NOTIZIARIO n° 1 2008-2009 - Lions Club Isola d'Elba
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cui l’operazione si protrasse per un tempo<br />
che non saprei quantificare, ma che mi<br />
pareva un’eternità. E proprio quando<br />
finalmente l’imbarcazione fu sospesa al bigo<br />
e bracciata fuori bordo per essere<br />
ammainata a mare, giunsero segnali che<br />
Vladimiro Martorella e Michele Salvi , così si<br />
chiamavano i due bravi capoliveresi addetti<br />
all’ormeggio delle navi, erano riusciti sani e<br />
salvi a guadagnare a nuoto, nonostante<br />
fossero appesantiti dall’abbigliamento<br />
invernale, la riva distante oltre cento metri.<br />
L’autosalvataggio, di questo in effetti si era<br />
trattato, fu reso possibile dalla loro<br />
prestanza fisica, dall’abilità, dall’istinto di<br />
sopravvivenza, ma anche e soprattutto dalla<br />
scrupolosità loro e del caposervizio nell’osservare<br />
e far osservare una norma preventiva<br />
tanto importante quanto troppo spesso<br />
disattesa per spavalderia: quella di indossare,<br />
durante l’esecuzione di certe operazioni<br />
in mare, i giubbotti di salvataggio.<br />
Vale la pena, infine, di ricordare che<br />
allo stesso Capitano Muti toccò il triste<br />
compito di condurre questo glorioso vascello<br />
verso la sua ultima destinazione il 3 Gennaio<br />
1981 ad un cantiere di demolizione del porto<br />
di La Spezia.<br />
IANTD 1 Advanced Nitrox Instructor,<br />
Michele Cocco:<br />
Guida Ambientale Subacquea della<br />
Regione Toscana<br />
Ma l’attività subacquea non<br />
sarà pericolosa? Quante volte mi<br />
sono sentito rivolgere questa<br />
domanda un po’ ingenuamente<br />
all’inizio di un corso Open Water<br />
Diver da allievi preoccupati e<br />
soprattutto da loro genitori e parenti. A<br />
fronte di tali preoccupazioni noi, come tutti<br />
gli istruttori coscienti ed appassionati del<br />
proprio lavoro, ci siamo immediatamente<br />
prodigati in una serie di spiegazioni, tesi a<br />
tranquillizzare tali giustificate apprensioni.<br />
Ma quanti, tra i professionisti del settore,<br />
sono in grado di esprimere un parere documentato<br />
sull’argomento? La subacquea, è<br />
pericolosa? Domanda legittima quindi, alla<br />
quale cerchiamo di dare una risposta<br />
articolata.<br />
Per prima cosa, risulta abbastanza<br />
evidente che tale domanda in assoluto non<br />
ha senso. La subacquea è un’attività che<br />
presenta degli innegabili aspetti di rischio,<br />
così come avviene per qualunque attività<br />
umana, dagli scacchi al parapendio. In<br />
generale, l’esperienza insegna che, per la<br />
subacquea, ogni anno si registra un certo<br />
numero di incidenti, così come viene puntualmente<br />
riportato dai mass media, con<br />
esiti che possono andare dal normale banale<br />
trauma (ad es. caduta accidentale a bordo<br />
dell’imbarcazione) fino alla morte. Ciò è innegabile<br />
e documentato, come abbiamo<br />
detto. Ma basta questa comune percezione<br />
mediata da racconti di praticanti e mass<br />
media per definire la subacquea come una<br />
attività “rischiosa”? E se sì, quanto<br />
rischiosa?<br />
Un tentativo di dare una risposta oggettiva<br />
a questo interrogativo richiede l’ausilio<br />
di tecniche di statistica, al fine di calcolare la<br />
frequenza di infortunio della subacquea<br />
sportiva, comparando il dato con quello riferito<br />
ad altre pratiche sportive. Un esempio di<br />
tale comparazione ci deriva dalla tabella 1,<br />
ricavata da uno studio oramai famoso nell’ambiente<br />
dei professionisti della subacquea<br />
sportiva, e ripreso da varie fonti tra cui lo<br />
stesso DAN Europe. Da tale studio emergono<br />
evidenti alcuni aspetti, che riprenderemo<br />
anche in seguito, ma quello che salta<br />
immediatamente all’occhio è che l’incidenza<br />
di infortuni, cioè il numero degli infortuni in<br />
rapporto al numero dei praticanti, è per la<br />
subacquea di solo lo 0,04%, cioè di 4<br />
incidenti ogni 10.000 praticanti. Inoltre<br />
secondo tale rapporto, tali incidenti sono per<br />
lo più ascrivibili ad incidenti minori o<br />
indiretti, quali traumi da caduta su<br />
imbarcazioni, oppure barotraumi derivanti<br />
da una errata manovra di compensazione.<br />
Tale dato risulta estremamente basso se<br />
confrontato con l’incidenza di infortunio in<br />
altre attività sportive comuni quali calcio,<br />
basket, pallavolo, collocandosi addirittura al<br />
di sotto in tale classifica, di attività quali il<br />
nuoto ed il bowling.<br />
Sono attendibili queste statistiche? Da<br />
tale indagine ne emergerebbe quindi un<br />
livello di pericolosità della subacquea<br />
estremamente ridotto, talmente ridotto da<br />
risultare in contrasto con l’esperienza diretta<br />
________________________________<br />
1<br />
International Association of Nitrox and Trimix<br />
Divers