(inventario a cura di), Legato Alessandro Cucagna - Biblioteca ...

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PARTE II BIOGRAFIA 1 Dopo una lunga e travagliata malattia è deceduto a Trieste il 17 agosto 1987 il prof. Alessandro Cucagna, ordinario di Geografia presso la Facoltà di Magistero. Nato a Trieste il 27 novembre 1917, dopo il conseguimento della maturità classica nel 1936, si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova, ma l’assegnazionedi un incarico d’insegnamento di materie letterarie nell’Istituto Magistrale di Parenzo (in Istria) gli impedì una frequenza assidua dei corsi. L’impatto con la terra istriana suscitò comunque subito i suoi interessi ed ottenne dal prof. Arrigo Lorenzi, allora titolare di Geografia nell’Ateneo patavino, l’assegnazione di una tesi di laurea sul Carso parentino. Richiamato alle armi nel 1939, frequentò la scuola di Bassano del Grappa come allievo ufficiale alpino e nell’aprile del 1940 assieme al Battaglione Gemona della Divisione Iulia venne inviato in Albania. Qui, agli inizi del 1941, veniva fatto prigioniero sul fronte greco ed inviato nei campi di prigionia prima in Egitto e poi in India. Poteva ritornare a Trieste appena nel dicembre 1946. Riprese gli studi iscrivendosi alla neo-costituita Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste , dove nell’anno accademico successivo si laureava con il prof. Giorgio Roletto discutendo la medesima tesi che aveva già concordato con il prof. Lorenzi. Iniziava subito l’insegnamento di materie letterarie prima a Monfalcone e poi nella Scuola Media Dante Alighieri di Trieste. Divenuto professore straordinario di Geografia generale ed economica quale vincitore di concorso nel 1955, insegnò ininterrottamente questa materia negli Istituti Tecnici triestini Da Vinci e G.R. Carli sino al 1967. In tutti questi anni, subito dopo la laurea, continuò a svolgere l’attività di assistente volontario presso l’Istituto di Geografia della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Trieste, seguendo numerose tesi di laurea. Nel 1963, dopo aver ottenuto la libera docenza in 1 L. LAGO, Alessandro Cucagna: 1917-1987, in “Rivista Geografica Italiana”, Firenze, A. 95, fasc. 3 (set. 1988), pp. 367-374 33
Geografia, cominciò anche l’insegnamento di Geografia III (Applicazioni di Geografia) nella Facoltà di Magistero, da poco costituita. Nel novembre del 1966 vinceva il concorso universitario di Geografia e veniva chiamato il 1° febbraio 1967 alla Facoltà di Lettere dell’Università di Messina. La sua permanenza in Sicilia fu comunque di breve durata perché dal 1° novembre 1967 passò a ricoprire la cattedradi Geografia nella Facoltà di Magistero triestina, lasciata in precedenza libera dal prof. Gaetano Ferro. Fu subito nominato Direttore del Laboratorio di Geografia, che, nel 1974, per suo merito, diventerà Istituto. Lo diresse fino al 1983 e fu anche Preside della Facoltà per un triennio, alla fine degli anni settanta. La preparazione iniziale ottenuta da una scuola come quella triestina che non aveva ancora dimenticato l’impronta asburgica e le dure vicende della sua vita militare contribuirono certamente a plasmare la sua immagine di docente e di studioso. Dalla prima derivò la precisa e meticolosa impostazione di ogni attività, dalle seconde la ponderazione ma soprattutto l’avvio di alcuni interessi che sempre si manifestarono nel suo insegnamento. Ero studente-lavoratore, quando sentii parlare per la prima volta del prof. Cucagna. Dovevo affrontare l’esame di Geografia alla Facoltà di Lettere e subii le informazioni dei miei compagni di studio che lo presentavano in veste eccezionalmente severa. Ricordo quindi ancora che fui lieto di non trovarlo presente nella mia Commissione d’esame. Il mio primo incontro con Lui avvenne più tardi, quando, ormai laureato, affrontavo la preparazione per il concorso di assistente ordinario. Trovai subito in Lui un attento e premuroso aiuto, che fui lieto di ricambiare, quando poco dopo, a felice conclusione del concorso, mi pregò di collaborare nella correzione delle bozze di quello che doveva rivelarsi il suo lavoro fondamentale, cioè il Catalogo ragionato della Mostra storica di cartografia che era stata allestita a Trieste nel 1961, in occasione del XVIII Congresso Geografico Italiano. Posso così dire di averlo conosciuto attraverso i suoi scritti. Centinaia di pagine, scritte con la sua attenta e rotonda calligrafia, dense di notizie che mi rivelavano le realtà del passato delle mie terre, mi accompagnarano per più di un anno all’inizio della mia attività universitaria. Esse coincidevano per alcuni aspetti con i miei interessi precedenti prevalentemente rivolti alla storia dell’arte, ma, soprattutto, rispondevano pienamente alla mia rigida preparazione storicistica. Perciò, come Lui stesso avrà poi occasione di affermare nella presentazione di un mio studio successivo, “da un lavoro pesante, monotono ed ingrato, quale è quello della correzione delle bozze, soprattutto poi se trattasi di bozze altrui, da un lavoro che in altri avrebbe ingenerato solo noia, se non disgusto e repulsione, sono nati, invece, i primi fermenti di un interesse che con il volgere degli anni doveva farsi sempre più forte” e condurmi ad appassionarmi a tal punto di studi storico-cartografici, da farne il filone di ricerca preferito e da trovare in esso la più completa realizzazione. Fu questo per me il vero insegnamento del prof. Cucagna. Nel frattempo seguivo le sue lezioni accademiche. Il suo impegno didattico fu sempre enorme, dominato dalla preoccupazione costante di offrire quanto più possibile ai discenti. Può bastare il ricordo dell’episodio più recente per averne una chiara idea. Nei mesi della malattia, sentendosi meglio, volle riprendere le sue lezioni prima della scadenza del periodo di convalescenza assegnatoli dal medico. Subimmo le conseguenze della dilagante burocratizzazione. Io, come Direttore dell’Istituto, e Lui, come docente, fummo impietosamente richiamati al rispetto delle regole amministrative e soltanto l’intervento compatto del Consiglio di Facoltà ci risparmiò delle sanzioni che pur erano state minacciate. Il suo insegnamento era di eccezionale chiarezza perché suffragato sempre dal fondamentale sussidio didattico del disegno (sapeva riprodurre a memoria ogni particolarità di qualsivoglia oggetto geografico) e dall’ordine metodologico. A ciò si aggiunga una avvincente capacità discorsiva sostenuta da tematiche di continuo interesse. Ad ogni corso di Geografia regionale faceva precedere la storia delle conoscenze e qui trasparivano le sue prime esperienze di prigionia, quando durante quei lunghi anni aveva scelto di intrattenere i propri compagni di sorte su argomenti di storia delle esplorazioni. Ma soprattutto formative si rivelarono ben presto le escursioni di studio, per il sottoscritto perché esse richiedevano attenta e lunga preparazione a tavolino e sul terreno, per gli studenti che meglio potevano approfondire e capire le sollecitazioni che continuamente proponeva. Mi sembrava talora tempo sprecato, ma, oggi, a distanza di tanti anni, credo che nessuna altra attività svolta sotto la sua guida avrebbe potuto arricchire di tanto la mia preparazione scientifica sul campo. Del resto molti colleghi delle Comunità geografiche lo ricorderanno entusiasticamente impegnato in interventi e spiegazioni durante alcune escursioni postcongressuali ed interuniversitarie. Agli inizi eravamo soli e costante dovette essere quindi l’impegno per la costruzione e per il potenziamento del nuovo Istituto. Con pazienza prolungò per tutta la sua vita la ricerca ed il reperimento di materiali e di strumenti utili ad un settore specializzato quale quello degli studi storico-cartografici che non creasse un inutile doppione dell’Istituto di Geografia già esistente presso la Facoltà di Economia e Commercio. Non era facile però con Lui l’incontro personale, sempre limitato alla sola attività comune di amministrazione o di docenza. La severità lo accompagnò costantemente durante tutte le vicende accademiche triestine, ma la sua limpida onestà e integerrima professionalità lo fanno sinceramente rimpiangere. Avvvincenti erano poi sempre le sue proposte scientifiche tese a proporre argomenti di una certa originalità all’interno di quei settori ai quali rivolse la sua attenzione e indirizzò la propria ricerca, vale a dire alla storia della geografia e del pensiero geografico, alla storia delle esplorazioni, alla storia della cartografia ed ai problemi della cartografia regionale (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino) e tematica, alla geografia storica (ricostruzione del paesaggio attraverso fonti scritte e iconografiche e definizione della stratigrafia culturale del territorio), alla geografia delle sedi e delle dimore. A scorrere i titoli della sua bibliografia che proponiamo alla fine di questo breve ricordo della sua figura si nota come i suoi interessi prevalenti fossero rivolti fino ai primi anni sessanta alle indagini sull’Istria e sull’area alpina veneto-friulana, attraverso ricerche di geografia 34
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