Shaolin - I segreti del Sacro Tempio - Vuoto
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1. DA CUORE A CUORE<br />
2. DEDICA ALL’AUTORE<br />
3. INTRODUZIONE<br />
4. L’ADDESTRAMENTO DEI MONACI<br />
5. IL GIOVANE SMARRITO<br />
6. L’ABATE DEL TEMPIO<br />
7. I DISCEPOLI YOGI SHAOLIN<br />
8. LA MENTE COME L’ACQUA<br />
9. IL TAO DEL TAI CHI<br />
10. IL VECCHIO GATTO<br />
11. IL RUGGITO DELLA TIGRE<br />
12. LE 18 MANI DEL BUDDHA<br />
13. CELEBRAZIONE DEL RESPIRO<br />
14. LE QUATTRO DIMORE CELESTIALI<br />
15. AWALOKITESWARA – ESSERE LUCE<br />
16. ILLUMINAZIONE IN CAMMINO<br />
17. I 10 ESERCIZI PREZIOSI<br />
18. LA CAMICIA ENERGETICA<br />
19. LA LEGGIADRIA DELLA MANTIDE<br />
20. LA GRU BIANCA<br />
21. LA POTENZA DEL DRAGO<br />
22. LA SINUOSITA’ DEL SERPENTE<br />
23. LA MEDITAZIONE BODHIDHARMA<br />
SHAOLIN<br />
I SEGRETI DEL SACRO TEMPIO<br />
Al mio amato Maestro<br />
INDICE GENERALE
24. I 10 ESERCIZI PREZIOSI<br />
25. LA CAMICIA ENERGETICA<br />
26. LA LEGGIADRIA DELLA MANTIDE<br />
27. LA GRU BIANCA<br />
28. LA POTENZA DEL DRAGO<br />
29. LA SINUOSITA’ DEL SERPENTE<br />
30. LA MEDITAZIONE BODHIDHARMA<br />
DA CUORE A CUORE<br />
Prima che nascessi io vidi quel meraviglioso sorriso.<br />
Non so come, non so dove, ma lo vidi.<br />
PARTE SECONDA<br />
Fu lunga e faticosa la ricerca, non scevra da pericoli, errori e illusioni.<br />
Ma quando i miei occhi furono in grado di vedere, quando le mie orecchie furono in grado di sentire,<br />
quando la mia mente fu in grado di tacere; quando al di là dei cinque sensi fui in grado di percepire, io lo<br />
vidi.<br />
Vidi quel sorriso sul tuo viso – mi rivolgo a Te che stai leggendo questo libro - , ed è lo stesso sorriso <strong>del</strong><br />
Buddha, lo stesso sorriso di Gesù.<br />
Che queste pagine siano per Te di aiuto nel trovare il tuo “VERO VOLTO”.<br />
DAL MIO CUORE AL TUO CUORE!<br />
A. ABBRUZZO
DEDICA ALL’AUTORE<br />
Questo scritto è dedicato al nostro Maestro Angelo Abbruzzo che ci ha trasmesso con grande amore e<br />
pazienza la disciplina <strong>del</strong>l’EQUILIBRIO, <strong>del</strong>l’ARMONIA, <strong>del</strong>la LUCE.<br />
Donandoci una tecnica, una visuale e soprattutto un pezzetto <strong>del</strong>la sua vita.<br />
Abbiamo visto, udito, assorbito e fatto nostro tutto questo che sarà per noi la coltivazione di un seme<br />
prezioso.<br />
Cosa è stato per noi la pratica <strong>del</strong>lo SHAOLIN ? Innanzi tutto unione, centro e luce, immersione nelle cose<br />
più estese e più grandi: finestra sulla vita.<br />
Gli incontri sono stati sempre uno scambio di idee, di percezioni, di angolazioni e di sfaccettature, ma<br />
soprattutto di silenzi, dove il cuore si tuffava per espandersi.<br />
Poi, a casa, davanti al lavello e nelle più semplici e banali mosse quotidiane, ecco nascere la riflessione e<br />
l’assimilazione di ciò.<br />
L’arricchimento diveniva entusiasmante ed era così legato alla pratica quotidiana da desiderare subito il<br />
gradino successivo !<br />
Vi era poi un settore particolare che accompagnava gli incontri che consisteva nei sogni: sì, proprio i sogni,<br />
cioè quel lavoro notturno che continuava nel subconscio, fatto quando la mente forse tace e lo <strong>Shaolin</strong><br />
agisce.<br />
Visioni legate all’azione di questa potente energia mossa che iniziava il suo lavoro sotterraneo.<br />
Come nei movimenti <strong>del</strong>la vita, ecco che si avanza e ci si ritira continuamente, si prendono chiare direzioni<br />
verso tutti i punti <strong>del</strong>la conoscenza per poi ritornare sempre alla base, al centro, al punto zero, al punto<br />
dove yin e yang si incontrano e nasce la quiete.<br />
Si dice nella Bhagavad Gita: “… combatti Arjuna, combatti…”.<br />
Ma con quali mezzi ?<br />
Eccone uno a portata di mano per il XX secolo e per i secoli a venire, riesumato, si direbbe, dal cassetto<br />
<strong>del</strong>la nonna: Semplice, Sicuro, Vigoroso, che racchiude in sé il tutto.<br />
Per ciascuna di noi sicuramente lo <strong>Shaolin</strong> ha operato un cambiamento, ci ha fatto scoprire “la Vena d’Oro”,<br />
il nostro timbro speciale, la nostra caratteristica, la nostra unicità nell’universo e non continuiamo oltre per<br />
non scoprire anche il senso di onnipotenza che a volte ti fa volare via, dimenticando la più docile <strong>del</strong>le virtù:<br />
l’UMILTA’.
Siamo parte <strong>del</strong> Tutto ed ognuno ha un proprio ruolo nel tutto. Nessuno è uguale all’altro e ci vogliono molti<br />
pezzi diversi per comporre l’insieme, esattamente come un orologio smontato dove ci sono svariati<br />
ingranaggi che, visti sparsi, divisi, ci si chiede come possano riuscire a formare uno strumento per l’esatta<br />
misurazione <strong>del</strong> tempo. Ma quando un orologiaio prende ogni pezzo, lo mette al suo posto, non solo ci si<br />
accorge che l’orologio funziona, ma che segna anche l’ora esatta.<br />
Finché ogni più piccolo elemento rimane al suo posto e fa il proprio lavoro tutto funziona bene.<br />
Fatto questo ora non ci resta che dare il meglio di noi !<br />
Pensiamo sempre di essere gli artefici mentali <strong>del</strong>le nostre scelte ma può essere che siano altre vibrazioni,<br />
forse quelle <strong>del</strong>lo <strong>Shaolin</strong>, ad operare.<br />
Forse è stata sufficiente una frazione di silenzio perché lo <strong>Shaolin</strong> ci facesse pervenire il suo richiamo.<br />
Perciò non servono diserzioni né scientifiche né filosofiche. E’ solo una questione di silenzio e di ascolto, è<br />
solo l’aver percepito che nel Respiro Cosmico esiste anche il respiro <strong>del</strong>lo <strong>Shaolin</strong>, con il suo ritmo, le sue<br />
energie in movimento, la sua danza ancestrale e così in quella frazione di secondo si è creato un feeling che<br />
va coltivato, amato, assecondato non con la sola contemplazione, ma con l’azione e l’esercizio. L’allievo<br />
deve trovare dentro di sé la “sua” forma con costante esercizio e dopo lungo lavoro di imitazione.<br />
Quindi per un buon apprendimento occorre che si veda il “mo<strong>del</strong>lo” nella pratica <strong>del</strong>la forma, nella pratica<br />
<strong>del</strong>la vita.<br />
Non solo il maestro è importante, ma anche l’armonia di una classe è elemento fondamentale che va<br />
ricercato continuamente.<br />
Sappiamo che ognuno di noi stabilisce rapporti affettivi a carattere positivo nei confronti di coloro che vede<br />
come persone che hanno contribuito o contribuiscono ad ampliare il suo spazio di movimento cognitivo.<br />
L’aver avuto esperienza di Hatha Yoga, di Meditazione e di amicizia con le persone di un gruppo<br />
antecedente l’apprendimento <strong>del</strong>lo <strong>Shaolin</strong> è stato un elemento importante, anche se la conoscenza a volte<br />
scatena processi psicologici o pulsioni inconsce, fenomeno di rimozioni precedenti.<br />
Ma non solo la mente rispecchia il vissuto, ma anche il nostro corpo è un’immagine <strong>del</strong>la vita passata; si sa,<br />
per esempio, che traumi psichici ed emotivi tendono ad irrigidire i tessuti muscolari <strong>del</strong> corpo.<br />
Perciò è necessario un accurato lavoro sul nostro fisico, sulla mente e sullo spirito, un lavoro di unità legato<br />
dal respiro.<br />
Le applicazioni non sono semplici da apprendere, ma sono utili per contrapporre il vuoto al pieno e sono un<br />
valido artificio mentale per memorizzare le posizioni.
L’Equilibrio, l’Armonia, la Creatività che ognuno apporta alla forma, sono già dentro di noi, ma il lavoro per<br />
farle emergere è lungo e faticoso.<br />
Michelangelo, di fronte ad un blocco di marmo, dice: “Basta togliere il superfluo e tutto è già lì.”<br />
Siamo consapevoli che per te, Maestro, sia stato un grande lavoro, tuttavia pensiamo che anche tu, vicino a<br />
noi, ritempravi le forze prendendo, forse, un po’ di ossigeno per il compito gravoso che ti aspettava in città.<br />
Le nostre vibrazioni di Bene, Amicizia, Fratellanza, Unità li si moltiplicavano e formavano un tutt’uno a cui<br />
attingere.<br />
CARO MAESTRO Grazie Grazie Grazie<br />
Marisa<br />
Elena<br />
Cristina
“SE UN UOMO COMPIE IL BENE<br />
LO COMPIA RIPETUTAMENTE,<br />
LO COMPIA INTENZIONALMENTE;<br />
LA GIOIA SI ACCUMULA COL BENE.”<br />
INTRODUZIONE<br />
Dhammapada: V.118<br />
Immaginate di essere all’interno <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Tempio</strong> <strong>Shaolin</strong>: in una sala soffusa di luce c’è un uomo vestito di<br />
nero, è un Monaco dallo sguardo fermo, vivo ed intenso.<br />
Osservatelo con l’immaginazione, con l’occhio <strong>del</strong>la vostra mente:<br />
Il suo respiro naturale e profondo lo unisce alle forze <strong>del</strong> cielo ed a quelle <strong>del</strong>la terra. Tutto il suo essere è in<br />
uno stato di concentrazione totale nella posizione <strong>del</strong> PALO IMMOBILE (CHING TSO) mentre la sua energia<br />
si irradia sino a riempire lo spazio attorno.<br />
Dopo questo esercizio, apparentemente statico, ora le sue braccia, le mani, la testa, le gambe e tutto il suo<br />
corpo compongono nello spazio le figure dei cinque mitici animali: la GRU, il SERPENTE, il DRAGO, il<br />
LEOPARDO e la TIGRE.<br />
- Eccolo spiegare le ali nella GRU (HO) muovendosi con grande leggerezza, armonia ed equilibrio.<br />
- Eccolo assumere le movenze sinuose e ondeggianti <strong>del</strong> COBRA (SHE), le sue mani colpiscono col suo<br />
micidiale morso.<br />
- Ora la sua respirazione diviene più intensa nelle movenze <strong>del</strong> DRAGO (LUNG) fluide, circolari e potenti.<br />
- Ora il suo corpo assume l’aspetto di un LEOPARDO (PAO) che con la sua tipica felinità balza e azzanna<br />
la preda alla gola.<br />
- Da leopardo si trasforma in una TIGRE (HU) che ruggisce.<br />
Il respiro <strong>del</strong> Monaco, sempre profondo e consapevole, attiva l’ENERGIA COSMICA (CHI). Questa energia<br />
lo pone in collegamento con tutto ciò che vive e pulsa, poiché tutto l’universo è manifestazione – sottile o<br />
grossolana – <strong>del</strong>la stessa energia.<br />
Il Monaco lo sa, non per sentito dire, ma perché ha sperimentato direttamente e tutto il suo essere è in uno<br />
stato di armonia e di unità.
Ora il Monaco, girando 3 volte su se stesso in senso orario, saluta il sole nascente – simbolo <strong>del</strong>l’Assoluto -<br />
e si siede su un cuscino nella postura triangolare per meditare. Mentre il Monaco è assorto in meditazione,<br />
nella sala profumata di incenso, sembra riecheggino le parole <strong>del</strong> grande Yogi NAGARJUNA:<br />
“CH’IO POSSA ANNUNCIARE SENZA TURBAMENTO LA VERITA’ (DHARMA)<br />
A TUTTI GLI ESSERI, CH’IO POSSA DARE LORO GIOIA, SERVIZIO, CONOSCENZA.”<br />
Dopo l’immobilità il movimento (YANG),<br />
dopo il movimento l’immobilità (YIN).<br />
Al di là <strong>del</strong> movimento e <strong>del</strong>l’immobilità vi è uno stato di vuoto (WU CHI) non sottoposto alla LEGGE DEI<br />
CONTRARI.<br />
In questo vuoto scompare ogni dualismo e sorge l’AMORE INCONDIZIONATO per tutte le creature che, in<br />
varie sfaccettature, si manifesta essenzialmente come:<br />
- COMPASSIONE (KARUNA)<br />
- BENEVOLENZA (MAITRI)<br />
- GIOIA ALTRUISTICA (MUDITA)<br />
Sul Monaco meditante si posa la mano benedicente <strong>del</strong> Risvegliato (BUDDHA). Egli ripete all’assemblea<br />
degli esseri di Luce presenti nella sala le parole che già disse 2.500 anni fa:<br />
“Ecco, o Amici, un uomo con la mente rivolta alla benevolenza vive irradiandola verso una regione, verso<br />
una seconda, versa una terza regione, con il cuore pieno di amore grande, abbondante, accresciuto senza<br />
misura, libero da odio e da afflizione.<br />
Possano tutti essere felici, tutti gli esseri deboli e forti senza eccezione; nelle sfere superiori, medie, inferiori<br />
<strong>del</strong>l’esistenza; piccoli o grandi, visibili o nascosti, vicini o lontani, nati o non ancora nati. Possano tutti star<br />
bene ed essere felici.”<br />
(METTA SUTTA)<br />
Ora il Monaco, uscendo dallo stato meditativo, prende alcune respirazioni profonde.<br />
Prima di continuare con la pratica <strong>del</strong> SOLO EXERCISE (TAI CHI CHUAN) ricorda alcuni versi dei SACRI<br />
VEDA:<br />
“…Il Saggio perseverante nella gnosi acquisita non disperda la mente nelle molte parole, futile risonanza di<br />
voce.”
“NON FARE IL MALE, ESERCITARSI<br />
NEGLI ELEMENTI SALUTARI,<br />
PURIFICARE LA MENTE, QUESTA E’<br />
L’ESSENZA DELLA DOTTRINA.”<br />
L’ADDESTRAMENTO DEI MONACI<br />
Dhammapada: V.183<br />
Lo scopo, quindi, <strong>del</strong>l’insegnamento dei grandi Maestri <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Tempio</strong> <strong>Shaolin</strong>, non era quello di creare<br />
combattenti invincibili, ma bensì GUERRIERI SPIRITUALI, uomini <strong>del</strong> cuore compassionevole, uomini veri.<br />
Questi uomini, questi monaci, venivano forgiati nel corpo e nello spirito attraverso allenamenti durissimi che<br />
si svolgevano giornalmente in una <strong>del</strong>le sale <strong>del</strong> <strong>Tempio</strong>.<br />
La pratica era sempre condotta da un Maestro che insegnava più con l’esempio che con la parola affinché<br />
gli allievi potessero sperimentare direttamente la verità di ciò che veniva trasmesso senza l’intervento <strong>del</strong><br />
mentale che assai spesso distorce la percezione <strong>del</strong> reale.<br />
Oltre alla meditazione i monaci venivano addestrati con la pratica dei 5 ANIMALI (WU HSING CHUAN), la<br />
MANTIDE RELIGIOSA (TAN LANG), le 18 MANI DEL BUDDHA (SHO PA LO HAN SHOU), esercizi respiratori<br />
(CHI KUNG), sacre formule (MANTRAS) e tecniche di guarigione.<br />
Raggiunto un certo livello, poi, ogni aspirante monaco riceveva l’INIZIAZIONE a pratiche specifiche miranti<br />
al raggiungimento <strong>del</strong>lo stato di illuminazione (BUDDHITA’).<br />
Naturalmente non tutti i praticanti divenivano MONACI (BIKKSHU), poiché le pratiche molto severe<br />
portavano ad una selezione tanto spontanea quanto spietata.<br />
Quelli che riuscivano a superare le difficoltà, oltre ad essere illuminati, divenivano MONACI GUARITORI.<br />
Le pratiche di guarigione andavano dalla imposizione <strong>del</strong>le mani (PRANOTERAPIA), all’attivazione dei vortici<br />
di energia (CHAKRAS), dall’uso di pozioni medicinali a formule magiche che conferivano al Monaco il potere<br />
di guarire, allontanare interferenze esterne ed orientare eventuali spiriti ossessori dalla persona malata.<br />
Gli INIZIATI, raggiunto un alto livello di pratica e la padronanza <strong>del</strong> TAI CHI, ovvero la danza cosmica<br />
celebrativa dei contrari (YIN-YANG), si dedicavano solamente alla pratica meditativa ed alla preghiera per il<br />
bene, la pace e l’illuminazione di tutti gli esseri senzienti.<br />
A questo punto un monaco diveniva BODHISATTWA, vale a dire un uomo che pulsa d’Amore e che aiuta<br />
vibrazionalmente tutti gli esseri dei 3 Mondi:<br />
- MATERIALE<br />
- ASTRALE<br />
- MENTALE
Quello <strong>del</strong> Bodhisattwa è un operare costante, giorno e notte, un aiuto invisibile, un dono senza volto.<br />
E in questo dono possiamo anche vedere il significato sostanziale <strong>del</strong>le parole <strong>del</strong> CRISTO:<br />
“Nessuno ha amore più grande di colui che dona la vita per salvare i suoi fratelli.”<br />
“CHI CERCA LA SUA GIOIA<br />
INFLIGGENDO AD ALTRI DOLORE,<br />
CONFUSO ED INTESSUTO DI OSTILITA’,<br />
MAI SI LIBERA DALLE OSTILITA’.”<br />
IL GIOVANE SMARRITO<br />
Dhammapada: V.291<br />
In attesa di impartire gli insegnamenti <strong>Shaolin</strong> ai suoi discepoli, il monaco riceve la visita di un giovane dallo<br />
sguardo smarrito.<br />
“Perché sei venuto a me figliolo ?“<br />
“Sono venuto da te perché ho <strong>del</strong>le grosse perplessità. Ci sono cose che vorrei capire e non capisco. Tante<br />
cose a cui vorrei credere e tante cose che vorrei vedere.<br />
Ma a chi devo credere ?<br />
Che cosa devo vedere ?<br />
Che cosa devo capire ?<br />
Maestro, mi hanno indicato tante strade, mi hanno raccontato tante cose ed ora non capisco più nulla.<br />
Avevo un grande entusiasmo ed ora ho perso anche quello. Ho provato il male, ho provato il bene. Ho<br />
provato l’amore ed il dolore. Ho vissuto da ricco e da povero. Tutto ho provato. Sono arrivato ad un punto<br />
in cui non mi interessa più vivere così.<br />
Solo una volta ero così vicino alla soluzione <strong>del</strong> problema <strong>del</strong> nascere e <strong>del</strong> morire che credevo di scoprirlo<br />
da un momento all’altro.<br />
Ero in preghiera.<br />
Mi ero avvicinato così tanto a quella emissione di forza che il cervello si era fatto aiutare da ogni cellula <strong>del</strong><br />
corpo. Ero vicino a quella luce, anzi vicinissimo; quella luce che trascende le forme, le forze e le simmetrie.<br />
Ma poi dopo un po’ di tempo, di nuovo l’ottundimento ed il caos.”
“Chissà com’è – disse il monaco – passare il tempo tra un fiore e l’altro come fanno le farfalle.”<br />
“Perdonami maestro se ti sto annoiando con le mie chiacchiere.”<br />
Il monaco lo guardò, gli poggiò le mani sulle spalle e gli diede un bacio sulla fronte. Attraverso i rami, le<br />
foglie, la vegetazione passò una leggera brezza di santità e fu come un momento di grande festa per tutta<br />
la natura.<br />
“Figliolo – disse il maestro – tu vuoi capire un universo dove tutto è capito. Ragionare dove tutto è lume. Far<br />
entrare nella tua mente l’immenso con parole. Lascia i filosofi e le religioni e prendi la strada <strong>del</strong>la saggezza.<br />
Attraverso la meditazione e la conoscenza interiore, tutto ti parlerà, e capirai la filosofia e la religione,<br />
perché nulla fa luce senza la comprensione di te stesso. Solo per questa via la vita si fa comprensibile.<br />
Ora figliolo recati alla sala <strong>del</strong> Buddha dove potrai ascoltare il discorso <strong>del</strong>l’Abate <strong>del</strong> <strong>Tempio</strong>."
“SE UN UOMO CHIARAMENTE PARLA<br />
O AGISCE LA GIOIA LO SEGUE,<br />
COME OMBRA CHE NON ABBANDONA.”<br />
L’ABATE DEL TEMPIO<br />
Dhammapada: V.2<br />
L’abate <strong>del</strong> tempio, monaco anziano e grande saggio, inizia il discorso sulla conoscenza <strong>del</strong>le 4 NOBILI<br />
VERITA’ (ARYA SACCA):<br />
“Ecco, o amici, un monaco che secondo realtà conosce:<br />
- QUESTO E’ DOLORE<br />
- QUESTA E’ L’ORIGINE DEL DOLORE<br />
- QUESTA E’ LA CESSAZIONE DEL DOLORE<br />
- LA VIA CHE PORTA ALLA CESSAZIONE DEL DOLORE E’ L’OTTUPLICE SENITERO (ARYA MARGA)<br />
Ecco, o amici, la prima nobile verità:<br />
- nascita è dolore,<br />
- morte è dolore,<br />
- vecchiaia è dolore,<br />
- la perdita di ciò che si crede di possedere è dolore,<br />
- non ottenere ciò che si desidera è dolore.<br />
Ecco, o amici, la seconda nobile verità:<br />
- tutto ciò che è attaccamento o avversione nei confronti dei 5 punti precedenti è dolore.<br />
Ecco, o amici, la terza nobile verità:<br />
- essa è costituita dalla cessazione <strong>del</strong>l’ignoranza (AVIDHYA) e dai suoi due precedenti poli opposti<br />
(ATTACCAMENTO e AVVERSIONE).<br />
Ecco, o amici, la quarta nobile verità <strong>del</strong>l’ottuplice sentiero:<br />
1. retta visione<br />
2. retta intenzione<br />
3. retta parola<br />
4. retta azione<br />
5. retta vita
6. retto sforzo<br />
7. retta concentrazione<br />
8. retta meditazione<br />
Ecco, o amici, un monaco che così conoscendo la via che porta all’annientamento <strong>del</strong> dolore giorno e notte<br />
si applica:<br />
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di aiutare tutti gli esseri;<br />
- egli si adopera, tende lo spirito , si esercita con il proposito di astenersi dal dire parole aspre, dal<br />
discorso calunnioso, dal vuoto cicaleccio;<br />
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di non togliere la vita ad alcun essere<br />
vivente;<br />
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di astenersi dal prendere il non dato;<br />
- egli si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di cercare in sé la volontà alla stabilizzazione<br />
di cose buone sorte, accrescerle, svilupparle, completarle.<br />
E così, o amici sorge nel monaco la chiara comprensione <strong>del</strong>le 4 DIMORE DIVINE (BRAHAMA VIHARA):<br />
- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nella benevolenza;<br />
- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nella compassione;<br />
- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nella gioia simpatetica;<br />
- il monaco solerte, consapevole, perspicace si diletta nel soggiornare nell’equanimità.<br />
“Chi consapevole – disse il Risvegliato (BUDDHA) – coltiva simpatia smisurata verso tutte le creature;<br />
chi consapevole offre rifugio e protezione a tutti gli esseri senzienti;<br />
chi consapevole si rallegra per la felicità altrui osserva la disciplina;<br />
chi osserva la disciplina ha conoscenza e chi ha conoscenza osserva la disciplina.”<br />
Ora l’Abate ed i monaci <strong>Shaolin</strong> intonano un sacro mantra:<br />
“NAMU TASSA BHAGAVATU ARAHATU SAMMASAMBUDDHASSA”<br />
(Gloria a Lui, al sublime, al venerabile, al perfetto Risvegliato.)
“ECCELSO E’ L’OTTUPLICE SENTIERO,<br />
VIA ALLE QUATTRO NOBILI VERITA’.<br />
LA LIBERAZIONE DALLA BRAMA E’ IL<br />
PIU’ ALTO ELEMENTO PER COLORO<br />
CHE HANNO DUE PIEDI E OCCHI”.<br />
I DISCEPOLI SHAOLIN<br />
Dhammapada: V. 273<br />
Ora il Monaco, predisponendosi interiormente a ricevere i suoi quattro discepoli, si rammenta le parole <strong>del</strong><br />
Maestro:<br />
“Ciascuno istruisca prima se stesso poi istruisca gli altri.”<br />
“Ciascuno guidi prima se stesso poi guidi gli altri… .”<br />
I quattro discepoli entrano nella sala a MANI GIUNTE, con attenzione, gratitudine e rispetto.<br />
Essi intuiscono quanto siano fortunati per il fatto di poter apprendere lo <strong>Shaolin</strong> nel <strong>Sacro</strong> <strong>Tempio</strong> e i loro<br />
occhi fiduciosi guardano il monaco che li accoglie amorevolmente.<br />
“COME UN GROSSO MASSO<br />
NON E’ MOSSO DAL VENTO,<br />
COSI’ DA BIASIMO O DA LODE<br />
NON E’ MOSSO IL SAGGIO.”<br />
LA MENTE COME L’ACQUA<br />
Dhammapada: V. 81<br />
“L’acqua, o miei diletti, scorre sempre per raggiungere un livello armonioso, non ha forma propria ma<br />
prende quella <strong>del</strong> recipiente che la contiene. Può, così, assumere qualsiasi forma senza perdere la sua<br />
identità e vincere ogni battaglia senza combattere, infatti nella sua natura di acqua non c’è sforzo ma<br />
fluidità.<br />
Osservatela con l’occhio mentale:<br />
- turbinante nelle cascate<br />
- calma nella superficie di un lago
- minacciosa in un torrente<br />
- dissetante in una fresca sorgente.<br />
Essa ad ogni spinta, ad ogni impedimento risponde con un movimento complementare, senza opporre<br />
resistenza, lasciandosi fluire, come la vita, nella continua trasformazione naturale.<br />
Trasformazione secondo natura, vuol dire muoversi in armonia con le leggi <strong>del</strong>la vita universale.<br />
Tutto ciò che viene manipolato con la prevaricazione, tutto ciò che viene represso; tutto ciò che viene<br />
contratto; tutto quello che ha connotazione mentale negativa si trasforma in ghiaccio e in questo non fluire<br />
con la vita ecco il freddo e il gelo, la paura che attanaglia e paralizza.<br />
Sia, perciò, la vostra mente come l’acqua: libera, fresca e pura, o miei diletti, sappiate che non vi sono<br />
nemici da combattere se non quelli che sono in voi, nella vostra mente.<br />
Allora vincere veramente vuol dire conoscere se stessi, osservare i fantasmi mentali che, a volte, assumono<br />
l’apparenza di mostri e integrarli nella chiara consapevolezza <strong>del</strong>la natura di Buddha, cioè la nostra vera<br />
natura.<br />
Così, in questa osservazione senza giudizio o condanna, in questa consapevolezza amichevole, calda e<br />
accettante i mostri che assumono l’aspetto <strong>del</strong>l’ignoranza con i suoi 5 parenti stretti costituiti da:<br />
- Attaccamento<br />
- Avversione<br />
- Indolenza<br />
- Dubbio<br />
- Confusione<br />
vengono trasformati come il ghiaccio che sciogliendosi ritorna a fluire. Come disse un grande saggio:<br />
“Senza impurità nell’acqua<br />
Dello Spirito<br />
Chiara è la luna<br />
Anche le onde vi si infrangono<br />
E sono trasformate in Luce.”<br />
Ora meditiamo, o miei diletti, iniziando con una proposizione:<br />
CHE IO POSSA ESSERE IN PACE<br />
CHE IO POSSA ESSERE LIBERO<br />
CHE IO POSSA ESSERE FELICE.
Non sia questa proposizione una vana ripetizione, un inutile chiacchiericcio mentale, bensì una totale<br />
identificazione con le qualità evocate sapendo che esse sono da risvegliare, non da acquisire, giacché sono<br />
già dentro di noi. Ecco perché quando le sentiamo risuonare in tutto il nostro essere ci sentiamo a casa,<br />
nella nostra “VERA CASA”.<br />
I 4 discepoli seduti in CERCHIO assieme al monaco meditano a lungo, immobili come statue esternamente<br />
ma interiormente vivi, vibranti, consapevoli.<br />
Ora il monaco intona un sacro mantra di guarigione spirituale rivolto ai suoi discepoli e, nel contempo, a<br />
tutti gli esseri senzienti:<br />
“OM TARE TUTTARE TURE SOHA”
“LO STOLTO CHE RICONOSCE<br />
LA SUA STOLTEZZA E’ SAGGIO,<br />
MA LO STOLTO CHE SI REPUTA<br />
SAGGIO DA SE STESSO,<br />
GIUSTAMENTE E’ CHIAMATO STOLTO.”<br />
IL TAO DEL TAI CHI<br />
Dhammapada: V.63<br />
“Ecco la danza cosmica celebrativa dei contrari, o miei diletti.<br />
Essa racchiude un mondo di sottigliezza, di bellezza e di armonia, giacché è l’ARTE SUPREMA da<br />
padroneggiare prima di accedere allo stato di boddhisattwa.<br />
Dunque, o diletti, immergendovi nel TAO, fluite liberi e freschi come l’acqua; sia rilassato il corpo, sia<br />
rilassata la mente, sia rilassato tutto il vostro essere.<br />
Questa immersione nel TAO, è una immersione nel tutto, immersione nel mare <strong>del</strong>l’energia cosmica.<br />
Il TAO – come è detto nelle antiche scritture – è pienezza senza inizio e senza fine. Dalla pienezza si attinge<br />
pienezza, attinta la pienezza dalla pienezza, la pienezza rimane tale.<br />
In questa immersione nell’eterno TAO, in questo fluire come l’acqua, siete nell’infinito continuo presente, o<br />
miei diletti.<br />
A conclusione <strong>del</strong>la forma, dopo aver disegnato nello spazio le 108 figure <strong>del</strong> TAO, vi troverete in uno stato<br />
d’essere nel quale cadono i veli che coprono la luce; allora spontaneamente si produce l’esperienza<br />
benedetta, simile ad uno stato di grazia.”<br />
Guidati dal monaco precettore, i discepoli si muovono con una leggerezza e armonia tale da sembrare<br />
fluttuanti nello spazio nella sequenza <strong>del</strong>l’ULTIMA ARTE.
“COME LA PIOGGIA PENETRA<br />
IN UNA CASA DAL TETTO SCONNESSO,<br />
COSI’ LA BRAMA PENETRA<br />
NELLA MENTE NON BENE ESERCITATA,<br />
NON ESPERTA, NON EQUILIBRATA.”<br />
IL VECCHIO GATTO<br />
Dhammapada: V.13<br />
Molti anni fa viveva un esperto nell’arte <strong>del</strong>la spada di nome Shoken. Un giorno un grosso topo entrò nella<br />
sua casa infastidendolo continuamente senza che egli riuscisse a catturarlo.<br />
Shoken acquistò allora un gatto che subito balzò sul topo, ma fu morso ferocemente sul naso e messo in<br />
fuga.<br />
Shoken sorpreso, si fece prestare dei suoi vicini alcuni gatti esperti cacciatori. Li rinchiuse in casa, ma tutti<br />
furono feriti e messi in fuga dal terribile topo.<br />
Shoken disse allora al suo servo: “Mi hanno detto che nel paese vicino vive un gatto molto famoso. Và a<br />
fartelo prestare dal suo proprietario.”<br />
Il domestico tornò con un gatto vecchio, malandato, dall’aria pacifica e sonnolente, che non sembrava<br />
assolutamente in grado di far fronte all’avversario. Lo stesso topo vedendolo si rassicurò e sottovalutandolo<br />
non gli prestò soverchia attenzione, ma il vecchio gatto con un balzo gli fu sopra e lo uccise.<br />
La sera stessa tutti i gatti si riunirono nel granaio di Shoken e messo al posto d’onore l’eroe <strong>del</strong> giorno gli<br />
dissero: “Finora noi pensavamo di essere degli ottimi cacciatori di topi e ci siamo allenati per anni a<br />
catturarli, tuttavia siamo stati tutti battuti dal topo che tu sei riuscito con facilità ad uccidere. Qual è il tuo<br />
segreto?”<br />
Il vecchio gatto sorrise e disse: “siete degli ingenui; vi siete abituati a combattere un solo tipo di avversario<br />
e quindi non sapete come cavarvela quando incontrate un topo diverso dagli altri; ma ora raccontatemi<br />
piuttosto come vi allenate.”<br />
Un gatto nero prese per primo la parola: “Sono nato da una nobile famiglia di cacciatori di topi e mi alleno a<br />
fare i balzi più lunghi, più alti e più veloci di tutti.”<br />
Il vecchio gatto così replicò: ”Nella difficile arte <strong>del</strong>la cattura <strong>del</strong> topo tu ti sei specializzato solo nel salto. Tu<br />
non applichi che una sola tecnica e quindi sei stato battuto.”
Un grosso gatto tigrato intervenne con tono sicuro: “Io avevo già compreso ciò che ora tu dici e riuscivo a<br />
catturare i topi o con una zampata o con qualsiasi altra tecnica. Sempre avevo trionfato e nessun topo era<br />
sfuggito ai miei colpi; tuttavia in questo caso sono stato battuto pure io. Perché ?”<br />
Il vecchio gatto rispose: “Tu manchi di modestia e hai l’orgoglio di essere il più forte e di vincere sempre;<br />
ma ricorda che se tu combatti il nemico egli ti combatterà, se ti sforzi di ucciderlo egli fa lo stesso. E’ vana<br />
illusione pensare che il tuo nemico sia sempre più debole. Non si può paragonare la corrente normale <strong>del</strong><br />
fiume ad un gorgo improvviso. Un topo che sta per morire può talvolta attaccare con la furia <strong>del</strong>la<br />
disperazione. Per salvare la sua vita egli dimentica di essere topo e tutto il resto. Tu non riuscirai mai a<br />
battere un simile topo.”<br />
Prese quindi la parola un piccolo gatto grigio: “Io mi sono allenato severamente dando importanza<br />
soprattutto all’aspetto mentale. Non sono orgoglioso e non mi piace combattere. Se incontro un avversario<br />
più forte di me cerco di farmelo amico.”<br />
Il vecchio gatto disse allora: “Il termine “amico” come tu lo usi non è naturale. Se tu decidi di non attaccare,<br />
l’avversario ne sarà subito cosciente. Supponiamo tuttavia che tu ottenga la sua amicizia e che egli poi ti<br />
attacchi a tradimento. Ti troveresti senza difesa. Ciò che ti hanno insegnato è <strong>del</strong> tutto inutile.”<br />
Il vecchio gatto continuò: “Molti anni fa ho conosciuto un gatto che dormiva tutto il giorno. Dovunque lo<br />
portassero, sparivano i topi anche se nessuno lo aveva mai visto cacciarli. Gli chiesi il suo segreto. Egli non<br />
rispose. Gli ripetei quattro volte la domanda. Invano, io non l’ho mai potuto uguagliare.”<br />
L’attenzione inconsapevole <strong>del</strong> gatto …<br />
La disattenzione inconsapevole <strong>del</strong>l’uomo …
“TRA COLORO CHE IN COMBATTIMENTO<br />
MILLE VOLTE VINSERO MILLE NEMICI,<br />
COLUI CHE VINSE SE STESSO<br />
E’ IL VERO VINCITORE.”<br />
BUDDHA<br />
IL RUGGITO DELLA TIGRE – HU CHUAN<br />
“Prendendo spunto dalla storiella <strong>del</strong> “VECCHIO GATTO” e sapendo che la vera forza è dentro di noi,<br />
andiamo a praticare la forma denominata “TIGRE”.<br />
Per prima cosa ponetevi in sintonia col momento presente ancorandovi al respiro; osservate il flusso<br />
naturale e spontaneo attraverso le narici; osservate il petto, l’addome; osservate il flusso <strong>del</strong>le sensazioni<br />
che il corpo mente vi comunica.<br />
Siate consapevoli di tutto ciò che è in voi e attorno a voi.<br />
Ora visualizzate la tigre, osservatela con l’occhio mentale: mentre si muove o si acquatta, mentre corre o<br />
riposa, mentre accudisce i suoi cuccioli, mentre balza e azzanna la preda o mentre si riposa.<br />
Identificandovi con essa, con la sua caratteristica felinità, con la sua forza, con la potenza che sprigiona<br />
unitamente a elasticità e morbidezza, siate perfettamente consapevoli, evitando di scivolare in stati alterati<br />
di coscienza.<br />
Quando percepite il contatto con le sue qualità, lasciate che il corpo si muova da se stesso; lasciatevi fluire<br />
totalmente evitando di mettere in azione il mentale.”<br />
Il monaco lascia che i suoi 4 discepoli entrino in questo stato di “TRANCE” consapevole; lascia che<br />
divengano un tutt’uno con le qualità che la tigre manifesta in perfetta sintonia con la natura e l’ordine<br />
cosmico.<br />
Soggettivamente ognuno dei quattro discepoli manifesta le caratteristiche oggettive <strong>del</strong>la tigre:<br />
caratteristiche archetipiche, collegate con l’energia ancestrale.<br />
Dopo un certo tempo, vigilando su ognuno dei suoi discepoli – figli spirituali – li invita a riprendere contatto<br />
col respiro, ad essere coscienti, ad ascoltare il flusso <strong>del</strong>le sensazioni, ad essere consapevoli alle<br />
modificazioni energetiche prodotte dalla pratica, ad osservare come “TESTIMONI” un’eventuale emersione<br />
di contenuti mentali.
Conclusa la pratica, i discepoli sostano a lungo eretti, a MANI GIUNTE esprimendo con questo antico gesto<br />
gratitudine, rispetto, unione, non violenza, armonia, connessione con la linea dei grandi maestri YOGHI-<br />
SHAOLIN.
“SU CHI OFFENDE UN UOMO RETTO,<br />
UN UOMO SINCERO, SENZA MACCHIA,<br />
SU COSTUI STOLTO RICADE IL MALE,<br />
COME POLVERE GETTATA CONTRO VENTO.”<br />
LE 18 MANI DEL BUDDHA<br />
Dhammapada: V.125<br />
I monaci iniziati sono nella sala <strong>del</strong> Buddha per la pratica <strong>del</strong>le 18 MANI diretta dall’Abate <strong>del</strong> tempio<br />
THAYE DORJE.<br />
L’insegnamento orale <strong>del</strong> Maestro è, secondo la tradizione, ripetitivo. Questo sta a significare che il Dharma<br />
enunciato deve entrare in profondità. Solo così può essere digerito e ben assimilato dai discepoli che<br />
devono trasmettere quanto appreso – per via di diretta esperienza – agli aspiranti monaci che potranno, a<br />
loro volta, sperimentare.<br />
Ora l’Abate <strong>del</strong> tempio THAYE DORJE inizia il suo discorso sul Dharma inerente le 18 MANI DEL BUDDHA,<br />
mentre i discepoli seduti in cerchio attorno a lui si predispongono all’ascolto in stato di grande ricettività.<br />
“Ecco, o Amici, l’antica pratica <strong>del</strong>le 18 Mani <strong>del</strong> Buddha :perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla<br />
fine.<br />
Perché perfetta, o Amici ?<br />
Perché perfeziona, affina, apre, disingombra, libera e illumina colui che rettamente pratica; rettamente si<br />
sforza, rettamente si applica; ovvero colui che si adopera, tende lo spirito, si esercita con il proposito di<br />
creare in se la volontà alla stabilizzazione di cose buone sorte, accrescerle, svilupparle, completarle.<br />
Il 18, come già sapete, o Amici, è un numero sacro giacché la somma è il 9, vale a dire potenza triplicata<br />
(3x3).<br />
Questa pratica è perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla fine.<br />
Essa vi potenzia nel corpo, vi potenzia nella mente, vi potenzia nello spirito rendendovi forti e puri come il<br />
diamante.<br />
A che serve questa potenza triplicata, o Amici ?<br />
non per nuocere<br />
non per prevaricare<br />
non per sottomettere il più debole
non per dimostrare la propria forza<br />
non per vantarsi<br />
non per vendicarsi<br />
non per alimentare l’ego<br />
non per prendere il non dato<br />
non per uccidere<br />
E se è così, o Amici, siano allora le vostre mani uno strumento visibile, tangibile e concreto <strong>del</strong>l’Amore<br />
sconfinato che un Boddhisattwa nutre, coltiva, alimenta, estrinseca nei confronti di tutti gli esseri senzienti.<br />
Accendendovi di gioia davanti ad ogni persona che incontrate, siano pronte le vostre mani a lenire,<br />
riscaldare, risanare.<br />
- La vostra mano può uccidere<br />
- la vostra mano può accarezzare.<br />
Ma non per imparare ad uccidere siete qui, o Amici, bensì per imparare ad amare senza misura; giacché<br />
l’amore non ha limiti né confini. Non si ritragga la vostra mano quando percepite un doloroso lamento, ma<br />
sia pronta ad una calda e amorevole carezza, sia pronta a prendere la mano tesa <strong>del</strong> fratello sofferente,<br />
mentre dal vostro cuore scaturisce l’invocazione accorata:<br />
- sia pace e luce in te fratello mio<br />
- possa la gioia essere il tuo nutrimento<br />
- possa tu essere perfettamente sano nel corpo e nella mente<br />
- possa tu essere libero e felice.<br />
- Per il potere <strong>del</strong>la verità che sia così ed è così!<br />
La sacre formule apprese, o Amici, i suoni di potere, allontanino le ombre oscure con un gesto benedicente<br />
<strong>del</strong>la mano (MUDRA), giacché sono anch’esse creature come me e come voi. Creature che vivono<br />
nell’errore e nella prevaricazione, creature che si muovono per il possesso in fase discensionale, poiché<br />
spogliarsi di tutto ciò significherebbe evolvere, salire, muoversi in fase ascensionale dove ad attenderli c’è il<br />
fuori moto ove, prima o poi, dovranno immettersi per espiare il karma. E allora, come disse il Cristo: “IVI<br />
SARA’ IL PIANTO E LO STRIDORE DI DENTI.”<br />
Ecco il significato <strong>del</strong>la pratica <strong>del</strong>le 18 mani <strong>del</strong> Buddha rettamente trasmessa, rettamente appresa,<br />
perfetta all’inizio, perfetta nel mezzo, perfetta alla fine. Essa sintetizza e attua il Nobile Ottuplice Sentiero:
Oltre alla gestualità rituale, all’attivazione <strong>del</strong>l’energia pranica tramite il respiro; oltre alle tecniche di difesa e<br />
di attacco, essa contiene la ripetizione di un sacro mantra di guarigione spirituale, per la pace interiore e per<br />
la pace nel mondo: OM MUNI MUNI MAHA MUNI SAKYAMUNI SOHA<br />
Allora, o amici, quando sarete pronti la luce <strong>del</strong>la verità (buddhità) si rileverà da se stessa in voi e tramite<br />
voi, diradando le tenebre <strong>del</strong>l’ignoranza che vincolano al ciclo <strong>del</strong>le rinascite (SAMSARA)”.<br />
Dopo la pratica <strong>del</strong>le 18 mani <strong>del</strong> Buddha, <strong>del</strong>la durata di 3 ore, l’Abate Thaye Dorje ed i monaci intonano<br />
per 3 volte il sutra <strong>del</strong> cuore <strong>del</strong>la grande conoscenza (MAHA PRAJNA PARAMITA HRIDAYA SUTRA).<br />
Ora l’Abate ed i monaci si sintonizzano vibrazionalmente sulla sacra formula contenuta nella parte finale <strong>del</strong><br />
sutra.<br />
Mentre i monaci ripetono la sacra formula mentalmente, raggi di luce dorata si dipartono dai loro cuori<br />
irradiandosi nelle 10 direzioni <strong>del</strong>lo spazio e beneficiando tutti gli esseri senzienti.<br />
“Pertanto si dovrebbe conoscere la sacra formula come il grande mantra,<br />
il mantra <strong>del</strong>la conoscenza,<br />
il supremo mantra,<br />
l’ineguagliato mantra,<br />
dissipatore di ogni sofferenza, in verità.<br />
Difatti cosa potrebbe esservi di errato ?<br />
Dal sutra <strong>del</strong> cuore <strong>del</strong>la grande conoscenza, questa magica formula vi è stata donata.<br />
Essa suona così: “TAYATA OM GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SOHA.”
“A MILLE PAROLE PRIVE DI SENSO<br />
E’ PREFERIBILE UNA PAROLA SENSATA<br />
CHE, UDITA, MENI ALLA CALMA.”<br />
Dhammapada: V. 100<br />
CELEBRAZIONE DEL RESPIRO (ANAPANASATI)<br />
Prima di iniziare a meditare i monaci si dispongono in cerchio attorno all’Abate Thaye Dorje che inizia il<br />
discorso sulla CELEBRAZIONE DEL RESPIRO (ANAPANASATI).<br />
“In che modo, o monaci, dimora un monaco nel corpo, praticando la contemplazione <strong>del</strong> corpo ?<br />
Ecco: un monaco, recatosi nella foresta, ai piedi di un albero, in luogo deserto, siede con le gambe<br />
incrociate, il corpo eretto, in uno stato di vigile presenza mentale. Con piena consapevolezza egli inspira ed<br />
altrettanto consapevolmente egli espira.<br />
Se fa una lunga inspirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una inspirazione lunga”; se<br />
fa una lunga espirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una espirazione lunga”. Se fa<br />
una breve inspirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una inspirazione breve”; se fa una<br />
breve espirazione, egli consapevolmente riconosce: “io sto facendo una espirazione breve”.<br />
E si esercita così: “Io inspirerò nella consapevolezza <strong>del</strong>la intera estensione <strong>del</strong>la inspirazione”. Ed ancora:<br />
“Io inspirerò calmando il movimento corporeo <strong>del</strong>la inspirazione; io espirerò calmando il movimento<br />
corporeo <strong>del</strong>la espirazione.”<br />
Così egli dall’interno <strong>del</strong> corpo dimora, osservando il corpo, dall’esterno <strong>del</strong> corpo dimora, osservando il<br />
corpo dall’interno e dall’esterno <strong>del</strong> corpo dimora, osservando il corpo.<br />
Egli dimora osservando il sorgere degli elementi nel corpo, dimora osservando il sorgere e il dissolversi<br />
degli elementi nel corpo.<br />
“Così è il corpo”, e pertanto in lui questa consapevolezza è di fondamento, perché a lui è base di sapere, è<br />
base di più alta consapevolezza. Ed egli vive libero e nulla brama nel mondo.<br />
Così, o monaci, un monaco nel corpo dimora osservando il corpo.”<br />
SATIPATTHANA SUTTA
“INVANO CI SI AFFANNA IN OSCURI<br />
RITI: IN NON CHIARE CONDIZIONI<br />
DI PUREZZA MENTALE NON VI E’<br />
GRAN FRUTTO.”<br />
Dhammapada: V. 312<br />
LE 4 DIMORE CELESTIALI (BRAHMAVIHARA)<br />
“Al crepuscolo di questo giorno – dice l’Abate <strong>del</strong> <strong>Tempio</strong> – desidero parlarvi <strong>del</strong>le quattro Dimore Celestiali,<br />
o amici.<br />
Esse sono:<br />
MAITRI – Benevolenza<br />
KARUNA – Compassione<br />
MUDITA – Gioia compartecipe<br />
UPEKKHA – Equanimità<br />
Tali stati d’essere, o qualità intrinseche, sono il corpo, la parola, la mente <strong>del</strong> BODHISATTWA.<br />
La prima <strong>del</strong>le Dimore Celestiali è la BENEVOLENZA – o gentilezza amorevole – ed è la qualità <strong>del</strong> cuore più<br />
importante e potente <strong>del</strong>la pratica spirituale.<br />
Chiunque, indipendentemente dal credo religioso, manifesti questa qualità è un essere spirituale, un<br />
Bodhisattwa.<br />
Vediamo, in proposito, le parole di S. Paolo:<br />
“Qand’io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,<br />
se non ho Amore caritatevole, divento un rame risonante<br />
o uno squillante cembalo.<br />
E quando avessi il dono di profezia<br />
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,<br />
e avessi la fede in modo da trasportare i monti,<br />
se non ho Amore caritatevole, non so nulla.<br />
E quando distribuissi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri,<br />
e quando dessi il mio corpo ad essere arso,<br />
se non ho Amore caritatevole, ciò niente mi giova.
L’Amore caritatevole è paziente, benigno;<br />
l’Amore caritatevole non invidia;<br />
l’Amore caritatevole non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente,<br />
non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non sospetta il male, non gode <strong>del</strong>l’ingiustizia,<br />
ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.”<br />
Ecco perché, o Amici, è definita Dimora Celestiale ed ecco, anche, perché è facile riconoscerla:<br />
- essa non causa dolore<br />
- non causa sofferenza<br />
- non dipende da condizioni<br />
- non pone condizioni.<br />
Ora, o Amici, andate a praticare la meditazione all’aperto camminando con passo lento e consapevole.<br />
Ad ogni passo sentite il sostegno <strong>del</strong>la Madre Terra.<br />
Siate assorti in questo incedere nobile;<br />
siate assorti in questo incedere pacifico;<br />
siate assorti in questo incedere maestoso.<br />
Mentre mantenete una verticalità perfetta, percepite di essere un tramite tra le forze <strong>del</strong> cielo e quelle <strong>del</strong>la<br />
terra.<br />
Fra un’ora ci troviamo qui, o Amici. Portate i vostri discepoli per la meditazione da me guidata ed il discorso<br />
conclusivo <strong>del</strong>la giornata inerente il GRANDE BODHISATTWA AWALOKITESWARA.<br />
Dopo la meditazione camminando, i monaci si ritrovano nella sala assieme a tutti i discepoli.<br />
Ecco o Amici, la Nobile Dimora Celestiale di MAITRI. vi prego di applicarvi, in questa pratica, con tutto il<br />
vostro corpo, con tutta la vostra mente e con tutto il vostro cuore.<br />
La Benevolenza, la gentilezza amorevole, inizia col PERDONO.<br />
Ripetete mentalmente quanto vado ad enunciare in prima persona:<br />
- Se consciamente o inconsciamente ho causato a qualcuno danno o sofferenza, io chiedo perdono !<br />
- Se qualcuno consciamente o inconsciamente mi ha recato danno o causato sofferenza, io perdono !<br />
- Se ho recato danno a me stesso per ignoranza paura, incoscienza o altro, io mi perdono !<br />
- Ora ponete la vostra attenzione sul respiro che entra ed esce dalle narici. Immaginate di inspirare pace<br />
da tutto ciò che vi circonda: dall’aria, dalle nuvole, dalle stelle, dagli alberi, dal canto degli uccelli, dal<br />
ruscello d’acqua pura.
- Quando espirate, espirate l’Amore che avete nel cuore, lasciate che l’Amore si irradi come RAGGI DI<br />
LUCE DORATA nelle 10 direzioni <strong>del</strong>lo spazio.”<br />
A conclusione <strong>del</strong>la meditazione, l’Abate, i monaci iniziati, i discepoli aspiranti monaci, intonano il DOLCE<br />
CANTO DI MAITRI.<br />
IL CANTO DI MAITRI<br />
Con questa pratica<br />
in accordo col vero dharma<br />
onoro il Guru..<br />
Con questa pratica<br />
in accordo col vero dharma<br />
onoro il Dharma.<br />
Con questa pratica<br />
in accordo col vero dharma<br />
onoro il Sangha.<br />
Con questa pratica<br />
in accordo col vero dharma<br />
onoro mio padre e mia madre.<br />
Con questa pratica<br />
in accordo col vero dharma<br />
onoro i miei insegnanti.<br />
Possano tutti gli esseri,<br />
tutte le cose viventi,<br />
tutte le creature,<br />
tutti gli individui,<br />
tutte le personalità,<br />
tutte le femmine,<br />
tutti i maschi,<br />
tutti coloro che sono nobili,<br />
tutti coloro che non lo sono,<br />
tutti gli esseri angelici,
tutti gli umani,<br />
tutti coloro che si trovano in condizioni infelici,<br />
possano essi essere liberi dall’inimicizia,<br />
essere liberi dalla sofferenza mentale<br />
liberi dalla sofferenza fisica,<br />
possano prendersi cura di se stessi felicemente<br />
possano essere liberi dalla sofferenza,<br />
possano godere di sicurezza e di abbondanza,<br />
avere il karma come loro vero possedimento<br />
possano tutti gli esseri senzienti essere felici e liberati.
“NON LE ALTRUI CATTIVE AZIONI.<br />
NON CIO’ CHE GLI ALTRI FANNO O NON FANNO,<br />
OGNUNO GUARDI CIO’ CHE LUI<br />
STESSO FA O NON FA.”<br />
AWALOKITESWARA – ESSERE LUCE<br />
Dhammapada: V. 50<br />
BODHISATTWA BODHISATTWA MAHABODHISATTWA<br />
AWALOKITA MAHA PRAJNA PARAMITA MAHASATTWA:<br />
Essere Luce, Luce infinita, perfetta conoscenza che attua le sei azioni trascendenti (PARAMITA), grande<br />
Essere Compassionevole che offre rifugio e protezione a tutti gli esseri sofferenti.<br />
“Ecco, o Amici, L’ARCHETIPO <strong>del</strong>lo YOGHI SHAOLIN, vale a dire il mo<strong>del</strong>lo di vita da imitare, il perfetto<br />
mo<strong>del</strong>lo verso cui tendere, il signore <strong>del</strong>la Compassione, ovvero il BODHISATTWA di tutti i BODHISATTWA:<br />
AWALOKITESWARA.<br />
Appena nato Awalokiteswara, Signore dei 3 mondi e personificazione <strong>del</strong>l’Amore incondizionato, mormorò il<br />
<strong>Sacro</strong> Mantra:<br />
“OM MANI PADME HUM”<br />
E’ possibile contare le particelle esistenti nell’universo, ma è difficile contare i meriti creati dalla recitazione<br />
di questo mantra, o Amici.<br />
E’ possibile contare le gocce che compongono l’oceano, ma è difficile calcolare l’energia positiva<br />
sviluppata dalla recitazione <strong>del</strong> mantra di Awalokiteswara (CENRESIG in tibetano), o Amici.<br />
Questa Sacra Formula deve essere:<br />
1) giustamente trasmessa<br />
2) giustamente appresa<br />
3) giustamente recitata<br />
- Essa porta al superamento <strong>del</strong>le interferenze interne ed esterne che possono essere di ostacolo alla vita<br />
spirituale;<br />
- essa sviluppa i poteri paranormali (SIDDHI);<br />
- essa diviene la causa <strong>del</strong>l’attuazione <strong>del</strong>le 6 azioni trascendenti (PARAMITA).
Qualunque cosa chiederete, o Amici, vi sarà concessa per i meriti di questa sacra formula. Tramite la sua<br />
recitazione corretta e costante, quando sarete pronti, riceverete l’INIZIAZIONE SEGRETA. In questa<br />
iniziazione un MAHASATTWA (Essere di Luce angelica) vi sussurrerà all’orecchio un mantra personale e<br />
segreto. Perciò, o diletti, l’iniziazione segreta è la vera iniziazione.”<br />
SIATE FELICI !
ILLUMINAZIONE IN CAMMINO<br />
Il giovane smarrito, accettato come discepolo dal monaco TAOGEN, si rende conto che c’è una atmosfera<br />
particolare quando è luna piena al tempio <strong>Shaolin</strong>. L’incenso spandeva il suo profumo con leggere folate e<br />
tutt’intorno si avvertiva una chiara, limpida pace.<br />
Il giovane discepolo osservava attraverso la finestra il giardino: i cerchi concentrici tracciati nella sabbia che<br />
circonda i massi gli davano una sensazione di movimento nella immobilità.<br />
Sembrava che tutto parlasse di pace quella sera: la luna, i muri, gli alberi, i viali, la campana, la statua <strong>del</strong><br />
Buddha.<br />
I giorni trascorrevano lieti e attivi al tempio. I suoi dubbi si andavano via via sciogliendo come neve al sole e<br />
sentiva la mente sempre meno vacillante.<br />
La presenza <strong>del</strong> monaco TAOGEN lo rassicurava, lo aiutava a superare quei momento in cui la pratica <strong>del</strong>lo<br />
<strong>Shaolin</strong> gli sembrava essere troppo difficile e impegnativa.<br />
Parlava poco, il monaco TAOGEN, non si metteva in mostra, non saliva in cattedra, non faceva nulla per<br />
“ESSERE IN QUEL MODO”.<br />
E questo lo capiva.<br />
Non capiva, invece, le risposte alle sue domande. Quella che gli poneva più sovente concerneva<br />
l’illuminazione.<br />
Con queste considerazioni, si accinse ad andare a dormire sdraiato sul fianco destro, nella posizione <strong>del</strong><br />
Buddha, con folate di benevolenza per tutti gli esseri.<br />
Come ogni mattina, prima <strong>del</strong>l’alba, al termine <strong>del</strong>la seduta di meditazione, il monaco TAOGEN dava dei<br />
suggerimenti e spiegava il programma ai suoi quattro discepoli.<br />
Quel giorno, dopo la meditazione camminando e la colazione, il programma <strong>del</strong>la giornata comprendeva:<br />
- i 10 esercizi preziosi<br />
- la camicia energetica<br />
- la leggiadria <strong>del</strong>la mantide<br />
- la gru bianca<br />
- la potenza <strong>del</strong> drago<br />
- la sinuosità <strong>del</strong> serpente<br />
- la meditazione Bodhi-Dharma.
Quella stessa mattina deciso a seguire i consigli <strong>del</strong> monaco TAOGEN, il giovane discepolo si mise a<br />
camminare lentamente, consapevolmente. Si sentiva tranquillo mentre il passo si era naturalmente<br />
sincronizzato col respiro. Percepiva la natura, il profumo dei fiori e dei pini, il gioioso cinguettio degli uccelli,<br />
il ciottolato sotto i piedi senza essere disturbato da nulla.<br />
A mano a mano che camminava, si sentiva sempre più centrato in se stesso. Notò, così, che stava<br />
avvenendo in lui un cambiamento, che stava scendendo dall’alto e emergendo dal profondo qualcosa di<br />
vibrante, di luminoso, di stabile: uno stato d’essere che non aveva mai provato prima, ma che tuttavia, non<br />
gli era sconosciuto.<br />
Improvvisamente si sentì totalmente immerso, come un pesce nell’acqua, in un caldo mare, immoto e in<br />
moto allo stesso tempo, vibrante luce, pace e Amore; in uno stato in cui tutte le distinzioni di ogni genere<br />
scomparvero e nel quale percepiva di essere in interrelazione con tutti gli esseri viventi, con tutte le creature<br />
<strong>del</strong>l’universo.<br />
Dopo questa esperienza, il giovane discepolo comprese che “QUESTO STATO D’ESSERE” viene da se<br />
stesso e da se stesso va (non senza lasciare tracce in<strong>del</strong>ebili) e che non poteva fare altro che tenere le mani<br />
aperte, rendersi vuoto, umile, disponibile e presente.<br />
Felice corse a raccontare l’accaduto al suo Precettore spirituale – il monaco TAOGEN – il quale, dopo averlo<br />
ascoltato con amorevolezza paterna, gli disse:<br />
“Bene, ma non attaccarti a questa esperienza, non esaltarti, così non ti deprimerai quando avrai dei periodi<br />
di apparente aridità.<br />
Ora, andando a mangiare, ringrazia per il nutrimento quotidiano, ricordano che il come si mangia è<br />
altrettanto importante di quello che si mangia, o diletto.<br />
Tra un’ora ci troviamo nella sale <strong>del</strong> Buddha assieme ai tuoi compagni di pratica.”
CHI KUNG<br />
I 10 ESERCIZI PREZIOSI<br />
“Ecco, o diletti, i 10 esercizi preziosi.<br />
PARTE SECONDA<br />
“Non esiste pratica più elevata<br />
<strong>del</strong> controllo <strong>del</strong> respiro.<br />
Esso elimina ogni impurità<br />
e accende la fiamma <strong>del</strong>la Conoscenza.”<br />
(VYASA)<br />
Preziosi perché attraverso vari tipi di respirazione, suoni e movimenti, andiamo a purificare, preparare,<br />
dinamizzare, e potenziare il corpo fisico, il doppio eterico costituito da 72.000 vene eteriche (NADIS), sette<br />
vortici di energia e tre canali centrali.<br />
Il canale sinistro è quello lunare (IDA NADI). Il canale destro è quello solare (PINGALA NADI). Il canale<br />
centrale (SUSHUMNA NADI) si attiva allorquando i due canali – il lunare e il solare – si fondono all’unisono.
Quando questo avviene la dea addormentata, chiamata KUNDALINI, localizzata nel 1.o vortice<br />
(MULADHARA) inizia a risvegliarsi e, trovando il canale adatto per il suo passaggio, ascende sino al 7.o<br />
vortice (SAHASHRARA) collegando il polo umano al polo supremo unificando il corpo materiale e i corpi<br />
sottili nella luce infinita.<br />
Il risveglio <strong>del</strong>la KUNDALINI spiritualizza il corpo, o diletti. In questo modo lo YOGHI SHAOLIN ottiene la<br />
supremazia sugli elementi <strong>del</strong>la natura.<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione sui 7 CHAKRA.<br />
1. ESERCIZIO<br />
Ponetevi nella posizione eretta, con i piedi paralleli alla stessa larghezza <strong>del</strong>le spalle, gli occhi semichiusi e<br />
le mani rivolte verso il basso ventre, che è il centro di forza per eccellenza (fig. 1).<br />
Inspirando sollevate le braccia lateralmente sino a giungere le mani al di sopra <strong>del</strong>la testa (fig. 2 – 3).<br />
Espirando toccate con le mani giunte il coronale (7.o chakra) e scendendo con le braccia completate<br />
l’espirazione. Fate lo stesso con gli altri vortici di energia.<br />
Siate assorti in questo esercizio, o diletti !<br />
2. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione di purificazione.<br />
Ponetevi seduti con le gambe aperte, afferrate le punte dei .piedi e serrate il mento allo sterno (fig. 4).<br />
Concentrate la vostra attenzione sul diaframma. In questo esercizio l’espirazione è attiva mentre<br />
l’inspirazione è passiva. Attraverso una leggera contrazione <strong>del</strong> diaframma avviene l’espirazione dal naso<br />
con il suono HEE; l’inspirazione avviene automaticamente in seguito al naturale rilassamento <strong>del</strong><br />
diaframma.<br />
Siate assorti in questo esercizio, o diletti !<br />
3. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione <strong>del</strong> gatto.<br />
Ponetevi sulle ginocchia e sui pugni.<br />
Mantenete le ginocchia alla stessa larghezza <strong>del</strong> bacino ed i pugni alla stessa larghezza <strong>del</strong>le spalle. Sia le<br />
braccia che le cosce sono in verticale (fig. 5).
Mentre espirate dalla bocca col suono soffiato FFFF spingete il dorso in alto; alla fine <strong>del</strong>l’espirazione tirate<br />
l’ombelico verso la colonna vertebrale (fig. 6).<br />
L’inspirazione avviene spontaneamente ritornando nella posizione iniziale (fig. 5).<br />
Siate assorti in questo esercizio, o diletti !<br />
4. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione <strong>del</strong> cammello.<br />
Ponete le mani sui talloni, chiudete le natiche e, sollevandovi, spingete il bacino in avanti (fig. 7).<br />
Mantenendo il mento allo sterno e la chiusura <strong>del</strong>le natiche, iniziate a respirare.<br />
Tenendo la postura ferma e gli occhi semichiusi, fate la respirazione a mantice attraverso la bocca.<br />
Siate assorti in questo esercizio, o diletti !<br />
5. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione <strong>del</strong> leone.<br />
Appoggiandovi sulle mani, col busto un po’ inclinato in avanti, spalancate la bocca verso il suolo col suono<br />
RAAM, contemporaneamente spalancate le dita <strong>del</strong>le mani, contraete i muscoli <strong>del</strong>le braccia, <strong>del</strong>le spalle e<br />
<strong>del</strong>la gola. Ad ogni esecuzione intensificate suono e respirazione.<br />
Siate assorti in questo esercizio, o diletti !<br />
6. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione <strong>del</strong> serpente.<br />
Sollevatevi sulle cosce ponendo il busto e la testa in verticale, tenete le braccia aperte all’altezza <strong>del</strong>le<br />
spalle con gli avambracci un po’ piegati (fig. 9).<br />
Fate <strong>del</strong>le circonduzioni <strong>del</strong> busto lente e ampie snodando tutta la colonna vertebrale.<br />
In fase di espirazione emettete un suono sibilante SSS attraverso la bocca.<br />
Per tre volte fate 5 circonduzioni a sinistra e 5 a destra.<br />
Siate assorti in questo esercizio, o diletti !<br />
7. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione <strong>del</strong>l’airone.
In questo esercizio la respirazione si fa attraverso la bocca in modo circolare e senza pause.<br />
In fase di inspirazione sollevatevi sulle gambe aprendo le braccia come fossero <strong>del</strong>le ali (fig. 10).<br />
In fase di espirazione chiudete il corpo a uovo (fig. 11).<br />
Intensificate gradualmente movimento e respirazione.<br />
Siate assorti in questo esercizio o diletti !<br />
8. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione solare. Ponete le vostre mani sulle natiche, tenete il mento in<br />
contatto con lo sterno (fig. 12). Concentratevi sul 3.o vortice di energia (MANIPURA), conosciuto come la<br />
ruota dei mille raggi e centro ripartitore di energia, assumete la posizione ad arco. Mantenendo la postura<br />
statica respirate in maniera veloce, leggera e superficiale col naso.<br />
Siate assorti in questo esercizio o diletti !<br />
9. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione sonora. Appoggiatevi sugli avambracci con i palmi <strong>del</strong>le mani verso<br />
l’alto (fig. 13). Prendete coscienza <strong>del</strong> corpo, <strong>del</strong> respiro e <strong>del</strong> 5.o vortice di energia (VISHUDDA).<br />
In fase di espirazione stringete i pugni, contraete tutto il corpo, mentre dalla gola esce il suono HUU.<br />
Completando l’espirazione, rilassatevi completamente lasciando che l’inspirazione avvenga poi in maniera<br />
naturale.<br />
Siate assorti in questo esercizio o diletti !<br />
10. ESERCIZIO<br />
Ora andiamo a praticare la respirazione bi-polare (YIN-YANG).<br />
Ponetevi in posizione eretta con le braccia alzate e le mani in ricezione di energia con i palmi verso l’alto<br />
(fig. 14).<br />
In fase di espirazione scendete sulle gambe col suono HAA, abbassate le braccia avvicinando i gomiti.<br />
Restate per alcuni secondi in questa posizione di chiusura (YIN).<br />
Inspirando tornate lentamente nella posizione iniziale col suono HENG. Restate alcuni secondi in questa<br />
posizione di espansione (YANG).
Continuando in questo processo di chiusura ed apertura, di contrazione ed espansione, cercate di<br />
percepire nel vostro corpo la pulsazione cosmica.<br />
Siate assorti in questo esercizio o diletti !”<br />
PAO KANG<br />
LA CAMICIA ENERGETICA<br />
“Ecco, o diletti, la camicia energetica.<br />
“Un buon vincitore non dà battaglia.”<br />
(LAO TSE)<br />
Il termine “CAMICIA”, sta ad indicare l’aura, vale a dire la radianza energetica dei corpi sottili che si estende<br />
oltre il corpo fisico.
1. ESERCIZIO<br />
In posizione eretta, con i piedi paralleli, gli occhi semichiusi, il corpo rilassato, le mani rivolte verso il ventre<br />
(fig. 1) iniziate a respirare con l’addome in maniera lenta, profonda e regolare attraverso il naso.<br />
Siate totalmente assorti nella respirazione, o diletti !<br />
2. ESERCIZIO<br />
Mantenendo la postura precedente, portate le braccia in apertura laterale con i palmi <strong>del</strong>le mani rivolti verso<br />
l’alto (fig. 2). Mentre continuate a respirare profondamente con l’addome, ponetevi in uno stato mentale di<br />
ricezione, di captazione di energia pranica.<br />
Siate totalmente assorti in questo stato, o diletti !<br />
3. ESERCIZIO<br />
Dalla posizione precedente spostate lateralmente la gamba destra, ancoratevi saldamente al suolo con i<br />
piedi mentre la sommità <strong>del</strong> capo si protende verso l’alto.<br />
Chiudete i glutei, mantenete la schiena bene eretta, gli occhi semiaperti, la lingua sul palato. Ora<br />
immaginate di abbracciare un albero di pino, tenete le braccia a cerchio con il dito medio di ambedue le<br />
mani quasi in contatto all’altezza <strong>del</strong> cuore (fig. 3). Percepite lo scheletro, percepite i muscoli, percepite gli<br />
organi, percepite nervi e tendini. Immaginate di respirare attraverso tutti i pori <strong>del</strong>la pelle, mentre l’energia<br />
vitale penetra sino alle ossa.<br />
Siate assorti in questo esercizio e in quelli che seguono, o diletti !<br />
4. ESERCIZIO<br />
Ora, muovendovi lentamente, portate le braccia a cerchio sopra il capo (fig. 4) mantenendo la stessa<br />
attitudine interiore.<br />
5. ESERCIZIO<br />
Fate lo stesso portando le braccia a cerchio in basso (fig. 5).<br />
6. ESERCIZIO<br />
Riportate le braccia a cerchio in alto sopra la testa mentre vi accucciate sulle gambe (fig. 6).
7. ESERCIZIO<br />
Ora portatevi distesi al suolo con le gambe incrociate e le braccia a cerchio all’altezza <strong>del</strong>la gola (fig. 7).<br />
8. ESERCIZIO<br />
Portatevi lentamente seduti a gambe incrociate con le braccia a cerchio all’altezza <strong>del</strong> plesso solare (fig. 8).<br />
9. ESERCIZIO<br />
Ora, portandovi in piedi, aprite lateralmente le braccia con i palmi <strong>del</strong>le mani verso l’alto (fig. 10). Sentite<br />
tutta la vostra sostanza: carne, sangue, ossa, muscoli, nervi, organi, saturata di energia pranica, o diletti !<br />
10. ESERCIZIO<br />
Concludendo la sequenza <strong>del</strong>la camicia energetica, riportate le mani rivolte verso il basso ventre (fig. 11),<br />
restando in ascolto <strong>del</strong> respiro, <strong>del</strong>le sensazioni e <strong>del</strong>le variazioni energetiche che il corpo vi comunica.<br />
Mangiando, bevendo, camminando, lavorando, praticando, leggendo, meditando, curando e anche<br />
dormendo, sappiate di essere luce, o diletti !”
TAN LANG<br />
LA LEGGIADRIA DELLA MANTIDE<br />
“Ecco, o diletti, la pratica <strong>del</strong>la mantide religiosa.<br />
“I praticanti di livello superiore<br />
arrivano a sentire l’energia di<br />
un avversario senza toccarlo.”<br />
(CH’EN WEI MING)<br />
Anche se leggiadra, cioè leggera e graziosa, la mantide ha una particolarità che la distingue dagli altri<br />
animali. Questa particolarità la rende micidiale nei confronti di eventuali nemici, poiché essa percepisce i
loro movimenti come se fossero al rallentatore. Perciò la costante pratica <strong>del</strong>la mantide religiosa e la<br />
identificazione con le sue qualità rendono lo Yoghi <strong>Shaolin</strong> imbattibile. Raggiunta questa padronanza, un<br />
eventuale combattimento, termina ancora prima di iniziare.<br />
Ora andiamo a praticare le varie forme <strong>del</strong>la mantide:<br />
Iniziando con un atteggiamento di religiosità, ponetevi eretti con i piedi uniti, gli occhi semichiusi e le mani<br />
giunte all’altezza <strong>del</strong>la gola.<br />
Come già sapete, all’inizio <strong>del</strong>lo studio degli animali, occorre collegarsi con le forze <strong>del</strong>la terra e le forze <strong>del</strong><br />
cielo.<br />
Ora lasciate scivolare naturalmente le braccia lungo i fianchi. Affondando sulle gambe, spostate<br />
lateralmente il piede sinistro, portando i piedi paralleli alla stessa larghezza <strong>del</strong>le spalle. Fatto questo,<br />
spingete la sommità <strong>del</strong> capo verso l’alto, mentre le gambe, prima un po’ flesse, si tendono lentamente.<br />
Percepite la verticalità, il baricentro, l’asse centrale. Siate coscienti di essere un tramite tra le forze <strong>del</strong> cielo<br />
e quelle <strong>del</strong>la terra.<br />
Andate ad esplorare coscientemente tutto il corpo dalla testa ai piedi. Durante questa esplorazione notate<br />
eventuali tensioni, contratture dolorose, blocchi energetici.<br />
Ascoltate tutte le sensazioni e le variazioni energetiche che il corpo vi comunica. Ponetevi in sintonia col<br />
respiro. Osservatelo mentre fluisce naturale, libero e spontaneo.<br />
Ora date via all’energia. Inspirando sollevate le braccia in avanti sino all’altezza <strong>del</strong>le spalle con i palmi<br />
verso l’alto. Espirando girate i palmi verso il basso e scendete lentamente con le braccia in avanti.<br />
1. ESERCIZIO<br />
Passando al 1. esercizio, inspirate sollevando le braccia lateralmente sino a portarle alla stessa larghezza<br />
<strong>del</strong>le spalle (fig. 1).<br />
Tenendo le mani vicine, iniziate a muoverle con leggiadria, curando il rilassamento dei polsi.<br />
Andando con il dorso <strong>del</strong>la mano verso l’alto ed il palmo verso il basso, scendete in avanti con le mani<br />
all’altezza <strong>del</strong>l’ombelico e poi riportatele di nuovo in alto al di sopra <strong>del</strong> capo (fig. 2).<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !
2. ESERCIZIO<br />
Curando costantemente il rilassamento dei polsi – peculiarità <strong>del</strong>la mantide – e portando le braccia in avanti<br />
all’altezza <strong>del</strong>le spalle, muovete il dorso <strong>del</strong>la mano verso il corpo e il palmo <strong>del</strong>l’altra mano in avanti<br />
all’altezza <strong>del</strong> viso (fig. 3).<br />
Siate concentrati i questo esercizio, o diletti !<br />
3. ESERCIZIO<br />
Portando ancora le braccia all’altezza <strong>del</strong>le spalle (fig. 4), spostate la gamba destra lateralmente, affondate i<br />
piedi al suolo e chiudete le natiche. Muovete le mani verticalmente col dorso verso l’alto ed il palmo verso il<br />
basso, alternativamente.<br />
Mentre continuate a muovere le mani con graziosità, ruotate lateralmente a sinistra, ritornate lentamente al<br />
centro, poi ruotate lentamente a destra.<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
4. ESERCIZIO<br />
Partendo con le mani sovrapposte all’altezza <strong>del</strong> cuore (fig. 5), portate le braccia in apertura laterale col<br />
dorso <strong>del</strong>le mani verso l’esterno (fig. 6).<br />
Ad ogni movimento di chiusura invertite l’incrocio <strong>del</strong>le mani.<br />
Continuando con questo movimento di apertura e chiusura, intensificate gradualmente movimento e<br />
respirazione.<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
5. ESERCIZIO<br />
Partendo con le braccia all’altezza <strong>del</strong>le spalle, muovete le mani verticalmente con il dorso verso l’alto ed il<br />
palmo verso il basso alternativamente. Spostando lentamente il peso <strong>del</strong> corpo sulla gamba destra, andate<br />
in flessione sino a sedervi sul tallone, mentre le mani continuano a muoversi (fig.. 7).<br />
Mantenendo il baricentro basso, spostate lentamente il peso <strong>del</strong> corpo sulla gamba sinistra.<br />
Continuate così flettendo alternativamente le gambe, mentre le braccia si muovono con leggerezza ed in<br />
perfetta sintonia..<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !
6. ESERCIZIO<br />
Partendo con i piedi paralleli alla stessa larghezza <strong>del</strong>le spalle, inspirando portate il dorso <strong>del</strong>le mani verso<br />
l’alto, sollevandovi sulle punte dei piedi (fig. 8). Espirando portate i palmi <strong>del</strong>le mani verso il suolo,<br />
lasciandovi cadere naturalmente sui talloni. (fig. 9).<br />
Intensificate gradualmente il movimento e la respirazione.<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
7. ESERCIZIO<br />
Partendo dalla posizione laterale sinistra, in passo vuoto – vale a dire col 60 % <strong>del</strong> peso <strong>del</strong> corpo sulla<br />
gamba posteriore ed il 40 % su quella anteriore – con la mano destra sovrapposta alla sinistra, muovete le<br />
braccia verticalmente col dorso <strong>del</strong>le mani verso l’alto ed il palmo verso il basso. Fate lo stesso in guardia<br />
destra (fig. 10 – 11).<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
8. ESERCIZIO<br />
Partendo dalla posizione a gambe larghe e le mani sovrapposte (fig. 12), ruotando di 180 gradi, portate un<br />
colpo con il dorso <strong>del</strong>la mano destra all’altezza <strong>del</strong>la tempia, poi passando dalla posizione iniziale, portate<br />
un colpo col dorso <strong>del</strong>la mano sinistra alla stessa altezza, prendendo il vostro corpo come riferimento (fig.<br />
13).<br />
Fate partire il movimento dal baricentro con scioltezza e coordinazione.<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
9. ESERCIZIO<br />
Mantenendo la posizione a gambe larghe, ancoratevi saldamente al suolo, come se i piedi avessero <strong>del</strong>le<br />
radici. Tenete la schiena ben eretta e chiudete le natiche. Ora muovete le braccia verticalmente col palmo<br />
<strong>del</strong>la mano destra verso l’alto ed il palmo <strong>del</strong>la mano sinistra verso il basso.<br />
Continuate invertendo la posizione <strong>del</strong>le mani, vale a dire con il palmo <strong>del</strong>la mano sinistra verso l’alto ed il<br />
palmo <strong>del</strong>la mano destra verso il basso.<br />
Intensificate il movimento e la respirazione (fig. 14).<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !
10. ESERCIZIO<br />
Rimanendo nella stessa postura, aprite le braccia lateralmente con i palmi <strong>del</strong>le mani verso l’alto. con gli<br />
occhi semichiusi, respirate liberamente, profondamente e gioiosamente attraverso il naso (fig. 15).<br />
Tutto il vostro corpo sia in uno stato di ricezione e captazione <strong>del</strong>l’energia prancia.<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
11. ESERCIZIO<br />
Restando con i piedi ben ancorati al suolo e mantenendo la chiusura <strong>del</strong>le natiche, avvicinate il dito medio<br />
al pollice di ambedue le mani. Lentamente e con attenzione portate le braccia a cerchio con le mani<br />
all’altezza <strong>del</strong> cuore (fig. 16).<br />
Mantenete gli occhi semichiusi e continuate a respirare profondamente.<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
12. ESERCIZIO<br />
Avvicinando la gamba destra alla sinistra, portatevi con i piedi alla stessa larghezza <strong>del</strong>le spalle, e con le<br />
dita <strong>del</strong>le mani verso il primo vortice di energia. Ora descrivete dei piccoli movimenti con le mani lungo<br />
l’asse centrale in corrispondenza dei sette chakra.- prima dal basso verso l’alto, poi dall’alto verso il basso<br />
(fig. 17).<br />
Siate concentrati in questo esercizio, o diletti !<br />
A conclusione <strong>del</strong>la mantide religiosa, portate le mani con i palmi verso il basso ventre, sintonizzandovi con<br />
la respirazione addominale.<br />
Ora ricomponente l’energia.<br />
Inspirando sollevate lateralmente le braccia (fig. 18) sino a portare le mani al di sopra <strong>del</strong> coronale.<br />
Espirando scendete con le mani frontalmente lungo l’asse cerebro-spinale.<br />
Grazie per il vostro impegno e la vostra attenzione e diletti !<br />
Prima di continuare con gli altri esercizi, andiamo a bere una buona tazza di thè .”
HO CHUAN<br />
LA GRU BIANCA<br />
“La cedevolezza prevale sulla forza.,<br />
la morbidezza batte la durezza.”<br />
(LAO TSE)<br />
“Ora andiamo a spiegare le ali nell’esercizio <strong>del</strong>la gru bianca nella sua caratteristica giocosità e gioiosità.<br />
Per prima cosa ponetevi seduti sulle ginocchia socchiudete gli occhi e osservate il flusso <strong>del</strong> respiro.<br />
Il flusso <strong>del</strong> respiro vi porta in sintonia con la vita universale.<br />
Ora partendo dallo stato di vuoto mentale, visualizzate la gru. Osservatela con l’occhio interiore:
- mentre si muove con leggerezza, armonia, equilibrio;<br />
- mentre dorme o riposa in equilibrio su una gamba;<br />
- mentre spicca il volo;<br />
- mentre spiega le sue bianche e candide ali.<br />
In questa osservazione consapevole cercate di captare le sue qualità intrinseche e di identificarvi con esse.<br />
1. ESERCIZIO<br />
In questo primo esercizio chiamato “IL RESPIRO DELLA GRU”, prendete coscienza dei vortici di energia<br />
accingendovi a dinamizzarli.<br />
Inspirate attraverso il naso in fase di apertura (fig. 1) ed espirate in fase di chiusura (fig. 2).<br />
Siate consapevoli, o diletti !<br />
2. ESERCIZIO<br />
Rimanendo seduti sulle ginocchia ruotate alternativamente le spalle (fig. 3). Mentre il respiro fluisce libero<br />
curate il rilassamento:<br />
- spalle sciolte e morbide;<br />
- scapole, clavicole e giunture completamente rilassate;<br />
- distendete anche i 58 muscoli facciali.<br />
Siate consapevoli, o diletti !<br />
3. ESERCIZIO<br />
Dalla posizione seduta, muovendovi con attenzione, portatevi eretti con i piedi uniti, le gambe leggermente<br />
flesse, le braccia aperte ai lati <strong>del</strong> corpo con i gomiti rivolti verso il basso e i polsi rilassati.<br />
Ora portandovi in equilibrio su una gamba (fig. 4) muovete le braccia come se fossero <strong>del</strong>le ali, mentre<br />
affondate e vi elevate – come per spiccare il volo – sulla gamba d’appoggio.<br />
Dopo un po’ invertite la posizione <strong>del</strong>le gambe.<br />
Siate consapevoli, o diletti !
4. ESERCIZIO<br />
Portatevi in passo pieno con la gamba sinistra in avanti, vale a dire col 65 % <strong>del</strong> peso <strong>del</strong> corpo sulla<br />
gamba anteriore ed il 35 % su quella posteriore, mentre le braccia aperte lateralmente si chiudono un po’ in<br />
avanti (fig. 5).<br />
Ora portate il calcio diretto con la gamba posteriore in fase di espirazione (fig. 6) con un suono un po’<br />
soffiato (FHOO). Calciate velocemente con la gamba sciolta mentre la vostra energia esplode nel momento<br />
in cui il piede tocca il bersaglio.<br />
Ora passate al calcio rovesciato. Con la gamba completamente sciolta e la caviglia in estensione,<br />
descrivete un ampio cerchio (fig. 7) dall’interno verso l’esterno in fase di espirazione e con lo stesso suono.<br />
Dopo un certo numero di ripetizioni alternate la posizione portando il calcio rovesciato con l’altra gamba.<br />
Siate consapevoli, o diletti !<br />
5. ESERCIZIO<br />
Portatevi a gambe larghe, con il peso <strong>del</strong> corpo equamente distribuito, punte dei piedi verso l’esterno.<br />
Tenete le braccia ad ali aperte con i gomiti verso il basso ed i polsi completamente rilassati. Da questa<br />
posizione spostate un po’ il peso <strong>del</strong> corpo sugli avampiedi e spiccate il volo leggeri come la gru.<br />
Percepite la forza degli alluci, sia in fase di volo sia in fase di atterraggio, usando la espirazione un po’<br />
soffiata (fig. 8)<br />
Siate consapevoli, o diletti !<br />
6. ESERCIZIO<br />
Portatevi con i piedi uniti, le braccia in avanti alla stessa larghezza <strong>del</strong>le spalle con i palmi rivolti in avanti.<br />
Restando in equilibrio sulla gamba sinistra, sollevate lentamente la gamba destra piegata (fig. 9) portando il<br />
ginocchio più in alto <strong>del</strong>l’anca e la punta <strong>del</strong> piede verso il basso. Sollevate il braccio destro sopra il capo,<br />
mentre il sinistro rimane in avanti all’altezza <strong>del</strong> cuore.<br />
Percepite la centratura, l’equilibrio e la connessione con la natura armoniosa <strong>del</strong>la gru.<br />
Lentamente e con molta attenzione, invertite la posizione <strong>del</strong>le gambe e <strong>del</strong>le braccia.<br />
Tenete gli occhi aperti e lo sguardo posato verso il suolo a circa 3 m davanti a voi.<br />
Siate consapevoli, o diletti !
A conclusione <strong>del</strong>l’esercizio <strong>del</strong>la gru bianca portatevi seduti sulle ginocchia, le mani posate sulle cosce, il<br />
busto bene eretto, il mento leggermente retratto e gli occhi semichiusi.<br />
Ripetete, come all’inizio, il “IL RESPIRO DELLA GRU”.<br />
Dopo l’ultima esecuzione, portate le mani sovrapposte, la destra sopra la sinistra, i pollici in contratto (fig.<br />
10), mentre le punte <strong>del</strong>le dita di entrambe le mani esercitano una leggera pressione sul punto chiamato<br />
“TANTIEN” centro <strong>del</strong>la forza e oceano di energia (CHI HAI).<br />
Siate intensamente consapevoli, o diletti, dimorando nel presente con carne e ossa, mente e cuore !”
CHI LUNG<br />
LA POTENZA DEL DRAGO<br />
"Ecco, o diletti, la sequenza <strong>del</strong> drago.<br />
"Non appena la forza <strong>del</strong>l'avversario mi sfiora,<br />
il mio pensiero è già penetrato nelle sue ossa."<br />
(Li Hi Yu)<br />
La caratteristica di questo mitico animale è la potenza che esprime attraverso il respiro, il suono e gli<br />
artigli."<br />
(Inizio e conclusione <strong>del</strong>la sequenza come la mantide).
1. ESERCIZIO<br />
Partendo con le braccia in alto (fig. 1), spalancate le dita <strong>del</strong>le mani ponendo in esse la vostra energia<br />
interna. Mentre respirate profondamente con il suono HIII in fase di espirazione, le dita <strong>del</strong>le mani si<br />
trasformano in potenti artigli.<br />
Ora ponete l'artiglio <strong>del</strong>la mano sinistra all'altezza <strong>del</strong> gomito <strong>del</strong> braccio destro (fig. 2).<br />
Muovete l'artiglio <strong>del</strong>la mano destra in modo circolare, espirate in fase di discesa (fig. 3) ed inspirate in fase<br />
di salita.<br />
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la potenza <strong>del</strong> drago, o diletti!<br />
2. ESERCIZIO<br />
Dopo l'ultima esecuzione <strong>del</strong> primo esercizio, sfiorate il viso con le mani (fig. 4), portate le braccia all'altezza<br />
<strong>del</strong>le spalle e, in fase di espirazione, spingete gli artigli <strong>del</strong>le mani lateralmente (fig. 5).<br />
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza <strong>del</strong> drago, o diletti!<br />
3. ESERCIZIO<br />
Dopo l'ultima esecuzione <strong>del</strong> secondo esercizio portate gli artigli <strong>del</strong>le mani in avanti all'altezza <strong>del</strong> viso e, in<br />
fase di espirazione, portate gomiti e artigli verso il basso (fig. 6).<br />
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza <strong>del</strong> drago, o diletti!<br />
4. ESERCIZIO<br />
Dopo l'ultima esecuzione <strong>del</strong> terzo esercizio ruotate lateralmente a sinistra portandovi in passo vuoto,<br />
rivolgete i palmi <strong>del</strong>le mani verso l'alto in fase di inspirazione, poi ruotando le mani, artigliate verso il basso<br />
in fase di espirazione (fig 7).<br />
Dopo 36 esecuzioni ruotate lateralmente a destra (fig. 8) ripetendo l'esercizio per altre 36 volte.<br />
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza <strong>del</strong> drago, o diletti!<br />
5. ESERCIZIO<br />
Dopo l'ultima esecuzione <strong>del</strong> quarto esercizio assumete la posizione di guardia <strong>del</strong> drago.<br />
In posizione frontale, portate l'artiglio <strong>del</strong>la mano sinistra in avanti all'altezza <strong>del</strong> viso - prendendo il vostro<br />
corpo come riferimento - e l'artiglio <strong>del</strong>la mano destra al di sopra <strong>del</strong>la testa (fig. 9).
Ora usando la vostra energia interna, artigliate con un movimento fulmineo e potente diagonalmente verso il<br />
basso (fig. 10).<br />
Dopo 36 esecuzioni invertite la posizione <strong>del</strong>le mani (fig. 11), artigliando con la mano sinistra ancora per 36<br />
volte.<br />
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza <strong>del</strong> drago, o diletti!<br />
6. ESERCIZIO<br />
Dopo l'ultima esecuzione <strong>del</strong> quinto esercizio, tornate in guardia destra (fig. 9). Ora, facendo appello alla<br />
vostra energia interna, artigliate lateralmente con la mano destra mentre l'artiglio <strong>del</strong>la mano sinistra si porta<br />
in contatto esterno con il gomito destro (fig. 12). Ambedue gli artigli <strong>del</strong>le mani sono rivolti verso l'esterno.<br />
Dopo 36 esecuzioni, invertite la posizione di guardia e ripetete l'esercizio facendo attenzione al numero<br />
<strong>del</strong>le ripetizioni.<br />
Intensificate gradualmente respiro, movimento e suono mentre percepite la forza <strong>del</strong> drago, o diletti!<br />
7. ESERCIZIO<br />
Dopo l'ultima esecuzione, ripetete il primo esercizio con la posizione <strong>del</strong>le braccia invertita (fig. 13).<br />
Spalancate le dita <strong>del</strong>le mani ponendo in essi tutta la vostra energia interna. Ora muovete l'artiglio <strong>del</strong>la<br />
mano sinistra in modo circolare (fig. 14) mentre espirate col suono HIII che, ad ogni ripetizione, diviene<br />
sempre più potente. Dopo l'ultima esecuzione, sfiorate il viso con le mani - come nel secondo esercizio -<br />
(fig. 15) poi, in fase di espirazione, portate i palmi <strong>del</strong>le mani in basso.<br />
Mentre ricomponete l'energia, col respiro ed il movimento <strong>del</strong>le braccia (fig. 16 - 17 - 18), accertatevi che la<br />
testa sia libera ed il torace sgonfio.<br />
A conclusione <strong>del</strong>l'esercizio portatevi supini in posizione di rilassamento con le gambe leggermente<br />
divaricate, le braccia ai lati <strong>del</strong> corpo e gli occhi chiusi. Osservate il corpo, il respiro, le sensazioni, le<br />
variazioni energetiche e i contenuti mentali.<br />
Sentite il vostro corpo eterico e la vostra aura, o diletti, lasciandovi pervadere tutte le direzioni lontane e<br />
vicine!"
SHE CHUAN<br />
LA SINUOSITA' DEL SERPENTE<br />
"Quando l'avversario si prepara ad usare la sua forza interna,<br />
ma non l'ha ancora emessa, in questo preciso istante,<br />
il mio CHI deve penetrare nel suo."<br />
"Ecco, nell'attuazione pratica, la sequenza sinuosa <strong>del</strong> serpente.<br />
(Li Hi Yu)<br />
Per prima cosa ponetevi nella posizione eretta di meditazione, con i piedi paralleli alla stessa larghezza <strong>del</strong>le<br />
spalle, le braccia ai lati <strong>del</strong> corpo con i palmi <strong>del</strong>le mani rivolti in basso (fig. 1).<br />
Prendete coscienza <strong>del</strong> movimento ascensionale e discensionale <strong>del</strong>l'energia lungo l'asse cerebro-spinale.
Ora inspirate consapevolmente dai genitali alla cavità orale e, viceversa, espirate dalla cavità orale ai<br />
genitali.<br />
La spina dorsale, in corrispondenza eterica col canale centrale (SUSHUMNA NADI), è la via <strong>del</strong>lo spirito.<br />
Perciò siate consapevoli, o diletti!<br />
1. ESERCIZIO<br />
Dopo la respirazione lungo l'asse centrale che aiuta a risvegliare Kundalini - simbolicamente rappresentato<br />
da un serpente attorcigliato alla base <strong>del</strong>la spina dorsale - ponetevi con le gambe divaricate (fig. 1) e le<br />
mani con i palmi rivolti avanti all'altezza <strong>del</strong>lo stomaco.<br />
Prima di partire con questo movimento sinuoso ed ondeggiante, caratteristico <strong>del</strong> serpente, rilassate la<br />
mente ed il corpo.<br />
Ora facendo partire l'impulso sinuoso dal baricentro muovete le mani davanti a voi in modo ampio, circolare<br />
ed anti-orario (fig. 2).<br />
Dopo 108 movimenti in senso anti-orario fate altri 108 movimenti in senso orario mentre, in fase di<br />
espirazione, emettete un suono sibillino (SSS).<br />
Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!<br />
2. ESERCIZIO<br />
Portatevi nella posizione <strong>del</strong>la "FRUSTA" in passo pieno frontale (fig. 3). Ora, similmente al serpente, fate il<br />
vuoto su un ipotetico attacco frontale (fig. 4) mentre espirate col suono sibilante.<br />
Siate totalmente immersi in questa alternanza di vuoto e pieno ripetendo l'esercizio per 108 volte prima<br />
nella posizione sinistra poi in quella destra.<br />
Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!<br />
3. ESERCIZIO<br />
Ponetevi a gambe larghe - la distanza tra i piedi è il doppio <strong>del</strong>la larghezza <strong>del</strong>le spalle -, ancorate i piedi al<br />
suolo e chiudete le natiche. Mobilizzando l'energia interna portate 108 colpi con la punta <strong>del</strong>le dita<br />
all'altezza <strong>del</strong>la gola.<br />
Ripete per 10 volte questa sequenza di 108 colpi.<br />
Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!
4. ESERCIZIO<br />
Mantenendo la posizione <strong>del</strong> precedente esercizio, le braccia nella posizione "SOLLEVARE LE MANI" (fig.<br />
7), vale a dire la mano sinistra all'altezza <strong>del</strong>la gola e la mano destra vicina al gomito sinistro, partendo dal<br />
baricentro e trasmettendo l'impulso sinuoso alla colonna vertebrale, muovete ambedue le mani dall'interno<br />
verso l'esterno con un movimento a spirale discendente ed ascendente (fig. 8) per 108 volte.<br />
Invertendo la posizione <strong>del</strong>le mani ed il movimento a spirale fate altre 108 ripetizioni.<br />
Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!<br />
5. ESERCIZIO<br />
Partendo dalla medesima posizione con le braccia un po' piegate, i gomiti verso il basso e le mani<br />
all'altezza <strong>del</strong> cuore, arrotolate il serpente a sinistra con un movimento sciolto e fluido (fig. 9). Dalla<br />
posizione arrotolata verso il suolo, facendo partire l'impulso energetico dal baricentro, scattate con moto<br />
ascendente e colpite col taglio interno <strong>del</strong>la mano all'altezza <strong>del</strong>la tempia (fig. 10) per 108 volte. Lo stesso<br />
movimento viene eseguito a destra con altre 108 ripetizioni.<br />
Siate consapevoli e lasciatevi fluire, o diletti!<br />
6. ESERCIZIO<br />
In quest'ultimo esercizio andate a colpire l'ipotetico bersaglio col micidiale "MORSO DEL COBRA".<br />
Portatevi in guardia sinistra nella posizione a passo vuoto, col 95% <strong>del</strong> peso <strong>del</strong> corpo sulla gamba<br />
posteriore ed il restante 5% sul piede avanzato (fig. 11). Con la rapidità <strong>del</strong> cobra, scattate in avanti<br />
sollevando il ginocchio destro e portando il morso all'altezza <strong>del</strong>la gola (fig .12) per 108 volte. Invertendo la<br />
posizione portate il morso <strong>del</strong> cobra ancora per 108 volte.<br />
A conclusione <strong>del</strong>la sequenza, come per gli altri animali, andate a ricomporre l'energia (fig. 13).<br />
Ora, prima <strong>del</strong>la meditazione BODHIDHARMA, che conclude il programma <strong>del</strong>la giornata, dedicate un po'<br />
di tempo per la pulizia <strong>del</strong> corpo, degli indumenti, <strong>del</strong>la stanza e dei vostri oggetti.<br />
In qualsiasi momento <strong>del</strong>la giornata siate ininterrottamente consapevoli, o diletti!"
CHAN<br />
LA MEDITAZIONE BODHIDHARMA<br />
"In quiete siate come una montagna,<br />
in moto siate come un fiume."<br />
(Wu Yu Hsiang)<br />
Dopo il lavoro manuale ed il pasto seguito da un po' di riposo, i discepoli si recano alla sala <strong>del</strong> Buddha ove<br />
ad attenderli c'è il monaco TAOGEN.<br />
"Il termine cinese CHAN, o diletti, proviene dalla radice sanscrita DHYANA.<br />
Il prefisso di DHY significa:
- rischiarare<br />
- fare giorno<br />
- fare luce<br />
- illuminare.<br />
Perciò l'illuminazione è già nella giusta pratica.<br />
La giusta pratica <strong>del</strong>la meditazione è l'essenza e l'espressione <strong>del</strong> Dharma.<br />
Come già sapete, o diletti, l'insegnamento <strong>del</strong> nostro <strong>Tempio</strong> proviene dal grande Maestro BODHIDHARMA.<br />
Egli, così come altri uomini geniali <strong>del</strong> suo tempo, tralasciando l'aspetto storico, si rivolse a quella che si<br />
chiama NATURA DEL BUDDHA, cioè non s'interessò al Buddha o alle sue parole, ma al contenuto <strong>del</strong>la sua<br />
esperienza, un'esperienza viva e diretta, ovvero l'esperienza <strong>del</strong>la propria illuminazione.<br />
Questa preziosa esperienza - di portata universale - inerente la BUDDHITA', ovvero la nostra vera natura,<br />
non si può comunicare con le parole né si può comprendere con la lettura.<br />
Essa ha poco a che fare con l'erudizione.<br />
Si può solo trasmettere da cuore a cuore, come una fiamma che accende un'altra fiamma, quando<br />
l'occasione si presenta. Ecco perché quando il discepolo è pronto il maestro arriva.<br />
Ora andiamo a praticare i 18 esercizi <strong>del</strong>la meditazione Bodhidharma, o diletti.<br />
1. ESERCIZIO<br />
Sedete sulle ginocchia nella posizione <strong>del</strong> diamante (VAJRA), le mani sulle cosce con i palmi rivolti verso<br />
l'alto e gli<br />
occhi semichiusi (fig. 1). Siate ricettivi e, mantenendo la postura ben eretta, collegatevi interiormente con i<br />
gloriosi maestri <strong>del</strong> passato.<br />
Enunciate ora la vostra RETTA INTENZIONE con queste parole:<br />
“Inchinandomi con rispetto ai piedi di loto dei gloriosi maestri <strong>del</strong> passato chiedo il permesso di entrare nei<br />
piani sottili ove regnano Amore, Luce, Pace e di realizzare, qui e ora, la Buddhità per beneficiare tutti gli<br />
esseri senzienti.”<br />
2. ESERCIZIO<br />
Portate la mano sinistra sopra il capo con il palmo rivolto verso l’alto in ricezione di energia e la mano<br />
destra posata sulle cosce (fig. 2).
Respirate lentamente, profondamente, consapevolmente.<br />
Ruotando la mano sinistra verso il coronale, in fase di espirazione, fatela scendere lungo l’asse centrale<br />
sopra la mano destra.<br />
Sintonizzatevi con le forze universali <strong>del</strong>la Luce, o diletti!<br />
3. ESERCIZIO<br />
Portate ambedue le mani sopra il coronale (fig. 4), rivolgete le punte <strong>del</strong>le dita verso il basso e, in fase di<br />
espirazione scendete in avanti lungo l'asse centrale (fig. 3). In fase di inspirazione, con un ampio movimento<br />
laterale <strong>del</strong>le braccia, riportate le mani sopra il coronale (fig. 4) e continuate nell'esercizio.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong>l'asse di Luce centrale, o diletti!<br />
4. ESERCIZIO<br />
Dopo l'ultima respirazione <strong>del</strong> terzo esercizio, restate con le mani sopra il coronale (fig. 4). Con gli occhi<br />
semichiusi respirate lentamente, profondamente, consapevolmente.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> settimo vortice di Luce, o diletti!<br />
5. ESERCIZIO<br />
Dalla postura precedente, portate gli avambracci ai lati <strong>del</strong> corpo con i palmi <strong>del</strong>le mani verso l'interno (fig.<br />
5) ed i gomiti rivolti in basso.<br />
Ora con la respirazione a MANTICE muovete ambedue le mani verso l'interno (come per comprimere l'aria)<br />
scendendo dal quinto vortice al terzo e salendo dal terzo vortice al quinto.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> quinto vortice di Luce, o diletti!<br />
6. ESERCIZIO<br />
Appoggiate le punte <strong>del</strong>le dita sul cuore e, con gli occhi semichiusi, respirate lentamente, profondamente,<br />
consapevolmente.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> quarto vortice di Luce, o diletti!
7. ESERCIZIO<br />
Ponete la mano sinistra col palmo verso l'alto all'altezza <strong>del</strong>l'ombelico e la mano destra col palmo rivolto in<br />
basso appoggiata sullo sterno (fig. 7). Ora muovete mentalmente l'energia in senso orario intorno allo<br />
stomaco.<br />
Mentre il respiro fluisce naturalmente, visualizzate come una girandola di luce che ruota sempre più<br />
intensamente.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> terzo vortice di Luce, o diletti!<br />
8. ESERCIZIO<br />
Ponete ambedue le mani in corrispondenza <strong>del</strong>l'area genitale (fig. 8). Con gli occhi semichiusi respirate<br />
lentamente, profondamente, consapevolmente.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> primo vortice di Luce, o diletti.<br />
9. ESERCIZIO<br />
Continuando a respirare con l'addome in maniera lenta, dolce e consapevole aprite le braccia ai lati <strong>del</strong><br />
corpo con i palmi rivolti avanti (fig. 9).<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> triangolo di Luce che il vostro corpo disegna nello sazio, o diletti!<br />
10. ESERCIZIO<br />
Ora, come nel quinto esercizio (fig. 10), portate le braccia ai lati <strong>del</strong> corpo. Oscillate leggermente con il<br />
busto in avanti ed indietro mentre fate la respirazione a mantice.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> doppio eterico che circonda il corpo fisico, o diletti!<br />
11. ESERCIZIO<br />
Assumete la posizione speculare <strong>del</strong> secondo esercizio (fig. 11). Mentre la mano destra è in ricezione di<br />
energia respirate ancora più lentamente e consapevolmente con l'addome.<br />
Quando l'aria inspirata e l'aria espirata si fondono, in questo momento, toccate il centro senza energia e<br />
saturo di energia, o diletti!
12. ESERCIZIO<br />
Portate i palmi <strong>del</strong>le mani in corrispondenza <strong>del</strong> secondo chakra (fig. 12). A partire da questo esercizio, dalla<br />
respirazione addominale, passate alla "RESPIRAZIONE PRENATALE". In questo tipo di respirazione,<br />
conosciuta anche come respirazione di "LUNGA VITA", i movimenti <strong>del</strong>l'addome sono invertiti. Perciò<br />
rientrate un po' l'addome in fase di inspirazione e rilassatelo, spingendolo un po' in fuori, in fase di<br />
espirazione.<br />
Siate coscienti <strong>del</strong> secondo vortice di Luce, o diletti!<br />
13. ESERCIZIO<br />
Continuando nella respirazione prenatale, portate le braccia ai lati <strong>del</strong> corpo con i palmi <strong>del</strong>le mani verso<br />
l'alto (fig. 13). Ora inspirate col suono HENG, ritenete il respiro per circa sette secondi, quindi espirate col<br />
suono HAAA.<br />
Siate saldi e centrati nella postura, o diletti!<br />
14. ESERCIZIO<br />
Proseguendo con la respirazione prenatale, portate le mani sopra il coronale (fig. 14). Respirate in tre fasi<br />
come nel precedente esercizio (il suono HENG ed il suono HAAA sono ripetuti mentalmente).<br />
Siate forti nella postura, o diletti!<br />
15. ESERCIZIO<br />
Ancora con la respirazione prenatale, portate le mani a triangolo al centro <strong>del</strong> petto (fig. 15).<br />
Respirate in tre fasi come nel precedente esercizio.<br />
Sia come una montagna la vostra postura, o diletti!<br />
16. ESERCIZIO<br />
Ora, portando di nuovo le mani verso il tantien, ovvero il secondo vortice, concentratevi ancora di più nella<br />
respirazione prenatale.<br />
Il respiro è la vita, celebrate gioiosamente la vita, o diletti!
17. ESERCIZIO<br />
Ora, posando gli avambracci al suolo e formando con l'indice ed il pollice di ambedue le mani un triangolo<br />
portate la fronte verso di esso (fig. 17).<br />
Mantenendo la postura di prosternazione, continuate con la respirazione prenatale.<br />
18. ESERCIZIO<br />
Ritornando con il busto in posizione verticale, portate le mani sopra le cosce, la destra sopra la sinistra, con<br />
i pollici in leggero contatto (fig. 18).<br />
Ora, o diletti, percepite la presenza d'essere di ciascuna persona come sentite la vostra, quindi, mettendo<br />
da parte la preoccupazione di voi stessi, divenite ciascun essere!"