08.06.2013 Views

MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1928-1929 ...

MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1928-1929 ...

MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1928-1929 ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

RaffaelePett 6-11-2007 9:18 Pagina 102<br />

inteso ad illustrare i criteri a cui egli si è attenuto nella organizzazione della Sezione: intorno<br />

ai due temi proposti per le due Relazioni principali - Rapporti della religione etrusca con<br />

religioni dell’Oriente, e Rapporti della religione etrusca con la religione romana -, sono<br />

state raggruppate le singole comunicazioni secondo l’affinità del contenuto, riunendo quelle<br />

che meno si prestavano a tale raggruppamento in due gruppi diversi, uno iniziale ed uno<br />

finale.<br />

È chiamato a presiedere la seduta Henrik Martinus Reinier Leopold, il quale dà subito la<br />

parola a Giuseppe Furlani; questi riassume la sua relazione Sui rapporti fra la religione etrusca<br />

e le religioni orientali, nella quale espone obiettivamente lo stato della questione soffermandosi<br />

in particolare sul confronto tra epatoscopìa etrusca ed epatoscopìa babilonese; parla<br />

quindi dell’opinione di Pettazzoni e di altri studiosi, riservandosi di manifestare la propria<br />

svolgendo un’altra sua successiva comunicazione.<br />

Passata la presidenza a Rose, Leopold dà lettura della sua comunicazione Contributi al<br />

problema Oriente-Etruria-Roma; Pettazzoni esprime qualche riserva sul ravvicinamento fra<br />

la concezione etrusca del genius e quella zoroastrica della Fravashi; analoga la posizione di<br />

von Bissing, Furlani, Bignone; quest’ultimo insiste sulla necessità di tener conto del livellamento<br />

delle credenze che ebbe luogo nell’età ellenistica.<br />

Dopo che Leopold ha risposto alle obiezioni riprende la parola Furlani, il quale legge la<br />

sua ampia comunicazione Epatoscopìa babilonese ed epatoscopìa etrusca; egli sostiene la<br />

tesi della poligenesi dell’epatoscopìa e anche la poligenesi dei modelli di fegati, e per quanto<br />

riguarda i rapporti tra l’epatoscopìa etrusca e quella babilonese egli crede<br />

di poter affermare che la prima non presenta nessun elemento che ci costringa ad ammettere la sua provenienza<br />

più o meno vicina dalla seconda. Tutto ciò che vi ha di molto indirettamente babilonese nella epatoscopia etrusca<br />

dimostra che tra l’epatoscopia mesopotamica e quella d’Etruria vi devono esser stati parecchi intermediari. Dopo<br />

un esame obiettivo del problema non si può affermare altro che questo: non sappiamo quali siano esattamente i rapporti<br />

tra le due epatoscopie. Però possiamo affermare fondatamente che i rapporti tra le due epatoscopie non dimostrano<br />

affatto la provenienza degli Etruschi dall’Asia Minore.<br />

Aperta la discussione, von Bissing si dichiara d’accordo col punto di vista critico e metodologico<br />

del Furlani. Pettazzoni dichiara che lo studio fatto dal Furlani porta sul dibattuto<br />

argomento una chiarificazione di cui si sentiva il bisogno; si compiace che il Furlani convenga<br />

nell’ammettere una vasta irradiazione dell’epatoscopia babilonese nel mondo mediterraneo;<br />

è altresì d’accordo nell’ammettere la possibilità della preesistenza in singole aree<br />

culturali dell’Europa di forme elementari ed arcaiche dell’extispicio, ritenendo però che per<br />

queste non sia senz’altro da ammettere un’origine poligenetica, non potendosi escludere che<br />

questo extispicio primitivo si sia a sua volta propagato in epoca remotissima da un centro<br />

unico; quanto ai rapporti fra la mantica etrusca e la greca, segnala una differenza capitale, in<br />

quanto la mantica profetica d’ispirazione, che ebbe presso i Greci uno sviluppo specialissimo,<br />

non è, a quanto appare, rappresentata presso gli Etruschi; riconosce che la presenza nel<br />

mondo etrusco di un monumento come il fegato di Piacenza non può costituire, da solo, un<br />

argomento a sostenere la provenienza degli Etruschi dall’Asia Minore, ma ritiene che, nonostante<br />

le differenze nei particolari fra i fegati babilonesi e hittiti e il fegato di Piacenza, la<br />

somiglianza sia tale da escludere una formazione indipendente, mentre è ovvio far rientrare<br />

il fegato di Piacenza in quel movimento di irradiazione dell’epatoscopia babilonese nel<br />

mondo mediterraneo che è ammesso dallo stesso Furlani; la penetrazione di elementi epato-<br />

102

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!