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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1928-1929 ...

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RaffaelePett 6-11-2007 9:18 Pagina 151<br />

una delle altre organizzazioni. In seguito a tale ordine e alla sua nomina a direttore generale<br />

della sezione folklorica del predetto Istituto, il Corso in data 21 marzo <strong>1929</strong> rassegna le<br />

dimissioni dalla carica di presidente del Congresso nazionale delle tradizioni popolari già<br />

indetto per i giorni dal 5 al 9 maggio: le comunica a Pavolini, a Cocchiara e ad Enrico<br />

Barfucci, e ne informa anche i lettori della sua rivista: sotto il titolo Notizie, Il Folklore italiano,<br />

3 (<strong>1928</strong>), 489 (nel fasc. III-IV, luglio-dicembre <strong>1928</strong>, pubblicato il 28 marzo <strong>1929</strong>),<br />

riporta l'ordine dei lavori del Congresso, la composizione della Giunta di cui sopra e la notizia<br />

della sua opzione. I motivi delle dimissioni non sono soltanto quelli dell'incompatibilità<br />

tra le due cariche: il Corso ha avuto dei contrasti in seno al Comitato fiorentino; lo ammetterà<br />

indirettamente egli stesso in un articolo di dura critica ai lavori del Congresso, Il<br />

Congresso delle Tradizioni Popolari (8-12 maggio <strong>1929</strong>), Il Folklore italiano, 4 (<strong>1929</strong>),<br />

134-139:<br />

Predisposto da noi nelle linee fondamentali, il Congresso sarebbe stato guidato alla meta dal suo primo ideatore,<br />

se circostanze che si sono imposte alla nostra considerazione, non ci avessero fatto rinunziare agli onori dell'alto<br />

ufficio. Non ultima tra esse, la deliberazione con la quale la Giunta Esecutiva dell'Istituto N. Tommaseo invitava<br />

i suoi soci aventi impegni o funzioni di responsabilità in altro istituto consimile, ad optare per l'uno o per l’altro…<br />

… E ciò sorvolando sul fatto che la Presidenza del Congresso o dei Congressi, come dir si voglia, rappresentava<br />

una dignità che, ricorrendo al gergo ecclesiastico, possiamo dire titulus sine re, essendone le principali attribuzioni<br />

ripartite tra il Presidente del Comitato e il suo Segretario generale.<br />

La Presidenza dell'Ente per le attivittà toscane, dopo aver accertato che le dimissioni del<br />

Corso sono definitive, delibera di sostituirlo con uno dei presidenti di sezione, e precisamente<br />

con "quello che alla scienza folkloristica reca il decoro di più estesi e severi studi";<br />

per suggerimento di Cocchiara viene prescelto Pettazzoni, il quale, dietro le insistenze di<br />

Barfucci ( 53 ) e di Pavolini, accetta anche quest'onere, un onere non lieve se si pensa, tra<br />

l'altro, che siamo già oltre la metà d'aprile e che il neo-presidente deve preparare il discorso<br />

inaugurale.<br />

Egli probabilmente ha già portato a buon punto la sua relazione Per lo studio della religiosità<br />

popolare; ora la deve modificare, almeno in parte, adattarla...<br />

Negli stessi giorni Cocchiara viene designato come segretario generale del Congresso;<br />

Paolo Toschi e Raffaele Ciampini fungeranno da segretari.<br />

Soltanto negli ultimi giorni di aprile o addirittura ai primi di maggio viene spedita la circolare<br />

con il programma definitivo (si è dovuto attendere che fossero stabilite la data della<br />

presenza del re a Firenze e l'ora del suo intervento all'inaugurazione: 1'8 maggio alle ore 15).<br />

Sono giorni di febbrile attività anche per Pettazzoni: martedì 30 aprile egli ha un colloquio,<br />

alle ore 18, con Pier Silverio Leicht, sottosegretario all'Istruzione pubblica, e con il sen.<br />

Antonio Cippico ( 54 ) circa la Commissione nazionale italiana per la cooperazione intellettuale<br />

e il Comitato nazionale per le arti popolari: quest'ultimo dovrà essere nominato dalla<br />

predetta Commissione e non dal Congresso di Firenze, il quale potrà costituire soltanto dei<br />

comitati di studio di carattere interno; autorizzato telegraficamente da Pavolini, Pettazzoni in<br />

data 3 maggio scrive al ministro della Giustizia e degli Affari di culto Alfredo Rocco, presidente<br />

della Commissione sopra nominata, per invitarlo al Congresso, date le interferenze tra<br />

le attività esplicate dai due enti e in vista di eventuali accordi per il coordinamento delle iniziative<br />

( 55 ).<br />

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