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Quindi ripeto, i “salafiti” non sono “letteralisti”,
specialmente per ciò che riguarda il “tafsir” del Corano. Il
Corano, infatti, com’è risaputo, non può essere spiegato da un punto
di vista linguistico, almeno inizialmente. Diciamo piuttosto che
qualora noi non si trovi la spiegazione di un certo passo coranico in
altri punti del Corano Stesso, né della Sunna profetica, né nelle
parole dei Compagni od in quelle dei più grandi esegeti facenti
parte della generazione dei “Seguaci”, ebbene a quel punto possiamo
comprendere il Corano da un punto di vista linguistico e - pertanto
- più letterale, non prima. I salafiti comprendono il Kitab e la
Sunna così come li compresero i Compagni del Profeta, i Loro
seguaci ed i pii predecessori facenti parte delle prime tre
generazioni. Il letteralismo nel loro fare non va dato per
scontato.
Ad ogni modo esso è di gran lunga più corretto delle
interpretazioni allegoriche, metaforiche, simbolismi vari, ecc.,
questo è poco, ma sicuro. Il Corano scese in lingua araba pura e
venne rivelato a popoli beduini ed illetterati. E il Profeta, che Dio
Lo elogi e Lo preservi da ogni male, fu il più eloquente tra coloro
che pronunciano la “Dad”, e con eloquente intendo che il suo modo
di parlare era classicissimo, efficace e manifesto. Ora, avrebbe forse
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