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A sinistra, Pupi Avati; sopra mentre riceve il premio<br />

dal presidente della Regione Lombardia Roberto<br />

Formigoni, a destra, Enrico Beruschi<br />

Un riconoscimento a coloro che si<br />

sono distinti per l’impegno nel sociale.<br />

Dopo Marco Pontecorvo ed<br />

Ezio Greggio, la terza edizione<br />

dell'International Social Commitments<br />

Award ha premiato il regista<br />

Pupi Avati. È stato il presidente<br />

della Regione Lombardia, Roberto Formigoni,<br />

a consegnare al teatro San Babila il riconoscimento<br />

al grande sceneggiatore e regista, per il film "Una<br />

sconfinata giovinezza". Questa la motivazione del<br />

premio: "Un film dalla forte carica emozionale, capace<br />

di trasmettere il prevalere dell'affettività e dell'amore<br />

sconfinato tra i coniugi su una malattia devastante.<br />

Un film che esalta i valori familiari". La<br />

pellicola, nella quale hanno recitato Fabrizio Bentivoglio<br />

e Francesca Neri ha portato sul grande schermo<br />

una malattia molto diffusa nel nostro Paese, ovvero<br />

il morbo di Alzheimer. Un tema di grande rilevanza<br />

sociale che tocca il cuore e la quotidianità di<br />

milioni di persone e di famiglie, oltre le immagini,<br />

oltre la sceneggiatura e l’idea di una storia emozionante,<br />

oltre la sensibilità dei suoi interpreti. È per<br />

questo motivo che l'Associazione non-profit Cultura&Solidarietà<br />

e il suo presidente Francesco Vivacqua<br />

hanno deciso di insignire il regista con l’importante<br />

riconoscimento.<br />

Formigoni: «Grazie maestro Avati»<br />

Il governatore della regione Lombardia ha premiato<br />

Avati con una scultura dal titolo "Sostegno" realizzata<br />

da Elena Crosio. «Premiare Pupi Avati – ha commentato<br />

Formigoni - dopo aver ascoltato le parole e<br />

la sua storia non necessita di alcun ulteriore commento:<br />

mi sento di dire un grande grazie al maestro<br />

per quello che ha fatto e che continuerà a fare per<br />

noi. A Pupi Avati siamo grati per aver trattato, con<br />

coraggio e delicatezza, il tema della malattia. Senza<br />

eccedere nei sentimentalismi ed entrando con pudore<br />

nella vita dei personaggi, Avati ha affrontato il tema<br />

dell’amore e quello della fragilità umana».<br />

24oreNews<br />

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