Piano di salvaguardia per il territorio di Sortino e la ... - Noé Cartodata

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Piano di salvaguardia per il territorio di Sortino e la Necropoli di Pantalica
SORTINO
Barocco protagonista della ricostruzione
dopo il terremoto del 1693
È Sortino il primo comune che s’incontra andando
da Siracusa verso la zona montana iblea. Da
un lato Pantalica e la valle dell’Anapo, dall’altro
campagna e boschi. Paese la cui storia affonda le
radici nel tempo ed è legata senz’altro a Pantalica.
Ricostruito dopo il drammatico terremoto
del 1693, Sortino, richiamando i Quattro Canti di
Palermo, fu suddiviso in quattro settori. Per le
sue strade importanti tesori da scoprire.
Nascosta fra i primi vicoli dell’abitato è la Chiesa
della Natività di Maria, gioiello dell’architettura
barocca. La facciata presenta un armonioso movimento
concavo-convesso. All’interno, il pavimento
maiolicato a piastrelle di Valenza raffigurante
la “Pesca miracolosa”. Maestosa è la facciata
della Chiesa Madre dedicata a San Giovanni
Evangelista. Si erge su un magnifico piazzale
lastricato con i ciottoli del fiume Anapo, bianchi
e neri, che formano perfette geometrie. Il centro
storico è ricco di palazzi settecenteschi, dalle raffinate
facciate, con archi, cortili, balconi in ferro
battuto.
Gemellato dal 1994 con il comune tedesco di
Riedstadt, Sortino, per il suo impegno europeistico,
è stato insignito dal Consiglio d’Europa
della Bandiera d’Onore 1998. Sortino è anche la
città del miele, quello ibleo, cantato dai poeti
latini e greci. È possibile visitare la Casa dô fascitraru
(la casa dell’apicoltore) e il Museo dell’Opera
dei Pupi, un’arte che qui resiste grazie
all’impegno di due compagnie.
Pantalica è un luogo d’incanto, un paradiso,
custode di importanti testimonianze del passato.
Le cinquemila celle sepolcrali sulle pareti rocciose
formano un immenso alveare. Il verde che fa
da cornice alla bianche rocce calcaree offre un
colpo d’occhio eccezionale.