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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1928-1929 ...

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RaffaelePett 6-11-2007 9:18 Pagina 148<br />

tore colto, ma non specialista, nella prima parte (Il Shintoismo) espone in forma semplice la<br />

storia della religione nazionale giapponese soprattutto nell’epoca moderna e contemporanea;<br />

nella seconda parte offre in poche pagine notizie sul Kojiki e sulle traduzioni del<br />

Chamberlain e del Florenz; aggiunge la bibliografia (Periodici; Opere generali; Shintoismo).<br />

Probabilmente nelle prime settimane del <strong>1929</strong> il manoscritto viene consegnato alla tipografia.<br />

Le prime ricerche sistematiche sull'onniscienza divina (<strong>1928</strong>-<strong>1929</strong>)<br />

Come abbiamo avuto più volte occasione di ricordare, Pettazzoni, già studiando le credenze<br />

dei popoli primitivi in un essere celeste, ha esaminato gli attributi di questo (v. L'essere<br />

celeste nelle credenze dei popoli primitivi. Roma, 1922, passim); a tacere di altre pagine, nel<br />

1924 ha preparato un contributo su Ahura Mazda, il "Signore onnisciente" (pubblicato nel<br />

1925 negli Indo-iranian studies dedicati a Sanjana); anche nell'indagine che va compiendo<br />

sulla confessione dei peccati affronta talvolta il tema degli attributi della divinità e in particolare<br />

dell'onniveggenza-onniscienza (il dio onniveggente-onnisciente vede ogni cosa, compresi<br />

i peccati degli uomini); per il 5° Congresso internazionale di storia delle religioni<br />

(Lund, agosto <strong>1929</strong> ), mandando la sua adesione nel gennaio <strong>1929</strong>, comunica che il suo contributo<br />

verterà sull'onniscienza di Dio; da ciò si evince che egli già negli ultimi anni Venti<br />

intraprende una ricerca sistematica sull'argomento, una ricerca che lo impegnerà per più di<br />

un venticinquennio.<br />

A proposito della sua ricerca (incompiuta) sulla formazione e sviluppo del monoteismo<br />

scriverà nel luglio 1945 nella Prefazione ai suoi Saggi di storia delle religioni e di mitologia,<br />

Roma, 1946, VII-XXI, e precisamente XII-XIII (detta prefazione è anche pubblicata, parzialmente,<br />

col titolo Monoteismo e 'Urmonotheismus', SMSR, 19-20 (1943-1946), 170-177;<br />

per la parte che qui interessa, 173-174):<br />

D'altro lato, col progredire della ricerca, è avvenuto che non solo mi apparissero qua e là certe lacune da colmare<br />

e taluni aspetti da chiarire, ma anche la impostazione generale mi si venisse presentando in modo diverso.<br />

Soprattutto la mia attenzione venne concentrandosi su gli attributi dell'essere supremo, nei quali mi era sempre<br />

parso ovvio che dovesse riflettersi e manifestarsi in pieno la sua natura. La quale era per me, come ho detto, una<br />

natura celeste, e di questa dunque gli attributi dovevano essere partecipi, — e non solo quelli di più immediato e<br />

trasparente carattere cosmico, come la sublimità e sovranità e onnipotenza, ma anche quello, ad es., della onniscienza,<br />

che per le sue applicazioni ed implicazioni di carattere morale (conoscenza di tutte le azioni umane ed esercizio<br />

di una sanzione punitiva) pareva il meno riducibile ad una origine naturistica, e invece portava di tale origine<br />

un segno palese nel fatto che proprio le sanzioni punitive erano esercitate con mezzi meteorici. Frutto di queste<br />

nuove riflessioni fu uno studio su gli esseri supremi onniscienti presso i popoli primitivi (Allwissende höchste Wesen<br />

bei primitivsten Völkern, Archiv für Religionswissenschaft 29. 1931, pp. 108-129, 209-243),—donde poi la ricerca<br />

si allargò estendendosi all'onniscienza divina nelle varie religioni, che fu il tema di un corso di lezioni da me tenuto<br />

per la “Fondazione Olaus Petri” nell'Università di Uppsala nel 1935, e successivamente ampliato in una trattazione<br />

sistematica che conto di poter pubblicare fra breve.<br />

Nell'arco di oltre 25 anni Pettazzoni raccoglie sul tema dell'onniscienza divina un'immensa<br />

mole di materiali; noi ne daremo sommaria notizia nel prosieguo di questa cronaca<br />

biografica, ma avvertiamo fin da ora che è impossibile collocarli in un preciso ordine cronologico:<br />

come in altri casi, materiali di un determinato periodo vengono trasferiti successivamente<br />

tra le carte di anni posteriori e solo raramente gli appunti recano la data (si può stabilire<br />

un termine post quem quando Pettazzoni utilizza fogli o carte riciclate, bozze di stampa,<br />

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