altri palii e giostre - Quelli con Pescia nel cuore

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IL TORNEO DEL SARACINO Nel 1987, dopo mesi di oscuro lavoro, un gruppetto di quarantenni esce allo scoperto annunciando alla cittadinanza che, per le Feste di Maggio in onore del Crocifisso della Maddalena, sarà organizzata una manifestazione legata all’antica competizione equestre. Se ottiene il consenso di molti cittadini, la notizia ha per gli organizzatori del decennale Palio dei Rioni l’effetto di una bomba, perché si teme che il Saracino possa sminuire nel tempo la loro creatura. Tuttavia, in considerazione degli effetti negativi che potrebbe provocare la mancata presenza al torneo, viene deciso di partecipare alla sfilata storica che accompagna i cavalieri al luogo della tenzone e, cosa più importante, si concede agli stessi la possibilità di gareggiare con i colori dei quattro rioni. Il giorno della sfida, denominata “Torneo del Saracino” per la contemporanea e contrapposta presenza in gara di due cavalieri, la Città è tutta in fermento perché, salvo pochi ottantenni, testimoni della giostra del 1925, nessuno ha mai visto niente di simile. Fin dalla mattina, tanti curiosi stazionano nei pressi del campo di gara, che è stato tracciato sull’argine del fiume con tonnellate di terra vergine. Al pomeriggio poi, quando la sfida diventa ufficiale, gli spettatori sono una vera e propria folla, che addirittura minaccia con il proprio peso la stabilità della passerella Sforzini. Alcuni hanno scelto il lontano muretto del viale Garibaldi, altri invece sono con il loro tavolo da pic-nic nel greto della Pescia e ammirano le evoluzioni dei concorrenti facendo merenda. Man mano che la gara entra nel vivo, anche i figuranti dei vari rioni a cui i cavalieri sono abbinati, dimenticando le direttive di tenere un atteggiamento distaccato, si scatenano in un tifo infernale tipico del Palio, anche se non di questo si tratta. Poi, a fine gara, avviene la premiazione e anche lì dimostrazioni di compiacimento da parte dei dirigenti rionali, che accettano di buon grado i premi in palio. Anche gli amministratori comunali, rendendosi conto di quanto possa essere importante per Pescia, si auspicano che la manifestazione venga ripetuta negli anni futuri. D’altra parte, cosa importa se il Torneo del Saracino sarà celebrato in un luogo, la Pescia, così poco austero, tale da non poter diventare mai il vero Palio, l’importante è che la Città abbia una manifestazione in più da offrire. Il lettore sa come sono andate a finire le cose, ma è bene spiegare che se l’av- 39
IL PALIO E LA GIOSTRA PER UNA CITTÀ: PESCIA A cura di Lando Silvestrini ventura equestre non ha avuto l’augurato seguito lo dobbiamo alla ottusità e all’egoismo di chi, in quel periodo storico, gestiva il Palio e ha visto nel gruppetto di amici solo dei concorrenti da combattere. Pescia perderà così un’altra opportunità per incentivare il suo scarso turismo. 3 maggio 1987: nel greto della Pescia si sta disputando il Torneo del Saracino. La gara, vinta dal rione S. Michele, è stata seguita da un pubblico straordinario. 40
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