In nome della legge - Acido Politico
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mi affari senza incontrare particolari<br />
resistenze. Così, mentre sui grandi progetti<br />
destinati a rivoluzionare la veste<br />
<strong>della</strong> città come City Life, il quartiere<br />
Isola e l’area Garibaldi-Repubblica le<br />
dinamiche che hanno guidato le scelte<br />
urbanistiche sembrano aver risposto<br />
più alle necessità del privato che alle<br />
esigenze del pubblico, il rischio che si<br />
delinea è che l’Expo possa trasformarsi<br />
in un ricco banchetto, con abbondanti<br />
pietanze per tutti. Proprio per tutti. Il<br />
dossier fa i nomi: Ente fiera, Lega Coop,<br />
Cabassi (Proprietario insieme alla<br />
Fiera di gran parte delle aree destinate<br />
all’esposizione), Pirelli, Zunino, Caltagirone,<br />
Ligresti, Compagnia delle Opere,<br />
Assolombarda e Camera di Commercio.<br />
Difficile dire però già da ora<br />
come ed in che misura ciascuno di questi<br />
gruppi saprà trarre reali vantaggi.<br />
Chi l’affare l’ha già fatto è senza dubbio<br />
il gruppo Cabassi. Le aree infatti<br />
che ha concesso al comune, oggi agricole<br />
e tutto sommato isolate, al termine<br />
dell’esposizione gli verranno rese non<br />
più agricole, e tantomeno isolate. Per<br />
questi terreni, classificati nel vigente<br />
PRG come “VA Verde Agricolo compreso<br />
nei parchi pubblici urbani e territoriali”,<br />
la delibera votata dalla Giunta<br />
comunale ad Ottobre prevede una<br />
variazione del PRG ed un nuovo indice<br />
di edificabilità pari a 0,6 mq/mq pressoché<br />
lo stesso previsto normalmente a<br />
Milano per la rivalorizzazione delle<br />
aree dismesse. <strong>In</strong> altre parole, ad Expo<br />
conclusa, il Comune permetterà ai privati<br />
che hanno messo a disposizione i<br />
loro terreni di costruire dove fino ad<br />
oggi era loro proibito. Un affare per<br />
questi ultimi se si pensa allo scarso<br />
valore commerciale delle terre agricole<br />
che vengono chieste in concessione.<br />
Quanto all’isolamento, dal 2015 quell’area<br />
sarà raggiunta da una nuova linea<br />
di metropolitana, la M6,e da un’autostrada<br />
che la collegherà direttamente a<br />
Malpensa; dunque è facile prevedere<br />
che il valore immobiliare di quell’area<br />
sia naturalmente destinato a salire.<br />
L’aspetto infrastrutturale rappresenta<br />
un secondo capitolo che apre in realtà<br />
le porte all’elemento di fondo di criticità<br />
sollevato dal dossier. Oltre alle opere<br />
sopra citate infatti, l’esposizione comporterà<br />
l’accelerazione e la conclusione<br />
di progetti proposti, discussi o già approvati:<br />
la terza pista dell’aeroporto di<br />
Malpensa, una stazione TAV presso la<br />
fiera, la realizzazione <strong>della</strong> quarta linea<br />
<strong>della</strong> metropolitana, di due nuovi tan-<br />
genziali e autostrade (Pedemontana,<br />
BreBeMI, Broni-Mortara). <strong>In</strong>terventi<br />
che, secondo i membri del comitato, o<br />
“ erano già previsti a prescindere dalla<br />
candidatura“ o si discostano da un<br />
orizzonte di mobilità sostenibile, passaggio<br />
indispensabile per ripensare la<br />
politica ambientale milanese. “Già 17<br />
anni fa – recita il dossier- la parte di<br />
territorio <strong>della</strong> provincia maggiormente<br />
interessata dal progetto Expo<br />
(comuni di Pero, Rho, Bollate, periferia<br />
Nord-Ovest di Milano) era definita, in<br />
una valutazione di impatto ambientale<br />
Resti di uno dei<br />
padiglioni abbandonati<br />
dell’-<br />
Expo 1992 di<br />
Siviglia<br />
M I L A N O<br />
commissionata dall’allora consiglio di<br />
zona 19 di Milano, ad equilibrio ambientale<br />
ormai compromesso”.<br />
Ci sono parole anche per i 65.000 posti<br />
di lavoro ventilati dai sostenitori <strong>della</strong><br />
candidatura, che più di ogni altro fattore<br />
hanno saputo catalizzare l’attenzione<br />
dei milanesi spingendoli a sposare<br />
la causa <strong>della</strong> vittoria <strong>della</strong> propria<br />
città. Secondo i membri del comitato<br />
questo lavoro sarà però “precario, subappaltato,<br />
in nero nei cantieri come<br />
prassi quotidiana impone”, riferendosi