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montecassiano - ARMANDO FOTO com

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Il giardino era collegato, attraverso un viale costeggiato da querce secolari, ad<br />

b) San Giuseppe<br />

un roccolo destinato all’uccellagione. Purtroppo il viale e il roccolo sono stati<br />

abbattuti nel corso del XX secolo.<br />

La chiesa, un tempo intitolata<br />

a Santa Maria<br />

2. Le chiese rurali<br />

di Lenze o di Renzo, ha<br />

Nel nostro territorio sono sparse molte piccole chiese, alcune delle quali in<br />

<strong>com</strong>pleto stato di abbandono, altre ancora visitabili grazie alla cura della<br />

origini molto antiche. Essa<br />

è stata <strong>com</strong>pletamente restaurata<br />

nel 1521, quando<br />

gente del luogo. Ricordiamo le più antiche.<br />

san Giuseppe fu assunto<br />

<strong>com</strong>e patrono del Comune.<br />

a) Madonna di Salimbeni<br />

Per l’altare di questa chie-<br />

In un’edicola rurale ai piedi della collina di Monte Libano, a circa 2 Km. dal<br />

paese, in corrispondensa,<br />

tra il 1506 e il 1508,<br />

l’Hispanus dipinse il quadro<br />

della Madonna in troza<br />

di un trivio, era collono,<br />

trasportato nel 1555 in<br />

cato anticamente un af-<br />

San Marco e ora custodito<br />

fresco che raffigurava la<br />

nella pinacoteca <strong>com</strong>unale.<br />

Madonna delle Grazie.<br />

Nel 1509 un tale fra’ Pietro<br />

Nel 1526 il proprietario<br />

eremita chiese al Comune<br />

del fondo su cui sorgeva<br />

di poter utilizzare i mattoni<br />

la “pintura”, Giovanni<br />

avanzati dalla fabbrica del<br />

Salimbeni, edificò una<br />

palazzo priorale per edifi-<br />

chiesetta inglobante la<br />

care accanto alla chiesa una<br />

stessa edicola, così da<br />

dimora. Nel 1555 venne<br />

proteggere l’immagine<br />

realizzato un ciclo di affre-<br />

che si credeva avesse<br />

schi di fattura popolare.<br />

preservato l’intero terri-<br />

Successivamente la chiesa<br />

torio di Montecassiano<br />

venne abbandonata, tanto che si pensò di demolirla. Solo il rispetto per il santo<br />

dagli effetti dalla pesti-<br />

protettore evitò che fosse attuato l’abbattimento. Oggi è possibile ammirarla in<br />

lenza di quegli anni.<br />

quanto l’Amministrazione Comunale recentemente ha provveduto al restauro.<br />

Nel 1794 si ricorse all’aiuto<br />

della Vergine di Sa-<br />

3. Fonti e lavatoi<br />

limbeni per una pesante<br />

siccità che si era abbattuta<br />

sul territorio di Montecassiano, organizzando una processione dal paese alla<br />

chiesetta. Da allora venne istituita la festa delle Canestrelle (pag. 76).<br />

Nel 1836 l’Italia fu infestata dal colera. Era il mese di agosto quando il marchese<br />

Giuseppe Ferri stabiliva di trasportare processionalmente l’immagine, ormai<br />

ridipinta su tela con i lineamenti della Vergine del Buon Cuore, nella chiesa<br />

collegiata: ancora una volta il paese fu risparmiato e la popolazione credette<br />

nell’intervento miracoloso della Madonna. Il 10 agosto 1839, dunque, in segno<br />

di riconoscenza il Comune decise di trasferire definitivamente l’immagine in<br />

Collegiata (pag. 47).<br />

Montecassiano ha un sottosuolo particolarmente ricco di acque. Pertanto nel<br />

territorio sono diffuse fonti con annessi lavatoi e abbeveratoi, un tempo<br />

essenziali per la sopravvivenza della collettività e oggi in stato di abbandono e<br />

forte degrado. Va ricordato che anche dopo il 1890, anno in cui il centro storico è<br />

stato raggiunto dall’acquedotto di Serrapetrona, le donne del paese continuavano<br />

a recarsi alle fonti extra-moenia per il lavaggio dei panni, mentre i contadini<br />

sprovvisti di pozzi o fonti private efficienti hanno dovuto farvi ricorso ancora per<br />

svariati decenni, prelevandone l’acqua per uso alimentare, oltre che per l’abbeveraggio<br />

del bestiame. Poi, una volta raggiunto tutto il territorio dalla rete idrica<br />

<strong>com</strong>unale e, al contempo, <strong>com</strong>promessa la potabilità delle acque a causa dell’inquinamento<br />

delle falde, provocato da un impiego massiccio di prodotti chimici<br />

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