montecassiano - ARMANDO FOTO com
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1521, ad esempio, venne ricostruito<br />
il portale in pietra di Cingoli<br />
con lo stemma del Comune.<br />
Il definitivo e radicale rifacimento<br />
dell’edificio è avvenuto<br />
nel corso del Settecento, quando<br />
fu demolito l’arco di collegamento<br />
con il palazzo dei Priori<br />
e si rimaneggiò <strong>com</strong>pletamente<br />
la struttura originaria. L’interno,<br />
a tre navate abbellite da bianchi<br />
stucchi, è un pregevole esempio<br />
di barocchetto marchigiano. Le<br />
pale degli altari laterali sono<br />
tele di ambito marchigiano del<br />
XVII secolo. Sull’altare maggiore<br />
si trova l’immagine lignea<br />
della Madonna del Buon Consiglio.<br />
Anche l’organo, che gli<br />
studi più recenti attribuiscono<br />
all’anconitano Vincenzo Montecucchi<br />
(fine XVIII secolo), è<br />
un piccolo capolavoro artistico.<br />
Ex convento degli Agostiniani<br />
Nel 1492 la chiesa di San Marco fu affidata all’Ordine degli Agostiniani Scalzi,<br />
che vi edificarono accanto un monastero. Molto probabilmente, più che<br />
di una costruzione ex novo si trattò di un accorpamento ed ampliamento di case<br />
preesistenti o forse di locali già usati in precedenza da un altro ordine monastico,<br />
di cui però non si ha memoria certa. Il convento fu poi ampliato e restaurato ulteriormente<br />
tra il<br />
1574 e il 1579.<br />
L’edificio venne<br />
riunito nel<br />
1867, ma nel<br />
1873 vi dimoravano<br />
ancora<br />
due frati. Dopo<br />
aver ospitato<br />
per decenni la<br />
scuola media,<br />
nel 2009 è stato<br />
adibito a sede<br />
degli uffici <strong>com</strong>unali.<br />
Secondo quanto si desume dall’iscrizione manoscritta sul retro della tavola<br />
della Madonna del Buon Consiglio, il dipinto venne realizzato in San Marco<br />
a Roma dal canonico Andrea Bacci nel 1747. Il <strong>com</strong>mittente dell’opera<br />
fu il frate agostiniano Nicola de Marteriis, autore dell’iscrizione. Il frate<br />
fece realizzare il dipinto dopo aver ricevuto la grazia della guarigione dalla<br />
“polmonea”, una grave infiammazione ai polmoni, che lo colpì mentre si<br />
trovava nel convento di San Gia<strong>com</strong>o a Bologna. Ormai sul punto di mo-<br />
Nel convento visse, prendendovi i voti e divenendovi priore, il venerabile<br />
Giovanni da San Guglielmo. Nacque a Montecassiano il 25 luglio 1552 da<br />
Francesco Nicolucci detto Ciccone e da Francesca Piccinotti. Morì a Batignano<br />
di Grosseto il 24 agosto 1621, dove si era recato in obbedienza ai<br />
propri superiori. Godette in vita di fama di santità, alimentata da una serie di<br />
prodigi ritenuti miracolosi, in seguito ai quali fu avviato un processo di canonizzazione<br />
interrotto nel 1796 con l’arrivo delle truppe napoleoniche. Del<br />
beato esistono alcune lettere autografe, dei libri di devozione, un lembo del<br />
saio e un cilicio di crine di cavallo conservati in paese <strong>com</strong>e reliquie.<br />
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rire, il frate pregò davanti ad una immagine della Madonna del Buon Consiglio.<br />
Ottenuta miracolosamente la guarigione, fra’ Nicola fece realizzare<br />
dal canonico Bacci una copia del dipinto della Madonna del Buon Consiglio<br />
che venne poi trasportato a Bologna, dove fu ornato con le corone e solennemente<br />
mostrato nella domenica di Ascensione del 1750. Trasferitosi nel<br />
convento agostiniano di Montecassiano, il frate portò con sé il dipinto, che<br />
venne esposto nella chiesa di San Marco il 23 aprile 1752 e definitivamente<br />
collocato sull’altare maggiore in una cornice processionale. Questa cornice<br />
reca incisa sul retro un’altra iscrizione, datata 30 ottobre 1786, che ricorda<br />
il ringraziamento dei contadini di Montecassiano alla Vergine del Buon<br />
Consiglio per aver preservato il loro bestiame dall’ epidemia di quell’anno.<br />
Uscendo dal cortile dell’ex convento e scendendo lungo via Nazario Sauro,<br />
che conduce verso porta Cesare Battisti, si può osservare la struttura tipicamente<br />
medievale del centro storico costituita da scalette, rampe e stradine che permettono<br />
di passare da una quota altimetrica all’altra, interrompendo l’andamento<br />
circolare delle vie e dei vicoli che, <strong>com</strong>e cerchi concentrici, si irradiano dalla<br />
piazza principale. Come raggi di un cerchio, esse collegano la piazza principale<br />
alla cinta muraria. Percorrendole, si possono ammirare scorci caratteristici del<br />
paese, che mostrano una buona armonia tra le unità abitative, nonostante la differenza<br />
cronologica e stilistica degli interventi costruttivi. Si alternano infatti<br />
palazzetti del Settecento, edifici in stile neomedioevale o in tardo liberty e abitazioni<br />
borghesi del Novecento.<br />
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