M. Piccirillo--Le due iscrizioni della cappella ... - Christus Rex
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M. PICCIRILLO<br />
tenda annodata al centro sostenuta con anelli ad una asta orizzontale. Boccioli<br />
chiusi di fiori sono aggiunti tra la tenda e la conchiglia (foto 6).<br />
Sui lati del timpano erano raffigurati <strong>due</strong> pecore addossate ad un<br />
alberello carico di frutti, come si può vedere da ciò che resta sul lato settentrionale.<br />
Una fascia di triflidi inversi alternati a cerchi e quadrati circonda il<br />
tappeto dell’aula dove i motivi figurativi erano inseriti in uno schema di<br />
girali di tralci di vite con grappoli, foglie e viticci che terminavano verso<br />
est intorno ad un medaglione con l’iscrizione dedicatoria e sulle fronde<br />
dei <strong>due</strong> alberelli carichi di frutti raffigurati sui lati (foto 7). Restano cinque<br />
registri di girali. La sequenza risulta interrotta da un motivo geometrico<br />
aggiunto in un restauro del mosaico nei pressi <strong>della</strong> porta. Vistosamente<br />
la composizione originaria riconoscibile dalla tecnica <strong>della</strong> messa<br />
in opera delle tessere e dalla sequenza dei girali fu stravolta dal rifacimento<br />
post-iconofobico. Non però in modo così radicale da impedire nella<br />
maggior parte dei casi l’identificazione dei motivi figurativi originari che<br />
decoravano i girali. Al centro del secondo registro il mosaicista aveva raffigurato<br />
una fenice dalla testa radiata, stranamente risparmiata dagli iconofobi,<br />
anche se risulta restaurata nella parte inferiore.<br />
Nei pressi <strong>della</strong> porta ma all’interno <strong>della</strong> fascia il mosaico fu rifatto<br />
con l’aggiunta di un pannello rettangolare suddiviso in tre riquadri, con<br />
un motivo geometrico di ottagoni intrecciati a formare esagoni e quadrati<br />
a nord, e un reticolo di rombi alternati a quadrati a sud. Nel quadrato<br />
centrale era stata inserita una nuova iscrizione in un cerchio. Come vedremo,<br />
questa aggiunta è datata al 762. Resta senza data la composizione<br />
primitiva che però è ben ambientata nei mosaici <strong>della</strong> seconda metà del<br />
VI secolo 9 .<br />
Strutturalmente la zona rifatta del mosaico corrisponde ad una tomba<br />
ipogea sottostante con botola di ingresso sulla destra <strong>della</strong> scala di salita<br />
alla <strong>cappella</strong>. Alla tomba si scendeva con tre gradini fino a raggiungere una<br />
porticina in pietra con una croce a braccia patenti scolpita sull’architrave.<br />
La tomba è a volta con un concio mancante al centro chiuso in alto da<br />
una lastra. Una seconda porticina è sagomata sulla parete orientale e fa<br />
intravvedere un muro autonomo all’interno. Tutta la muratura <strong>della</strong> tomba<br />
è ben fatta con conci opportunamente squadrati e messi in opera.<br />
9. Il mosaico mostra affinità stilistiche con il motivo che decora la semilunetta <strong>della</strong> cripta<br />
dell’Elianeo a Madaba (<strong>Piccirillo</strong>, The Mosaics of Jordan, p. 125, figs. 134 e 135), e il pavimento<br />
<strong>della</strong> chiesa del Vescovo Sergio a Umm al-Rasas (Ibi, pp. 206-209, figs. 331-336).