Bonhoeffer - Lega Missionaria Studenti
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L’ONNIPOTENZA DI DIO<br />
I bambini delle discariche di Nairobi; gli innocenti trucidati nelle guerre per colpa degli Erode dei nostri<br />
giorni; le vittime dei terremoti; i dispersi nel maremoto asiatico; i bambini abbandonati negli orfanotrofi<br />
di Sighet in Romania; gli embrioni abortiti nel grembo materno; i neonati lasciati nei cassonetti; i figli<br />
dei divorziati; i ragazzi di strada; le bambine e i bambini dei paesi esotici, souvenir del turismo sessuale;<br />
i figli dei camorristi, ereditieri dello squallume di famiglia; le vittime delle vendette trasversali; i missionari<br />
martiri. Gioj, prostituta nigeriana ingannata dal protettore/fidanzato e ogni notte costretta a farsi toccare<br />
da Osvaldo, cliente italiano e poverocristo pure lui, che è fallito nella vita, vuole suicidarsi e quando<br />
va a puttane almeno può “dominare” qualcuno. Mohamed, 13 anni, costretto a lavare i vetri al semaforo e<br />
che quando arriva un macchinone di lusso se ne scappa perché: «Quello non vuole essere lavato il vetro<br />
vuole portarmi “a letto”». Mimmo, drogato e scippatore, orfano da sempre, che quando è morto tutti dicevano:<br />
“Un uomo di merda in meno sulla faccia della terra”. Alessandro, barbone, che dorme nei cartoni<br />
sotto la stazione di Napoli e che quando passa tutti tossiscono per la puzza. Di fronte a queste icone, simboli<br />
del dolore umano, un po’ tutti ci chiediamo: cosa fa Dio per loro? Il tentativo di <strong>Bonhoeffer</strong> è quello<br />
di rigirare la domanda: cosa facciamo noi per loro? In un mondo che vuole sempre più prendere le distanze<br />
da Dio, Egli rimane comunque quel padre che s’inserisce nella vita dei figli non sostituendosi ad essi<br />
ma accompagnandoli nel loro agire. Qualsiasi figlio, raggiunta l’età adulta, i famosi “diciott’anni”, prende<br />
le distanze dal padre e si ritaglia i propri spazi; ma nessun padre resta indifferente alla crescita del figlio e<br />
quando questi si trova in difficoltà, lo aiuta comunque, seppur a distanza, sussidiariamente, per non violentare<br />
la sua decisione di farcela da sé. Dio non è “onnipotente” secondo le nostre categorie di pensiero.<br />
La sua onnipotenza è una rivoluzione nella storia del pensiero filosofico: il Massimamente grande ha bisogno<br />
del massimamente piccolo. Questo che per noi è assurdo, è l’essenza ultima della sua onnipotenza.<br />
Caro Eberhard,<br />
[…] Il nostro diventare adulti ci conduce a riconoscere in modo più veritiero la nostra condizione davanti<br />
a Dio. Dio ci dà a conoscere che dobbiamo vivere come uomini capaci di far fronte alla vita senza Dio.<br />
Il Dio che è con noi è il Dio che ci abbandona (Mc 15, 34)! Il Dio che ci fa vivere nel mondo senza l’ipotesi<br />
di lavoro “Dio”, è il Dio davanti al quale permanentemente stiamo. Dio si lascia cacciare fuori dal mondo<br />
sulla croce, Dio è impotente e debole nel mondo e appunto solo così egli ci sta al fianco e ci aiuta. Èassolutamente<br />
evidente, in Mt 8,17, che Cristo non aiuta in forza della sua onnipotenza, ma in forza della<br />
sua debolezza, della sua sofferenza! Qui sta la differenza decisiva rispetto a qualsiasi religione. La religiosità<br />
umana rinvia l’uomo nella sua tribolazione alla potenza di Dio nel mondo. La Bibbia, invece, rinvia<br />
l’uomo all’impotenza e alla sofferenza di Dio: solo il Dio sofferente può aiutare. In questo senso si può dire<br />
che la descritta evoluzione verso la maggiore età del mondo, con la quale si fa piazza pulita di una falsa<br />
immagine di Dio, apra lo sguardo verso il Dio della Bibbia, che ottiene potenza e spazio nel mondo<br />
grazie alla sua impotenza […]. 2<br />
• Qual è la mia idea dell’onnipotenza di Dio?<br />
• Cerco un Dio che può fare tutto con la bacchetta magica, o sono consapevole che non può fare niente<br />
senza la croce?<br />
• È onesto attribuire all’uomo quanto c’è di buono nel mondo e ascrivere a Dio solo l’incapacità di evitare<br />
il male?<br />
2 D. BONHOEFFER, RESISTENZA E RESA. LETTERE E SCRITTI DAL CARCERE, E. BETHGE (A CURA DI), SAN PAOLO, CINISELLO BALSAMO<br />
1988, PAG. 440.<br />
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GENTES 4/2005