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(inventario a cura di), Legato Alessandro Cucagna - Biblioteca ...

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storica, come per esempio quella su I “cargnelli” in Istria, sulle se<strong>di</strong> scomparse e abbandonate nei bacini del Piave e del<br />

Tagliamento, sull’antica attività industriale mineraria, metallurgica e meccanica del Cadore, Zoldano e Agordo, sul regresso dei<br />

quadri antropogeografici del Canale <strong>di</strong> Piave, o <strong>di</strong> storia della conoscenza, come quella sui fenomeni<br />

carsici, o sul terreno, come quelle derivate dalla sua tesi <strong>di</strong> laurea sul Carso <strong>di</strong> Parenzo, sulla vita pastorale della conca <strong>di</strong><br />

Sauris e della valle dell’Uqua, sulle risorse foraggere delle Alpi Carniche e Dolomitiche, sugli aspetti dell’inse<strong>di</strong>amento<br />

temporaneo nel Cismòn, sull’evoluzione morfologica <strong>di</strong> Auronzo. I primi interessi cartografici maturavano invece grazie alla<br />

cita Mostra allestita in occasione del Congresso triestino. Essa risultò, secondo il giu<strong>di</strong>zio degli stu<strong>di</strong>osi, non solo quello che in<br />

un primo tempo voleva essere, cioè un ampio quadro riassuntivo e informativo delle conoscenze della regionee dei confini<br />

orientali d’Italia, ma, grazie al Catalogo <strong>di</strong> <strong>Cucagna</strong> - come già si espresse giustamente Giuseppe Barbieri - “qualcosa <strong>di</strong> più:<br />

un contributo scientifico originale <strong>di</strong> storia cartograficacon apporti nuovi e con la presentazione <strong>di</strong> documenti finora ignoti o<br />

assai poco conosciuti”, che, aggiungiamo noi, ha fissato in modo definitivo le trame conoscitive della tra<strong>di</strong>zione corologica <strong>di</strong><br />

queste terre. Alcuni dei risultati allora ottenuti dovevano infine compen<strong>di</strong>arsi nella breve ricerca sulle carte cadorine, mentre le<br />

ricerche e le esperienze precedenti ricavate dall’esplorazione del mondo alpino dovevano portarlo alla sintesi sulla personalità e<br />

limiti del Cadore, che propone un esempio pratico <strong>di</strong> applicazione microareale dei concetti <strong>di</strong> paesaggio del Biasutti, e alla<br />

compilazione del volume sulla casa rurale della montagna bellunese, scritto in collaborazione con E. Migliorini, dove prima<br />

dell’indagine sulla <strong>di</strong>mora ogni entità regionale è presentata in un chiaro quadro riassuntivo delle caratteristiche <strong>di</strong>stintive<br />

fisiche ed umane.<br />

Una svolta decisiva dei suoi interessi si doveva registrare nel 1972, quando ragioni familiari lo indussero a rivolgere la<br />

propria attenzione all’area trentina. Avviò allora dapprima un attento lavoro <strong>di</strong> campagna nel Trentino meri<strong>di</strong>onale e centrale,<br />

con particolare attenzione alla Val Lagarina, alla Val <strong>di</strong> Gresta, al bacino montano del Leno, riguardando più tar<strong>di</strong> il Trentino<br />

occidentale nell’alta Val <strong>di</strong> Sole. Queste indagini hanno trovato parziale completamento negli stu<strong>di</strong> sui ponti e “porti” e sui<br />

“bàiti” della valle atesinae nella illustrazione della Mappa iconografica del Turrini del 1775. Nel 1981 egli fu invitato a<br />

collaborare alla riuscita <strong>di</strong> un Convegno internazionale, promosso dall’Assessorato alle Attività Culturali della Provincia<br />

Autonoma <strong>di</strong> Trento che verteva sulla figura del gesuita trentino padre Martino Martini (1614-1661), missionario in Cina,<br />

storico e geografo, autore tra l’altro del primo Atlante della Cina stampato in Europa. Preparò allora una relazione scientifica<br />

sui contenuti geografici delle opere storiche del Martini, apparsa successivamente negli “Atti”, ma soprattutto allestì nel Museo<br />

Tridentino <strong>di</strong> Scienze Naturali una Mostra sul gesuita dove furono esposti circa 70 pezzi, tra volumi, Atlanti e carte sciolte,<br />

ognuno con esauriente <strong>di</strong>dascalia. Subito dopo iniziò e portò quasi a termine una ricerca sulla Corea nella cartografia europea<br />

del secolo XVI e della prima metà del XVII e concluse un lavoro dal titolo Il Trentino nelle “Italiae, Sclavoniae et Greciae<br />

tabulae geographicae” <strong>di</strong> Gerardo Mercatore, che è pronto per la stampa.<br />

Nella primavera del 1984 egli accettò l’invito dell’Amministrazione Comunale <strong>di</strong> Rovereto <strong>di</strong> preparare una Mostra <strong>di</strong><br />

cartografia antica riguardante il Trentino Meri<strong>di</strong>onale con particolare riguardo al Roveretanoe <strong>di</strong> stendere il relativo catalogo<br />

descrittivo che sarà pubblicato nel 1985. Si offerse pure <strong>di</strong> scrivere una pubblicazione complementare, per far conoscere la<br />

prima carta che del Roveretano abbia dato una rappresentazione sufficientemente esatta e soprattutto ricca <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni<br />

topografiche e toponomastiche. Si tratta della carta a stampa del Veronese e <strong>di</strong> parte del Trentino, <strong>di</strong>segnata dall’architetto<br />

Bernar<strong>di</strong>no Brugnoli, incisa e stampata da Paolo Furlani nel 1574, e rimessa in circolazione da Simone Pinarienti. Infine nel<br />

marzo 1986 la Provincia Autonoma <strong>di</strong> Trento lo invitò ad organizzare una nuova Mostra storico-cartografica, per far conoscere<br />

ed apprezzare l’opera <strong>di</strong> esploratore e <strong>di</strong> cartografo del missionario gesuita Eusebio Francesco Chini (1645-1711). La Mostra,<br />

allestita nella sede del Museo Tridentino <strong>di</strong> Scienze Naturali, venne aperta nel mese <strong>di</strong> ottobre dello stesso anno. La stesura del<br />

suo catalogo ragionato restò invece purtroppo interrotta dall’incipiente aggravarsi della malattia.<br />

Ci ha lasciato quin<strong>di</strong> una ricca ere<strong>di</strong>tà che cercheremo <strong>di</strong> onorare nel migliore dei mo<strong>di</strong> che ci sarà possibile. La prima<br />

occasione sarà quella dell’allestimento <strong>di</strong> una Mostra <strong>di</strong> cartografia antica delle regioni prospicienti il Golfo <strong>di</strong> Trieste che si<br />

aprirà al pubblico a Grado, nel Palazzo dei Congressi, nel settembre 1988,in occasione del XXXII Convegno Nazionale degli<br />

Insegnanti <strong>di</strong> Geografia. A Lui, che tanto ha contribuito in questo campo, la Mostra sarà ufficialmente de<strong>di</strong>cata.<br />

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