17 MARZO L'uOMO e LA MORte neL veROnese in ... - Ilbassoadige.it

hotel • ristorante • meeting
17 MARZO
Ricorre in questo giorno il 150° anniversario
(17 marzo 1861) dell'unità d'Italia,
proclamata dal nuovo Parlamento Italiano
riunitosi a Torino, attribuendo altresì il titolo
di 1° Re d'Italia a Vittorio Emanuele II.
Riportano gli storici che non ci fu grande
entusiasmo per questo evento che lasciò
alquanto insoddisfatte le forze democratiche
e repubblicane, un pò meno ovviamente
quelle monarchiche. Come già riportato
nel precedente mensile, ricordiamo
che il papalino Lazio e il Veneto ancora
austriaco erano esclusi dall' Italico Regno
e addirittura l'Alto Adige non era neanche
preso in considerazione. A ricordarci ora
quest'ultimo aspetto è intervenuto Luis
Durnwalder, Presidente della Provincia di
Bolzano, dichiarando di non voler rendersi
partecipe di questa importante celebrazione,
reclamandosi minoranza austriaca che
non aveva scelto di far parte dell'Italia.
Per la verità nemmeno i siciliani fanno
un gran sfoggio di appartenenza all'Italia,
dichiarandosi in varie occasioni, soprattutto
all'estero di appartenere piuttosto al popolo
siciliano. E' strano quindi che i maggiori
assegnatari di autonomia, benefici, agevolazioni
e di molte altre prerogative, si
rifiutino di considerarsi italiani malgrado
dalle sgangherate casse italiane percepiscano
ingenti somme di denaro pubblico
e smisurate remunerazioni personali per
lo svolgimento di compiti pubblico-amministrativi.
Ovviamente "pecunia non olet"
anche se italiana, ma soprattutto il 17 per
loro non porta "sfiga".
Gianni Galetto
Il Relais Castello Bevilacqua in collaborazione
con l'Associazione "Il Basso Adige" è
lieto di invitarvi alla 3 a edizione di
RISO DI GUSTO
Sabato 26 marzo 2011 - ore 20.30
Per prenotazioni chiama "Il Basso Adige"
Giuseppe Mutti 349.3157148
Relais Castello Bevilacqua 0442.93655
Attualità
periodico indipendente
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011 - distribuzione gratuita
www.ilbassoadige.it - e-mail: ilbassoadige@grafichestella.it - casella postale n. 8 - 37045 Legnago (Verona)
L'uOMO e LA MORte neL
veROnese in dueMiLA
Anni di stORiA
All'interno del fascinoso pacchetto presentato
nella conferenza stampa di Mercoledì 5
Gennaio, le “Domeniche al Museo” è in programma
per Domenica 27 Febbraio, presso il
Centro Archeologico Ambientale di Legnago,
un interessante studio sul rapporto tra l'uomo e
la morte e sulla vita quotidiana di una comunità
della pianura veronese di oltre 3500 anni fa. Uno
degli aspetti della storia dell'uomo più ricchi di
simbolismo è sicuramente la relazione che lega
la nostra specie con la morte. “Lo scavo archeologico”-
ha introdotto il Curatore del Centro
Archeologico Ambientale, Federico Bonfanti-
ӏ in questo senso uno strumento privilegiato
per indagare questa problematica e per far luce
anche sul quotidiano del mondo dei vivi in quel
lontano passato. Le sepolture ci narrano, attraverso
gli oggetti che accompagnano il defunto,
chi egli fosse e quale ruolo ricoprisse all'interno
della comunità. Inoltre lo studio dei resti scheletrici
offre informazioni preziose su sesso, età
ma anche sullo stato di salute, la dieta e l'attività
lavorativa che in vita avevano caratterizzato l'individuo”.
È proprio questa tematica che l'esposizione
intitolata “Da qui all'eternità. L'uomo e la
morte nel Veronese in 2000 anni di storia”, curata
da Alessandro Canci e Luciano Salzani, vuole
proporre agli interessati a partire dal prossimo 27
Febbraio fino al 29 Maggio. L'evento, promosso
dal Museo civico legnaghese, è stato realizzato
in sinergica collaborazione con il Dipartimento
di Archeologia dell'Università di Padova, la
Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Veneto, l'Assessorato alla Cultura della Città di
Legnago, l'Assessorato ai Beni Ambientali della
Provincia di Verona, la Fondazione Fioroni, il
Museo Archeologico di Fratta Polesine e l'Associazione
Culturale il Manegium.”Si tratta”- ha
proseguito il giovane curatore-” della prima
esposizione organica delle testimonianze più
significative di oltre duemila anni di storia delle
pratiche funebri che gli scavi archeologici compiuti
nella pianura veronese hanno messo in luce
nel corso degli ultimi decenni”.
(Segue a pag. 3)
QuALe tRicOLORe?
Per una singolare coincidenza, proprio
mentre si festeggiava in pompa magna a
Reggio Emilia il primo Tricolore, stavo
leggendo nel volume di Giuseppe Battaglia
E li chiamavano briganti alcune cronache
della repressione, condotta dai militari
napoleonici e dai loro alleati italiani, delle
insurrezioni popolari nel Veneto del 1809.
A sfogliare le testimonianze dell’epoca si
inorridisce: l’espressione che più ricorre
è “nome, cognome, anni… fucilato”,
“fucilato”, “fucilato”, ripetuto per decine,
centinaia di volte.
Questi insorgenti non erano, in genere,
briganti sanguinari, autori di efferati
delitti, e quello che chiedevano era persino
ragionevole o almeno comprensibile:
semplicemente non ne volevano sapere
di una dominazione ritenuta illegittima
e crudelmente oppressiva, che li stava
dissanguando di tasse e ruberie. Quando
tiravano fuori le vecchie bandiere col
Leone di San Marco, non credo che quei
contadini e artigiani sperassero veramente
di restaurare la Serenissima: per loro era
solo il simbolo nostalgico di un governo
ritenuto umano e moderato.
Non contesto, sia chiaro, l’altezza morale
degli intellettuali che appoggiavano il
regime napoleonico, né il contributo che
diedero all’idea di un’Italia unita, ma
sinceramente, fra i giacobini di città che
fucilavano e i poveri campagnoli che venivano
fucilati, la mia simpatia va a tutta
questi ultimi.
(Segue a pag. 4)
UZZO
LEGNAGO - Via Fiume, 13 - Tel. e Fax 0442 600788
VENDITA
• VANGADIZZA - Casa singola con terreno di pertinenza.
• LEGNAGO ZONA PEDONALE - Nuovi appartamenti varie
metrature. Info in ufficio.
• LEGNAGO - PORTO - Case in aderenza.
• TERRANEGRA - Nuove villette in costruzione.
• S. PIETRO DI LEGNAGO - Nuove villette in costruzione con
possibilità di personalizzarle.
• LEGNAGO - Appartamento al piano secondo in Viale dei Tigli
con acensore e garage.
• LEGNAGO CENTRO - Appartamenti mono, bilo, trilocali di
nuova costruzione con posto auto, già climatizzati.
• LEGNAGO ZAI - Lotto terreno mq 3100.
• LEGNAGO - Via Matteotti angolo Via Benedetti - Ultime
disponibilità di appartamenti.
• LEGNAGO - Viale dei Tigli. Ampio garage - magazzino.
• LEGNAGO CASETTE - Bifamiliare con doppio garage
e terreno.

periodico indipendente
BAttistA
sOFFiAntini
ORA AncHe Le POesie
Poesie
di
Battista Soffiantini
Giorgio Soffiantini Maria Luigia Galantin
A cura del nipote dell’autore, Giorgio
Soffiantini, e di Maria Luigia Galantin, sarà
presentato anche a Legnago l’ultimo libro,
intitolato “Poesie di Battista Soffiantini”,
riferentesi al grande sindacalista cattolico
emerso, come figura, nel 2009 grazie alla
pubblicazione di “Un cattolico della prima
metà del Novecento”, allora introdotto con
successo al pubblico di varie località del
rodigino e del veronese. La nuova pubblicazione
a stampa, patrocinata in loco dal
Comune di Legnago, sarà pubblicizzata
nell’ambito dello “Happy Hour con l’Autore”
al Salieri, venerdì 4 marzo 2011 alle
18.00, con ampio ricorso alla multimedialità,
grazie agli interventi dell’autore
Giorgio Soffiantini, della voce narrante
di Nella Dall’Agnello Modena e degli
intermezzi musicali creati dal canto della
soprano Alice Chinaglia e dalla strumentalità
pianistica della concertista Emanuela
Mattioli. L’incontro si concluderà con un
momento conviviale sottolineato da un
aperitivo con rinfresco e a tutti i ragazzi
che parteciperanno, e lo richiederanno,
verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Carla Faccio
Multiservice
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
tiGLiO ARGentAtO
Il tiglio argentato (Tilia tormentosa) è un
albero di grandi dimensioni, alto anche più
di 30 metri, con foglie cuoriformi.I suoi fiori,
leggermente profumati, sono riuniti in grappoli.Il
nome Tilia, da “pliton” (ala), deriva
dalla caratteristica forma ad ala dei peduncoli
dei fiori. Era considerato sacro dalle antiche
popolazioni germaniche ed a lui, ancora
oggi, è intitolata una delle più famose strade
di Berlino. Il tiglio è impiegato, prevalentemente
sotto forma di gemmoderivato ( tilia
tormentosa 1 DH macerato glicerico ), come
tranquillante vegetale per eccellenza, per le
sue notevoli proprietà sedative, antispasmodiche
e favorenti il sonno: è infatti uno dei
migliori preparati contro l’ansia.
INDICAZIONI
Stati ansiosi, insonnia, ipertensione arteriosa,
soprattutto se dovuta a stress, intestino irritabile,
distonie neurovegetative.
POSOLOGIA
Si usano le gocce del macerato glicerico (20-
50 gocce), diluite in acqua, da 1 a 3 volte al
giorno, prima dei pasti. E’ privo di tossicità e
per questo può essere utilizzato nei bambini,
negli anziani e in gravidanza. Nelle coliche
gassose dei lattanti si somministra alle dosi di
2-3 gocce prima di ogni poppata. In caso di
insonnia può essere associato ad un induttore
del sonno (come la passiflora o l’escolzia) la
sera; in caso, invece, di ipertensione si può
associare a biancospino e ad olea europea.
Dott. Adamo Feriotto
Dott.ssa Chiara Feriotto
Dott.ssa Giulia Marabese
Dott.ssa Erica Mori
www.grafichestella.it - fax 0442 600578
(Segue da pag. 1: L'uomo e la morte nel veronese
in duemila anni di storia)
L'allestimento inizierà col documentare le sepolture
delle fasi antiche dell'età del Bronzo. Nella
sede del museo civico verrà riproposta inoltre
la mostra “Vita e Morte nell'età del Bronzo. Il
racconto delle sepolture di Olmo di Nogara”.
Questa rassegna di deposizioni e oggetti costituisce
una selezione di estremo interesse di quanto
rinvenuto nel corso delle numerose campagne di
scavo presso il sito di Olmo di Nogara, ubicato
a una ventina di chilometri da Legnago. “in
quest'area”- ha persistito Bonfanti-”è venuta
alla luce una necropoli che, per la qualità dei
materiali come armi e gioielli in ambra e per
l'ottimo stato di conservazione dei resti scheletrici,
rappresenta il sito che documenta nel modo
più esauriente il costume funerario nella pianura
veneta tra il xv e il xiii secolo A.C.”. il percorso
della mostra continua mostrando come, a partire
dalla fasi finali dell'età del Bronzo, la cremazione
dei defunti diventi il rito predominante,
tanto da caratterizzare tutta la successiva età del
Ferro, come ben documentato dalle necropoli
paleovenete della Colombara di Gazzo Veronese
e di Lovara di Villabartolomea in cui fanno la
comparsa anche nuove tipologie funerarie quali
la tomba in grande dolio. “La grande variabilità
nella ricchezza dei corredi”- ha concluso lo
storico-ӏ specchio di una crescente differenziazione
sociale, ma rappresenta al contempo un
ottimo strumento per decifrare il ruolo e l'attività
del defunto”. Ci sarà spazio anche per le ultime
testimonianze sui ritrovamenti attribuiti ai Celti
Cenomani rinvenuti nella necropoli ubicati in
località di Lazisetta di S.Maria di Zevio. La
deposizione delle tombe di servizi completi da
mensa e per bere indicano come grande importanza
dovesse rivestire il rituale del simposio in
onore del defunto. (Paolo Cecco)
p e r i o d i c o i ndipendente
www.ilbassoadige.it
e-mail: ilbassoadige@grafichestella.it
FONDATO NEL 1979
Direttore responsabile: ROBERTO TIRAPELLE
Direttore editoriale: GIANNI GALETTO
Autor. 462 del 25.05.1979 Tribunale di Verona.
Sede in Legnago (VR) - Corso della Vittoria, 36
Pubblicità tel. 349 3157148.
Foto di Paolo Pravadelli.
Grafica, impaginazione e stampa:
Grafiche Stella s.r.l. - Legnago (VR)
“Il Basso Adige” è portavoce dell’Associazione
Culturale “Il Basso Adige”, fondata con atto notarile
6812 del 18.09.1984, reg. a Legnago il 20.09.1984 il
cui Consiglio Direttivo è così composto:
Presidente: Gianni Galetto
Presidente Onorario: Alessandro Belluzzo
Vice Presidente: Francesco Occhi
Segretario: Giuseppe Mutti
Consiglieri: Armandino Bocchi
Renzo Peloso
Via Maestri del Lavoro, 8 - 37045 S. PIETRO DI LEGNAGO (VR) - Tel. 0442 603373 - Fax 0442 628274 - Cell. 347 5586373 - E-mail: gruppobertassello@tiscali.it
3

4 Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
MALAsAnità: cHe FARe?
Malasanità: purtroppo negli ultimi mesi è un
termine che ricorre spesso nei telegiornali e
riempie le pagine di cronaca dei quotidiani.
Secondo un'agenzia di sondaggi il 53% degli
italiani teme un danno durante la cura.
Questa paura sembra essere giustificata dagli
avvenimenti: persone che muoiono aspettando
al pronto soccorso; patologie gravi
scambiate per banali influenze; operazioni
sbagliate ecc... Eppure secondo i dati
dell'OMS (Organizzazione Mondiale della
(Segue da pag. 1: Quale tricolore?)
Insomma, agli occhi dei nostri antenati, il
primo tricolore si presentava sotto una luce
decisamente poco simpatica, come la bandiera
dei collaborazionisti filo-francesi, gli stessi
che saccheggiavano i pollai, asportavano i
capolavori artistici dalle chiese per adornare i
palazzi e i musei di Parigi, imponevano leve e
tasse, portavano in Italia idee, credenze e comportamenti
che offendevano il sentire comune.
Certo, il tricolore era anche quello che garriva
davanti battaglioni italiani che si coprivano
di gloria in Germania, in Spagna, in Russia,
e comunque era pur sempre un primo inizio
di quello che sarebbe stata l’unità d’Italia, ma
la maggior parte del nostro popolo, diciamolo
piano che nessuno ci senta, non pianse quando
fu ammainato a beneficio delle vecchie
bandiere della restaurazione; nel nostro caso,
il rosso-bianco-rosso dell’Austria o il giallonero
imperiale.
Ma restiamo alla nostra bella bandiera nazionale.
Col passare del tempo, poeti e retori si
dilettarono ad immaginare un tricolore modellato
sulle bellezze naturali del Bel Paese:
«Non rampare di aquile e leoni, non sormontare
di belve rapaci, nel santo vessillo; ma
i colori della nostra primavera e del nostro
paese, dal Cenisio all'Etna;le nevi delle alpi,
l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E
subito quei colori parlarono alle anime generose
e gentili, con le ispirazioni e gli effetti
delle virtù onde la patria sta e si augusta: il
bianco, la fede serena alle idee che fanno divina
l'anima nella costanza dei savi; il verde,
la perpetua rifioritura della speranza a frutto
di bene nella gioventù de' poeti; il rosso, la
passione ed il sangue dei martiri e degli eroi.
E subito il popolo cantò alla sua bandiera
ch'ella era la più bella di tutte e che sempre
voleva lei e con lei la libertà! »
esclamava il Carducci Giosuè nel celebrare il
primo centenario della nascita del Tricolore,
Sanità) quello italiano è il secondo sistema
sanitario al mondo, dopo la Francia, per la
qualità dell'assistenza prestata. Sta di fatto
che, nel nostro Paese, mentre si discute inutilmente
su questioni futili unicamente per lotte
di potere, la sicurezza negli ospedali cala.
Il ministro Fazio sottolinea che non ci sono
solo errori umani alla base del disservizio ma
anche carenze di sistema: mancato rispetto
dei protocolli; assenza di una rigorosa valutazione
del percorso che il malato deve seguire;
inadeguatezza di alcune strutture.
Queste crepe sono dovute anche al grave deficit
di bilancio che porta a numerosi tagli. Ciò
si traduce in carenza di personale, turni estenuanti
e quindi minore attenzione di medici
e infermieri, mancanza di attrezzature,
apparecchi inefficienti o non funzionanti,
scarsi controlli. E così si verificano errori
in sala parto e in sala operatoria in genere,
aumentano le infezioni contratte in ospedale
per la scarsa igiene, si verificano trasfusioni
di sangue infetto da HIV, epatite B e C ecc.
Di fronte a questi casi di malasanità spesso
le vittime ed i loro familiari reagiscono con
un atteggiamento di incredulità oltre che di
grave frustrazione. Ma l'unica via possibile
ma altri non erano da meno:
«Il bianco mostra ch'ella è santa e pura
il rosso che col sangue è a pugnar presta
e quell'altro color che vi si innesta
che mai mancò la speme alla sventura»
scriveva Giovan Battista Niccolini, e chi ha
voglia, può fare come me e gironzolare in rete
per cercare altri scampoli di simile prosa o
poesia.
La realtà, come sempre, è molto più prosaica:
anche se molte città si contendono il privilegio
di aver creato il primo tricolore, alcuni elementi
paiono assodati: la combinazione di colori era
quella delle città di provenienza dei primi delegati,
emiliani; il verde era il colore tipico delle
uniformi delle repubbliche giacobine; soprattutto,
giocava molto l’imitazione del tricolore
francese.
Inizialmente. al tempo della Cisalpina, la “bandiera
dei tre colori”, come dice la famosa canzone,
si presentava più o meno come l’attuale,
eventualmente integrata di qualche stemma
repubblicano, con i tre colori sono disposti
a bande verticali di eguale spessore, perché
appunto tale motivo ricorda la Rivoluzione
Francese, la sua bandiera e la famosa triade
libertà, uguaglianza e fraternità.
Quando la repubblica divenne da Cisalpina
Italiana, nel 1802, le tre bande vennero sostituite
da un quadrato verde inserito in un rombo
bianco, il tutto a sua volta dentro un quadrato
rosso: si tratta di una composizione identica
all'attuale stendardo presidenziale italiano,
salvo che quest'ultimo è a sua volta contenuto
dal blu dei Savoia che divenne anch’esso colore
tipico dell’Italia: si pensi alla nazionale di
calcio…
Con la nascita del Regno d'Italia (1805-1814)
nel primo quadrato verde venne iscritta l'aquila
napoleonica.
Il tricolore fu sventolato un po’ in tutti i moti,
e soprattutto nel 1848, quando elementi di
tricolore vennero inseriti nelle bandiere degli
stati pre-unitari convertitisi alla causa costitu-
periodico indipendente
è il ricorso alla giustizia attraverso avvocati
specializzati. Tra i tanti soggetti interessati
alla salute dei cittadini, che operano come
supervisori e organi di tutela, c'è il Tribunale
per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.
Il Tdm è una rete costituita da cittadini
comuni ma anche da operatori dei diversi
servizi e professionisti che si impegnano a
titolo volontario.
Quella costituita da Cittadinanzattiva è una
delle strutture più efficienti a livello nazionale
atta a rimuovere situazioni di sofferenza
ed ingiustizia ricorrendo all'autorità giudiziaria.
Dal 1997 c'è stato un incremento del 70% dei
risarcimenti richiesti per danni medici.
Il tempo di attesa è molto lungo, in media
15 anni, e l'indennizzo viene dato solo in un
terzo delle denunce di danno.
Comunque se si è vittime di malasanità l'unica
strada percorribile è quella legale!
Mariapia De Carli
Se volete esprimere il vostro pare su questo o
altri argomenti trattati in precedenza oppure
volte informzioni sui miei libri mandate una
mail a: m.decarli69@gmail.com
zionale, sotto forma, esempio nel Regno delle
Due Sicilie, di un bordino che circondava la
bandiera bianca dei Borboni, oppure il Leone
di San Marco sul lato dell’asta nel tricolore
veneziano.
Il più celebre e duraturo di tutti, fu però lo
stemma sabaudo: lo scudo rosso con la croce
bianca circondato di azzurro del Regno di
Sardegna. Quando i governi si ritirarono dalla
Prima Guerra d’Indipendenza, gli stati ritornarono
tutti alle loro bandiere tradizionali, e solo
i Savoia mantennero il tricolore e lo Statuto.
Fu quella la bandiera che rimase in uso anche
dopo che il piccolo Piemonte si fu allargato a
Regno d’Italia, e lo rimase fino al 1946, tranne
durante la Repubblica Sociale di Mussolini,
che lo tolse dall’emblema nazionale, aggiungendo,
nella bandiera di guerra, l’aquila afferrante
un fascio littorio.
Negli ultimi anni, dopo che il culto della bandiera
si era un po’ affievolito, anche per l’abuso
che ne aveva fatto il fascismo, sembra che
l’amore per il nostro simbolo nazionale sia in
ripresa, per quanto siamo ben lontani dall’onnipresente
stars and srips che ogni americano
espone con orgoglio davanti a casa.
Per concludere, come ogni bandiera che si
rispetti, anche il nostro tricolore porta su di
sé le tracce di una storia ormai bicentenaria,
nel bene e nel male, nelle vittorie – anche solo
dei campionati del mondo – e nelle sconfitte,
purtroppo non infrequenti.
Ma c’è un ma: ognuno di noi, all’interno di
quella storia, può scegliere il tricolore che più
gli aggrada. Io esprimo già le mie preferenze:
come si sarà capito, pollice in giù per quello
giacobino, profonda consonanza con quello
veneziano del ’48 e, sì, dai: anche con quello
sabaudo del Piave e di Vittorio Veneto.
Quello che mi tocca di più, però, è il biancorosso-verde
che sventola stagliandosi su un
cielo implacabilmente azzurro, mosso dal
vento delle montagne, in qualche base sperduta
dell’Afghanistan.
Alberto Costantini

periodico indipendente
La perdita e la disgregazione di molti valori
nella società di oggi sta determinando,
purtroppo, anche la crisi di istituzioni fondamentali
per l’esistenza civile dell’essere
umano. Una fra queste risulta essere
la famiglia: “elemento primo del sistema
sociale il cui scopo è di riprodurre in primis
lo stesso attraverso l’incremento biologico e
la socializzazione degli individui che lo costituiscono”.
Le famiglie di oggi sembrano letteralmente
“esplodere” alle diverse tensioni
e sollecitazioni dell’era contemporanea. Il
susseguirsi degli eventi di carattere sociale,
storico e culturale ha condotto ad un netto
passaggio dalla famiglia di tipo patriarcale
e agricola in cui si riunivano in una stabile
coabitazione più ceppi di generazioni diverse
quali: genitori, figli, nonni, zii e nipoti; ad
una moderna più ristretta ed accentrata di
recente istituzione in cui difficilmente sanno
convivere serenamente: padre, madre e figli.
La famiglia di oggi è quindi ben diversa da
quella che l’ha preceduta, ma non sembra
certo migliore di quest’ultima. Le funzioni
socializzanti della stessa quali: la trasmissione
dei propri valori e delle proprie regole,
l’educazione e il controllo dei figli e del loro
comportamento nell’ambito sociale e non, la
diffusione della sua cultura e dei suoi modelli
o ideali; non sono più trasmessi da essa.
Altre istituzioni quali scuola e mass-media
hanno oggi sostituito questo grande compito,
conservando e a volte stravolgendo i
suoi valori. Il ruolo educativo ed assistenziale
della famiglia tradizionale sembra quindi
divenire sempre meno presente nella società
attuale, creando come conseguenza un
disagio su coloro che la costituiscono con
legami labili e precari fra genitori e figli. Di
consueto i genitori delle nuove generazioni
appaiono incapaci di “mantenere e alimentare”
una stabile vita familiare, divenendo
quasi a loro volta elemento di disturbo nei
propri figli adolescenti. Padri che di frequente,
infatti, perdono la loro figura autoritaria
ed educativa diventando “fragili e deboli”
o “inabili” ad imporre la loro autorevolezza
di pater familias sulla propria prole; ma che
poi di contro sanno al medesimo istante
trasformarsi in capaci curatori del focolare
domestico accudendo e gestendo con
estrema abilità la loro abitazione che diventa
l’emblema del status sociale raggiunto dalla
famiglia costituita. Se negli anni passati
l’autorità paterna era a volte troppo presente
e dura da limitare, si può dire, la libertà dei
propri figli; oggi invece sembra essere quasi
paradossalmente assente. Un tempo le figure
del padre e della madre , proprio per
quella loro autorità, erano quindi i modelli da
imitare e a volte da superare da parte degli
stessi figli. I loro valori quali: onestà, rettitudine,
solidarietà, il perseguire il proprio dovere,
il rispetto delle istituzioni, delle persone e
dei ruoli sociali, la devozione alla religione;
divenivano gli stessi valori e ideali della
prole. Non erano veline, calciatori, uomini di
spettacolo e figure televisive di poco spessore
culturale e sociale ad essere imitati, ma
coloro che li avevano generati e che quotidianamente
li educavano per essere buoni
cittadini. Un’inversione dei ruoli che appare
sussistere non solo per i padri, ma anche
per le madri che a seguito di numerose battaglie
sentono oggi l’esigenza di essere parti
attive della società e della famiglia. Madri
che entrate con pieno diritto nel mondo del
lavoro e della carriera professionale concilia-
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
iL RuOLO deLLe FAMiGLie di OGGi
no a volte con estrema difficoltà le esigenze
del nucleo familiare e l’educazione dei figli,
divenendo loro stesse quasi più assenti dei
padri, che con coloro costituiscono le moderne
famiglie. Un’assenza determinata forse da
un atavico desiderio di essere riconosciute
nel loro nuovo ruolo sociale e nell’economia
domestica del proprio nucleo familiare. Con
i padri, le medesime, cercano infatti di concorrere
ad aumentare o mantenere il reddito
della famiglia per un miglioramento del proprio
grado sociale, comportando con ciò una
importante perdita del loro compito di madri.
Acquisiscono incredibilmente l’autorità della
figura paterna, soprattutto nell’educazione
dei figli e nel menage familiare, lasciando ad
istituzioni come la scuola o ai figli stessi le
loro proprie funzioni di genitrici e precettrici.
Un’assenza e un’inversione dei ruoli che
tende a rappresentare questi nuovi genitori
come persone quasi incapaci di “dare le
giuste regole e i giusti no” ai propri figli e a
volte inidonei a confrontarsi con gli stessi
per l’ascolto delle loro esigenze. “TV, babysitter,
tutto ciò che si desidera subito e ancor
prima di aver raggiunto dei traguardi, regali
in vista della promozione concessi inspiegabilmente
prima del tempo…e ai quali spesso
segue una bocciatura, abiti di firma, scarpe
di marca, oggetti tecnologici di ultima generazione”
perché tutto questo possa rendere
eternamente felici i propri figli nascondendo
con essi le mancanze di quei genitori troppo
assenti. Precludere a questi adolescenti le
prove della vita e impedire che gli stessi si
pongano dei limiti credo, a mio giudizio, che
ciò non renda migliori le nuove generazioni
che di contro crescono insoddisfatte per
quanto troppo le circonda. Appaiono infatti
in alcuni casi, prive di valori, di rispetto per le
istituzioni e la famiglia a cui esse appartengono,
deboli e fragili alle prove della vita, ma
soprattutto individui infelici della società a cui
appartengono. Un’infelicità che si manifesta
in alcuni ragazzi con atti estremi e di sovversione
alle regole del vivere civile, giungendo
a considerare a volte il gruppo dei propri
coetanei con un ruolo educativo maggiore di
quello familiare. I genitori dovrebbero capire
che queste nuove generazioni a cui spesso si
dona troppo materialmente e a cui si vuole
impartire l’errata regola degli adulti che: “il
denaro rende migliori e felici”, non fanno
altro che allontanare i propri figli da loro
conducendoli in una visione del mondo ben
lontana dalla realtà con cui essi un giorno
dovranno interagire. Saper rinunciare, raggiungere
premi o traguardi a seguito di duro
lavoro o di faticoso studio, non avere denaro
facile nel proprio portafogli, non ha certo
reso noi, che li abbiamo preceduti, delle persone
infelici anzi ci ha permesso di divenire
adulti consapevoli delle proprie capacità e
ben determinati nel saper ottenere quanto
ci prefiggiamo accettando anche le dure
sconfitte della vita. Ritengo inoltre che alcuni
genitori dovrebbero smettere di “imitare i
propri figli” cercando di vestirsi come loro,
di parlare con gli stessi termini o utilizzando
i medesimi atteggiamenti dei giovani; esasperando
addirittura come gli adolescenti la
propria attenzione sull’aspetto fisico all’unico
scopo di voler apparire eternamente
giovani e alla moda con i tempi. Non si
accorgono che in quelle cattive imitazioni
di ciò che ormai non possono più essere, i
figli spesso necessitano di ben altre attenzioni
o cose. Sovente ci si dimentica che un
figlio non ha bisogno di genitori impegnati
nel ruolo di amici, questo lo trovano già
nei propri coetanei, ma di essere semplicemente
dei bravi educatori. Hanno necessità
di un padre e di una madre che siano e
rimangano sempre tali nella loro vita, anche
quando il nucleo familiare si scinde per una
separazione o quando alcuni no educativi a
loro imposti ostacolano l’incontenibile voglia
di totale libertà di azione ed espressione.
Molte famiglie di oggi, fortunatamente, ci
dimostrano che non sono tutte come quanto
descritto. Numerosi genitori sanno infatti
bene conservare e trasmettere ai loro figli
quegli antichi valori che essi possiedono,
cercando di essere sempre presenti nella
vita dei propri ragazzi attraverso un continuo
dialogo e un incessante ascolto degli
stessi che si concretizza giornalmente nella
formazione di adolescenti capaci e di ricchi
di qualità.
Katia Boggian
5

6
Ha un titolo che
sa di sapore antico,
del profumo
della nostra terra
e del caolre dei
nostri campi. Un
raccontare ed un
raccontarsi unico
in Luciana Gatti
chiamata, nella
presentazione al
libro da parte di
Arnaldo Bellini,
la “sacerdotessa
della Poesia”. Ed
“Arasti de parole
venete” sarà presentato domenica 6 marzo
a Minerbe in sala civica all'interno del Palazzo
della Loggia di Piazza IV novembre, all'interno
di un appuntamento da non perdere per sentire
una donna, Luciana Gatti, che canta con amore
ma soprattutto con raffinatezza di linguaggio,
la sua terra. Un libro intenso, profondo che
raccoglie le sue ultime poesie in lingua veneta
parte delle quali vincitrici di primi premi in vari
concorsi letterari del Veneto, che non ci fa mancare
nulla mentre assaporiamo i suoi versi che
ricordano un mondo antico, quasi magico come
ne “La jacheta risvoltà” o “Salve, tera mare”.
Il grande potere di Luciana è proprio quello
di riuscire a cantare in maniera unica il nostro
dialetto, la nostra lingua materna e lei, come
ricorda nella prefazione Giampaolo Feriani, è
uno dei “pochi poeti veneti che ha la capacità
di plasmare e far rivivere il proprio dialetto...”,
una capacità la sua che rende la poesia in lingua
bella, attualissima e sincera. Lo stesso titolo,
“Arasti”, ricorda immagini legate ad una civiltà
contadina immutabile nei suoi riti e nelle sue
fatiche, così come possono essere gli arasti, cioè
i cumoli di fieno fatti con il rastrello dopo il
taglio per farli essiccare prima di metterli a mucchi.
Un libro intenso, vivo, partecipe, che raccoglie
oltre 40 poesie e che ci regala anche “na
storia catà su par la contrà”. Per Arnaldo Bellini
essere nati nella Bassa è motivo d'orgoglio, “un
fortunato regalo di appartenenza” che Luciana
ha nei propri versi, nel suo modo di scrivere le
poesie, nel suo modo di essere; “la Bassa bisogna
conoscerla nell'intimità, amarla con purezza
di sentimenti, ammantati di bontà” ricorda
Bellini. Questo è la poetessa Luciana e lei, figlia
della parola che non sa dimenticare il mondo dei
suoi vecchi, la propria campagna, i propri ricordi,
riesce a rinnovare poesia dopo poesia questa
magica appartenenza a questo mondo contadino.
Luciana Gatti, poetessa e scrittrice, è una delle
voci più alte della poesia veneta e con “Arasti”
ha voluto raccogliere i suoi ultimi componimenti
in lingua veneta per raccontare e raccontarci di
un mondo che sta ormai scomparendo. Autrice
di varie pubblicazioni, tra le quali la poderosa
ricerca “L'Asilo Cherubina Manzoni”, oltre che
“Minerbe, una terra e la sua storia”, “Una terra e
i suoi frutti” e vari altri libri, ha alle spalle molte
raccolte poetiche tra le quali “Il Bucchero”, “Il
baro del tempo”, “Donne”, “Poesia minore”,
“Cai de aqua”. Oltre ad essere protagonista di
eventi di spettacolo e promotrice di iniziative
culturali, è vincitrice di numerosi concorsi di
periodico indipendente
poesia che ne fanno in assoluto una delle poe-
iL nuOvO LiBRO “ARAsti” di LuciAnA GAtti tesse di riferimento della nostra terra. Nel 2007
ha ricevuto il titolo di cavaliere al merito della
Repubblica dal Presidente Giorgio Napolitano.
Il libro “Arasti”, sarà presentato domenica
6 marzo alle 16.30 ed accanto alla presenza
dell'autrice, avrà il commento di Arnaldo
Bellini, giornalista e di Giampaolo Feriani
poeta con voce recitante di Nella Dall'Agnello
e con l'accompagnamento musicale con una
Cetra medievale di Alessandro Pistoia alla presenza
dell'assessore provinciale alla cultura ed
identità veneta Marco Ambrosini, del sindaco
di Minerbe Carlo Guarise e del consigliere
delegato alla cultura del comune Emanuela
Ronchin. (Francesco Occhi)
PARAFARMACIA
Dott.ssa Caterina Girardello
Piazza Garibaldi - Angolo Via G. Matteotti - Legnago - Tel. 0442 601770
QUI TROVI
OTTIME TISANE
PER TUTTE
LE ESIGENZE.
VIENI A
PROVARLE!
ERBORISTERIA • OMEOPATIA • SANITARIA • DERMOCOSMESI
PRODOTTI
• farmaci non soggetti a
prescrizione medica
farmaci "da banco" (sconto 15%)
• rimedi omeopatici
• prodotti fitoterapici
• articoli sanitari
• elettromedicali
• dermocosmesi
• prodotti e alimenti per l'infanzia
• integratori per sportivi
• prodotti per il controllo del peso
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
SERVIZI
• misurazione pressione (GRATUITO)
• test di autoanalisi del sangue
(colesterolo, glicemia, trigliceridi)
• test intolleranze alimentari
• noleggio apparecchi per
aerosol, bilance per neonati,
tiralatte, stampelle
• consulenze di dermocosmesi (GRATUITO)
• consulenze personalizzate per il
controllo del peso (GRATUITO)
• misurazione massa grassa e magra
(impedenziometria) (GRATUITO)
• foratura orecchie
• consulenza problemi prima
infanzia (GRATUITO)

periodico indipendente
un GiORnO AL senAtO PReMiA L'istitutO “Medici” di PORtO di
LeGnAGO, unicA scuOLA A RAPPResentARe iL venetO AL senAtO
Una scuola legnaghese ha vinto il prestigioso
concorso nazionale “Un Giorno al Senato
– Incontri di studio e formazione sull’attività
parlamentare” bandito dal Senato della
Repubblica per l’anno 2011 e rivolto agli
studenti dell’ultimo biennio delle superiori.
A vincere la classe quinta Gestione Aziendale
dell’Istituto Professionale Giuseppe Medici
di Porto di Legnago che, per il lavoro svolto
per il Concorso, è stata invitata a Palazzo
Madama il 30 e 31 maggio prossimi a discutere
con i senatori un progetto di legge sulla
“Prevenzione e repressione del mobbing”,
frutto di un lavoro di ricerca che ha impegnato
la classe per un biennio. Il Concorso, che
intende premiare le classi che presentano un
dossier o una proposta di legge particolarmente
meritevole di attenzione da parte del legislatore,
prevedeva una prima selezione a livello
PReMiAtO “cOttA&RisPOstA”
iL GiORnALe scOLAsticO deL LiceO cOttA di LeGnAGO
Un altro riconoscimento per gli studenti
del Cotta. Venerdì 21 gennaio, presso la
sala convegni dell’Hotel Bologna a Mestre,
si è svolta la cerimonia di premiazione
dell’VIII edizione del concorso “Il Giornale
Scolastico”, organizzata dall’Associazione
Italiana Cultura e Qualità Triveneta
(AICQTV)). Lo scopo dell’iniziativa è di
favorire nelle scuole del Triveneto la valorizzazione
e l’approfondimento del linguaggio
giornalistico, dei temi, degli interessi e
delle esigenze degli autori. Abbiamo partecipato
alla premiazione in rappresentanza
della redazione del nostro giornalino scolastico,
accompagnate dall’insegnante referente
del progetto e con la presenza di due
dei quattro capo redattori dello scorso anno.
Dopo un’introduzione in cui è stata ribadita
l’importanza di coltivare l’esperienza del
giornalino scolastico, in quanto permette
di imparare a scrivere in maniera sintetica,
il dottor Dettin, Presidente del Comitato
Risorse Umane e Qualità del Lavoro AICQ,
ha elencato i criteri di valutazione adottati
per la selezione dei giornalini da premiare:
Novità e originalità. Validità intrinseca e
attualità degli articoli. Capacità di comunicazione.
Veste grafica. Caratteristiche
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
regionale e poi
una seconda e
ancor più selettivascrematura
ad opera
degli Uffici
del Senato, in
collaborazione
con il Ministero
della Pubblica
Istruzione, per
giungere ad
individuare i
progetti formativimigliori,
non più di
una decina, fra
tutte le scuole
italiane. Legittima la soddisfazione da parte
dell’Istituto Medici, prima scuola della provincia
di Verona a vincere il concorso del
Senato da quando è stato istituto, e unica
scuola a rappresentare quest’anno il Veneto a
Palazzo Madama. “Siamo orgogliosi di questo
risultato – afferma la professoressa Maria Pia
Fortuna, vicepreside dell’Istituto - ci complimentiamo
con la classe V GA e con i docenti
di diritto Marialuisa Mele e Lauro Molinaroli,
referenti del progetto didattico. L’invito rivolto
dal Senato ai nostri studenti è anche una
preziosa opportunità per avvicinare gli allievi
alle attività parlamentari cui tante energie ha
dedicato Giuseppe Medici, l’illustre studioso
e statista al quale è intitolata la nostra Scuola.”
“Abbiamo deciso di metterci in gioco e partecipare
al Concorso del Senato - precisano le
studentesse Elisa De Berti e Giada Preato,
quantitative. Arrivati al momento delle premiazioni,
per il secondo anno consecutivo,
al nostro giornalino Cotta&Risposta è stato
attribuito il primo premio con la seguente
motivazione “Ottima risposta agli scopi
del giornale. Evidente la collaborazione e
l’organizzazione tra studenti. Ottima la concretezza
e varietà degli articoli. Buona la
rappresentanti della classe V GA vincitrice -
anche per una forma di omaggio alla figura di
Giuseppe Medici, che è stato per ben ventotto
anni Senatore della Repubblica. Abbiamo
analizzato il tema del mobbing, d’accordo
con i professori Mele e Molinaroli che ci
hanno seguite, perché la dignità del lavoro è
un tema che ci ha particolarmente colpito.
Nonostante sia stato introdotto nel 2009 il
reato di stalking, sul mobbing in Italia c’è
ancora un vuoto legislativo. Nella relazione
allegata al progetto di legge abbiamo scelto
la linea dura, prevedendo come reato i comportamenti
dei datori di lavoro, o anche dei
colleghi, che umiliano e feriscono la personalità
morale dei lavoratori sul luogo di lavoro,
causando una condizione di grave depressione
e costringendo spesso i malcapitati alle dimissioni.
Sono fatti che avvengono purtroppo di
frequente, e di cui si occupano i tribunali.
Non speravamo di poter vincere il concorso
perché sapevamo che la selezione è molto
rigorosa, ma adesso che, come classe, siamo
stati invitate a discutere il nostro progetto al
Senato, cercheremo di batterci per le nostre
idee e, chissà, che non trovino accoglienza”.
Nei due giorni che trascorreranno al Senato,
le allieve e gli allievi dell’Istituto Medici
avranno modo di visitare gli Uffici del Senato
e si incontreranno con senatori e funzionari,
in particolare con i senatori eletti nei collegi
elettorali del Veneto, i quali risponderanno
ad alcuni quesiti e assisteranno ad una simulazione
di seduta parlamentare predisposta
dagli studenti; un’esperienza senz’altro molto
stimolante e gratificante per i ragazzi.
Francesco Occhi
capacità di comunicazione ottenuta grazie a
pagine e testi ben ordinati. Ottima la veste
grafica che non stanca l’occhio e ben bilancia
immagini e testi. Buona la frequenza
di uscita e discreto il numero di pagine per
uscita. Buona la pluralità di firme.
Lisa Saravalli
e Martina Lorenzetti 4AS
LEGNAGO - Via Matteotti, 94 - Tel. e Fax 0442 601749
7

giovedì 10 marzo ore 21.00
CCN - BALLET DE LORRAINE
SERATA
FORSYTHE
Steptext
coreografia W. Forsythe
musica J. S. Bach
Vertiginous thrill of exactitude - foto di Laurent Philippe
The Vertiginous Thrill
of Exactitude
coreografia W. Forsythe
musica F. Schubert
The Vile Parody of Address
coreografia W. Forsythe
musica J. S. Bach
“And the winner is...” Musiche da Oscar
giovedì 31 marzo ore 21.00
MUSICAL
E CINEMA
dai musical
Chicago
Cabaret
Mamma mia
e molti altri
ALLA scALA due OPeRe itALiAne
Cavalleria rusticana e Pagliacci, un dittico per
Daniel Harding e Mario Martone. Cinque su
sette sono state le opere italiane in programma
(L'occasione fa il ladro, L'elisir d'amore, Cavalleria,
Pagliacci e Tosca) alla Scala dal settembre scorso e
fino al prossimo febbraio. Una scelta ben precisa
sul melodramma di casa nostra. Ora, in cartellone,
è la volta di Cavalleria e Pagliacci. Il dittico non
veniva più messo in scena dalla stagione 1980/81
nel prezioso allestimento di Zeffirelli e Pretre. Per
capire più da vicino come sono state affrontate le
due opere, era doveroso incontrare almeno uno
degli artefici del duplice allestimento. Con il contributo
del Teatro alla Scala ci siamo trovati di fronte
direttore (Daniel Harding), regista (Mario Martone)
e scenografo (Sergio Tramonti). E' iniziato un
appassionante incontro perchè ci è sembrato che
Harding (un scintillante énfant prodige), Martone e
Tramonti, oltre a confermare l'idea della loro vasta
professionalità, abbiano allacciato il filo conduttore
di un'avvincente passione e avventura. Sì, perchè
tutto il cast si trova concorde sul come sia, in fondo,
avventuroso allestire due opere così poco convenzionali
e schematiche. Mario Martone ha subito
precisato: “si tratta di due regie distinte perchè
le opere sono molto diverse benchè le contraddistingua
una comune dimensione antropologica...
Entrambe evocano una certa idea dell'Italia e gli
stereotipi di cui sono tratteggiate nascondono verità
profonde”. “Cavalleria vive con le maschere dei
personaggi, perchè le sue radici arrivano fino alla
tragedia greca. E' contornata dall'area geografica,
c'è la polis, il rapporto tra uomo e donna, lo scontro.
Cavalleria l'ho fotografata in una dimensione
essenziale e quando la scena ha dei rallentamenti
entra in campo la musica, così si comprende
meglio la sua grandezza. La scena va spogliata
e in questo modo la musica diventa scenografia.
“Pagliacci, incece, gode di una scenografia vistosa
e importante. Ci porta nelle periferie, ai confini
della metropoli dove stanziano i centri nomadi. Ho
cercato di restituire un immediato senso del vero,
Orchestra regiOnale
FilarmOnia Veneta
DIEgO BASSO direttore
con
le VOci Di ART VOICE ACADEMY
un richiamo alla marginalità.” Daniel Harding, a
sua volta, apre all'indagine musicale affermando:
“ho affrontato due opere diverse ma dal linguaggio
vicino. E' la prima volta che dirigo Cavalleria
mentre Pagliacci avevo già avuto modo di provarla
in forma di concerto. Mi sono trovato di fronte
un'orchestra meravigliosa e nessuno tra i musicisti
le aveva suonate prima d'ora. Sono tutti orgogliosi
di lavorare su queste due opere intrise di italianità.
Inoltre, devo dire che ho trovato uno dei cori più
importanti del mondo e questo per me è un motivo
di grande stimolo.” Harding continua sottolineando
l'importanza musicale delle due opere: “Cavalleria
e Pagliacci possiedono una musica molto sincera,
ci sono delle tematiche della vita folcloristica ma la
partitura è diretta. Ed è questo che fa la differenza
anche se la loro forti tinte non fanno la rivoluzione.
Il melodramma italiano è un patrimonio drammaturgico
e musicale assolutamente insostituibile.”
Dal canto suo, Sergio Tramonti, da verace romagnolo,
evoca il cinema di Fellini, da La strada a 8
½. Svelandoci, inoltre, qualche notizia dell'allestimento:
“ho essenzializzato Cavalleria, sulla scena
esistono il palcoscenico della Scala, le luci, il coro.
Quest'ultimo agisce su una rampa autostradale.
Ho fatto uso dell'organizzazione mentale dello
spazio del coro.” “Io e Martone - cui mi lega un
lungo sodalizio fin da Così fan tutte al San Carlo
– abbiamo lavorato più sul vuoto.” Concludendo,
Martone ribadisce il suo obiettivo: “In un anno
ho lavorato a tre opere coeve ma diverse: Falstaff
a Parigi, Cavalleria rusticana e Pagliacci qui a
Milano. Falstaff è un'opera splendida - la affronti
dentro i suoi schemi prestabiliti -, con Cavalleria e
Pagliacci ti misuri con i loro scogli, imbarazzanti
e a forte tinte di responsabilità. Rossellini, nel progolo
di Viaggio in Italia, affronta subito i luoghi
comuni del Bel Paese. Come afferma il Maestro
Harding, è stata la comunicazione diretta della
musica e del libretto a far scaturire la risonanza
internazionale di Mascagni e Leoncavallo.”
Roberto Tirapelle
COMPAgNIA MARIO CHIOCCHIO
CATERINA MURINO
PAOLO CALABRESI
DANIELE LIOTTI
Dona Flor e i suoi due mariti
di JOrge amaDO
regia e drammaturgia
Emanuela giordano
C. Murino lunedì 14 marzo ore 21.00
UN ISPETTORE AL TEATRO SALIERI:
PAOLO FERRARI E ANDREA
GIORDANA TINGONO DI MISTERO LA
STAGIONE DI PROSA LEGNAGHESE
Il Teatro Salieri ha aperto la stagione della prosa tingendosi di
mistero con la commedia a carattere giallo “Un ispettore in casa
Birling”, scritta dall’autore drammatico Priestley John Boyton.
Paolo Ferrari interpreta Goole, un ispettore di polizia che irrompe
in casa Birling durante i festeggiamenti per il fidanzamento della
figlia con un giovane industriale, nell’atmosfera tipica dell’alta
società inglese di inizio Novecento. A nulla valgono i suadenti tentativi
del patriarca Arthur, Andrea Giordana, di allontanare quello
strano personaggio dall’intenzione di coinvolgere l’intera famiglia
nell’indagine sulla morte per suicidio di Eva Smith, una giovane
sconosciuta. Domanda su domanda, fra una riflessione e l’altra,
quasi bisbigliata, come si trattasse di un dialogo fra sé e sé, Goole
porta un’amara consapevolezza all’interno della famiglia Birling.
I figli Eric e Sheila, la moglie Sybill, il futuro genero Gerald e lo
stesso Arthur sono tutti, più o meno consapevolmente, responsabili
della tragica fine di Eva. Scoperta la verità, così com’era giunto
misteriosamente, l’ispettore si allontana da casa Birling, quasi
senza che la famiglia se ne renda conto, lasciando alle proprie
spalle un senso di smarrimento e confusione. È realmente esistito
l’ispettore Goole o è forse il sogno di una mente offuscata dal troppo
brandy? È possibile mettere in discussione in una sola notte le
certezze di una vita? Se nei coniugi Birling la mentalità borghese
è fortemente radicata, al punto di creare uno scudo che li separa
dalla società stessa, le parole di Goole penetrano senza fatica nella
mente dei giovani figli. La loro vita non sarà più la stessa. Il trucco
pesante degli attori rende i loro volti simili a delle maschere, con
espressioni stereotipate e fasulle. I modi esageratamente affettati,
fra un ballo, un sigaro ed un brindisi, così come l’arredamento
opulento, sembrano marcare l’appartenenza di quei personaggi ad
un mondo a parte, fatto di illusioni ed artifici. L’ingresso di Goole
nella scena avviene in modo improvviso, quasi rude. La stessa
musica inquietante che accompagna i suoi passi nel salone della
festa rompe l’unità del quadro idilliaco della famiglia borghese.
Gli abiti dimessi e i modi schietti lo differenziano nettamente
dagli altri personaggi, facendolo risaltare particolarmente al centro
della scena, nel suo ruolo a metà fra ispettore e psicanalista, tanto
abile nel mettere in luce i lati oscuri delle persone. Una commedia
intensa e ricca di colpi di scena in tipico stile Hitchocockiano,
come tiene a sottolineare Giancarlo Sepe, con un cast d’eccezione,
ma anche un invito sempre attuale a riflettere sulle ipocrisie della
società e sulle Eva Smith che incontriamo, ma non vediamo, ogni
giorno della nostra vita.
Giulia Rizzi

periodico indipendente
SABATO 9 OTTOBRE 2010
La nonna
SABATO 9 OTTOBRE 2010
SABATO 12 FEBBRAIO 2011
ARMATHAN
GLI INSOLITI NOTI
tRA FARse La nonna e cene Una di escort di FAMiGLiA
scorta
ARMATHAN
Ben due commedie brillanti sono in programma per
marzo 2011, a conclusione della rassegna SABATO di 6 NOVEMBRE prosa 2010-
2010
SABATO 6 NOVEMBRE 2010
L’avaro di Moliere
’11 al teatro parrocchiale Mignon di Porto-Legnago. Si
L’AQUILONE
incomincia sabato, L’avaro 5 marzo, di alle Moliere 21.00 con il gruppo
vicentino Theama Teatro che presenterà SABATO 18 il DICEMBRE lavoro 2010 di
Piegiorgio Piccoli e Aristide L’AQUILONE Genovese “Gli Biciclette attori pre-
TEATROIMPIRIA
feriscono le farse”, in cui un regista e un autore teatrale
si domandano quale sia il modo migliore per mettere in
SABATO 22 GENNAIO 2011
scena uno spettacolo e quale sia il genere più gradito
SABATO 18 DICEMBRE 2010 Il letto ovale
LAVANTEATRO
dal pubblico in fase di prova di rappresentazione di uno
stesso testo in tre modi Biciclette
diversi, così da capire quale sia
il più attuale ed azzeccato. Si tratta di inscenare un testo
degli anni Trenta, ma come? TEATROIMPIRIA Come commedia, dramma
o farsa? E’ possibile realizzarlo seguendo tutti e tre i
generi? Durante queste tre versioni di prove emergono
in modo divertente, SABATO oltre 22 alle GENNAIO caratteristiche 2011specifiche
di ogni mise en scène, le fragilità degli attori, l’autoritarismo
del regista, Il le letto difficoltà ovale intrinseche all’allestimento
di uno spettacolo, e l’inevitabile conflitto fra
primedonne. Il tutto è pervaso LAVANTEATRO da una forte comicità, e
già dal dramma vengono evidenziati i risvolti demenziali
del mestiere dell’attore, con la farsa si raggiunge
l’apoteosi del non-sense. Gli attori preferiscono le
farse è una commedia brillante ricca di humor il cui
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
SABATO 12 FEBBRAIO 2011
Una escort di scorta
GLI INSOLITI NOTI
testo richiama e ammicca a “Rumori fuori scena” di
Michael Frayn e “Il dramma”, la commedia e la farsa
di Luigi SABATO 5 Antonelli. MARZO 2011 Il secondo lavoro in cartellone lo
stesso mese Gli attori per sabato 26 alle 21.00, avrebbe il titolo,
preferiscono SABATO le farse 5 MARZO 2011
familiare e quasi abusato nel teatro brillante, di “Cena
THEAMA TEATRO
di famiglia”, se non fosse per quell’aggiunta, tra parentesi,
(Cognate), messa in evidenza dalla compagnia
Gli attori
preferiscono le farse
SABATO 26 MARZO 2011
recitante NAUTILUS di Vicenza che si affida qui al
Cena di famiglia
(cognate)
THEAMA TEATRO
testo di Eric Assous. In esso, tre fratelli, cenando con
le rispettive NAUTILUS consorti, scoprono che la segretaria, un’af-
fascinante creatura da loro a suo tempo ben conosciuta,
è stata invitata, venendo così coinvolti in un’atmosfera
di sospetto generatrice di panico, tra meschinerie
e vigliaccherie insospettabili in seno a una famiglia
apparentemente SABATO unita. 26 Il riso MARZO è immediato 2011 perché tante
cattiverie, dette con candore o con evidente malafede,
sono irresistibili. Cena Il prezzo di famiglia dei biglietti è di euro 8
per gli adulti con riduzione (cognate) a 6 per i bambini. Il tutto
acquistabile in pre-vendita presso il bar del Circolo
NOI Salutis di Porto, NAUTILUS mediante prenotazione telefonica
(3663487731), tramite e-mail – teatromignon@yahoo.
it - o al botteghino prima di ogni spettacolo. Alla fine
della recita, il consueto snack del pubblico presente
insieme alla compagnia. (Carla Faccio)
Si comunica che da lunedì 28 febbraio dalle
ore 15.00 alle ore 18.00 sarà a disposizione la
Baby Room Nati per Leggere, presso la biblioteca
comunale. Sarà l'occasione per genitori e
bambini di avvicinarsi alla lettura ed avere a
disposizione libri adatti ai bimbi della fascia
d'età 6 mesi 6 anni. Durante questi pomeriggi,
in alcuni momenti verranno organizzati dal
personale della biblioteca delle letture ad alta
voce in base all'età dei bimbi presenti. Per tutto
il pomeriggio sarà comunque aperta al pubblico
la Baby Room, anche qualora il personale non
fosse disponibile (per problemi di servizio) per
le animazioni. Genitori e bimbi avranno comunque
l'occasione di trascorrere un po' di tempo
in un luogo tranquillo dove scambiarsi qualche
COCCOLA DI LETTURA e scegliere un libro
di qualità.
Biblioteca Comunale "Gervasio Bellinato"
CORSI DI CONvERSAZIONE
IN LINGUA MADRE
La Signora ANGELA REYNOLDS riprenderà
i corsi di conversazione presso le seguenti sedi.
Legnago Martedì 01/03/11 - COMPLETO
Iscrizioni alle ore 20:30 - 15/02/11
vangadizza Mercoledì 02/03/11
Iscrizioni alle ore 20:30 - 16/02/11
Aselogna Giovedì 03/03/11
Iscrizioni alle ore 20:30 - 17/02/11
Orario lezioni: dalle ore 20:30 alle 22:00
Durata dei corsi 12 settimane
Per iscrizioni o informazioni Tel. 0442.602541
RISTORANTE PIZZERIA
In un suggestivo contesto è inserito il ristorante Corte
Samuele, un'antica corte rurale restaurata con amore e
passione per mantenere e trasmettere il calore e la genuinità
dei valori di un tempo.All'interno dell'ampia corte si trovano
i locali adibiti a ristorante, pizzeria e un'ampia sala dedicata
a eventi di ogni genere sia per utilizzo pubblico che privato.
Il nostro lavoro è la nostra passione e i nostri clienti sono la
nostra forza.
Tra le nostre specialità vieni a gustare la deliziosa "O' core e napule", vera pizza napoletana, la gustosa
tagliata di entrecote della Nuova Zelanda, gli squisiti spaghetti allo scoglio, la prelibata degustazione di
salumi e formaggi oppure prenota una simpatica serata con tigelle e gnocco fritto.
Orari: pranzo 12.00 - 15.00 (sabato chiuso) - cena 19.00 - 24.00 (tutti i giorni)
Tel. 0442.621448 - Cell. 345.4496814 - www.corte-samuele.it - corte_samuele@hotmail.it
9

Anno XXXI - n. 9 - Settembre 2009
Emozioni di un sì: showroom sposi (ingresso gratuito)
Sabato 26 febbraio 2011 Apertura esposizione dalle ore 15 alle 20
Domenica 27 febbraio 2011 Apertura esposizione dalle 10 alle 20
Il Relais Castello Bevilacqua è la vostra
nuova destinazione nel cuore della storia.
Regalatevi un soggiorno in una delle 7
splendide junior suite, e scoprite i nostri
pacchetti Classic, Romance, Wellness e
Gourmet.
LA MAGIA DEL CARNEVALE AL CASTELLO BEVILACQUA
Anche quest’anno il Castello Bevilacqua ospita “Emozioni di un Si”, rassegna
dedicata ai futuri sposi. Il 26 e 27 febbraio (ingresso gratuito), nelle splendide
sale nobili del Castello, selezionati espositori offriranno agli sposi una carrellata di
tutto ciò che serve per rendere perfetto il Grande Giorno. Quest’anno poi, questa
esclusiva rassegna si arricchisce della presenza di un ospite d’eccezione, il famoso
sessuologo Marco Rossi, che intratterrà i presenti su un argomento intrigante ed
utile per due persone che stanno programmando di trascorrere insieme il resto della
propria vita: come tenere viva la passione di coppia. E per i primi 300 partecipanti
un gradito omaggio.
Sabato 5 marzo alle ore 20,30, imperdibile appuntamento con il Carnevale in tipico
stile veneziano; durante la “Festa Carnascialesca” (prezzo a persona € 39 bevande
incluse, su prenotazione) potrete rivivere i fasti del Settecento, accompagnati dai
costumi tipici del carnevale di Venezia e dai racconti tratti da “La Locandiera” di
Carlo Goldoni. Il Castello si trasformerà in corte nobiliare per accogliere nelle sue
sale giullari, saltimbanchi, maghi, musici e odalische che intratterranno gli ospiti e
faranno rivivere la tipica atmosfera carnevalesca. Imperdibile anche quest’anno il
suggestivo spettacolo dei fuochi “del Redentore”. A seguire, la serata sarà animata
dall’intrattenimento musicale per ballare fino a tarda notte. E l’ 8 marzo si replica
con il “Carnevale dei Folli” (prezzo a persona € 39 bevande incluse, su prenotazione)
per festeggiare il martedì grasso nella cornice unica del Castello Bevilacqua.
Venerdì 18 marzo alle ore 20,30 si rinnova l’ormai tradizionale incontro con il
giallo. Durante la “Cena con delitto” (prezzo a persona € 49 bevande incluse, su
prenotazione) gli ospiti del Castello si troveranno coinvolti in un rebus da risolvere,
diventando dei veri e propri detective sulle tracce di un assassino. Saranno divisi
per tavoli, ciascuno dei quali è una squadra investigativa in competizione con le
altre. Visitando la scena del delitto, studiando la trama della storia e interrogando i
personaggi implicati, dovranno scoprire il colpevole.
Altro appuntamento da non perdere, è la serata “Riso di Gusto” Sabato 26 marzo
alle ore 20.30 (prezzo a persona € 30 bevande incluse, su prenotazione); per
l’occasione lo staff del Ristorante “All’Antica Ala” propone agli ospiti tre saporiti
risotti realizzati all’insegna della genuinità con i prodotti tipici del territorio (al tastasale,
al formaggio Monte Veronese ed ortiche, al Parmigiano con straccetti di manzo)
accompagnati da eccellenti vini del Veronese.
Scoprite il nostro calendario eventi su: www.castellobevilacqua.com
Festa Carnascialesca: Sabato 5 marzo 2011 ore 20.30
Carnevale dei Folli: Martedì 8 marzo 2011 ore 20.30
Cena con delitto: Venerdì 18 marzo 2011 ore 20.30
Riso di Gusto: Sabato 26 marzo 2011 ore 20.30
Il ristorante “All’Antica Ala” vi aspetta tutti
i giorni dal martedì alla domenica, per un
viaggio nel gusto attraverso i sapori e le
tipicità della tradizione locale, in un’ottica
di valorizzazione dei prodotti del territorio.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0442 93655 – info@castellobevilacqua.com – www.castellobevilacqua.com

periodico indipendente
Forse l’incubo è finito. Il primo Febbraio è
diventato esecutivo il Decreto del Presidente
della Repubblica 178/2010 istitutivo del
“Registro Pubblico delle Opposizioni”, pubblicato
in Gazzetta Ufficiale agli inizi di Novembre.
Un’ancora di salvezza per coloro che desiderano
porre fine alle frequenti, insistenti e spesso
fastidiose telefonate commerciali degli operatori
di aziende e call center. Con questo intervento
l’Italia si allinea a Paesi come Gran Bretagna,
Spagna, Belgio, Canada, Nuova Zelanda e Stati
Uniti, i quali già posseggono una sorta di “black
list” di coloro che non vogliono più essere importunati
da operazioni di telemarketing. Il registro
italiano è stato ribattezzato “Robinson List”, a
causa della forte somiglianza con la situazione
di isolamento sociale che il naufrago Robinson
Crusoe si trova a vivere nel romanzo di Daniel
Defoe. Non appena tutto il meccanismo sarà a
regime, chi è presente nella lista anti-scocciatori
non potrà più essere contattato a fini pubblicitari.
Il nuovo sistema è noto col nome di “opt-out”: si
può essere disturbati solo nel caso in cui non sia
stata fatta opposizione tramite l’iscrizione al registro.
Ciò in contrapposizione a quanto avrebbe
dovuto accadere finora con l’attuale sistema dell’
“opt-in”, dove non è possibile contattare qualcuno
senza prima ottenere una sua esplicita autorizzazione.
A ben vedere, ad oggi, le cose non
sono andate proprio in questo modo. Infatti non
molti sanno che nel 2005, l’Autorità garante per
la protezione dei dati personali aveva emesso un
provvedimento che impediva alle aziende e call
center di contattare telefonicamente i cittadini se
questi prima non producevano un’autorizzazione
scritta al trattamento dei propri dati a scopi pubblicitari.
Un meccanismo talmente penalizzante
che le aziende hanno preferito rischiare di essere
Si è tenuta il giorno 6 febbraio scorso, la
terza edizione della Corsa Podistica "Marcia
dell'Olmo", organizzata dall'Associazione
Podistica " Canguri " di Cerea, in collaborazione
con il Comitato di Quartiere di
Asparetto ed il Circolo NOI della Parrocchia
di Asparetto. La corsa si è tenuta
attraverso un itinerario campestre
di Asparetto e allietata da
una splendida giornata di sole,
assaggio della prossima primavera.
Il successo della manifestazione
è stato designato dal
grande numero di adesioni. Gli
iscritti alla corsa erano oltre
1400, ben più degli 800 dello
scorso anno. Segno questo del
grande valore riconosciuto a
questa libera passeggiata fra
la natura, aperta non solo agli
sportivi ma anche e soprattutto
alle famiglie che vogliono fare
" quattro passi " in allegria e
all'aria aperta, come dichiarato
dal Consigliere Comunale con
Delega allo Sport, G. Possenti, volendo così
sottolineare la vicinanza dell'Amministrazione
Comunale di Cerea, nei confronti di
queste manifestazioni. Per la prima volta,
quest'anno, sono state coinvolte anche le
scuole del comprensorio di Cerea, soprattutto
le elementari che hanno avuto ben 179
bambini partecipanti. I percorsi disponibili
erano quattro e di diversa caratura kilometrica.
Un percorso di km. 4 per i piccoli
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
LA ROBinsOn List cOntRO iL teLeMARKetinG
sanzionate piuttosto che intraprendere una così
macchinosa procedura, troppo svantaggiosa per
il loro business. D’altro canto, sembra anche che
i controlli non siano stati così efficaci da spaventare
gli operatori. Il nuovo sistema dovrebbe
mettere una pezza al fallimento del precedente,
lasciando ai cittadini diverse strade per far
valere i propri diritti e prevedendo sanzioni
piuttosto salate, da un minimo di 10.000€ ad un
massimo di 50.000€, secondo quanto disposto
dall’articolo 162, comma 2-quater, del Codice in
materia di protezione dei dati personali. Per aver
diritto ad accedere alla lista, l’articolo 2 del DPR
178/2010 richiede che il nominativo del cittadino
sia già presente nell’elenco degli abbonati
telefonici. Solo chi ne fa parte potrà poi chiedere
l’inserimento nella Robinson List. L’iscrizione è
gratuita e può essere fatta tramite il sito web del
gestore del registro, attraverso il numero verde
dedicato (800.265.265) o tramite raccomandata.
E’ necessario fornire il proprio nominativo, il
codice fiscale e soprattutto il numero telefonico
che si desidera tutelare. Da questo momento in
poi saranno inibite tutte le telefonate a scopi pubblicitari,
qualunque tipo di comunicazione commerciale,
i tentativi di vendita diretta, i sondaggi
di qualsiasi genere e le ricerche di mercato. Le
aziende che invece desiderano continuare la loro
attività di telemarketing, per essere in regola con
la nuova normativa, dovranno acquistare a loro
spese una copia del Registro ed assicurarsi che
i nominativi da contattare non siano presenti al
suo interno. Tutti gli introiti saranno utilizzati
per finanziare l’organizzazione e la gestione del
Registro e per promuovere campagne di informazione
ai cittadini. Un’operazione apparentemente
a costo zero per le casse dello Stato. Alquanto
controversa e sibillina – in puro stile italiano –
cAnGuRi di cORsA
partecipanti e le famiglie e altri tre di km.
7 - 12 - 17 per gli adulti e i più allenati. Ben
5 erano i punti ristoro, ampiamente forniti di
cibo e bevande. Tre punti ristoro erano dislocati
lungo il percorso e uno supplementare,
riservato ai bambini, predisposto all'interno
del cortile del Circolo NOI che, grazie alla
disponibilità del Parroco Don Francesco, era
stato incluso nel percorso a loro dedicato. Un
ultimo punto ristoro era all'arrivo della corsa
per rinfrancare gli atleti della fatica. Grande
emozione ha avuto la premiazione dei piccoli
partecipanti. A tutte le classi iscritte alla corsa
è stato consegnato un attestato di partecipazione
da appendere in classe a ricordo della
giornata e alle tre classi più numerose è stata
11
appare invece la disposizione contenuta nel terzo
comma dell’articolo 2 del Decreto. Dalla lettura
testuale della norma sembra che le nuove regole
non si applichino nel caso in cui le informazioni
degli utenti da contattare non siano prese dal
registro degli abbonati telefonici. Pertanto, se il
call center già dispone dei dati o comunque li
acquisisce da fonti o elenchi diversi (ad esempio,
l’iscrizione a concorsi a premi), l’intervento legislativo
sembra vanificato e gli operatori potranno
comunque continuare a disturbare anche i cittadini
iscritti nella Robinson. Non ci vuole molto
a capire che questa diventerà la regola e non
l’eccezione. Questo punto dovrebbe far riflettere
il legislatore, possibilmente in tempi brevi,
prima di portare a regime un sistema destinato a
fallire per l’ennesima scappatoia normativa. Se
non altro, almeno un chiarimento ci è dovuto.
Il cittadino ha diritto di sapere come stanno le
cose prima di attivarsi e di spendere il suo tempo
per rincorrere una tutela che la legge stessa
non è assolutamente in grado di garantire. Un
intervento di tale portata segna senza dubbio un
concreto passo in avanti nelle politiche di garanzia
della privacy dei cittadini, messa sempre più
a rischio negli ultimi decenni dai fenomeni di
globalizzazione tecnologica. D’altro canto, gli
effetti negativi saranno immediatamente visibili
e si faranno sentire fin da subito con una perdita
stimata di circa 20.000 posti di lavoro. Privacy,
regolamentazione e libero mercato in questo
caso non vanno d’accordo. Se il vecchio sistema
avesse funzionato, o lo si fosse fatto funzionare a
dovere, la domanda avrebbe incontrato in modo
naturale l’offerta, i diritti dei cittadini non sarebbero
stati lesi e i posti di lavoro forse sarebbero
stati salvaguardati.
Matteo Zanetti
donata una bellissima macchina fotografica.
La premiazione si è conclusa con una bella
foto di rito dei sorridenti partecipanti. Anche
per gli adulti sono stati predisposti più di 50
premi che i vari gruppi sportivi, iscritti alla
corsa, potevano scegliere personalmente,
iniziando dal gruppo più numeroso
e finendo con il gruppo
meno numeroso, valorizzando
in questo modo non l'arrivo
al traguardo ma la partecipazione
cospicua di persone. Il
senso di queste manifestazioni,
è proprio quello di creare unione
e momenti di condivisione
popolare e non premiare il
singolo vincitore ma un intero
gruppo rimette in luce l'antico
motto che " il bello è partecipare
". Giornate come queste
sono salutari e creano un contatto
con la terra e la natura
che spesso manca alle nostre
generazioni più giovani che ne
hanno bisogno e lo cercano,
visto l'alto numero di piccoli partecipanti.
Dopo essermi complimentata con tutti gli
organizzatori che hanno saputo far fronte,
con grande preparazione e organizzazione, a
un numero di partecipanti davvero alto e felicemente
accolto e invitato, per il prossimo
anno, non mi resta che dare appuntamento
a tutti alla prossima edizione di questa
spensierata corsa campestre.
Silvia Giangrasso

12
E' stato proprio un inizio con il classico
“botto” la prima edizione di “Incontri d'autore”
a Castagnaro organizzati dal Comune di
Castagnaro e dalla Pro Loco, una serie di appuntamenti
che da gennaio e fino a fine marzo
vedranno vari autori presentare i propri libri nella
sala civica del Centro Servizi di Castagnaro. E ad
aprire gli appunamenti è stato monsignor Bruno
Fasani con il suo primo romanzo “Il cappello
sull'acqua”, un libro che racconta di un amore
impossibile tra un sacerdote ed una giovane
ragazza. Ed una sala ricca di gente ha accolto
il sacerdote volto ormai consciuto sia per la sua
attività di direttore del gionale Verona Fedele, ma
anche per la nomina a Prefetto della Biblioteca
Capitolare di Verona, la più antica d'Europa,
oltre ad essere direttore dell'ufficio Stampa della
Diocesi di Verona e tra gli opinionisti più seguiti
su Uno Mattina, Maurizio Costanzo Show,
Domenica in, Buona Domenica, Uno Mattina,
La vita in diretta e su molti altri programmi
televisivi. Ci spieghi Monsignor Fasani il perchè
di questo romanzo. “Scrivere è sempre stato un
mio grande piacere e oltre a fare il giornalista, ho
voluto raccontare una storia vera che ho vissuto
in prima persona dopo quello che mi ha confidato
una signora che ha voluto raccontarmi la sua
storia, quella di aver avuto un figlio da un prete
che si chiamava appunto don Bruno -esordisce
monsignor Fasani- un fardello troppo grande per
lei che avrebbe potuto espiare solo raccontandolo
ad un altro sacerdote che portava lo stesso
nome, cioè don Bruno”. Un libro che tocca un
argomento scottante quindi come il celibato dei
preti ma che fa anche riflettere sul valore della
fede e dell'essere cristiani. “Il romanzo è il frutto
di una storia vera in parte romanzata che racconta
la storia di questo prete che ha avuto un figlio
circa settanta anni fa e tra le varie cose vuole far
capire come in tutto questo tempo sia cambiata
la società, siano cambiati i costumi anche se i
pettegolezzi, i pregiudizi, le cattiverie della gente
siano invece molto attuali ed ancora oggi possono
creare un clima di solitudine e di profonda
desolazione – continua Monsignor Fasani – sul
libro scrivo anche che ci sono due verità che non
dobbiamo temere: quella della nostra coscienza
e quella del bene fatto per amore di Dio”. Il
romanzo, bello, avvincente e molto coinvolgente,
è ambientato nel mantovano, in un paesino,
Vizzolo, dove don Paolo, il sacerdote protagonista
della storia, arriva su di un vecchio camion
nella nuova parrocchia accolto da nessuno; “ogni
partenza nasconde dei rischi, nei viaggi come
nell'amore”. Un silenzio, quello della gente, fatto
di pettegolezzi e di un mormorio legato al nuovo
sacerdote che certo non è segnale di un caloroso
benvenuto. Così don Paolo, schiacciato dalla
solitudine, non regge questo peso e trova conforto
in Angese dalla quale avrà un figlio. La storia
non ha un lieto fine, come può essere in tanti
romanzi, ma narra le vicende ed i travagli di due
giovani che fa di sicuro riflettere il lettore. Il titolo
“Il cappello sull'acqua” a cosa si riferisce. “E'
legato ad un fatto che accade nel libro -racconta
monsignor Fasani- e cioè l'accidentale caduta in
acqua del cappello di don Paolo a passeggio con
Agnese e che prende il largo, metafora dei destini
periodico indipendente
“iL cAPPeLLO suLL'AcQuA” un intensO ROMAnZO di MOnsiGnOR
BRunO FAsAni RAccOntAtO A cAstAGnARO
si È sPentO AdeLinO cAvAZZAnA, FiGuRA
cARAtteRisticA deLLA veccHiA LeGnAGO
Adelino Cavazzana si è spento all’ospedale di
Legnago il 18 Gennaio 2011. Rimane acceso,
però, in molti legnaghesi il ricordo della sua vitalità
e della sua intraprendenza che l’hanno portato
a contatto con numerose persone di diversi
ambienti e settori. Già il suo lavoro di ambulante
che svolgeva con passione lo conduceva nelle
piazze, ma giunse alla gente anche per altre
vie. Fotografia e videoriprese, pittura, musica
e viaggi lo avvicinarono ad appassionati di arte
e conoscenza. Molti sicuramente lo ricordano
perché ideò e organizzò il Giro Festival, manifestazione
canora che negli anni 70 portava per
le piazze della bassa numerose band della zona.
Sposato con una berlinese che aveva conosciuto
in Germania, dove era stato deportato come
prigioniero, trascorse con lei sessant’anni di
esistenza ricca di iniziative e movimentata fino a
tarda età. Con Adelino Cavazzana scompare una
figura caratteristica del territorio cui il nipote ha
dedicato, subito dopo le esequie, uno scritto che
fa vibrare il sentimento. Parole calde, dense di
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
affetto e nostalgia, che richiamano valori e sentimenti
che oggi sembrano assopiti. È un messaggio
su cui riflettere. Caro nonno, è stato tutto
come tu avresti voluto. Il tuo Santuario della
Madonna della Salute di Porto gremito. I pochi
amici rimasti della “Vecchia Legnago” e tutte
le persone che nel tuo lungo percorso sono state
affascinate dalla tua simpatia, vitalità e solarità.
La tua “Grande Famiglia”, come in tutte
le occasioni importanti, era presente e come
sempre unita. Sii dunque sereno perché quello
che ci hai lasciato rimarrà sempre con noi e
sarà nostro impegno trasmetterlo ai tuoi piccoli
nipoti e a tutti quelli con i quali condividiamo
i momenti quotidiani della vita. Lealtà, onestà,
grande passione per il lavoro e la grande forza
nell’affrontare con il sorriso tutte le difficoltà
sono ciò che di più grande ci hai lasciato. E di
questo tutti noi famigliari e quelli che hanno
avuto la fortuna di conoscerti te ne sono grati.
Con affetto Tuo nipote Cristiano
Renata Nalin
dei due giovani che di lì a breve prendono direzioni
diverse allontanandosi l'uno dall'altra senza
mai più rivedersi”. Monsignor Bruno Fasani è
nato in Lessinia nel comune di Grezzana e dopo
essere stato sacerdote in alcune parrocchie, negli
anni '80 inizia a collaborare con testate giornalistiche
e televisive della provincia di Verona.
Diventa prima vice direttore e poi direttore di
Verona Fedele ed è giornalista professionista nel
1992. Dopo essere stato eletto vice presidente
nazionale dei settimanli cattolici, inizia ad essere
chiamto in Rai come opinionista e da qui inizia
la sua intensa collaborazione con i programmi
televisivi più consociuti. Una delle frasi che
ci ha colpito è senza dubbio “La solitudine è
spesso generata dai pregiudizi della gente. Ogni
pregiudizio è un muro che ti tirano su, ti crea
un meccanismo legato alla solitudine” Quanto è
importante quesa frase nel romanzo. “Vede, sono
molti i pregiudizi della gente e spesso questi pregiudizi
sono proprio quelli che ti fanno giudicare
una persona in maniera sbagliata -risponde don
Bruno - Cerchiamo di essere noi stessi e di essere
obbiettivi il più possibile credendo in quello che
siamo ed in quello che facciamo”. Perchè allora
questo libro. “Ho scritto questo romanzo perchè
ho voluto raccontare la solitudine di una persona
che ha sbagliato con profonda pietà, affrontando
anche un tema scottante come quello del celibato
dei sacerdoti che è inutile nascondere ed oggi
questa solitudine diventa ancor più devastante di
settanta anni fa -continua Fasani- ma è anche la
storia di chi si è liberato da un peso e che l'ha raccontato
ad un sacerdote perchè fosse di esempio
e di monito per tante persone”.
Francesco Occhi
Il brindisi e gli auguri tra i
collaboratori della scuola
Lunedì 6 dicembre il dirigente scolastico di
Legnago I, Oriano Modenini, ha voluto ringraziare
con un brindisi e un piccolo rinfresco tutti
coloro che hanno reso possibile la collaborazione
tra scuola e sanità. La cooperazione fra i
due enti ha trovato terreno comune nel “servizio
d’integrazione nel mondo del lavoro”, coordinato
da Angela Battistella. Questo progetto ha
inserito cinque persone svantaggiate, affiancate
dalle educatrici Stefania Gobbi e Gioachini
Anna, nella realtà lavorativa della scuola elementare
G.Cotta di Legnago, affiancandole al
personale scolastico. «Inserite in un ambiente
lavorativo, queste persone possono superare
alcune loro difficoltà» ha affermato Oriano
Modenini al momento dei ringraziamenti,
aggiungendo «la loro presenza è un vantaggio
anche per chi li ospita perché sono d’aiuto nello
svolgimento del lavoro». Un piccolo progetto
che per alcune persone ha significato molto,
come si poteva capire dalla commozione di chi
ha partecipato all’iniziativa. Tutti i partecipanti
hanno ricordato che aiutare gli altri non è un
dovere, ma una possibilità. Le persone meno
fortunate vivrebbero lo stesso, ma, attuando
progetti come questo, si realizza l’occasione
di restituire loro qualcosa che gli è stato tolto
dalla vita.
Emanuele Sarria

periodico indipendente
cAsALeOne e LA “FieRA deL RAdiccHiO”
un PROdOttO cHe È OnORe deLLA teRRA veROnese e GRAnde RisORsA in cAMPO ecOnOMicO-sOciALe
Parlare di “Fiera del Radicchio” significa
trattare il tema di un prodotto pregiatissimo
di quell’agricoltura che, in vero, merita più
attenzione e di essere più conosciuta. Per cui,
se “radicchio rosso di Verona”, peraltro IGP,
ossia, di indicazione geografica protetta, vuol
dire prodotto dalla caratteristiche eccezionali,
agricoltura significa lavorazione della terra,
dedizione e sacrificio da parte di chi ad essa
si dedica, per ricavarne quei beni, senza dei
quali non vi sarebbe possibilità d’alimentazione
e, aggiungiamo, di lavoro, anche
indotto. La “Fiera del Radicchio di Verona”,
radicata in Casaleone, ha avuto il suo decorso,
con molto successo, dopo essere stata
creata nel lontano 1987 e contando, ormai,
24 anni. Essa, come le altre della zona, ha
il merito di porre in luce un prodotto d’alto
prestigio, giustamente e perfettamente definito
dal sindaco di Casaleone, Gabriele Ambrosi,
“oro rosso del Veneto e ricchezza delle zone
di produzione del Veronese, del Vicentino e
del Padovano”. L’assessore provinciale alle
Politiche per l’agricoltura, Luigi Frigotto, non
ha potuto fare a meno di segnalare che il Veneto
è il primo produttore in Italia di tale importante
vegetale, che le aziende che lo ricavano dalla
terra sono nel Veneto 500 e che la produzione
veneta raggiunge i 200.000 quintali: un vegetale
che va sempre più promosso, sia per i suoi
contenuti in vitamine, sia per essere, quindi,
raccomandato nelle diete, sia per la sua bellezza
purpurea, venata di croccate bianco. Fa
bene, quindi, Casaleone ha dare rilievo al suo
Autoservizi - Pullman
DITTA PREMIATA
CON IL
“CESARE D’ORO”
di Tavellin Angelo
13
eccezionale prodotto e fa bene il Consorzio
di Tutela del Radicchio di Verona, con il suo
presidente Lorenzo Ambrosi, ad avere presentato
il “Radicchio rosso di Verona” presso
l’“Internationale Grüne Woche”, la Settimana
Verde Internazionale, di Berlino, perché
l’agricoltura veronese dispone di un prodotto,
vero oro, dicevamo, che il Nordeuropa saprà
apprezzare, sia per le sua qualità organolettiche,
sia per l’allegria che la sua crocantezza
crea in bocca, sia per il colore, che sarà molto
apprezzato per l’ornamento dei diversi piatti,
così come si usa in quei Paesi... Ottime
iniziative, atte a dare luce a un prodotto di
nicchia, che non ha uguali in nessun Paese
del mondo.
Pierantonio Braggio
“iL BAssO AdiGe”
incOntRA in escLusivA AndReA GiORdAnA AL sALieRi di LeGnAGO
Fervono gli ultimi preparativi per mettere in scena
nel teatro Salieri di Legnago “Un ispettore in casa
Birling” e mentre l'altro protagonista Paolo Ferrari
rimane in scena per gli utlimi ritocchi al copione,
Andrea Giordana si siede vicino a noi, una parte
del direttivo de “Il Basso Adige”. Un incontro
amichevole che il grande attore romano favorisce
mettendoci subito a nostro agio.
Perchè questa commedia, di certo un classico della
scena inglese del '900 ma rappresentata per la
prima volta in Inghilterra ancora nel lontano 1945.
“Per la sua grande attualità -spiega subito Andrea
Giordana- è una commedia socialmente utile, non
è per nulla vuota ma aiuta ad una profonda riflessione.
Anche se scritta nel 1943 è infatti attualissima
ed il suo creatore, John Boynton Priestley è riuscito
a mettere in scena una commedia a carattere
giallo unica, ricca di colpi di scena che dura tutta
la notte e che non conosce alcuna sosta. E' densa
di contenuti sociali ed è molto attuale anche oggi,
segno questo che da quel lontano 1943, anno in
cui fu scritta, ad oggi non è cambiato nulla. Lancia
pure un messaggio, quello di prestare molta attenzione
al proprio orticello senza guardare troppo a
quello degli altri. Casa Birling è una casa dove una
ricca famiglia borghese festeggia il suo successo
(vedi recensione di Giulia Rizzi) e tutto sembra
andare per il meglio quando arriva un ispettore
che fa cadere tutte le certezze specie per i giovani
protagonisti della commedia mentre per le persone
più adulte le cose e gli atteggiamenti rimangono
sempre gli stessi e la morte di una ragazza sulla
quale indaga l'ispettore, è la negazione della realtà”
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
Una commedia che
quindi mette in luce le
debolezze, i probelmi
esistenziali, le ambizioni
di una famiglia e
che ne scardina le false
certezze; una commedia
che mette a nudo la
realtà insomma.
“E' un noir psicologico,
non è certo un triller
-continua Giordana-
potremmo chiamarlo
teatro sociale legato ad
un fatto psicologico che
sconvolge il tranquillo
vivere di questa famiglia. L'ispettore può essere
molte persone, può essere anche un angelo e rappresenta
la classica commedia inglese anche se
valida e identificabile con ogni popolo”.
Se non erro dopo la sua presentazione nel 1945 in
Inghilterra, la commedia è stata messa in scena nel
1947 in Italia ma in seguito è stata ripresa poche
volte. “E' vero ma assistiamo ad una sua rivalutazione
-riprede Giordana- in questo periodo la stanno
mettendo in scena a Londra ed è considerata più
attuale che mai”.
In che modo. “Può riconoscersi in un certo senso
con la società di oggi -continua- infatti è una commedia
che fa riflettere, ricca di colpi di scena dove
ogni componente della famiglia sembra estraneo
alla vicenda ma che, invece, è tutta coinvolta. Ma
è anche una comemdia con due finali diversi; il
primo indirizzato ai giovani con una speranza
rivolta a loro affinchè abbiano maggior sensibilità
ed un'altra che guarda agli adulti e alla loro ipocrisia
che li porta a negare persino la realtà con
addirittura un cadavere di mezzo”.
Andrea Giordana è nato a Roma nel 1946. Figlio
d'arte, diventa famoso grazie all'interpretazione
televisiva del romanzo il “Conte di Montecristo”.
Prosegue i nquesto suo successo con l'Eneide e con
Sandokan mentre nel 1983 fa anche l'esperienza di
presentatore televisivo con il Festival di Sanremo.
Molti sono stati gli sceneggiati a cui ha partecipato.
Ha avuto anche esperienze discografiche ed altre
partecipazioni televisive anche se il teatro è sempre
stato il suo più grande amore.
Lei ha una carriera ricchissima fatta di televisione,
cinema, teatro e tanto altro. Come vede l'attività di
attore di teatro rispetto a quella di attore cinematografico.
“Chi fa teatro non recita per se stesso
ma per il pubblico -confida Andrea Giordana- c'è
un continuo scambio tra chi recita ed il pubblico;
noi raccontiamo una favola che viene inviata al
pubblico e da questo viene ritrasmessa sul palco.
Il nostro è un rito che si ripropone ogni volta che
andiamo in scena, è insomma un po' come andare
a messa”.
E' la prima volta che lei viene a Legnago ed il
teatro segnala il pienone, un tutto esaurito già da
tempo. Questo coinvolgimento del pubblico che
non vuol mancare all'evento le dà soddisfazione?
“Dopo tanti anni di carriera e la serietà che mi
contraddistingue nel mettere in scena i vari spettacoli
ritengo sia un significativo riconoscimento
del nostro lavoro da parte del pubblico che ringrazio-
continua Giordana- la televisione ha fatto una
involuzione commerciale fortissima e molti si sono
allontantanati dal teatro attratti dalla tv, noi dovremo
fare dei testi che invoglino ad andare a teatro.
In un certo senso la provincia rispetto alla città ha
più sete di cultura, di teatro; a Roma ci sono 40
teatri ma solo 4 o 5 sono belli ed accoglienti come
questo di Legnago ed una platea da tutto esaurito
non può che farmi piacere. Speriamo che questo
sia un arrivederci a Legnago per una prossima
avvincente commedia”.
Francesco Occhi
GITE VIAGGI
GRAN TURISMO
AIR CONDITIONED
COMFORT
Legnago - Tel. e Fax 0442 20648

14
Del procedere di quest'artista che ama costruire
per sottrazione, abbiamo già indicato il
rigore assertivo della semplicità. Intesa come
essenziale compostezza di tratto che si dispiega,
in felice simbiosi, pulsante ma rispettosa
e, ugualmente, solida. Lia Franzìa intraprende
un percorso comune a tanti ma che diviene per
molti, nello scorrere frenetico del tempo, appena
riaffiorante nella sua insostituibile cadenza:
infanzia serena, nell'armonia condivisa di luoghi
ed affetti familiari. Poi, la vita adulta, gioie
e dolori e le inevitabili scelte, rese ancor più
problematiche dal fardello morale di un'acuta
sensibilità...Compagni di cammino, la pittura
unita all'interesse per la mitologia apre, in
logica successione, alla scoperta dell'icona del
Bello (rappresentata dalla figura umana) e alla
concettuale sinergia con i sommi del passato
(Pisanello incisore e il Leonardo degli studi
anatomici). Ma ben presto lo studio della figura
umana, prima passione di Lia, sia pure in un
vastissimo ambito di conoscenza ed apprezzamento
sarà, infine, “privo di sbocchi”. Nasce,
allora, l'amore per il ritratto, un genere la cui
bellezza “ è lo studio profondo, non il disinteresse
per gli altri...”: in prima fase, generico
(“Storia e mito”, “E allora?” “Ti vedo”,
“Danae”), individuale, poi a figura abbinata
per creare una scena - “torno al più intimo per
salvare la qualità del nucleo” - il cui passaggio
sottolinea il solenne, muto colloquio della
statuaria classica (“Madre dolente con figlio”).
Non più posa, ma ora ritratto drammatico
dove l'acuta (e volutamente distorta) notazione
LiA FRAnZìA. HuMAnitAs: LA MeMORiA d'esseRe....
fisionomica s' in-forma, da ossessivo vettore,
quale escamotage della serialità insita nel
gruppo (richiamandosi alla lezione dei grandi
“putrefatti”, Schiele, Bacon e Freud) ed illumina
questo successivo ingredior - vera e propria
pietra miliare della produzione di Lia -: il ciclo
“Humanitas”. Un omaggio alla forza evocatrice
della memoria del mondo esterno, potenza “nel
dolore dell'umanità che va avanti...”. E', storia
nella Storia, la consapevolezza della nostra
presenza nel mondo, così impegnativa. Restano
comunque, sull'asse, postazioni equidistanti per
l'eroe dalle gesta gloriose che la Grande Storia
ama celebrare e per il piccolo protagonista del
quotidiano scorrere. Ma, per entrambi, dal vaso
di Pandòra, il fluire della sofferenza, quella sensibilità
dolente con la sua traiettoria di sempre
reiterato pathos. La traccia visiva guizzante e
spietatamente scarna - e, dunque, così veritiera
-, è il tutt'uno simultaneo tra cuore e mente. Il
cuore, eletto a sede della partecipe attenzione –
così rara in questo momento storico dove, sullo
scacchiere del primato, è il potere individuale,
il padre dell'egoismo noncurante ed edonista, a
vincere - . La mente, intesa a rieditare la storia,
in chiave spesso ossessiva, fa esplodere la polla
di quell'ordito di linee, fitta sequenza emozionale
– la nota di quel colore-non colore (il grigio
sul grigio, in scala argentea) o il magma siliceo,
ramato o sulfureo con punte di verde o azzurro,
il sapiente dissolversi di un dejà vu che penetra
l'oggi ma non lascia affiorare il domani. Con la
sgorbia da legno, Lia dardeggia sulla superficie
della tela – anzi ve li infigge, partorendoli
periodico indipendente
drammaticamente, quei corpi. I graffiti di quel
segno incisivo, quasi icastico che implica, nel
continuo contrappunto tra toni cupi e squarci
luminosi, il sensus animi' scaturito come fonte
perenne da un pensiero lontano, quell'ellissi
dei ricordi e dei momenti degli affetti comuni
che nulla più giudica né chiede ad un universo
che respira, da millenni, umile sofferenza ma
non supina accettazione – “Ho capito la musica”,
“Sempre io” -. Il poi, per Lia Franzìa, è
tornare alle proprie radici, cogliere i profumi
della terra di Liguria e del suo mare – non
importa la stagione - in uno scenario di serenità.
Rimpianta. Finalmente tangibile. Così,
oggi e, auguriamocelo, a lungo, l'Eden di Lia
rappresenta il grande libro della vita da sfogliare,
giorno dopo giorno. Forse proprio per
questo, aprendosi l'orizzonte allo sguardo – e
al cuore, non più “Canòpo” ma “Finestra” -,
l''Humanitas” si riconcilia con la Storia: in
un arco ideale tra presente e passato ”Filia et
mater” affrontano fiduciose, grazie al tesoro
dell'esperienza, un passaggio senza ombre
né simulacri. E, sempre, la Donna (“Verso
la vita” - su sfondo nero, il volume a fasce
luminescenti bianche, gialle e rosa, schiude il
bozzolo del corpo alla sua vera essenza -) si
svela, in nudità consapevole ma non allusiva.
Sentimenti, in adamitico pudore, essenziale
e senza remore, (“Ancora insieme”, “Non ci
capiamo”) ed Emozioni, nella serialità, cangiante,
gioiosa e morbida, di una conquistata
femminilità (“Siamo Donne”)...
Caterina Berardi
PARiGi, centRe POMPidOu. MOndRiAn. de stijL. FinO AL 21 MARZO 2011
Orario: ore 11- 21. Notturno: il giovedì fino
alle 23 (chiusura casse ore 22).
Biglietto: cumulativo (tutte le esposizioni del
Centro) da 12 a 8 €, a seconda del periodo.
A Parigi, l'olandese Piet Mondrian scopre
il cubismo di Picasso e abbandona la pittura
divisionista o fauve dai suoi inizi per la
ricerca di un "linguaggio pittorico universale”.
Tra il 1912 e il 1920, l'artista giunge
gradualmente al Neoplasticismo cubista,
passando dalla "realtà naturale alla realtà
astratta ». Questa analisi e scomposizione
formale porterà alla plastica pura, basata
sulla costruzione di relazioni tra le superfici
colorate secondo una logica di armonia e di
equilibrio. La nuova dialettica orizzontale/
verticale, in cui si giustappongono i colori
puri (blu, rosso, giallo) al non-colore (nero,
bianco, grigio) in geometria combinatoria,
abolendo la prospettiva, apre a infinite variazioni.
“Tutto è composto da relazione e
reciprocità. Il colore esiste in funzione di un
altro colore, uguale criterio per dimensione
e posizione. Il tavolo è aperto e appare
come un frammento di un tutto più grande,
portando a un mondo di metafore. La linea
orizzontale si riferisce alla terra, il mare,
il principio femminile; la verticale ricorda
l'albero, il principio maschile...La divisione
della tela tra i quadrilateri entra in relazione
al contesto del lavoro, alla parete dove si
trova, infine, con la città. Il Neoplasticismo
è un mondo vero e proprio che lega l'ordine
pittorico a un'utopia sociale, spirituale e
poetica”... Su questo principio, Mondrian
crea tra il 1912 e il 1938 un centinaio di
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
dipinti, sui quali fonda la propria teologia del
Neoplasticismo. E nel suo studio, a 26 rue
du Depart, a Montparnasse, quasi un dipinto,
uno spazio ricco di arte, Mondrian vive
modestamente, unendo attività teorica, aspetto
commerciale ed editoriale, per difendere i
suoi ideali e attivare le sue reti artistiche. Nel
1915, questo atelier sarà il luogo dell'incontro
con Theo Van Doesburg. Mondrian accanto a
tutti gli artisti (i Delaunay, Arp, Jean Helion,
Mallet-Stevens, Pierre Chareau, Le Corbusier,
i cubisti, i futuristi, i costruttivisti, i dada
e gli astratti...) accoglie i giovani talenti,
come Calder, nel 1930 giunto appositamente
a Parigi per incontrarlo. Il luogo diventa il
punto di riferimento di un mondo nuovo,
il "poema dell'angolo retto" (Le Corbusier)
dove l'individuo tende all'universale. Tra le
avanguardie europee, il movimento De Stijl
è una chiave di lettura per comprendere le
origini di questa corrente nata nel XX° secolo.
Nonostante l'influenza artistica dei suoi protagonisti,
compresi i fondatori (oltre Mondrian
e van Doesburg, anche Gerrit Rietveld), prima
d'ora questa "piattaforma" avanguardista non
è mai stata oggetto di una grande retrospettiva
in Francia. Il Centre Pompidou, portavoce
dell'innovazione in campo degli eventi dedicati
all'arte contemporanea, offre al pubblico
una mostra unica,“ Mondrian. De Stijl”. Nel
1918, un anno dopo la fondazione ufficiale del
gruppo e il primo numero della rivista che diffonde
e pubblica la dottrina del movimento, i
creatori di De Stijl sintetizzano la loro comune
visione sociale ed estetica: il primo manifesto
illustra un nuovo equilibrio raggiunto tra l'in-
dividuo e l'universale, all'insegna della liberazione
d'arte dalle costrizioni del culto individualista.
De Stijl, visione utopica, - 14 anni
d'esistenza per una filosofia di vita rivolta
ancora al futuro - che parla dell'impegno
nella produzione reale del mondo industriale,
trova radice sia nella filosofia di Spinoza,
sia nel movimento teosofico, così diffuso in
Olanda. Attorno alle tre figure centrali, aderiscono
al nucleo originario del movimento
non solo pittori - Bart van der Leck, Vilmos
Huszar e George Vantongerloo – ma anche
architetti e urbanisti, designer e poeti - i JJP
Oud, Robert Van't Hoff e Jan Wils, Antonio
Kok, Piet Zwart e Cornelis van Eesteren -.
Federica Tirapelle

periodico indipendente
AncHe BeviLAcQuA HA iL suO FAns cLuB eLiA viviAni
Iseppi Roberto e signora Cerato Miresi
titolari del Castello Bevilacqua danno il
benvenuto a Elia viviani
Un gruppo di appassionati del Basso Veronese
ha voluto festeggiare le vittorie del neo-professionista
Elia Viviani in maglia Liquigas grazie
anche al supporto del marchio “Giordana abbigliamento”
per il ciclismo e gli sportivissimi
titolari del “Castello Bevilacqua”, la famiglia
Iseppi-Cerato. Elia rimane sorpreso quando,
presso il Castello Bevilacqua, Agostino Contin
(ideatore), toglie il velo allo striscione Fans Club
che proprio Bevilacqua ha intitolato al corridore
successO deL “GOLF”
A veROnAFieRe
iL “sALOne itALiAnO deL GOLF ‘11”
iniZiAtivA di GRAnde FutuRO
Veronafiere, avendo acquisito il 50% del
Salone Italiano del Golf, può contare, da
quest’anno, su un’altra prestigiosa rassegna
annuale, quale quella che si è tenuta dal 5
al 7 febbraio scorsi, con un ottimo afflusso
di pubblico, interessato ad informarsi sullo
sport più praticato nel mondo o ad apprendere,
direttamente in fiera, come avvicinarsi
ad esso. Cosa, questa, possibile in apposito
stand anche in Piazza Bra. Il “Salone Italiano
del Golf” – www.saloneitalianogolf.it – inaugurato
dal sindaco di Verona, Flavio Tosi, e
dal vicepresidente di Veronafiere, avv. Marco
Bisagno, è alla sua 5ª edizione, organizzato
quest’anno direttamente da Veronafiere, che
allestisce ben l’80% delle manifestazioni, che
anno luogo nel quartiere fieristico. Ospitando
il “golf”, Verona ne diverrà la capitale internazionale,
tanto più che esso, in Italia, è praticato
in modo assiduo (oltre 100.000 golfisti
tesserati, di cui 29.000 donne e oltre 378 verdi
campi di golf) solo dopo Stati Uniti, Spagna
e Francia. E si tratta, per l’Italia, di uno sport
che crea turismo ed apporta all’economia ben
350.000.000 di euro l’anno. Non va dimenticato
che il golf si pratica all’aria aperta e che
quindi, anche per il movimento fisico che provoca,
è molto salutare. Hanno esposto i loro
prodotti presso il Golf-Salone ben 100 ditte,
presenti essendo ufficialmente le Linee Aeree
del Marocco o Royal Air Maroc (partenze da
Verona-Villafranca), Indonesia e Tunisia.
Pierantonio Braggio
Anno XXXIII - n. 2 - Febbraio 2011
di Oppeano, tre volte vittorioso alla sua prima
stagione da professionista e azzurro della pista.
Il suo obiettivo è quello di essere presente ai
giochi olimpici di Londra 2012. Accanto a lui
c’è il fratello Attilio, quattro volte vittorioso
della seconda stagione da esordiente, coccolato
da nonna Gina. Elia Viviani è quanto mai
realista “io uomo da corse a tappe? No, penso
alle corse di un giorno. In quelle a tappe potrò
cercare semmai, successi di giornata e coltivare
il sogno di vestire, magari, una maglia da leader.
Ciò non toglie che correre il Giro d’Italia
mi farebbe molto piacere perché è la corsa più
amata dagli italiani, ma sono decisioni che spettano
alla squadra”. Viviani si è conquistato una
buona credibilità con i successi in Turchia, nel
“memorial Pantani”, la vittoria più bella, perché
inaspettata su un percorso selettivo, ed inoltre
nel gran premio Vandenbroucke in Belgio, sulle
strade a lui più adatte. E affronta con fiducia il
2011, sarà fondamentale partire già preparati per
l’Australia, dato che le gerarchie di squadra sono
parecchie, per poi affrontare al meglio le corse di
Sanremo e la Tirreno Adriatico.
LEGNAGO SALUS
SALvEZZA FACILE?
Il Legnago a dieci giornate dal termine del
campionato di serie D ha 5 punti di vantaggio
sulla zona play out e si trova a 5 punti
dalla zona play off. C'è da preoccuparsi? Un
po' perchè il calcio è imprevedibile, ma la
fortuna prima o poi deve girare a favore e il
Legnago dovrebbe raggiungere la salvezza
senza problemi. A 43 punti la salvezza è
certa. E 10 punti da conquistare sono alla
portata dei biancazzurri.
Nella foto Navarro: una fase di Colognese
- Legnago Salus 2-1 sul campo sintetico di
Cologno al Serio.
BARBIERI DINO
(Deposito Combustibili)
AGente escLusivO
iMPiAnti GPL
cOn seRBAtOiO
FissO e MOBiLe
AD USO:
AVICOLO
(allevamenti di
qualsiasi genere)
CIVILE
(ristoranti,
condomini, mense
aziendali, comunità)
INDUSTRIALE
LEGNAGO (VR) - Viale F.lli Bandiera, 11 - Tel. 0442 22229 - Tel. abit. 0442 26626 - Tel. e Fax 0442 601210
Pan
15
Il cielo di Marzo
Nel mese di marzo le giornate si allungheranno
ulteriormente: il Sole sorgerà alle
06:46 il 01 marzo, alle 06:23 il 15 e alle
05:55 il 31 marzo; invece tramonterà alle
18:00 il 01 marzo, alle 18:16 il 15 e alle
18:34 il 31 marzo. La Luna invece sarà
nuova il 04 marzo, al primo quarto il 13,
piena il 19 e all’ultimo quarto il 26 marzo.
I pianeti solari: a marzo Giove non sarà
più visibile (solo pochi minuti dopo il tramonto)
e invece Saturno sarà visibile gran
parte della nottata, mentre Venere sarà visibile
all’alba. Mercurio invece sarà visibile
con fatica nel cielo serale mentre Marte,
Urano e Nettuno saranno inosservabili per
tutto il mese. Nel mese di marzo inoltre
sarà possibile vedere delle congiunzioni
(accostamento planetario di due o più corpi
celesti che hanno più o meno le medesime
coordinate astronomiche) tra la Luna e
Venere, nelle ore che precedono il sorgere
del Sole del 01 e 31 marzo, e tra la Luna
e Giove, il 07 marzo. Inoltre il 21 marzo
avverrà l’equinozio di primavera dove il
Sole passerà dall’emisfero australe a quello
boreale e le ore di luce saranno uguali alle
ore di buio. Arrivederci al prossimo spaziale
numero.
Gianluigi Viviani
Pan te ghe si sempre stà,
Tuti te ghe sfamà,
Anca i più desperà.
El re de la tola
Te si sempre stà,
e desiderà,
Magnarte
Le na gran sodisfazion,
Quanto te si bon.
Mi te paro zo,
E ne la panza
Te si el paron
Dino Barbieri