prima tappa, il bacino
di S. Maria con escursione nei dintorni,
seconda tappa, le Mogne con
escursione sino al Cigno. Ritrovo al podere
“La Caselina” con visita dell’azienda
e merenda “dell’escursionista” (max
10 posti). Partenza per Guzzano e Vigo
dove si svolgeranno le ultime due tappe
geologiche. Rientro previsto alla Sala
della Terra alle ore 18.00 circa. Il costo
dell’escursione è di euro 20,00, comprensivo
di merenda. È necessario essere automuniti
per spostarsi tra le varie tappe
dell’escursione. L’iniziativa è organizzata
dalla Cooperativa Madreselva con il
patrocinio del Parco dei Laghi; la prenotazione
è obbligatoria telefonando al
0534/46712-51052-53159, o via mail a
info@coopmadreselva.it.
Pranzo al sacco presso la sede
del Parco Casa Fantini e, a seguire,
visita guidata speleologica
alla Grotta del Farneto per
osservare il carsismo sotterraneo
e le testimonianze storico
archeologiche. Rientro previsto
ore 15.30 circa. Il percorso
non prevede particolari difficoltà
ma è importante indossare
scarpe da trekking in quanto
sono previsti tratti in salita
spesso fangosi. Numero di posti
limitato, prenotazione obbligatoria,
costo 10 Euro per
gli adulti e 5 Euro per i minorenni.
alla Sala della Terra. Inizio
della geo-escursione a tappe
(vedi box a lato)
Parco dei Gessi
L’ OvOLIVO DI PASQUA
ore 15 ritrovo presso il Centro Visita
di Villa Torre (Settefonti,
Ozzano Emilia) per osservare
l’ulivo nella sua fase vegetativa.
Laboratorio per colorare uova
e gusci con una “tecnica” molto
particolare così da farli diventare
vivaci decorazioni pasquali.
A cura delle GEV. Prenotazione
obbligatoria. Costo Euro 5
a partecipante. In caso di maltempo
l’attività verrà svolta
all’interno del Centro Visita
15 - 16
Monterenzio
Teatro Lazzari ore 21 “LE
FURBERIE DI SCAPINO”
di Molière . A cura di Giulio Colli,
Roberto Garagnani e degli
Assistenti Civici di Monterenzio
15 - 16 - 17 - 22 - 23 - 24
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
“BOLOGNA, LA CITTÀ
CHE CAMBIA
”Mostra fotografica dei soci del
Fotocineclub Pontevecchio.
Lavoro di analisi sulle
trasformazioni sociali e del
territorio a cura del Fotocineclub
Pontevecchio di Rastignano
15 - 22
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
“MULTIVISIONI A PIANORO”
ore 21 serate di incontri
con multi visioni, organizzate
dal Fotocineclub Pontevecchio
di Rastignano
16 sabato
Parco dei Laghi
GIROVAGANDO PER IL PARCO.
Ritrovo alle ore 14 al Museo
del Bosco di Poranceto (Baigno)
partenza a piedi verso il podere
“La Caselina”con arrivo previsto
per le ore 15.30. Merenda e visita
al podere, laboratorio di creazione
di sacchetti profumati alla lavanda
Marzabotto
presso il Teatro Comunale
LA COMPAGNIA ATTORI PER
CASO, presenta: Romeo e Giulietta
20 anni dopo spettacolo comico
Parco dei Gessi
L’ OASI FLUVIALE
DEL MOLINO GRANDE
D’INVERNO ore 14.30 ritrovo
al parcheggio di Cà de’ Mandorli
per un mini trekking di h.3,30
alla scoperta delle prime fioriture
primaverili. Contributo
partecipazione 5 Euro
per i maggiorenni. A cura
del WWF, informazioni
e prenotazioni 339.4820205
16 - 17
Parco dei Laghi
CORSO DI BIO WATCHING.
Un fine settimana di corsi
ed escursioni su temi naturalistici.
Informazioni e costi a richiesta.
Prenotazione obbligatoria
17 domenica
Monzuno
“BENVENUTA PRIMAVERA”
evento dedicato a floro-vivaisti,
compositori floreali e giardinieri.
La giornata sarà allietata
dal mercatino dell’artigianato
e hobbistica dalle ore 9 alle 18
Info tel. 349.794100317
Parco dei Gessi
VISITA GUIDATA SPELEOLOGIA
ALLA GROTTA DEL FARNETO
ore 16 prenotazione
obbligatoria entro venerdì 15
Pianoro
Museo di Arti e Mestieri
6° ANNIVERSARIO
dell’apertura al pubblico
del Museo di Arti e Mestieri ore 16
Premiazione dei bravissimi,
cerimonia di premiazione
degli studenti che si sono
distinti nello studio
Parco dei Laghi
ALLA SCOPERTA DEI BORGHI
SEGRETI . Ritrovo ore 9.30
presso il parcheggio di
Barbamozza, escursione tematica
alla ricerca dei borghi antichi
all’interno del Parco
Parco dei Gessi
DALLA DOLINA DELLA
SPIPOLA ALLA VALLE CIECA
DELL’ ACQUA FREDDA
ore 9 ritrovo nell’area di sosta di
Madonna dei Boschi (via Madonna
dei Boschi angolo via Buozzi)
per un’interessante escursione
tra geologia e biologia
(vedi box in basso a sinistra)
23 sabato
Monterenzio
“QUENT CHE US TGNEVA
L’OSS AVERT”
ore 21 Teatro Lazzari commedia
dialettale Regia di Giorgio Barlotti
- Compagnia teatrale Casa
del Fanciullo di Imola in favore
dell’ Istituto Ramazzini,
info 329.7662792
Parco dei Gessi
PALEOHABITAT nella Sala Eventi
della Mediateca via Caselle
San Lazzaro di Savena dalle ore 10
alle ore 16.30 Ricerca e
valorizzazione dei giacimenti
paleontologi dell’Emilia-Romagna.
Convegno promosso dal Comune
di San Lazzaro di Savena, Museo
“L. Donini” e dal Parco dei Gessi
24 domenica
Marzabotto
MERCATO FIORENTINO
presso il centro cittadino prodotti
tipici alimentari, arredi,
abbigliamento, calzature, visite
guidate, escursioni sul territorio
e tante curiosità di confine
Parco dei Laghi
GIORNATE PARALLELE
LA PAROLA AL LUPO
Ritrovo ore 9 al Museo del Bosco
di Poranceto (Baigno) Escursione
tematica nel Parco con due
programmi paralleli per adulti e
bambini. Per gli adulti una giornata
Fondo Pensione
Aureo
La tranquillità di un futuro sereno
Chi non si affida a un fondo di previdenza complementare
può perdere, avendo solo la Pensione di Anzianità, oltre il
40% rispetto al suo ultimo stipendio.
Messaggio promozionale. Per maggiori infirmazioni consultare i fogli
informativi disponibili in Filiale.
alla scoperta di aspetti poco noti
di questo elusivo animale;
per i bambini giochi
ed attività a tema
Parco dei Gessi
PASSEGGIATA TRA GLI ULIVI
SECOLARI ore 9.30 ritrovo nello
spazio antistante la chiesa
di San Giovanni Battista a
Montecalvo per una passeggiata.
Al termine piccolo spuntino a base
di olio e olive. Sono consigliate
scarpe da trekking. Prenotazione
obbligatoria, gratuito, a cura
dell’Associazione Selenite
Parco dei Gessi
LE GROTTE UN MAGICO
MONDO ore 14.30 e ore 16
Accompagnati da guide esperte,
con tanto di caschetto
ad illuminazione frontale, i piccoli
speleologi affronteranno una
semplice passeggiata, che si
concluderà con l’esplorazione
di una piccola grotta. La visita è
adatta ai bambini dai 4 ai 6 anni,
non presenta difficoltà ma richiede
un abbigliamento adeguato: scarpe
da trekking e pantaloni lunghi.
Il costo è di Euro 5 a bambino
Sasso Marconi
COLLEZIONANDO
A SASSO MARCONI Torna
il consueto appuntamento mensile
di Collezionando, mercatino
di antiquariato, modernariato
e hobbistica per le vie del centro
di Sasso Marconi, stand
gastronomici con i produttori
del territorio. Dalle 9 al tramonto
Parco dei Gessi
VISITA GUIDATA
SPELEOLOGICA ALLA GROTTA
DELLA SPIPOLA
ore 9.30 prenotazione obbligatoria
entro venerdì 22
Parco dei Gessi
IL PRATO IN TAVOLA ore 15
raccolta, riconoscimento e utilizzo
nelle Valli Bolognesi
di cucina delle erbe spontanee.
Visita guidata a tema alla Tenuta
Santa Cecilia alla Croara. In caso
di maltempo la visita sarà rinviata
29 venerdì
Parco dei Laghi
CIASPOLE AL CHIARO
DI LUNA. Ritrovo ore 21.30 presso
il Museo del Bosco di Poranceto
(Baigno), ciaspolata guidata
sulle praterie del Poranceto
illuminate dalla luna piena
30 sabato
Sasso Marconi
MERCATINO DI ABITI
E LIBRI USATI
E’ possibile portare abiti, libri
e altri oggetti che non si utilizzano
più per regalarli
o scambiarli con altre cose.
Dalle ore 15 alle 18 - Sede
Consulta Tignano, via Olivetta 63,
Tignano-Roma
Parco dei Laghi
CORSO DI NORDIC WALKING
(Base, Tecnica I e Tecnica II). Presso
il Museo del Bosco di Poranceto
(Baigno) dalle ore 13 alle ore 18.
Costo € 20 a modulo.
Prenotazione obbligatoria
31 domenica
Sasso Marconi
VISITA GUIDATA A BORGO
DI COLLE AMENO
E AULA DELLA MEMORIA
Prenotazione obbligatoria presso
infoSASSO 051.6758409 Ingresso
Euro 2, gratuito per i bambini
Parco dei Laghi
GIORNATE PARALLELE
I MISTERI DEGLI ALBERI
Ritrovo ore 9 davanti al ristorante
Gabana (lago Brasimone)
Escursione tematica nel parco con
due programmi paralleli per adulti
e bambini. Per gli adulti una
giornata alla scoperta di aspetti
poco noti della vita degli alberi; per
i bambini giochi ed attività a tema
“Meno male
che ci ho
pensato
per tempo!”
45

46
AppenninoSlow incontra
Un itinerario per apprezzare lo sfarzo di ville e castelli rurali, piccoli borghi
in balia delle correnti dei fiumi, oasi incontaminate e ingegnose opere
che sono servite a portare le coltivazioni dove un tempo c’era la palude
A spasso per la Bassa lungo vie fluviali
di Franco Pelacani
Il percorso che proponiamo
segue gli storici corsi d’acqua
della nostra pianura, le antiche
vie di comunicazione tra
la città e la campagna, più precisamente
il Canale Navile e il
Fiume Reno.
Partendo da Bologna lungo
il corso del Canale Navile
si incontra la città di Castel
Maggiore nella sua frazione
Castello, anticamente Castagnolo
Maggiore, per giungere
nel Comune di Bentivoglio
nei pressi della frazione San
Marino dove si trova il Museo
della Civiltà Contadina;
quest’ultimo, custode dell’antica
tradizione rurale delle
nostre campagne, ospita mostre
permanenti e ricostruzioni
dei luoghi contadini nello
splendido contesto della Villa
Smeraldi e dell’immenso parco
secolare.
Il Museo è aperto al pubblico
e organizza periodicamente
appuntamenti e iniziative
che celebrano la cultura
contadina.
Proseguendo lungo il corso
del canale si approda a
Bentivoglio, storica località
Nei sabati di gennaio,
febbraio e marzo è possibile
effettuare l’initerario assieme
ad una guida prenotandosi
presso l’associazione
Orizzonti di Pianura
mandando una mail a:
associazione@
orizzontidipianura.it - Per info:
www.orizzontidipianura.it
che deve il proprio nome alla
antica Signoria Bolognese; a
ridosso delle sponde si trovano
lo splendido Palazzo Rosso
con le pregevoli pitture murali
della Sala dello Zodiaco e il
castello di Bentivoglio, dimora
rinascimentale che ospita gli
affreschi della Sala del Pane.
Il castello non è aperto al
pubblico ma è possibile organizzare
visite guidate per
gruppi direttamente con l’Amministrazione
comunale.
Prima di arrivare nel Comune
di Malalbergo e affluire
nel fiume Reno, il Canale
Navile, sempre a Bentivoglio,
attraversa il parco dell’Oasi
Naturalistica La Rizza: un vasto
territorio rinaturalizzato
con boschi, vasche d’acqua,
siepi e fossati, una monumentale
esplosione della natura
che ospita numerose specie di
uccelli, tra le quali la Cicogna
Bianca, in un contesto costruito
per ospitare i visitatori. Qui
si trovano un centro visite con
annesso ristorante e ostello,
un’aula didattica per le attività
di laboratorio proposti
dall’Oasi, punti di avvistamento
e capanni per gli appassionati
di birdwatching.
Spostandoci verso ovest
in direzione Cento si incontra
il Reno che attraversa i comuni
di Pieve di Cento, Castello
d’Argile per giungere ad Argelato
nella sua frazione di
Volta Reno; imboccando la
Via delle Lame ci si addentra
nello splendido viale alberato
che porta a Villa Talon, spettacolare
villa di campagna
della nobile famiglia bolognese,
per arrivare a un piccolo
angolo di pace dove si trova
l’antico oratorio del Savignano;
proseguendo sulla strada,
entrando e uscendo dalla golena
del fiume si giunge alla
frazione di Malacappa, suggestivo
borgo sviluppatosi
all’interno della golena del
fiume dove si trova l’antica
azienda agricola Arpinati, un
raro esempio di avanzata tecnologia
agraria dell’inizio del
secolo scorso.
Proseguendo si arriva al
comune di Castel Maggiore
nella frazione di Trebbo per
raggiungere nuovamente la
città di Bologna.
PER POSTA NELLE VALLI BOLOGNESI
Se vuoi ricevere a casa i numeri di “Nelle Valli Bolognesi” al costo del solo contributo delle spese
di spedizione, scrivi a:
info@appenninoslow.it oppure
AppenninoSlow – Viale Risorgimento, 1 40065 Pianoro - Bo
Il prezzo per ogni numero che si desidera ricevere è di € 2,50 quale rimborso spese da versare
con bollettino di c/c postale n° 000099351173 intestato a Consorzio IdiceSavenaSetta
Potrai comunque trovare la rivista gratuitamente in tanti punti nel territorio.
La saggezza della cultura contadina
nei proverbi di una volta
Le notti d’inverno a lume di candela
Per Senta Luzèia
la giurneda piò curta
ch’a si séia
per Santa Lucia ( 13 dicembre)
la giornata più corta che ci sia
Che non è vero, il solstizio d’inverno
infatti cade il 21 dicembre.
Ma certo non fu la rima a trarre
sul giorno della Santa protettrice
della vista la notte più lunga: si
temeva il buio della notte invernale
come si temeva la cecità. Per
di più – prima del 1582 quando
papa Gregorio XIII, riformando
calendario giuliano che era
in ritardo rispetto al corso del
sole, tolse quell’anno 11 giorni
al mese di dicembre – v’era stato
un tempo in cui il solstizio invernale
avveniva di fatto intorno al
giorno di Santa Lucia.
Come che sia, con l’appressarsi
dell’inverno le giornate s’accorciano,
ma oggi appena ci se ne
accorge. Luci abbaglianti nelle
vie e nelle abitazioni tengono
luogo del sole, e le tenebre fuori
paiono meno spesse, bucate dagli
innumerevoli fari delle auto e
dai mille colori delle insegne al
neon.
Una volta invece, prima dell’avvento
dell’elettricità, il buio
sopraggiungeva in fretta e impenetrabile.
Nella nostra montagna
nessun lampione, o rari e
fiochi nei borghi, nelle case parche
candele, lumini a petrolio,
a olio, a carburo o solo la fiamma
del focolare. Ce lo conferma
questa ninna nanna con le parole
che la madre rivolge al figlioletto
nell’addormentarlo:
Fa la nana fala pur
Ch’andarém pò a lèt a e bur
Con la lóm senza stupín
Fa la nana e me mimín.
Fai la nanna falla pure
che andremo poi a letto al buio
con il lume senza stoppino
fa la nanna o mio bambino.
Il nonno racconta
La notte premeva tetra ai vetri,
alle porte. Ogni fruscio, ogni rumore,
ogni passo diveniva misterioso.
S’andava a letto presto
e ci si affidava alla misericordia
di Dio.
Del resto motivazioni a pregare,
a rivolgersi al cielo i montanari
ne avevano in abbondanza,
soprattutto al calare angoscioso
della notte. Il raccolto, unica
risorsa al vivere, cresceva nei
campi affidato alla Provvidenza
e ai Santi – non c’era riparo
contro tempeste, gelo o siccità
– e la stessa salute era un bene
precario, lontani i dottori e sconosciute
le medicine: in caso
di malore improvviso non vi
sarebbe stato rimedio se non di
preghiere.
In aggiunta la notte, cupa di tenebre
quando non c’era la luna,
troppi spiriti maligni e morti in
pena, secondo la comune credenza,
vagavano a impaurire i
vivi.
E il diavolo era pronto ad artigliare
i peccatori impenitenti
che non s’affidavano a protettori
ultraterreni. Quindi rosari e trepide
orazioni prima di rifugiarsi
nel sonno. Come la seguente:
A let a let a m’in vò
tott i Sent a ciamarò
tri da có e tri da pé
tott i Sent iin me fradé
la Madona séia me méder
sen Iusèf séia me péder
ch’a posa durmir sèiuv
sicurament
senza pòra né spavent.
O Signor avgnì un pó in só
perché an so s’a m’alzarò pió.
A letto a letto me ne vo
tutti i Santi chiamerò
tre da capo e tre da piedi
tutti Santi sono miei fratelli
la Madonna sia mia madre
san Giuseppe sia mio padre
che io possa dormire
salvo sicuramente
senza paura né spavento.
O Signore venite
un po’ su perché
io non so se m’alzerò più.
Adriano Simoncini
L’autore
OPERE PRINCIPALI:
Il crepuscolo
della civiltà contadina
Grafis, 1983 - esaurito
Ugone eroe, Oscar
Mondadori, 1990 - esaurito
Il tempo delle favole
Edagricole, 1992 - esaurito
Ai cancelli del vento
in proprio, 2001 - esaurito
Fòia tonda. Detti e fatti
della montagna d’un tempo
Gruppo di Studi Savena
Setta Sambro, 2006
Vacanza erotica con rapina
(...e altri racconti)
in proprio, 2006.
L’AUTORE SEGNALA
l SAVENA SETTA
SAMBRO
è una rivista semestrale
(esce a dicembre e a giugno)
di storia, tradizioni, cultura
e ambiente che da oltre
vent’anni racconta le nostre
valli. È pubblicata a cura
dell’omonimo Gruppo
di Studi ed è acquistabile
nelle edicole
o con abbonamento.
Per informazioni:
tel. 051-777718,
e-mail: redazione@
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