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Premio Monte Strega 2010 L'icona di San ... - SassoferratoMia

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14<br />

La sfida educativa<br />

<strong>di</strong> Barbara Blasi<br />

Il convegno che si è tenuto a Sassoferrato in<br />

data 22 ottobre <strong>2010</strong> dal titolo “La Sfida Educativa”,<br />

presso il cinema Teatro Sentino promosso<br />

dall’Associazione “Sassoferratesi nel<br />

mondo”, ha ottenuto un notevole successo. In<br />

pratica si è trattato <strong>di</strong> un’indagine conoscitiva<br />

che porta a riflessioni profonde sulla nostra<br />

realtà, sui giovani, sui genitori, sulle famiglie,<br />

sulle istituzioni in genere.<br />

All’incontro coor<strong>di</strong>nato dalla professoressa<br />

Rita Ferri, sono intervenuti il sindaco del Comune<br />

<strong>di</strong> Sassoferrato ing. Ugo Pesciarelli,<br />

Monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo della<br />

<strong>di</strong>ocesi Fabriano Matelica, la dott.ssa Mara<br />

Silvestini, Presidente dell’Associazione “Sassoferratesi<br />

nel mondo” nonché Soprintendente<br />

ai Beni Archeologici delle Marche ed il<br />

<strong>di</strong>rigente dell’Istituto Comprensivo <strong>di</strong> Sassoferrato<br />

professoressa Carla <strong>San</strong>tini.<br />

In una sala gremita <strong>di</strong> persone, il prof. Sergio<br />

Belar<strong>di</strong>nelli, docente <strong>di</strong> Sociologia dei processi<br />

culturali e sociologia politica presso la<br />

Facoltà <strong>di</strong> Scienze Politiche dell’Università <strong>di</strong><br />

Bologna sede <strong>di</strong>staccata <strong>di</strong> Forlì, ha aperto un<br />

<strong>di</strong>battito globale sottolineando che “tutti i sistemi<br />

sociali, dal mondo del lavoro, al tempo<br />

libero, ai me<strong>di</strong>a, allo sport funzionano in modo<br />

più o meno umano a seconda del modello <strong>di</strong><br />

uomo”. Ma quale è la funzionalità dell’uomo<br />

all’interno <strong>di</strong> questo modello?<br />

Prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare uomini, nel senso etimologico<br />

del termine, è necessario affrontare un<br />

cammino lungo e tortuoso.<br />

Crescere, <strong>di</strong>ventare adulti, non è facile, non<br />

lo è stato per nessuno. Tutti ricor<strong>di</strong>amo il periodo<br />

dell’adolescenza come quello più contrastato<br />

e <strong>di</strong>fficile. Oggi lo è ancora <strong>di</strong> più, o<br />

meglio lo è in modo <strong>di</strong>fferente. I giovani non<br />

sembrano pronti ad affrontare la vita e gli<br />

adulti, assistono incapaci al malessere delle<br />

nuove generazioni, rinunciando a dare regole<br />

e motivazioni esistenziali.<br />

I nostri figli vengono bombardati da una miriade<br />

<strong>di</strong> messaggi, che provengono dalla<br />

scuola, dalla famiglia, dai mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />

e questi messaggi sono spesso <strong>di</strong>versi<br />

fra <strong>di</strong> loro.<br />

Il <strong>di</strong>sorientamento, le crisi esistenziali dell’apparire<br />

piuttosto che dell’essere, questo vi-<br />

vono i giovani oggi. La cultura attuale ci vuole<br />

far credere che il senso della vita sia dato dai<br />

sol<strong>di</strong>, dal potere, dal successo e non dal rispetto<br />

dell’altro. Un in<strong>di</strong>viduo educato è un<br />

in<strong>di</strong>viduo che ha capito la sua collocazione, la<br />

realtà che sta vivendo, che conosce i legami<br />

con la tra<strong>di</strong>zione, con coloro che lo hanno generato<br />

biologicamente e culturalmente, con<br />

la propria famiglia e con la comunità.<br />

La sfida educativa, per un genitore come me<br />

che ha una figlia quasi adolescente è quoti<strong>di</strong>ana,<br />

e allora mille grazie all’associazione<br />

“Sassoferratesi nel Mondo” che ha promosso<br />

questo incontro, cogliendo nel vivo uno dei<br />

problemi più attuali e profon<strong>di</strong> che vive la no-<br />

stra società. Perché l’educazione si ripercuote<br />

in tutto il tessuto sociale, ha un impatto <strong>di</strong>retto<br />

sulle persone. In questi ultimi anni l’educazione<br />

sembra essere <strong>di</strong>ventata mera<br />

trasmissione <strong>di</strong> dati, <strong>di</strong> saperi è stata declassata<br />

a semplice socializzazione.<br />

L’educazione, dei nostri figli, sottolinea il prof.<br />

Belar<strong>di</strong>nelli, non è un “self made”, non la si<br />

apprende da internet, non dalla televisione;<br />

l’educazione va acquisita da altri in<strong>di</strong>vidui e<br />

va cercata nella scuola, nella famiglia, nelle<br />

associazioni sportive, nella Chiesa. Educare<br />

non significa dare informazioni, ma camminare<br />

insieme per cercare <strong>di</strong> capire il senso<br />

della vita, la propria vocazione, il proprio<br />

posto nel mondo.<br />

Ma nella scuola non esistono più insegnanti<br />

“appassionati”, così si rimanda alla famiglia<br />

dove spesso entrambi i genitori lavorano e allora<br />

si passa ai nonni, quando ci sono e<br />

quando non ci sono si lasciano i figli davanti<br />

alla TV o al computer o si chiamano in causa<br />

le associazioni sportive.<br />

Deleghiamo ad altri l’educazione dei nostri<br />

figli, senza renderci conto che una società che<br />

non si cura dell’educazione è destinata prima<br />

o poi a sgretolarsi. E allora <strong>di</strong>venta fondamentale<br />

far nascere una corresponsabilità fra<br />

i <strong>di</strong>versi attori implicati nell’educazione dei<br />

giovani, scuola, famiglie, associazioni, ognuno<br />

secondo la propria specificità.

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