Beatrice Rosso Spatafora e i Luna (XV secolo) - Mediterranea ...
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436<br />
M.A. RUSSO<br />
vissute a Sigismondo figlie femmine, queste avrebbero dovuto ricevere<br />
una dote confacente alla propria condizione 51 .<br />
Le volontà di Antonio, già note alla luce del suo testamento, erano<br />
state ulteriormente ribadite dopo la sua morte quando Carlo, succeduto<br />
al padre nel titolo comitale, redige, il 30 agosto 1465, alla presenza<br />
dei fratelli Pietro e Sigismondo e di alcuni creditori del padre,<br />
l’inventario dei beni paterni. L’erede stila un elenco minuzioso dei<br />
beni mobili e immobili e ricorda nel caso dei feudi di Misilcassim e di<br />
San Bartolomeo che il testatore aveva disposto che pervenissero a<br />
Sigismondo con la condizione che permutasse con il fratello Misilcassim<br />
con Sambuca 52 . Disposizione testamentaria del quondam<br />
Antonio <strong>Luna</strong> era che la stessa contea di Caltabellotta andasse a Sigismondo<br />
se il primogenito Carlo non avesse avuto figli.<br />
Così il 14 dicembre 1471 Carlo, «considerans innatum amorem et<br />
affectionem quem et quam habuit et habet et gerit erga illustrem don<br />
Sigismundum suum charissimum fratrem actenta intentione et<br />
voluntate sibi declarata per illustrem et magnificum comitem» suo<br />
padre, dona al fratello, riservandosi l’usufrutto, la contea di Caltabellotta,<br />
il castello di Giuliana, il feudo e castello di Cristia e Misilcassim<br />
53 . Se Carlo prima della morte avesse avuto figli la donazione<br />
sarebbe stata nulla 54 .<br />
Nella stessa data viene effettuata la permuta di Bivona con Sambuca:<br />
Carlo dà a Sigismondo Bivona con l’onere sulla terra di Bivona,<br />
essendo maggiore il valore di quest’ultima rispetto a quello di Sambuca,<br />
del pagamento di diverse somme dovute, tra gli altri, al fratello<br />
Pietro; Sigismondo cede a Carlo Sambuca con la condizione che il<br />
conte la possa vendere con la riserva del riscatto fino alla somma di<br />
51 Asp, Moncada, 64, cc. 319r-336v; Asp,<br />
Moncada, 515, cc. 87r-104r; Asp, Moncada,<br />
148, cc. 31r-40v. Il 10 agosto 1465<br />
Carlo ottiene che venga registrata la donazione<br />
al fratello Sigismondo della terra di<br />
Sambuca e del feudo di San Bartolomeo,<br />
in ottemperanza delle ultime volontà del<br />
defunto padre secondo le quali Sambuca e<br />
San Bartolomeo sarebbero dovute pervenire<br />
al terzogenito (Asp, P, 62, cc. 108v-<br />
109r). Il 25 agosto viene precisato, dietro<br />
supplica di Sigismondo, che nella registrazione<br />
va inserito anche il feudo di<br />
Comicchio che, pur trovandosi nella donazione<br />
insieme agli altri, non era stato<br />
menzionato nell’ordine precedente (Ivi, c.<br />
135r).<br />
52 Asp, Moncada, 873, cc. non numerate;<br />
Asp, Moncada, 164, cc. 95r-118v; Asp,<br />
Moncada, 148, cc. 19r-30v; Asp, Moncada,<br />
420, cc. 362r-374r; Asp, Moncada,<br />
2176, cc. non numerate. Un lavoro più<br />
ampio sugli inventari è in fase di elaborazione<br />
ad opera della stessa autrice.<br />
53 Carlo aveva ottenuto il feudo di Misilcassim<br />
dal fratello in cambio di Sambuca,<br />
Adragna e Comicchio (cfr. supra).<br />
54 Asp, Moncada, 64, cc. 337r-347v; Asp,<br />
Moncada, 1823, cc. 66r-71r e 41r-50r;<br />
Asp, Moncada, 148, cc. 49r-61v. Cfr.<br />
anche Asp, P, Pr Inv, b 1484, pr 217, in<br />
cui Pietro Alliata, come procuratore di<br />
Carlo <strong>Luna</strong>, presenta nell’ufficio del Protonotaro<br />
il memoriale, con la deposizione<br />
dei testi, per l’investitura della contea di<br />
Caltabellotta con la terra e il castello di<br />
Giuliana, il feudo e la torre di Misilcassim<br />
e il feudo di Cristia.