NOTIZIARIO n° 1 2008-2009 - Lions Club Isola d'Elba
NOTIZIARIO n° 1 2008-2009 - Lions Club Isola d'Elba
NOTIZIARIO n° 1 2008-2009 - Lions Club Isola d'Elba
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Anno lionistico <strong>2008</strong>-<strong>2009</strong> N. 1<br />
Sommario<br />
INTERVISTA<br />
al Presidente Mauro Antonini 2<br />
CRONACA 3<br />
Il nuovo guidoncino 3<br />
Quarantesima Charter-Night 3<br />
Festa di Mezz’Estate 4<br />
Sviluppo dei servizi alla salute 4<br />
Quarantennale 6<br />
LA VOCE DEI LIONS 8<br />
Vittorio G. Falanca L’importanza dei giubbotti di salvataggio 8<br />
Michele Cocco Ma la subacquea non sarà pericolosa? 1 0<br />
Giorgio Barsotti Amarcord 1 2<br />
Luciano Gelli Desma, figlio di Caleb 1 3<br />
RUBRICHE 1 6<br />
Interventi ed elargizioni 1 6<br />
Spigolature 1 7<br />
Organigramma del <strong>Lions</strong> <strong>Club</strong> 1 8<br />
Albo del <strong>Club</strong> 1 9<br />
Albo della Targa <strong>Lions</strong> 2 0<br />
Il Gonfalone del <strong>Club</strong> 2 1<br />
Disponibilità dei <strong>Lions</strong> 2 2<br />
CHI PARLA DI NOI (rassegna stampa) 2 3<br />
Copertina: Lion Prof. Giancarlo Castelvecchi, 1975 – tempera.<br />
E’ stampato in proprio a cura del <strong>Lions</strong> <strong>Club</strong> <strong>Isola</strong> d’Elba. Viene distribuito ai soci del <strong>Club</strong> in due<br />
edizioni nell’arco dell’anno sociale: il n. 1 a Dicembre in occasione della Festa degli Auguri, il n.<br />
2 a Giugno per la celebrazione della Charter Night.<br />
La redazione ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione<br />
della pubblicazione.<br />
La composizione del <strong>NOTIZIARIO</strong> si è conclusa il 30.11.08. Notizie e commenti stampa successivi saranno<br />
inseriti nel prossimo numero.
2<br />
Nel corso di uno degli<br />
ultimi meetings ordinari<br />
il Presidente<br />
Mauro Antonini ha accennato<br />
ad una problematica,<br />
quella dei<br />
collegamenti marittimi<br />
fra l’Elba ed il<br />
continente, che riveste<br />
per tutta la nostra<br />
comunità un’importanza<br />
fondamentale, anticipando, nell’occasione,<br />
l’interesse e l’attenzione dell’Associazione<br />
Albergatori Elbani da lui<br />
presieduta sulla questione.<br />
L’argomento è di grande attualità<br />
per il comprensorio soprattutto in questo<br />
periodo di transizione delle imprese dal<br />
pubblico al privato, per cui non potevamo<br />
mancare di recarci presso il suo ufficio e<br />
chiedere ad Antonini di fornire chiarimenti in<br />
merito per il nostro <strong>NOTIZIARIO</strong>.<br />
La risposta è stata immediata,<br />
cortese, sintetica ed altrettanto chiara e<br />
determinata:<br />
“Saranno potenziati i trasporti<br />
marittimi per l ‘<strong>Isola</strong> d’Elba. Sarà più<br />
facile accedere all’<strong>Isola</strong> – afferma<br />
Mauro Antonini – grazie alla tratta<br />
Livorno-Portoferraio che sembra ormai<br />
in direttura di arrivo. Navi veloci (1 ora<br />
e 40 minuti), prezzi interessanti, un<br />
bacino d’utenza che comprende tutto il<br />
centro nord d’Italia e soprattutto –<br />
sottolinea Antonini – è interes-<br />
al Presidente Mauro Antonini<br />
santissimo il collegamento che scaturirà<br />
con l’aeroporto di Pisa.<br />
Certamente sono preoccupato<br />
della situazione Toremar. Purtroppo al<br />
di là delle categorie economiche sembra<br />
che l’argomento non interessi gli<br />
amministratori elbani e la stessa Provincia<br />
e Regione.<br />
Sulla tratta di Piombino occorre<br />
assicurare e instaurare una vera<br />
concorrenza tra i vettori (Toremar e<br />
Moby). La dismissione di Toremar<br />
potrebbe portare ad un regime di<br />
monopolio con conseguenze drammatiche<br />
per il residente e per l’economia<br />
dell’<strong>Isola</strong>. Occorre vigilare perché la<br />
Toremar, sia che rimanga controllata<br />
dal pubblico o che venga privatizzata,<br />
rappresenti un vero e proprio concorrente<br />
della Moby.<br />
Guai se la Moby mettesse le<br />
mani direttamente o indirettamente sul<br />
suo concorrente. Il Garante dovrebbe<br />
necessariamente intervenire.”
Dopo quarant’anni di silenzioso e<br />
dignitoso “servizio” il guidoncino a forma<br />
triangolare che per tutto questo tempo ha<br />
accompagnato le molteplici attività del <strong>Club</strong> va in<br />
pensione.<br />
In occasione della celebrazione del<br />
qarantennale infatti ne è stato ufficialmente<br />
adottato uno nuovo elaborato dallo studio<br />
pubblicitario della ex leo Martina Falanca.<br />
fronte<br />
retro<br />
Si è optato per una forma più ampia di<br />
gagliardetto verticale a punta singola dove, sullo<br />
splendido azzurro del nostro mare, compare in<br />
forma prospettica l’isola d’Elba sulla quale, con<br />
colori tenui, sono raffigurati i grigi massicci<br />
granitici dei più alti monti, il verde della macchia<br />
3<br />
mediterranea, l’oro delle spiagge<br />
sabbiose, le scogliere scoperte in<br />
prossimità del mare, l’ocra delle zone<br />
minerarie, i capoluoghi degli otto<br />
comuni; il tutto è dominato da un cielo<br />
limpido attraversato da una sorta di<br />
surreale arcobaleno che, con un<br />
accenno di colori istituzionali, sembra<br />
voler ottimisticamente proiettare il<br />
simbolo Lion verso mete sempre più<br />
lontane, noncurante dei limiti imposti<br />
dall’orizzonte e dai margini dello stesso<br />
guidoncino. Sulla base infine, al di sotto<br />
della dicitura LIONS CLUB ISOLA D’EL-<br />
BA, decorata da un fregio classico<br />
compare la scritta SINCE 1968 ad<br />
indicare la lunga e continua vita del<br />
sodalizio. Il retro reca su sfondo bianco<br />
l’immancabile banda diagonale rossa<br />
con le tre api elbane stilizzate, per<br />
l’occasione, in una tenue forma<br />
metallica satinata.<br />
Hotel Biodola 28 Giugno<br />
<strong>2008</strong><br />
E’ con un flashback dell’intensa attività<br />
sociale svolta nell’anno lionistico<br />
2007/<strong>2008</strong><br />
Cortini, Antonini: passaggio della campana.
4<br />
che il presidente uscente del <strong>Club</strong> Paolo Cortini<br />
ha voluto dare conclusione al mandato suo e del<br />
consiglio che lo ha accompagnato in questa<br />
entusiasmante esperienza.<br />
Per il sodalizio elbano il “passaggio della<br />
campana” fra il presidente uscente ed il<br />
subentrante Mauro Antonini, si è tenuto sabato<br />
28 Giugno nel corso di una elegante serata,<br />
arricchita dal cerimoniere con una originale<br />
coreografia informatica, nei locali dell’Hotel<br />
Biodola di Portoferraio per la celebrazione della<br />
quarantesima Charter Night.<br />
Nel suo breve intervento di saluto il<br />
nuovo Presidente ha dato un veloce cenno dei<br />
principali passi che caratterizzeranno l’opera che<br />
verrà attuata dal <strong>Club</strong> nell’imminente futuro.<br />
L’alto tenore lionistico dell’incontro ha<br />
offerto anche l’occasione per consegnare il<br />
“chevron” dei venticinque anni di appartenenza<br />
ai lions Paolo Menno e Tiberio Pangia.<br />
Piazza di Poggio Giovedì 7 Agosto <strong>2008</strong><br />
E’ stato sicuramente Silvano (Nano)<br />
Campeggi, il celebre autore dei manifesti dei più<br />
famosi films proiettati in Italia ad iniziare dal<br />
dopoguerra, cittadino onorario di Marciana, il<br />
personaggio centrale della Festa di Mezz’Estate<br />
organizzata dal nostro <strong>Club</strong> nella serata di<br />
Giovedì 7 Agosto con il consueto scopo di<br />
interrompere la lunga pausa estiva e di fornire ai<br />
lions isolani l’opportunità di scambiare opinioni<br />
ed esperienze con i colleghi di altri clubs<br />
attualmente in vacanza all’Elba.<br />
Panoramica di un momento della Festa.<br />
Fra i numerosi ospiti dell’incontro,<br />
svoltosi all’aperto nella suggestiva ed originale<br />
piazza del borgo di Poggio di Marciana, sul cui<br />
muraglione venivano proiettate in continuazione<br />
le immagini dei cartelloni di films come:<br />
Casablanca, Sayonara, Gilda, ecc. disegnati da<br />
Nano, non poteva mancare l’autorevole presenza<br />
del Governatore Ubaldo Pierotti che, fra<br />
i primissimi atti del suo nuovo incarico,<br />
ha voluto inserire appunto la<br />
partecipazione all’evento elbano.<br />
A tutti i presenti è stato fatto<br />
omaggio del volume “ELBA L’ISOLA<br />
DELL’IMPERATORE” , ultima opera di<br />
Campeggi appena pubblicato, che lo<br />
stesso autore, in un suo breve<br />
intervento, nel corso del quale ha<br />
ricordato con orgoglio il manifesto per il<br />
film Via col Vento, suo primo lavoro<br />
realizzato all’età di soli 22 anni, ha<br />
commentato autografando a carboncino<br />
tutte le copie distribuite.<br />
La serata, egregiamente curata<br />
in ogni dettaglio dal cerimoniere<br />
Marcello Bargellini e favorita dallo<br />
spettacolare<br />
Allocuzione del Presidente Antonini.<br />
firmamento offerto da un cielo perfettamente<br />
terso, si è conclusa col rituale<br />
scambio di guidoncini fra il presidente<br />
Mauro Antonini ed il DG Ubaldo Pierotti.<br />
Conferenza-dibattito<br />
Portoferraio, Sabato 11 Ottobre<br />
<strong>2008</strong><br />
E’ questo il tema che il<br />
Presidente Mauro Antonini ha proposto<br />
in apertura della conferenza dibattito<br />
tenutasi a Portoferraio nella sala<br />
congressi dell’Hotel Airone nel pomeriggio<br />
di Sabato 11 Ottobre.<br />
All’incontro che, vista l’attualità<br />
per il comprensorio e l’alto livello dei<br />
relatori in ambito regionale, era aperto<br />
al pubblico, erano invitati a parlare: il<br />
Dott. Giovanni Barbagli Presidente.
dell’Agenzia Regionale della Sanità ARS, il Dott.<br />
Giovanni Donegaglia V.Presidente Nazionale<br />
ANSPI, il Dott. Lamberto Tozzi Presidente<br />
dell’Associazione Turismo Senza Barriere, il Dott.<br />
Maurizio Trifoglio Dirett. ASL 6 di Livorno (in<br />
sostituzione del Presidente Dott. Fausto Mariotti<br />
assente per impegni precedenti), il Dott.<br />
Leopoldo Provenzali componente della 4^<br />
Commissione Sanità della Regione Toscana. Ad<br />
essi il Presidente Antonini, introducendo la<br />
riunione, ha chiesto in particolare di focalizzare<br />
l’argomento sulla vocazione turistica dell’<strong>Isola</strong>:<br />
“Non basta offrire solo il nostro mare ed il sole, –<br />
ha osservato fra l’altro il Presidente <strong>Lions</strong> - in<br />
molte fiere turistiche cui partecipiamo ci viene<br />
sempre più richiesta anche la garanzia di<br />
un’adeguata assistenza sanitaria per i visitatori e<br />
soprattutto per il turismo dei diversamente abili”.<br />
Introduzione del Presidente Antonini.<br />
Si sono succeduti quindi gli interventi dei<br />
relatori.<br />
Il Dott. Trifoglio, pur riconoscendo le<br />
difficoltà nell’organizzare il servizio sanitario<br />
dovute soprattutto all’insularità del territorio e al<br />
forte squilibrio della popolazione fra inverno e<br />
stagione turistica, ha dipinto un quadro<br />
rasserenante della situazione, confortato dalle<br />
statistiche dei tempi di attesa per visite ed esami<br />
che all’Elba sono di gran lunga inferiori rispetto<br />
agli altri ospedali della Provincia. Trifoglio ha<br />
assicurato e provato l’impegno dell’Azienda per<br />
incrementare l’efficienza del nosocomio e<br />
soprattutto, ha proposto il relatore, quella dei<br />
distretti territoriali, che a livello periferico<br />
debbono costituire un valido supporto ed<br />
alleggerimento al carico del centro ospedaliero.<br />
E’ seguita la relazione del Dott. Barbagli<br />
che, di fronte alla constatata crescita dei bisogni<br />
e diminuzione delle risorse, ha fornito una serie<br />
di rilevazioni statistiche sulla dinamica<br />
demografica rilevate sull’area della costa e<br />
all’isola d’Elba. I dati, che potranno risultare<br />
assai utili in sede di programmazione dei servizi,<br />
sono stati messi a disposizione da Barbagli per i<br />
responsabili della sanità, sindaci ed<br />
amministratori in genere che vorranno<br />
utilizzarli.<br />
5<br />
Consegna del guidoncino al Dr. Tozzi.<br />
E’ toccato quindi parlare al<br />
Dott. Tozzi. Egli ha fatto notare come<br />
sia in continuo aumento il numero di<br />
persone con bisogni speciali che non<br />
vogliono più rimanere chiusi nei loro<br />
ambienti, ma desiderano viaggiare e<br />
chiedono di trovare servizi sanitari<br />
efficienti. Secondo Tozzi la situazione<br />
del nostro ospedale non è male, ma<br />
alcuni servizi, come la dialisi, i servizi<br />
territoriali, l’assistenza spicciola, il<br />
servizio di informazione e la rete di<br />
collegamenti stradali, necessitano di<br />
notevoli migliorie. “Spetta agli elbani –<br />
ha suggerito a conclusione Tozzi –<br />
attivarsi in tal senso”.<br />
Il giro dei relatori si è concluso<br />
col Dott. Donegaglia il quale ha<br />
ricordato che le difficoltà che si<br />
incontrano nelle isole minori a livello<br />
sanitario sono dovute in gran parte alla<br />
scarsità di peso politico delle loro<br />
rappresentanze, che, di conseguenza,<br />
sono poco ascoltate. Donegaglia ha<br />
fornito una serie di indicazioni utili alla<br />
soluzione del problema, come ad<br />
esempio la necessità di migliorare i<br />
livelli essenziali di assistenza e la loro<br />
integrazione con l’ospedale attraverso<br />
percorsi assistenziali, nonché la formazione,<br />
l’aggiornamento e l’incentivazione<br />
del personale medico e<br />
paramedico.<br />
Nel dibattito che è seguito sono<br />
intervenuti il sindaco di Portoferraio<br />
Peria, il sindaco di Capoliveri Ballerini, il<br />
consigliere del comune di Portoferraio<br />
lion Marini, il presidente del Tribunale<br />
del Malato Rossi.<br />
La conclusione dell’evento è<br />
stata affidata dal Presidente <strong>Lions</strong><br />
Antonini al Dott. Provenzali il quale ha<br />
raccomandato ai presenti di eseguire un<br />
attento approfondimento di quanto<br />
emerso dalle relazioni e dalle osservazioni<br />
critiche prodotte nei vari<br />
inteventi.
6<br />
In tal senso Provenzali ha chiesto ai<br />
sindaci elbani una maggior coesione e più<br />
spirito di corpo nell’affrontare<br />
problematiche, come quella della sanità, che<br />
dovrebbero essere esenti da vincoli politici o<br />
ideologici. Egli ha infine ringraziato il <strong>Lions</strong><br />
<strong>Club</strong> per aver procurato<br />
questa preziosa occasione di incontro fra<br />
varie amministrazioni e invitato il suo<br />
Presidente a proseguire con questa valida<br />
iniziativa.<br />
La serata si è conclusa con la<br />
consueta conviviale al termine della quale,<br />
nel salutare gli ospiti ed i lions, Antonini ha<br />
fatto omaggio ai relatori della conferenza, a<br />
ricordo dell’evento, del guidoncino del <strong>Club</strong>.<br />
Celebrazione dell’evento<br />
Hotel Biodola Sabato 8 Novembre <strong>2008</strong><br />
E’ stato probabilmente l’intrecciarsi<br />
fra sentimenti di commozione e di ottimismo<br />
a conferire singolarità e positività all’atmosfera<br />
in cui si è svolta la celebrazione del<br />
quarantennale del <strong>Club</strong> fondato, su sponsorizzazione<br />
del <strong>Lions</strong> <strong>Club</strong> di Piombino, nel<br />
1968.<br />
Il saluto del Presidente Antonini.<br />
L’incontro conviviale, tenutosi la<br />
sera di Sabato 8 Novembre, è culminato con<br />
la distribuzione di un elegante volume<br />
commemorativo di 88 pagine edito per la<br />
speciale ricorrenza la cui copertina, che<br />
rappresenta il nuovo guidoncino adottato dal<br />
<strong>Club</strong>, è stata realizzata dallo studio pubblicitario<br />
della ex leo Martina Falanca mentre<br />
l’opera di impaginazione è frutto dell’impegno<br />
di un’altra leo Laura Cortini.<br />
Intervento del PID Massimo Fabio.<br />
Il Presidente Mauro Antonini, nell’allocuzione<br />
con la quale ha dato corso<br />
all’incontro, ha indirizzato il saluto suo e del<br />
sodalizio ai numerosi intervenuti fra cui<br />
Autorità lionistiche, civili e militari ed un<br />
particolare ringraziamento all’Ing. Massimo<br />
De Ferraris che, mettendo a disposizione la<br />
sala Maitu dell’Hotel Biodola, ha reso possibile<br />
lo svolgimento dell’incontro in ambiente<br />
consono al suo elevato tenore sociale e<br />
rievocativo.<br />
Si sono succeduti quindi vari interventi<br />
ad iniziare dal lion prof. Giorgio Barsotti<br />
che ha accennato, fra l’altro, all’attività<br />
svolta in questo quarantennio intesa<br />
all’individuazione ed all’esame delle problematiche<br />
che interessano la nostra isola quali<br />
scuola, turismo, territorio, trasporti, sanità,<br />
socialità, cultura, al conferimento di riconoscimenti<br />
a emeriti cittadini e studenti<br />
meritevoli, all’impegno in services di più<br />
ampia portata attuati su scala regionale,<br />
nazionale e mondiale in collaborazione col<br />
Distretto e con la <strong>Lions</strong> International.<br />
Barsotti ha espresso soddisfazione<br />
per quanto è stato realizzato dal <strong>Club</strong> fino<br />
ad oggi, manifestando altresì la ferma volontà<br />
di continuare proiettandosi nel futuro<br />
con spirito ottimistico e con il costante adeguamento<br />
ed aggiornamento che esso<br />
richiede.<br />
Hanno poi preso la parola Marcello<br />
Murziani Delegato di Zona e Claudio Ciampi<br />
in rappresentanza del <strong>Club</strong> sponsor di<br />
Piombino.<br />
Dopo l’impeccabile pranzo ispirato<br />
alla tipica cucina elbana e curato dal<br />
catering dello chef Alvaro Claudi, l’incontro<br />
si è avviato a conclusione con l’intervento<br />
del Past Direttore Internazionale Massimo<br />
Fabio che, in rappresentanza anche del<br />
Governatore distrettuale Ubaldo Pierotti, si è<br />
complimentato per l’eccellenza dimostrata<br />
nei fatti dal <strong>Club</strong> elbano in tanti anni di<br />
attività e per la pubblicazione che in
occasione del quarantennale intende portare<br />
a conoscenza della comunità i numerosi<br />
services attuati. Fabio ha voluto anche<br />
ricordare come un organo importante quale<br />
il Financial Times abbia individuato nella<br />
L.C.I.F. (<strong>Lions</strong> <strong>Club</strong>s International<br />
Foundation) la migliore delle organizzazioni<br />
umanitarie al mondo. Non è difficile, ha<br />
semplicemente dimostrato il lion, scoprirne<br />
il motivo che sta in un ente snello, che<br />
opera senza passaggi burocratici, spese di<br />
viaggi, personale in trasferta, ecc.; sono gli<br />
stessi lions che vivono nei luoghi colpiti da<br />
calamità a fare richieste specifiche<br />
d’intervento e a ricevere direttamente i<br />
fondi il cui immediato investimento è<br />
seguito da loro stessi passo dopo passo fino<br />
alla conclusione.<br />
Al termine della serata sono state<br />
consegnate targhe ricordo al <strong>Lions</strong> <strong>Club</strong><br />
sponsor di Piombino ed al Comandane<br />
Antonio Rossi primo presidente del sodalizio<br />
nel 1968.<br />
Di seguito riportiamo integralmente<br />
l’intervento di Giorgio Barsotti:<br />
Officers lions, Autorità, graditi ospiti,<br />
gentili signore, amici lions, mi è stato affidato<br />
l’incarico di dire alcune parole sull’attività del<br />
<strong>Lions</strong> <strong>Club</strong> <strong>Isola</strong> d’Elba dal 1968, anno della sua<br />
fondazione, ad oggi.<br />
Mi è apparso tuttavia immediatamente<br />
evidente che, in qualunque modo avessi voluto<br />
affrontare questo compito, i risultati sarebbero<br />
apparsi insoddisfacenti, riduttivi e forse<br />
incoerenti. Mi limiterò pertanto ad accennare ad<br />
alcune linee portanti che ci hanno accompagnato<br />
durante questo lungo percorso, affidando al libro<br />
commemorativo del quarantennale, che verrà<br />
distribuito questa sera stessa, l’esposizione<br />
dettagliata di tutto quanto è stato realizzato, anno<br />
dopo anno.<br />
Molte cose sono cambiate nel mondo e<br />
nel lionismo da quella lontana data in cui un<br />
gruppo di amici decise di fondare un club all’<strong>Isola</strong><br />
d’Elba.<br />
Sono mutate, almeno in parte, anche le<br />
forme del nostro confrontarsi con i problemi della<br />
comunità locale e con le grandi tematiche<br />
nazionali e internazionali.<br />
Tuttavia, non è mai venuta meno nei<br />
nostri interventi la profonda consapevolezza del<br />
significato della nostra presenza sul territorio: la<br />
fede sincera nel principio fondamentale che è alla<br />
base della nostra associazione: servire gli altri. A<br />
questo abbiamo improntato la nostra attività,<br />
cercando di contribuire fattivamente,<br />
organizzando conferenze e dibattiti, ad<br />
evidenziare le problematiche presenti sulla nostra<br />
isola.<br />
Fra i diversissimi temi trattati e ripresi<br />
più volte, ricordo quelli concernenti la Scuola, con<br />
particolare riguardo al disagio giovanile; il<br />
Turismo sotto i suoi vari aspetti, la conservazione<br />
del territorio, nella prospettiva di uno sviluppo<br />
sostenibile; la Sanità, i servizi pubblici e i<br />
7<br />
trasporti, le campagne contro il diabete e la<br />
cecità, oltre ad una nutrita serie di conferenze su<br />
tematiche sociali e culturali tenute dai nostri soci<br />
e da illustri ospiti del <strong>Club</strong>.<br />
Intervento del lion fondatore Prof. G. Barsotti.<br />
Con l’istituzione della Targa <strong>Lions</strong>,<br />
abbiamo premiato cittadini che con il loro<br />
impegno e il loro prestigio hanno illustrato il<br />
nome dell’Elba; abbiamo poi aiutato persone e<br />
associazioni bisognose di aiuto materiale e<br />
morale, incoraggiato studenti con concorsi a<br />
premi e borse di studio: cito fra tutti il premio<br />
“Spiaggia d’oro” che ha cercato di avvicinare<br />
studenti di tutta la fascia costiera della nostra<br />
Circoscrizione alle tematiche riguardanti il mare.<br />
Il nostro <strong>Club</strong> ha inoltre collaborato in<br />
continuità e in sintonia con le innumerevoli<br />
iniziative del Distretto e del <strong>Lions</strong> International<br />
per la realizzazione di services di grande<br />
spessore.<br />
Senza iattanza, ma con orgoglio credo<br />
che possiamo considerarci soddisfatti di quanto<br />
abbiamo fatto, nella consapevolezza che dal<br />
passato si deve trovare slancio per proiettarsi<br />
verso il futuro. E’ in questo spirito che desidero<br />
ricordare coloro che nel corso di questi lunghi<br />
anni hanno lavorato nel nostro <strong>Club</strong> con<br />
entusiasmo e dedizione e che adesso sono<br />
scomparsi:<br />
Cambi Piero, Canu Alfredo, Cecchi<br />
Giovanni, Danesi Giuseppe, Gasperini Dario,<br />
Giovannetti Giuliano, Herd Smith Roger, Libotte<br />
Giorgio, Martini Piero, Mazzei Toscano,<br />
Montagnani Roberto, Sangalli Angelo, Tamberi<br />
Franco, Tantini Luca, Vai Guglielmo, Van Wessen<br />
Gilbert.<br />
A loro il nostro ricordo e il nostro<br />
ringraziamento.<br />
Un pensiero affettuoso all’amico e grande<br />
socio lion Giorgio Danesi, gravemente ammalato,<br />
a cui auguriamo di cuore di ristabilirsi presto.<br />
Ho parlato poco prima di una pubblicazione.<br />
Quella che state per ricevere è il frutto<br />
di un paziente lavoro di ricerca e di rielaborazione<br />
di materiale già pubblicato per il primo ventennio,<br />
mentre per i successivi venti anni si è usufruito in<br />
particolare dei rapporti stilati dai segretari del<br />
<strong>Club</strong> e della documentazione cartacea e<br />
fotografica pubblicata sugli eccellenti notiziari<br />
curati dai vari addetti stampa e dai cerimonieri.<br />
Molti lions hanno collaborato alla ricerca<br />
e alla selezione del materiale; mi scuso con loro
8<br />
se citerò per tutti l’amico lion Antonio Bracali,<br />
senza la cui opera paziente e senza la cui<br />
competenza questo libro commemorativo non<br />
avrebbe potuto vedere la luce.<br />
Ringrazio anche le giovani Laura Cortini e<br />
Martina Falanca, l’una per l’eccellente lavoro di<br />
impaginazione grafica e l’altra per la bellissima<br />
copertina.<br />
Poiché la perfezione non è di questo<br />
mondo, spero che vorrete scusare le imperfezioni<br />
presenti nel testo, nonché le eventuali<br />
involontarie omissioni, certo che, in perfetto stile<br />
lionistico, sarete cauti nella critica e generosi nella<br />
lode.<br />
Grazie.<br />
I brani sono riportati secondo l’ordine cronologico di arrivo all’add. stampa.<br />
Un’avventura sulla M/n BICE<br />
Vittorio G. Falanca<br />
All’epoca della vela le navi venivano<br />
classificate a seconda della velatura e<br />
dell’alberatura; così si avevano: tartane,<br />
feluche, golette, brigantini, brigantinigoletta<br />
(detti più comunemente barcobestia),<br />
navi, ecc. Ed è appunto a quest’ultima<br />
categoria di velieri, quelli armati a nave,<br />
senz’altro i più maestosi (v. Amerigo<br />
Vespucci), che apparteneva il “BICE”.<br />
Questa unità, costruita in acciaio nel<br />
cantiere Orlando di Savona, varata il 2<br />
Agosto del 1902 e battezzata “ANTONIO<br />
PADRE”, aveva una stazza lorda di 1.600<br />
tonnellate ed una portata di 3.200;<br />
l’armatura era quella classica per questa<br />
categoria: tre alberi con cinque pennoni<br />
ciascuno per le vele quadre, una randa<br />
all’albero di mezzana, bompresso, fiocchi e<br />
vele di strallo. Era inoltre dotata di una<br />
calderina che produceva energia per una<br />
piccola macchina a vapore utilizzata<br />
principalmente per sollevare i pesanti<br />
pennoni.<br />
8 Maggio 1942. La nave militarizzata Bice ritratta<br />
nel porto di Ancona. I tratti verdi sono una<br />
probabile ricostruzione dell’armatura mancante<br />
nella foto a causa del suo deterioramento.<br />
Fu impegnata nel trasporto internazionale<br />
di merci nel quale primeggiava per<br />
la velocità che riusciva a spuntare nelle traversate<br />
oceaniche nonostante fosse priva di<br />
motori; in quest’ambito alcuni ancor oggi<br />
ricordano le sue rapide navigazioni<br />
atlantiche per il trasporto di grano dall’Argentina<br />
all’Italia, mentre, in un volume che<br />
tratta della marina velica italiana, è fotografata<br />
all’ormeggio in un porto dell’Australia.<br />
Dipinto naif dell’Antonio Padre, probabile opera di<br />
un marinaio della nave.<br />
Durante l’ultimo conflitto mondiale,<br />
come accadde per tutte le nostre navi, fu<br />
requisita dallo Stato e militarizzata, finché<br />
nel 1945, cessata la guerra, subì il taglio<br />
degli alberi, l’installazione di due motori diesel<br />
e, nella nuova veste di motonave, molto<br />
meno gloriosa ma più pratica ed economica,<br />
impegnata in viaggi mediterranei.<br />
Negli ultimi anni di vita del BICE mi<br />
è capitato più volte di pilotarla agli ormeggi<br />
dei pontili del versante orientale dell’isola<br />
per la caricazione di minerali destinati agli<br />
stabilimenti di Genova, Piombino, Bagnoli,<br />
Taranto e di poterne osservare le tracce del<br />
suo passato velico ancora visibili come i<br />
tronconi dei tre alberi e l’originale grande<br />
ruota del timone sul cui legno pregiato era<br />
ancora ben visibile il primo nome scolpito a<br />
mano: “ANTONIO PADRE”.
Nel corso di uno dei suoi frequenti<br />
approdi a Punta Calamita si verificò un incidente<br />
che per fortuna si risolse nel migliore<br />
dei modi, ma che poteva invece concludersi<br />
in grave tragedia.<br />
Le operazioni di arrivo, partenza e<br />
sosta per l’imbarco del carico al pontile di<br />
Calamita comportavano notevoli rischi<br />
procurando lunghi momenti trascorsi fra<br />
l’azzardo ed il pericolo a causa della<br />
presenza di insidiosi scogli a pochi metri<br />
dallo scafo, dell’eccessiva elasticità<br />
dell’ormeggio su campo boe e della notevole<br />
esposizione alle avversità meteorologiche<br />
dovuta all’assenza di protezioni naturali o<br />
artificiali.<br />
La M/n Bice a Portoferraio, 15 Maggio 1978.<br />
Ma quel 5 Marzo del 1979 le cose<br />
sembravano dover procedere nel migliore<br />
dei modi: il mare era un olio, nel cielo<br />
dipinto di un luminoso azzurro non v’era<br />
traccia di nubi, una leggera brezza da<br />
maestrale che spirava da terra manteneva<br />
una temperatura ideale, il sole, percorrendo<br />
il su arco diurno da Est a Sud a Ovest,<br />
illuminava con effetti continuamente<br />
cangianti i circostanti monti metalliferi<br />
macchiati dai colori più vari e vivaci.<br />
Insomma gli ingredienti per una giornata di<br />
tranquillo lavoro da svolgersi quasi in relax<br />
c’erano proprio tutti. Ed in questa totale<br />
serenità trascorse l’intera giornata sul Bice<br />
che, al comando del Cap. Lelio Muti di Rio<br />
Marina, riceveva nelle sue stive il carico di<br />
circa 2.500 tonnellate di minerale di ferro<br />
convogliato dal nastro trasportatore<br />
sostenuto da un traliccio a sbalzo che<br />
fuoriusciva direttamente dalla costa a picco<br />
sul mare.<br />
Terminate le operazioni di carico,<br />
prima di far partire la nave per la sua<br />
destinazione di Genova, si dovevano<br />
espletare alcune formalità fra cui quella di<br />
apporre i sigilli doganali alle stive;<br />
operazione che poteva essere compiuta dal<br />
milite della G.d.F. solo dopo la chiusura dei<br />
boccaporti; ma ahimé, come già accennato<br />
la nave non era modernissima, e per<br />
chiudere i boccaporti era necessario armare<br />
i bighi, sollevare le galeotte (pesanti travi<br />
trasversali in acciaio) collocarle negli<br />
appositi alloggi sull’apertura delle stive,<br />
9<br />
coprire il tutto con i panneaux (pannelli in<br />
legno), stendere due o tre teli cerati, fissarli<br />
con liste metalliche trasversali ed infine<br />
incuneare il tutto lungo i bordi delle<br />
boccaporte. Fatto sta che per portare a<br />
termine il tutto si fece buio. Nel frattempo,<br />
per limitare la perdita di tempo e rimanere<br />
nei pressi pronti a partire, avevamo mollato<br />
quasi tutti gli ormeggi lasciando la nave in<br />
solo potere di un cavo sulla boa foranea e<br />
dell’ancora.<br />
Una curiosità: il brigantino-goletta, veliero<br />
con un albero a vele quadre ed un secondo<br />
con randa e controranda, veniva comunemente<br />
definito dai marinai dell’epoca con il<br />
termine di “barco-bestia”. Si trattava di una<br />
innovativa soluzione che conciliava la necessità<br />
di imbarcare il maggior quantitativo di<br />
carico possibile con quella di navigare a velocità<br />
discreta. Per queste sue caratteristiche<br />
gli inglesi e gli americani lo chiamavano “best<br />
bark”, termine storpiato dai nostri marinai in<br />
“barco-bestia”.<br />
Finalmente i piombi furono apposti,<br />
il finanziere fu portato a terra dalla<br />
motobarca degli ormeggiatori, i quali quindi<br />
(sempre al buio) si avvicinarono alla boa<br />
pronti a mollare l’ultimo cavo non appena ne<br />
fosse stato impartito l’ordine. E, mentre si<br />
salpava l’ancora, tale ordine fu dato<br />
avvalendosi, in mancanza di altri mezzi di<br />
comunicazione, di urla, fischi e lampi di<br />
torcia elettrica. Il cavo fu allascato dal posto<br />
di manovra poppiero per consentirne lo<br />
sgancio dalla boa, quindi, trascorso il<br />
consueto lasso di tempo, vista l’impossibilità<br />
di vedere o di udire segnali vocali dagli<br />
ormeggiatori in quanto il rumore assordante<br />
del motore diesel a scappamento libero del<br />
verricello poppiero lo impediva, fu passato<br />
all’argano per il veloce recupero. Ma<br />
purtroppo la cima, sotto la quale gli<br />
ormeggiatori, accostati alla boa, avevano<br />
posizionato la barca per rendere più facile<br />
l’operazione, non era ancora libera dal<br />
gancio; essa venne rapidamente in tensione<br />
causando l’immersione della boa stessa ed il<br />
conseguente immediato affondamento<br />
dell’imbarcazione.<br />
In poco tempo, anche grazie alle<br />
concitate segnalazioni fatte da terra dal<br />
caposervizio Enzo Agarini e dal suo<br />
assistente Paolo Paoli, ci rendemmo conto<br />
della gravità della tragedia che stava per<br />
consumarsi. Dal Bice disponemmo<br />
immediatamente la messa a mare del<br />
battello di servizio per tentare il recupero<br />
dei due ormeggiatori naufragati, cercando<br />
nel contempo di individuarli con i proiettori<br />
di bordo; ma, come già accennato, la nave<br />
non era dotata di mezzi troppo evoluti, per
10<br />
cui l’operazione si protrasse per un tempo<br />
che non saprei quantificare, ma che mi<br />
pareva un’eternità. E proprio quando<br />
finalmente l’imbarcazione fu sospesa al bigo<br />
e bracciata fuori bordo per essere<br />
ammainata a mare, giunsero segnali che<br />
Vladimiro Martorella e Michele Salvi , così si<br />
chiamavano i due bravi capoliveresi addetti<br />
all’ormeggio delle navi, erano riusciti sani e<br />
salvi a guadagnare a nuoto, nonostante<br />
fossero appesantiti dall’abbigliamento<br />
invernale, la riva distante oltre cento metri.<br />
L’autosalvataggio, di questo in effetti si era<br />
trattato, fu reso possibile dalla loro<br />
prestanza fisica, dall’abilità, dall’istinto di<br />
sopravvivenza, ma anche e soprattutto dalla<br />
scrupolosità loro e del caposervizio nell’osservare<br />
e far osservare una norma preventiva<br />
tanto importante quanto troppo spesso<br />
disattesa per spavalderia: quella di indossare,<br />
durante l’esecuzione di certe operazioni<br />
in mare, i giubbotti di salvataggio.<br />
Vale la pena, infine, di ricordare che<br />
allo stesso Capitano Muti toccò il triste<br />
compito di condurre questo glorioso vascello<br />
verso la sua ultima destinazione il 3 Gennaio<br />
1981 ad un cantiere di demolizione del porto<br />
di La Spezia.<br />
IANTD 1 Advanced Nitrox Instructor,<br />
Michele Cocco:<br />
Guida Ambientale Subacquea della<br />
Regione Toscana<br />
Ma l’attività subacquea non<br />
sarà pericolosa? Quante volte mi<br />
sono sentito rivolgere questa<br />
domanda un po’ ingenuamente<br />
all’inizio di un corso Open Water<br />
Diver da allievi preoccupati e<br />
soprattutto da loro genitori e parenti. A<br />
fronte di tali preoccupazioni noi, come tutti<br />
gli istruttori coscienti ed appassionati del<br />
proprio lavoro, ci siamo immediatamente<br />
prodigati in una serie di spiegazioni, tesi a<br />
tranquillizzare tali giustificate apprensioni.<br />
Ma quanti, tra i professionisti del settore,<br />
sono in grado di esprimere un parere documentato<br />
sull’argomento? La subacquea, è<br />
pericolosa? Domanda legittima quindi, alla<br />
quale cerchiamo di dare una risposta<br />
articolata.<br />
Per prima cosa, risulta abbastanza<br />
evidente che tale domanda in assoluto non<br />
ha senso. La subacquea è un’attività che<br />
presenta degli innegabili aspetti di rischio,<br />
così come avviene per qualunque attività<br />
umana, dagli scacchi al parapendio. In<br />
generale, l’esperienza insegna che, per la<br />
subacquea, ogni anno si registra un certo<br />
numero di incidenti, così come viene puntualmente<br />
riportato dai mass media, con<br />
esiti che possono andare dal normale banale<br />
trauma (ad es. caduta accidentale a bordo<br />
dell’imbarcazione) fino alla morte. Ciò è innegabile<br />
e documentato, come abbiamo<br />
detto. Ma basta questa comune percezione<br />
mediata da racconti di praticanti e mass<br />
media per definire la subacquea come una<br />
attività “rischiosa”? E se sì, quanto<br />
rischiosa?<br />
Un tentativo di dare una risposta oggettiva<br />
a questo interrogativo richiede l’ausilio<br />
di tecniche di statistica, al fine di calcolare la<br />
frequenza di infortunio della subacquea<br />
sportiva, comparando il dato con quello riferito<br />
ad altre pratiche sportive. Un esempio di<br />
tale comparazione ci deriva dalla tabella 1,<br />
ricavata da uno studio oramai famoso nell’ambiente<br />
dei professionisti della subacquea<br />
sportiva, e ripreso da varie fonti tra cui lo<br />
stesso DAN Europe. Da tale studio emergono<br />
evidenti alcuni aspetti, che riprenderemo<br />
anche in seguito, ma quello che salta<br />
immediatamente all’occhio è che l’incidenza<br />
di infortuni, cioè il numero degli infortuni in<br />
rapporto al numero dei praticanti, è per la<br />
subacquea di solo lo 0,04%, cioè di 4<br />
incidenti ogni 10.000 praticanti. Inoltre<br />
secondo tale rapporto, tali incidenti sono per<br />
lo più ascrivibili ad incidenti minori o<br />
indiretti, quali traumi da caduta su<br />
imbarcazioni, oppure barotraumi derivanti<br />
da una errata manovra di compensazione.<br />
Tale dato risulta estremamente basso se<br />
confrontato con l’incidenza di infortunio in<br />
altre attività sportive comuni quali calcio,<br />
basket, pallavolo, collocandosi addirittura al<br />
di sotto in tale classifica, di attività quali il<br />
nuoto ed il bowling.<br />
Sono attendibili queste statistiche? Da<br />
tale indagine ne emergerebbe quindi un<br />
livello di pericolosità della subacquea<br />
estremamente ridotto, talmente ridotto da<br />
risultare in contrasto con l’esperienza diretta<br />
________________________________<br />
1<br />
International Association of Nitrox and Trimix<br />
Divers
degli istruttori subacquei professionali e di<br />
quei divemaster attivi presso centri di Immersione.<br />
Da tale esperienza, chiamiamola<br />
sul campo, emergono alcuni aspetti che<br />
contrastano con la statistica medica, anche<br />
se il numero di incidenti riportato dai Centri<br />
di Immersione (circa 1 caso di PDD –<br />
Patologia da Decompressione – ogni 10.000<br />
immersioni), risulta in accordo grosso modo<br />
con i dati riportati da altre fonti della<br />
letteratura medica. 1 Ad esempio, un ottimo<br />
campo di studi statistici è costituito dal<br />
comprensorio del Mar Rosso, che annovera<br />
circa 600.000 presenze/anno (costituisce la<br />
prima voce del PIL egiziano), per un totale<br />
di 2-4 milioni di immersioni/anno. Il governo<br />
egiziano si è sempre rifiutato di fornire i dati<br />
ufficiali sulle statistiche degli incidenti, ma<br />
da una raccolta di informazioni raccolte tra<br />
gli operatori professionali nel comprensorio,<br />
è possibile ottenere un dato di circa 4<br />
ricoveri/giorno in camera iperbarica, ma<br />
soprattutto circa 100 decessi/anno per<br />
incidenti direttamente correlati alla<br />
subacquea (inclusi quindi anche incidenti<br />
non direttamente legati all’iperbarismo,<br />
quali annegamenti, smarrimenti in mare<br />
aperto, incidenti traumatici di vario genere,<br />
etc.).<br />
Il che ci riporta ai termini della<br />
discussione iniziale: la subacquea è<br />
pericolosa? Le statistiche ci direbbero di no,<br />
ma il numero degli incidenti gravi riportati<br />
sembrerebbero contraddirle, quindi<br />
proviamo ad analizzare.<br />
Un’analisi dei rapporti di incidenti<br />
mostrano che le complicazioni in<br />
immersione avvengono sempre per innesco<br />
provocato da un evento spesso per sé<br />
magari non grave, a volte anche banale, ma<br />
che poi fa partire una concatenazione di<br />
eventi che sfociano nell’incidente stesso<br />
La catena dell’incidente subacqueo si<br />
puo’ quindi scomporre in:<br />
• Innesco dell’incidente: un evento di<br />
per sé quasi sempre minore, che<br />
provoca un’induzione di stress;<br />
• Errore di valutazione da parte del<br />
sub<br />
• Errate procedure di gestione<br />
dell’emergenza da parte del sub<br />
• Innesco del panico<br />
• Errore di gestione da parte del<br />
supporto tecnico-logistico<br />
L’esperienza mostra che un corretto<br />
addestramento, una giusta preparazione<br />
fisica e mentale, permettono di ridurre a<br />
percentuali molto basse la possibilità di<br />
1 Marroni. A., L’immersione sportiva oggi: Primo<br />
soccorso ed emergenza per le emergenze<br />
subacquee. La rete di soccorso del DAN<br />
International, DAN (Diver Alert Network) Report,<br />
1994<br />
11<br />
incidenti anche in immersioni avanzate e<br />
tecniche. Un addestramento minimo per<br />
immersioni ricreative avanzate e tecniche<br />
richiede almeno un brevetti di 2°<br />
grado/advanced, un brevetto di salvataggio<br />
subacqueo, un corso di rianimazione cardiopolmonare,<br />
un corso di somministrazione di<br />
ossigeno ed un corso di immersioni con<br />
decompressione. A tutto ciò gli operatori<br />
professionali dei Centri di Immersione<br />
devono aggiungere i corsi di formazione<br />
professionale per Divemaster e/o Istruttore<br />
Subacqueo Una corretta formazione, sia per<br />
i subacquei che a maggior ragione per gli<br />
operatori professionali del settore non può<br />
essere approssimata o compiuta con<br />
tecniche d autodidatta. La lettura di testi lo<br />
studio, la pratica autonoma, lo scambio di<br />
opinioni anche se di immenso valore non<br />
possono sostituire una corretta formazione.<br />
Essa passa attraverso l’identificazione di un<br />
metodo didattico, di un istruttore e di un<br />
centro subacqueo professionalmente validi e<br />
preparati. La scelta di un corretto percorso<br />
formativo passa attraverso alcuni parametri<br />
fondamentali:<br />
Spesso, sulla base di una presunta<br />
esperienza, si sottovaluta l’importanza della<br />
formazione, senza capire che essa<br />
costituisce uno scalino inevitabile sia per un<br />
subacqueo che per un serio professionista.<br />
Per poter scegliere un corretto percorso<br />
formativo occorre prima scegliere due<br />
aspetti fondamentali di esso:<br />
1) l’Agenzia Didattica<br />
2) l’Istruttore<br />
Per quanto riguarda l’Agenzia<br />
didattica, occorre chiedersi:<br />
a) Che tipo di sistema didattico sto<br />
scegliendo? Un sistema che prevede<br />
molto allenamento in piscina e poca<br />
pratica in acque libere (tipo FIPSAS,<br />
CMAS, per intendersi) oppure un<br />
sistema tipo PADI o SSI (che da<br />
invece importanza all’addestramento<br />
in mare)?<br />
b) Che livello di esperienza essa richiede<br />
da un subacqueo che desidera un<br />
corso specifico?<br />
c) Che standard impone ai suoi<br />
istruttori?<br />
Se è vero che un buon Istruttore fa<br />
la differenza, è anche vero che buoni<br />
Istruttori non si nasce, ma lo si diventa<br />
dopo aver seguito dei buoni corsi, proposti<br />
da buone Agenzie Didattiche. Da questo<br />
punto non è possibile prescindere: da una<br />
cattiva Agenzia Didattica vengono fuori, con<br />
elevata possibilità, dei cattivi Istruttori.<br />
La lettura di testi lo studio, la pratica<br />
autonoma, lo scambio di opinioni anche se<br />
di immenso valore non possono sostituire
12<br />
una corretta formazione. Una corretta<br />
formazione passa attraverso la identificazione<br />
di un metodo didattico, di un<br />
istruttore e di un centro subacqueo professionalmente<br />
validi e preparati.<br />
Poi, per passare alla figura<br />
dell’Istruttore, le domande che occorrebbe<br />
porsi, prima di scegliere un corso, sono:<br />
a) Chi è il mio Istruttore?<br />
b) Qual é il suo CV?<br />
c) Con quale frequenza insegna e<br />
si immerge?<br />
d) Che/quante immersioni fa al di<br />
fuori dei corsi?<br />
e) E’ professionalmente aggior-<br />
nato?<br />
f) E’ un professionista o pratica<br />
l’insegnamento subacqueo part-<br />
time?<br />
E poi, specie nel caso di immersioni<br />
avanzate/tecniche:<br />
g) con quale assiduità pratica<br />
immersioni del livello di quelle<br />
previste per il corso che ho<br />
intenzione di frequentare?<br />
La subacquea sportiva come tutte le<br />
attività umane è soggetta ad una continua<br />
evoluzione. Tale processo evolutivo riguarda<br />
sia la qualità dei servizi (subacquea<br />
ricreativa) che l’innovazione tecnologica<br />
(subacquea avanzata e tecnica) che la<br />
qualità e le procedure dell’insegnamento.<br />
Questo processo evolutivo richiede una<br />
professionalità sempre maggiore degli<br />
operatori del settore, mentre purtroppo<br />
invece si sta assistendo (in Italia) ad un<br />
processo di deterioramento della<br />
professionalità dei servizi offerti. Le cause di<br />
questo deterioramento sono sia di radice<br />
storica, sia sono da ricercarsi nelle ridotte<br />
dimensioni del mercato.<br />
Che fare quindi? Questa evidente<br />
sofferenza del settore ha innescato un<br />
dibattito in Italia: si sta discutendo sulla<br />
necessità di una legge di regolamentazione<br />
nazionale del settore. Il dibattito è ancora<br />
aperto e speriamo che le sue conclusioni<br />
possano velocemente portare ad una seria<br />
inversione di tendenza che porti al rilancio di<br />
questa meravigliosa attività nel nostro<br />
Paese.<br />
Per una corretta formazione avanzata/tecnica<br />
è fondamentale la scelta sia di una buona Agenzia<br />
Didattica che di un buon istruttore.<br />
Giorgio Barsotti<br />
Stimolato dall’amico Gianni<br />
Falanca, mi accingo a<br />
scrivere alcune noterelle tra<br />
il serio e il faceto, in<br />
margine alla serata dell’8<br />
Novembre in cui abbiamo<br />
festeggiato il nostro<br />
quarantennale. Spiace constatare l’assenza<br />
di alcuni lions che, sinceramente, non mi<br />
riesce facile considerare dei veri soci: se<br />
non si partecipa in occasioni come queste è<br />
evidente che ogni parola del codice d’onore<br />
e dell’etica lionistica finisce per suonare<br />
come un puro esercizio retorico senza<br />
sostanza e significato. So per certo che<br />
alcuni avevano altri impegni inderogabili,<br />
ma gli altri? Ci sono momenti in cui il<br />
sentimento di appartenenza ad<br />
un’associazione come la nostra deve<br />
prevalere, ammesso che sia veramente tale.<br />
Più grave comunque mi è sembrata<br />
l’assenza quasi totale dei rappresentanti<br />
delle amministrazioni locali. Basta sfogliare<br />
le pagine del libro commemorativo per<br />
rendersi immediatamente conto che la<br />
grande maggioranza delle attività svolte dal<br />
nostro <strong>Club</strong> in tutti questi anni sono state<br />
indirizzate al bene civico, a cercare di<br />
aiutare a risolvere problemi della comunità,<br />
con impegno disinteressato e atteggiamento<br />
costruttivo. Continueremo a farlo perché<br />
questo è lo scopo precipuo della nostra<br />
presenza sul territorio, ma talvolta, di fronte<br />
alla superficialità e al pressappochismo di<br />
tanti personaggi si rischia di esserne<br />
contagiati e di essere coinvolti nel<br />
disinteresse generale.<br />
Mi sono messo poi a sfogliare di<br />
nuovo le pagine del libro e, allora, poco a<br />
poco, dalle righe e dalle foto che purtroppo<br />
ci ricordano molto più giovani e più<br />
spensierati, una folla di ricordi lieti e tristi è<br />
emersa. Si è fatta strada prima<br />
faticosamente, poi sempre più nitida,<br />
l’immagine tridimensionale della nostra<br />
storia e della nostra vita, legate a cento<br />
piccoli eventi che, con la solidità di una<br />
memoria finalmente ritrovata, mi sono<br />
comparsi dinanzi attraverso i volti di tanti
amici e tante amiche, molti dei quali<br />
purtroppo non sono più tra noi. Ne ho<br />
ricordato i nomi l’altra sera, ma le parole<br />
pronunciate scorrono veloci e lasciano dietro<br />
di sé solo l’eco sonora delle loro sillabe.<br />
Quanto più pregnante e significativo mi è<br />
apparso soffermarmi sulle foto che li<br />
mostrano consegnare un distintivo, un<br />
premio, stringere la mano ad un amico in<br />
una comunione di affetti e di ideali che<br />
vanno al di là del gesto semplice e<br />
spontaneo. Come ricordarli tutti senza<br />
cadere nella retorica e nel facile<br />
sentimentalismo?<br />
Da una pagina spunta la figura<br />
sorridente e compunta di Dario Gasperini,<br />
nelle sue funzioni di presidente accanto al<br />
Governatore, in un’altra traspare la sua<br />
ironia quando, di fianco ad Ambrogio Fogar,<br />
ardimentoso navigatore solitario, sembra<br />
condividerne lo slancio e ricordare le proprie<br />
avventure di marinaio combattente. Trovo<br />
subito dopo la bella fotografia, scattata a<br />
Capri, di noi partecipanti al Congresso di<br />
Sorrento, con le mogli giovani, belle e<br />
sorridenti, poi il ricordo va a Paola e Oretta<br />
che non sono più tra noi, mi commuovo un<br />
po’e giro la pagina. Che potrei dire di Franco<br />
Tamberi, forte e generoso, un amico<br />
sincero, mio compagno di bridge che troppe<br />
volte ho rimproverato per qualche sua<br />
disattenzione!<br />
Alfredo Canu, il più grande piccolo<br />
lion che ho conosciuto, memoria storica del<br />
lionismo internazionale; ricordo quando mi<br />
accogliesti a Pomigliano d’Arco dove eri<br />
responsabile dell’impianto elettrico della<br />
costruenda fabbrica di automobili; allora<br />
fondasti un <strong>Club</strong>, come molti altri in diversi<br />
luoghi, ma soprattutto mi desti l’esempio di<br />
come deve essere un vero lion.<br />
Mi accorgo che via via che sfoglio le<br />
pagine e mi avvicino ai nostri giorni è la vita<br />
attuale che sto rivivendo, i ricordi si fanno<br />
sostanza, materia viva e i volti sono quelli<br />
degli amici che, in gran parte, sono ancora<br />
con noi. Molti sono giovani, vitali,<br />
sorridenti: guardando loro si stemperano i<br />
ricordi tristi e la nostalgia; mi sento spinto a<br />
guardare avanti anch’io con serenità.<br />
Luciano Gelli<br />
Accovacciato in questo lurido<br />
buco, sto aspettando che<br />
arrivino i carcerieri.<br />
Da quattro giorni sono rinchiuso<br />
in uno spazio angusto ove non<br />
posso muovere un passo senza<br />
sprofondare negli escrementi,<br />
miei e di quanti mi hanno preceduto.<br />
13<br />
Topi e scarafaggi sono i veri padroni della<br />
cella ed il mio povero corpo martoriato ne è<br />
la più evidente testimonianza.<br />
Una semplice striscia di stoffa, un tempo<br />
bianca, mi cinge i fianchi.<br />
Per il resto sono nudo e porto nelle ossa un<br />
persistente senso di gelo, anche se, da una<br />
fessura del soffitto, riesco ad intravedere la<br />
calda luminosità del sole.<br />
Un giudice arcigno, dedicandomi pochi<br />
minuti del suo tempo prezioso, mi ha<br />
riconosciuto responsabile di orrendi misfatti,<br />
condannandomi a morte mediante<br />
crocifissione.<br />
Riconosco la gravità dei delitti commessi,<br />
consapevole che la mia condotta scellerata è<br />
degna dell’atroce punizione che dovrò<br />
subire.<br />
Sono Desma, figlio di Caleb, un ricco<br />
mercante che, negli ultimi anni di vita, ha<br />
subito devastanti rovesci, perdendo tutto ciò<br />
che aveva accumulato in decenni di duro<br />
lavoro.<br />
Mio padre ha preteso che studiassi ed in<br />
seguito voleva avviarmi alla sua<br />
professione, ma io, che<br />
ho sempre detestato la fatica, preferivo<br />
divertirmi con ragazze facili, in compagnia di<br />
amici irresponsabili e dissoluti.<br />
Quando la rovina si è abbattuta sulla<br />
famiglia, il mio disperato babbo è morto di<br />
crepacuore.<br />
Le sorelle maggiori, sposate e con numerosi<br />
figli, non potevano aiutarmi se non con un<br />
piatto di minestra.<br />
Solo, senza un soldo, ho cercato , per<br />
qualche tempo, un lavoro che mi<br />
permettesse di sopravvivere.<br />
Alcuni conoscenti hanno tentato di darmi<br />
aiuto, procurandomi occupazioni che<br />
lasciavo in breve tempo, scontento delle<br />
prospettive ed inadatto, con le mie<br />
abitudini, a qualsiasi attività manuale.<br />
Assieme a Karem, compagno di orge e<br />
gozzoviglie, ho iniziato a compiere piccoli<br />
furti, proprio a danno di quanti avevano<br />
cercato di soccorrermi.<br />
Visto che la fortuna ci assisteva, abbiamo<br />
allargato il nostro raggio d’azione, entrando<br />
abilmente in ricche dimore e depredandole<br />
degli oggetti più preziosi.<br />
Spesso ci spostavamo nelle campagne, a<br />
saccheggiare misere case contadine,<br />
malmenando famiglie indifese che restavano<br />
prive dell’indispensabile per tirare avanti.<br />
Per anni, abbiamo assalito viandanti solitari<br />
che lasciavamo tramortiti sotto i nostri colpi.<br />
Un giorno, entrati in una villa signorile,<br />
siamo stati sorpresi dalle proprietarie,<br />
madre e figlia.<br />
I servi della famiglia sono fuggiti alle prime<br />
urla e noi, dopo aver abusato delle due<br />
donne, le abbiamo sgozzate,
14<br />
abbandonandole a terra, in un lago di<br />
sangue.<br />
Ovunque il nostro passaggio era segnato da<br />
una lunga scia rossa.<br />
Col tempo ci siamo sentiti invincibili, al di<br />
sopra di Dio e degli uomini.<br />
Così siamo divenuti imprudenti e ci siamo<br />
fatti scoprire e catturare.<br />
Trasferiti nella capitale ci hanno segregati,<br />
per alcune settimane, in un altro carcere.<br />
Questo periodo di reclusione è servito per<br />
esaminare il mio cuore, per cercare di capire<br />
il passato.<br />
Sono profondamente pentito; ho orrore di<br />
quanto ho commesso e ritengo di meritare<br />
del tutto la sorte cui sono condannato.<br />
Il destino non mi concede la possibilità di<br />
porre rimedio alle sofferenze provocate.<br />
Affido al Signore la mia anima nera,<br />
confidando nella divina misericordia.<br />
Eccoli, stanno arrivando, è giunta l’ ora!<br />
La porta della cella viene spalancata ed un<br />
soldato mi strattona malamente, facendomi<br />
uscire.<br />
Vengo colpito, più volte, da oggetti pesanti,<br />
forse impugnature di spade.<br />
Cado e mi rialzo.<br />
Percorro un lungo corridoio, illuminato<br />
appena da alcune fiaccole.<br />
Ancora una spinta e ricado a terra, con la<br />
faccia in avanti, nel terreno polveroso.<br />
Sono fuori dal carcere.<br />
Stringo gli occhi, abbagliato dal sole<br />
rovente.<br />
Non ho il tempo di orientarmi che mi<br />
caricano sulle spalle una pesante trave di<br />
legno.<br />
Arranco per qualche metro, schiacciato dal<br />
peso poi, finalmente, trovo una specie di<br />
equilibrio e riesco a procedere senza intoppi.<br />
La strada è affollata, piena di venditori<br />
ambulanti e di gente affaccendata in mille<br />
mestieri.<br />
Chino, sotto il fardello che devo trasportare,<br />
mi accorgo, solo dopo alcune decine di<br />
metri, che al mio fianco cammina Karem,<br />
socio ed amico.<br />
Anche lui ha subito un trattamento brutale e<br />
procede, curvo, già fradicio di sangue e di<br />
sudore.<br />
Le guardie ci fanno camminare su una larga<br />
strada coperta di sporcizia, con la folla che<br />
si scosta al nostro passaggio, facendoci ala.<br />
Ogni volta che un condannato si avvia verso<br />
il luogo dell’esecuzione, una collinetta<br />
sassosa ed arida, la gente, curiosa,<br />
abbandona i propri alloggi e si precipita sul<br />
percorso.<br />
Tutti vogliono sapere chi è l’uomo che verrà<br />
giustiziato ed i reati da lui commessi.<br />
Anche di fronte all’ imminente morte di un<br />
fratello, c’è chi maledice, insulta, schernisce<br />
la vittima designata.<br />
A volte ho assistito al macabro spettacolo di<br />
una crocifissione, respirando, con la folla, la<br />
particolare atmosfera di maligno<br />
compiacimento.<br />
Eppure, oggi avverto una strana, palpabile<br />
differenza.<br />
Forse dipenderà dalle circostanze in cui<br />
verso, che non facilitano, certo, una lucidità<br />
soddisfacente.<br />
C’è più silenzio, una calma surreale.<br />
Tutti osservano il nostro passaggio, ma<br />
sembrano notarci appena.<br />
Pare quasi che aspettino un’altra persona,<br />
un terzo prigioniero più importante, su cui<br />
concentrare la propria attenzione.<br />
Sono quasi deluso dalla mancanza di<br />
interesse che il popolo ci sta dimostrando.<br />
Giunti sul cucuzzolo del basso rilievo, i<br />
nostri aguzzini, con mani esperte, ci legano<br />
sulla croce, poi, rapidi, ci girano le spalle e<br />
tornano verso la città, lasciandoci cuocere al<br />
sole, sconcertati.<br />
Chiamo Karem e gli domando se ha paura di<br />
morire.<br />
“ Certo, mi risponde, come potrei non<br />
averne?”<br />
Gli dico che ci siamo meritati questa fine per<br />
tutte le nostre malefatte.<br />
Lui si limita a sibilare: “ Idiota” e, girata la<br />
testa, decide di ignorarmi.<br />
Guardo in basso, verso la città, tendo<br />
l’orecchio e mi rendo conto che c’è un<br />
silenzio irreale, come se ogni attività umana<br />
si fosse paralizzata.<br />
Neppure i passeri, col loro cinguettio, osano<br />
turbare la quiete che ci avvolge.<br />
D’un tratto, simile ad un tuono in piena<br />
estate, esplode un clamore che cresce fino<br />
alla montagnola del nostro martirio.<br />
Lo sentiamo partire dal cuore del paese e<br />
risalire la strada che abbiamo già percorsa.<br />
Urla ed insulti, sputati con furia, si<br />
accavallano mescolandosi a gemiti e<br />
lamenti.<br />
Per due volte la confusione si acquieta,<br />
sostituita da mormorii indistinti e da frasi<br />
appena sussurrate.<br />
Un gruppo di persone sbuca all’inizio della<br />
salita mentre noi che pendiamo sulla croce<br />
aguzziamo la vista per cogliere i particolari.<br />
Vedo alcuni soldati romani, armati e lucenti<br />
nei corpetti metallici; circondano due uomini<br />
che trascinano a stento un pesante croce..<br />
Aguzzo lo sguardo e mi accorgo che, in<br />
effetti, solo uno dei prigionieri sostiene il<br />
grave fardello.<br />
L’altro riesce a mala pena ad avanzare,<br />
strusciando i piedi nel terreno.<br />
Più alto della media, rivestito di una tunica<br />
rossa.<br />
Riesco a distinguerne il volto, martoriato di<br />
sangue e di sporcizia.
Anche la veste è macchiata dagli stessi<br />
umori, imbrattata di terra per le frequenti<br />
cadute.<br />
Sono seguiti da una moltitudine di persone;<br />
si direbbe che tutta Gerusalemme si sia data<br />
appuntamento qua, sul Golgota.<br />
La croce viene deposta al suolo e su essa<br />
prendono ad inchiodare l’uomo alto, mentre<br />
il suo aiutante viene spintonato lontano.<br />
Sto subendo lo stesso tormento, ciò<br />
nonostante provo una pietà immensa per il<br />
povero essere cui vengono frantumati mani<br />
e piedi dai terribili chiodi che, trafiggendolo,<br />
lo fanno tutt’uno col legno .<br />
Mi accorgo di piangere; affratellato alla<br />
vittima , davanti a tanta crudeltà.<br />
Sollevano la croce col suo carico umano; un<br />
lungo gemito esce dalle labbra di quel volto<br />
sfigurato dalla sofferenza.<br />
Giro la testa verso di lui e scopro che lo<br />
hanno coronato di spine; un cerchio<br />
spietato, i cui aculei penetrano<br />
profondamente nella pelle, rendendo<br />
doloroso qualunque movimento del capo.<br />
Quando riapre gli occhi e sembra ritrovare<br />
lucidità, gli domando: “ Chi sei? Perché ti<br />
hanno condannato? Per quale motivo si<br />
accaniscono su di te oltre misura?”<br />
La voce che mi risponde è quasi un rantolo:<br />
“ Sono Gesù di Nazaret, della stirpe di<br />
David. Mi hanno inchiodato su questo legno<br />
perché gli uomini sono ciechi e non vogliono<br />
accettare la verità.”<br />
“ Quale verità?” gli chiedo, cercando di<br />
chiarire la risposta per me incomprensibile.<br />
Lui, con voce più ferma, mi dice: “ Io sono il<br />
figlio di Dio, sono colui che voi chiamate il<br />
Messia; sono l’Unto del Signore. Un giorno<br />
altri mi chiameranno il Cristo.”<br />
Resto senza parole.<br />
Le sue risposte mi hanno sconvolto.<br />
Forse il pover’uomo, schiantato dalle<br />
sofferenze, ha perso il senno.<br />
Un muro di silenzio ci separa a lungo.<br />
Sotto di noi si è raccolto un gruppetto: ci<br />
sono tre donne ed un giovane , poco più di<br />
un adolescente.<br />
Piangono silenziosamente.<br />
La più anziana, credo sia la madre di Gesù,<br />
pur straziata, cerca di consolare gli altri.<br />
In tanta disperazione, riesce a trovare la<br />
forza di fare una carezza al ragazzo, di<br />
asciugare il pianto delle compagne.<br />
Mi accorgo che l’uomo al mio fianco ha<br />
ripreso a parlare a bassa voce.<br />
Mi storco il collo per riuscire ad osservarlo<br />
meglio.<br />
Ha gli occhi chiusi ma le labbra si muovono<br />
senza pausa.<br />
Percepisco le sue frasi: si rivolge a Dio e lo<br />
chiama Padre, mostrando amore e<br />
familiarità.<br />
15<br />
Non è una preghiera, è un dialogo intimo,<br />
saturo di confidenza<br />
Non posso intendere le risposte ma tutta la<br />
scena che osservo è reale, quanto la mia<br />
crocifissione.<br />
Sono indotto a ricordare le lunghe<br />
conversazioni che avevo con mio padre,<br />
quando, ancora ragazzo ascoltavo i suoi<br />
consigli e, per ore, godevamo della<br />
reciproca compagnia.<br />
Gesù d’un tratto sorride, poi china la testa e<br />
sussurra: “ Non la mia, ma la tua volontà.”<br />
Mi sento smarrito, profondamente turbato.<br />
Quest’uomo non è, non può essere pazzo;<br />
ho assistito ad un vero colloquio non al<br />
delirio di un moribondo.<br />
Che sia veramente il figlio di Dio?<br />
Anche Karem lo ha ascoltato, traendo le mie<br />
stesse conclusioni.<br />
Furioso gli urla: “ Se sei davvero l’unigenito<br />
di Dio, scendi dalla croce e salvati.”<br />
Gli rispondo: “ Taci, scellerato.”<br />
Poi, rivolto a Gesù, riprendo: “ Mio Signore,<br />
credo in te. Perdona il male commesso.<br />
Metto ai tuoi piedi la mia anima pentita.”<br />
Con fatica cerca di aprire gli occhi , poi dice:<br />
“ Sei perdonato ed oggi stesso sarai con me,<br />
nel regno del Padre.”<br />
Passano le ore e le guardie infliggono nuovi,<br />
crudeli tormenti al Nazareno.<br />
La posizione del sole indica che siamo ben<br />
oltre mezzogiorno.<br />
Gesù urla: “ Padre, Padre perché mi hai<br />
abbandonato?”, il capo gli ricade sul petto.<br />
E’ morto.<br />
Le donne, che non si sono mai allontanate,<br />
ululano la loro pena, mentre il disco del sole<br />
si scurisce sempre più.<br />
Buio totale.<br />
Siamo avvolti nel buio.<br />
E’ scomparso il Golgota e con lui<br />
Gerusalemme e con lei il mondo intero.<br />
I miei occhi versano lacrime che non posso<br />
frenare.<br />
Sento un romano che mormora: “ Allora<br />
costui era veramente il figlio di Dio.”<br />
Dopo un tempo che sembra infinito, la luce<br />
riprende il sopravvento sulle tenebre.<br />
Trafelato un uomo corre, inerpicandosi fino<br />
a noi; ha gli occhi sbarrati e grida: “ Il velo<br />
del tempio si è squarciato.”<br />
La mia anima esulta!<br />
Ho le prove di quanto pensavo.<br />
Gesù, il Cristo è l’unico, il vero figlio di Dio.<br />
Perché il Padre lo ha lasciato morire così?<br />
Non lo so e non voglio saperlo.<br />
Sono troppo piccolo e malvagio per<br />
permettermi di indagare sui motivi di questo<br />
abbandono.<br />
Mi sento orfano; oggi ho conosciuto il Messia<br />
ed, in poche ore, lo ho perduto.<br />
Alcuni aguzzini si stanno avvicinando,<br />
portano in mano delle pesanti mazze.
16<br />
Mi colpiranno i ginocchi, spezzandomi le<br />
ossa.<br />
Fanno questo per affrettare la mia morte.<br />
La nostra Pasqua, la Pasqua ebraica è<br />
vicina.<br />
E’ la festa più importante per il popolo dei<br />
figli d’Israele.<br />
Non possono lasciare i corpi di tre condan-<br />
nati appesi alle croci ad intristire un giorno<br />
di gioia e di baldoria.<br />
Sono lacerato dai colpi.<br />
Le forze mi stanno abbandonando e so che<br />
presto perderò i sensi e con essi la vita.<br />
Trovo ancora un briciolo di fiato per<br />
pregare: “ Gesù, fratello, con fiducia rimetto<br />
a te la mia anima.”<br />
è un service del <strong>Club</strong> al pari degli altri attuati di anno in anno. Fra le sue componenti una delle più importanti<br />
è la rubrica LA VOCE DEI LIONS. Essa contiene gli elaborati e le foto che i soci fanno pervenire all’addetto<br />
stampa. Non mancate di “far sentire la vostra voce”, è un diritto-dovere di ogni lion e contribuisce<br />
all’arricchimento della pubblicazione.<br />
________________________________________________________<br />
Porto Azzurro, anno <strong>2008</strong>. Il <strong>Club</strong> ha effettuato un intervento per contribuire alla realizzazione della<br />
sala musica nella Casa di Reclusione di Porto Azzurro. L’opera è stata eseguita<br />
gratuitamente dagli addetti della ditta ITALIMPIANTI GROUP Srl della quale è<br />
titolare l’ex leo Marco Musella.<br />
Riportiamo di seguito la proposta della Italimpianti e la lettera di<br />
ringraziamento del Direttore del penitenziario Dr. Carlo Mazzerbo.
LIBRI.<br />
SCOGLIO D’AFRICA E’ il titolo dell’ultimo libro scritto dal lion Dr. Luciano Gelli con la direzione artistica<br />
dell’arch. Leonello Balestrini. Il volume è stato presentato Domenica 14 Settembre<br />
al Caffè Roma di Portoferraio. Vale veramente la pena di essere letto con<br />
attenzione e non può mancare nella libreria di un buon elbano.<br />
INCARICO DI OFFICER DISTRETTUALE PER ENNIO CERVINI.<br />
Il lion Ennio Cervini (non è la prima volta) è entrato a far parte dell’organigramma del Distretto 108LA per<br />
l’anno sociale in corso. Questa volta riveste il ruolo di componente del Comitato d’Onore; ciò comporta per<br />
Ennio oneri ed onori e prestigio per il <strong>Club</strong>.<br />
SPORT<br />
Il lion Dr. Alberto Spinetti continua a conquistare vittorie nel duro sport dell’automobilismo “CHALLENGE<br />
4X4”. Nell’ultima pagina della rubrica “Chi parla di noi” riportiamo un ritaglio di giornale che menzione una<br />
delle sue prodezze.<br />
LAUREA<br />
17<br />
“Il linguaggio nel bambino sordo muto”, è il titolo della tesi<br />
sostenuta in lingua francese, relatrice Prof.ssa V. Fradet,<br />
da Giulia Bolano; con essa Giulia ha brillantemente<br />
conseguito, presso l’Università Carlo Bo di Firenze, la<br />
laurea in Scienze della Mediazione Linguistica: Interprete<br />
e Traduttore per Inglese e Francese.<br />
Anche il <strong>Club</strong> ne è orgoglioso e si congratula con Giulia e<br />
con i genitori lion Mario e Barbara.<br />
MATRIMONI<br />
E’ stata particolarmente ricca in quest’ultimo periodo l’agenda matrimoniale dei figli di nostri lions. Eccone in<br />
ordine cronologico le notizie accompagnate dai sinceri auguri del <strong>Club</strong>:<br />
Michele Castelvecchi ed Elisabetta Tiberi hanno celebrato le nozze l’11 Ottobre nella<br />
Cattedrale di Massa Marittima;<br />
Alessandro Solari ed Isabella Campitelli hanno scelto il Duomo di Portoferraio per le loro nozze<br />
celebrate l’8 Novembre;<br />
Stefano Meo ed Angela Moneta Turiano si sono uniti in matrimonio a Giardini Naxos il 10<br />
Dicembre.
18<br />
Anno Lionistico <strong>2008</strong> – <strong>2009</strong><br />
Presidente Mauro Antonini<br />
Past Presidente Paolo Cortini<br />
V. Presidente Luciano Gelli<br />
2° V. Presidente Giselda Perego<br />
Segretario Michele Cocco<br />
Tesoriere Luciano Ricci<br />
Cerimoniere Marcello Bargellini<br />
Censore Mauro Solari<br />
Consiglieri: Antonio Arrighi<br />
Giorgio Barsotti<br />
Mario Bolano<br />
Ennio Cervini<br />
Antonella Giuzio<br />
Corrado La Rosa<br />
Addetto stampa Vittorio G. Falanca<br />
Leo advisor Umberto Innocenti<br />
Comitato Soci:<br />
Presidente Giuliano Meo<br />
Membro Antonio Bracali<br />
“ Paolo Menno<br />
Probi Viri Corrado La Rosa<br />
Maurizio Mazzei
Riportiamo l’elenco dei Soci Fondatori che compare sulla CHARTER esposta nella hall<br />
dell’Hotel Airone, sede sociale, ed i nominativi dei Presidenti che si sono succeduti alla guida<br />
del <strong>Club</strong> dal momento della fondazione, sponsorizzata nel 1968 dal L.C. di Piombino, ad oggi:<br />
Soci Fondatori Presidenti<br />
Mario Ballini 1968-69 Antonio Rossi<br />
Giorgio Barsotti 1969-70 Giorgio Libotte<br />
Giuseppe Bensa 1970-71 Giorgio Barsotti ZC 73-74, RC 77-78<br />
Antonio Bracali DO 92-93, 96-97<br />
Luigi Burelli 1971-72 Piero Cambi<br />
Piero Cambi 1972-73 Corrado La Rosa ZC 79-80, RC 80-81<br />
Luigi Cavalca 1973-74 Gilberto Martorella<br />
Goffredo Costa 1974-75 Elio Niccolai ZC 76-77,DO 98-99, MJF<br />
Dario Gasperini 1975-76 Antonio Bracali ZC 96-97<br />
Corrado La Rosa 1976-77 Boris Procchieschi<br />
Giorgio Libotte 1977-78 Luigi Burelli<br />
Felice Martino 1978-79 Dario Gasperini MJF<br />
Gilberto Martorella 1979-80 Giancarlo Castelvecchi<br />
Giovanni Navarria 1980-81 Giuseppe Danesi<br />
Elio Niccolai 1981-82 Franco Tamberi<br />
Giancarlo Pacini 1982-83 Giorgio Barsotti 2 a presidenza<br />
Giancarlo Polzinetti 1983-84 Elvio Bolano<br />
Boris Procchieschi 1984-85 Filippo Angilella ZC 85-86, RC 91-92<br />
Antonio Rossi DO 98-99<br />
Giorgio Selvaggi 1985-86 Giorgio Danesi<br />
1986-87 Luciano Gelli<br />
1987-88 Luigi Maroni ZC 90-91<br />
1988-89 Roberto Montagnani<br />
1989-90 Luciano Gelli 2 a presidenza<br />
1990-91 Vinicio Della Lucia<br />
1991-92 Corrado La Rosa 2 a presidenza<br />
1992-93 Leonello Balestrini<br />
1993-94 Vittorio G. Falanca<br />
1994-95 Luca Bartolini<br />
1995-96 Ennio Cervini DO 04-05, 05-06, 08-09<br />
1996-97 Lucio Rizzo<br />
1997-98 Tiberio Pangia<br />
1998-99 Carlo Michelini di S. Martino<br />
1999-00 Alberto Tognoni ZC 01-02, DO 02-03<br />
2000-01 Alessandro Gasperini<br />
2001-02 Mario Bolano<br />
2002-03 Paolo Menno<br />
2003-04 Maurizio Baldacchino<br />
2004-05 Alessandro Massarelli DO 06-07, 07-08<br />
2005-06 Umberto Innocenti<br />
2006-07 Roberto Marini<br />
2007-08 Paolo Cortini<br />
<strong>2008</strong>-09 Mauro Antonini<br />
19
20<br />
Elenco delle personalità che, a norma di regolamento, sono state<br />
insignite della Targa <strong>Lions</strong>.<br />
1972-73 GIUSEPPE CACCIO’<br />
Pioniere del turismo all’Elba<br />
1973-74 RAFFAELLO BRIGNETTI<br />
Scrittore elbano, socio onorario del <strong>Club</strong><br />
1974-75 CARLO GASPARRI<br />
1° elbano campione mondiale di pesca subacquea<br />
1975-76 MARIO BIGOTTI<br />
Presidente del Centro Internazionale di Studi Napoleonici<br />
1976-77 RENATO CIONI<br />
Cantante lirico elbano<br />
1979-80 CARLO DOMENICI<br />
Pittore<br />
1983-84 GASPARE BARBELLINI AMIDEI<br />
Scrittore giornalista elbano<br />
1987-88 MARCELLO PACINI<br />
Direttore della Fondazione Agnelli<br />
1989-90 RENZO MAZZARRI<br />
2° elbano campione mondiale di pesca subacquea<br />
1993-94 PIETRO PIETRI<br />
Direttore 1^ Clinica Chirurgica Università di Milano<br />
1998-99 MARIA LUISA TESTI CRISTIANI<br />
Docente Storia dell’Arte Università di Pisa<br />
1999-00 MICHELANGELO ZECCHINI<br />
Docente Archeologia Università di Pisa<br />
2004-05 MARCO MANTOVANI<br />
Imprenditore elbano.<br />
2006-07 GIORGIO FALETTI<br />
Attore, scrittore<br />
2007-08 GEORGE EDELMAN<br />
Musicista.
Il nostro gonfalone è l’originale consegnato al <strong>Club</strong> al momento della fondazione avvenuta nel<br />
1968. Esso è custodito dal cerimoniere che provvede ad esporlo adeguatamente ad ogni meeting<br />
ordinario o con ospiti.<br />
E’ costituito da un drappo di velluto viola con frangia dorata alla base su cui compaiono, oltre al<br />
simbolo LIONS INTERNATIONAL e alla scritta, anch’essa in caratteri dorati, LIONS CLUB ISOLA D’ELBA, i<br />
simboli di alcuni riconoscimenti elencati di seguito:<br />
a CHIAVE D’ARGENTO per la terza posizione ottenuta nella graduatoria per la raccolta di<br />
fondi a favore della lotta contro il diabete durante l’anno lionistico 1990-91, sotto la<br />
guida del Presidente Vinicio Della Lucia, nell’ambito del Distretto 108L che allora<br />
comprendeva Lazio, Sardegna, Toscana e Umbria;<br />
b medaglione per il venticinquesimo anno di esistenza, conferito al <strong>Club</strong> nel 1993;<br />
c medaglione LCIF Melvin Jones Fellowship;<br />
d medaglione per la costante contribuzione al servizio cani guida;<br />
e 100% MEMBER SUPPORT per il costante sostegno alla LCIF (<strong>Lions</strong> <strong>Club</strong>s International<br />
Foundation) che si occupa di immediati e mirati interventi in tutto il mondo laddove si<br />
verifichino calamità;<br />
f LEO CLUB SPONSOR per la sponsorizzazione del LEO CLUB ISOLA D’ELBA, fondato<br />
durante l’anno sociale 1994-95 sotto la presidenza di Luca Bartolini.<br />
g CAMPAGNA MANTENIMENTO SOCI: fregio ottenuto per l’anno 2005-06 con la<br />
presidenza di Umberto Innocenti.<br />
21
22<br />
40 a Chater Night I<br />
Giornata prevenzione diabete. Convegno sicurezza navigazione II<br />
Conferenza “Sviluppo servizi alla salute III<br />
“ “ , Festa Mezz’Estate IV<br />
“ “ V<br />
Quarantennale VI<br />
Charter, Festa Mezz’Estate VII<br />
Quarantennale VIII<br />
Nuovo guidoncino IX<br />
Sport: Alberto Spinetti X<br />
23
I I
III
VII
VIII