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Senza titolo-1 - Comune di Antillo

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FISCHI PER I FIASCHI DEL FISCO<br />

uando mi è stato proposto <strong>di</strong> scrivere un articolo sugli effetti dell'applicazione dell'Imu (Imposta Muni‐<br />

Qcipale Unica), sono rimasta un po' perplessa in quanto, paradossalmente, in un momento in cui non si<br />

fa che parlare e straparlare della più <strong>di</strong>scussa tra le trovate‐rime<strong>di</strong>o del governo Monti, risultare ogget‐<br />

tivi e luci<strong>di</strong> per chi, in veste <strong>di</strong> “addetto all'incasso”, raccoglie giustificati malumori e obiettive <strong>di</strong>fficoltà, è davve‐<br />

ro <strong>di</strong>fficilissimo. Mi limiterò perciò a manifestare un'opinione del tutto soggettiva integrata solo da qualche<br />

notizia prettamente tecnica.<br />

Non tutti sanno, intanto, che il vero nome dell'imposta, almeno per i primi anni <strong>di</strong> applicazione sperimentale, è<br />

IMP (Imposta Municipale Propria), <strong>di</strong>venterà IMU dal 2015, nel momento in cui saranno definitivamente fissati<br />

i parametri e le norme <strong>di</strong> attuazione. Al momento, a riguardo, sovrane regnano la confusione e l'incertezza: scri‐<br />

vo a due giorni dalla scadenza della prima rata fissata al 18 giugno c. a. ed ancora pervengono chiarimenti circa il<br />

<strong>di</strong>sposto normativo e i correttivi nell'applicazione. Certo è che la “novità dell'anno” appare come<br />

un'automobile autorizzata a viaggiare senza portiere: viaggia, ma in malo modo.<br />

L'impatto con un'imposta ancora informe, poiché in itinere, e che per <strong>di</strong> più trova applicazione in un ambito la<br />

cui casistica è inquantificabile, non è semplice, ma risulta ancor più arduo giustificare una così brusca impenna‐<br />

ta del dovuto agli occhi dei contribuenti, i quali, ovviamente, mostrano a riguardo insofferenza e costernazione.<br />

Sebbene nel nostro piccolo centro gli immobili destinati ad abitazione principale siano per la maggior parte<br />

esenti grazie all'aliquota agevolata e alle detrazioni previste, la stangata IMP pesa tanto, soprattutto su quei fab‐<br />

bricati non utilizzati e spesso fatiscenti che popolano sia il centro abitato sia le valli circostanti.<br />

In sostanza con l'IMP ci sentiamo tutti un po' più poveri. Più povero è il contribuente, che si è visto quasi triplica‐<br />

re l'importo della soppiantata ICI; più povero è l'ente locale, il <strong>Comune</strong>, il quale, salvo che per gli esigui introiti<br />

inerenti le abitazioni principali, dovrà <strong>di</strong>videre in egual misura gli incassi con lo Stato, che nel contempo, da<br />

parte sua, riduce i contributi alle municipalità; più povera, infine ma non da ultimo, è la società intera, invortica‐<br />

ta in una fase politico‐economica particolarmente critica, che ha prodotto incertezza nel futuro e sfiducia nelle<br />

Istituzioni e nei suoi rappresentanti.<br />

Nonostante ciò, l'impressione è che il citta<strong>di</strong>no non voglia “evadere”, vuole solo avere la possibilità <strong>di</strong> “pagare il<br />

giusto”. Ed invero si fa spazio nel sentire comune l'idea che “la casa” , quel prezioso guscio dei propri affetti cui<br />

tutti aspiriamo, quella sicurezza per il domani dei figli, quell'ago <strong>di</strong> una bussola orientativa sulla vita <strong>di</strong> chiunque,<br />

stia <strong>di</strong>ventando un fardello pesante causa <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> oneri, balzelli e tributi <strong>di</strong>fficilmente affrontabili in un<br />

panorama economico tutt'altro che florido.<br />

Urge un'inversione <strong>di</strong> tendenza, occorre che coloro i quali hanno ricevuto l'investitura al governo della cosa pub‐<br />

blica sappiano trovare soluzioni alternative rispetto al solo inasprimento del prelievo fiscale. La tanto decantata<br />

austerity dovrebbe andare a braccetto con manovre che rimettano in moto la produttività e l'occupazione: chi<br />

lavora produce, consuma e “contribuisce” volentieri al mantenimento della società in cui è inserito; per contro,<br />

chi non ha un'occupazione non è in grado <strong>di</strong> dare il proprio apporto e vive come un'ingiusta richiesta il prelievo<br />

fiscale. Il rischio è che dal malcontento si giunga alla <strong>di</strong>saffezione verso la propria patria: siamo una Società che<br />

ha smarrito il proprio Paese, siamo un Paese che non riesce più a nutrire speranze per i figli, perchè non trova il<br />

modo <strong>di</strong> sfruttare le immense risorse che possiede.<br />

Come detto in apertura le mie sono opinioni personali, ma sono anche il frutto <strong>di</strong> riflessioni scaturite dalla quoti‐<br />

<strong>di</strong>anità che tutti i giorni colgo nei <strong>di</strong>scorsi della gente, sempre più frastornata per le <strong>di</strong>fficoltà del presente e<br />

soprattutto per il buio del fututo.<br />

Voglio comunque concludere con una nota positiva e mi viene in mente un'adagio popolare che recita: ‐ dopo<br />

mezzanotte viene l'alba ‐.<br />

Mi piace credere che ci stiamo incamminando verso l'alba <strong>di</strong> un nuovo giorno, che sarà più luminoso <strong>di</strong> quello<br />

che stiamo vivendo.<br />

Rosangela Paratore

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