LIBRO: MAURIZIO CHIARANDA-URGENZE E ... - Appunti
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BLS<br />
<strong>LIBRO</strong>: <strong>MAURIZIO</strong> <strong>CHIARANDA</strong>-<strong>URGENZE</strong> E EMERGENZE. Piccin editore<br />
EMERGENZA: evento immediato, questione di tempo non per guarire il pz ma per ristabilire le<br />
funzioni vitali. Es. di emergenza chirurgica è l’emorragia (es. la rottura di milza può provocare<br />
un’emorragia). L’unica emergenza chirurgica è l’ emorragia. Il resto sono urgenze (ovvero differibili<br />
di alcune ore).<br />
L’emorragia può compromettere la funzione vitale per eccellenza che è l’ossigenazione : tutti i tessuti<br />
devono essere ossigenati, altrimenti metto a repentaglio tutti i parametri vitali. In caso di emorragia il<br />
sangue non circola, ma anche per es se metto un sacchetto in testa e vado in asfissia, avrò<br />
ipossigenazione perché il sangue in questo caso circola ma non si ossigena.<br />
Infatti nel BLS c’è la regola dell’Abc: A è aria, che è la prima cosa. Se si ferma il cuore il sangue non<br />
trasporta l’ossigeno, se ho anemia grave il sangue circola ma non è ossigenato perché non c’è Hb<br />
sufficiente.<br />
Tutto dipende dall’ossigenoimportanza dell’emergenza e rianimazione.<br />
L’elemento più importante nell’emergenza è :<br />
tempo<br />
intervenire in maniera corretta<br />
intervento efficace a eliminare la causa che ha determinato l’incidente e ripristinare l’afflusso<br />
di ossigeno ai tessuti. Non tutti i tessuti sono uguali, il cuore può anche reggere all’ischemia ma<br />
non il cervello. Il tempo di resistenza all’ipossia è ridotto per le cellule nervose, soprattutto per<br />
la corteccia(dove sta il corpo dei neuroni)il pz perde coscienza e crolla per terra. Le cellule<br />
non sono più recuperabili e se tento di recuperarle comunque non recupero la parte<br />
corticaleil pz rimane vivo( perché rimangono attive le funzioni sottocorticali) ma in coma<br />
vegetativo.<br />
Quando rianimiamo un pz svenuto è importante fare di tutto (ventilazione, massaggio cardiaco) per<br />
evitare l’ipossia cerebrale, in caso contrario cagioneremmo non solo danno al pz ma anche alla società<br />
( danno economico per i costi assistenziali e danno sociale per l’incapacità lavorativa del soggetto).<br />
Anche per il politrauma se non riusciamo a recuperarlo tutto è un danno economico importante.<br />
Il prof riporta l’esempio di un uomo morto di recente durante una manifestazione “NO TAV” per<br />
scarica elettrica: l’ha ustionato (la corrente è passata nei tessuti e li ha ustionati), è passato attraverso<br />
un circuito elettrico (il cuore) e l’ha spento. Poi è caduto per terra, e avrà avuto un politrauma.<br />
In questi casi si deve distinguere tra corrente di casa e quella che passa sui fili esterni:<br />
corrente alternata<br />
corrente continua<br />
Quando lo rianimo devo tener conto che ha sbattuto colonna e testa e che ha avuto un trauma<br />
accidentale. Devo defibrillare o massaggiare perche è passata la corrente e devo stare attento a<br />
manipolarlo perché se ha una frattura del rachide lo paralizzo. Questo succede anche negli interventi di<br />
moto. Se gli strappo il casco può essere pericoloso. E’una manovra che va fatta con prudenza e solo da<br />
chi lo sa fare, col fine di garantire solo la respirazione e se non c’è l’attività cardiaca mantenere anche<br />
quella .Il prof ha posto le seguenti slide senza leggerle.
Riporto slide:<br />
Morte cerebrale:cessazione irreversibile di ogni funzione del tronco cerebrale(arresto cardiaco entro<br />
ore o al massimo qualche giorno)<br />
Stato vegetativo:l’attività del tronco persiste almeno in parte ed è tale da consentire una lunga<br />
sopravvivenza,sia pure in stato di incoscienza e con necessità di un continuo supporto assistenziale.<br />
Ventilare un cadavere “fino all’asistolia”:<br />
-si protrae inutilmente l’angoscia dei parenti,<br />
-si ostacola la cura di chi ne avrebbe bisogno,<br />
-si dissipano le risorse umane ed economiche.<br />
Criteri per l’accertamento della morte<br />
- Coma profondo accompagnato da:<br />
a- assenza dei riflessi corneale, fotomotore, oculoencefalico, oculovestibolare, carenale, areflessia<br />
delle zone innervate dal trigemino;<br />
b- apnea fino a PaCO2 = 60 mmHg e pH < 7,4<br />
- Assenza di attività EEG<br />
- Assenza di flusso cerebrale<br />
a- in bambini < di 1 anno, in presenza di fattori concomitanti (farmaci, ipotermia, alterazioni<br />
endocrino-metaboliche, ipotensione)<br />
b- se impossibili l’esame clinico e l’EEG<br />
- Periodo di osservazione variabile (può iniziare solo dopo 24 h in caso di coma post-anossico)<br />
Glascow outcome scale<br />
1- esito favorevole: ritorno alle normali attività anche se possono residuare deficit neurologici o<br />
psicologici di lieve entità;<br />
2- disabilità moderata: (disabile, ma indipendente): il pz non dipende dagli altri, differenti livelli di afasia,<br />
emiparesi o atassia, così come deficit intellettivi di memoria, alterazioni della personalità<br />
3- disabilità grave: il pz dipende dagli altri per le necessità di tutti i giorni a causa della disabilità mentale<br />
o fisica o di entrambe<br />
4- stato vegetativo persistente: funzioni corticali completamente assenti<br />
5-decesso<br />
Dunque compito del rianimatore è quello di preservare l’ossigenazione e come prima cosa da fare c’è<br />
il ripristino le vie aree (lettera A dell’ABC) (vedi dopo per il BLS)<br />
Perché respiriamo noi normalmente? È un’attività autonoma stimolata dalla concentrazione di<br />
idrogenioni a livello del centro respiratorio. Il nervo frenico stimola il diaframma che si contrae con<br />
un’escursione verso il basso,si ha un ampliamento del torace che crea una pressione negativa la quale<br />
fa entrare aria. Quando la pressione all’interno del torace diventa positiva perché il diaframma<br />
ritorna in posizione, l’aria viene buttata fuori. Quando noi rianimiamo un soggetto non c’è più questo<br />
gioco di pressioni (respirazione fisiologica) ma con la ventilazione (bocca a bocca o con ambu)<br />
immettiamo pressione positiva nel torace del pz (respirazione non fisiologica).<br />
Inoltre durante l’inspirazione la pressione negativa nel torace consente anche il ritorno venoso al<br />
cuore. Cristo in croce non ce la faceva più a respirare perché in quella posizione non era possibile<br />
sfruttare le pressioni ed è morto per ipossia , dovuta sia al deficit ventilatorio e sia al ridotto ritorno<br />
venoso al cuore, il quale va in deficit di pompa e in fibrillazione.<br />
C’è stata una simulazione su un manichino
SEQUENZA DEL BLS<br />
Ci si avvicina al pz, ci si accerta che non ci sono pericoli ambientali.<br />
Per es se ci sono corrente, cavi elettrici scoperti ,fughe di gas va prima neutralizzata la fonte di<br />
pericolo e poi ci si avvicina.<br />
Si valuta se il pz ci risponde: lo possiamo scuotere per le spalle chiedendo il nome per vedere se<br />
è orientato. Se non risponde attiviamo il BLS:<br />
AIRWAY<br />
Se non c’è trauma iperestendere il capo, sollevare con due dita il mento e vedere se nel cavo<br />
orale ci sono corpi estranei come ad es dentiere,coaguli.<br />
Se c’è stato un trauma apriamo le vie aeree con la sublussazione della mandibola o usando la<br />
cannula oro –faringea (che ha diversi nomi; es. cannula di Guedel) questa è una cannula cava e<br />
ha un rinforzo vicino ai denti così se il pz la serra tra i denti,nel momento in cui riprende<br />
coscienza, non ci riesce. Per ogni pz bisogna cercare una misura specifica: quella più opportuna<br />
va dal trago alla commissura labiale,si introduce in bocca e quando la cannula va a sbattere sul<br />
palato si ruota di 180 gradi e la si fa progredire. Lo scopo della cannula è quello di tirare su la<br />
lingua per cui questa va posta tra lingua e il faringe. Alla base della lingua c’è la vallecula<br />
glosso epiglottica. L’ epiglottide è una linguetta che sta sopra la glottide. La glottide è l’aditus<br />
laringeo: cioè la porta che serve a far entrare aria e non deve entrare altro perché quando entra<br />
altro o tocca la glottide o l’epiglottide e c’è spasmo e riflesso della tosse, la tosse ha lo scopo di<br />
evitare che il soggetto ingoi qualsiasi cosa, per difendere le vie aeree, altro scopo è quello di<br />
eliminare tutte le secrezioni che arrivano alla glottide da dentro i polmoni,specie nei catarrosi e<br />
fumatori. Perché cade la lingua: sollevare mandibola o sublussarla perché lì è attaccata la base<br />
della lingua e così porto avanti anche la lingua che mi permette il passaggio dell’aria,liberando la<br />
glottide e l’epiglottide. Se non ho altri mezzi questo strumento (la cannula) mi tiene su la lingua<br />
e mi fa passare l’aria. Già se il pz non tossisce alla cannula vuol dire che non reagisce ed è<br />
incosciente e perciò bisogna iniziare a massaggiare e ventilare. Quindi è importante preservare le<br />
vie aeree da permettere il transito dell’aria.<br />
Se non riusciamotracheotomia: ha lo scopo di arrivare sulla via aerea principale (trachea), in<br />
questo caso può essere necessario se io ho la laringe occupata da qualcosa oppure ho un tumore o<br />
ho un’allergia con edema della glottide, tonsillite nei bambini, difterite. Vicino alla trachea<br />
scorrono i grossi vasi, perciò c’è pericolo, non è semplice, meglio non pensare a questa manovra.
Se uno va in ipossia, sviene perché perde il tono dovuta a ipoafflusso cerebrale per es da<br />
vasodilatazione. Le zone sottocorticali mi danno il tono. Se crollo per terra il tono viene meno<br />
anche su lingua e mandibola e questa comprime la lingua sulla parete post faringea e<br />
l’epiglottide si affloscia e chiude la glottide: l’ideale è tirare fuori la lingua. Assicurarsi che il<br />
sangue arrivi al cuore: lo metto per terra e gli alzo le gambe. Per favorire il ritorno venoso. In 40<br />
sec dovrebbero far riprendere il tono muscolare e far arrivare il flusso al cervello. Se si sublussa<br />
la mandibola al pz fa malissimo ma si riprende.<br />
BREATHING<br />
Controlliamo se respira: guardiamo torace,se vibra, ascoltando il flusso sentendolo sulla<br />
guancia. Legge Gas: guardo, ascolto, sento.<br />
CIRCULATION<br />
Per accelerare i tempi, si mettono 2 dita al polso carotideo. Dal pomo d’adamo si procede lateralmente<br />
per 2 cm e si arriva alla fossa giugulare, qui palpiamo il polso per 10 sec. Si conta ad alta voce.<br />
Quando si è in dubbio perché FC o FR sono molto basse meglio intervenire. Nel dubbio bisogna<br />
intervenire.<br />
Come si effettuano le compressioni:<br />
Medico in ginocchio. Le braccia devono essere distese facendo cerniera sulle anche.<br />
Le mani sono sovrapposte e sono centrate sulla linea che congiunge i due capezzoli. Nell’uomo questo<br />
è il punto di riferimento. Nella donna devo prendere come riferimento il centro dello sterno e non il<br />
punto mediano della linea tra i due capezzoli. Perché questi reperi?<br />
L’importante è che il cuore sia compresso tra due porzioni rigide: tra lo sterno e il piano vertebrale. Se<br />
massaggio sulle coste, queste si rompono, soprattutto nell’anziano in cui sono porotiche.<br />
Con la compressine il cuore si svuota, poi si riapre e si riempie. Quando il pz è in arresto il cuore<br />
diventa come un sacchetto inerte, sono io a svuotarlo con la compressione e poi A farlo riempiere. Il<br />
cuore fisiologicamente ha la funzione di una pompa: aspira il sangue e lo pompa fuori. Perché si<br />
comprime lo sterno e non più caudalmente o lateralmente? Perché se comprimessi lo xifoide, in prima<br />
istanza non andrei a comprimere il cuore ed inoltre potrei bucare lo stomaco se per esempio è disteso<br />
da cibo o da gas. Se invece comprimo lateralmente, posso provocare lacerazioni epatiche o spleniche.<br />
Perciò le mani devono essere centrate, sovrapposte, le dita non devono toccare il torace, anche se<br />
qualcuno preferisce appoggiarle, la cosa importante è che non vi si faccia forza e la forza sia diretta<br />
verticalmente sul palmo della mano che va ad abbassate lo sterno di circa di 5 cm, se si abbassa di<br />
meno la compressione è inefficace.<br />
Ricapitolando: il massaggiatore è perpendicolare con le braccia al pz e fa perno sulle anche per<br />
generare la forza di compressione. Il ritmo delle compressioni è 100 al minuto. Quindi 30<br />
compressioni rapide. Il massaggio induce uno stimolo elettrico sul cuore che è possibile visualizzare<br />
come un’onda sul monitor.<br />
Le compressioni vanno alternate alle ventilazioni: vanno comunque privilegiate le compressioni<br />
perché non è sempre possibile fare entrambe. Le ventilazioni spesso non si possono effettuare per<br />
esempio perché non si ha a disposizione l’ambu, come per strada o in ambiente extraospedaliero. Il<br />
bocca a bocca non viene statisticamente praticato se la persona da soccorrere non si conosce. In<br />
ospedale, però, ci sono l’ambu e altri apparecchi che possono essere utilizzati per ventilare.
La sequenza 30 compressione e 2 ventilazioni deve essere proseguita a oltranza. Si cessa quando:<br />
1- il soggetto che si sta soccorrendo si riprende,<br />
2- arriva il soccorso avanzato e qualificato se sono per strada, ma se sono in ospedale sono<br />
responsabile in primis e ogni medico deve saper effettuare un’efficace rianimazione, invece<br />
l’anestesia può essere gestita solo dallo specialista,<br />
3- per esaurimento fisico del soccorritore,<br />
4- quando si decide che non ci sono più chance e si constata il decesso. Non si può decidere che non<br />
si hanno più possibilità di ripresa se non abbiamo fatto tutto quello che doveva essere fatto (la<br />
rianimazione cardio-polmonare) e dopo che è arrivato il soccorso avanzato ed aver somministrato i<br />
farmaci, intubato il pz etc. Prima di decidere che non ci sono più chance devo offrire al pz tutte le<br />
opportunità.<br />
La sequenza è molto faticosa, si susseguono 5 cicli ognuno dei quali di 30 compressioni e 2<br />
ventilazioni.<br />
Si può usare il defibrillatore semiautomatico se nell’ambiente è disponibile.<br />
Ritornando alla fase B: possiamo riscontrare situazioni di gasping, respiro agonico e respiro anomalo<br />
che sono tutte situazioni in cui riscontriamo un boccheggiamento e come tale non è definibile come<br />
atto respiratorio normale. Ci sono anche atti respiratori post-mortem dovuti allo svuotamento del<br />
torace e può sembrare che il pz abbia ripreso a respirare, ma non è così.<br />
Il pallone ambu è auto espansibile, fatto di materiale plastico. La caratteristica principale è che si deve<br />
riespandere. Ne esistono varie misure: per l’adulto è da 2 l, il pediatrico da 500 ml e il neonatale da<br />
250 ml. Vero è che nei bambini si può usare quello per gli adulti strizzandone solo una parte ed<br />
erogando solo una parte del volume totale.<br />
La maschera deve essere adatta alla faccia del pz. Posizionare e tenere aderente la maschera in tutta la<br />
procedura di rianimazione è la cosa più difficile. Non va tenuta con forza, ma va tenuta in maniera che<br />
non sfiati e quindi la pressione che tiene aderente la maschera al volto del pz deve essere<br />
uniformemente distribuita. La mano che tiene la maschera sarà disposta con il pollice e l’indice a<br />
formare una c intorno al cono della maschera e le altre tre dita vanno a sostenere la mandibola e a<br />
tenere in iperestensione il capo quando questo è possibili, cioè quando il pz non è traumatizzato. Per<br />
posizionare la maschera ricordiamo che questa ha forma di un triangolo il cui vertice va posto sulla<br />
radice del naso. Dopo aver posizionato il vertice, vado in avanti fino a raggiungere una sorta di<br />
posizione ottimale e poi ventilo. Sul manichino il contatto plastica-plastica non è splendido, da questo<br />
punto di vista la pelle offre una situazione migliore però devo considerare che ci sono profili anomali<br />
come ad esempio i soggetti con la barba o gli anziani senza dentiera che hanno la bocca un po’<br />
incassata. In queste situazioni c’è la possibilità che anche con la mano più esperta la maschera sfiati.<br />
Quindi devo andare comunque sempre a valutare se la mia ventilazione sia efficace e cioè se il torace<br />
si solleva, altrimenti mi dedico solo alla compressione e non perdo tempo.
Il pallone ambu si può attaccare ad una sorgente di ossigeno, così da somministrate aria ambiente, ma<br />
arricchita di ossigeno. Se si dà un volume di almeno 4 l/min si può arrivare a dare il 50% d’ossigeno<br />
nell’aria che facciamo inspirare al pz. Altri dispositivi permettono di dare addirittura il 90% e questi<br />
sono i reservoir perché rappresentano una riserva di ossigeno.<br />
Sull’ambu c’è una valvola di sicurezza che non consente di superare determinate pressioni e può<br />
quindi essere lasciato sul volto del pz anche quando inizia a respirare. Altri tipi di ambu, invece,<br />
devono essere staccati quando il pz inizia a respirare perché non hanno tale valvola e non permettono<br />
al pz di respirare.<br />
Esiste un altro tipo di pallone non auto-espansibile che si gonfia attaccato all’ossigeno ed ha una<br />
valvola. Con questo il pz respira se apro la valvola.<br />
Sono disponibili dei sistemi di barriera per la respirazione bocca a bocca tipo pocket mask che hanno<br />
pure un astuccio per essere riposte oppure dei fazzoletti con un filtro al centro, ma per il prof sono<br />
poco usati e scomodi.<br />
Intera sequenza BLS:<br />
La prima cosa da fare quando arrivo è controllare l’ambiente circostante, una volta che ho constato<br />
l’ambiente sicuro mi abbasso, allineo gli arti del pz e scopro il torace, che più è scoperto e meglio è.<br />
Scuotere il pz e chiamarlo: “Signore??!!! Signore??!!”<br />
Il pz non risponde, quindi è incosciente.<br />
Dire a qualcuno, indicandolo e se lo si conosce chiamandolo per nome, di chiamare il 118 perchè c’è<br />
una persona incosciente.<br />
A questo punto A = Airway = assicurare la pervietà delle vie aeree andando ad iperestendere il capo e<br />
facendo in modo che la lingua non vada indietro.<br />
Nel BLS devo avere sempre entrambe le mani impegnate, quando una mano è libera significa che sto<br />
sbagliando qualcosa. In questo caso una mano sta sulla fronte e l’altra sul mento per guardare in bocca<br />
e vedere se ci sono oggetti in profondità. Se così fosse, non avventurarsi a mettere dita dentro e<br />
recuperarli. In questo caso non c’è nella e quindi vado avanti con la sequenza.<br />
Faccio scivolare la mano che stava sul mento a circa 2 cm dal pomo d’Adamo, cioè al margine<br />
anteriore dello sternocleidomastoideo, dove sento il battito carotideo; contemporaneamente mi abbasso<br />
e metto la guancia tra il naso e la bocca, per sentire il respiro. Quindi sento con una mano il battito e<br />
(con l’altra sempre sul mento del pz) sento la respirazione sulla guancia. Conto fino a 10 ad alta voce<br />
perché se arriva qualcun altro che mi può aiutare sa a che punto della sequenza sto e quando e come<br />
può inserirsi.<br />
Far allora richiamare il 118 per dire che il pz è in arresto cardio-circolatorio perché il pz né respira né<br />
ha polso. Mi posiziono per effettuare il massaggio. Inizio con i 5 cicli di 30 compressioni e 2
insufflazioni. Conto ad alta voce anche il ciclo appena l’ho terminato per tenere in conto di quanti ne<br />
ho fatti.<br />
Alla fine dei 5 cicli si valuta se è ricomparso il polso. A differenza di prima che ho valutato polso e<br />
respirazione, ora valuto solo il polso. Perché ci può essere polso senza respirazione, ma non il<br />
contrario. Un soggetto che non ha attività cardiaca non può avere respirazione perché, se non c’è<br />
battito, il sangue non ossigena il centro del respiro (il centro del respiro è fuori gioco, i muscoli con la<br />
mioglobina hanno una riserva d’ossigeno, l’encefalo no).<br />
Mentre posso avere arresto respiratorio con presenza di attività cardiocircolatoria come capacità del<br />
cuore di pompare sangue e generare una pressione. Però anche se può succedere, questa condizione si<br />
mantiene per poco tempo perché poi il sangue sono sarà più ossigenato. Il tempo di mantenimento di<br />
questo stato dipende dall’attività fisica che stava svolgendo il pz, dalle sue riserve di ossigeno perché<br />
comunque nel sangue una certa riserva di ossigeno c’è e si può attingere, ma solo per qualche minuto,<br />
dopo di che il pz va in arresto cardio-circolatorio.<br />
Tornando alla sequenza: il pz non ha polso ripetere la sequenza di altri 5 cicli.<br />
Se invece c’è polso, ma non respira vado a vicariare solo la respirazione con l’ambu facendo una<br />
insufflazione ogni 6 secondi, quindi circa 10 in un minuto.<br />
Bisogna stare un po’ lontano dal pz perché in caso di defibrillazione se il soccorritore tocca il pz ci<br />
rimane attaccato pure lui.<br />
E’ importante dosare le forze ed avere una buona tecnica significa faticare di meno.<br />
Contare ad alta voce e tenere il conto dei cicli eseguiti perché ci può essere stanchezza o crampo del<br />
soccorritore e, se qualcuno deve subentrare, capisce in che punto della sequenza si inserisce.<br />
Il cambio è fondamentale nella sequenza. Ci sono delle modalità precise per non perdere tempo<br />
dandosi il cambio. Chi ventila fa meno fatica. Le compressioni non vanno interrotte. Perchè le prime<br />
5-6-7 servono a dare al sangue una certa pressione e quelle che vengono successivamente fanno<br />
circolare il sangue. L’obiettivo del massaggio serve a perfondere i tessuti nobili: cervello e cuore.<br />
Perciò per attivare la circolazione le prime compressioni sono inefficaci, per questo il massaggio va<br />
interrotto il meno possibile. All’interruzione abbiamo una caduta della pressione e ho necessità di<br />
riattivare il tutto e ciò mi fa perdere l’effetto di flusso che avevo raggiunto. Per creare meno<br />
interruzioni possibili prima le compressioni erano 15, ora sono 30 e questo anche perché la<br />
ventilazione, essendo difficile, non sempre viene effettuata e perciò si è preferito dare priorità alle<br />
compressioni.<br />
Per chi non lo fa sempre c’è anche la componente emotiva che incide sul massaggio.<br />
Se sono da solo, devo effettuare tutta la sequenza o su di un lato o dietro la testa del pz.<br />
Alla testa va il team leader, se c’è il medico è lui, perché deve fare le valutazioni: è migliore la<br />
valutazione globale del pz e va a visualizzare il monitor che è posto al lato del pz. Inoltre la<br />
ventilazione è più difficile da fare. La compressione è solo un fatto meccanico. Chi sta alla destra<br />
gestisce la via venosa. Chi è alla sinistra si occupa dell’ossigeno, del defibrillatore e della pervietà<br />
delle vie aeree (dell’intubazione). Dividersi i compiti fa perdere meno tempo e fa affrontare meglio<br />
l’emergenza. È tutto standardizzato a livello internazionale.<br />
Dopo la laurea mi può capitare di effettuare un’assistenza in ambulanza e se sono sull’ambulanza devo<br />
controllare se c’è tutto l’occorrente per la rianimazione e se tutto funziona perché chi usa l’attrezzatura<br />
ne è il responsabile. Se l’ambu è rotto, è colpa mia e non di chi ha noleggiato l’ambulanza. Quando mi
assumo un incarico devo garantire di avere gli strumenti idonei a farlo. Bisogna accertarsi di avere<br />
tutte le attrezzature almeno per il BLS.<br />
Quando subentra la fatica si tende ad andare indietro con le braccia che non sono più perpendicolari e<br />
scivolano in avanti, la forza finisce e scivolo sulle coste, le fratturo e se il pz si risveglia sentirà dolore.<br />
Col massaggio non si perfora il polmone perché la costa è compresa tra muscoli. Quindi nel corso del<br />
massaggio devo avere la lucidità di tenere le mani sempre ben centrate. Questo scorrimento può essere<br />
anche facilitato dalla sudorazione mia o del pz, che per esempio era collassato, quindi devo asciugare il<br />
pz, cosa sempre indicata nel pz annegato. Strappare e tagliare gli indumenti senza pietà.<br />
Nel coma post critico: tirare fuori la lingua.<br />
Di qui in poi incolliamo SLIDE non lette a lezione<br />
BLS-D<br />
BASIC LIFE SUPPORT-DEFIBRILLATION<br />
Rianimazione Cardiopolmonare e Defibrillazione Precoce<br />
Corso BLSD<br />
OBIETTIVO E STRUTTURA<br />
OBIETTIVO DEL CORSO E’ ACQUISIRE :<br />
• CONOSCENZE TEORICHE<br />
• ABILITA’ PRATICHE NELLA ESECUZIONE DELLE TECNICHE<br />
• SCHEMI DI COMPORTAMENTO (SEQUENZE) IN ACCORDO CON LE LINEE GUIDA<br />
INTERNAZIONALI<br />
STRUTTURA DEL CORSO<br />
• LEZIONE IN AULA<br />
• ADDESTRAMENTO PRATICO SU MANICHINO<br />
• VALUTAZIONE<br />
Il corso prevede: Lezioni teoriche, Addestramento pratico su manichino, Valutazione finale con skill<br />
test e quiz a risposta multipla<br />
Obiettivi BLSD<br />
RITARDARE I DANNI ANOSSICI CEREBRALI NEL SOGGETTO IN ARRESTO CARDIACO<br />
• NON E’ COSCIENTE<br />
• NON RESPIRA<br />
• NON HA CIRCOLO<br />
CORREGGERE LA CAUSA DELL’ARRESTO CARDIACO SE E’ PRESENTE UN RITMO<br />
DEFIBRILLABILE<br />
Danno Anossico Cerebrale<br />
Inizia dopo 4-6’ di assenza di circolo<br />
Dopo circa 10’ si hanno lesioni cerebrali irreversibili.
A 4 min -> morte clinica<br />
A 10 min -> morte biologica<br />
MORTE CARDIACA IMPROVVISA<br />
CESSAZIONE BRUSCA ED INATTESA DELLE ATTIVITA’<br />
CIRCOLATORIA E RESPIRATORIA PRECEDUTA O MENO DA SEGNI PREMONITORI IN<br />
SOGGETTI CON O SENZA MALATTIA CARDIACA NOTA.<br />
CIRCA 1 EVENTO /1000 ABITANTI/ANNO<br />
Sintomi pre-arresto<br />
• Difficoltà respiratorie (desaturazione, tachipnea)<br />
• Tachicardia<br />
• Riduz. gittata (cute fredda e cianotica, oliguria)<br />
• Ipotensione<br />
• Confusione, sonnolenza, incoscienza<br />
• Acidosi e altre alterazioni metaboliche<br />
TEMPO DI ARRESTO E SOPRAVVIVENZA<br />
• LA PROBABILITA’ DI SUCCESSO DELLA DEFIBRILLAZIONE DIMINUISCE<br />
RAPIDAMENTE NEL TEMPO<br />
• 10% CIRCA PER MINUTO TRASCORSO ( IN ASSENZA DI RCP)<br />
• LA RCP IMMEDIATA PRATICATA DAGLI ASTANTI PUO’ RADDOPPIARE O<br />
TRIPLICARE LA SOPRAVVIVENZA<br />
SEGNI DI ALLARME DELL’INFARTO MIOCARDICO<br />
DOLORE AL CENTRO DEL TORACE O ALLA MANDIBOLA, ALLA GOLA O SIMILE<br />
AL MAL DI STOMACO<br />
DIFFICOLTA’ DI RESPIRAZIONE O SENSO DI DEBOLEZZA<br />
NAUSEA VOMITO SUDORAZIONE DURANTE SFORZO O ANCHE A RIPOSO<br />
Cause primitive di arresto cardiaco<br />
• Ischemia<br />
• Infarto miocardico<br />
• Cardiopatia ipertensiva<br />
• Patologie Valvolari<br />
• Farmaci (antiaritmici,antidepressivi,digossina)<br />
• Acidosi e/o alterazioni elettrolitiche<br />
• Ipotermia<br />
• Folgorazione<br />
Infarto miocardico e aritmie<br />
Il 50% dei decessi conseguenti a I.M.A. avviene entro la prima ora in genere per F.V<br />
Il rischio di F.V. è massimo all’inizio della sintomatologia e decresce con il tempo<br />
CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA
IN PRESENZA DI UNA EMERGENZA SANITARIA<br />
FONDAMENTALE VALUTA SE NELL’AMBIENTE CI SONO PERICOLI !!!!<br />
BASIC LIFE SUPPORT-D<br />
OGNI AZIONE DEVE ESSERE PRECEDUTA<br />
DA ATTENTA VALUTAZIONE.<br />
1.COSCIENZA -> Azione A : libera le vie aeree<br />
(Airway)<br />
2. RESPIRO,POLSO E -> Azione B e C : CTE e ventilazioni<br />
ALTRI SEGNI DI VITA<br />
(Breathing and Circulation)<br />
3. RITMO -> Azioe D : Defibrillare<br />
(DAE)<br />
B Breathing<br />
• Controllo respirazione/ventilazione<br />
• Ispezione<br />
• Valuta le vie aeree (laringe, trachea) e il collo<br />
• Osserva i movimenti del torace<br />
• Valuta la frequenza respiratoria<br />
• Valuta l’ampiezza degli atti<br />
• Controlla se all’atto corrisponde un flusso di aria attraverso le vie respiratorie (look, listen and<br />
feel)<br />
• Controlla la presenza di “tirage” e “cornage”<br />
• Verifica eventuali deformità della parete toracica, soluzioni di continuo, ferite soffianti,<br />
movimenti paradossi del torace (lembo costale mobile)<br />
• Controllo respirazione/ventilazione<br />
• Percussione<br />
• Ricerca accuratamente aree di ottusità (versamenti pleurici, emotorace, atelettasie da<br />
ipoventilazione)<br />
• Ricerca aree di ipertimpanismo (PNX)
• Auscultazione<br />
• Controlla il passaggio di aria<br />
• Controlla la simmetria della ventilazione<br />
• Verifica l’esistenza di aree con MV ridotto (PNX)<br />
• Ascolta i rumori respiratori (sibili, fischi, rantoli gemiti, gorgoglii grossolani)<br />
C Circulation: Controllo emorragia<br />
• I pz. anziani possiedono una limitata capacità di aumentare la frequenza cardiaca in risposta<br />
all’ipovolemia<br />
• I pz. in terapia con antiaritmici (beta-bloccanti !) non aumentano la frequenza cardiaca in<br />
risposta all’ipovolemia (situazione volume-dipendente)<br />
• L’atleta possiede grande tolleranza all’ipovolemia ; può pertanto non mostrare la risposta attesa<br />
alla perdita acuta di sangue<br />
• Il bambino, avendo cospicue riserve fisiologiche all’ipovolemia, mostrerà segni di ipotensione<br />
solo tardivamente, quando cioè la situazione sta per evolversi in modo drammatico<br />
• Il polso va esaminato bilateralmente ed in una sede centrale facilmente accessibile (carotide,<br />
femorale)<br />
Tecniche BLSD- Efficacia<br />
A corretta iperestensione del capo<br />
controllo cavo orale<br />
B OSSERVA IL TORACE!<br />
pallone + O2+ reservoir: O2 80-90%<br />
pallone+ O2 : O2 50%<br />
pallone O2 21%<br />
bocca a bocca o bocca- maschera O2 16%<br />
C posizione mani al centro del torace<br />
profondità 4-5 cm<br />
frequenza 100/min<br />
rapporto compressione/ rilasciamento 1:1<br />
L’ossigeno deve essere somministrato ad ogni paziente ipossico prima ancora di cominciare<br />
ad accertare le cause dell’ipossia<br />
DEFIBRILLAZIONE SEMIAUTOMATICA PRECOCE<br />
IL DAE<br />
Il Defibrillatore semiAutomatico Esterno:<br />
esonera l’operatore dall’onere della diagnosi<br />
consente una formazione più breve<br />
permette una larga diffusione della defibrillazione<br />
favorisce un maggior numero di interventi efficaci di defibrillazione<br />
TEMPESTIVO SALVAVITA<br />
SICUREZZA
Durante le fasi di analisi, carica ed erogazione degli shock, NESSUNO deve essere a contatto con il<br />
paziente<br />
FILASTROCCA DELLA SICUREZZA<br />
VIA IO VIA VOI VIA TUTTI<br />
TECNICHE BLSD-DEFIBRILLAZIONE<br />
EFFICACIA<br />
Corretta posizione delle piastre(massa critica)<br />
• Sottoclaveare dx- ascellare media sn<br />
• Antero- posteriore<br />
• Biascellare media (dx e sn)<br />
• Ascellare media sn e dorsale sup (dx e sn)<br />
torace asciutto e depilato<br />
no elettrodi sul tessuto mammario femminile<br />
elettrodo apicale in senso cranio-caudale<br />
conoscenza e manutenzione dell’apparecchio<br />
SICUREZZA<br />
no bagnato<br />
no O2 ( 1 metro)<br />
no farmaci trans-dermici<br />
piastre lontane da PM e ICD<br />
non toccare il pz<br />
in analisi -> ARTEFATTI<br />
in shock -> FOLGORAZIONE<br />
SEQUENZA OPERATIVA<br />
Se non ci sono segni di vita l’operatore DAE deve:<br />
eseguire due minuti di RCP ( se AC non testimoniato da personale sanitario)<br />
accendere il dispositivo e collegarlo<br />
filastrocca di sicurezza<br />
erogare scarica se indicato<br />
alternare:<br />
-1 shock<br />
-(2 minuti RCP)<br />
-analisi<br />
Tutto questo per 3 volte!<br />
FUNZIONI INTERATTIVE DEL DAE<br />
possibilità registrazione vocale<br />
registrazione elettrocardiografia<br />
possibilità di Code Summary<br />
interfaccia con PC per gestione dati, archivio e VRQ<br />
memoria non modificabile dall’operatore
CAUSE DI INSUCCESSO<br />
mancata familiarità dell’operatore con l’apparecchio<br />
errori nell’applicazione delle procedure<br />
mancata manutenzione del DAE o delle batterie<br />
FV refrattaria<br />
LIMITI DI UTILIZZO<br />
indicato oltre gli otto anni di età<br />
fra 1 e 8 anni consigliabili piastre pediatriche, se non disponibili usare DAE senza sovrapporre<br />
le piastre<br />
non utilizzare su bambini di età
• Il soccorritore si posiziona alle spalle<br />
• Pratica 5 colpi dorsali nella regione interscapolare<br />
• Pone una mano stretta a pugno tra l’ombelico e l’apofisi xifoide dello sterno<br />
• Comprimere ritmicamente dal basso verso l’alto<br />
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE DA CORPO ESTRANEO<br />
Trattamento del paziente con ostruzione completa cosciente, in piedi o seduto:<br />
MANOVRA DI HEIMLICH: COMPRESSIONI ADDOMINALI SOTTODIAFRAMMATICHE<br />
RIPETUTE SINO A ESPULSIONE DEL CORPO ESTRANEO, O PERDITA DI COSCIENZA.