In nome della legge - Acido Politico
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MILANO - “Libera vita in libero Stato?”,<br />
questo il titolo del dibattito organizzato<br />
dalla Students’ Union di scienze<br />
politiche che si è tenuto il 27 febbraio in<br />
facoltà.<br />
L’incontro ha visto la partecipazione di<br />
molti studenti, interessati a discutere<br />
sul tema <strong>della</strong> laicità delle istituzioni e<br />
del ruolo dello stato in materia di diritti<br />
e libertà personali. Tema di discussione:<br />
le questioni eticamente sensibili.<br />
Il titolo <strong>della</strong> conferenza era molto ampio,<br />
ma il dibattito si è inevitabilmente<br />
focalizzato quasi subito sull’aborto.<br />
Con la sala lauree gremita, l’incontro è<br />
stato animato da diversi interventi da<br />
parte <strong>della</strong> platea, stimolata dalla presenza<br />
di quattro relatori di alto livello:<br />
Giulio Giorello, il noto filosofo <strong>della</strong><br />
scienza che insegna alla facoltà di filosofia<br />
<strong>della</strong> Statale, Vito Mancuso, teologo<br />
docente al San Raffaele, e due ginecologhe<br />
di posizioni molto diverse tra<br />
loro, la cattolica e obiettrice di coscienza<br />
Patrizia Vergani e la direttrice di un<br />
consultorio privato laico milanese Letizia<br />
Parolari.<br />
Il tema, di stringente attualità, ha innescato<br />
un vivace botta e risposta tra i<br />
relatori. La conversazione tra Giorello e<br />
Mancuso ha rivelato familiarità tra i<br />
due: strizzatine d’occhio, provocazioni,<br />
ironie che hanno reso il contraddittorio<br />
vivace e confidenziale.<br />
Il laico Giorello ha sostenuto le ragioni<br />
<strong>della</strong> scienza e <strong>della</strong> libertà personale;<br />
ha asserito l’impossibilità di imporre la<br />
decisione <strong>della</strong> maggioranza a scelte<br />
individuali delicate quali l’aborto o il<br />
testamento biologico, ribadendo di fare<br />
«attenzione a che una parte, magari<br />
perché troppo sollecita al bene altrui,<br />
non pretenda di avere il monopolio<br />
<strong>della</strong> verità e faccia tacere tutti gli altri».<br />
Mancuso, credente, sostiene, senza lo<br />
spirito da cattolico sotto assedio, che la<br />
vita inizi al momento del concepimento<br />
(sebbene non si possa qualificare l’embrione<br />
sotto la categoria di “persona”) e<br />
che sia necessaria una <strong>legge</strong> che regoli<br />
le questioni bioetiche più controverse.<br />
<strong>In</strong>fatti, posto che nella società odierna<br />
convive una pluralità di etiche, ognuna<br />
delle quali portatrice di una propria<br />
intrinseca validità e legittimità, è necessario<br />
l’intervento di una <strong>legge</strong> che compia<br />
una sintesi del molteplice.<br />
Il confronto tra le due dottoresse è stato<br />
invece più polemico, a tratti aspro; la<br />
Vergani e la Parolari operano su fronti<br />
opposti e hanno dimostrato di avere<br />
posizioni completamente divergenti su<br />
molti temi, in primis sull’obiezione di<br />
S C I E N Z E P O L I T I C H E<br />
Libera vita in libero Stato?<br />
Il dibattito, organizzato dalla “Students’ Union di Scienze Politiche”<br />
ha visto confrontarsi le diverse anime sulla laicità istituzionale<br />
e quello che implica nelle libertà personali e nei diritti civili<br />
di Giulia Oldani<br />
coscienza.<br />
Un tema delicato come l’interruzione di<br />
gravidanza e l’origine <strong>della</strong> vita ha inevitabilmente<br />
innescato una serie di domande<br />
dal pubblico.<br />
Tuttavia, il clima non è stato teso, il<br />
dibattito si è svolto in modo civile e<br />
senza toni eccessivi, al netto di qualche<br />
intervento molto polemico a seguito<br />
delle parole di Patrizia Vergani, la quale<br />
sostiene la posizione <strong>della</strong> Chiesa e<br />
l’obbligo morale di non abortire. Si è<br />
parlato di 194, di libertà degli individui,<br />
di identità femminile (soprattutto la<br />
Parolari), di pluralismo etico <strong>della</strong> società<br />
contemporanea. Di come l’interruzione<br />
di gravidanza sia per tutte le donne<br />
una tragedia, una lacerazione profonda<br />
che lascia un vuoto nell’animo,<br />
essendo lo scontro tra due nomoi, come<br />
ha sottolineato Mancuso: sarebbe parziale<br />
e riduttivo vederlo da un lato come<br />
un omicidio, dall’altro come un<br />
tranquillo esercizio <strong>della</strong> propria potestà.<br />
Pregio dell’incontro è stato quello di<br />
non esser caduto nella polemica politica,<br />
nella sterile e insensata contrapposizione<br />
partitica, che vede schierati i cosiddetti<br />
pro-life contro l’aborto, paragonato<br />
da questi ultimi all’omicidio o alla<br />
pena di morte.<br />
Se all’inizio la commistione tra riflessione<br />
teoretico-filosofica e medicoscientifica<br />
poteva sembrare azzardata,<br />
si è dimostrata in realtà interessante e<br />
ha mantenuto sempre vivo l’interesse<br />
dei partecipanti.<br />
© SERVIZIO FOTOGRAFICO DI JON PIROVANO / ACIDO POLITICO