In nome della legge - Acido Politico
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ANNO III, NUMERO 21 - MARZO 2008<br />
Mensile universitario gratuito di politica, cultura e società
4<br />
Copertina<br />
Parola di<br />
De Magistris<br />
di Leonard Berberi<br />
6<br />
Milano<br />
<strong>In</strong>cognita<br />
Expo<br />
di Flavio Bini<br />
9<br />
Università<br />
Libera vita<br />
in libero Stato?<br />
di Giulia Oldani<br />
10<br />
Economia<br />
Conti pubblici<br />
(ed elettorali)<br />
di Dario Luciano Merlo<br />
11<br />
Europa<br />
Novantadue partiti.<br />
E non è l’Italia<br />
di Alessandro Casoli<br />
13<br />
Focus<br />
La questione pakistana<br />
infiamma il mondo<br />
di Daniela Balin e Marzia Lazzari<br />
15<br />
Mondo<br />
La paura <strong>della</strong><br />
dittatura di Dio<br />
di Stefania Carusi<br />
17 17<br />
Mondo<br />
Una densa nube<br />
sulle Olimpiadi<br />
di Matteo Manara<br />
18<br />
Analisi<br />
Mezzo litro<br />
di potere<br />
di Eugenio Gufo<br />
LE RUBRICHE<br />
1 Editoriale<br />
3 Altrainformazione<br />
3 Numeri<br />
12 Frammenti<br />
21 Pensieri & Parole<br />
24 <strong>In</strong>ternational<br />
27 Musica<br />
28 Cinema<br />
Cartoline dall’<strong>In</strong>ferno<br />
Cazzario<br />
Comitato di Garanzia<br />
Un comitato costituito da docenti <strong>della</strong> Facoltà<br />
di Scienze Politiche si è assunto - su richiesta<br />
<strong>della</strong> Direzione e <strong>della</strong> Redazione di “<strong>Acido</strong><br />
<strong>Politico</strong>” - il compito di garantire la libertà e la<br />
correttezza sul piano legale del contenuto del<br />
periodico, senza peraltro interferire sui suoi<br />
orientamenti e contenuti e senza pertanto<br />
garantirne in alcun modo la bontà. Il comitato è<br />
composto dai prof. Antonella Besussi,<br />
Francesco Camilletti, Ada Gigli Marchetti,<br />
Marco Leonardi, Lucia Musselli, Michele<br />
Salvati e Pietro Ichino, il quale assume, ai fini<br />
<strong>della</strong> <strong>legge</strong> sulla stampa, la funzione di<br />
direttore responsabile.<br />
MENSILE UNIVERSITARIO<br />
DI POLITICA, CULTURA E SOCIETÀ<br />
DIRETTO DA<br />
FLAVIO BINI<br />
LEONARD BERBERI<br />
IN REDAZIONE<br />
ANA VICTORIA ARRUABARRENA<br />
DANIELA BALIN<br />
LUCA SILVIO BATTELLO<br />
ANTONIO BISIGNANO<br />
ALESSANDRO CASOLI<br />
GIULIANA CATALANO<br />
LUCA CERIANI<br />
BENEDETTA DE MARTE<br />
ARMANDO DITO<br />
LUCA FONTANA<br />
MARCO FONTANA<br />
JACOPO GANDIN<br />
GABRIELE GIOVANNINI<br />
DANIELE KESHK<br />
MARZIA LAZZARI<br />
DARIO LUCIANO MERLO<br />
CLAUDIA ROBUSTELLI<br />
FRANCESCO RUSSO<br />
COLLABORATORI<br />
ILARIA ALESSIO<br />
MARCO ANDRIOLA<br />
MIRKO ANNUNZIATA<br />
DANILO APRIGLIANO<br />
YASSIN BARADAI<br />
PIETRO BESOZZI<br />
MARCO BRUNA<br />
FRANCESCO CACCHIOLI<br />
ALESSANDRO CAPELLI<br />
STEFANIA CARUSI<br />
ROSA ANNA CASALINO<br />
ALESSANDRO CHIATTO<br />
SIMONE GIOVANNI COLOMBO<br />
GIULIA LAURA FERRARI<br />
MATTEO FORCINITI<br />
ANDREA FUMAGALLI<br />
STEFANO GASPARRI<br />
EUGENIO GUFO<br />
CHIARA JACINI<br />
VALENTINA LOPEZ<br />
HAYDEE LONGO<br />
MATTEO MANARA<br />
GIULIA OLDANI<br />
DEBORA PIGNOTTI<br />
LAURA TAVECCHIO<br />
IMPAGINAZIONE & GRAFICA<br />
LEONARD BERBERI<br />
VIGNETTE<br />
FLAMINIA SPARACINO<br />
CONTATTI<br />
redazione@acidopolitico.com<br />
SITO WEB<br />
www.acidopolitico.com<br />
WEBMASTER<br />
ALESSANDRO LEOZAPPA<br />
STAMPA<br />
“Zetagraf Snc”<br />
Via Pomezia, 12 - Milano<br />
Stampato con il contributo<br />
derivante dai fondi previsti dalla<br />
Legge n. 429 del 3 Agosto 1985<br />
Registrato al Tribunale di Milano,<br />
n. 713 del 21 novembre 2006<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
PIETRO ICHINO<br />
Numero chiuso il 3 marzo 2008
EDITORIALE<br />
Due leggi da<br />
cambiare subito<br />
Q<br />
uesta rivista si è soffermata sempre più spesso<br />
sulle problematiche degli immigrati. Lo<br />
facciamo anche questa volta, ma da un osservatorio<br />
“privilegiato”, quello di uno straniero:<br />
io. Tale sono per questo Paese e lo rimarrò<br />
per ancora molto tempo. Come se quattordici anni non<br />
fossero sufficienti a fare di un bambino venuto dall’Albania<br />
un cittadino italiano a tutti gli effetti.<br />
Il rapporto che si instaura tra lo Stato italiano ed un<br />
immigrato si fonda essenzialmente su<br />
due leggi: una, la Bossi-Fini, stabilisce i<br />
requisiti per soggiornare legalmente<br />
nel Paese; l’altra, ferma al 1992, quelli<br />
per l’acquisizione <strong>della</strong> cittadinanza.<br />
Servirebbe un numero intero di questo<br />
mensile per raccontare le aberrazioni<br />
conseguenti alla loro applicazione.<br />
Per non parlare delle palesi violazioni<br />
delle Convenzioni internazionali (e<br />
quindi sovraordinate rispetto alle leggi<br />
dello Stato, così come stabilito dall’art.<br />
10 <strong>della</strong> Costituzione). Mi basta ricordare<br />
ai lettori che la “Bossi-Fini” stabilisce<br />
in venti il numero di giorni massimo<br />
per il rilascio del permesso di soggiorno. Nella realtà,<br />
oltre il 70% delle richieste attende ancora un esito e la<br />
media di chiusura <strong>della</strong> pratica si aggira sui nove mesi<br />
(270 giorni, ovvero tredici volte e mezzo il limite).<br />
La stessa <strong>legge</strong> stabilisce che lo straniero può richiedere<br />
il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno se lavora e<br />
se produce reddito tale da mantenere se stesso e - eventualmente<br />
- la famiglia. Ma se dovesse chiedere il rinnovo<br />
ed allo stesso tempo fosse disoccupato da sei mesi (dal<br />
momento <strong>della</strong> richiesta), il Ministero dell’<strong>In</strong>terno rifiuta<br />
la richiesta, condannando l’immigrato all’illegalità oppu-<br />
di Leonard Berberi<br />
«Una disposizione<br />
<strong>della</strong> Legge “Bossi-<br />
Fini” è in palese<br />
violazione <strong>della</strong><br />
Convenzione 143/75<br />
dell’Organizzazione<br />
<strong>In</strong>ternazionale del<br />
Lavoro»<br />
re a tornare al suo paese. Disposizione, questa, in palese<br />
violazione <strong>della</strong> Convenzione n. 143/75 dell’Organizzazione<br />
<strong>In</strong>ternazionale del Lavoro (agenzia delle Nazioni<br />
Unite), la quale impedisce espressamente che la perdita<br />
del posto di lavoro possa comportare l’automatica perdita<br />
del permesso di soggiorno.<br />
Lo stesso principio “economico” che sta alla base del<br />
rilascio e del rinnovo del permesso di soggiorno lo si trova<br />
anche nei requisiti essenziali per richiedere la naturalizzazione<br />
italiana. La <strong>legge</strong> è del 1992 e<br />
chiede all’immigrato – che abbia compiuto<br />
la maggiore età e che abbia trascorso<br />
gli ultimi dieci anni in Italia – un<br />
reddito minimo conseguito nei tre anni<br />
antecedenti la richiesta.<br />
Una <strong>legge</strong>, questa, che oltre a colpire<br />
gli immigrati <strong>della</strong> “generazione di<br />
mezzo” (coloro che nascono nei rispettivi<br />
paesi d’origine, ma che giungono<br />
nel Belpaese verso i nove anni), trasmette<br />
un messaggio negativo: si diventa<br />
membro del tessuto sociale se<br />
lavori, quindi se paghi le tasse.<br />
Così, appartenendo alla “generazione<br />
di mezzo” avrei dovuto decidere: abbandonare gli studi<br />
in funzione <strong>della</strong> cittadinanza oppure proseguire la formazione<br />
intellettuale. Ritardando – evidentemente – l’ingresso<br />
a pieno titolo nella società italiana. Condannando<br />
me stesso all’insicurezza che deriva dal dover rinnovare<br />
ogni due anni il permesso di soggiorno.<br />
Che io mi senta italiano non importa a nessuno. Che<br />
nella mia stessa situazione ci siano altre decine di migliaia<br />
di ragazzi stranieri e perfettamente integrati in<br />
questo Paese non rappresenta una questione sociale da<br />
segue a pagina 21
Vicini, ma lontani<br />
Due stati che confinano, ma in<br />
pessimi rapporti. Anche diplomatici.<br />
Tanto che, per quei turisti<br />
che dovessero recarsi in Libano,<br />
l’ambasciata informa che<br />
«un eventuale timbro Israeliano<br />
sul passaporto impedisce il<br />
rilascio del visto, ed annullerà il<br />
visto già ottenuto ed impedirà<br />
anche l’ingresso in Libano».<br />
Youtube<br />
Se vi state chiedendo che fine<br />
hanno fatto i vostri video preferiti<br />
(vedi alla voce: “Griffin”, ndr)<br />
e perché non li trovate sulla piattaforma<br />
Youtube, la spiegazione<br />
non può che essere negativa: dopo<br />
mesi di ripetute violazioni del<br />
diritto d’autore, la 20th Century<br />
Fox ha chiesto - ed ottenuto - la<br />
cancellazione di tutti i files video<br />
relativi ai cartoni animati.<br />
CONTRO-MANIFESTO<br />
A LT R A I N F O R M A Z I O N E<br />
AVVISO AI NAVIGANTI<br />
Più che un sito è un database che raccoglie tutti gli<br />
incidenti aerei dal 1943 ad oggi. Alla pagina http://<br />
aviation-safety.net potete trovare luogo, data, causa<br />
e numero di feriti/morti di ogni incidente registrato<br />
presso gli archivi nazionali ed internazionali.<br />
Così, l’anno passato, sono stati 750 i passeggeri<br />
deceduti in conseguenza degli incidenti aerei (26).<br />
L’anno prima è andata peggio, con 888 morti (27<br />
incidenti) ed il 2005 con 1.059 (35).<br />
L’anno più disastroso - stando alle statistiche del<br />
sito - è stato il 1972 con i suoi 2.374 morti e 71 incidenti<br />
d’aereo.<br />
http://aviation-safety.net/index.php<br />
Già nelle elezioni del 2006, molti siti ed innumerevoli blog avevano iniziato una sorta<br />
di contro-campagna elettorale modificando, trasformando e - in alcuni casi - stravolgendo<br />
il senso dei messaggi recati nei mega-cartelloni <strong>della</strong> pubblicità elettorale (i cosiddetti<br />
6x3). Anche per le prossime elezioni in molti si sono sbizzarriti. I poster elettorali,<br />
raccolti dal sito repubblica.it, risultano un concentrato di satira politica. Nella<br />
foto in alto, un Berlusconi in versione “300” (il film) urla una sua tipica esclamazione<br />
NUMERI<br />
61<br />
I miliardi di e-mail scambiate<br />
ogni giorno in tutto<br />
il mondo<br />
(fonte: La Stampa)<br />
90<br />
La percentuale di e-mail<br />
considerate “spam” dagli<br />
utenti di internet<br />
(fonte: La Stampa)<br />
62<br />
La percentuale di italiani<br />
che nel 2007 non hanno<br />
letto libri<br />
(fonte: Mondadori)<br />
15<br />
La percentuale di italiani<br />
che nel 2007 hanno letto<br />
uno o al massimo due<br />
libri (fonte: Mondadori)<br />
7.000.000<br />
I volumi ospitati nella<br />
Biblioteca nazionale centrale<br />
(fonte: La Stampa)<br />
2,3<br />
L’aumento percentuale<br />
di vendite dei libri previsto<br />
nel 2008 (fonte: Global<br />
Entertainment and Media Outlook)<br />
10,6<br />
L’aumento percentuale<br />
di vendite di videogames<br />
previsto nel 2008<br />
(fonte: GEMO)<br />
www.acidopolitico.com / redazione@acidopolitico.com a cura di Leonard Berberi
C O P E RT I N A<br />
Colloquio con il magistrato che si<br />
batte contro il crimine organizzato e i<br />
politici - locali e nazionali - collusi.<br />
Senza risparmiare la Giustizia<br />
calabrese dove - confessa - «parte<br />
non marginale <strong>della</strong> Magistratura<br />
rappresenta linfa vitale per il<br />
consolidamento <strong>della</strong> malavita»<br />
MILANO – Nella seconda metà dell’anno<br />
passato è stato uno dei protagonisti<br />
indiscussi del panorama politico ed istituzionale<br />
italiano. Nato a Napoli quarantuno<br />
anni fa, Luigi De Magistris (foto a destra,<br />
ndr) è sostituto procuratore presso il<br />
Tribunale di Catanzaro «sino a quando –<br />
dice il PM – la decisione (di trasferimento,<br />
ndr) del CSM non diverrà esecutiva». Eh<br />
già, perché con le sue inchieste, pare che<br />
questo defensor civis abbia dato fastidio a<br />
politici, malavitosi e amministratori <strong>della</strong><br />
Giustizia poco avvezzi alla legalità.<br />
Nomi come “Poseidon”, “Why Not” e<br />
“Toghe lucane” sono entrati nel vocabolario<br />
quotidiano <strong>della</strong> carta stampata e delle<br />
televisioni. Identificano le tre più importanti<br />
inchieste del PM. Tra queste, “Why<br />
Not” rappresenta la svolta: in seguito ad<br />
una fuga di notizie gestita con tempistica<br />
sospetta da alcuni organi d’informazione,<br />
venne fuori che il Guardasigilli, Clemente<br />
Mastella, risultava iscritto nel registro<br />
degli indagati. L’ex ministro <strong>della</strong> Giustizia,<br />
invece di rimettere il mandato, ha<br />
preferito inviare gli ispettori per poi chiedere<br />
al Consiglio Superiore <strong>della</strong> Magistratura<br />
il trasferimento del PM in seguito<br />
alle «gravi anomali rilevate». Il 18 gennaio<br />
scorso, il CSM ha disposto il suo<br />
trasferimento.<br />
***<br />
Dott. De Magistris, dopo quello che è<br />
di Leonard Berberi<br />
successo, crede ancora nella Giustizia?<br />
Certo, ho fiducia, la lotta per la Giustizia<br />
è, storicamente, piena di ostacoli.<br />
Quale sorte è toccata alle indagini condotte<br />
da lei?<br />
Immagino si riferisce alle due illegalmente<br />
sottrattemi. Non lo so, non dovrebbe<br />
chiederlo a me. Per il resto continuo a<br />
fare il PM, sino a quando la decisione del<br />
CSM non diverrà esecutiva.<br />
S’è fatto un’idea su quanto avvenuto<br />
nell’ultimo anno alle inchieste?<br />
Ovviamente, ho le idee molto chiare, ma<br />
non posso, in questo momento, illustrarle<br />
pubblicamente.<br />
Noi abbiamo un teorema: mettendo<br />
insieme le soffiate del “Velino”, di<br />
“Libero” e di “Radio Carcere” l’unico<br />
obiettivo risultava quello di “bruciare”<br />
l’inchiesta. <strong>In</strong> pratica le anticipazioni<br />
sarebbero servite ad inserire i politici<br />
eccellenti (Prodi e Mastella), ad indebolire<br />
sotto il profilo giuridico il lavoro<br />
suo attraverso la “fuga di notizie”, facendo<br />
intervenire gli ispettori del Guardasigilli.<br />
Una volta che l’attenzione si sarebbe<br />
spostata dagli atti a chi seguiva l’inchiesta<br />
- cioè lei - e a chi risultava indagato<br />
(il premier ed il leader dell’Udeur),<br />
i veri mandanti avrebbero potuto pren-
dere fiato, riordinarsi le idee e procedere<br />
con la controffensiva, grazie anche ad<br />
appoggi interni alla Procura. <strong>In</strong>somma, i<br />
politici sono stati solo delle pedine. Le<br />
sembra una ricostruzione verosimile?<br />
Fatti ed idee li ho esposti all’autorità<br />
giudiziaria competente (gli atti dell’audizione<br />
del PM al CSM sono stati secretati,<br />
ndr). Mi fa piacere che ci sia un ragionamento<br />
anche da parte dei mass-media su<br />
quello di così grave che è accaduto.<br />
Che ruolo ha avuto l’informazione<br />
nelle inchieste giudiziarie degli ultimi<br />
anni?<br />
Luci ed ombre, come sempre. Anche<br />
settori dell’informazione, certo non marginali,<br />
non sono liberi ed indipendenti.<br />
Bisogna far sì che non spengano le luci,<br />
tenuto anche conto <strong>della</strong> crisi energetica.<br />
Man mano che all’inchiesta si aggiungevano<br />
nomi eccellenti, non ha mai avuto<br />
paura? Mai assalito dal timore di aver<br />
sbagliato qualcosa?<br />
Paura mai. Il dubbio di sbagliare vi è<br />
sempre, nelle inchieste più delicate, come<br />
in quelle cd. ordinarie. Fa parte del mestiere<br />
di magistrato.<br />
Le viene rinfacciato - soprattutto in<br />
ambienti giudiziari - di aver esagerato<br />
con le interviste su carta stampata e televisione…<br />
Se analizza i miei circa 15 anni di professione,<br />
all’interno dei quali si vedrà che<br />
mi sono sempre occupato di inchieste<br />
molto delicate che hanno anche avuto<br />
grande risonanza pubblica, ho rilasciato<br />
interviste, in particolare, solo negli ultimi<br />
mesi, quando sono accaduti fatti gravissimi<br />
che non potevano essere sottaciuti<br />
all’opinione pubblica, popolo italiano nel<br />
<strong>nome</strong> del quale si amministra la Giustizia.<br />
Ho esercitato un dovere, più che un<br />
diritto. Stava maturando qualcosa di irreparabile<br />
e pochi avevano compreso. Credo<br />
che adesso le idee siano un po’ più<br />
chiare a tutti. Chi vivrà vedrà…<br />
Se avesse la possibilità di tornare indietro,<br />
si comporterebbe allo stesso modo<br />
o cambierebbe qualcosa?<br />
Penso di sì. Poi a me piace guardare<br />
avanti, non indietro.<br />
Dott. De Magistris, si è mai sentito<br />
solo in questi mesi?<br />
Sì, soprattutto nell’ambiente giudiziario.<br />
Quanto è forte la triade “politica – affari<br />
– illegalità”? Quali le responsabilità<br />
<strong>della</strong> classe dirigente di questo paese, a<br />
prescindere dal colore politico?<br />
L’illegalità è penetrata, in modo profon-<br />
L’ex Guardasigilli, Clemente Mastella<br />
do, nella politica e nelle istituzioni. La<br />
meta degli affari e del potere ha sostituito,<br />
in molti, il perseguimento del bene pubblico.<br />
La responsabilità <strong>della</strong> classe dirigente<br />
è immane se si guarda al declino<br />
dell’Italia.<br />
E noi, la società civile, dove abbiamo<br />
sbagliato e dove sbagliamo ancora?<br />
Credo che la società civile deve ritornare<br />
protagonista. Dal basso deve nascere<br />
una “rete” di resistenza democratica in<br />
grado di svegliare le coscienze assopite e<br />
pensare a costruire il governo futuro del<br />
Paese. Non lasciamo che distruggano<br />
definitivamente l’Italia, le Istituzioni e la<br />
Costituzione Repubblicana.<br />
“Forse il fatto di non avere visto morire<br />
dei propri colleghi fra i magistrati e gli<br />
investigatori, non ha dato ad una certa<br />
parte delle strutture giudiziarie calabresi<br />
«Ho rilasciato interviste<br />
solo negli ultimi mesi,<br />
quando sono accaduti<br />
fatti gravissimi che<br />
non potevano essere<br />
sottaciuti al popolo<br />
italiano nel <strong>nome</strong> del<br />
quale si amministra la<br />
Giustizia»<br />
C O P E RT I N A<br />
quella tensione morale e quel senso <strong>della</strong><br />
separatezza e dell’indipendenza dalla<br />
politica e dagli interesse di parte, che<br />
altri uffici giudiziari siciliani hanno<br />
saputo darsi e mantenere, dopo le stragi<br />
del ‘92”. Queste sono le parole del dott.<br />
Gioacchino Genchi, suo consulente nelle<br />
inchieste calabresi. Secondo lei corrisponde<br />
al vero?<br />
L’analisi del dr. Genchi, come sempre, è<br />
lucida e condivisibile.<br />
Secondo me la situazione in Calabria è<br />
ancora più complessa e, purtroppo, parte,<br />
anche non marginale, <strong>della</strong> Magistratura<br />
rappresenta linfa vitale – con le sue condotte<br />
commissive e/o omissive - per il<br />
consolidamento <strong>della</strong> criminalità organizzata.<br />
Siamo abituati a pensare alle Procure<br />
<strong>della</strong> Repubblica come a luoghi dove<br />
tutti gli “amministratori <strong>della</strong> Giustizia”<br />
lavorano insieme, magari in perfetta<br />
armonia. Negli ultimi tempi – basti pensare<br />
al caso <strong>della</strong> dott.ssa Forleo a Milano<br />
– tali luoghi hanno assunto le sembianze<br />
di una vasca piena di pescecani. È<br />
una descrizione che si sente di condividere?<br />
Non mi piace la similitudine con gli<br />
animali, avendo io un grande amore per<br />
la natura e, poi, i pescecani, tra di loro,<br />
non si aggrediscono, ma vivono in armonia.<br />
Non vi è dubbio che, in questo momento<br />
storico, la magistratura non è compatta,<br />
speriamo che sia un “conflitto interno”<br />
che porti a migliorarla e non a sancirne<br />
l’“autodistruzione”.<br />
Quali sono i mali che affliggono la<br />
Giustizia italiana?<br />
Sono tanti. Carenza di mezzi e risorse.<br />
Legislazione inadeguata, ma anche un’affievolimento<br />
<strong>della</strong> tensione morale tra i<br />
magistrati che, certe volte, è in grado,<br />
invece, di far raggiungere risultati impensabili,<br />
anche in condizioni proibitive.<br />
Dott. De Magistris, pensa che un giorno<br />
il Sud Italia si libererà del peso delle<br />
associazioni a delinquere?<br />
Ci vuole una rivoluzione culturale, delle<br />
coscienze e dei cuori.<br />
Se dovesse guardare al futuro di questo<br />
Paese, lei si sentirebbe ottimista?<br />
Sempre. Che ognuno faccia il suo e soprattutto<br />
tragga un bilancio, la sera, quando<br />
ci si guarda allo specchio, prima di<br />
addormentarsi. Non bisogna avere paura,<br />
ma essere protagonisti del cambiamento,<br />
per l’interesse <strong>della</strong> collettività e del prossimo.<br />
redazione@acidopolitico.com
M I L A N O<br />
Raccoglie consensi da destra a sinistra.<br />
Prefigura decine di migliaia di nuovi posti<br />
di lavoro e ingenti risorse economiche<br />
riservate allo sviluppo <strong>della</strong> città. Ma dietro<br />
lo scintillio dei progetti e delle cifre da<br />
capogiro il comitato no-Expo solleva alcune<br />
obiezioni<br />
MILANO - 4,1 miliardi di euro di finanziamenti<br />
previsti e un volume di<br />
affari complessivo che potrebbe superare<br />
ampiamente la soglia dei 30. A<br />
poche settimane dalle decisione finale<br />
dei membri del BIE (Boureau <strong>In</strong>ternational<br />
des Expositions), l’organo incaricato<br />
di decidere chi tra Milano e Smirne<br />
dovrà ospitare l’esposizione mondiale<br />
nel 2015, sono davvero in pochi a<br />
mettere in discussione l’opportunità<br />
del successo di questa candidatura.<br />
di Flavio Bini<br />
Salutata da tutto il ventaglio politico<br />
come l’occasione da non farsi sfuggire<br />
per non perdere quel treno di modernizzazione<br />
chiamato in causa da entrambi<br />
gli schieramenti, la scelta di<br />
Milano trova oggi nel solo comitato<br />
no-expo l’unico attore veramente critico<br />
di fronte a questa possibilità.<br />
Non è certo una stagione facile per il<br />
popolo dei “no”, abbandonati persino<br />
dal principale partito di centrosinistra<br />
che, riaffermando l’“Ambientalismo<br />
del fare”, sembra aver tagliato i ponti<br />
una volta per tutte con questi ultimi.<br />
Dunque, la battaglia politica di chi si fa<br />
promotrice invece di uno sviluppo sostenibile,<br />
diverso, si fa sempre più dura.<br />
Il dossier preparato dal comitato noexpo,<br />
e consegnato direttamente al segretario<br />
generale del BIE Vicente Gonzalez<br />
Loscertales il 4 febbraio scorso,<br />
mette in evidenza le criticità che il progetto<br />
Expo può sollevare e che raramente<br />
sono emerse nel dibattito politico<br />
locale e nazionale nel corso di questi<br />
mesi.<br />
Il documento avanza innanzitutto il<br />
sospetto che all’ombra di un beneficio<br />
sventolato come indiscriminato per la<br />
popolazione tutta vi sia chi, dall’operazione<br />
Expo, possa trarre qualche beneficio<br />
di più.<br />
I tempi di tangentopoli sono lontani,<br />
non quelli di una speculazione edilizia<br />
che, potendo contare su una sintonia<br />
mai mancata nel corso degli anni tra<br />
proprietari ed amministrazione comunale,<br />
ha permesso ai primi di fare otti-
mi affari senza incontrare particolari<br />
resistenze. Così, mentre sui grandi progetti<br />
destinati a rivoluzionare la veste<br />
<strong>della</strong> città come City Life, il quartiere<br />
Isola e l’area Garibaldi-Repubblica le<br />
dinamiche che hanno guidato le scelte<br />
urbanistiche sembrano aver risposto<br />
più alle necessità del privato che alle<br />
esigenze del pubblico, il rischio che si<br />
delinea è che l’Expo possa trasformarsi<br />
in un ricco banchetto, con abbondanti<br />
pietanze per tutti. Proprio per tutti. Il<br />
dossier fa i nomi: Ente fiera, Lega Coop,<br />
Cabassi (Proprietario insieme alla<br />
Fiera di gran parte delle aree destinate<br />
all’esposizione), Pirelli, Zunino, Caltagirone,<br />
Ligresti, Compagnia delle Opere,<br />
Assolombarda e Camera di Commercio.<br />
Difficile dire però già da ora<br />
come ed in che misura ciascuno di questi<br />
gruppi saprà trarre reali vantaggi.<br />
Chi l’affare l’ha già fatto è senza dubbio<br />
il gruppo Cabassi. Le aree infatti<br />
che ha concesso al comune, oggi agricole<br />
e tutto sommato isolate, al termine<br />
dell’esposizione gli verranno rese non<br />
più agricole, e tantomeno isolate. Per<br />
questi terreni, classificati nel vigente<br />
PRG come “VA Verde Agricolo compreso<br />
nei parchi pubblici urbani e territoriali”,<br />
la delibera votata dalla Giunta<br />
comunale ad Ottobre prevede una<br />
variazione del PRG ed un nuovo indice<br />
di edificabilità pari a 0,6 mq/mq pressoché<br />
lo stesso previsto normalmente a<br />
Milano per la rivalorizzazione delle<br />
aree dismesse. <strong>In</strong> altre parole, ad Expo<br />
conclusa, il Comune permetterà ai privati<br />
che hanno messo a disposizione i<br />
loro terreni di costruire dove fino ad<br />
oggi era loro proibito. Un affare per<br />
questi ultimi se si pensa allo scarso<br />
valore commerciale delle terre agricole<br />
che vengono chieste in concessione.<br />
Quanto all’isolamento, dal 2015 quell’area<br />
sarà raggiunta da una nuova linea<br />
di metropolitana, la M6,e da un’autostrada<br />
che la collegherà direttamente a<br />
Malpensa; dunque è facile prevedere<br />
che il valore immobiliare di quell’area<br />
sia naturalmente destinato a salire.<br />
L’aspetto infrastrutturale rappresenta<br />
un secondo capitolo che apre in realtà<br />
le porte all’elemento di fondo di criticità<br />
sollevato dal dossier. Oltre alle opere<br />
sopra citate infatti, l’esposizione comporterà<br />
l’accelerazione e la conclusione<br />
di progetti proposti, discussi o già approvati:<br />
la terza pista dell’aeroporto di<br />
Malpensa, una stazione TAV presso la<br />
fiera, la realizzazione <strong>della</strong> quarta linea<br />
<strong>della</strong> metropolitana, di due nuovi tan-<br />
genziali e autostrade (Pedemontana,<br />
BreBeMI, Broni-Mortara). <strong>In</strong>terventi<br />
che, secondo i membri del comitato, o<br />
“ erano già previsti a prescindere dalla<br />
candidatura“ o si discostano da un<br />
orizzonte di mobilità sostenibile, passaggio<br />
indispensabile per ripensare la<br />
politica ambientale milanese. “Già 17<br />
anni fa – recita il dossier- la parte di<br />
territorio <strong>della</strong> provincia maggiormente<br />
interessata dal progetto Expo<br />
(comuni di Pero, Rho, Bollate, periferia<br />
Nord-Ovest di Milano) era definita, in<br />
una valutazione di impatto ambientale<br />
Resti di uno dei<br />
padiglioni abbandonati<br />
dell’-<br />
Expo 1992 di<br />
Siviglia<br />
M I L A N O<br />
commissionata dall’allora consiglio di<br />
zona 19 di Milano, ad equilibrio ambientale<br />
ormai compromesso”.<br />
Ci sono parole anche per i 65.000 posti<br />
di lavoro ventilati dai sostenitori <strong>della</strong><br />
candidatura, che più di ogni altro fattore<br />
hanno saputo catalizzare l’attenzione<br />
dei milanesi spingendoli a sposare<br />
la causa <strong>della</strong> vittoria <strong>della</strong> propria<br />
città. Secondo i membri del comitato<br />
questo lavoro sarà però “precario, subappaltato,<br />
in nero nei cantieri come<br />
prassi quotidiana impone”, riferendosi
M I L A N O<br />
Il grafico raffigura<br />
il progetto per<br />
l’area che ospiterà<br />
- in caso di vittoria<br />
- l’Expo nel<br />
2015<br />
probabilmente anche ai 313 lavoratori<br />
in nero scoperti dalle Fiamme Gialle<br />
l’aprile scorso presso il nuovo padiglione<br />
di Rho-Pero; turni fino a 26 ore consecutive<br />
e paga di 6 euro all’ora. Al di<br />
là dei rilievi sulle singole questioni ciò<br />
che emerge complessivamente dal documento<br />
è una critica al modello di<br />
città che si scelto da diversi anni a questa<br />
parte, quello cioè di una<br />
“Downtown di tanti film americani, dei<br />
tanti progetti in corso (Citylife, Santa<br />
Giulia, portello, Garibaldi-Repubblica,<br />
etc); torri scintillanti e giardini pensili<br />
di lusso e una bella spalmata di telecamere<br />
e politiche securitarie contro tutto<br />
ciò che è diverso, non omologabile,<br />
alternativo, marginale”.<br />
Ma se il popolo dei no-expo stenta a<br />
INFO<br />
www.milano-expo2015.com<br />
www.expoizmir2015.org<br />
www.bie-paris.org<br />
www.noexpo.it<br />
trovare sponde politiche determinate a<br />
sostenerne la causa, e la maggioranza<br />
dei milanesi sembra dichiararsi favorevole<br />
all’iniziativa, ad entrambi può<br />
tornar utile volgere uno sguardo indietro<br />
alle esposizioni passate.<br />
Se l’ultima edizione ad Aichi, in Giappone,<br />
ha raccolto successi superiori<br />
alle attese, delle ultime expo europee<br />
non si può dire altrettanto. Ad Hannover,<br />
8 anni fa, dei 40 milioni di visitatori<br />
attesi ne sono giunti soltanto 18.<br />
L’esposizione a Siviglia del 1992 ha<br />
lasciato sì strade, ponti e ferrovie ma<br />
anche immensi padiglioni abbandonati<br />
e una gestione finanziaria che ha<br />
accumulato ingenti debiti, problema<br />
che pure non ha risparmiato la più<br />
riuscita edizione di Lisbona del 1998.<br />
A monte di qualsiasi considerazione<br />
rimane in ogni caso l’incertezza sull’esito<br />
<strong>della</strong> decisione del BIE di fine<br />
marzo e per conquistare il consenso<br />
del maggior numero di paesi votanti<br />
non sono mancate anche da parte del<br />
Comune iniziative curiose. Come l’invio<br />
a Kampala, in Uganda, di una delegazione<br />
di vigili del fuoco con compiti<br />
di supporto e addestramento per il<br />
vertice del Commonwealth del novembre<br />
scorso, allo scopo probabilmente<br />
di guadagnarsi il suo appoggio<br />
in vista <strong>della</strong> votazione. Delegazione<br />
composta, per la precisione, soltanto<br />
da quattro unità.<br />
Quanto alle indiscrezioni pubblicate a<br />
Gennaio da “L’espresso”, secondo cui<br />
le 1300 palette da vigile portate come<br />
omaggio dal Comune allo stato africano<br />
recassero erroneamente la scritta<br />
UGANADA, non è stata data conferma<br />
né smentita. Certamente non sarebbe<br />
un buon inizio.<br />
Flavio Bini
MILANO - “Libera vita in libero Stato?”,<br />
questo il titolo del dibattito organizzato<br />
dalla Students’ Union di scienze<br />
politiche che si è tenuto il 27 febbraio in<br />
facoltà.<br />
L’incontro ha visto la partecipazione di<br />
molti studenti, interessati a discutere<br />
sul tema <strong>della</strong> laicità delle istituzioni e<br />
del ruolo dello stato in materia di diritti<br />
e libertà personali. Tema di discussione:<br />
le questioni eticamente sensibili.<br />
Il titolo <strong>della</strong> conferenza era molto ampio,<br />
ma il dibattito si è inevitabilmente<br />
focalizzato quasi subito sull’aborto.<br />
Con la sala lauree gremita, l’incontro è<br />
stato animato da diversi interventi da<br />
parte <strong>della</strong> platea, stimolata dalla presenza<br />
di quattro relatori di alto livello:<br />
Giulio Giorello, il noto filosofo <strong>della</strong><br />
scienza che insegna alla facoltà di filosofia<br />
<strong>della</strong> Statale, Vito Mancuso, teologo<br />
docente al San Raffaele, e due ginecologhe<br />
di posizioni molto diverse tra<br />
loro, la cattolica e obiettrice di coscienza<br />
Patrizia Vergani e la direttrice di un<br />
consultorio privato laico milanese Letizia<br />
Parolari.<br />
Il tema, di stringente attualità, ha innescato<br />
un vivace botta e risposta tra i<br />
relatori. La conversazione tra Giorello e<br />
Mancuso ha rivelato familiarità tra i<br />
due: strizzatine d’occhio, provocazioni,<br />
ironie che hanno reso il contraddittorio<br />
vivace e confidenziale.<br />
Il laico Giorello ha sostenuto le ragioni<br />
<strong>della</strong> scienza e <strong>della</strong> libertà personale;<br />
ha asserito l’impossibilità di imporre la<br />
decisione <strong>della</strong> maggioranza a scelte<br />
individuali delicate quali l’aborto o il<br />
testamento biologico, ribadendo di fare<br />
«attenzione a che una parte, magari<br />
perché troppo sollecita al bene altrui,<br />
non pretenda di avere il monopolio<br />
<strong>della</strong> verità e faccia tacere tutti gli altri».<br />
Mancuso, credente, sostiene, senza lo<br />
spirito da cattolico sotto assedio, che la<br />
vita inizi al momento del concepimento<br />
(sebbene non si possa qualificare l’embrione<br />
sotto la categoria di “persona”) e<br />
che sia necessaria una <strong>legge</strong> che regoli<br />
le questioni bioetiche più controverse.<br />
<strong>In</strong>fatti, posto che nella società odierna<br />
convive una pluralità di etiche, ognuna<br />
delle quali portatrice di una propria<br />
intrinseca validità e legittimità, è necessario<br />
l’intervento di una <strong>legge</strong> che compia<br />
una sintesi del molteplice.<br />
Il confronto tra le due dottoresse è stato<br />
invece più polemico, a tratti aspro; la<br />
Vergani e la Parolari operano su fronti<br />
opposti e hanno dimostrato di avere<br />
posizioni completamente divergenti su<br />
molti temi, in primis sull’obiezione di<br />
S C I E N Z E P O L I T I C H E<br />
Libera vita in libero Stato?<br />
Il dibattito, organizzato dalla “Students’ Union di Scienze Politiche”<br />
ha visto confrontarsi le diverse anime sulla laicità istituzionale<br />
e quello che implica nelle libertà personali e nei diritti civili<br />
di Giulia Oldani<br />
coscienza.<br />
Un tema delicato come l’interruzione di<br />
gravidanza e l’origine <strong>della</strong> vita ha inevitabilmente<br />
innescato una serie di domande<br />
dal pubblico.<br />
Tuttavia, il clima non è stato teso, il<br />
dibattito si è svolto in modo civile e<br />
senza toni eccessivi, al netto di qualche<br />
intervento molto polemico a seguito<br />
delle parole di Patrizia Vergani, la quale<br />
sostiene la posizione <strong>della</strong> Chiesa e<br />
l’obbligo morale di non abortire. Si è<br />
parlato di 194, di libertà degli individui,<br />
di identità femminile (soprattutto la<br />
Parolari), di pluralismo etico <strong>della</strong> società<br />
contemporanea. Di come l’interruzione<br />
di gravidanza sia per tutte le donne<br />
una tragedia, una lacerazione profonda<br />
che lascia un vuoto nell’animo,<br />
essendo lo scontro tra due nomoi, come<br />
ha sottolineato Mancuso: sarebbe parziale<br />
e riduttivo vederlo da un lato come<br />
un omicidio, dall’altro come un<br />
tranquillo esercizio <strong>della</strong> propria potestà.<br />
Pregio dell’incontro è stato quello di<br />
non esser caduto nella polemica politica,<br />
nella sterile e insensata contrapposizione<br />
partitica, che vede schierati i cosiddetti<br />
pro-life contro l’aborto, paragonato<br />
da questi ultimi all’omicidio o alla<br />
pena di morte.<br />
Se all’inizio la commistione tra riflessione<br />
teoretico-filosofica e medicoscientifica<br />
poteva sembrare azzardata,<br />
si è dimostrata in realtà interessante e<br />
ha mantenuto sempre vivo l’interesse<br />
dei partecipanti.<br />
© SERVIZIO FOTOGRAFICO DI JON PIROVANO / ACIDO POLITICO
© CUSTODIO COIMBRA / GDA / ZUMA<br />
I TA L I A<br />
di Dario Luciano Merlo<br />
L'analisi delle previsioni di crescita per<br />
i Paesi dell'Unione Europea dà una<br />
nuova conferma di come l'Italia sarà<br />
fanalino di coda di questa classifica,<br />
con una previsione di crescita inferiore<br />
all'1% per il 2008.<br />
Le cause sono da ricercare sia nei segnali<br />
preoccupanti che arrivano dagli<br />
Stati Uniti, sia nella fase di transizione<br />
dovuta alla caduta del governo, che<br />
hanno ridotto la fiducia dei consumatori<br />
dopo un 2007 tutto sommato positivo<br />
dal punto di vista dei conti pubblici.<br />
L'anno appena trascorso, infatti, ha<br />
visto l'indebitamento netto dello Stato<br />
italiano scendere all'1,9%, grazie alle<br />
misure prese dal ministro dell'economia<br />
Padoa Schioppa in materia di sanità<br />
e pubbliche amministrazioni, che<br />
hanno reso le regioni più responsabili,<br />
con sanzioni automatiche e la minaccia<br />
di commissariamenti per chi spende<br />
più del dovuto.<br />
Misure purtroppo già sparite con l'approvazione<br />
in Senato del decreto<br />
“milleproroghe” di mercoledì 27 Gennaio.<br />
Queste misure avevano permesso<br />
di ottenere un consistente saldo primario<br />
che passava dall1,3% del 2006 al<br />
3,1%, anche grazie all'aumento delle<br />
entrate tributarie, che hanno alimentato<br />
una corsa al “tesoretto” da parte di tutti<br />
i ministeri, salvo poi scoprire che il<br />
PHOTO-CLICK<br />
Conti pubblici<br />
(ed elettorali)<br />
<strong>In</strong> piena campagna elettorale, dove i numeri<br />
“ballerini” diventano un’arma di una parte contro<br />
l’altra, gli economisti provano a far luce<br />
tesoretto forse non basterà a coprire le<br />
spese che lo Stato dovrà sostenere nel<br />
2008. Come ben spiegato, infatti, da<br />
Boeri e Garibaldi in un articolo de lavoce.info,<br />
i circa 13 miliardi aggiuntivi<br />
sono stati spesi in gran parte durante<br />
l'anno per sostenere spese correnti e<br />
solo 5 miliardi sono andati a ridurre<br />
l'indebitamento. Nonostante la maggior<br />
parte dell'extragettito sia derivato<br />
dal recupero dell'evasione fiscale, si<br />
può dimostrare in modo analogo come<br />
un'azione di tax push, ovvero aumento<br />
delle imposte, non porta quasi mai ad<br />
una diminuzione del debito, se non è<br />
accompagnata da provvedimenti strutturali<br />
di contenimento <strong>della</strong> spesa pubblica.<br />
I dati dell'ultimo anno, nonostante abbiano<br />
raccolto l'approvazione del presidente<br />
<strong>della</strong> Commissione Europea Almunia<br />
e dell'Ecofin, ossia la riunione<br />
dei ministri dell'economia dei Paesi<br />
UE, non tengono conto di alcune spese<br />
Nella foto, la statua del Cristo Redentore<br />
di Rio de Janeiro (Brasile) colpita da un fulmine<br />
non iscritte a bilancio perché non ancora<br />
prescritte per <strong>legge</strong> al momento <strong>della</strong><br />
pubblicazione dei dati. Secondo le<br />
stime del Sole 24 Ore le uscite previste<br />
si possono quantificare intorno agli<br />
11,3 miliardi di Euro, a cui si aggiungeranno<br />
i costi delle elezioni (circa 600<br />
milioni di Euro) e altre spese straordinarie<br />
come l'emergenza rifiuti in Campania,<br />
non ancora conclusa che potrebbe<br />
costare altri 600 milioni.<br />
Entrambi i programmi elettorali dei<br />
due maggiori partiti per le prossime<br />
elezioni prevedono la riduzione <strong>della</strong><br />
spesa pubblica e delle imposte.<br />
Al di là delle accuse di plagio, infatti,<br />
questa ricetta è l'unica che può consentire<br />
all'Italia di uscire dalla fase di stagnazione<br />
in cui si ritrova.<br />
Il programma del Partito Democratico<br />
pone obiettivi specifici, come il taglio di<br />
due punti e mezzo <strong>della</strong> spesa corrente<br />
nei primi tre anni e l'abbassamento<br />
delle aliquote Irpef di un punto l'anno<br />
a partire dal 2009, ma rimane vago sugli<br />
strumenti che saranno utilizzati per<br />
conseguirli.<br />
Il Popolo delle libertà non aggiunge<br />
nulla, se non che la riduzione delle spese<br />
sarà operata grazie ad un “grande e<br />
libero patto tra Stato Regioni, Province,<br />
Comuni, risparmiatori ed investitori”.<br />
Salvo poi, allo stesso modo del suo antagonista,<br />
proporre l'abolizione delle<br />
Province inutili. Nessun cenno ad un<br />
ritorno ad un regime responsabilità<br />
regionale ed a tagli ai dipendenti pubblici,<br />
soprattutto nelle regioni dove il<br />
settore pubblico è sovradimensionato.<br />
Da questo punto di vista i due programmi<br />
si somigliano fin troppo e l'approvazione<br />
bipartisan del decreto<br />
“milleproroghe” che ha ripristinato<br />
anche altre cattive pratiche come i concorsi<br />
universitari locali e una serie di<br />
ammortizzatori sociali riservati a diverse<br />
categorie, dai dipendenti <strong>della</strong> sanità<br />
privata accreditati con il SSN, ai lavoratori<br />
di Malpensa che perderanno il posto<br />
in seguito alla cessione di Alitalia<br />
metterà gli elettori di fronte a una scelta<br />
ancora più difficile.
© REUTERS<br />
Novantadue partiti.<br />
E non è l’Italia<br />
Mentre da noi si discute sulla semplificazione<br />
degli schieramenti, nel paese iberico si<br />
candida un partito per ogni micro-realtà<br />
dal nostro corrispondente Alessandro Casoli<br />
PAESI BASCHI - A fronte degli infiniti<br />
dibattiti sul ruolo più o meno negativo<br />
dei piccoli partiti nel causare instabilità<br />
all’interno del sistema politico Italiano,<br />
e <strong>della</strong> necessità di partiti unici in grado<br />
di governare con maggiore coerenza,<br />
potrebbe sembrare strano che in<br />
Spagna, paese dal quale ultimamente<br />
riceviamo solo notizie molto positive,<br />
fra le quali il sorpasso del PIL Italiano,<br />
si presentino alle elezioni del 9 Marzo<br />
2008 ben 92 partiti, un 30% in più rispetto<br />
alle elezioni del 2004.<br />
Per meglio comprendere questo dato è<br />
necessario considerare la struttura politica<br />
Spagnola, estremamente federalista<br />
e decentrata, che permette il proliferare<br />
di un’infinità di piccoli partiti a<br />
livello esclusivamente locale; e in secondo<br />
luogo la <strong>legge</strong> elettorale Spagnola,<br />
che seppure proporzionale<br />
struttura la ripartizione dei seggi in<br />
modo tale che alla fine dei conteggi<br />
oltre l’80% dei membri delle camere<br />
apparterranno o al PSOE o al PP, i due<br />
principali partiti.<br />
Al momento <strong>della</strong> stesura di questo<br />
articolo (1 Marzo 2008) i sondaggi danno<br />
il PSOE (Partito Socialista) vincente<br />
con un margine che varia dai 2 ai 4<br />
punti percentuali, con il 40-42% dei<br />
voti, contro il 36-38% del PP (Partito<br />
Popolare). Tra gli altri candidati la Izquierda<br />
Unida (IU), partito d’ispirazione<br />
eurocomunista, dovrebbe raggiungere<br />
quasi il 6% dei voti, la<br />
Convergència i Unió (CIU, Democrazia<br />
Cristiana Catalana) il 3%, la Esquerra<br />
R e p u b l i c a n a d e C a t a l u n y a<br />
(Socialdemocrazia Catalana) il 2% e il<br />
Partito Nazionalista Basco (PNV)<br />
l’1.7%. Un altro 6% dei voti dovrebbe<br />
ripartirsi fra una serie di piccoli partiti<br />
regionali e le schede bianche<br />
dovrebbero raggiungere il 2.7%.<br />
Stando alle intenzioni di voto sopra<br />
elencate, il PSOE dovrebbe ottenere fra<br />
i 152 e i 164 seggi dei 340 <strong>della</strong> Camera,<br />
contro i 151-162 del PP. L’ampia<br />
E U R O PA<br />
forbice è dovuta alla difficoltà di<br />
determinare in anticipo la ripartizione<br />
d e i s e g g i s e n z a c o n o s c e r e<br />
accuratamente la distribuzione del<br />
voto a livello regionale. <strong>In</strong>fatti, la IU,<br />
pur prendendo quasi 3 punti<br />
percentuali in più <strong>della</strong> CIU, otterrebbe<br />
fra i 4 e i 6 seggi contro i 9-11 <strong>della</strong><br />
CIU, grazie alla forte concentrazione<br />
r e g i o n a l e ( i n C a t a l o g n a ) d i<br />
quest’ultima. Anche il PNV, con il suo<br />
1.5-2% concentrato nei Paesi Baschi,<br />
potrebbe raggiungere i 9 seggi.<br />
I due candidati premier sono l’uscente<br />
Zapatero, leader del PSOE, e Mariano<br />
Rajoy, leader dell’opposizione negli<br />
ultimi 4 anni e candidato ufficiale del<br />
PP.<br />
Il PSOE si presenta su una<br />
continuazione del proprio programma<br />
antecendente, socialdemocratico e<br />
fortemente progressista e liberale in<br />
campo sociale, mentre il PP avanza<br />
proposte più restrittive sia per quanto<br />
riguarda l’immigrazione, volendo<br />
imitare il modello francese di Sarkozy,<br />
sia nell’ambito del sociale, con<br />
l’intenzione di abolire la <strong>legge</strong> che<br />
permette le adozioni alle coppie gay.<br />
Entrambi i partiti promettono aumenti<br />
delle pensioni e aiuti ai lavoratori, il<br />
PSOE nella forma di un innalzamento<br />
del salario minimo, e il PP tramite<br />
detrazioni sull’IRPEF.<br />
Dal punto di vista <strong>della</strong> campagna<br />
elettorale, l’atmosfera è stata piuttosto<br />
pacifica e i toni si sono mantenuti<br />
pacati, anche se non sono mancati<br />
scontri in varie città <strong>della</strong> Spagna fra<br />
manifestanti di estrema destra e<br />
sinistra o nazionalisti locali e la polizia,<br />
nonchè aggressioni da parte degli<br />
stessi a danno di politici del PSOE e<br />
del PP. Manifestazioni e proteste si<br />
sono avute anche in seguito<br />
all’esclusione dalla corsa elettorale del<br />
partito d’Azione Nazionale Basca e del<br />
Partito Comunista Basco, come<br />
previsto dalla Ley de Partidos del 2003<br />
per via dei loro collegamenti con<br />
l’ETA.<br />
Per concludere, il primo dibattito fra<br />
Zapatero e Rajoy ha registrato uno<br />
share del 60% con 13 milioni di<br />
telespettatori, e ha assegnato la vittoria<br />
al candidato socialista con una media<br />
di 8 punti percentuali di preferenza fra<br />
i vari sondaggi nazionali eseguiti 24<br />
ore dopo la conclusione <strong>della</strong><br />
trasmissione.
F R A M M E N T I | I TA L I A 2 0 0 7
La questione pakistana<br />
infiamma il mondo<br />
Le elezioni hanno sancito la vittoria dell’opposizione.<br />
Ma Musharraf non intende dimettersi. Anzi, promette<br />
resistenza in Parlamento. <strong>In</strong>fiammando la regione<br />
“Il posto più pericoloso del mondo”.<br />
Questo infelice e minaccioso primato,<br />
secondo l’Economist, spetta al Pakistan;<br />
la peculiarità <strong>della</strong> “terra dei<br />
puri” (questo il significato del <strong>nome</strong><br />
Pakistan) è quella di essere un paese<br />
musulmano con in mano l’arma atomica:<br />
entrambi elementi che non rassicurano<br />
l’occidente. Il Pakistan riveste<br />
un ruolo fondamentale per la sua<br />
posizione geopolitica strategica e la<br />
storia che lo contrassegna non è che<br />
il risultato di anni di pressioni interne<br />
e esterne al Paese. La deriva che<br />
oggi lo vede protagonista è data dal<br />
doppio gioco condotto da anni dal<br />
governo di Islamabad che vedeva da<br />
un lato la creazione e il sostegno dei<br />
talebani, e, dall’altro, il supporto da-<br />
di Daniela Balin e Marzia Lazzari<br />
to agli Stati Uniti in funzione antisovietica<br />
nel 1979 e, dopo l’11 settembre<br />
2001, nella lotta contro il terrorismo.<br />
Da terra d’occupazione straniera, il<br />
Pakistan è divenuto preda di coloni<br />
interni: le élite militari e i grandi feudatari<br />
locali (tra cui la famiglia Bhutto).<br />
L’incerta identità nazionale è<br />
causata dalle notevoli problematiche<br />
<strong>della</strong> società civile contrassegnate<br />
dalla presenza delle madrasse (le<br />
scuole di stampo islamico estremista)<br />
e dallo Stato di polizia rappresentato<br />
da un governo militare-dittatoriale<br />
come quello di Musharraf oggi. <strong>In</strong>fatti,<br />
fino a un anno fa, Washington<br />
aveva visto in Musharraf, salito al<br />
potere nel 1999 a seguito di un colpo<br />
F O C U S | PA K I S TA N<br />
di stato, un dittatore democratico che<br />
avrebbe represso le forze jihadiste<br />
interne e tenuto sotto controllo la<br />
guerra civile presente in varie parti<br />
del Paese. Dopo i fallimenti <strong>della</strong><br />
presidenza e per evitare lo sgretolamento<br />
del Paese, gli Stati Uniti hanno<br />
puntato sull’accordo Bhutto-<br />
Musharraf per restaurare la facciata<br />
del regime militare con il passato<br />
filo-occidentale <strong>della</strong> Bhutto. <strong>In</strong>fatti,<br />
alla fine del 2007, i leader dei due<br />
maggiori partiti di opposizione, Benazir<br />
Bhutto e Sharif, entrambi ex<br />
premier, sono rientrati nel Paese dopo<br />
un lungo periodo di esilio dovuto<br />
ad accuse di corruzione. L’attentato<br />
del 27 dicembre del 2007 e la morte<br />
<strong>della</strong> Bhutto mettono fine al sogno<br />
americano di una diarchia e <strong>della</strong> sua<br />
promessa (forse virtuale) di democrazia.<br />
I due partiti dell’opposizione,<br />
usciti vincitori dalle elezioni del 18<br />
febbraio 2008, hanno detto di voler<br />
collaborare per la costituzione del<br />
nuovo governo anti-Musharraf, destinata<br />
a indebolire ulteriormente il<br />
ruolo del presidente. Le elezioni,<br />
nonostante la bassa percentuale di<br />
affluenza che si è aggirata intorno al<br />
© JERRY LAMPEN / REUTERS
F O C U S | PA K I S TA N<br />
Nella foto, Pervez<br />
Musharraf,<br />
ex generale, attuale<br />
Presidente<br />
del Pakistan<br />
35-40%, sono state viste dal popolo<br />
come uno strumento per levare la<br />
propria protesta contro la politica del<br />
presidente, indifferente alle condizioni<br />
di vita di 160 milioni di pachistani<br />
costretti a vivere con una media<br />
di due dollari al giorno, nonostante<br />
una crescita economica del 7%, dopo<br />
il sostanzioso finanziamento ricevuto<br />
dagli Stati Uniti nel 2001 (10 miliardi<br />
di dollari, il cui 90% ha finanziato<br />
l’acquisto di armi e rinvigorito vari<br />
conti privati).<br />
Il presidente Musharraf si troverà,<br />
quindi, ben presto a dover lavorare<br />
con una maggioranza parlamentare<br />
ostile e potenzialmente in grado di<br />
limitarne i poteri, anche se il processo<br />
democratico è visto dai pakistani<br />
come una farsa eseguita a beneficio<br />
statunitense e internazionale. Una<br />
facciata democratica è, infatti, indispensabile<br />
per ridurre la percezione<br />
<strong>della</strong> minaccia insita nel possesso<br />
dell’arma nucleare.<br />
Tra i paesi dotati di tecnologie nucleari,<br />
il Pakistan è il più instabile e vulnerabile.<br />
Se da un lato questo spaventa<br />
la vicina <strong>In</strong>dia, anch’essa dota-<br />
ta di armamenti nucleari, la minaccia<br />
più consistente e concreta è rivolta<br />
verso l’Occidente. Le capitali di Pakistan<br />
e <strong>In</strong>dia, Islamabad e New Delhi,<br />
distano tra loro soltanto 680 km: in<br />
caso di attacco nucleare, il preavviso<br />
sarebbe di tre minuti. La sicura distruzione<br />
reciproca, accompagnata<br />
dalla creazione di una “linea rossa”,<br />
una linea telefonica preferenziale tra<br />
i due Ministeri degli Esteri, relegano<br />
le relazioni tra i due paesi in una sfera<br />
di relativa sicurezza.<br />
La questione rilevante è un’altra: che<br />
fine farebbero le testate nucleari qualora<br />
Musharraf dovesse cadere e il<br />
Paese finisse in mano a estremisti<br />
islamici? Questo interrogativo getta<br />
ombre oscure sul panorama internazionale<br />
e sembra giustificare la dichiarata<br />
continuazione dell’appoggio<br />
statunitense al generale Musharraf. I<br />
fondamentalisti non hanno mai goduto<br />
di significativa popolarità in<br />
Pakistan: alle elezioni non hanno mai<br />
ottenuto più del 4-5 per cento dei<br />
suffragi totali; solo dopo gli attacchi<br />
dell’11 settembre 2001, portarono a<br />
casa l’11 per cento dei consensi nelle<br />
elezioni del 2002. Il reale pericolo<br />
viene dalla progressiva infiltrazione<br />
islamista all’interno dell’esercito pakistano,<br />
tradizionalmente un bastione<br />
filo-occidentale e secolare. La minaccia<br />
più plausibile è che, per effetto<br />
<strong>della</strong> penetrazione di elementi<br />
estremisti, l’esercito perda il controllo<br />
sui suoi uomini e, all’estrema conseguenza,<br />
sulle testate nucleari.<br />
La minaccia dell’esplosione del<br />
“vulcano pakistano”, come è stato<br />
definito nella rivista Limes, preoccupa<br />
l’intera comunità internazionale,<br />
in quanto, proprio come un vulcano,<br />
nelle sue eruzioni potrebbe non essere<br />
troppo selettivo, e i lapilli minacciano<br />
di volare lontano.
La paura <strong>della</strong><br />
dittatura di Dio<br />
Dopo il laicismo rigido di Keaml Ataturk nel 1923, gli<br />
usi ed i costumi <strong>della</strong> Turchia hanno fatto un balzo<br />
indietro. Reintroducendo il velo islamico<br />
di Stefania Carusi<br />
A Kars al confine tra la Turchia, Armenia,<br />
Georgia alcune studentesse si sono<br />
uccise perché costrette a togliersi il<br />
velo in università. Un inviato si reca<br />
sul posto per fare un reportage.<br />
Gli eventi si susseguono a catena. Un<br />
professore viene assassinato da un<br />
giovane fondamentalista islamico.<br />
Alcuni riportano momenti del loro<br />
dialogo: giovane “Professore le disposizioni<br />
dello Stato sono superiori ad<br />
Allah? Laicismo significa mancanza di<br />
rispetto <strong>della</strong> religione?”, “No, ma non<br />
credi che dietro la politicizzazione del<br />
velo vi siano forze che vogliono indebolire<br />
la Turchia?”, “lo Stato laico <strong>della</strong><br />
Repubblica Turca vuole fare dei<br />
mussulmani gli schiavi dell’Occidente,<br />
disonorandoli, rendendoli atei”. La<br />
situazione precipita quando viene<br />
messo in scena uno spettacolo teatrale<br />
in sostegno <strong>della</strong> laicità in cui una giovane<br />
brucia il suo chador come segno<br />
di libertà. Forte la reazione degli studenti<br />
religiosi. La serata finisce nel<br />
sangue. Ciò è quanto raccontato nel<br />
romanzo “Neve” di Orhan Pamuk<br />
(Nobel per la letteratura 2006) ma non<br />
è molto diverso da quanto accade in<br />
questi giorni in Turchia. Nelle ultime<br />
settimane siamo stati spettatori di<br />
quella che potrebbe essere definita “la<br />
battaglia del velo”. Il 7 e 9 febbraio in<br />
Parlamento vengono approvati 2 emendamenti<br />
per abolire il divieto del<br />
velo nelle università, considerati necessari<br />
per la costruzione di un vero<br />
Stato democratico, per un diritto allo<br />
M O N D O<br />
studio indiscriminato. Sono 404 le approvazioni<br />
sostenute dal partito <strong>della</strong><br />
Giustizia e Sviluppo Akp del premier<br />
Erdogan, dai nazionalisti Mhp e da<br />
alcuni del partito <strong>della</strong> Società Democratica<br />
Dtp.<br />
Nelle piazze di Ankara si riversano le<br />
organizzazioni femministe e 50 organizzazioni<br />
non governative fedeli sostenitrici<br />
dello stato laico di Kemal<br />
Ataturk che temono un graduale scivolamento<br />
<strong>della</strong> Turchia verso una<br />
Repubblica islamica. L’ultima parola<br />
spetta al Presidente Abdullah Gull<br />
( mhp), mentre il chp minaccia di ricorrere<br />
alla corte costituzionale per<br />
fermare gli emendamenti.<br />
La questione del velo ha radici molto<br />
antiche. Nel 1923 viene fondata la Repubblica<br />
Turca di Ataturk e sancito un<br />
laicismo rigido e orientato verso aspirazioni<br />
moderniste difeso dagli intransigenti<br />
kemalisti. Il fez copricapo maschile<br />
viene vietato; condanne a morte<br />
per i recalcitranti. Nel 1964 si verifica<br />
la prima espulsione di una studentessa<br />
velata dalla facoltà di teologia di Ankara.<br />
Dalla fine degli anni ’70 si intravede<br />
un revival islamico subito percepito<br />
come violazione degli ideali kemalisti.<br />
A seguito del colpo di stato<br />
dell’ 82 viene redatta una costituzione<br />
dai militari che sancisce il divieto del<br />
velo approvato anche dalla Corte europea<br />
dei diritti dell’uomo di Strasburgo<br />
che sostiene che esso non contrasti<br />
con la libertà di coscienza e religione<br />
(1988). Su queste basi la Corte nel 2006<br />
rifiuta il ricorso d’appello di una studentessa<br />
turca Layla Shhin.<br />
Da allora si susseguono tentativi di<br />
annullamento del divieto da parte dei<br />
partiti conservatori e sentenze <strong>della</strong><br />
Corte Costituzionale che lo confermano.<br />
Il magistrato Ozbilgin viene ucciso<br />
da un fanatico per aver vietato a una<br />
donna l’uso del velo. Il turban diviene<br />
uno strumento politico di un laicismo<br />
sempre più fondamentalista e di un<br />
islam sempre più politico.<br />
Questa è l’epoca degli –ismi e degli -<br />
anti “ ma pochi si accorgono e ismo fa<br />
rima con fanatismo e ista con fascista”.<br />
Non rimane che incasellarsi in un dogma,<br />
quello dell’Occidente o dell’ Islam.<br />
Si diventa anti per principio,<br />
sacerdoti di un’ideologia, convinti di<br />
aver conquistato la verità che garantisce<br />
la libertà. Ma la libertà, dice Oriana<br />
Fallaci, così come la felicità sono un<br />
lusso che la dittatura di Dio o <strong>della</strong><br />
Montagna non possono permettersi”.
© MARCO PRETE<br />
M O N D O<br />
Dietro Raùl il potere di Fidel<br />
A sorpresa - ma non per gli addetti al settore - Fidel Castro ha lasciato il potere a<br />
suo fratello. Ma non sono pochi coloro che sostengono che nulla sia cambiato<br />
di Alessandro Chiatto<br />
Ci sono fini diversi per ogni regime comunista.<br />
Stalin venne assassinato, ucciso<br />
dal suo stesso entourage; Breznev morì<br />
di malattia e vecchiaia, ma la sua agonia<br />
fu circondata dal mistero; fu, invece, proprio<br />
lo stesso esercito a scrivere la parola<br />
fine sul governo di Ceausescu; Milosevic,<br />
infine, morì in carcere. Fidel Castro, 81<br />
anni, è semplicemente andato in pensione,<br />
a causa di una grave malattia senile.<br />
Al suo posto si insedia come Presidente il<br />
fratello Raul, 76 anni, dopo aver già assunto<br />
il ruolo di Capo dello Stato ad interim<br />
da 19 mesi, sostituendo l’ex Lider<br />
Maximo, nel momento in cui venne colpito<br />
seriamente da una malattia gastrointestinale.<br />
Entusiasta il commento del Presidente<br />
degli Stati Uniti, George W. Bush:<br />
“Spero che adesso ci si avvii alla democrazia”,<br />
aggiungendo prontamente che,<br />
comunque, “l’embargo contro l’isola<br />
rimane”.<br />
Non si può, però, essere certi che l’elezione<br />
di Raul Castro possa portare a dei<br />
cambiamenti reali all’interno del Paese. Il<br />
fratello minore di Fidel non è un volto<br />
nuovo, dato che ha passato mezzo secolo<br />
<strong>della</strong> sua vita a capo delle forze militari<br />
del Paese. Già dal momento <strong>della</strong> sua<br />
supplenza, Raul ha tentato di stabilizzare<br />
il suo ruolo, promettendo diverse riforme<br />
a livello sociale ed economico, come<br />
l’aumento del salario minimo, ancorato a<br />
19 dollari al mese, dichiarato da egli stesso<br />
come “troppo basso per poter vivere.”<br />
All’interno del Paese, tuttavia, molti cubani<br />
non sembrano vedere reali cambiamenti<br />
rispetto al regime precedente. Molti<br />
altri ancora sospettano che Fidel Castro<br />
continui ad esercitare il suo ruolo alle<br />
spalle di Raul. La domanda è legittima,<br />
dato che nei 19 mesi di sostituzione, Fidel<br />
ha svolto il ruolo di tutore, monitorando<br />
costantemente l’opera del suo fratello<br />
minore.<br />
Luis Manuel Garcia, editore di Encuentros,<br />
un magazine di Madrid specializzato<br />
sugli affari cubani ha affermato che<br />
“Raul ha proposto dei cambiamenti, ma<br />
nulla è stato fatto. […] Fidel continuerà<br />
ad essere il guardiano dell’ortodossia.<br />
Egli continuerà a bloccare ogni tipo di<br />
cambiamento.”<br />
Il giovane Castro, dal canto suo, afferma<br />
di non poter prendere le distanze, per<br />
ragioni politiche, dal fratello, il quale<br />
continuerà a condurre il Partito Comunista<br />
e a mettere in ombra gran parte dei<br />
politici cubani. <strong>In</strong>oltre, Raul, in uno dei<br />
suoi primi discorsi all’Assemblea Nazionale,<br />
ha affermato che vorrebbe continuare<br />
a consultare il “fratellone”, chiedendo<br />
una votazione per essere autorizzato<br />
a farlo.<br />
Molti cubani sono scettici riguardo alla<br />
capacità del nuovo leader di poter dare<br />
atto a delle riforme concrete. Nell’ultimo<br />
anno e mezzo di sostituzione alla Presidenza,<br />
in molti hanno notato la differen-<br />
za tra ciò che afferma nei suoi discorsi e<br />
ciò che realmente fa per il proprio Paese.<br />
Ciò su cui dovrebbe porre l’attenzione<br />
Raul, secondo gran parte <strong>della</strong> popolazione,<br />
è una riforma del sistema economico.<br />
Tale sistema ha portato ad una<br />
sorta di apartheid. I cubani che hanno<br />
accesso alla moneta convertibile hanno<br />
una qualità di vita superiore ai loro compatrioti.<br />
Coloro che vivono esclusivamente sul<br />
governo hanno stipendi a malapena sufficienti<br />
per poter sopravvivere.<br />
Cuba è in attesa di Raul Castro, che deve<br />
dimostrarsi in grado di fare qualcosa di<br />
concreto per migliorare la vita del Paese.<br />
<strong>In</strong> questo processo di miglioramento<br />
dell’efficienza <strong>della</strong> Nazione, il nuovo<br />
Lider dovrebbe affrontare il problema<br />
del lavoro, creare incentivi in questo settore.<br />
Il problema da affrontare è come far<br />
lavorare un Paese che non è abituato a<br />
farlo.<br />
Purtroppo, in molti credono che l’apparato<br />
burocratico centralizzato dello Stato<br />
sia ormai troppo arrugginito per essere<br />
riformato e, per molti, non ci sono vere<br />
speranze di cambiamento.<br />
Cuba è una delle aree più povere dell’America<br />
Latina, con un PIL pro capite pari<br />
ad un terzo di quello di Argentina e Cile.<br />
Fidel Castro ora è in pensione, ma con<br />
ogni probabilità è il regime stesso a dover<br />
prendere la medesima decisione del<br />
suo vecchio Lider Maximo.
M O N D O<br />
Una densa nube sulle Olimpiadi<br />
di Matteo Manara<br />
L’8 agosto si alzerà finalmente il sipario<br />
sulle XXIX olimpiadi <strong>della</strong> storia<br />
moderna.<br />
La Cina, che ospiterà l’evento, è sempre<br />
al centro, nel bene e nel male, del<br />
dibattito internazionale ed uno dei<br />
temi altamente problematici di cui si<br />
parla è quello dell’inquinamento.<br />
L’inquinamento causa in Cina centinaia<br />
di migliaia di morti ogni anno;<br />
secondo la Banca Mondiale solo l’1%<br />
<strong>della</strong> popolazione urbana respira un’aria<br />
non dannosa per la salute, e le<br />
emissioni di PM10 sono tre volte il<br />
livello di sicurezza previsto nell’Unione<br />
Europea; non solo: nei centri<br />
cittadini la situazione è talmente grave<br />
che raramente la gente vede il sole.<br />
Il colosso asiatico si avvicina a divenire<br />
il paese leader nell’emissione di<br />
gas serra, ma, pur avendo ratificato il<br />
protocollo di Kyoto, non è tenuto,<br />
sulla base degli accordi attuali, a ridurre<br />
il suo impatto inquinante. A<br />
tutto ciò si aggiunge la drammatica<br />
crisi idrica: l’accesso all’acqua potabile<br />
è negato a più di 500 milioni di persone;<br />
e se i problemi di desertificazione<br />
riguardano soprattutto il nord, la<br />
mancanza di risorse idriche sicure per<br />
la salute riguarda l’intero paese.<br />
I vertici del partito comunista hanno<br />
compiuto qualche timido tentativo in<br />
direzione di un miglioramento <strong>della</strong><br />
situazione. Non a caso oggi si inizia a<br />
parlare del controllo dell’inquinamento<br />
come di una priorità per la<br />
leadership cinese; ma non è detto che<br />
ciò testimoni la consapevolezza di<br />
dover a tutti i costi cambiare strada.<br />
Risale ormai al 2004 l’annuncio dell’utilizzo<br />
del PIL verde o “ecologico”<br />
come indice per misurare la crescita<br />
economica; in questa nuova veste, il<br />
PIL veniva ricalcolato valutando l’impatto<br />
ambientale <strong>della</strong> crescita stessa;<br />
“veniva”, perché il progetto è stato<br />
bloccato nello scorso anno, quando è<br />
stato evidente che in molte province il<br />
PIL verde descriveva livelli di crescita<br />
troppo bassi (le conseguenze ambientali<br />
pesano negativamente sull’indice).<br />
Ci sono anche state diverse campagne<br />
per l’eolico e il solare e per la chiusura<br />
delle industrie più inquinanti; si<br />
A pochi mesi dai Giochi Olimpici, la Cina si trova ad<br />
affrontare uno dei problemi più seri degli ultimi<br />
tempi: l’inquinamento. I livelli di crescita industriale<br />
hanno fatto sparire il sole dalle megalopoli<br />
Nella foto in alto, come appare una delle piazze di una normale città cinese. Quello che<br />
sembra nebbia in realtà è lo smog, a livelli altissimi, che riduce la visibilità<br />
sono scontrate però con le volontà dei<br />
funzionari locali e con la corruzione e<br />
non hanno portato a risultati significativi.<br />
Un progetto forse destinato a miglior<br />
esito è quello <strong>della</strong> “grande muraglia<br />
verde”; lanciato nel 2001, dovrebbe<br />
giungere a compimento entro il 2010<br />
e, grazie al rimboschimento di 36000<br />
km 2 di foreste, si spera fermi l’avanzata<br />
del deserto.<br />
La realtà pechinese non è meno problematica,<br />
ma sembra che in questo<br />
caso la prossimità delle Olimpiadi e la<br />
necessità di cambiare la situazione<br />
stiano portando a risultati concreti. Il<br />
progetto con cui Pechino si è assicurata<br />
la vittoria sulle altre città candidate<br />
Per saperne di più...<br />
Il “New York Times” ha realizzato<br />
una serie di servizi sulla Repubblica<br />
Popolare cinese mettendo in risalto<br />
le problematiche di un paese con<br />
elevati livelli di crescita, ma esternalità<br />
negative che ricadono sul<br />
globo intero: dai livelli di inquinamento<br />
alla carenza idrica sino ai<br />
preparativi per le Olimpiadi.<br />
***<br />
h t t p : / / w w w . n y t i m e s . c o m /<br />
interactive/2007/12/29/world/asia/<br />
choking_on_growth_10.html#story1<br />
era infatti centrato proprio sul recupero<br />
ambientale <strong>della</strong> capitale ed è<br />
ovvio che sarebbe gravissimo se i<br />
Giochi del 2008 venissero ricordati<br />
come i “Giochi dello Smog”. Sulla<br />
carta, si sta lavorando molto: si stanno<br />
organizzando limitazioni per gli<br />
autoveicoli per i giorni delle gare, si<br />
sta cercando di ripulire la città dalle<br />
industrie più inquinanti. Il tutto è<br />
sempre aperto a obiezioni, appena ci<br />
si rende conto che le misure si limitano<br />
in alcuni casi a spostare il problema:<br />
infatti pare che, per i cinesi, pulire<br />
Pechino dalle sue industrie chimiche<br />
voglia semplicemente dire spostarle<br />
in periferia o in altri centri urbani.<br />
Evidentemente il quadro mostrato<br />
non è dei migliori. Le Olimpiadi<br />
portano con sé una grande speranza:<br />
sono l’occasione per nuove pressioni<br />
internazionali e anche, più semplicemente,<br />
per portare ancora una<br />
volta il problema sotto i riflettori. I<br />
245 giorni di Cielo Blu a Pechino del<br />
2007 (contro i 100 del 1998 - si tratta<br />
di una statistica calcolata dalle autorità<br />
cinesi, secondo alcuni per la verità<br />
con criteri poco severi) mostrano che<br />
cambiare si può.<br />
Ma ciò che conta è che a Pechino, come<br />
nella Cina intera, comprendano a<br />
tutti i livelli che cambiare si deve.<br />
© ODET BALILTY / NEW YORK TIMES, 2007
A N A L I S I<br />
Mezzo litro di potere<br />
Si dice sempre più spesso che la Russia<br />
sta tornando indietro. Beh, può anche<br />
essere. Se è vero che vi è un certo numero<br />
di somiglianze tra l’epoca putiniana e<br />
quella del comunismo “avanzato”, è vero<br />
anche che vi è un collegamento diretto<br />
tra le due. La vodka.<br />
Nell’82 Juriì Andropov, per acquistare<br />
un po’ di popolarità tra la gente, decise<br />
di abbassare il prezzo <strong>della</strong> vodka. La<br />
gente apprezzò continuando nel antico<br />
rito di bere dividendosi in gruppi da tre<br />
persone. Una nota informativa per le<br />
persone non informate: la classica bottiglia<br />
da mezzo litro si divide facilmente<br />
tra tre bicchieri. E quindi, anche se ce n’è<br />
più di una a disposizione, la gente preferisce<br />
di esercitare il sacro rito nazionale<br />
in gruppi da tre persone. Ad eccezione,<br />
ovviamente, di occasioni speciali. La<br />
spiegazione di una tradizione vecchia<br />
ormai decenni può apparire esageratamente<br />
lunga e noiosa, perciò viene omessa.<br />
Quello che importa in questa sede è<br />
che l’arte di ubriacarsi si è trasformata<br />
nell’arte di governare lo Stato. Uno Stato<br />
che assomiglia sempre più a una bottiglia<br />
di vodka da mezzo litro da dividere tra<br />
tre bicchieri.<br />
Qualcuno se ne è reso conto a gennaio,<br />
quando la composizione dei tre protagonisti<br />
pubblici è stata ufficialmente confermata:<br />
Putin – Medvedev – Zubkov. L’ordine<br />
<strong>della</strong> politica interna russa è provvisorio<br />
quanto la composizione.<br />
Medvedev diventa il Presidente russo.<br />
Fidatevi, lo diventa anche nel caso dello<br />
sbarco dei marziani ipotizzato da La<br />
Stampa spagnola: è il successore ufficiale.<br />
Putin, come è noto, diventa il primo ministro<br />
al posto di Zubkov, il quale diventa<br />
il Presidente del Gazprom al posto di<br />
Medvedev (il Cda ha già approvato la<br />
sua candidatura). Il potere, lo spettacolo<br />
e le risorse naturali sono così ridistribuiti<br />
tra i tre e si tira avanti fino al 2012, quando<br />
Medvedev si sposta in una delle due<br />
posizioni e alla presidenza ritorna Putin.<br />
Il futuro di Zubkov non ha una grande<br />
importanza: è solo il terzo necessario ma<br />
facilmente sostituibile. Meno lo è Medevedev,<br />
che ha il ruolo del Presidente temporaneo.<br />
Quindi si ricomincia con Putin<br />
Presidente. L’ipotesi è stata avanzata a<br />
gennaio da Mironov, il vice speaker <strong>della</strong><br />
Duma di Stato: un mandato di Medvedev,<br />
poi due di Putin, poi ancora Medvedev.<br />
Se la tecnologia è chiara, analizziamo<br />
la ormai vicina follia ubriaca del dopo<br />
2 marzo 2008.<br />
di Eugenio Gufo<br />
Alla sua ultima maxi conferenza stampa<br />
Putin ha dichiarato di essere stanco di<br />
governare ma anche di voler ricoprire la<br />
carica del premier per tutto il periodo<br />
<strong>della</strong> presidenza di Medvedev. Non so se<br />
è chiaro: Putin è stanco ma vuole continuare<br />
a governare. Da un semplice esecutore,<br />
senza il controllo sui servizi segreti,<br />
l’esercito, la polizia e l’amministrazione<br />
presidenziale, la quale nomina e<br />
dispone i governatori regionali, controlla<br />
il parlamento, il governo e i partiti politici,<br />
i mezzi di informazione di massa statali.<br />
Tutto questo passa, dunque, al nuovo<br />
Presidente Medvedev. Ma i servizi<br />
segreti, la polizia e la Procura generale e<br />
tutti gli altri di cui sopra sanno di essere<br />
dipendenti, di fatto, da Putin, e non dal<br />
Presidente. Possono, a questo punto,<br />
decidere di non rispondere più né al Presidente<br />
(come vorrebbe la Costituzione),<br />
né al capo effettivo Putin. Si crea, dunque,<br />
una situazione di doppio potere e<br />
soprattutto paradossale: il Presidente<br />
Medvedev rischia di essere dipendente<br />
dal proprio inferiore, dal premier Putin<br />
per evitare il caos nel paese.<br />
Ed ecco che si scopre che il sistema di<br />
potere costruito da Putin è tecnicamente<br />
incedibile e può essere mantenuto solo<br />
con il suo terzo mandato. Ciò comporta<br />
la modifica <strong>della</strong> Costituzione che non è<br />
la <strong>legge</strong> di gravità universale: prevede,<br />
come tutte le altre costituzioni del mondo,<br />
un meccanismo di revisione ben preciso.<br />
Il Presidente Putin non avvia questo<br />
meccanismo, e non rimane dunque per il<br />
terzo mandato, non per fare un piacere<br />
all’Occidente o alla opposizione, ma per<br />
dei motivi che ci sono assolutamente<br />
ignoti. Ma non volendo nemmeno il crollo<br />
di tutto il sistema di potere creato con<br />
tanta fatica in 8 anni ha fatto il primo<br />
passo verso di esso. Cosa vuol dire? La<br />
spiegazione logica è una sola: non ha<br />
altra scelta. Probabilmente Putin e Medvedev<br />
hanno trovato un modo per non<br />
far rovesciare la bottiglia. Come? Per ora<br />
non si sa, ma lo vedremo.<br />
Una incertezza sul futuro degna <strong>della</strong><br />
migliore tra le democrazie...<br />
redazione@acidopolitico.com
Il Palazzo<br />
dei veleni<br />
Con 33 consiglieri regionali indagati, imputati o<br />
condannati (su un totale di 50, secondo “la<br />
Stampa”), la Regione Calabria ha stabilito un<br />
triste primato italiano<br />
di Matteo Forciniti<br />
E’ un’emergenza nazionale. Una realtà<br />
intollerabile. E’ una triste storia di cui<br />
ci si dovrebbe vergognare, la cronaca<br />
di un fallimento (molto prevedibile) di<br />
un’intera classe dirigente. Protagonista<br />
è il consiglio regionale calabrese: il<br />
consiglio dei veleni.<br />
Tutti i record sono stati battuti arrivando,<br />
secondo“La stampa”, a 33 consiglieri<br />
regionali indagati, imputati o<br />
condannati su un totale di 50 (anche se<br />
non conosciamo un numero esatto<br />
poiché secondo il Procuratore nazionale<br />
antimafia Piero Grasso sarebbero<br />
invece 22).<br />
Reati che variano dall’omicidio al concorso<br />
esterno, dalla truffa alle tangenti.<br />
Il governatore Agazio Loiero, icona<br />
del trasformismo post-democristiano<br />
(molto gettonato tra i politici calabresi),<br />
è indagato per corruzione elettora-<br />
le e abuso d’ufficio.<br />
Ma il governatore è tranquillo perché,<br />
secondo lui, gli inquisiti non sono proprio<br />
33, ma forse un po’ meno, dunque<br />
c’è da stare tranquilli “perché qui se<br />
non ti sei preso un avviso di garanzia<br />
vuol dire che conti zero”. Sono molti i<br />
nomi dei vertici <strong>della</strong> politica calabrese<br />
che sono entrati nei guai e fanno<br />
tremare i partiti. Destra, sinistra e centro:<br />
è tutto rigorosamente bi-partisan.<br />
Primeggia il Partito Democratico con 9<br />
consiglieri inquisiti su 18 tra abuso<br />
d’ufficio, associazione a delinquere e<br />
truffa aggravata.<br />
Spicca il <strong>nome</strong> di Nicola Adamo ex<br />
vicepresidente <strong>della</strong> Giunta a cui vengono<br />
contestati finanziamenti pilotati<br />
verso aziende amministrate dalla moglie:<br />
perché al primo posto c’è sempre<br />
la famiglia. Seguono, tra gli altri, Mario<br />
Pirillo e Giuseppe Bova. La storia<br />
di Domenico Crea è a dir poco sconvolgente:<br />
dal Ccd alla Margherita per<br />
B E L PA E S E<br />
poi passare alla Democrazia Cristiana–<br />
Mpa.<br />
Recentemente è finito in manette nell’ambito<br />
dell’operazione “Onorata sanità”<br />
che ha messo in luce il patto tra<br />
mafia e politica per il controllo <strong>della</strong><br />
sanità locale. Crea risultò il primo dei<br />
non eletti nella Margherita e subentrò<br />
nel consiglio regionale al posto di<br />
Francesco Fortugno ucciso dalla<br />
‘ndrangheta nell’ottobre del 2005; è<br />
accusato dai giudici di Locri di essere<br />
stato il mandante dell’omicidio.<br />
Non poteva mancare l’Udeur: Franco<br />
La Rupa è indagato per associazione<br />
mafiosa, mentre l’assessore al turismo<br />
Pasquale Tripodi è stato recentemente<br />
arrestato in un’inchiesta su un presunto<br />
sodalizio tra un clan camorristico e<br />
una cosca <strong>della</strong> ‘ndrangheta.<br />
Nel centro-destra i principali inquisiti<br />
sono: Sergio Abramo(gruppo misto),<br />
Giancarlo Pittelli(Fi), Giovanni Dima<br />
(An) e Dionisio Gallo(Udc).<br />
C’è chi invece è stato obbligato a farsi<br />
da parte: Vincenzo Sculco eletto nella<br />
Margherita e condannato a 7 anni con<br />
l’interdizione perpetua dei pubblici<br />
uffici per corruzione e abuso d’ufficio.<br />
E’ opportuno ricordare che ci sono<br />
indagini in corso, ma molte volte i processi<br />
contro i politici si concludono in<br />
un nulla di fatto.<br />
Molte volte però emergono dei particolari<br />
inquietanti che non costituiscono<br />
reati però politicamente dovrebbero<br />
far riflettere: avere rapporti con<br />
uomini <strong>della</strong> ‘ndrangheta. E’ il caso di<br />
Tripodi e Crea (già prima di essere<br />
arrestati), o di Cosimo Cherubino processato<br />
e assolto ma fermato più volte<br />
in compagnia di pregiudicati, e di<br />
molti altri uomini delle istituzioni.<br />
La corte dei conti ha condannato la<br />
presidenza del consiglio per 54mila<br />
euro di spese riguardanti i regali natalizi<br />
di 5 consiglieri nel 2003. Ogni anno<br />
la regione spende 78 milioni di euro<br />
che, sommate ad altre spese di rappresentanza<br />
e di consulenza, arriva a<br />
quintuplicare i costi <strong>della</strong> Lombardia.<br />
<strong>In</strong> questo desolante quadro c’è una<br />
domanda da porsi: perché il Presidente<br />
<strong>della</strong> Repubblica non scioglie questo<br />
consiglio regionale?<br />
<strong>In</strong> Calabria un confine preciso tra istituzioni<br />
e criminalità non è esiste più: il<br />
sistema clientelare è la norma. E pensare<br />
che Loiero diceva:“siamo stati<br />
eletti per moralizzare”. C’era una volta<br />
la questione morale.
S O C I E TA ’<br />
Donne & immigrazione: due casi<br />
di Rosa Anna Casalino<br />
MILANO - Il tema dell’immigrazione<br />
dei Paesi in via di sviluppo verso<br />
l’Occidente post-industrializzato dagli<br />
anni ’70 del secolo scorso è stato<br />
alquanto trattato.<br />
Di recente analisi invece è l’attenzione<br />
che si è posta sul fe<strong>nome</strong>no <strong>della</strong><br />
femminilizzazione del processo migratorio,<br />
dove anche in Italia con i<br />
suoi 2.767.964 (valori ISTAT al 1-<br />
/1/06) di stranieri con regolare permesso<br />
di soggiorno, quasi il 50% sono<br />
donne, rispetto al passato 43% di<br />
884.555 unità totali (dati ISTAT al<br />
1/1/1997).<br />
Dietro alle molteplici cause che hanno<br />
favorito il tingersi di “rosa” di<br />
questi flussi entranti, si possono però<br />
nascondere contesti socio-culturali<br />
molto particolari che hanno portato<br />
a sviluppare tipologie di comportamenti<br />
migratori anche molto diversi<br />
tra di loro; da ciò nasce il confronto<br />
operato su due comunità aventi una<br />
presenza maggioritaria nel nostro<br />
paese: quella Filippina e quella Nordafricana.<br />
La prima che è composta da circa il<br />
62% di donne è sempre stata caratterizzata<br />
da una migrazione di segno<br />
prettamente femminile.<br />
Le ragioni di questo surplus vanno<br />
ricercate nel ruolo importante che la<br />
donna filippina ricopre all’interno<br />
<strong>della</strong> sua società, che la pone al centro<br />
di un sistema familiare a carattere<br />
matrilineare e dalla pressione che<br />
ancora oggi, il governo esercita su di<br />
lei, organizzando corsi di orientamento<br />
per la formazione <strong>della</strong> perfetta<br />
emigrante a cui spetta l’onore di<br />
rialzare le sorti economiche del paese<br />
attraverso il meccanismo delle rimesse.<br />
Non sono rare infatti le celebrazioni<br />
allestite all’interno degli aeroporti,<br />
quando un gruppo di connazionali<br />
decide di ritornare in patria.<br />
<strong>In</strong>oltre, importante da ricordare è<br />
l’aiuto che ricevono dalle missioni<br />
Cattoliche sparse per il mondo, che si<br />
preoccupano di garantire un inserimento<br />
nel circuito lavorativo estero e<br />
nel proporre centri di accoglienza<br />
sicuri, soprattutto nelle prime fasi<br />
del loro arrivo.<br />
Negli ultimi anni, l’attenzione <strong>della</strong> sociologia si è<br />
concentrata sul fe<strong>nome</strong>no <strong>della</strong> “femminilizzazione<br />
del processo migratorio”. Scopriamo cos’è...<br />
Notevole è anche la rete amicale e<br />
parentale di richiamo che si è venuta<br />
a creare nel tempo e che ne rafforza<br />
la loro presenza come un processo<br />
migratorio regolare di lunga durata.<br />
Di tutt’altro carattere invece è la storia<br />
delle donne Nordafricane, la cui<br />
comparsa sulla scena delle migrazioni<br />
inizia verso la fine degli anni ‘80 a<br />
seguito però di un processo che ancora<br />
oggi è di stampo prettamente<br />
maschile.<br />
Il motivo prevalente che le spinge a<br />
muoversi è quello del ricongiungimento<br />
familiare a seguito di un matrimonio<br />
o per raggiungere insieme<br />
ai figli il marito partito alcuni anni<br />
prima; quest’ultimo volentieri risulta<br />
essere anche l’unico punto di riferimento<br />
e di tramite che hanno con la<br />
nuova realtà esterna.<br />
Tale situazione rispecchia molto bene<br />
la tipica separazione dei ruoli presente<br />
nella cultura mussulmana: la<br />
quale riserva alla donna la gestione<br />
dello spazio privato e all’uomo quello<br />
pubblico in una struttura familiare<br />
di stampo invece patrilineare.<br />
Sono ancora poche infatti le donne di<br />
questi paesi a partire da sole con un<br />
progetto migratorio autonomo, che<br />
nasce per lo più dall’esigenza di<br />
scappare da un assetto tradizionale<br />
che tende a rilegarle ad una funzione<br />
passiva di unicità riproduttiva.<br />
<strong>In</strong> una prospettiva tutta al femminile,<br />
dunque si è cercato di delineare<br />
l’influenza che due culture sociali<br />
molto diverse tra di loro hanno giocato<br />
nel determinare comportamenti<br />
migratori particolari e osservabili<br />
quotidianamente in un contesto occidentale.<br />
Essere donna, essere una donna immigrata<br />
trova le sue motivazioni anche<br />
in questo.<br />
<strong>In</strong>viate i vostri articoli e le vostre lettere<br />
all’indirizzo di posta elettronica:<br />
redazione@acidopolitico.com<br />
Tutti i testi pervenuti dovranno essere<br />
originali e firmati. La direzione si riserva<br />
il diritto di apporre qualsiasi correzione<br />
o modifica, nonché la decisione finale in<br />
merito alla pubblicazione. Il contenuto<br />
del singolo articolo non definisce il pensiero<br />
di tutta la redazione.<br />
***<br />
COPYRIGHT Le condizioni di utilizzo di<br />
testi e immagini in questo numero sono state<br />
concordate con gli autori. Se ciò non è stato<br />
possibile, l’editore si dichiara pronto a riconoscere<br />
un giusto compenso.
PENSIERI & PAROLE<br />
Campagna<br />
d’Italia<br />
I fatti d’attualità commentati dai ragazzi<br />
di Luca Fontana<br />
L<br />
a campagna elettorale ha proposto<br />
fin dalle prime battute molti elementi<br />
di novità, almeno apparen-<br />
Il Paese non può attendere oltre, urgono<br />
risposte serie alle domande di equità<br />
sociale e sicurezza, occorrono approcci<br />
te, rispetto al clima vissuto negli ultimi maturi a problemi fondamentali quali la<br />
anni.<br />
precarietà del lavoro e il carovita dila-<br />
Anni caratterizzati da contrasti ideologici gante cui non corrisponde un adegua-<br />
e personali profondi, ma dai risultati mento di salari e stipendi, servono azioni<br />
sociali, etici ed economici veramente decise in ambito ambientale ed un pro-<br />
miseri.<br />
getto ad ampio respiro per le giovani<br />
Correndo con la mente fino ai tempi di generazioni.<br />
tangentopoli, ci rendiamo conto come la Il panorama politico che è emerso da<br />
seconda Repubblica non sia ancora oggi questa campagna elettorale sembra aver<br />
realmente venuta alla luce. Siamo al pun- portato qualche mutamento che può alito<br />
di partenza o forse anche più indietro. mentare ragionevoli speranze, se non nei<br />
Questi quindici anni sono stati caratteriz- risultati quantomeno nei metodi e nell’zati<br />
da polveroni mediatici e contratti da approccio con i cittadini.<br />
salotto televisivo, da coalizioni eteroge- Il rimescolamento di carte nella logica<br />
nee costrette a matrimoni forzati e da delle alleanze, la creazione di soggetti<br />
slogan pericolosi e narcotizzanti.<br />
nuovi, un principio di ringiovanimento,<br />
Abbiamo assistito ad intere stagioni tra- almeno in alcune liste, di candidati e<br />
punte da rissose battaglie verbali e a di- messaggi, sono risultati acclarati.<br />
battiti quasi farseschi, a falsità travestite La nascita del PD e le scelte di Walter<br />
da calamite del consenso e ad un utilizzo Veltroni sono state il traino di questo<br />
strumentale di tematiche sociali molto cambiamento, incanalando su un percor-<br />
delicate, che nemmeno dovrebbero esseso obbligato di decisioni importanti anre<br />
oggetto di scontro politico.<br />
che la controparte. Non essendosi modi-<br />
Il risultato tangibile è stato dividere il ficate le regole del gioco rispetto alla<br />
paese in due fazioni tese a considerare precedente tornata elettorale, di più era<br />
l’avversario alla stregua di un nemico da impossibile attendersi.<br />
annientare.<br />
Il mutato panorama ha proposto a casca-<br />
Un muro contro muro cui non è seguita ta una pluralità di candidati premier tra<br />
quasi mai una risposta sul piano pro- cui scegliere e programmi elettorali pogrammatico,<br />
con azioni di governo petenzialmente attuabili grazie alla minor<br />
santemente diverse sulla carta ma poco incidenza di veti incrociati imposti da<br />
incisive nella sostanza.<br />
alleanze forzate.<br />
Molto fumo e pochi risultati.<br />
Tutto questo rappresenta una discreta<br />
I cambiamenti promessi sono quasi inesi- base di partenza che la nostra classe polistenti,<br />
la classe politica non è nemmeno tica si è auto imposta, magari controvo-<br />
riuscita a fingere un piccolo rinnovamenglia o per logiche elettorali, consapevole<br />
to, parola questa abusata solo per allena- di non poter tirare oltre la logora corda<br />
re la favella. Nel calderone di incredibili del rapporto con i cittadini.<br />
leggi "ad personam", da una parte, e di Non basta, anche perché molti protagoni-<br />
programmi voluminosi rimasti impietosti <strong>della</strong> vita politica posseggono capacità<br />
samente chiusi a chiave nel cassetto <strong>della</strong> mimetiche impensabili, agevolate da<br />
litigiosità dall’altra, l’unico risultato si- molti media nostrani che brillano per<br />
gnificativo è stato l’aggancio all’Euro al inutilità. Da oggi servirà tenere alta la<br />
tempo del primo governo Prodi.<br />
guardia, pretendere che alle parole se-<br />
Il resto è stato, al meglio, ordinaria amguano i fatti in modo che questo piccolo<br />
ministrazione che non ha tenuto il passo punto di partenza che ci siamo guada-<br />
di un'Italia le cui dinamiche sociali ed gnati non si tramuti in un triste e impalu-<br />
economiche sono profondamente mutate. dato punto di arrivo.<br />
EDITORIALE<br />
Due leggi da<br />
cambiare subito<br />
segue dalla prima<br />
risolvere. Non siamo elettori.<br />
Forse è per questo che i due candidati<br />
premier più forti propongono –<br />
sull’immigrazione – politiche che<br />
assumono quale unico punto di vista<br />
quello degli italiani (intendi: elettori).<br />
Politiche che saranno non integrative,<br />
ma difensive. Perché è l’elettorato<br />
che deve/vuole difendere qualcosa<br />
(la proprietà, il benessere, il lavoro, la<br />
sicurezza) ed è sulla vicinanza/<br />
lontananza delle proposte al “ventre”<br />
<strong>della</strong> società che si giocano migliaia<br />
di voti. Quindi si vince. O si perde.<br />
Ma è una questione – questa degli<br />
immigrati – che andrà affrontata prima<br />
o poi. Le attuali politiche sono<br />
insufficienti ad affrontare le dinamiche<br />
che si sono innescate nella società<br />
italiana; sono lesive <strong>della</strong> dignità umana,<br />
perché costringono migliaia di<br />
stranieri ad attendere per ore davanti<br />
alle Prefetture ed alle Questure; li<br />
espongono alle “intemperie” economiche<br />
e sociali perché senza permesso<br />
di soggiorno nessun datore di lavoro<br />
è disposto ad assumerti. Senza<br />
un lavoro - proprio in virtù <strong>della</strong> <strong>legge</strong><br />
in vigore - non ottieni il permesso<br />
di soggiorno.<br />
Se dal centro-destra non mi aspetto<br />
niente di nuovo – invito a <strong>legge</strong>re il<br />
programma – è dal “Partito Democratico”<br />
che attendo un segnale decisivo.<br />
Veltroni si propone come l’autore<br />
<strong>della</strong> rupture, <strong>della</strong> rottura con le<br />
attuali dinamiche di funzionamento<br />
delle istituzioni nazionali. Bene, lo<br />
faccia! Cominci a dire in campagna<br />
elettorale cosa intende fare con gli<br />
immigrati perché fino ad adesso non<br />
ho sentito nessuna parola, nessuna<br />
proposta concreta.<br />
Le elezioni si avvicinano, il tempo<br />
stringe e gli immigrati attendono di<br />
sapere quale sarà il loro destino in<br />
questo paese.<br />
Leonard Berberi
I N T E R V I S TA<br />
«Vi racconto l’oligarchia senese»<br />
<strong>In</strong>tervista al professore Raffaele Ascheri, autore di un polemico libro - “La Casta<br />
di Siena” - dove critica l’amministrazione che guida la città del Palio<br />
di Michele Capaccioli<br />
Chi è Raffaele Ascheri e da quanti<br />
anni fa il professore e lo scrittore?<br />
Raffaele Ascheri - classe 1969 - è un<br />
professore di Italiano, Storia (questa<br />
è la mia formazione universitaria) e<br />
Geografia, il quale per hobby si diletta<br />
di scrivere; insegno nelle scuole<br />
pubbliche da ormai sette anni, dopo<br />
una esperienza di vera e propria gavetta<br />
- praticamente quasi non retribuita...<br />
- in un "diplomificio" senese<br />
ora fortunatamente non più esistente,<br />
in quanto miseramente fallito per<br />
l'incapacità gestionale di chi doveva<br />
tenerne le redini: la mia gavetta, insomma,<br />
l'ho fatta, eccome! Venivo<br />
pagato ad ore, e se fossi andato a<br />
stirare invece che parlare di Leopardi,<br />
Manzoni o di Hitler, avrei guadagnato<br />
senz'altro molto di più… se<br />
qualche ragazzo si ammalava e non<br />
veniva a lezione, il solerte segretario<br />
annullava l'ora di lezione, e addio<br />
briciole.<br />
Veniamo al suo ultimo libro, “La<br />
Casta di Siena”. Cos’è che l’ha spinto<br />
a scriverlo?<br />
Tanti motivi. <strong>In</strong> sintesi estrema, il<br />
desiderio di "sfrondare gli allori" -<br />
come ha scritto la giornalista di Repubblica<br />
Franca Selvatici recensendo<br />
il libro - del Buon governo senese, un<br />
modello apparentemente tanto efficiente<br />
quanto immacolato, in realtà,<br />
per alcuni aspetti, tutt'altro che puro<br />
ed immacolato come i media locali<br />
vorrebbero far credere. Un'oligarchia<br />
che, negli ultimi tempi, si è alleata<br />
con Clemente Mastella e con Pierferdinando<br />
Casini (e con il suocero Caltagirone),<br />
dopo aver perso i referenti<br />
romani di un tempo, D'Alema in primis.<br />
Come sappiamo è un libro autoprodotto<br />
– edito da lei. Come mai<br />
questa decisione?<br />
Questa, forse, è la risposta più semplice<br />
di tutte, ma doverosa per chi<br />
non viva a Siena. Nella città del Pa-<br />
lio, sic et simpliciter,<br />
nessuno<br />
avrebbe avuto il<br />
coraggio di pubblicarlo;<br />
la stessa<br />
tipografia che ha<br />
materialmente<br />
stampato il mio<br />
libro, mi ha fatto<br />
ben presente che,<br />
se volessi scrivere un prosieguo, non<br />
potrebbe neanche stamparlo di nuovo.<br />
Non siamo in Sicilia o in Calabria,<br />
ma neanche così lontani, evidentemente…<br />
se vuoi lavorare in moltissimi<br />
settori, mai metterti contro alla<br />
Casta rossa, altrochè sinistra, altrochè<br />
riformismo…<br />
Ritiene che questa sorta di<br />
“corruzione ambientale” sia uno dei<br />
tanti strumenti usati dalla casta di<br />
Siena per continuare a tutelare i propri<br />
interessi a danno <strong>della</strong> libera<br />
informazione?<br />
Purtroppo non c'è dubbio che sia<br />
così, e purtroppo temo che continuerà<br />
ad essere così. Il libro ha avuto e<br />
sta avendo un successo clamoroso in<br />
città anche per questo, perchè c'è<br />
qualcuno che mette nero su bianco<br />
quello che a pelle migliaia di persone<br />
credono e pensano, ma mai avrebbe-<br />
ro il coraggio di scrivere; la gente lo<br />
compra, lo <strong>legge</strong> avidamente, si indigna<br />
spesso, ma temo che più in là di<br />
questo non si vada…<br />
C'è un potere nel sistema di Siena<br />
che può predisporre facilmente all'abuso<br />
sottile o celato, all’umiliazione,<br />
o all’esclusione, anche mantenendo<br />
impegni aperti a politiche<br />
anti-sociali? Questo potere riesce ad<br />
utilizzare politiche sociali per celare<br />
ciò che realmente può accadere all’interno<br />
di esso?<br />
A Siena questo accade; l'anomalia<br />
senese risiede tutta nello strapotere<br />
del Monte dei Paschi di Siena, la<br />
Banca onnivora che tutto controlla e<br />
decide, i cui rappresentanti nella<br />
Fondazione sono nominati - guarda<br />
un po’ - dai politici locali, Sindaco e<br />
Presidente di Provincia.<br />
Gli strateghi cinesi affermano che<br />
in guerra bisogna essere come l’acqua,<br />
ovvero il sapersi adattare a tutte<br />
le situazioni. Questo può richiamare<br />
il camaleontismo di Clausewitz.<br />
Secondo lei, da parte <strong>della</strong><br />
casta di Siena può esserci la tendenza<br />
a intervenire quando è necessario<br />
e conveniente per costruirsi continuamente<br />
la propria immagine e<br />
per “sciogliere lacci e lacciuoli”?<br />
Certo che sì. Gli oligarchi di Siena<br />
sono maestri, anche grazie a media<br />
asserviti, a presentarsi come politicamente<br />
corretti, filantropici, pacifisti,<br />
rispettosi delle minoranze… chi più<br />
ne ha, più ne metta!<br />
Fin dove arriva la casta di Siena?.<br />
Riesce ad entrare anche nelle università?<br />
Certo che sì; nel libro, questo aspetto<br />
non è molto presente, forse in futuro,<br />
chissà… tanto per dirne una, di<br />
certo la più eclatante, l'ex Rettore<br />
dell'Università di Siena Tosi è stato<br />
recentemente rinviato a giudizio per<br />
una vicenda legata ad un concorso<br />
da cui uscì vittorioso, strano a dirsi,<br />
il figlio.
di Valentina Lopez<br />
Sentirsi cittadino europeo per un giovane<br />
d’oggi non si deve limitare esclusivamente<br />
al progetto Erasmus o<br />
Leonardo promosso in ambito universitario.<br />
Il programma “Gioventù in<br />
azione”, istituito congiuntamente nel<br />
Dicembre 2006 dalla Commissione<br />
europea, dal Parlamento europeo e<br />
dagli Stati membri dell'UE, offre infatti<br />
una ghiotta opportunità di apprendimento<br />
non formale ed informale in<br />
una dimensione europea atta al rafforzamento<br />
<strong>della</strong> coesione sociale.<br />
Cinque sono le azioni di cui consta il<br />
programma: la seconda corrisponde al<br />
Servizio Volontario Europeo (SVE).<br />
Questa esperienza permette di svolgere<br />
un' attività di volontariato a tempo<br />
pieno per un periodo compreso tra 2<br />
mesi e 12 mesi , in uno dei 27 paesi<br />
membri dell' UE, nei 3 paesi dell'Area<br />
Economica Europea (Islanda, Norvegia,<br />
Liechtenstein) o nei paesi partner.<br />
E’ un progetto <strong>della</strong> Commissione<br />
Europea, Direzione Generale Educazione<br />
e Cultura, rivolto ai giovani in<br />
un’età compresa tra i 18 e i 30 anni,<br />
legalmente residenti in uno dei paesi<br />
STAGE<br />
Headquarters <strong>In</strong>ternship Programme;<br />
United Nations New York<br />
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agli studenti laureati e neo-laureati<br />
da sviluppare all’interno di una delle<br />
agenzie ONU.<br />
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con le agenzie.<br />
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Maggio 2008<br />
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sds/internsh/index.htm<br />
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una terza possibilità per gli europei di girare il<br />
continente: “Gioventù un azione”<br />
dell'Unione Europea.<br />
La mission che si prefigge è quella di<br />
sviluppare la solidarietà, di promuovere<br />
la tolleranza fra i giovani e la<br />
cittadinanza attiva ed infine di migliorare<br />
la comprensione reciproca fra i<br />
giovani. Il programma offre la possibilità<br />
di accrescere le proprie competenze<br />
attraverso un'esperienza pratica<br />
di lavoro all'estero in un'organizzazione<br />
senza fine di lucro, permette di<br />
migliorare la propria capacità di lavorare<br />
in gruppo, di relazionarsi con<br />
persone di lingua e cultura diversa e<br />
di inserirsi in ambienti di lavoro complessi.<br />
Le attività di Servizio Volontario Europeo<br />
possono svolgersi in molteplici<br />
settori quali ambiente, arte, cultura,<br />
servizi sociali, gioventù, protezione<br />
civile, cooperazione allo sviluppo e lo<br />
sport.<br />
Molti sono i vantaggi per coloro che<br />
partecipano a tale attività: la copertura<br />
dei costi di vitto e di alloggio, un<br />
pocket money mensile, il rimborso<br />
delle spese di viaggio, l’assicurazione<br />
sanitaria completa e un corso di lingua<br />
del paese di destinazione.<br />
Tutti coloro che sono stuzzicati dalla<br />
curiosità possono partecipare all’incontro<br />
che si terrà mercoledì 12 marzo<br />
alle ore 15 presso la sede dell’infogiovani<br />
di Milano (Via Dogana, 2) dal<br />
titolo “Ti mandiamo a quel paese,<br />
gratis” oppure per avere maggior dettagli<br />
tecnici sul programma possono<br />
consultare il sito dell’associazione<br />
Joint, www.jointweb.it, la quale cura<br />
l’incontro.<br />
a cura di Laura Tavecchio<br />
durre ricerche e indagini su aspetti inerenti<br />
lo sviluppo, il declino e il ripristino<br />
delle città e il benessere dei cittadini. E’<br />
indispensabile un’ottima conoscenza <strong>della</strong><br />
lingua inglese.<br />
Periodo <strong>della</strong> borsa di studio varia da 4 a<br />
8 mesi<br />
Data di scadenza per inoltrare la domanda<br />
di partecipazione 1 Aprile 2008<br />
I N F O : w w w . j h u . e d u / i p s /<br />
mschacht@jhu.edu<br />
Programma Nazionale Slovacco per le<br />
Borse di Studio, Slovenia<br />
L’Ambasciata <strong>della</strong> Repubblica Slovacca<br />
nell’ambito del Programma Nazionale<br />
Slovacco per le Borse di Studio – gestito<br />
dal Minisero dell’Educazione <strong>della</strong> Repubblica<br />
Slovacca e dall’Agenzia Slovacca<br />
Accademica e d’<strong>In</strong>formazione – offre a<br />
studenti, dottorandi, insegnanti universitari<br />
e ricercatori, alcune borse di studio<br />
per effettuare soggiorni di studio e/o ricerca<br />
presso un’università o un centro di<br />
ricerca Slovacco.<br />
Data di scadenza per inoltrare le candidatire:<br />
30 Aprile 2008<br />
INFO: www.scholarships.sk.
I N T E R N AT I O N A L / I N T E R N A C I O N A L<br />
Dusseldorf-China, historia de<br />
un idilio económico sin miedos<br />
Es el año de la rata. Los Astrólogos<br />
chinos predicen que traerá<br />
riqueza y prosperidad. Las ratas<br />
son pioneras, meticulosas y sistemáticas.<br />
Cualidades que según<br />
China tienen sus empresarios.<br />
Puede que la Unión Europea<br />
mire con cierto recelo el<br />
gran crecimiento que está protagonizando<br />
el gigante asiático,<br />
pero Dusseldorf, en Alemania,<br />
no.<br />
La ciudad lleva años animando<br />
a los empresarios chinos a instalarse<br />
en su territorio. <strong>In</strong>cluso<br />
aunque China haya acabado<br />
con su industria del acero, se<br />
esté llevando todos los grandes<br />
contratos por delante de las<br />
empresas germanas y esté decidida<br />
a quitarle a Alemania el<br />
título honorífico de mayor exportadora<br />
mundial este año.<br />
Como explica Lilian Li, Vicepresidente<br />
de Huawei Europa:<br />
"Creemos que nuestras diferencias<br />
culturales no suponen un<br />
gran problema. El idioma es<br />
distinto, y se supone que es el<br />
que debe dar a las diferentes<br />
culturas un punto de partida<br />
para entenderse, pero aún así,<br />
nuestra filosofía, nuestro humor<br />
son parecidos".<br />
No hay un Barrio Chino, un<br />
Chinatown, en Dusseldorf, pero<br />
si hay un Centro Chino. Su fundador,<br />
Robert Cao, fabrica piezas<br />
de coche en China para<br />
marcas como Porsche, BMW o<br />
Mercedes.<br />
"Los alemanes son muy buenos<br />
desarrollando tecnología, investigando<br />
e innovando. Por supuesto<br />
que a los chinos eso no<br />
se nos da mal, pero estamos por<br />
detrás de Alemania. No obstante<br />
tenemos una colaboración<br />
muy estrecha y con ella aprovechamos<br />
los puntos fuertes de<br />
cada uno", comentaba Cao.<br />
Air Berlin támbién está apostando<br />
por la atracción que genera<br />
Dusseldorf. Ya cuenta con una<br />
importante red de conexiones<br />
hacía distintos destinos europeos,<br />
y desde mayo, empezará a<br />
realizar vuelos directos a Shangai<br />
y Pekín.<br />
Este Año Nuevo Chino trajó<br />
numerosas celebraciones a Dusseldorf.<br />
Si el Ayuntamiento consigue<br />
sus objetivos, habrá incluso<br />
más motivos para festejar<br />
cuando el Año del Buey llegue<br />
en 2009.<br />
Articolo integrale disponibile<br />
sul sito www.euronews.net<br />
Qui pourrait accepter de recevoir des dizaines de coups<br />
de téléphone de jour comme de nuit - qui ne lui sont<br />
pas destinés - avec le sourire ? Pas grand-monde à priori,<br />
sauf peut-être… le caporal Henry Lebon, dont le quotidien<br />
Sud Ouest raconte l'histoire croustillante. Cet<br />
homme affecté au régiment de marche de Noyon, en<br />
Picardie, a récupéré le numéro de téléphone portable de<br />
Ségolène Royal.<br />
«C'est un numéro attribué<br />
temporairement à<br />
Ségolène Royal pour la<br />
campagne présidentielle»,<br />
explique l'association<br />
Désirs d'avenir, contactée<br />
par lefigaro.fr. La présidente<br />
de la région Poitou-Charentes<br />
n'a pas<br />
encore souhaité réagir<br />
officiellement. Résultat pour le caporal Lebon ? Une<br />
avalanche d'appels de personnalités, parfois jusqu'au<br />
sommet de l'Etat. Ainsi, il raconte que l'ex-président de<br />
la République Jacques Chirac aurait contacté ce numéro<br />
à la fin de l'été 2007. S'il se dit ravi de pouvoir discuter<br />
avec de hauts responsables politiques ne s'attendant pas<br />
à tomber sur un militaire, Henry Lebon tient à garder<br />
secret la nature de ses conversations.<br />
Il aurait en effet reçu des SMS de François Hollande,<br />
dont il est seul avec l'intéressé à connaître le contenu. Le<br />
rapprochement avec l'actualité récente se fait naturellement<br />
: début février, la publication par le Nouvel Observateur<br />
d'un SMS attribué à Nicolas Sarkozy et à destination<br />
de son ex-épouse Cécilia («Si tu reviens, j'annule<br />
tout») avait déclenché une tempête judiciaire. L'avocat<br />
du chef de l'Etat, Me Thierry Herzog, a déposé<br />
une plainte pour «faux, usage de faux et recel».<br />
Immigration point systems begins<br />
The government has launched the first stage<br />
of a new points-based system for migrants<br />
from outside the EU. It will initially only<br />
apply to highly skilled workers already in the<br />
country who want to extend their stay.<br />
But by the end of 2008, every<br />
graduate with good English,<br />
on £40,000 or the local equivalent,<br />
will potentially have<br />
enough points to seek work<br />
in the UK.<br />
The Tories say there should<br />
be a yearly cap on immigration,<br />
the Lib Dems say the<br />
rules could cause skills shortages.<br />
Under the new system, skilled workers in<br />
occupations where there is a shortage will<br />
also be able to enter, provided they have a job<br />
offer.<br />
But low skilled workers from outside the EU<br />
will be barred for the foreseeable future. The<br />
government believes it can fill all manual<br />
work vacancies from EU countries which,<br />
with the exception of Romania and Bulgaria,<br />
face no restrictions on working in the UK.<br />
The government says it is the<br />
biggest change in UK immigration<br />
policy "in a<br />
generation" and will attract<br />
migrants with the right skills<br />
to boost Britain's economy<br />
while easing pressure on local<br />
public services.<br />
But the Conservatives say the<br />
changes are "over-hyped" and<br />
will not make a significant difference to the<br />
numbers entering the country.<br />
The first phase - Tier One - replaces the existing<br />
highly skilled migrant programme,<br />
which is also based around points.<br />
It is designed to attract entrepreneurs with<br />
«Allo Ségolène Royal? Non,<br />
caporal Lebon à l'appareil!»<br />
significant sums to invest in British business<br />
as well as highly qualified people who the<br />
government believe will boost the economy.<br />
All applicants will have to pass an English<br />
test - unless they have £1m or more to invest.<br />
Skills and earning potential will also be taken<br />
into account - although much will depend on<br />
the country in which applicants live.<br />
For example, someone applying for entry<br />
from a poor country, such as Nigeria or Afghanistan,<br />
will have to prove annual earnings<br />
of at least £4,000, while somebody<br />
applying from a wealthier country will have<br />
to have a previous salary of £40,000 or more.<br />
Tier two, to be launched later this year, will<br />
focus on filling gaps in the labour market - an<br />
independent committee will advise ministers<br />
on which skills the economy needs.<br />
Articolo integrale disponibile<br />
sul sito www.bbcworld.com
«The Guardian», il migliore<br />
quotidiano del mondo<br />
P<br />
er la seconda volta in tre anni The Guardian è<br />
stato nominato il miglior quotidiano al mondo<br />
dalla Society for News Design di New York.<br />
Il giornale britannico ha sbaragliato la concorrenza<br />
di centinaia di giornali in tutto il mondo.<br />
Un primato che si fa sentire anche sul web: a gennaio<br />
il Guardian ha registrato 19.7 milioni di utenti<br />
unici contro i 17.9 del Mail Online, i 15.1 del Times<br />
Online e i 12.3 del Telegraph.co.uk.<br />
(fonte: corriere.it)<br />
Da Google un semplice<br />
software per creare siti web<br />
SAN FRANCISCO (Reuters) - Il colosso<br />
Google ha detto di offrire un nuovo semplice<br />
supporto da utilizzare per la creazione<br />
di siti web per uffici e gruppi di<br />
lavoro, mirando a battere il già esistente<br />
SharePoint di Microsoft .<br />
Il nuovo servizio di Google si chiama<br />
Sites ed è una versione in scala ridotta di<br />
JotSpot, un semplice servizio per la creazione<br />
di "intranet" che Google aveva acquisito<br />
16 mesi fa.<br />
Sites, nuovo stadio <strong>della</strong> corsa del gigante<br />
di <strong>In</strong>ternet sul mercato, permette anche<br />
ai poco esperti di organizzare e condividere<br />
informazioni digitali, come collegamenti<br />
web, calendari, foto, video,<br />
presentazioni, profili personali, allegati e<br />
altri documenti, in un sito facile da creare<br />
e aggiornare e che può essere consultato<br />
solo dagli iscritti.<br />
Share Point di Microsoft è un programma<br />
molto simile, ma molto più complicato<br />
da adoperare, e soprattutto più costoso.<br />
"Sites è relativamente facile da usare ed<br />
è gratis", ha detto Rebecca Wettemann,<br />
analista dell'organo di consulenza tecnica<br />
Nucleus Research of Wellesley, Massachusetts.<br />
"Google sta cambiando il modo<br />
di pensare vedere il web in relazione<br />
agli affari", ha aggiunto.<br />
Il sito base di Sites non ha invece nessun<br />
costo o richiede talvolta una piccola tariffa<br />
mensile, mentre per coloro che già<br />
erano fruitori di Google App il servizio<br />
completo è gratuito.<br />
"L'idea è che IT (i dipartimenti di <strong>In</strong>for-<br />
mation Technology) non faccia niente se<br />
non abilitare all'uso del supporto i fruitori<br />
del nostro servizio", ha detto Dave<br />
Girouard, direttore generale di Google<br />
Enterprise.<br />
Wettemann sottolinea tuttavia che la<br />
mancanza di assistenza potrebbe causare<br />
qualche problema nell'aggiornamento e<br />
nell'uso dei siti, nonostante Sites sia molto<br />
facile da adoperare. A differenza di<br />
Share Point di Microsoft infatti, Sites non<br />
ha un centro di supporto tecnico, ma è<br />
gestito completamente da coloro che ne<br />
fanno uso per lavoro o privatamente.<br />
Conclusa la gara<br />
Wymax; lo Stato<br />
incassa 136,3 mln<br />
ROMA - La gara di assegnazione delle<br />
frequenze Wymax, la banda larga senza<br />
fili, si è chiusa con un incasso per lo Stato<br />
di 136,337 milioni di euro su una base d'asta<br />
di poco meno di 50 milioni.<br />
Lo ha detto il ministro<br />
delle Comunicazioni,<br />
Paolo Gentiloni, nel<br />
corso di una conferenza<br />
stampa al ministero.<br />
"Abbiamo incassato<br />
136 milioni, più 176%<br />
rispetto alla base d'asta<br />
e le frequenze sono state assegnate a 11<br />
operatori, di cui 4 di grandi dimensioni e 7<br />
a presenza più limitata", ha detto Gentiloni.<br />
(fonte: REUTERS)<br />
W E B<br />
Thailandia,<br />
autorità<br />
“sgridano” i<br />
monaci sorpresi a<br />
flirtare online<br />
BANGKOK (Reuters) - Alcuni<br />
funzionari del governo thailandese<br />
hanno sollecitato i monaci<br />
buddisti a non usare i siti di<br />
incontri online per conoscere<br />
donne dopo che alcuni di loro<br />
sono stati pizzicati a flirtare su<br />
<strong>In</strong>ternet con delle ragazze.<br />
Il sollecito delle autorità giunge<br />
poco dopo che nel Paese la polizia<br />
ha arrestato un monaco accusato<br />
di aver adescato una<br />
donna su <strong>In</strong>ternet e di averla<br />
violentata.<br />
"Ho detto agli utenti (del sito<br />
online) Hi5 che dovessero individuare<br />
dei monaci nel sito, di<br />
invitarli ad andarsene", ha spiegato<br />
il ministro Jakrapob Penkair,<br />
dopo che un gruppo di<br />
fedeli buddisti ha detto che alcuni<br />
monaci stavano flirtando<br />
sul sito con utenti thailandesi.<br />
I media thailandesi raccontano<br />
spesso le storie di monaci pizzicati<br />
a vendere droga e ad avere<br />
rapporti sessuali consensuali<br />
con donne.<br />
Oggi per esempio hanno raccontato<br />
la vicenda di un monaco<br />
di 23 anni che avrebbe abusato<br />
di una ragazzina dopo averla<br />
adescata online e averla<br />
attirata nella propria stanza.<br />
Un alto funzionario del Ministero<br />
<strong>della</strong> Cultura ha detto che ai<br />
monaci non dovrebbe essere<br />
vietato di navigare su <strong>In</strong>ternet e<br />
che, anzi, dovrebbero trasformare<br />
questo "problema" in una<br />
"opportunità" usando il Web<br />
per diffondere il verbo di Buddha.
© FOTO DI LUCA CERIANI PER “ACIDO POLITICO, 2008<br />
I N F O<br />
Mi faranno pagare l’ICI?<br />
di Diego Dantes<br />
U<br />
n ricordo limpido che mi rimarrà<br />
per tutta la vita. Era il<br />
lontano settembre del 2002:<br />
tempo, ne ho vissute di emozioni eppure<br />
questa convinzione di “università<br />
= casa” aumenta anziché regredire. Un<br />
quando, uscito dalla metropolitana giorno, spero, non vorrei che mi faces-<br />
fermata di San Babila, dissi tra a me e sero pagare l’ICI o la tassa per l’occu-<br />
me: “ho lasciato Lecce per Milano, da pazione di suolo pubblico. Ed ora che<br />
qui si parte e chissà dove arriverò!” La pian piano la sto abbandonando, per-<br />
mappa di Milano fu per me come la ché l’ultima tappa ovvero la laurea<br />
bibbia per un vecchio curato di campa- magistrale è oramai alle porte, sale la<br />
gna. Ecco che trovai l’unico accesso malinconia e la coscienza che questi<br />
allora disponibile, causa lavori di am- anni non torneranno. Ne ho conosciute<br />
pliamento,: via conservatorio , 7. La di persone, compagni di “viaggio”,<br />
ristrutturazione <strong>della</strong> facoltà rendeva non tutti sono arrivati alla fine degli<br />
la stessa inaccessibile in alcune parti, studi. Eppure ciascuna di loro è facil-<br />
ma era meravigliosa ugualmente. Samente collocabile in un angolo di farebbe<br />
stata la mia casa per questi luncoltà, in un corso particolare o ad un<br />
ghi (e pur sempre corti) 5 anni e mez- piano specifico <strong>della</strong> biblioteca. Orazo.<br />
<strong>In</strong> realtà, il primo contatto con l’umai chi è un assiduo frequentatore di<br />
niversità di Milano lo ebbi in via festa via Conservatorio sa chi trovare e do-<br />
del perdono scoprendo che i corsi ve trovarlo. Come si fa a non sapere<br />
erano già iniziati da qualche giorno e che sono stato, per lungo tempo, una<br />
che si svolgendo in un’altra sede: “ma colonna del cortile con una mia pan-<br />
chi se ne frega!” dissi.<br />
china (di plastica prima, più elegante<br />
Eccomi all’ingresso , dicevo, di via dopo) o con una sedia perennemente<br />
conservatorio in quel giorno di sole occupata dalla mia borsa (e solo da<br />
pallido del settembre 2002: uno spetta- quella, lo assicuro) nella sala studio,<br />
colo mai visto prima: bacheche piene ecc ecc.<br />
di annunci, strati sovrapposti di carta Tra divertimenti e chiacchierate sono<br />
colorata, foglietti penzolanti con i nu- comunque riuscito a laurearmi nel<br />
meri di cellulare scritti su linguette dicembre 2005 nella triennale di SPO<br />
ritagliate a mano, panchine di plastica, ed ora, salvo imprevisti, in GAT. Sono<br />
impalcature ed una miriade di gente riuscito ad organizzare incontri e di-<br />
che gremiva quel poco spazio disponibattiti, sono riuscito ad essere rapprebile.<br />
Dopo cinque anni ben poco è sentante degli studenti e cercare di<br />
cambiato d’altronde, nonostante la dare una mano a chiunque me l’abbia<br />
fine dei lavori, la facoltà ha ancora chiesta.<br />
problemi di spazi. Guardandomi in- La mia esperienza si sta per concludedietro,<br />
mi rendo conto di quanto sia re. Via Conservatorio mi ha fatto cre-<br />
stata fondamentale Scienze Politiche: è scere e non smetterò mai di ringraziar-<br />
stata una mia seconda casa, essendo la ed è per questo che non la dimenti-<br />
studente fuori sede, e non la cambierei<br />
per nulla la mondo. Ne è passato di<br />
cherò.<br />
INFO SPO<br />
COMUNICAZIONE IMPORTANTE<br />
AGLI STUDENTI IMPOSSIBILITATI A<br />
PRENDER PARTE ALLA TORNATA<br />
ELETTORALE PER CONCOMITANZA<br />
CON APPELLI D'ESAME<br />
Domenica 13 e lunedì 14 aprile sono state<br />
indette le elzioni politiche ed amministrative.<br />
Facendo seguito ad una richiesta presentata<br />
dai rappresentanti di Sinistra Universitaria,<br />
il preside <strong>della</strong> Facoltà di Scienze<br />
Politiche si è attivato per garantire a tutti<br />
gli studenti eventualmente impegnati a<br />
sostenere appelli d'esame di poter<br />
"partecipare attivamente" alla competizione<br />
elettorale.<br />
Da sempre si pone il problema, per gli studenti<br />
fuori sede, di riuscire a tornare a casa<br />
per esprimere il proprio voto. Difficoltà<br />
analoghe vi sono anche per i rappresentanti<br />
di lista o per coloro che, iscritti nell’albo dei<br />
presidenti e scrutatori di seggio, si vedono<br />
costretti a rinunciare all’incarico.<br />
Il preside ha quindi provveduto a controllare<br />
il calendario degli esami ed avvertire<br />
personalmente i docenti interessati. Conti<br />
alla mano, gli appelli previsti per lunedì 14<br />
aprile non sono molti e quindi il problema<br />
si pone in termini fortunatamente moderati.<br />
Ad ogni modo, tutti gli studenti che si<br />
trovassero nell'impossibilità di partecipare<br />
alla tornata elettorale per i "motivi accademici"<br />
sopracitati, potranno contattare direttamente<br />
il docente (tramite mail o andando<br />
a ricevimento) in modo da fissare termini e<br />
modalità con cui recuperare l'esame, senza<br />
dover così stravolgere la personale pianificazione<br />
dello studio.<br />
Jon Pirovano<br />
FREDDURE<br />
«Oggi "Domenica <strong>In</strong>"<br />
va in onda da Sanremo<br />
mentre "Buona domenica"<br />
è in collegamento<br />
con Gravina in Puglia.<br />
Entrambe hanno voluto<br />
recarsi sul luogo <strong>della</strong><br />
tragedia»<br />
www.gago.splinder.com
IL CONCERTO<br />
I Mars Volta<br />
a Milano<br />
MILANO - I Mars Volta più che uno<br />
show portano in scena parte <strong>della</strong><br />
loro vita compresa di ritorsioni, paure,<br />
deliri ed allucinazioni, legate da<br />
un filo comune che le accompagna<br />
dall'inizio all'epilogo senza mai interrompersi.<br />
Più di due ore e mezza fra assoli del<br />
membro fondatore, nonchè produttore,<br />
O. Rodriguez Lopez, gli acuti<br />
dell'amico fraterno Cedric, il ritmo<br />
incessante ed infernale del nuovo<br />
batterista che assomiglia più ad una<br />
macchina che ad una parte del creato,<br />
ed il contorno offerto da basso, tastiera,<br />
sax-flauto, percussioni e 2nd guitar.<br />
I ragazzi meticci quando ripropongono<br />
i loro pezzi lo fanno attenendosi<br />
in pieno alla forma dell'incisione,<br />
forse meglio; quello che stupisce<br />
è ciò che ci mettono prima e<br />
dopo, le legature tra un brano e l'altro,<br />
la linea crescente e morente, da<br />
cosa partono a dove arrivano.<br />
Forse l'unica cosa che si può obiettare<br />
può essere questa, un minimo di perdita<br />
di immediatezza ed attenzionetensione,<br />
ma più che altro forse è il<br />
fatto che i Mars Volta non lasciano<br />
nulla al caso e potessero scegliere la<br />
perfetta location sarebbe probabilmente<br />
un'immensa platea su un immenso<br />
prato... allora forse sì che si<br />
potrà toccare la mano ai Mars Volta.<br />
Paolo Proverbio<br />
«Più di due ore e mezza<br />
di assoli con ritmi<br />
incessanti ed infernali»<br />
Herbie Herbie Hancock<br />
Hancock<br />
RIVER RIVER<br />
RIVER<br />
A sorpresa, in occasione dei Grammy Awards 2008,<br />
Herbie Hancock porta a casa un premio di prestigio<br />
grazie a “River”, il suo ultimo lavoro.<br />
Il maestro <strong>della</strong> jazz-fusion mette in mostra la sua<br />
grandiosità in quest’opera con l’aiuto di splendide<br />
voci tra cui spicca Norah Jones e una band di tutto<br />
rispetto.<br />
Dieci tracce armoniose e calde, forse poco energiche,<br />
ma di uno spessore artistico unico. Pagherei oro per<br />
vivere l’esperienza di un suo live-act.<br />
M U S I C A<br />
Luca Ceriani<br />
AA.VV.<br />
AA.VV.<br />
DISCO DISCO NOT NOT DISCO<br />
DISCO<br />
Dentro questa raccolta c’è un pezzo di storia indelebile<br />
<strong>della</strong> musica, qualcosa che ha completamente influenzato<br />
una miriade di artisti che adesso girano e rigirano in rete,<br />
nei locali, in radio. “Disco not disco” ha dentro tutto e<br />
niente, il post punk che fa da contorno a pulsioni regolari,<br />
i primi sintetizzatori che salgono e scendono e linee<br />
vocali monotone e ripetitive. Una simil dance, del punk e<br />
saltellanti giri di funk, nelle dosi giuste, hanno dato il la<br />
negli anni a seguire a tutto quello che adesso sentiamo. Probabilmente questi stili hanno<br />
avuto lo stesso peso che avranno le nuove correnti che spaziano tra grime, electro,<br />
dub , reggae e altri miriade di cose.<br />
Si è tanto certi di un momento di transizione nella musica che molti parlano di un futuro<br />
senza generi e che, tra le altre cose, sarà il tema centrale del Sonar 08 di Barcellona.<br />
Ma in attesa di capire come sarà il suono del futuro gustiamoci queste 14 perle che tanto<br />
ci dicono del presente. (lu. cer.)<br />
Carl Carl Craig<br />
Craig<br />
SESSIONS<br />
SESSIONS<br />
Non puoi parlare dell’ambiente musicale di Detroit<br />
senza incappare nel suo <strong>nome</strong> : Carl Craig.<br />
Da oltre un ventennio questo producer si muove<br />
nel panorama musicale ri-campionando, mixando<br />
e ricostruendo centinaia di tracce prese in prestito<br />
dall’ infinità di artisti che, ben contenti, si sono<br />
fatti rimiscelare dal genio americano.<br />
“Sessions” son due dischi che celebrano le capacità<br />
di Craig che abilmente, per oltre due ore, presenta<br />
i suoi lavori meglio riusciti.<br />
<strong>In</strong> generale i dischi sono completamente legati alla<br />
matrice techno di Detroit, potrebbe essere il limite<br />
<strong>della</strong> produzione, ma è proprio qua che entra in gioco la visione di Craig; lunghe<br />
strings e ritmi techno sono fusi, tra spettacolari climax, con voci, effetti e drums.<br />
I rmxs di “Falling Up” (Theo Parrish) e “Like a child” (Junior Boys), son costruiti con<br />
un’ armonia tale che vanno oltre alla banale etichetta di musica dance.<br />
Carl Craig non si ferma mai, è in tour continuo e presto toccherà anche l’Italia passando<br />
a Milano mentre a Roma come ospite al “Dissonanze Festival”. (lu. cer.)
FONTE: CINETEL - periodo: 01.08.2007 - 02.03.2008<br />
C I N E M A<br />
Non è un paese per vecchi<br />
visto da Marco Fontana<br />
Llewelyn Moss (Josh Brolin) è a caccia<br />
in una zona desertica ai confini tra<br />
States e Messico quando si imbatte in<br />
diversi cadaveri e una valigetta con<br />
due milioni di dollari. La scelta di<br />
tenerla per se innesca una reazione a<br />
catena che sfocia in un inseguimento<br />
senza tregua che nemmeno lo sceriffo<br />
<strong>della</strong> contea (Tommy Lee Jones) riesce<br />
a bloccare. Moss deve fuggire dai<br />
narcotrafficanti messicani, ma soprattutto<br />
da un misterioso killer psicopatico<br />
(Javier Bardem) che decide tra la<br />
vita e la morte per una persona con il<br />
lancio di una monetina.<br />
Il film è tratto dall’omonimo romanzo<br />
di Cormac McCarthy ed è stato premiato<br />
agli Oscar 2008 come miglior<br />
film, miglior regia (fratelli Coen), miglior<br />
attore non protagonista<br />
(Bardem) e miglior sceneggiatura non<br />
originale. Tutti assolutamente meritati.<br />
E’ un film denso e profondo, carico di<br />
suspance, che fa rivivere il <strong>legge</strong>ndario<br />
Texas con la sua <strong>legge</strong> del più forte<br />
e la sua ferocia.<br />
I fratelli Coen rendono al meglio un<br />
mondo al collasso e allo sfacelo totale,<br />
intriso di sangue e follia. Un mondo<br />
dove non c’è salvezza, dove non vince<br />
nessuno. Il discorso finale del disilluso<br />
sceriffo delle contea ne è la prova.<br />
Un cast stellare in ogni suo componente,<br />
soprattutto nell’immenso attore<br />
spagnolo Bardem nel ruolo di un<br />
killer pazzoide in tuta gialla che ucci-<br />
de con una bombola di aria compressa<br />
e che non ha pietà per nessuno.<br />
Stupendi i dialoghi intrisi di ironia<br />
che riescono a far sorridere lo spettatore<br />
nonostante la drammaticità dei<br />
fatti.<br />
Bellissimo il finale, diverso da tutte le<br />
altre pellicole del genere.<br />
La frase: "Qual’è la cosa più grossa<br />
che hai perso a testa o croce?"<br />
Voto 8<br />
BOX OFFICE (dati espressi in euro)<br />
«Un film denso e<br />
profondo, carica di<br />
suspance»<br />
1° NATALE IN CROCIERA 23.461.775,34<br />
2° SHREK III 20.239.258,80<br />
3° UNA MOGLIE BELLISSIMA 20.029.400,78<br />
4° RATATOUILLE 17.456.826,50<br />
5° I SIMPSON (IL FILM) 16.204.708,15<br />
6° IO SONO LEGGENDA 13.847.504,48<br />
7° SCUSA MA TI CHIAMO AMORE 12.620.351,79<br />
8° AMERICAN GANGSTER 9.900.053,83<br />
9° MATRIMONIO ALLE BAHAMAS 9.814.547,10<br />
Sweeney Todd<br />
visto da Luca Silvio Battello<br />
Con questo film il regista si ripresenta con<br />
un musical in cui trapela tutto il suo spirito,<br />
inserito in un fluttuante mondo surreale,<br />
in una Londra malata e con un cielo<br />
perennemente plumbeo.<br />
Benjamin Barker è il miglior barbiere <strong>della</strong><br />
città, padre e marito innamorato <strong>della</strong> sua<br />
bella sposa con i capelli color oro. Il suo<br />
cammino di felicità viene però interrotto<br />
dal giudice Turpin, follemente invaghito<br />
<strong>della</strong> sua moglie, che architetterà una falsa<br />
accusa di omicidio nei suoi confronti,<br />
strappandolo così ai suoi affetti. Dopo 15<br />
anni il barbiere di Fleet Street rientra in<br />
una cupa città devastata dalla miseria,<br />
sotto le nuove spoglie di Sweeney Todd, un<br />
nuovo barbiere dai tratti diabolici e con un<br />
assente espressione da “dandy maledetto”<br />
pronto a vendicare, la sua vita usurpata, la<br />
moglie perduta e la figlia, nel frattempo,<br />
adottata dal giudice. Rimette in funzione<br />
la sua bottega, dove affilerà i suoi fedeli<br />
rasoi d’argento assetati di sangue pronti a<br />
compiere la<br />
vendetta ed<br />
altri folli omicidi.<br />
“Il suo<br />
braccio sarà<br />
completo solo<br />
quando impugnerà<br />
gli strumenti<br />
da lavoro”,sapientementenascosti<br />
negli anni<br />
<strong>della</strong> sua assenza,<br />
dalla<br />
padrona di<br />
casa la signora Lovett, da sempre innamorata<br />
di lui. “Sweeney Todd” non si esaurisce<br />
nel musical, e non appare mai forzato<br />
sebbene nel film il parlato sia in italiano e<br />
la parte cantata in inglese. La componente<br />
musicale dà l’impressione di esser parte<br />
fondamentale ed inclusiva degli animi<br />
irrequieti dei personaggi, l’opera appare<br />
come un requiem che presagisce solo sventure.<br />
Il barbiere di Fleet Street è interpretato<br />
da Johnny Depp scavato nel volto e<br />
nell’animo che vive nel dolore di ciò che ha<br />
perso e dalla perfida signora Lovett , Helena<br />
Bonham Carter, in versione dark . Notevoli<br />
sono le fantastiche ambientazioni di<br />
Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo,<br />
giustamente trionfatori nella notte degli<br />
Oscar 2008 “per la miglior scenografia”.
QUESTIONE AFRICANA<br />
Abitanti di Ndjamena, capitale del<br />
Ciad, passeggiano tra le rovine dopo<br />
gli scontri armati nella città<br />
(BENEDICTE KURZEN / NEW YORK TIMES)<br />
PERESTROJKA<br />
Membri di una famiglia del villaggio<br />
russo di Nenet, sulla penisola<br />
Yamal, votano con due<br />
dieci giorni d’anticipo per le<br />
presidenziali russe dall’esito già<br />
scontato. Vincerà l’uomo designato<br />
da Vladimir Putin<br />
(VASILY FEDOSENKO / REUTERS)<br />
LA CITTA’ DELLA GIOIA<br />
Frammento <strong>della</strong> città di Mumbai,<br />
<strong>In</strong>dia; nell’ultimo anno è<br />
diventato l’hub principale dei<br />
voli nazionali ed internazionali.<br />
Nonostante questo, la povertà<br />
domina questo lembo di mondo<br />
(ADAM FERGUSON / TIME MAGAZINE)
(ANSA) - LONDRA - Un operaio polacco e' stato sorpreso a Londra a fare sesso con<br />
un aspirapolvere e nonostante le sue giustificazioni e' stato licenziato. L'operaio, sorpreso<br />
nudo e in ginocchio da una guardia giurata, si e' difeso dicendo che si stava<br />
pulendo le mutande con l'aspirapolvere. La guardia ha invece detto che era impegnato<br />
in un atto autoerotico con l'ausilio dell'aspirapolvere. <strong>In</strong>terpellato dai suoi superiori,<br />
ha detto che passare l'aspirapolvere sulle mutande e' 'una pratica comune in<br />
Polonia'.<br />
(ANSA) - LONDRA - Non riusciva a trovare la chiave di casa perche' l'aveva ingoiata.<br />
Se ne e' ricordato solo quando l'ha vista in una radiografia. E' successo ad uno studente<br />
inglese. Il giovane, Chris Foster, si trovava ad una festa ed era ubriaco che gli<br />
amici volevano portarlo a forza a casa, ma lui per protesta ha ingoiato la chiave.<br />
Chris ha raccontato di non ricordare l'episodio e di aver avuto in seguito mal di stomaco.<br />
I medici dell'ospedale hanno individuato la chiave grazie ai raggi X.<br />
TRENTO - Il crimine non paga e da oggi neppure comportarsi da pirata <strong>della</strong> strada.<br />
A Trento sono stati installati una serie di semafori intelligenti che decidono quando<br />
un'automobilista merita di passare e quando invece deve attendere.<br />
Se il conducente si avvicina al sistema semaforico ad una velocità superiore ai 50 Km<br />
orari una serie di rilevatori gli imporrà la luce rossa, facendogli così perdere tutti<br />
quei preziosi minuti che pensava di recuperare andando a folle velocità.<br />
I semafori intelligenti sono stati installati per ora soltanto nell'abitato di Vallarsa,<br />
piccolo paese del Trentino meridionale, quasi al confine con il Veneto. La trovata, di<br />
certo interessante, è del sindaco Geremia Gios, che ha voluto così dire basta a tutti<br />
gli indisciplinati delle quattro ruote, ma anche ai motociclisti.<br />
I cittadini sembrano esser soddisfati dell'iniziativa che, non è a questo punto escluso,<br />
possa esser abbracciata da molti altri comuni italiani.<br />
(ANSA) - LONDRA - E' finita male una gara a chi mangia il piu' rapidamente possibile<br />
il piu' gran numero di dolci: un concorrente e' morto soffocato. E' successo alla<br />
fine di una festa organizzata in un bar di Swansea, nel Galles. Vedendo che rimanevano<br />
molte torte, qualcuno ha proposto una gara: 'Vediamo un po' chi ne mangia di<br />
piu' nel minor tempo'. Un barista e' stato tra i primi ad accettare la sfida e ha cominciato<br />
a ingozzarsi: poco dopo e' stramazzato al suolo, morto.<br />
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