In nome della legge - Acido Politico
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Il Palazzo<br />
dei veleni<br />
Con 33 consiglieri regionali indagati, imputati o<br />
condannati (su un totale di 50, secondo “la<br />
Stampa”), la Regione Calabria ha stabilito un<br />
triste primato italiano<br />
di Matteo Forciniti<br />
E’ un’emergenza nazionale. Una realtà<br />
intollerabile. E’ una triste storia di cui<br />
ci si dovrebbe vergognare, la cronaca<br />
di un fallimento (molto prevedibile) di<br />
un’intera classe dirigente. Protagonista<br />
è il consiglio regionale calabrese: il<br />
consiglio dei veleni.<br />
Tutti i record sono stati battuti arrivando,<br />
secondo“La stampa”, a 33 consiglieri<br />
regionali indagati, imputati o<br />
condannati su un totale di 50 (anche se<br />
non conosciamo un numero esatto<br />
poiché secondo il Procuratore nazionale<br />
antimafia Piero Grasso sarebbero<br />
invece 22).<br />
Reati che variano dall’omicidio al concorso<br />
esterno, dalla truffa alle tangenti.<br />
Il governatore Agazio Loiero, icona<br />
del trasformismo post-democristiano<br />
(molto gettonato tra i politici calabresi),<br />
è indagato per corruzione elettora-<br />
le e abuso d’ufficio.<br />
Ma il governatore è tranquillo perché,<br />
secondo lui, gli inquisiti non sono proprio<br />
33, ma forse un po’ meno, dunque<br />
c’è da stare tranquilli “perché qui se<br />
non ti sei preso un avviso di garanzia<br />
vuol dire che conti zero”. Sono molti i<br />
nomi dei vertici <strong>della</strong> politica calabrese<br />
che sono entrati nei guai e fanno<br />
tremare i partiti. Destra, sinistra e centro:<br />
è tutto rigorosamente bi-partisan.<br />
Primeggia il Partito Democratico con 9<br />
consiglieri inquisiti su 18 tra abuso<br />
d’ufficio, associazione a delinquere e<br />
truffa aggravata.<br />
Spicca il <strong>nome</strong> di Nicola Adamo ex<br />
vicepresidente <strong>della</strong> Giunta a cui vengono<br />
contestati finanziamenti pilotati<br />
verso aziende amministrate dalla moglie:<br />
perché al primo posto c’è sempre<br />
la famiglia. Seguono, tra gli altri, Mario<br />
Pirillo e Giuseppe Bova. La storia<br />
di Domenico Crea è a dir poco sconvolgente:<br />
dal Ccd alla Margherita per<br />
B E L PA E S E<br />
poi passare alla Democrazia Cristiana–<br />
Mpa.<br />
Recentemente è finito in manette nell’ambito<br />
dell’operazione “Onorata sanità”<br />
che ha messo in luce il patto tra<br />
mafia e politica per il controllo <strong>della</strong><br />
sanità locale. Crea risultò il primo dei<br />
non eletti nella Margherita e subentrò<br />
nel consiglio regionale al posto di<br />
Francesco Fortugno ucciso dalla<br />
‘ndrangheta nell’ottobre del 2005; è<br />
accusato dai giudici di Locri di essere<br />
stato il mandante dell’omicidio.<br />
Non poteva mancare l’Udeur: Franco<br />
La Rupa è indagato per associazione<br />
mafiosa, mentre l’assessore al turismo<br />
Pasquale Tripodi è stato recentemente<br />
arrestato in un’inchiesta su un presunto<br />
sodalizio tra un clan camorristico e<br />
una cosca <strong>della</strong> ‘ndrangheta.<br />
Nel centro-destra i principali inquisiti<br />
sono: Sergio Abramo(gruppo misto),<br />
Giancarlo Pittelli(Fi), Giovanni Dima<br />
(An) e Dionisio Gallo(Udc).<br />
C’è chi invece è stato obbligato a farsi<br />
da parte: Vincenzo Sculco eletto nella<br />
Margherita e condannato a 7 anni con<br />
l’interdizione perpetua dei pubblici<br />
uffici per corruzione e abuso d’ufficio.<br />
E’ opportuno ricordare che ci sono<br />
indagini in corso, ma molte volte i processi<br />
contro i politici si concludono in<br />
un nulla di fatto.<br />
Molte volte però emergono dei particolari<br />
inquietanti che non costituiscono<br />
reati però politicamente dovrebbero<br />
far riflettere: avere rapporti con<br />
uomini <strong>della</strong> ‘ndrangheta. E’ il caso di<br />
Tripodi e Crea (già prima di essere<br />
arrestati), o di Cosimo Cherubino processato<br />
e assolto ma fermato più volte<br />
in compagnia di pregiudicati, e di<br />
molti altri uomini delle istituzioni.<br />
La corte dei conti ha condannato la<br />
presidenza del consiglio per 54mila<br />
euro di spese riguardanti i regali natalizi<br />
di 5 consiglieri nel 2003. Ogni anno<br />
la regione spende 78 milioni di euro<br />
che, sommate ad altre spese di rappresentanza<br />
e di consulenza, arriva a<br />
quintuplicare i costi <strong>della</strong> Lombardia.<br />
<strong>In</strong> questo desolante quadro c’è una<br />
domanda da porsi: perché il Presidente<br />
<strong>della</strong> Repubblica non scioglie questo<br />
consiglio regionale?<br />
<strong>In</strong> Calabria un confine preciso tra istituzioni<br />
e criminalità non è esiste più: il<br />
sistema clientelare è la norma. E pensare<br />
che Loiero diceva:“siamo stati<br />
eletti per moralizzare”. C’era una volta<br />
la questione morale.