Beatrice Rosso Spatafora e i Luna (XV secolo) - Mediterranea ...
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464<br />
M.A. RUSSO<br />
tratti «more romanorum e per verba de presenti». Guglielmo Raimondo<br />
promette per dote a Gian Vincenzo dodicimila fiorini da assegnare al<br />
momento delle nozze; <strong>Beatrice</strong> ad Antonio, con il consenso di Gian<br />
Vincenzo, dodicimila fiorini sulla sua contea in modo «da farisi compensationi<br />
e non li posano domandare». Nel caso in cui Antonio<br />
dovesse morire i Moncada si impegnano a far succedere i suoi figli<br />
nelle contee e nei beni a lui dovuti 154 .<br />
Ancora in vita, ma inferma, il 5 agosto 1519, <strong>Beatrice</strong> redige il suo<br />
testamento, designando erede universale, l’amato e diletto figlio, Gian<br />
Vincenzo, già conte di Caltabellotta, istituito anche fedecommissario<br />
ed esecutore testamentario; la figlia Giovanna Eleonora Moncada,<br />
contessa di Adernò, avrebbe ricevuto tremila fiorini come compenso<br />
dei suoi diritti sui beni. Come luogo di sepoltura la nobildonna sceglie<br />
la chiesa del convento di Santa Cita di Palermo cui lega dieci onze,<br />
oltre a due onze annue per celebrare annualmente nel giorno dell’anniversario<br />
una messa. Vengono ricordati anche il medico che l’aveva<br />
curata, Bernardino Stabile, cui lega cento onze, i servi che vengono<br />
manomessi e le chiese di Caltavuturo, Santa Maria La Nova e San<br />
Bartolomeo, cui lega rispettivamente dieci onze e sei onze 155 . Muore<br />
poco dopo nel castello di Caltavuturo; il 4 febbraio dell’anno successivo,<br />
risulta già morta quando Gian Vincenzo ottiene l’investitura di<br />
Sclafani 156 .<br />
154 Asp, Moncada, 397, cc. 391r-396r; Asp,<br />
Moncada, 137, cc. 21r-28v; Asp, Moncada,<br />
416, cc. 307r-310v. Antonio Moncada<br />
volendo recuperare la dote di paraggio di<br />
Giovanna Eleonora muoverà causa a Gian<br />
Vincenzo ottenendo ragione dalla Gran<br />
Corte; il <strong>Luna</strong> ricorrerà al Tribunale del<br />
Concistoro chiedendo la nullità della sentenza<br />
con un procedimento ancora in atto<br />
negli anni ’30 del 1500 (Nell’Archivio Moncada<br />
è conservato un fascicolo sulla dote<br />
di paraggio di Giovanna Eleonora per il<br />
matrimonio con Antonio Moncada, Asp,<br />
Moncada, 893).<br />
155 Copia del testamento, estratta dai registri<br />
del notaio Giovanni Forti dallo stesso<br />
notaio, viene presentata da Gian Vincenzo<br />
<strong>Luna</strong> nell’ufficio del Protonotaro per ricevere<br />
l’investitura della contea di Sclafani e<br />
della terra di Caltavuturo alla morte della<br />
madre, insieme al memoriale, alla deposizione<br />
dei testi e all’investitura di <strong>Beatrice</strong><br />
del 16 dicembre 1516 (Asp, P, Pr Inv, b<br />
1497, pr 1158; cfr. anche la copia in Asp,<br />
Moncada, 148, cc. 199r-201r).<br />
156 G.L. Barberi, Il magnum Capibrevium<br />
cit., I, p. 194; F. San Martino de Spucches,<br />
La storia dei feudi cit., VII, pp. 350-351.