Febbraio 2009 - Comunità Pastorale S. Maria in Binda

More documents

Recommendations

Info

8 LA PERSONALITÀ MATURA Divenire una persona matura, esplicitamente o implicitamente, costituisce da sempre una delle aspirazioni più centrali di ogni persona. Si è effettivamente e affettivamente maturi quando progressivamente prendono corpo nella persona le seguenti capacità: - La capacità di costruire, promuovere, suscitare vita con altre persone, di essere generativi. La persona diviene capace di partecipare e di collaborare alla crescita della vita in vari modi: quello coniugale e quello celibatario, consacrato o impegnato. - La capacità di vere relazioni promoventi, positive e oggettive. Se il celibato, come anche il matrimonio, non porta frutti di amore, di vita, Una piccola pubblicità ideata dai ragazzi di seconda e terza media per provare a proporre il vangelo in maniera più moderna. Un modo per mettersi in gioco preparandosi alla Professione di Fede. Le Sacre Scritture assumono la forma di un paio di bombole di ossigeno: il sostentamento fondamentale per la nostra vita. ciò avviene probabilmente perché sono vissuti come un restringimento di sé, della capacità d'amare, di vivere a pieno nella concretezza dell'esistenza. Ma quali passi fare per divenire più capaci di essere se stessi in verità? Quali sono i punti nodali di una crescita di sé? C'è un primo passo da fare per imparare ad amare e divenire maturi, simile allo staccarsi dalla riva per una nave o da terra per un aereo o dalla pedana di partenza per un atleta. E contemporaneamente un contrassegno inequivocabile di raggiungimento di questo obiettivo, seppure sempre in fieri, è l'acquisizione di una autostima sana, ben fondata e duratura. I principali passi da compiere in questa direzione sono i seguenti. 1. Favorire un'autoaccettazione incondizionata, base dell'autofiducia a) Vincere l'insicurezza: la fiducia in se stessi Occorre favorire progressivamente un'autoaccettazione incondizionata, che si traduce in una sana autostima. “Ho poca fiducia in me”, “Non sono sicuro”, “Ho sempre paura di non riuscire”: sono espressioni diverse di un unico problema: l'insicurezza. Una ricerca di L.M. Rulla rivela che il 70-75% dei preti e dei religiosi soffre di una troppo bassa considerazione di sé. Ciò vale per ogni categoria di persone. L'esperienza clinico-terapeutica non fa che confermare questo dato impressionante. Ci amiamo troppo poco o ci amiamo in modo sbagliato. Ci sentiamo interiormente negativi e quindi insicuri. Eppure, proprio per essere uomini sufficientemente autentici, è necessario avere una fondamentale fiducia in se stessi. Non può, infatti, pensare di gestire la propria vita in modo coraggioso chi se ne sente incapace, e neppure pensare di perdere evangelicamente se stesso chi non è abbastanza sicuro dentro. Non si può perdere chi ancora non si è trovato; non può rischiare se stesso chi non è sufficientemente sicuro di sé. L'insicurezza può esprimersi, precisa A. Cencini, in due stili di vita: lo spaccone e il timido; sono due stili apparentemente opposti, ma con la stessa matrice. Nel primo caso l'insicurezza è negata, nel secondo è subita. Sono due modi per non amare se stessi. ORATORI b) Passi di autoaccettazione L'autoaccettazione si elabora a poco a poco a partire da questi poli in interazione: - La scoperta e assunzione sia delle proprie effettive doti, doni, capacità, attitudini…, a livello fisico, psichico, morale, spirituale (cfr. il nucleo del vero sé); sia dei propri limiti effettivi; sia del negativo presente in noi (cfr. il tarlo dell'amore o l'egoismo) riducibile o toglibile. - Il lasciarsi amare da Dio e da dati fratelli significativi. Per lasciarsi amare bisogna disarmarsi e superare il frequente risentimento sordo, conscio e inconscio. Questo cammino verso una sana autostima richiede di rifare spesso il patto con la vita, con realismo e fiducia in base all'età e alle condizioni reali della propria persona e della vita. È un patto che va rifatto in base ai ricorrenti desideri esorbitanti. - L'acconsentire, e il non vivere di confronti. Osserva R. Schutz che “l'essere umano è un essere simultaneamente contraddistinto dalla fragilità e dallo splendore, dall'abisso e dalla pienezza. In ogni persona ci sono doni unici. Perché dubitare tanto dei propri doni? Perché confrontandosi con gli altri, desiderare i loro doni e giungere fino a seppellire i propri?”. Un'era tecnicizzata intensifica oggi un senso acuto della riuscita e del fallimento. Il gusto della carriera e quello del confronto sono inoculati fin dall'infanzia; colui che non riesce secondo le norme della società si sente condannato e rimpiange il fatto di non avere i doni dell'altro. Il confronto sterilizza. Desiderare di avere le capacità dell'altro conduce a diventare incapaci di scoprire i propri doni. Squalificare se stessi: ecco apparire tristezza e scoraggiamento. Perdere la stima di sé quando lo spirito della vita riversa in ciascuno i suoi doni? La perdita della stima in se stessi soffoca l'essere umano, incatena le sue forze vive, giunge fino a rendere impossibile la creazione. Reagirvi sopravvalutando se stessi, cercando per esempio la considerazione sociale, non offre alcuna via d'uscita. Sopravvalutarsi, spinti dalla pressione sociale o a causa dei giudizi di coloro che ci stanno intorno, forzando artificialmente le nostre capacità, sarebbe come forzare una pianta a crescere in una serra calda. Una strada evangelica su cui incontrare lo sguardo del Cristo, osserva frère Roger Schutz, porta un nome: acconsentire. “Acconsentire ai propri limiti, di intelligenza, di fede, di proprie capacità. Acconsentire anche ai propri doni. E nascono creazioni forti”. (…) Continua nel prossimo numero
PASSI VERSO LA FEDE… Domenica 18 a Buscate i ragazzi di 3 media della comunità pastorale Santa Maria in Binda hanno partecipato, insieme a tutti i ragazzi del Decanato, alla celebrazione liturgica durante la quale è stato loro consegnato il “ Credo”. La celebrazione è stata molto intensa e partecipata con entusiasmo e serietà. Il credo sarà oggetto di riflessione e approfondimento sulle verità della fede Cattolica durante gli incontri di catechesi fino alla professione di fede, prima a Roma e successivamente nelle singole parrocchie. È importante, infatti, che i ragazzi conoscano e approfondiscano la via della verità, come lo stesso Decano don Franco ha espresso nell’omelia invitando i ragazzi a riflettere sull’importanza di camminare sulla via della verità come unica porta di accesso sana e sicura nella vita di ciascuno di loro. Dopo la celebrazione i ragazzi hanno condiviso un momento insieme con la” pizzata” all’oratorio di Turbigo, dove hanno avuto modo di conoscersi meglio e rafforzare l’amicizia e la gioia di stare insieme. Giovanni Furci “La Personalità dell’Educatore funziona come una potente forza magnetica: da essa emanano energie che vanno molto più in là di quanto possiamo immaginare. Se l’Educatore ha tendenze spiccatamente Nevrotiche, non sarà diverso dal portatore di una malattia infettiva, e chiunque, nella comunità, sarà esposto al rischio di contagio della sua nevrosi. Ma l’Educatore Sano sarà come un raggio benefico del sole, che purificherà e risanerà quanti avranno la fortuna di incontrarlo” Essere scout tra i 16 ed i 20 anni: la branca RS In un contesto sociale così frammentato e confuso, in costante mutamento, quale senso può assumere il valore dell'autonomia? A quali riferimenti, a quali punti saldi i giovani possono ancorare la loro indipendenza decisionale e la loro prospettiva futura? Educare all'autonomia significa sempre più favorire percorsi di crescita verso la costruzione di caratteri autentici. In associazione, a noi capi fin troppo facile riferirci all'uomo e alla donna della Partenza. È chiaro ed evidente come oggi anche a vent'anni è difficile costruire autonomia personale quando l'età adulta sembra ancora lontana e si tende a procrastinare le scelte e gli impegni per la vita; i novizi, i rover e le scolte sono giovani di questo tempo e, allo stesso modo di tanti loro coetanei, spesso si lasciano guidare e trascinare invece di dirigere convintamente i loro passi verso mete concrete ed edificanti. Eppure, insistentemente maestri dei novizi e capi clan-fuoco progettano itinerari di educazione alle scelte che avranno successo soltanto se si scava a fondo, se si è capaci di provocare i ragazzi a una maggior consapevolezza e competenza di sé per assumere così da protagonisti la responsabilità dell'oggi e del domani. Il cammino che immaginiamo è fatto di esperienze vere e significative che espongano alla scoperta di se stessi, che mettano in relazione diretta con il mondo, non con un ambiente virtuale, che permettano di sperimentare davvero il proprio meglio, che facciano sentire felici... La metodologia di Branca sorregge bene questa ambiziosa via verso l'autonomia tipicamente ad esempio con le tecniche scouting che abituano ad osservare, dedurre e agire e possono essere tradotte nell'elaborazione di un capitolo, oppure l'acquisizione di una mentalità progettuale che si inizia a sperimentare con la firma della Carta di clan, e individualmente l'esperienza dell'hike. A fianco dei percorsi di progressione personale si possono proporre eventi troppo spesso dimenticati, quali i campi di specializzazione che attraverso la tecnica fortificano l'autostima e dirigono verso la competenza, i cantieri che permettono ai ragazzi di sperimentare la competenza e indirizzarla verso l'altro e così le route di orientamento che tracciano le scelte di servizio. Solo alcune indicazioni perché tutta la proposta scout è intrisa di protagonismo dei ragazzo e quindi di educazione all'autonomia. 9 Gli scout di Castano & Turbigo
Page 2 and 3: Sommario: LA PAROLA DEL PARROCO “
Page 4 and 5: 4 di S. Scrittura in Seminario, che
Page 6 and 7: 6 Durante la festa di S. Ambrogio 2
Page 10 and 11: 10 Nosate PERCHÈ FIORISCA LA VITA
Page 12 and 13: 12 Robecchetto - Malvaglio 25 genna
Page 14 and 15: 14 Caritas: Come ogni anno vi prese
Page 16: ARCHIVIO TURBIGO Battesimi 1) Morig

Febbraio 2009 - Comunità Pastorale S. Maria in Binda

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?