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Vedanta Yoga Rebirthing - dapad.it

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L A M A Y E S H E<br />

Angelo Abbruzzo<br />

VEDANTA YOGA REBIRTHING<br />

La discesa dello spir<strong>it</strong>o nel corpo


1 Introduzione<br />

INDICE GENERALE<br />

I CAPITOLO - VEDANTA<br />

2 Rifugio - Omaggio<br />

3 Sacre formule - Mantras<br />

4 Equilibrio nei contrari<br />

5 Arrendersi al tutto<br />

6 L'ignoranza – I mezzi conducenti all'autorealizzazione<br />

7 Astensioni - Osservanze<br />

8 Posture - Controllo della forza bioenergetica<br />

9 Le 5 forze bioenergetiche primarie e secondarie<br />

10 Le 5 guaine che coprono lo spir<strong>it</strong>o<br />

11 La manifestazione<br />

12 Introversione - Concentrazione - Med<strong>it</strong>azione<br />

13 Samadhi<br />

14 I poteri<br />

15 I 14 settori dell'universo<br />

16 La reale percezione - La natura del Se<br />

17 Il liberato vivente - Buddha<br />

18 Il precettore spir<strong>it</strong>uale - Sat Guru<br />

19 Il significato del termine<br />

20 I Mudras nelle antiche scr<strong>it</strong>ture<br />

21 Il Grande Simbolo - Maha Mudra<br />

22 Il soffio v<strong>it</strong>ale nelle antiche scr<strong>it</strong>ture<br />

23 Pranayamas - Hatha <strong>Yoga</strong> Pradipika<br />

24 <strong>Rebirthing</strong> - Come funziona<br />

25 Un caso di morte apparente<br />

26 I 5 guardiani celesti<br />

II CAPITOLO - YOGA<br />

III CAPITOLO - REBIRTHING<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g


INTRODUZIONE<br />

Il termine <strong>Vedanta</strong> deriva dalla radice sanscr<strong>it</strong>a "VID" che significa vedere e conoscere in Ver<strong>it</strong>à.<br />

Il <strong>Vedanta</strong> non porge alcun argomento in difesa della sua posizione metafisica.<br />

La realtà del Supremo non è un problema da risolvere con una dialettica che la maggior parte delle persone<br />

non potrebbe capire. La dialettica in se è avulsa dall'esperienza e non può dare alcuna certezza.<br />

Solo l'esperienza diretta può dare all'uomo la dimostrazione dell'esistenza dello Spir<strong>it</strong>o.<br />

Il <strong>Vedanta</strong> afferma l'essere reale del Supremo, "UNICO SENZA SECONDO", senza attributi, identico al più<br />

profondo Sé dell'uomo.<br />

Tutto il mondo della manifestazione e del molteplice non è in se stesso reale ed appare essere tale soltanto<br />

perché si vive nell'ignoranza.<br />

"Vane sono le opere - afferma SHANKARACHARYA - soltanto la consapevolezza sperimentata che la realtà<br />

universale e il Sé sono identici può portarci alla redenzione".<br />

"OM AH HUM<br />

VAJRA GURU<br />

PADMA SIDDHI HUM"<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

1


RIFUGIO - OMAGGIO<br />

"La discesa dello spir<strong>it</strong>o nel corpo"<br />

I CAPITOLO<br />

“AKHANDAM SATCIDANANDAM AVANMANASAGOCARAM”<br />

Mi rifugio nel Sé, l’indivisibile – Assoluta Esistenza, Conoscenza, Felic<strong>it</strong>à – substrato dell’Universo, al di là<br />

della portata dei sensi e della mente.<br />

“OM NAMO BRAHMAVIDYA SAMPRADAYA GURUBHYAM”<br />

Mi inchino con rispetto ai gloriosi Maestri del passato e a tutti i grandi precettori spir<strong>it</strong>uali.<br />

SACRE FORMULE – MANTRAS<br />

“UPASANANI SAGUNABRAHMAVISAYA MANASAVYAPARARUPANI SANDILYAVIDYANINI”<br />

Poiché la mente concepisce solo oggetti condizionati, può essere utile per un aspirante yogi concentrarla in<br />

una forma sonora intesa come simbolo dell’Assoluto.<br />

Non è possibile per la mente restare ferma senza una forma o un nome.<br />

Perciò il nome dell’oggetto di concentrazione deve essere ripetuto.<br />

Vi sono certi nomi che contengono gli attributi del Divino.<br />

Questi nomi sono chiamati MANTRAM e sono stati tramandati dall’autentica tradizione dei Maestri spir<strong>it</strong>uali.<br />

L’aspirante yogi non deve ripetere un nome sacro a suo piacimento, poiché questo non porterebbe ad al-<br />

cun progresso.<br />

Il mantra trasmesso dal Guru può rivelare la ver<strong>it</strong>à all’interno ed all’esterno dell’oggetto di adorazione.<br />

Tram<strong>it</strong>e la costante pratica del mantra, con implic<strong>it</strong>a fede e devozione, l’aspirante yogi può fermare il vaga-<br />

bondaggio della mente e renderla stabile.<br />

UPASANA significa conforto del cuore nell’Assoluto tram<strong>it</strong>e JAPA (ripetizione costante) del Guru-Mantra.<br />

La fiducia incrollabile nella sacra formula trasmessa dal Guru è chiamata SRADDHA = FEDE.<br />

Il significato diretto e indiretto del mantra deve essere compreso tram<strong>it</strong>e il Guru.<br />

Questo significato della sacra formula non può essere compreso attraverso la lettura di testi sacri o di altri<br />

libri.<br />

Anche un libro scr<strong>it</strong>to dal Guru deve essere considerato inadeguato per la retta comprensione di una sacra<br />

formula o suono di potere.<br />

L’aspirante yogi dovrebbe avere fede implic<strong>it</strong>a nel Guru e nella sua realizzazione della Ver<strong>it</strong>à Ultima.<br />

Senza questa fede nessuna lettura può essere di beneficio.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

2


EQUILIBRIO NEI CONTRARI<br />

“TITIKSA SITOSNADIDVANDVA SAHISNUTA”<br />

Quando i sensi vengono in contatto con gli oggetti esterni, sperimentano gli opposti – come caldo e freddo<br />

– producendo piacere o dolore.<br />

Tutti gli opposti vanno e vengono, perciò l’aspirante yogi deve imparare a sopportarli.<br />

Allorquando l’aspirante yogi è confrontato con il paio degli opposti (caldo e freddo, guadagno e perd<strong>it</strong>a,<br />

onore e disonore, salute e malattia, etc.) non deve manifestare alcun attaccamento o avversione per essi.<br />

TITIKSA sta a significare:<br />

TAPA:<br />

L’equilibrio negli opposti e la non reazione quando questi sono inev<strong>it</strong>abili.<br />

VIVEKA:<br />

La discriminazione sottile e intelligente.<br />

VAIRAGYA:<br />

Il distacco dalle percezioni sensoriali e l’impassibil<strong>it</strong>à.<br />

SAMA:<br />

La quiete mentale e la pratica med<strong>it</strong>ativa inerente (SAMATHA).<br />

DHAMA:<br />

L’introversione delle correnti percettive.<br />

SATI:<br />

Flusso di consapevolezza in atto nel presente.<br />

ARRENDERSI AL TUTTO<br />

“NIGRHITASYA MANASAH SRAVANADAU TADANUGAVI SAYE CA SAMADHIN SAMADHANAM”<br />

Mente contenuta significa concentrazione nell’ascolto dell’insegnamento del Guru ed arrendevolezza.<br />

Questa cedevolezza, questa resa dell’arrogante EGO, questa semplice obbedienza alle parole del Guru in-<br />

clude:<br />

- umiltà<br />

- modestia<br />

- innocenza<br />

- pazienza<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

3


- rett<strong>it</strong>udine<br />

- autocontrollo<br />

- servizio<br />

- non attaccamento<br />

- percezione del dolore inerente la nasc<strong>it</strong>a e la morte<br />

- assenza di identificazione con figli, moglie, cose, proprietà, etc.<br />

- equanim<strong>it</strong>à negli opposti<br />

- devozional<strong>it</strong>à costante<br />

desiderio di liberazione dal ciclo delle rinasc<strong>it</strong>e.<br />

L’IGNORANZA<br />

“AJNANAM TU SABASABDHYAM ANIRVACANIYAM JNANAVIRODHI”<br />

L’ignoranza è la percezione del non esistente come esistente e la non percezione dell’Esistente come Reale<br />

Esistenza.<br />

Essa è qualcosa che esiste come reale per il soggetto e produce nozioni illusorie.<br />

Sino a quando qualcosa è qualcosa che esiste solo da qualche parte o per qualcuno, essa non può essere<br />

realmente esistente.<br />

La caratteristica di ciò che non è reale è cambiamento continuo ed instabil<strong>it</strong>à.<br />

Proprio come la f<strong>it</strong>ta oscur<strong>it</strong>à quando entra in contatto con la luce si dissolve, allo stesso modo l’ignoranza<br />

scompare nella conoscenza.<br />

Perciò l’irreale ha la sua base nel reale;<br />

l’oscur<strong>it</strong>à ha la sua base nella luce;<br />

l’ignoranza ha la sua base nella conoscenza;<br />

la base della conoscenza è la conoscenza stessa.<br />

La conoscenza di se stessi, che è il substrato di ogni conoscenza, è chiamata Conoscenza Assoluta.<br />

I MEZZI CONDUCENTI ALL’AUTOREALIZZAZIONE<br />

“ASYANGANI YAMA – NIYAMA – ASANA – PRANAYAMA – PRATYAHARA – DHARANA – DHYANA – SA-<br />

Gli 8 MEZZI conduttivi all’autorealizzazione sono:<br />

1. astensione<br />

MADHAYA”<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

4


2. osservanza<br />

3. postura<br />

4. controllo della forza bioenergetica<br />

5. introversione sensoriale<br />

6. fiss<strong>it</strong>à mentale nel centro<br />

7. flusso interm<strong>it</strong>tente nella realtà interiore<br />

8. culmine esperienzale nell’un<strong>it</strong>à.<br />

ASTENSIONE<br />

“TATRA AHIMSA – SATYASTEYA – BRAHAMACARYAPARIGRAHA YAMAH”<br />

L’astensione dello yogi comprende:<br />

A. AHIMSA<br />

Il non ferire alcun essere vivente, neppure col pensiero;<br />

B. SATYA<br />

Il non usare parole aspre o parole non inerenti il Dharma;<br />

C. ASTEYA<br />

Il non prendere ciò che appartiene ad altri ed il non accumulare beni terreni;<br />

D. BRAHMACARYA<br />

L’astenersi dal contatto sessuale senza amore, e la moderazione in ogni cosa;<br />

E. APARIGRAHA<br />

Il non essere condizionati dalla retribuzione materiale nell’operare.<br />

OSSERVANZE<br />

“SAUCA – SANTOSA – TAPAH – SVADHYAYA – ISVARAPRANIDHANI NIYAMAH”<br />

L’osservanza dello yogi comprende:<br />

1. SAUCA<br />

L’accurata pulizia interna ed esterna del corpo;<br />

2. SANTOSA<br />

L’accontentarsi in ogni circostanza della v<strong>it</strong>a;<br />

3. TAPA<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

5


Controllo del corpo, dei sensi, della forza bioenergetica e compimento del dovere inerente la propria<br />

condizione;<br />

4. SVADHYAYA<br />

Studio dei sacri testi e ripetizione del Guru-Mantra;<br />

5. ISVARAPRANIDHANI<br />

Totale arrendevolezza al Divino manifesto nel Guru.<br />

POSTURE = CONTRAZIONI = GESTUALITA’<br />

“PITHANI KUMBHAKASCITRA DIVYANI KARANANI GA SARVANYAPI HATHABHYASE RAJAYOGAPHALA-<br />

VADHI GURUPADISTA MARGENA”<br />

Seguendo totalmente i consigli del Guru e sedendo accanto a lui il più vicino possibile, l’aspirante yogi deve<br />

dedicarsi coraggiosamente alle pratiche HATHAYOGA (asanas – bandhas – mudras) sino al perfetto rag-<br />

giungimento del RAJAYOGA caratterizzato dallo stato spontaneo di KUMBHAKA.<br />

LA FORZA BIOENERGETICA<br />

“SUTRATMA HIRANYAGARBHAH PRANAH”<br />

Come le perle sono infilate in un filo, così la manifestazione sottile nel macro e nel microcosmo è sostenuta<br />

dalla forza bioenergetica.<br />

Questa forza è chiamata PRANA, ovvero la forza che anima tutto ciò che vive.<br />

La v<strong>it</strong>a è la coscienza intelligente presente in essa.<br />

Il PRANA è immanente e trascendente.<br />

Esso possiede il potere della conoscenza, della volontà e dell’azione.<br />

CONTROLLO DELLA FORZA BIOENERGETICA<br />

“RECAKA – PURAKA – KUMBHAKA – LAKSANAH – PRANANI – GRAHOPAYAH – PRANAYAMAH”<br />

Essendo il corpo fisico animato dallo spir<strong>it</strong>o (PURUSA) tram<strong>it</strong>e le 5 forze bioenergetiche primarie, viene a<br />

crearsi un vincolo binario, vale a dire di legame reciproco.<br />

I mezzi per il controllo volontario delle 5 forze bioenergetiche primarie sono chiamati PRANAYAMA<br />

Il PRANAYAMA consiste in:<br />

A – espirazione (RECAKA)<br />

B – inspirazione (PURAKA)<br />

C – sospensione (KUMBHAKA)<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

6


Vi sono diversi tipi di PRANAYAMA. Il PRANAYAMA per eccellenza, inteso come mezzo conduttivo alla co-<br />

noscenza del Sé, è il PRANAPANAGATI.<br />

LE 5 FORZE BIOENERGETICHE PRIMARIE<br />

“VAYAVAH PRANAPANA VYANODANA SAMANAH”<br />

Le cinque forze bioenergetiche che possiedono il potere della conoscenza, della volontà e dell’azione sono<br />

chiamate:<br />

- PRANA<br />

- APANA<br />

- VYANA<br />

- UDANA<br />

- SAMANA<br />

LA FORZA BIOENERGETICA CHE SI MUOVE VERSO L’ALTO<br />

“PRANO NAMA PRAGGAMANAVAN NASAGRA”<br />

La forza bioenergetica che si muove verso l’alto, localizzata sulla punta del naso dell’essere umano, è<br />

chiamato “PRANA”.<br />

LA FORZA BIOENERGETICA CHE SI MUOVE VERSO IL BASSO<br />

“APANO NAMA AGGAMANAVAN PAYUADI STHANA VARTI”<br />

La forza bioenergetica che si muove verso il basso, localizzato negli organi di generazione ed escrezione<br />

dell’essere umano, è chiamata APANA.<br />

LA FORZA BIOENERGETICA CHE PERVADE<br />

“VYANO NAMA VISVAGGAMANAVAN AKHILASARIRAVARTI”<br />

La forza bioenergetica che si muove in ogni direzione pervadendo tutto il corpo dell’essere umano è chia-<br />

mata “VYANA”.<br />

LA FORZA BIOENERGETICA ASCENDENTE<br />

“UDANO NAMA KANTHASTHANIYA URDHVAGGAMANAVAN UT – KRAMANAVAYU”<br />

La forza bioenergetica che aiuta il corpo sottile ad uscire dal corpo fisico, localizzata nella gola dell’essere<br />

umano, è chiamata UDANA.<br />

LA FORZA BIOENERGETICA CHE FUNZIONA PER L’ASSIMILAZIONE DI CIBO E BEVANDE<br />

“SAMANO NAMA SARIRAMADHYAGATA ASITAPITANNADI SAMINAKARANAKARAH”<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

7


La forza bioenergetica che assimila cibo e bevande, localizzata nel centro del corpo dell’essere umano, è<br />

chiamata SAMANA.<br />

LE CINQUE FORZE BIOENERGETICHE SECONDARIE<br />

Tra queste forze bioenergetiche secondarie<br />

- NAGA causa l’eruttazione,<br />

- KURMA causa il movimento delle palpebre,<br />

- KRKALA causa la sensazione di fame,<br />

- DEVADATTA causa lo sbadiglio,<br />

- DHANANJAYA nutre il corpo.<br />

“TATRA NAGA UDGIRANAKAH<br />

KURMA UNMILANAKARAH<br />

KRKALAH KSUTKARAH<br />

DEVADATTO JRMBHANAKARAH<br />

DHANANJAYAN POSANAKAH”<br />

Queste menzionate funzioni delle 5 forze bioenergetiche primarie e secondarie dipendono dal PRANA e dal-<br />

l’APANA.<br />

Con la pratica del PRANAYAMA si ottiene la padronanza di queste due forze bioenergetiche e, quindi, pa-<br />

dronanza delle altre forze che mantengono, dirigono e controllano tutte le funzioni psicofisiche dell’essere<br />

umano.<br />

Il respiro è l’effetto vibratorio – animante della forza bioenergetica. Controllando l’effetto si può controllare la<br />

causa, ovvero la forza bioenergetica cosmica, che possiede il potere della conoscenza, della volontà e del-<br />

l’azione.<br />

LE CINQUE GUAINE (KOSAS) CHE COPRONO LO SPIRITO (PURUSA)<br />

“IDAM PRANADIPANCAKAM SAHITAM SAT PRANAMAYAKOSHO”<br />

La guaina bioenergetica (PRANAMAYAKOSA) è composta dalle 5 forze primarie<br />

PRANA<br />

APANA<br />

VYANA<br />

UDANA<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

8


SAMANA<br />

Le menzionate 5 correnti praniche sono le componenti di Purusa (Spir<strong>it</strong>o).<br />

Queste, proiettandosi nel corpo fisico, tram<strong>it</strong>e il doppio eterico, la animano.<br />

ANANDAMAYAKOSA (GUAINA CAUSALE)<br />

E’ il riflesso dello spir<strong>it</strong>o che utilizza il corpo sottile come suo strumento.<br />

Il corpo sottile è composto da una TRINITA’ DI GUAINE:<br />

1 – VIJNANAMAYAKOSA (guaina di coscienza)<br />

2 – MANOMAYAKOSA (guaina mentale)<br />

3 – PRANAMAYAKOSHA (guaina bioenergetica)<br />

LINGASARIRA (il corpo sottile)<br />

si riflette sul DOPPIO ETERICO ed utilizza il corpo materiale.<br />

ANNAMAYAKOSHA (corpo fatto di nutrimento)<br />

come suo strumento per la manifestazione.<br />

Il corpo sottile (LINGASARIRA), attraverso la triade di guaine, genera:<br />

1 – JNANENDRIYAS<br />

5 organi dei sensi (occhi – naso – pelle – orecchie – bocca)<br />

2 – KARMENDRIYAS<br />

5 organi di azione (lingua – mani – piedi)<br />

3 – TANMATRAS<br />

gli oggetti percep<strong>it</strong>i dai 5 sensi<br />

LA MANIFESTAZIONE<br />

“EVAM SUKSMASARIRO STULABHUTANI TU PANCIKRTANI”<br />

Gli attributi del corpo sottile (TRIADE DI GUAINE) danno origine alla quintuplicazione della materia:<br />

1 – Terra – PRITHIVI<br />

2 – Acqua – APAH<br />

3 – Fuoco –AGNI<br />

4 – Aria – VAYU<br />

5 – Spazio – AKASA<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

9


Dallo spazio l’aria si rende manifesta, il fuoco è originato dall’aria, dal fuoco nasce l’acqua e dall’acqua la<br />

terra.<br />

Queste 5 forme della materia, un<strong>it</strong>amente a:<br />

- 15 attributi (JNANENDRIYAS – KARMENDRIYAS – TANMATRAS)<br />

- mentale (MANAS)<br />

- intelligenza discriminativa (BUDDHI)<br />

- Forza di percezione (CITTÀ)<br />

- EGO – l’idea dell’esistenza separata dal tutto (AHANKARA)<br />

completano i 24 principi della manifestazione.<br />

Essendo così, la creazione non ha un’esistenza sostanziale, ma è una “MAGICA” proiezione dello Spir<strong>it</strong>o<br />

(PURUSA) tram<strong>it</strong>e la GUAINA CAUSALE. La percezione illusoria – sensoriale della creazione è chiamata<br />

MAYA.<br />

INTROVERSIONE SENSORIALE<br />

“INDRIYANAM SVASVAVISAYEBHYAH PRATIYAHARANAM ACARYAYENA UVACA”<br />

Il pratyahara non esiste come processo a se stante. Esso è l’effetto del pranayama esegu<strong>it</strong>o correttamente<br />

e regolarmente seguendo fedelmente le istruzioni del Precettore Spir<strong>it</strong>uale (GURU).<br />

Se lo yogi si eserc<strong>it</strong>a correttamente nella pratica del pranayama si trova spontaneamente in uno stato d’in-<br />

troversione delle correnti sensoriali favorendo, così, gli stadi successivi di concentrazione e contemplazio-<br />

ne.<br />

Se, al contrario, il pranayama è praticato in maniera scorretta e irregolare, non solo non porta allo stato di<br />

pratyahara ma può anche causare molti disturbi.<br />

FISSITA’ MENTALE NEL CENTRO<br />

“ADVITIYAVASTUNI ANTARINDRIYADHARANAM DHARANA”<br />

Il fissare la mente nella realtà non duale interiore è chiamata concentrazione.<br />

Essa deve essere mantenuta nel Sé (PURUSA).<br />

Nello <strong>Yoga</strong> e nel <strong>Vedanta</strong> concentrazione significa fissare la mente all’interno del centro del cuore (HRI-<br />

DAYAKASA).<br />

HRIDAYA è il centro ove la v<strong>it</strong>a universale si fa individuale.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

10


FLUIRE INTERMITTENTE NELLA REALTA’ DIVINA<br />

“TATRADVITIYAVASTUNI VICCHIDYA VICCHIDYANTAR INDRIYAVRTTIPRAVANO DHYANAM”<br />

Il fluire interm<strong>it</strong>tente nella Realtà non duale è chiamato CONTEMPLAZIONE.<br />

Quando la mente non è totalmente assorta nell’Assoluta Realtà, torna frequentemente indietro.<br />

Questo tornare indietro – modificazione della mente – è chiamato FLUSSO INTERMITTENTE.<br />

Come un pezzo di carbone cessa di essere nero quando è penetrato dal fuoco, così quando la causa prima<br />

dell’ignoranza (FALSA PERCEZIONE) è dissolta nel fluire luminoso della Realtà Divina appare la Conoscen-<br />

za.<br />

CULMINE ESPERIENZIALE NELL’UNITA’<br />

(SAVIKALPAKAH – NIRVIKALPAKAH SAMADHI)<br />

“SAMADHISTUKTAN SAVIKALPAKAH – NIRVIKALPAKAH EVA LAYASTAVAD AKHANDA VASTVANANA<br />

LAMBANENA CITTAVRTTEN NIDRA”<br />

Ciò che è conosciuto come culmine esperienziale nell’Un<strong>it</strong>à è così defin<strong>it</strong>o:<br />

A - SAVIKALPAKAH (con brandelli di ego)<br />

Samadhi con attaccamento alla quint’essenza, ovvero attaccamento allo stato di gioia che lo Yogi spe-<br />

rimenta.<br />

B - NIRVIKALPAKAH (senza brandelli, estinzione dell’io)<br />

Samadhi caratterizzato dal dissolvimento dell’io nel quale lo Yogi diviene egli stesso.<br />

Assoluta Esistenza<br />

Conoscenza<br />

Felic<strong>it</strong>à<br />

Il sonno (NIDRA) delle modificazioni mentali è uno stadio intermedio tra il Savikalpakah ed il Nirvikalpakah<br />

Samadhi. In questo stato la percezione del Sé è parziale, perché c’è ancora la presenza di brandelli di ego<br />

che può determinare attaccamento agli stati di coscienza estatici, nonché orgoglio, inteso come forma di<br />

appagamento sottile, nell’uso dei poteri (SIDDHI).<br />

Questo stadio è assai delicato e può rappresentare un tremendo ostacolo alla realizzazione del Sé Assoluto,<br />

vale a dire del NIRVIKALPAKAH SAMADHI, ove ogni traccia di ego scompare.<br />

Molti Yogi si fermano a questo punto e, fra questi, vi sono coloro che si dedicano alla magia.<br />

La magia è una forma mancata di spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

11


I POTERI<br />

“GURUSAKTI ATAH SIDDHIH AVAPTIH”<br />

Per la forza spir<strong>it</strong>uale del Guru e la Sua Grazia, avendo segu<strong>it</strong>o fedelmente i suoi Insegnamenti, lo Yogi può<br />

ottenere gli OTTO POTERI:<br />

1 – ANIMA – il potere di divenire piccoli come atomi;<br />

2 – MAHIMA – il potere di divenire grandi come una montagna;<br />

3 – LAGHIMA – la facoltà di poter neutralizzare la forza di grav<strong>it</strong>à;<br />

4 – PRAPTI – la facoltà di poter raggiungere qualsiasi luogo istantaneamente;<br />

5 – PRAKAMYA – la facoltà di far diventare reali le forme pensiero;<br />

6 – ISHATWA – il dominio sui 3 REGNI della natura;<br />

7 – VASHITWA – il potere di liberarsi – e liberare – da influenze negative e da ogni tipo d’interferenza;<br />

8 – KAMAVASAYITA – la facoltà di poter arrestare pensieri e desideri in qualsiasi momento.<br />

I 14 SETTORI DELL’UNIVERSO<br />

“ETABHYAM LOKANAM BHUR – BHUVAM – SVAR – MAHAR – JNANAS – TAPAS – SATYAM UPARYUPARI<br />

VIDYANAMAKAM PATALAM ADHO – DHO”<br />

L’universo, iniziando dalla Sostanza Eterna – DIO -, fino alla materia grossolana è distinto in 7 SFERE VI-<br />

BRANTI esistenti l’una sopra l’altra:<br />

1 – BHULOKA – materico<br />

2 – BHUVARLOKA – astrale<br />

3 – SWARLOKA – causale<br />

4 – MAHARLOKA – barriera<br />

5 – JNANALOKA – sapienza<br />

6 – TAPOLOKA – luce<br />

7 – SATYALOKA – ver<strong>it</strong>à<br />

Le 7 sfere del macrocosmo si riflettono nei 7 vortici del microcosmo formando un tutt’uno indivisibile.<br />

Nella parte frontale del doppio eterico dell’uomo vi sono 7 CENTRI VITALI funzionanti come vortici (CHA-<br />

KRAS) di forza bioenergetica ruotanti in senso orario, esistenti l’uno sotto l’altro:<br />

7.o – SAHASRARA – mille petali<br />

6.o – AJNA – visione sottile (terzo occhio)<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

12


5.o – VISUDDHA – purificazione<br />

4.o – ANAHATA – il centro che non può essere colp<strong>it</strong>o<br />

3.o – MANIPURA – gemma splendente (ruota dai mille raggi)<br />

2.o – SWADISTANA – dolce fermezza<br />

1.o – MULADHARA – radice<br />

I menzionati vortici sono in collegamento con il corpo sottile tram<strong>it</strong>e ANAHATA.<br />

LA REALE PERCEZIONE<br />

“VASTUVIVARTASYA AVASTUNAH AJNANADEH PRAPANCASYA VASTUMATRATVAM”<br />

La percezione dell’universo come realtà è dovuta all’ignoranza, ovvero alla percezione dell’irreale come rea-<br />

le. L’universo manifesto, iniziando dalle ipermega-galassie sino alla più piccola particella (neutrini), è materia<br />

a diversi livelli vibratori.<br />

La manifestazione possiede:<br />

- RITMO<br />

- TEMPO<br />

- SPAZIO<br />

Lo spir<strong>it</strong>o (PURUSA) è oltre tutto ciò.<br />

Così come un serpente viene illusoriamente percep<strong>it</strong>o in un pezzo di corda in condizione di ignoranza, allo<br />

stesso modo quando questa condizione viene rimossa dalla Conoscenza di se stessi, l’intero universo ces-<br />

serà di essere percep<strong>it</strong>o illusoriamente come realtà e rimarrà soltanto lo Spir<strong>it</strong>o, ovvero:<br />

LA NATURA DEL SE<br />

Assoluta Esistenza<br />

Conoscenza<br />

Felic<strong>it</strong>à.<br />

“ATASTATTAD BHASAKAM NITYA SUDDHA BUDDHA MUKTA SATYA SVABHAVAM”<br />

Il Sé è l’illuminatore – impulsore di tutti gli oggetti esterni.<br />

I grandi Saggi di ogni tempo e di ogni religione hanno sperimentato il Se come:<br />

A – PUREZZA (SUDDHA) poiché non può essere contaminato;<br />

B – ETERNITA’ (SATYA) poiché è onnipervadente, incondizionato, non nasce mai né muore;<br />

C – INTELLIGENZA (BUDDHA) poiché è Conoscenza esso stesso;<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

13


D – LIBERTA’ (MUKTA) poiché, sebbene presente in ogni oggetto materiale, non ha legami.<br />

BUDDHA – IL LIBERATO VIVENTE<br />

“ATHA JIVANMUKTA LAKSANAM UCYATE”<br />

Colui che ha realizzato il Sé Supremo dissolvendo l’ignoranza che vela la Ver<strong>it</strong>à Ultima è un Buddha, un li-<br />

berato vivente.<br />

“A volte lunatico, a volte saggio, a volte ricoperto di regale splendore;<br />

a volte errante, a volte immobile come una statua;<br />

a volte onorato, a volte beffeggiato, a volte sconosciuto;<br />

a volte nudo come un bambino senza altra copertura che il corpo.<br />

Così vive lo Yogi liberato, come uomo fra gli uomini, sempre in pace nella Dimora della Beat<strong>it</strong>udine Supre-<br />

ma”.<br />

IL PRECETTORE SPIRITUALE – SAT GURU<br />

“SAT GURUH PARAMAKRPAYA YENAKSARAM PURUSAM VEDA SATYAM”<br />

Il Precettore Spir<strong>it</strong>uale (SAT-GURU) è una dimora di Ver<strong>it</strong>à, Compassione, Saggezza.<br />

Egli è in grado di allontanare ogni tipo d’interferenza, di offrire rifugio e protezione ai suoi discepoli che, in<br />

sua presenza, dovrebbero percepire pace e sicurezza.<br />

Quella tra il Sat-Guru ed il discepolo (SELA) è una relazione basata su uno stato particolare di un<strong>it</strong>à che si<br />

stabilisce da cuore a cuore: come una fiamma che accende un’altra fiamma.<br />

IL SIGNIFICATO DEL TERMINE<br />

La parola <strong>Yoga</strong> deriva dalla radice sanscr<strong>it</strong>a YUI "legare insieme" e significa avvincere le proprie facoltà e i<br />

propri poteri psichici, equilibrandoli e acuendoli.<br />

Aggiogando insieme e imbrigliando le nostre energie per mezzo della più intensa concentrazione di tutte le<br />

forze della nostra persona, giungiamo allo stato di Un<strong>it</strong>à.<br />

"ANCHE SOLO UN POCO<br />

DELLA PRATICA DI QUESTO DHARMA<br />

SALVA DA GRANDI PAURE E SOFFERENZE"<br />

(BHAGAVAD GITA)<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

14


II CAPITOLO - YOGA<br />

I MUDRAS NELLE ANTICHE SCRITTURE<br />

"MAHAMUDRA, MAHABANDHO, MAHAVEDHASCA, KECARI,<br />

UDDYANAM, MULABANDASCA BANDHO, JALANDHARABHIDHAH,<br />

KARANI VIPARITAKHYA, VAJROLI, SAKTICALANAM,<br />

IDAM HI MUDRASAKAM JARAMARANANASANAM"<br />

(GHERANDA SAMHITA)<br />

I 10 Mudras che distruggono le cause delle malattie, della vecchiaia e della morte, sono stati trasmessi dai<br />

grandi Siddha. Essi sono:<br />

Maha Mudra<br />

Maha Bandha<br />

Maha Veda<br />

Kecari<br />

Uddyana<br />

Mula Bandha<br />

Jalandhara<br />

Vipar<strong>it</strong>a Karani<br />

Vajroli<br />

Sakticalana.<br />

Tra questi, il più importante è il Mudra del grande simbolo (MAHA MUDRA).<br />

La parola MUDRA significa simbolo, impronta, sigillo. Queste posizioni, in particolare delle mani e delle d<strong>it</strong>a,<br />

imprimono nel corpo dello Yogi un marchio di attributo Divino. Essi hanno anche un significato occulto ed<br />

una efficacia magica.<br />

"I mudras, rivelati dal celestiale ADINATHA, conferiscono le otto sovran<strong>it</strong>à (SIDDHI), cari al cuore di tutti i<br />

SIDDHA".<br />

(YOGA PRADIPIKA III, 8)<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

15


"Pressando fortemente il perineo col tallone sinistro, stendere la gamba destra e afferrare l'alluce del piede.<br />

Contrarre la nuca tram<strong>it</strong>e Jalandhara e fissare lo sguardo tra le sopracciglia"<br />

(GERANDHA SAMITHA III, 6-8)<br />

"Isolando le nove aperture del corpo, fissare lo spir<strong>it</strong>o nella SUSUMNA NADI, e intraprendere il controllo del<br />

soffio v<strong>it</strong>ale."<br />

MAHA MUDRA (YOGA PRADIPIKA III, 10-18)<br />

(SIVA SAMITHA IV, 25-36)<br />

Pressando il tallone sinistro contro il perineo e allungando al suolo a gamba destra, tenere fermamente l'al-<br />

luce del piede destro con la mano destra e l'alluce del piede sinistro con la mano sinistra.<br />

Avendo contratto la nuca con Jalandhara, mantenere il VAYU sulla nadi centrale eseguendo Mula Bandha<br />

nel suo corso ascendente e nel suo corso discendente.<br />

Fissando lo sguardo tra le sopracciglia (BRUMADHYA DRISHTI) e concentrando lo spir<strong>it</strong>o v<strong>it</strong>ale nel canale<br />

centrale, spontaneamente lo stato di Samadhi si produce, simile allo stato di morte (MARANA - AVASTHA)<br />

apparente.<br />

In segu<strong>it</strong>o, molto lentamente e senza forzature, si deve espirare.<br />

Ecco il MAHAMUDRA, così come è stato trasmesso dai grandi Siddha.<br />

Le varie cause della sofferenza, e tutti i mali, compresa la morte, sono distrutti da questo MUDRA.<br />

Lo Yogi, avendo esegu<strong>it</strong>o questo mudra dal lato LUNARE, si eserc<strong>it</strong>i dalla parte SOLARE, sino a quando il<br />

numero (delle respirazioni) diviene uguale da ambo i lati.<br />

Non vi sono più alimenti indicati o controindicati per lo Yogi che pratica il MAHAMUDRA.<br />

Anche i veleni pericolosi sono diger<strong>it</strong>i come nettare.<br />

La tubercolosi, le dermatosi, i problemi intestinali, i problemi digestivi e tanti altri mali vengono annichil<strong>it</strong>i<br />

dallo Yogi che pratica MAHAMUDRA con regolar<strong>it</strong>à.<br />

Così è stati descr<strong>it</strong>to MAHAMUDRA che conferisce allo Yogi grandi poteri.<br />

Questa pratica deve essere custod<strong>it</strong>a con molta cura e tenuta segreta dallo Yogi che segue l'insegnamento<br />

del Guru.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

16


"Io sono il soffio v<strong>it</strong>ale,<br />

Io sono il Sé consapevole.<br />

Onoratemi come V<strong>it</strong>a,<br />

Come Respiro.<br />

Colui che mi onora come V<strong>it</strong>a,<br />

Come immortal<strong>it</strong>à,<br />

Ottiene pienezza di V<strong>it</strong>a in questo mondo,<br />

III CAPITOLO<br />

REBIRTHING<br />

Ottiene immortal<strong>it</strong>à e indistruttibil<strong>it</strong>à nelle regioni celesti!"<br />

(KAUSITAKY UPANISAD)<br />

PRANAYAMAS<br />

(HATHA YOGA PRADIPIKA CAP. II)<br />

SLOKA<br />

1° - Ed ora, allorquando la postura è fermamente stabil<strong>it</strong>a, lo Yogi, maestro di se stesso, prendendo una<br />

alimentazione salutare e moderata, deve consacrarsi al PRANAYAMA secondo la via insegnata dal suo GU-<br />

RU.<br />

SLOKA<br />

2° - Allorquando il soffio è ag<strong>it</strong>ato, lo spir<strong>it</strong>o è ag<strong>it</strong>ato. Allorquando il soffio è immobile, lo Yogi ottiene la fis-<br />

s<strong>it</strong>à. Ecco perché si deve controllare il soffio.<br />

SLOKA<br />

3° - Intanto che il soffio dimora nel corpo, è ciò che si chiama la v<strong>it</strong>a. La morte non è altro che la dipart<strong>it</strong>a<br />

del soffio. Ecco perché si deve controllare il soffio.<br />

NADI SUDDHI<br />

SLOKA<br />

4° - Essendo i nadi carichi di impur<strong>it</strong>à, il prana non passa per la via mediana.<br />

Come si avrà allora UNMANI-BHAVA, come si può arrivare alla perfezione nella pratica?<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

17


SLOKA<br />

5° - Allorquando l'intero circu<strong>it</strong>o dei nadi, saturo di impur<strong>it</strong>à, viene purificato, allora solamente lo Yogi divie-<br />

ne capace di contenere il prana integralmente.<br />

6° - Ecco perché bisogna praticare il pranayama ogni giorno in uno stato di spir<strong>it</strong>o luminoso e sereno<br />

(SATWICO), sino a che il SUSHUMNA NADI sia liberato dalle impur<strong>it</strong>à che l'ostruiscono.<br />

Preambolo:<br />

Scegliere un luogo adatto, libero da impur<strong>it</strong>à e disturbi di ogni tipo. Il suolo deve essere allo stesso livello.<br />

Piazzare al suolo un panchetto di legno dell'altezza di 5-7 cm. Un tappeto d'erba (KUSA) dovrebbe essere<br />

posto sul panchetto di legno. Sul tappeto d'erba porre una pelle di antilope e sulla pelle una stoffa bianca.<br />

Questo è l'ideale per la pratica del pranayama esoterico.<br />

Prima di iniziare il pranayama è essenziale med<strong>it</strong>are sul proprio Guru dal quale si è ricevuta l'iniziazione.<br />

TECNICA:<br />

Avendo preso la posizione di PADMASANA o SIDDHASANA, lo Yogi deve inspirare dalla narice lunare, e,<br />

avendola r<strong>it</strong>enuta nella misura delle sue capac<strong>it</strong>à, che egli la espiri attraverso la narice solare. Poi, avendo<br />

attirato l'aria per la narice solare, dopo aver sospeso il soffio il più possibile, che egli la espiri per la narice<br />

lunare. Inspirando ogni volta dalla narice per la quale ha espirato, egli deve comprimere il soffio il più possi-<br />

bile, poi espirare per l'altra narice, lentamente e non rapidamente.<br />

I tempi per la regolazione del respiro ed il numero delle volte da praticare durante il giorno, devono essere<br />

indicati dal Guru.<br />

SLOKA 15 - Come un leone, un elefante o una tigre non sono domati che gradualmente, così il soffio deve<br />

essere controllato per gradi, lentamente, altrimenti uccide il sadhaka stesso.<br />

SLOKA 16 - Il pranayama correttamente esegu<strong>it</strong>o distrugge tutte le malattie. Ma una pratica scorretta porta<br />

tutte le malattie.<br />

SLOKA 17 - Il singhiozzo, l'affanno, la tosse, le emicranie, i dolori alle orecchie e agli occhi e numerose ma-<br />

lattie sono generate per una perturbazione delle arie v<strong>it</strong>ali (VAYU).<br />

SLOKA 18 - Giustamente si deve espirare, giustamente inspirare, giustamente r<strong>it</strong>enere il soffio, così si ottie-<br />

ne perfetta realizzazione.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

18


SLOKA 19 - Grazie alla purificazione dei nadi, si può r<strong>it</strong>enere l'aria a volontà, il fuoco digestivo è attivato, i<br />

suoni interiori si manifestano e si gioisce di una salute perfetta, inalterabile.<br />

SLOKA 20 - Quando i nadi sono purificati, allora i segni esteriori, come la tenu<strong>it</strong>à del corpo, attraente bel-<br />

lezza, si manifestano pienamente.<br />

1 - SURYABHEDANA<br />

TECNICA:<br />

GLI 8 PRANAYAMAS<br />

Seduto sul suo seggio confortevole, lo Yogi avendo preso fermamente la postura, inspiri con lentezza per la<br />

narice destra l'aria dall'esterno.<br />

Egli deve riempirsi di quest'aria e r<strong>it</strong>enerla sino al lim<strong>it</strong>e della sua capac<strong>it</strong>à di controllo, al punto che l'aria<br />

sembri raggiungere i capelli e le unghie, poi espirare lentamente per la narice sinistra.<br />

RISULTATI:<br />

Questo eccellente Surya Bedhana purifica il cervello, sopprime tutte le malattie dovute ad uno squilibrio di<br />

arie v<strong>it</strong>ali e guarisce tutti i problemi causati dagli intestini.<br />

2 - UJJAYI<br />

TECNICA:<br />

La bocca ferma, si deve inspirare l'aria lentamente per le due narici, in maniera che produca un rumore<br />

(HONG) passando dalla gola al petto. Si deve fare KUMBAKA (r<strong>it</strong>enzione), poi espirare per la narice sinistra.<br />

RISULTATI:<br />

Aumenta il potere digestivo, rimuove le malattie della gola. V<strong>it</strong>alizza il cervello ed il midollo spinale.<br />

3 - SITKARI<br />

TECNICA:<br />

Sedere in Siddhasana, inspirare attraverso la bocca ripetutamente producendo il suono SI… SI… SI…. Ri-<br />

tenere il respiro il più a lungo possibile, poi espirare unicamente dal naso.<br />

RISULTATI:<br />

Controllo dello sperma. Eliminazione di torpore e sonnolenza.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

19


4 - SITALI<br />

TECNICA:<br />

Sedere in Siddhasana, inspirare lentamente attraverso la bocca producendo il suono continuo SIT, r<strong>it</strong>enere il<br />

respiro il più a lungo possibile, poi espirare dal naso soltanto.<br />

RISULTATI:<br />

Rende il viso bello e splendente. Rimuove fame e sete. Ricarica di energia tutto il corpo.<br />

5 - BHASTRIKA<br />

TECNICA:<br />

Quando si pongono sulle cosce le piante dei piedi belle e pure, ciò forma PADMASANA che annienta tutte<br />

le malattie.<br />

Adottando correttamente Padmasana, lo spir<strong>it</strong>o calmo, il tronco ed il cllo su una linea dir<strong>it</strong>ta, la bocca chiu-<br />

sa; espellere con forza il soffio per una narice, in maniera che l'aria passando per la gola produca un suono<br />

ed immediatamente inspirare l'aria sino al lato del cuore.<br />

RISULTATI:<br />

Purifica le vie respiratorie, elimina le tossine, migliora la salute.<br />

6 - BRAMARI<br />

TECNICA:<br />

Sedere in Siddhasana, inspirare rapidamente, r<strong>it</strong>enere il respiro poi espirare producendo un "Suono d'ape".<br />

RISULTATI:<br />

Per la pratica ripetuta di questo pranayama, appare nello spir<strong>it</strong>o dello Yogi una sorta di gioios<strong>it</strong>à beatifica.<br />

7 - MURCCHA<br />

TECNICA:<br />

Inspirare, quindi r<strong>it</strong>enere il respiro eseguendo JALANDHARA BANDHA molto profondamente, poi espirare<br />

lentamente.<br />

RISULTATI:<br />

Ferma il vagare della mente, bilancia l'energia pos<strong>it</strong>iva e negativa.<br />

8 - PLAVINI<br />

TECNICA:<br />

Praticare Kumbaka, r<strong>it</strong>enere l'aria nello stomaco.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

20


RISULTATI:<br />

Senza sforzo si può galleggiare nell'acqua.<br />

SLOKA 71 - Il pranayama è diviso in tre parti: RECHAKA - espirazione, PURAKA - inspirazione, e KUMBA-<br />

KA - r<strong>it</strong>enzione.<br />

Vi sono due tipi di KUMBAKA: SAHITA (accompagnata da Rechaka o Puraka) e KEVALA (solo, senza Re-<br />

chaka né Puraka).<br />

SLOKA 72 - Si deve praticare Sah<strong>it</strong>a Kumbaka sino a quando si ottiene il successo in KEVALA KUMBAKA,<br />

che è la sospensione del soffio con disinvoltura (DISTACCO), senza Rechaka né Puraka.<br />

SLOKA 73 - Questo Kumbaka puro, isolato, è lui il vero pranayama. Allorquando lo Yogi arriva a realizzare il<br />

Kevala Kumbaka senza accompagnarlo a Rechaka e a Puraka.<br />

SLOKA 74 - Non esiste più niente nei tre mondi per lui difficile da ottenere. Colui che è capace di mantene-<br />

re a volontà l'aria ferma grazie a questo Kevala Kumbaka.<br />

SLOKA 75 - Ha ottenuto il livello del RAJA YOGA, non vi è alcun dubbio. E' per questo Kevala Kumbaka<br />

che ha luogo il risveglio di KUNDALINI.<br />

REBIRTHING - COME FUNZIONA<br />

"APANE JUHVATI PRANAM<br />

PRANE PANAM TATHA PARE<br />

PRANAPANAGATI RUDIHVA<br />

PRANAYAMA PARAYANAN"<br />

(BHAGAVAD GITA IV, 29)<br />

"Lo Yogi che immette il respiro inalante nel respiro esalante, e il respiro esalante nel respiro inalante, tram<strong>it</strong>e<br />

PRANAPANAGATI porta la v<strong>it</strong>a e la mote sotto il suo controllo e giunge alla Conoscenza trascendente".<br />

Questo verso magistrale del CANTO DEL BEATO, considerato come il testo sacro più importante della spiri-<br />

tual<strong>it</strong>à induista e quint'essenza dei SACRI VEDA, chiarisce in maniera lapidaria i seguenti punti:<br />

A - che la moderna tecnica respiratoria, denominata REBIRTHING da un pionere della NEW AGE, califor-<br />

niano conosciuto col nome di LEONARD ORR, proviene dallo <strong>Yoga</strong>;<br />

B - che questa antica tecnica era conosciuta e praticata da Yogi sia induisti che buddhisti;<br />

C - che il suo nome originale in sanscr<strong>it</strong>o è PRANAPANAGATI;<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

21


D - che veniva trasmesso da Maestro a discepolo tram<strong>it</strong>e iniziazione e che il suo scopo primario era la RI-<br />

NASCITA SPIRITUALE dell'individuo;<br />

E - che non si tratta di una respirazione CIRCOLARE e neppure di IPERVENTILAZIONE, ma di una "RE-<br />

SPIRAZIONE CONNESSA".<br />

La corretta respirazione connessa consiste nella connessione di prana e apana.<br />

PRANA è la forza bioenergetica ascenzionale azionata da PURAKA;<br />

APANA è la forza bioenergetica discenzionale azionata da RECAKA.<br />

Queste due forze, o correnti v<strong>it</strong>ali, controllano le altre correnti primarie (VYANA - UDANA -SAMANA) le quali<br />

assieme presiedono al funzionamento dei 7 CHAKRA e delle 72.000 VENE ETERICHE.<br />

L'organo preposto naturalmente per la respirazione è il naso.<br />

In certi casi, lim<strong>it</strong>atamente alla fase terapeutica, può essere utile respirare attraverso la bocca. Ma se questa<br />

si protrae oltre la prima fase (10 sedute) e lungamente nel tempo può produrre uno squilibrio energetico.<br />

Allorquando, tram<strong>it</strong>e la respirazione connessa, il prana si immette nell'apana e l'apana nel prana, la forza<br />

bioenergetica esplode nel PRANAMAYAKOSA (guaina bioenergetica o corpo astrale), la quale tram<strong>it</strong>e il<br />

DOPPIO ETERICO - vero e proprio punto di collegamento - va a magnetizzare il sistema nervoso autonomo<br />

del corpo fisico.<br />

Questa magnetizzazione porta ad una sospensione naturale del respiro (KUMBHAKA) arrestando il normale<br />

processo di decadimento cellulare e attivando potenti processi di autoguarigione e autotrasformazione.<br />

Tradizionalmente, pratiche yogiche come MAHAMUDRA e PRANAPANAGATI devono essere apprese da un<br />

Maestro veramente competente.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

22


UN CASO DI MORTE APPARENTE<br />

(LA BARRIERA : DASAMADWARA)<br />

"Mi resi conto di avere gli occhi aperti; ma facevo ancora parte di un altro mondo. Pareva che il mio corpo<br />

mi fosse stato dato per caso, e lo sentivo come qualche cosa di estraneo e difficile da indossare. Il dottore<br />

mi disse poi: "Quando venni a vis<strong>it</strong>arla, nell'un<strong>it</strong>à coronarica era perfettamente cosciente. Le chiesi come si<br />

sentisse e lei mi rispose: Mi sento come se avessi fatto il gran viaggio, ma con un biglietto di andata e r<strong>it</strong>or-<br />

no.<br />

E non si sbagliava, era stato "LA" ed era tornato indietro".<br />

Quello che seguì fu un gran brutto periodo, non riuscivo ad entrare in contatto con il mondo che mi circon-<br />

dava. Ero davvero presente o si trattava di un'illusione? Me ne stavo lì, coricato, ed osservavo il mio corpo<br />

con rispetto e stupore. Mi sembrava che agisse di sua spontanea volontà e che io fossi soltanto un osp<strong>it</strong>e<br />

là dentro.<br />

Com'era strana la mia mano che si tendeva a prendere qualche cosa. Mangiare, bere, guardare la gente,<br />

tutto mi sembrava accadere come in un film al rallentatore, come se io guardassi attraverso un velo. I miei<br />

familiari, gli amici e gli estranei continuavano a chiedermi: "COSA SI PROVA A MORIRE?"<br />

Potevo ricordare ciò che mi era successo durante quei vent<strong>it</strong>ré minuti in cui il MIO CUORE E IL MIO RE-<br />

SPIRO SI ERANO FERMATI? Mi accorsi di non poter comunicare facilmente agli altri questa mia esperienza.<br />

In segu<strong>it</strong>o, cercando di ricordare ciò che mi era successo, scoprii perché non riuscivo a ridurre la cosa ad<br />

una semplice successione di fatti.<br />

Quando lasciai il mio corpo, lasciai anche tutti gli strumenti sensibili con i quali percepiamo il mondo cosid-<br />

detto "REALE". Ma mi resi conto dopo di certe cose circa il posto da me occupato in questo mondo ed i<br />

miei rapporti con l'altra realtà.<br />

E questa conoscenza non mi veniva dal cervello, ma da un'altra parte di me che non riesco ad individuare. Il<br />

momento della transizione dalla v<strong>it</strong>a alla morte (O VICEVERSA), fu facile. Non ci fu il tempo per la paura, il<br />

dolore o il pensiero. L'ultima impressione che posso ricordare durò un breve istante. Stavo dirigendomi a<br />

tutta veloc<strong>it</strong>à verso una rete eccezionalmente luminosa. I fili e i nodi in cui si incrociavano le linee luminose<br />

vibravano mossi da una grande energia fredda.<br />

Questa rete appariva come una barriera che mi avrebbe imped<strong>it</strong>o di andare oltre. Per un attimo la mia vo-<br />

lontà sembrò diminuire, poi mi trovai nella rete. Appena venni a contatto con essa la vibrante luminos<strong>it</strong>à<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

23


aumentò fino a raggiungere un'intens<strong>it</strong>à accecante, che mi svuotò, mi assorbì e mi trasformò allo stesso<br />

tempo. Non provavo dolore. La sensazione non era né spiacevole, né piacevole, ma mi consumava total-<br />

mente. La natura di tutte le cose era cambiata. Le parole possono descrivere solo approssimativamente ciò<br />

che provai da quel momento in poi. La rete era come un trasformatore, un convert<strong>it</strong>ore di energia che mi<br />

trasformava attraverso la forma e l'assenza di forma, al di là dello spazio e del tempo. Ora non mi trovavo<br />

più in un luogo, neppure in una dimensione, ma diciamo piuttosto in un certo modo di essere. Questo nuo-<br />

vo "IO" non aveva nessun rapporto con l'altro io a me conosciuto da sempre. Era uno spir<strong>it</strong>o puro, defin<strong>it</strong>i-<br />

vo, immutabile, indivisibile, indistruttibile. Pur essendo assolutamente unico ed individualizzato, come lo è<br />

un'impronta dig<strong>it</strong>ale, quell'io faceva parte nello stesso tempo di un tutto infin<strong>it</strong>o, armonioso ed ordinato,<br />

dove sapevo di essere già stato in precedenza. La condizione nella quale si trovava questo mio io era per-<br />

vasa da un senso di grande immobil<strong>it</strong>à e di quiete profonda. Eppure c'era anche il senso di qualche cosa di<br />

importante che stava per essere rivelato, come di un altro cambiamento.<br />

Dopo il r<strong>it</strong>orno da quell'altro modo di essere molti dei miei atteggiamenti di fronte al mondo sono cambiati e<br />

continuano a cambiare.<br />

Mi rimane una ricorrente nostalgia di quell'altra realtà.<br />

UNA REALTA DI LUCE".<br />

I 5 GUARDIANI CELESTI<br />

"In ver<strong>it</strong>à, PRAJAPATI solo esisteva all'inizio:<br />

essendo solo, egli non gioiva. Avendo med<strong>it</strong>ato su se stesso, egli creò numerosi esseri:<br />

li vide che si comportavano come sassi, privi di intelligenza, senza v<strong>it</strong>a come pioli.<br />

E di ciò egli non si rallegrava.<br />

Quindi considerò: "Entrerò all'interno di costoro per animarli".<br />

Rendendosi simile al vento, penetrò in loro:<br />

ma fintanto che egli restò UNO non poté.<br />

Allora si suddivise nei 5 che si denominano:<br />

PRANA<br />

APANA<br />

SAMANA<br />

UDANA<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

24


VYANA.<br />

Quello che verso l'alto si propaga è PRANA,<br />

quello che scende in basso è APANA,<br />

quello mediante il quale i primi due sono assecondati è VYANA,<br />

quello che ripartisce la parte essenziale del nutrimento e delle bevande è SAMANA,<br />

quello che respinge verso l'alto è UDANA.<br />

Questo - PRAJAPATI - essendosi suddiviso in 5 si pose sul CUORE.<br />

Essenziato di mente, ivi esiste un corpo di PRANA, che ha la LUCE come forma e la VERITA' come immagi-<br />

nazione e l'eterno spazio come SE'.<br />

Prajapati allora, consegu<strong>it</strong>o il suo scopo, dal fondo del cuore pensò:<br />

"Possa io fruire degli oggetti!"<br />

Allora, avendo praticato delle aperture, fruì degli oggetti materiali mediante le 5 briglie.<br />

Le facoltà di percezione sono le 5 BRIGLIE;<br />

gli organi d'azione sono i 5 CORSIERI;<br />

il corpo è il CARRO;<br />

il mentale è l'AURIGA;<br />

il temperamento è la FRUSTA.<br />

Così questo corpo è fatto apparire come intelligente, mentre lo è il suo impulsore.<br />

Tale in Ver<strong>it</strong>à è lo spir<strong>it</strong>o che, non tocco dalle buone o cattive azioni, si muove in ogni corpo non evoluto,<br />

grazie alla sua sottigliezza, invisibil<strong>it</strong>à, impercettibil<strong>it</strong>à e distacco.<br />

Questo è, invero, puro, fermo, incrollabile, non turbato da passione o da desiderio;<br />

in se stesso dimorante come uno spettatore che gioisce dell'Ordine Cosmico".<br />

(MAITREYA UPANISAD II, 6-7)<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

25


Lama Yeshe Angelo Abbruzzo è nato nella Sicilia<br />

occidentale nel 1942.<br />

Pioniere delle ricerca olistica e del dialogo interreligioso<br />

in Italia, ha compiuto viaggi studio in<br />

India, Tibet, Terra Santa e altre parti del mondo.<br />

Nel 1970 è stato socio fondatore della<br />

FE.S.I.KA. (Federazione Sportiva Italiana Kara-<br />

te).<br />

Ha praticato arti marziali con diversi Maestri<br />

con i quali ha raggiunto alti livelli tecnici.<br />

Dal 1972 è stato discepolo del Maestro TAISEN<br />

DESHIMARU, fondatore dell'Ass. Int. Zen con<br />

sede a Parigi, ed è stato ordinato BIKSHU (monaco<br />

Buddista) con il nome di Taizen Angei.<br />

Nel 1974 è stato socio fondatore della FIY (Fe-<br />

derazione Italiana <strong>Yoga</strong>) con sede a Roma.<br />

Ha diretto per 25 anni il centro Dharma di Mila-<br />

no ove ha formato centinaia di insegnanti.<br />

Nel 1994 è stato socio fondatore dell'A.R.A.T.<br />

(Associazione <strong>Rebirthing</strong> ad approccio tran-<br />

spersonale) con sede a Milano.<br />

Dal 1989 al 1997 ha collaborato con l'A.ME.CO.<br />

(Associazione per la Med<strong>it</strong>azione di Consapevolezza<br />

di Roma) per l'organizzazione di r<strong>it</strong>iri<br />

spir<strong>it</strong>uali di VIPASSANA.<br />

Ha rilasciato interviste, tenuto conferenze, scr<strong>it</strong>to<br />

numerosi articoli nel campo delle discipline<br />

olistiche, del dialogo interreligioso e della pace<br />

nel mondo.<br />

L'incontro determinante della sua v<strong>it</strong>a è avvenu-<br />

to nel giugno del 1978 in Sikkim ove ha avuto<br />

l'immensa fortuna di conoscere, nel monastero<br />

di RUMTEK, sua Sant<strong>it</strong>à il 16° Karmapa, RAN-<br />

JUNG RIGPE DORJE.<br />

Nel 2002 ha riconosciuto ed è stato riconosciu-<br />

to da H.H. 17° Karmapa, URGYEN TRINLEY<br />

DORJE, presso il monastero di Gyuto, Sidhbari<br />

- Himachal Pradesh - India.<br />

R<strong>it</strong>ornato in India, nel marzo 2003, ha di nuovo<br />

incontrato il suo Maestro del cuore Karmapa e,<br />

per la prima volta, sua Eminenza TAI SITUPA.<br />

Sua Eminenza, emanazione di MAITREYA, oltre<br />

a preziosissimi insegnamenti spir<strong>it</strong>uali gli ha<br />

Note sull’autore<br />

donato il suo ROSARIO e consigliato di utilizzare<br />

il t<strong>it</strong>olo di LAMA.<br />

H.E. Tai S<strong>it</strong>upa, discepolo del 16° Karmapa e<br />

Insegnante Spir<strong>it</strong>uale del 17°: è Abate del mo-<br />

nastero SHERABLING, s<strong>it</strong>o nei pressi di Baiji-<br />

nath - Himachal Pradesh - India.<br />

Lama Yeshe è direttore spir<strong>it</strong>uale del KARMA<br />

KAGYU DORJELING con sede a Gallarate - Varese.<br />

L a m a Ye s h e Ve d a n t a Yo g a R e b i r t h i n g<br />

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