Dispensa Patrologia 4
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Epideixis<br />
Demonstratio (oppure: Esposizione della predicazione apostolica), un’opera molto più<br />
piccola della precedente, conservataci in traduzione armena. Dimostrazione positiva della<br />
vera dottrina. Una sorta di apologia o meglio di catechesi per adulti, cioè non una “prima”<br />
catechesi. E’ il primo autore che esprime in termini dogmatici l’insieme delle dottrine<br />
cristiane.<br />
- 1-3 introduzione<br />
- 4-42 contenuto della fede battesimale cristiana, insiste su Cristo (sintesi di catechesi;<br />
Trinità, creazione e caduta, incarnazione e redenzione)<br />
- 42-97 (rivolta ai giudei) dimostra con le profezie dell’AT che la dottrina cristiana è vera<br />
Aspetti della teologia<br />
Si merita il nome di fondatore della teologia cattolica perché è il primo che esprime in<br />
termini dogmatici l’insieme della teologia cristiana, dovendo difendere gli articoli di fede<br />
negati dagli gnostici. Costituisce la prima sintesi della teologia del II secolo. La sua<br />
diffidenza per la cultura greca e la sua polemica gli impedisce forse di cogliere il<br />
significato profondo e positivo della dottrina degli avversari.<br />
Unità della storia della salvezza<br />
Nel contesto della sua polemica antignostica Ireneo sviluppa una concezione generale di<br />
ciò che oggi chiamiamo “storia della salvezza”. Questo termine (in tedesco<br />
Heilsgeschichte) è nato soltanto nel secolo XIX, però l’idea è già presente nell’opera di<br />
Ireneo. Per Ireneo AT e NT costituiscono una continuità ascendente nella rivelazione di<br />
una stessa salvezza. L’unità della rivelazione gli fa affermare la connessione tra AT e NT,<br />
secondo un’ottica di rivelazione progressiva e continua. Ireneo è il primo che parla di due<br />
testamenti (non nel senso dei libri ma nel senso dei due momenti dell’alleanza). L’AT ha<br />
autorità come profezia di Cristo. I testi del NT confermano il VT.<br />
Cfr. Vat II DV 7-9:<br />
“Questa Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito<br />
Santo: cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la<br />
contemplazione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cfr. Lc 2,19 e 51), sia con la<br />
intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali, sia per la predicazione di<br />
coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. Così la<br />
Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa<br />
vengano a compimento le parole di Dio.” DV 8<br />
EXCURSUS. Detto in termini moderni: la Bibbia è scritta in parole umane perché Dio si adatta all’umanità,<br />
al modo umano di comprendere. Egli non può rivelarsi così com’è perché ci distruggerebbe. Deve quindi<br />
adattarsi all’uomo e chiamarlo ad un cammino progressivo di comprensione.<br />
Ma si può intendere il concetto di Rivelazione in due modi:<br />
1. La Scrittura preesiste, cade dal cielo. Anzi Dio parla in … ebraico o greco o in arabo e gli uomini<br />
devono ricevere questa rivelazione in modo del tutto passivo senza cambiare nulla, pur cambiando<br />
le loro condizioni storiche e culturali. Questo modo di intendere la rivelazione è tipica di ogni<br />
forma di fondamentalismo.<br />
2. C’è un concetto secondo il quale la rivelazione avviene storicamente, cioè nella storia, nel contesto<br />
storico e culturale degli uomini ai quali Dio vuole rivolgersi, per cui, come diceva Origene (“…il<br />
Logos di Dio sembra avere disposto le scritture, commisurando ciò che conviene nell’esposizione<br />
alla capacità degli ascoltatori ed al loro vantaggio”, CC IV,71,9-11), e come ripete il Vaticano II ,<br />
Dio ha parlato «per mezzo di uomini e alla maniera umana... Le parole di Dio, espresse in lingue