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che questi inizialmente - ovviamente - non hanno, visto che la
credibilità aumenta man mano ci si avvicina alla Verità e
diminuisce man mano che ci si allontana da Essa, ma che può
esser - ad ogni modo - guadagnata tramite un «lavaggio dei
cervelli» attento ed accurato e facendo leva sulle categorie più
deboli ed indifese, facendo leva - ad esempio - su molte donne
Musulmane e così su tutti quegli uomini che non cercano la
Verità nella religione, ma piuttosto tutta una serie di
«facilitazioni», al fine di dar sfogo alle proprie passioni senza
dover per questo pensare di non esser buoni Musulmani o
addirittura di non esserlo proprio”). Costoro, come è ovvio, sono
tanti, anzi tantissimi.
Infine dice: [Il fattore religioso sta diventando un fattore
essenziale e se i musulmani, i sapienti, i leader religiosi e
politici, non lavorano per un maggiore rispetto reciproco, per
l’unità e l’accettazione della diversità, è chiaro che non ci sarà
una primavera araba o africana coronata da successo].
Ramadan qui parla, come già all’epoca faceva suo nonno, ed ancor
prima i “riformisti” per antonomasia, Jamal ad-din al Afghani ed il
suo più grande discepolo, Muhammad Abduh, di “accettazione delle
diversità”, parla di “rispetto reciproco”, parla di “unità”. Avete
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