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L'Urlo Maggio 2011 - Studenti del Liceo classico Beccaria

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C’era una volta un bambino,<br />

aveva sette anni e si<br />

chiamava Joshua. Abitava<br />

in una casetta piuttosto<br />

piccola, ma con un piccolo giardinetto<br />

sul retro. Joshua passava lì la<br />

maggior parte <strong>del</strong> tempo, giocando<br />

con il suo formicaio. Era situato<br />

vicino alla staccionata che divideva<br />

il suo giardino da quello <strong>del</strong> vicino,<br />

era piuttosto piccolo, ma Joshua<br />

si divertiva parecchio. Aveva dato<br />

un nome a tutte le formichine che<br />

incessantemente andavano avanti e<br />

indietro, portando sulla gobba piccoli<br />

chicchi. C’era quella più veloce che<br />

si chiamava Miranda, poi quella più<br />

forte, nominata Kala, e poi c’erano<br />

14<br />

anche quelle più deboluccie, Frances,<br />

Loris e Stephany. Adesso non dirò<br />

tutti i loro nomi, ma sappiate che<br />

erano parecchie, Joshua le contava<br />

ogni giorno, erano circa un centinaio,<br />

e quando qualcuna moriva, lui se<br />

lo annotava nella mente. Quando<br />

pioveva ne morivano parecchie, e<br />

Joshua si dispiaceva moltissimo,<br />

piangeva e avrebbe voluto fare un<br />

funerale per ognuna, ma erano<br />

troppe. Eppure anche se le perdite<br />

erano tante, le formichine rimanenti<br />

non smettevano mai di lavorare,<br />

andare a prendere il cibo, vivere.<br />

Così passarono tre lunghi anni, e<br />

al suo decimo compleanno Joshua<br />

scoprì che le attività <strong>del</strong> formicaio<br />

Sarah Ortenzio, IV D<br />

lo annoiavano. Decise quindi di<br />

estirpare tutte le formiche. Prima<br />

cercò di annegarle con la pompa<br />

<strong>del</strong>l’acqua, ma erano troppe, più di<br />

duecentocinquanta, e allora si mise<br />

a pestarle con i piedi, ma riuscivano<br />

sempre a salvarsi in qualche fessura<br />

<strong>del</strong> terreno e <strong>del</strong>le sue suole. A quel<br />

punto, infastidito e frustrato, decise di<br />

bruciarle tutte. Così prese l’accendino<br />

di suo padre e un po’ di legna dal<br />

camino <strong>del</strong> soggiorno e appiccò un<br />

piccolo falò proprio sul formicaio.<br />

Felice, notò che tutte le formiche<br />

venivano arse vive.<br />

Ma il fuoco si propagò sulla staccionata<br />

di legno. Joshua spaventato corse<br />

a prendere la pompa <strong>del</strong>l’acqua,<br />

ma intanto le fiamme già lambivano<br />

il capannone degli attrezzi, e si<br />

avvicinavano pericolosamente alla<br />

casetta. Joshua aprì la pompa<br />

<strong>del</strong>l’acqua, ma le fiamme la<br />

sovrastarono. In pochi minuti si<br />

ritrovò completamente circondato dal<br />

fuoco, un calore insopportabile che gli<br />

premeva sul volto e la casa in fiamme.<br />

Piangeva, disperato, e quando sentì<br />

il fuoco bruciargli i pantaloni capì che<br />

sarebbe morto anche lui, con le sue<br />

formiche, con la sua casa. Così fu.<br />

Oggi nessuno si ricorda di Miranda,<br />

di Frances, Loris e Stephany, e<br />

nessuno sa chi sia Joshua. E’ stato<br />

solo un piccolo incendio, tutto è stato<br />

dimenticato.

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