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Progetto di Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico ... - Città di Torino

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME PO<br />

PARMA<br />

——————————<br />

<strong>Progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>Piano</strong> <strong>Stralcio</strong><br />

<strong>per</strong> l’Assetto <strong>Idrogeologico</strong><br />

(PAI)<br />

Interventi sulla rete idrografica e sui versanti<br />

Legge 18 Maggio 1989, n. 183 art. 17, comma 6-ter<br />

Torrente Sangone<br />

PROGETTO DI DELIMITAZIONE DELLE FASCE FLUVIALI<br />

Addendum<br />

RELAZIONE ILLUSTRATIVA<br />

1


Sommario<br />

BACINO DEL TORRENTE SANGONE .............................................................................................. 3<br />

INQUADRAMENTO DEL BACINO ............................................................................................................3<br />

INQUADRAMENTO FISICO E GEOGRAFICO.............................................................................................3<br />

CARATTERI GENERALI DEL PAESAGGIO NATURALE E ANTROPIZZATO ..................................................3<br />

ASSETTO GEOLOGICO DEL BACINO ......................................................................................................4<br />

ASSETTO GEOMORFOLOGICO ED IDRAULICO DEL BACINO...................................................................4<br />

ASPETTI IDROLOGICI: CARATTERISTICHE GENERALI E PRECIPITAZIONI INTENSE ................................6<br />

ASPETTI MORFOLOGICI ED EVOLUTIVI DEL CORSO D’ACQUA ...............................................................7<br />

QUADRO DELLE PRINCIPALI CRITICITÀ ..................................................................................................9<br />

PROGETTO DI DELIMITAZIONE DELLE FASCE FLUVIALI ......................................................... 12<br />

CRITERI ADOTTATI.............................................................................................................................12<br />

LINEE D’INTERVENTO.........................................................................................................................17<br />

2


BACINO DEL TORRENTE SANGONE<br />

INQUADRAMENTO DEL BACINO<br />

Inquadramento fisico e geografico<br />

Il bacino del T. Sangone occupa una su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> circa 270 km 2 . La<br />

lunghezza dell’asta è <strong>di</strong> circa 43 Km, lo sviluppo della rete idrografica affluente<br />

<strong>di</strong> oltre 200 km.<br />

Il torrente Sangone nasce dal versante orientale del M. Rocciavrè ed era,<br />

in epoca antecedente alle ultime glaciazioni, un tributario della Dora Riparia;<br />

successivamente si è creato un nuovo <strong>per</strong>corso attraverso la sella rocciosa <strong>di</strong><br />

Trana; le variazioni indotte al <strong>per</strong>corso nella zona pianeggiante a valle <strong>di</strong> Trana<br />

hanno determinato l’attuale configurazione, portandolo ad incidere il lato sud del<br />

conoide <strong>di</strong> deiezione della Dora Riparia e a crearsi un proprio alveo sino alla<br />

confluenza nel Po a valle <strong>di</strong> Moncalieri.<br />

Caratteri generali del paesaggio naturale e antropizzato<br />

La parte montana del Sangone, posta a monte <strong>di</strong> Trana, presenta un<br />

vasto fondovalle in dolce risalita fino al centro <strong>di</strong> Coazze ed è densamente<br />

inse<strong>di</strong>ata e modellata dagli alvei degli affluenti principali del Sangone: torrenti<br />

Brocco, Ollasio e Taonera. Nella parte su<strong>per</strong>iore, a monte <strong>di</strong> Coazze, il<br />

comprensorio vallivo si articola più marcatamente e si connota <strong>per</strong> il carattere<br />

dei versanti, acclivi e riccamente forestati.<br />

Gli abitati <strong>di</strong> Trana, Giaveno e Coazze rappresentano i nuclei<br />

storicamente consolidati e <strong>di</strong> attestamento dell’infrastrutturazione viaria storica<br />

principale che vedeva in Giaveno il centro estremo della valle e lo collegava a<br />

triangolo con il centri <strong>di</strong> Trana ed Avigliana. Il lato <strong>di</strong> sinistra idrografica rientra<br />

infatti già all’interno dell’area a Parco Naturale dell’Orsiera-Rocciavrè. In questo<br />

tratto terminale, lasciato l’abitato <strong>di</strong> Coazze, i nuclei inse<strong>di</strong>ati sono assai ra<strong>di</strong> e<br />

<strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni, riducendosi a isolati alpeggi ad una quota su<strong>per</strong>iore ai<br />

1200 m s.m.<br />

3


Assetto geologico del bacino<br />

Il bacino del T. Sangone si sviluppa essenzialmente a cavallo <strong>di</strong> due unità:<br />

lungo il versante sinistro‚ costituito prevalentemente da rocce gneissiche, affiora<br />

il ricoprimento del complesso Dora-Maira, mentre lungo il versante destro<br />

affiorano litologie appartenenti alla Zona Brianzonese Interna. Sono presenti<br />

soprattutto termini gneissici, quali gneiss ghiandoni occhia<strong>di</strong>ni e porfiroi<strong>di</strong> o<br />

gneiss granitoi<strong>di</strong>, con subor<strong>di</strong>nati micascisti (zona <strong>di</strong> Coazze), ricollegabili ai<br />

nuclei cristallini precarboniferi, cui sono associate rocce <strong>di</strong> varia natura,<br />

essenzialmente scistose, carbonifere e <strong>per</strong>mo-sciitiche, ricoprenti il nucleo<br />

cristallino.<br />

Il versante orografico destro all’altezza <strong>di</strong> Trana, in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Piossasco,<br />

è caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> <strong>per</strong>idotiti massicce e tegulari, serpentinoscisti,<br />

prasiniti e anfiboliti.<br />

In alta Val Sangone, nel territorio compreso tra Sangone e Sangonetto<br />

sono affioranti eufoti<strong>di</strong> più o meno laminate e metamorfosate in prasiniti,<br />

serpentiniti, ecc., ovvero rocce riferibili al Complesso dei Calcescisti con Pietre<br />

Ver<strong>di</strong>, dove i litotipi carbonatici sono nettamente subor<strong>di</strong>nati.<br />

Sempre in alta Val Sangone sono abbondanti i depositi <strong>di</strong> origine glaciale<br />

sia sui versanti che nei fondovalle. Presso Giaveno e da qui in <strong>di</strong>rezione dei<br />

laghi <strong>di</strong> Avigliana, sono presenti cordoni morenici.<br />

I depositi alluvionali quaternari, abbondantemente presenti nei tratti<br />

pianeggianti <strong>di</strong> fondovalle ed allo sbocco della valle principale, risultano<br />

generalmente terrazzati. Si passa da depositi alluvionali recenti, in<br />

corrispondenza dell’alveo attuale, a <strong>di</strong>luvium antico ferrettizzato, talora con<br />

facies glaciale (area <strong>di</strong> Coazze).<br />

Assetto geomorfologico ed idraulico del bacino<br />

Il bacino del T. Sangone è posto tra la Valle <strong>di</strong> Susa e la Val Chisone. In<br />

epoche precedenti alle ultime glaciazioni era tributario del fiume Dora Riparia, in<br />

seguito, dopo aver inciso la sella rocciosa <strong>di</strong> Trana ha deviato il proprio alveo,<br />

fino all'attuale posizione, posta al lato sud del grande conoide del fiume Dora<br />

4


Riparia che incide, fino all'attuale confluenza nel Fiume Po, a valle <strong>di</strong><br />

Moncalieri.<br />

Il settore <strong>di</strong> valle del bacino è caratterizzato da una morfologia tipica da<br />

conoide <strong>di</strong> pianura, con andamento ad unghia e frequenti irregolarità delle<br />

curve <strong>di</strong> livello, a evidenziare antichi alvei e rami secondari non più attivi,<br />

riferibili a un <strong>per</strong>iodo pregresso <strong>di</strong> intensa attività torrentizia del conoide.<br />

Attualmente il corso d'acqua <strong>per</strong>corre il settore sinistro del conoide, a<br />

ridosso <strong>di</strong> cordoni morenici dell'anfiteatro <strong>di</strong> Rivoli-Avigliana. Tuttavia si<br />

evidenzia la presenza <strong>di</strong> rivi secondari e bialere che testimoniano l'antico<br />

deflusso, almeno <strong>di</strong> alcuni rami del corso d'acqua nel settore centrale e destro<br />

del conoide stesso (Rio Sangonetto e bealera Gamberana, impostati su antichi<br />

alvei secondari).<br />

La struttura più evidente <strong>di</strong> alveo abbandonato, a testimoniare un<br />

pregresso significativo deflusso nel settore centrale del conoide è evidenziabile<br />

sulla <strong>di</strong>rettrice Sangano (in destra ponte attuale) - Tetti Giglio <strong>di</strong> Bruino (ben<br />

conservate scarpate <strong>di</strong> erosione) - Tetti Tonda.<br />

A valle <strong>di</strong> Beinasco, dove si <strong>per</strong>dono le connotazioni tipiche dell'ambiente<br />

torrentizio in conoide e il corso d'acqua conserva da tempo un andamento<br />

monocursale, lungo la regione <strong>per</strong>ifluviale si riscontrano minori tracce <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vagazione, anche se queste sono spesso obliterate dall'urbanizzazione del<br />

territorio. Sono evidenti variazioni artificiali del tracciato in settori meandriformi,<br />

in particolare in destra conserva da tempo un andamento monocursale; lungo la<br />

regione <strong>per</strong>ifluviale si riscontrano minori tracce <strong>di</strong> <strong>di</strong>vagazione, anche se queste<br />

sono spesso obliterate dall'urbanizzazione del territorio. Sono evidenti variazioni<br />

artificiali del tracciato in settori meandriformi, in particolare in destra<br />

imme<strong>di</strong>atamente a monte <strong>di</strong> Nichelino e nel settore <strong>di</strong> confluenza con il Po (in<br />

entrambi i casi tagli <strong>di</strong> meandro).<br />

Da una morfologia scarsamente acclive fino oltre Sangano (apice del<br />

conoide) si entra in ambiente montano con la stretta e profonda gola<br />

in<strong>di</strong>viduabile all'altezza <strong>di</strong> Trana.<br />

La valle si apre poi nuovamente a monte del confine tra Trana e Giaveno,<br />

fino a raggiungere la larghezza massima all'altezza <strong>di</strong> Coazze. A monte <strong>di</strong><br />

5


Coazze la vallata si stringe intorno al corso del Sangone, con versanti montani<br />

<strong>di</strong>rettamente afferenti all'asta torrentizia.<br />

La morfologia dei versanti montani è caratterizzata da forti acclività<br />

soprattutto nei settori <strong>di</strong> testata, in relazione alla competenza del substrato<br />

litologico costituito, come già detto nel paragrafo precedente, da litotipi cristallini<br />

metamorfici (gneiss, prasiniti, micascisti).<br />

L'asta del T. Sangone è caratterizzata da alveo largo, ramificato,<br />

fortemente instabile, in tutto il tratto a bassa acclività tra Ponte Sangone e<br />

l'imbocco della gola <strong>di</strong> Trana. Il trasporto solido da monte è molto elevato, con<br />

elementi aventi <strong>di</strong>mensioni fino e oltre 30 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o.<br />

Più a monte il corso d'acqua risulta maggiormente vincolato, fino a<br />

scorrere un alveo stretto con versanti <strong>di</strong>rettamente afferenti all'incisione<br />

torrentizia.<br />

Nel settore <strong>di</strong> testata il Sangone e i principali affluenti torrentizi sono<br />

caratterizzati da acclività me<strong>di</strong>o-alte, trasporto solido impulsivo con materiale <strong>di</strong><br />

pezzatura estremamente grossolana, alveo sovralluvionato al raccordo <strong>di</strong><br />

fondovalle.<br />

Aspetti idrologici: caratteristiche generali e precipitazioni intense<br />

Il bacino appartiene alla tipologia idrologica dei bacini alpini pedemontani,<br />

i quali, in quanto prossimi alla pianura, sono <strong>di</strong>rettamente esposti alle correnti<br />

umide provenienti dal Me<strong>di</strong>terraneo attraverso il golfo <strong>di</strong> Genova e l’Appennino<br />

Ligure.<br />

In tali bacini si registrano intense precipitazioni, in genere prive <strong>di</strong> apporti<br />

nevosi consistenti <strong>per</strong> ampi <strong>per</strong>io<strong>di</strong> dell’anno grazie alla minore altitu<strong>di</strong>ne<br />

rispetto ai bacini <strong>di</strong> tipo interno, che determinano elevate portate specifiche.<br />

Le precipitazioni me<strong>di</strong>e variano da 800 mm/anno in pianura a circa 1000<br />

mm/anno nella parte montana; le piogge massime giornaliere con frequenza<br />

cinquantennale variano da meno <strong>di</strong> 115 mm/giorno a 180 mm/giorno.<br />

6


Aspetti morfologici ed evolutivi del corso d’acqua<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista dell'assetto geomorfologico l'asta fluviale del Sangone<br />

può essere sud<strong>di</strong>visa, da monte a valle, in più tratti omogenei:<br />

tratto a monte <strong>di</strong> Giaveno, dove il fiume ha pendenze me<strong>di</strong>amente<br />

uguali o su<strong>per</strong>iori al 16% incisi in roccia e/o materiali sciolti. Lungo le<br />

incisioni sono possibili trasporto in massa <strong>di</strong> quantità rilevanti <strong>di</strong><br />

materiali soli<strong>di</strong> <strong>per</strong> piene impulsive e violente, erosione laterale e <strong>di</strong><br />

fondo;<br />

tratto compreso tra Giaveno e Trana, dove le pendenze sono<br />

me<strong>di</strong>amente comprese tra 1% e 0.2% e l'andamento <strong>di</strong>venta a<br />

ramificazioni multiple (pluricursali) con canali <strong>di</strong> deflusso instabili.<br />

Lungo l’alveo sono possibili erosioni laterali, abbondante trasporto<br />

solido sul fondo, <strong>di</strong>salveamenti, esondazioni con allagamenti <strong>per</strong> lo più<br />

limitati;<br />

tratto compreso fra Trana e Bruino, tendenzialmente unicursale<br />

(pendenze comprese tra 1% e 0.1%) con alveo talora poco inciso,<br />

prevalentemente in depositi alluvionali. Sono possibili erosioni laterali,<br />

esondazioni con deposito <strong>di</strong> materiali prevalentemente fini;<br />

tratto compreso tra Bruino e Beinasco, dove le pendenze sono<br />

me<strong>di</strong>amente comprese tra 1% e 0.2% e l'andamento <strong>di</strong>venta a<br />

ramificazioni multiple (pluricursali) con canali <strong>di</strong> deflusso instabili.<br />

Lungo l’alveo sono possibili erosioni laterali, abbondante trasporto<br />

solido sul fondo, <strong>di</strong>salveamenti, esondazioni con allagamenti <strong>per</strong> lo più<br />

limitati;<br />

tratto tra Beinasco e il confine Moncalieri-Nichelino, dove le pendenze<br />

sono me<strong>di</strong>amente inferiori allo 0.1%, l'andamento è a meandri regolari<br />

e sono presenti tratti con con<strong>di</strong>zioni planimetriche instabili <strong>per</strong> taglio <strong>di</strong><br />

meandri;<br />

tratto a monte della confluenza con il Po, classificabile come tratto <strong>di</strong><br />

corso d’acqua (pendenze oscillanti intorno a 0.1%) con alveo poco<br />

inciso, ad andamento sinuoso irregolare, caratterizzato da trasporto <strong>di</strong><br />

7


fondo e in sospensione, locali erosioni laterali, allagamenti talora anche<br />

estesi e deposito <strong>di</strong> materiali fini.<br />

Nel tratto più tipicamente montano, fino alla quota 1050 m s.m. circa, i<br />

fenomeni <strong>di</strong> erosione spondale sono nulli o scarsamente significativi, in quanto<br />

il corso d’acqua scorre in una valle generalmente stretta, delimitato da versanti<br />

con substrato subaffiorante. In tali casi occorre <strong>per</strong>ò rilevare come l’azione<br />

erosiva del corso d’acqua, lenta e progressiva, sia risultata causa delle<br />

numerose frane più o meno profonde dei versanti afferenti all’asta.<br />

Più a valle l’erosione presenta qualche rilevanza nel tratto precedente la<br />

confluenza con il T. Sangonetto, in relazione a locali scalzamenti della sponda<br />

in sinistra (su cui è localizzata la strada provinciale, più volte danneggiata).<br />

Nel tratto compreso tra Ponte Sangone (Giaveno) e la strettoia a monte <strong>di</strong><br />

Trana il corso d’acqua tende in numerosi settori ad un marcato<br />

sovralluvionamento, riscontrandosi ad<strong>di</strong>rittura settori <strong>di</strong> alveo pensile rispetto<br />

alla piana latistante. In questo caso <strong>di</strong>ssesti <strong>di</strong> sponda (come ad esempio<br />

presso Pianca) sono moderatamente presenti in relazione a locali<br />

parzializzazioni della sezione d’alveo ad o<strong>per</strong>a del materiale solido.<br />

L’instabilità <strong>di</strong> sponda <strong>di</strong>venta importante a valle <strong>di</strong> Trana, nel settore <strong>di</strong><br />

pianura, fino praticamente alla confluenza in Po. Ad eccezione <strong>di</strong> un breve tratto<br />

tra Bruino e Rivalta, dove l’erosione è moderata solo in relazione alla presenza<br />

<strong>di</strong> estese o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa spondale, l’incidenza dell’erosione aumenta verso<br />

valle, raggiungendo un massimo tra Rivalta e Beinasco, dove i fenomeni, oltre<br />

ad essere particolarmente estesi, risultano molto marcati, osservandosi<br />

arretramenti delle sponde localmente dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> una cinquantina <strong>di</strong> metri e<br />

oltre, determinatisi in occasione dell’evento <strong>di</strong> piena del novembre 1994. Si<br />

sottolinea come in tale tratto, nonostante l’estensione dei fenomeni e l’elevata<br />

antropizzazione, con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ato <strong>per</strong>icolo si riscontrino solo <strong>per</strong> le<br />

costruzioni utilizzate a fini agricoli presenti lungo la sponda, anche se alcune<br />

situazioni (in particolare le aree <strong>di</strong> recente urbanizzazione in destra presso<br />

Bruino) dovranno essere opportunamente valutate in relazione all’evoluzione<br />

dei fenomeni a me<strong>di</strong>o termine.<br />

8


Quadro delle principali criticità<br />

Criticità <strong>di</strong> tipo geomorfologico: <strong>di</strong>ssesti <strong>di</strong> versante e processi lungo le aste fluviali<br />

Nonostante esista una <strong>di</strong>screta <strong>di</strong>ffusione dei fenomeni <strong>di</strong> instabilità <strong>di</strong><br />

versante, si rileva come questi abbiano il maggiore sviluppo nei settori più<br />

elevati dei bacino, dove la presenza <strong>di</strong> abitati e infrastrutture è molto scarsa.<br />

I principali abitati nel settore montano e collinare risultano generalmente in<br />

posizione <strong>di</strong> sicurezza rispetto ai fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto <strong>di</strong> versante, ad eccezione<br />

<strong>di</strong> alcune frazioni nel territorio comunale <strong>di</strong> Giaveno (Loiri, Maddalena,<br />

Balangero, Chiarinetta), localizzate in aree franose e coinvolte da <strong>di</strong>ssesti<br />

anche recenti (Balangero) con interessamento <strong>di</strong> singole abitazioni.<br />

Tuttavia si riscontrano in numerosi settori <strong>di</strong>ssesti <strong>di</strong> modesta estensione<br />

che hanno coinvolto la viabilità secondaria o rurale (strategica <strong>per</strong>ò <strong>per</strong> il<br />

mantenimento degli inse<strong>di</strong>amenti lungo le vallate minori), oltre che, meno<br />

frequentemente, cascinali isolati o piccoli gruppi <strong>di</strong> abitazioni.<br />

rurali:<br />

I settori nel seguito in<strong>di</strong>cati coinvolgono <strong>di</strong>rettamente viabilità e abitazioni<br />

Comune <strong>di</strong> Giaveno: versante sinistro dei Rio Romarolo (viabilità rurale),<br />

vallata dei Rio Taonere (viabilità secondaria; abitati <strong>di</strong> C.se Balangero, B.ta<br />

Polatera), strada tra le borgate Torra e Monterossino, strada tra le località<br />

Provonda e C.se Giai;<br />

Comune <strong>di</strong> Trana: B.ta Colombè, B.ta Pianca (viabilità secondaria);<br />

Comune <strong>di</strong> Valgioie: S.P. Colle Braida (viabilità principale: frana<br />

imme<strong>di</strong>atamente a monte del concentrico comunale).<br />

Per quanto riguarda i processi erosivi lungo le aste fluviali, occorre<br />

sottolineare come neppure <strong>per</strong> questa tipologia esistono casi <strong>di</strong> coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> primari centri abitati, né imme<strong>di</strong>ate situazioni <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolo. Tuttavia in alcuni<br />

casi si sono manifestate interferenze <strong>di</strong> una qualche rilevanza con la viabilità<br />

minore e più saltuariamente con piccoli nuclei abitati.<br />

Si elencano i settori dove si sono verificati tali limitati episo<strong>di</strong>:<br />

9


Comune <strong>di</strong> Coazze: asta Sangone in sinistra a monte immissione<br />

Sangonetto (scalzamento e <strong>di</strong>ssesto S.P.), area ex-industriale<br />

(scalzamento muri <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa);<br />

Comune <strong>di</strong> Giaveno: erosione in destra dell'alveo Sangone, con<br />

<strong>per</strong>icoloso avvicinamento dello stesso all'abitato <strong>di</strong> Pianca;<br />

Comune <strong>di</strong> Bruino: erosione solo puntuale della sponda destra (loc.<br />

C.na Devesio), in settore storicamente stabile, tuttavia rilevante <strong>per</strong> la<br />

presenza <strong>di</strong> un'estesa area urbanizzata in fregio al corso d'acqua.<br />

Criticità <strong>di</strong> tipo idrogeologico-idraulico<br />

Nell'ambito del bacino del T. Sangone le criticità <strong>di</strong> tipo idrogeologico o<br />

idraulico assumono una rilevanza molto maggiore rispetto a quelle <strong>di</strong> tipo<br />

geomorfologico, in relazione alla <strong>di</strong>mensione degli abitati e all'importanza<br />

economica delle infrastrutture esposte.<br />

Nel settore più tipicamente montano, fino all'altezza <strong>di</strong> Coazze, l'attività<br />

torrentizia, sia sul fondovalle che sulle conoi<strong>di</strong> laterali interessa settori dove la<br />

presenza antropica è molto limitata; le uniche situazioni <strong>di</strong> potenziale<br />

interferenza con infrastrutture è limitata ad alcune abitazioni sulle conoi<strong>di</strong> dei T.<br />

Ricciavre e Sangonetto.<br />

Nel tratto montano-collinare compreso tra Coazze e Trana si riscontrano i<br />

seguenti settori critici:<br />

Comuni <strong>di</strong> Giaveno e Trana: tratto compreso tra Pontepietra e Pianca,<br />

in relazione alla notevole instabilità d'alveo e al sovralluvionamento che<br />

parzializza frequentemente la sezione <strong>di</strong> deflusso; in particolare nel<br />

settore <strong>di</strong> Pianca si osserva una marcata erosione spondale in destra<br />

(avvicinamento dell'alveo all'abitato), alveo localmente pensile,<br />

inondazione delle abitazioni più prossime all'alveo anche in occasione<br />

<strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> piena or<strong>di</strong>naria; situazione simile, anche se meno gravosa<br />

si riscontra <strong>per</strong> l'abitato <strong>di</strong> Dalmassi.<br />

Comune <strong>di</strong> Trana: si riscontrano inondazioni ricorrenti (le ultime <strong>di</strong><br />

rilievo risalenti al novembre 1994 e all’aprile 1995) del settore abitato in<br />

destra idrografica imme<strong>di</strong>atamente a monte del ponte stradale, oltre ad<br />

10


un settore con presenza <strong>di</strong> cascinali isolati lungo la sponda sinistra nel<br />

tratto incassato a valle della confluenza con il rio Ollasio.<br />

A valle <strong>di</strong> Trana, dove l'alveotipo è monocursale e relativamente stabile, le<br />

situazioni <strong>di</strong> criticità sono essenzialmente legate alla presenza <strong>di</strong> aree<br />

urbanizzate inondabili.<br />

I settori esposti sono i seguenti:<br />

Comune <strong>di</strong> Trana: nuove urbanizzazioni in sinistra idrografica, a valle<br />

dell'abitato principale;<br />

Comune <strong>di</strong> Rivalta: nuove urbanizzazioni in sinistra idrografica, in<br />

corrispondenza e imme<strong>di</strong>atamente a valle dell'abitato principale; l'area<br />

inondabile risulta particolarmente ampia (e conseguentemente<br />

significativo l'interessamento <strong>di</strong> settori abitati) <strong>per</strong> la possibile<br />

riattivazione da monte <strong>di</strong> antichi alvei;<br />

Comune <strong>di</strong> Nichelino: ampie aree densamente urbanizzate<br />

prevalentemente in destra idrografica; in quanto a <strong>di</strong>mensione dei<br />

settori abitati esposti e della popolazione coinvolta l'esondazione in tale<br />

settore rappresenta la maggiore criticità riscontrata nell'ambito del<br />

bacino del T. Sangone;<br />

Comune <strong>di</strong> Moncalieri: area del Parco delle Vallere, con<br />

interessamento <strong>di</strong> cascinali isolati e infrastrutture temporanee poco<br />

significative.<br />

11


PROGETTO DI DELIMITAZIONE DELLE FASCE FLUVIALI<br />

CRITERI ADOTTATI<br />

In relazione al metodo in<strong>di</strong>viduato, le fasce fluviali sono state delimitate in<br />

funzione degli elementi conoscitivi (caratteristiche geomorfologiche, <strong>di</strong>namica<br />

evolutiva, o<strong>per</strong>e idrauliche esistenti, caratteristiche naturali, ambientali, culturali,<br />

vincoli amministrativi) che caratterizzano la regione fluviale del corso d’acqua.<br />

La delimitazione è riportata sulla cartografia alla scala 1:25.000 allegata alla<br />

presente relazione. Le linee <strong>di</strong> delimitazione rispondono all’esigenza <strong>di</strong> rendere<br />

graficamente leggibili le tre fasce in<strong>di</strong>viduate; ai fini del trasferimento<br />

topografico sul terreno va considerato <strong>per</strong> ciascuna linea <strong>di</strong> bordo interno della<br />

stessa.<br />

Per la delimitazione delle fasce fluviali sono state considerate:<br />

le caratteristiche geomorfologiche dell’alveo inciso<br />

le caratteristiche idrologiche, geometriche e idrauliche del corso d’acqua<br />

le caratteristiche ambientali e naturalistiche della regione fluviale<br />

le caratteristiche delle o<strong>per</strong>e idrauliche e delle infrastrutture significative.<br />

Le caratteristiche geomorfologiche dell’alveo sono state in<strong>di</strong>viduate tramite<br />

i seguenti elementi principali:<br />

andamento planimetrico dell’alveo e mo<strong>di</strong>ficazioni recenti<br />

evidenze morfologiche <strong>di</strong> antichi alvei abbandonati<br />

estensione e caratteristiche della aree allagate in occasione dell’evento <strong>di</strong><br />

piena del novembre 1994 e delle modalità <strong>di</strong> allagamento<br />

tendenze evolutive dell’alveo.<br />

12


Le caratteristiche idrologiche geometriche e idrauliche del corso d’acqua<br />

sono state in<strong>di</strong>viduate calcolando:<br />

le portate <strong>di</strong> piena <strong>di</strong> elevato tempo <strong>di</strong> ritorno (200 e 500 anni) ricavate<br />

tramite l’impiego <strong>di</strong> modelli probabilistici, <strong>di</strong> trasformazione afflussi-deflussi<br />

e <strong>di</strong> regionalizzazione dell’informazione idrologica;<br />

i profili liqui<strong>di</strong> in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> piena. Tali profili vengono in<strong>di</strong>viduati con<br />

modelli <strong>di</strong> calcolo opportunamente scelti tenendo conto del livello <strong>di</strong><br />

dettaglio dei dati geometrici (sezioni trasversali e planimetrie) e idraulici<br />

(scabrezza) dell’alveo <strong>di</strong>sponibili, nonché delle caratteristiche <strong>di</strong> o<strong>per</strong>e e<br />

manufatti presenti nel corso d’acqua.<br />

Le caratteristiche ambientali e naturalistiche sono state valutate<br />

in<strong>di</strong>viduando, nell’ambito della regione fluviale, le aree naturali e le aree non<br />

naturali. E’ stata anche valutata l’eventuale presenza <strong>di</strong> aree con caratteristiche<br />

<strong>di</strong> elevato pregio ambientale e in generale le emergenze naturali connesse al<br />

sistema fluviale.<br />

La caratterizzazione delle o<strong>per</strong>e idrauliche e delle infrastrutture<br />

significative è stata effettuata definendone l’assetto esistente, la funzionalità in<br />

relazione al contenimento delle piene e al controllo delle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

morfologiche dell’alveo e in<strong>di</strong>viduando le infrastrutture e gli inse<strong>di</strong>amenti<br />

con<strong>di</strong>zionanti l’assetto del corso d’acqua.<br />

La delimitazione è stata formulata sulla base <strong>di</strong> una sud<strong>di</strong>visione dell’asta<br />

in tre tronchi omogenei in base ai seguenti criteri:<br />

la “stretta” <strong>di</strong> Trana costituisce il limite morfologico tra settore <strong>di</strong> bacino<br />

montano e settore <strong>di</strong> bacino <strong>di</strong> pianura;<br />

da Trana a Beinasco si è in presenza <strong>di</strong> una tipica morfologia da conoide <strong>di</strong><br />

pianura con andamento ad unghia e frequenti irregolarità delle curve <strong>di</strong><br />

livello;<br />

13


a valle <strong>di</strong> Beinasco il corso d’acqua ha un tipico andamento monocursale e si<br />

presenta incassato.<br />

Sono stati assunti <strong>per</strong>tanto i seguenti tronchi, rispetto ai quali è stato<br />

definito l’assetto fisico <strong>di</strong> progetto:<br />

seguenti:<br />

tronco a monte <strong>di</strong> Trana;<br />

tronco Trana – Beinasco;<br />

tronco Beinasco – confluenza Po.<br />

Le caratteristiche delle fasce tracciate <strong>per</strong> i <strong>di</strong>versi tronchi sono le<br />

Tronco a monte <strong>di</strong> Trana<br />

Per l’intero tratto montano la delimitazione della Fascia B ha tenuto conto<br />

prevalentemente delle caratteristiche idrauliche e geomorfologiche dell’alveo<br />

(applicazione del modello <strong>di</strong> calcolo, inviluppo delle forme fluviali abbandonate,<br />

limiti morfologici naturali) in connessione alle <strong>di</strong>mensioni delle aree esondabili e<br />

alla tutela delle aree <strong>di</strong> espansione della piena;<br />

Non è presente la Fascia C in quanto corrispondente alla fascia B (limite<br />

dettato dall’assetto geomorfologico).<br />

Tronco: Trana - Beinasco<br />

Come <strong>per</strong> il precedente tronco la delimitazione della Fascia B ha tenuto<br />

conto prevalentemente delle caratteristiche idrauliche e geomorfologiche<br />

dell’alveo (applicazione del modello <strong>di</strong> calcolo, inviluppo delle forme fluviali<br />

abbandonate, limiti morfologici naturali) in connessione alle <strong>di</strong>mensioni delle<br />

aree esondabili.<br />

14


L’assetto idraulico <strong>di</strong> progetto prevede la tutela delle aree <strong>di</strong><br />

espansione della piena, la tutela <strong>di</strong> centri abitati, la tutela <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />

industriali.<br />

A valle <strong>di</strong> Trana, in sinistra idrografica, le fasce <strong>di</strong> <strong>per</strong>tinenza fluviale<br />

comprendono parte dell’abitato. In tale tratto i limiti della Fascia B coincidono<br />

con le o<strong>per</strong>e da progettare finalizzate al controllo dei livelli <strong>di</strong> piena.<br />

Anche in corrispondenza <strong>di</strong> Rivalta, in sinistra idrografica, è in<strong>di</strong>cato un<br />

limite <strong>di</strong> progetto che si estende da monte a valle del centro abitato.<br />

Beinasco.<br />

Altro limite <strong>di</strong> progetto è in<strong>di</strong>cato in corrispondenza dell’abitato <strong>di</strong><br />

A monte del ponte <strong>di</strong> strada Orbassano, in destra idrografica tale limite<br />

è posto in corrispondenza dell’inse<strong>di</strong>amento industriale della Comau, già<br />

<strong>per</strong>altro delimitato da un muro <strong>di</strong> cinta.<br />

La Fascia B segue il limite naturale della piena <strong>di</strong> riferimento; talvolta è<br />

stata ampliata in corrispondenza <strong>di</strong> sponde in erosione o <strong>per</strong> includere elementi<br />

geomorfologici relitti.<br />

Tronco: Beinasco – Confluenza Po<br />

Il tratto suddetto è caratterizzato da un alveo generalmente incassato e da<br />

un canale <strong>di</strong> delussso monocursale.<br />

E’ stato in<strong>di</strong>cato in sponda destra un limite <strong>di</strong> progetto comune da<br />

Nichelino a Moncalieri in quanto trattasi <strong>di</strong> un’area altamente antropizzata.<br />

Il Sangone da Bruino sino alla confluenza Po fa parte del sistema delle<br />

aree protette della Fascia Fluviale del Po del tratto torinese.<br />

Nell’aprile 1998 è stato redatto il <strong>Piano</strong> d’area relativo al corso d’acqua in<br />

oggetto come “<strong>Progetto</strong> preliminare (e<strong>di</strong>zione finale) - Area stralcio del Torrente<br />

Sangone” (Regione Piemonte – Parco Fluviale del Po – Tratto torinese - Legge<br />

Regionale del Piemonte 13/4/1995 n. 65).<br />

Alla luce <strong>di</strong> quanto sopra esposto, in alcuni settori, oltre alle esigenze <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa dalle piene <strong>di</strong> centri abitati e <strong>di</strong> messa in sicurezza <strong>di</strong> infrastrutture, i criteri<br />

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<strong>di</strong> delimitazione della Fascia B, hanno comportato l’inglobamento delle aree <strong>di</strong><br />

pregio naturalistico legate all’ambiente fluviale.<br />

16


LINEE D’INTERVENTO<br />

Le necessità <strong>di</strong> interventi sui versanti e nel settore montano del T.<br />

Sangone e dei principali affluenti sono già state segnalate dalla Comunità<br />

Montana Val Sangone e sono contenute nel "Primo programma pluriennale <strong>per</strong><br />

gli interventi <strong>di</strong> sistemazione idrogeologica ed idraulico-forestale nel bacino<br />

della Comunità Montana", datato 28 aprile 1997.<br />

Per il Settore <strong>di</strong> pianura le linee d’intervento del progetto Fasce Fluviali del<br />

T. Sangone sono riconducibili ai seguenti punti:<br />

nella Fascia A (fascia <strong>di</strong> deflusso della piena):<br />

- garantire il deflusso della piena <strong>di</strong> riferimento, evitando che si provochino<br />

ostacoli allo stesso, si produca un aumento dei livelli idrici e si interferisca<br />

negativamente nel complesso sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> moto;<br />

- consentire, ovunque non controllata da o<strong>per</strong>e idrauliche, la libera<br />

<strong>di</strong>vagazione dell’alveo inciso, assecondando la naturale tendenza<br />

evolutiva del corso d’acqua;<br />

- garantire la tutela/recu<strong>per</strong>o delle componenti naturali dell’alveo,<br />

soprattutto <strong>per</strong> quelle parti funzionali a evitare nell’alveo il manifestarsi <strong>di</strong><br />

fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto (vegetazione spondale e ripariale <strong>per</strong> la stabilità<br />

delle sponde e il contenimento della velocità <strong>di</strong> corrente, componenti<br />

morfologiche connesse al mantenimento <strong>di</strong> ampie sezioni <strong>di</strong> deflusso);<br />

nella Fascia B (fascia <strong>di</strong> esondazione):<br />

- garantire il mantenimento delle aree <strong>di</strong> espansione naturale <strong>per</strong> la<br />

laminazione della piena;<br />

- controllare e ridurre la vulnerabilità degli inse<strong>di</strong>amenti e delle infrastrutture<br />

presenti progettando o<strong>per</strong>e finalizzate al controllo dei livelli <strong>di</strong> piena in:<br />

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a) Comune <strong>di</strong> Trana, in sinistra idrografica, imme<strong>di</strong>atamente a valle del<br />

ponte stradale sono possibili esondazioni <strong>di</strong> aree parzialmente abitate,<br />

già localmente interessate da livelli idrici significativi nel corso<br />

dell’evento del 1962.<br />

In corrispondenza del settore in oggetto l'alveo si presenta<br />

sovralluvionato, con ampie barre longitu<strong>di</strong>nali a quota prossima a<br />

quella delle sponde dell'alveo inciso. Si prevedono <strong>per</strong>tanto azioni <strong>di</strong><br />

rimozione <strong>di</strong> materiale in alveo <strong>per</strong> un tratto, a partire dal ponte, esteso<br />

circa 600 m. L'entità dei materiale da rimuovere, in relazione ai volumi<br />

<strong>di</strong> sovralluvionamento, è valutabile in circa 15.000 m 3 .<br />

Risulta inoltre da valutare, in fase <strong>di</strong> progettazione dell'intervento,<br />

l'eventuale necessità <strong>di</strong> un ulteriore adeguamento della sezione<br />

me<strong>di</strong>ante risagomatura della sponda destra.<br />

Il quadro degli interventi in questo settore è completato da un <strong>di</strong>salveo<br />

più localizzato <strong>per</strong> il ripristino dell'officiosità idraulica della sezione<br />

imme<strong>di</strong>atamente a valle degli interventi precedenti, nel settore della<br />

passerella pedonale (intervento previsto nel piano <strong>di</strong> sistemazione<br />

idrogeologica redatto dalla Comunità Montana).<br />

Più a valle, in destra idrografica, al limite con il territorio comunale <strong>di</strong><br />

Sangano, è proposta la realizzazione <strong>di</strong> un tratto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa (circa 200<br />

m) a protezione della sponda, in moderata erosione, in relazione alla<br />

presenza a tergo <strong>di</strong> rilevanti infrastrutture industriali.<br />

b) Comune <strong>di</strong> Bruino, è proponibile la realizzazione <strong>di</strong> un'o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

in massi, dell'estensione <strong>di</strong> circa 600 m, lungo la sponda destra in<br />

fregio all'abitato denominato "Villaggio Devesio", inoltre è da valutare<br />

un’azione mirata al <strong>di</strong>salveo generalizzato <strong>di</strong> tutto il tratto in fregio<br />

all'abitato fortemente sovralluvionato.<br />

c) Comune <strong>di</strong> Rivalta, in quanto potrebbero verificarsi allagamenti in<br />

occasione della piena con TR=200 anni <strong>di</strong> vaste aree in sinistra<br />

idrografica interessate da nuove urbanizzazioni residenziali,<br />

imme<strong>di</strong>atamente a monte del ponte lungo la strada Rivalta –<br />

Orbassano. Il tratto interessato dal progetto <strong>di</strong> o<strong>per</strong>e finalizzate al<br />

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controllo dei livelli <strong>di</strong> piena è <strong>di</strong> circa 1700 m, esteso dal ponte <strong>di</strong> via<br />

Piossasco fino a valle del ponte lungo la strada Rivalta-Orbassano. Al<br />

fine <strong>di</strong> garantire un opportuno settore <strong>di</strong> espansione delle acque in<br />

piena, il limite <strong>di</strong> progetto proposto non si sviluppa <strong>di</strong>rettamente in<br />

fregio ai corso d'acqua, bensì arretrato <strong>di</strong> circa 60-70 m, e posto a filo<br />

dei capannoni industriali presenti nella zona. In tal modo la nuova<br />

fascia <strong>di</strong> piena TR=200 anni viene inoltre a ricomprendere il settore<br />

recentemente oggetto <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o naturalistico realizzato<br />

dal Comune <strong>di</strong> Rivalta, con la finalità <strong>di</strong> estendere il settore<br />

<strong>di</strong>rettamente connesso dal punto <strong>di</strong> vista ambientale all'ambito<br />

<strong>per</strong>ifluviale. Un fattore penalizzante da non trascurare è<br />

l’inadeguatezza della sezione utile del ponte al deflusso della piena<br />

con TR=200 anni. Pertanto si dovranno valutare azioni mirate<br />

all’adeguamento della sezione <strong>di</strong> deflusso in corrispondenza del ponte<br />

lungo la strada Rivalta-Orbassano. La criticità dell'attraversamento è<br />

connessa sia alla insufficiente quota del ponte, sia alla presenza in<br />

alveo del tombino scatolare <strong>di</strong> attraversamento <strong>di</strong> un canale irriguo,<br />

tuttora utilizzato, che costituisce una soglia alta limitando notevolmente<br />

la sezione utile al deflusso in piena. L'adeguamento della sezione<br />

dovrà dunque essere effettuato sia attraverso una mo<strong>di</strong>fica della<br />

livelletta stradale, sia approfondendo l'o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> attraversamento del<br />

canale irriguo.<br />

d) Comune <strong>di</strong> Beinasco, in sinistra idrografica, <strong>per</strong> la presenza <strong>di</strong> un’area<br />

industriale potenzialmente esposta a fenomeni <strong>di</strong> esondazione.<br />

e) Comune <strong>di</strong> Nichelino, in destra idrografica, <strong>per</strong> possibile allagamento <strong>di</strong><br />

vaste aree densamente urbanizzate; in quanto a <strong>di</strong>mensione dei settori<br />

abitati esposti e della popolazione coinvolta l’esondazione in tale<br />

settore rappresenta la maggiore criticità riscontrata nell’ambito del<br />

bacino. Il limite <strong>di</strong> progetto si estende <strong>per</strong> circa 3500 m lungo tutto<br />

l'abitato, fino al ponte <strong>di</strong> Corso Unità d'Italia. Le o<strong>per</strong>e da progettare si<br />

dovranno sviluppare sempre in fregio al corso del T. Sangone, in<br />

relazione allo stretto spazio <strong>di</strong>sponibile tra il torrente e l'urbanizzazione.<br />

In alcuni settori, <strong>per</strong> lo più nel tratto ponte ferroviario - ponte <strong>di</strong> C.so<br />

Unità d'Italia e imme<strong>di</strong>atamente a monte del nuovo ponte <strong>di</strong> via Artom,<br />

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occorrerà considerare la presenza <strong>di</strong> costruzioni <strong>di</strong>rettamente afferenti<br />

al corso d'acqua.<br />

- garantire il mantenimento/recu<strong>per</strong>o dell’ambiente fluviale e la<br />

conservazione dei valori paesaggistici (Parco del Po);<br />

nella Fascia C (area <strong>di</strong> inondazione <strong>per</strong> piena catastrofica):<br />

- segnalare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio idraulico ai fini della riduzione della<br />

vulnerabilità degli inse<strong>di</strong>amenti in rapporto alle funzioni <strong>di</strong> protezione<br />

civile, soprattutto <strong>per</strong> la fase <strong>di</strong> gestione dell’emergenza.<br />

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