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MISTERIOSO ALTO MONTEFELTRO A pochi chilometri dalla riviera romagnola emergono, dalla valle del fiume Marecchia, suggestioni magiche e perfette integrazioni tra ambiente naturale e opere dell’uomo. Si esce dall’A14 al casello di Rimini sud e, dopo aver percorso per due chilometri la circonvallazione riminese in direzione nord, si prende la statale n° 258 in direzione ovest. Per uscire del tutto dal furore costruttivo che deturpa ormai il paesaggio italiano ed, in particolare, affianca le nostre strade, con la sequenza di complessi abitativi multicolori, grigi capannoni industriali e squadrati centri commerciali, occorre superare, al Km. 13, Villa Verucchio e, dopo una bella rotonda con due antichi olivi, la strada sale dolcemente consentendo la vista, a sinistra, della rocca e città di Verucchio, a destra dei castelli fortificati di Torriana e Montebello. Era questo l’antico confine tra i Malatesta e i duchi di Urbino e, ancor oggi, il torrente Mazzocco separa il territorio romagnolo dal Montefeltro, regione Marche, distretto 2090. Il volume di traffico si riduce all’improvviso e lo sguardo può posarsi sulle rocche di S.Leo, Maiolo e Libiano, sui paesini di Talamello, Maiolo, S.Agata Feltria, Pennabilli fino a Casteldelci alle pendici del monte Fumaiolo da cui nasce, oltre che il Tevere, l’argentino Marecchia, dall’ampio letto, ahimè violato da estrattive cave di pietra. La val Marecchia non è, tuttavia, soltanto paesaggio. Un viaggiatore “rotariano” potrà, superata la frazione di Secchiano, iniziare il suo percorso salendo all’antica capitale d’Italia (962- 4): San Leo, con la pieve e il duomo d’epoca preromanica, la torre campanaria, magnifico esempio di imponenza costruttiva e agilità architettonica. Il potere “civile” domina, dall’alto, l’intatto abitato e le costruzioni religiose; la rocca fluttua nell’alto e impone la sua presenza a tutta la valle ricordando il mistero del suo ospite più illustre: Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro. 8 • Dicembre 2003 Usciti da San Leo si prosegue a destra e si discende, superata Maiolo e i calanchi che conducono all’antica rocca di Maioletto, a Novafeltria, centro commerciale in espansione, sede di banche, istituti scolastici superiori e, perché no, di un attivo e simpatico club rotariano che sarà lieto di accogliervi e stabilire rapporti di sincera amicizia (conviviali al giovedì – ristorante da Marchesi). Da qui si sale a Perticara per visitare il museo minerario, mirabilmente recuperato, ammirare le perfette ricostruzioni della vita in miniera -negli anni ’50 l’estrazione veniva effettuata ad una profondità superiore ai 900 metri - e, magari, provare il brivido di una discesa nelle viscere della terra. Da Perticara è facile, in un continuo saliscendi, raggiungere il paese del Natale, del tartufo, dell’accoglienza, del recupero delle antiche tradizioni: Sant’Agata Feltria, con il teatro Mariani, mirabilmente restaurato, la rocca Fregoso, dalla fiabesca architettura. Se poi non avete la fortuna di capitare in occasione di una delle numerose sagre che caratterizzano il Montefeltro approfittate dei bei negozi d’alimentari per un assaggio dei prodotti tipici, locali e non solo: tra tutti, il formaggio di fossa, pecorino dop, messo a dimora Itinerari Rotariani nelle antiche fosse di Sant’Agata, Talamello e Sogliano per acquisirne il caratteristico umore. Da Sant’Agata, lungo il crinale, attraverso una magnifica passeggiata panoramica, si raggiunge l’estremo lembo montano della val Marecchia: Casteldelci, poche anime operose attorno all’antica pieve-fortezza. Salite sul campanile, proprio sopra dalla ampia scala esterna in pietra locale, e posate lo sguardo sulle verdi montagne appenniniche che fanno da appoggio al Fumaiolo. Dopo Casteldelci il nostro tour prosegue alla volta dell’incantevole Pennabilli, con i suoi vicoli in sasso, le meridiane, il giardino dei frutti dimenticati, la riscoperta del passato attraverso le memorie del poeta Tonino Guerra e, in luglio, della mostra nazionale dell’antiquariato, giunta ormai alla 34° edizione. Misterioso Montefeltro, da conoscere per scoprire antichi sapori nei numerosi agriturismi della zona ma anche per riscoprire, attraverso un contatto vero con la natura ancora non del tutto contaminata, il percorso che ci porta all’approfondimento della conoscenza di noi stessi. Gian Angelo Marra Rotary Novafeltria Alto Montefeltro
A PROPOSITO DI... All’amico Generale Igino Raspadori, ricorderai Francesco Cinti di Orvieto ed i tempi in cui spesso ci siamo trovati in un Rotary forse migliore di quello di oggi. Ho letto nel n°59 del nostro periodico il Tuo articolo “Aproposito della lettera” in cui, richiamandoTi alla precedente “Lettera aperta” del P.D.G. Ennio Vincenti, esprimi concetti che condivido e riconosco che mi hai preceduto nel manifestare adesione a quanto scrive il nostro Presidente del Comitato della stampa rotariana. Da anni vado sostenendo che la “Rotarianità” è il principale elemento da valutare nella procedura per espandere il nostro organico. I tempi nell’ultimo quarto di secolo sono mutati ed il Rotary, riconosciamolo, non si è sufficientemente plasmato nella nuova realtà e non esprime più sufficientemente quanto ispirava i nostri intenti. E’ oggi palese la contraddizione fra il seguire i principi istituzionali di portare un contributo migliorativo alla Società in cui viviamo e l’adeguarsi invece al sistema di arrembare al successo sociale ed economico usando ogni mezzo per raggiungerlo. Questo opposto costume di vita produce incomprensione, disinteresse, rendendo difficile realizzare le finalità istituzionali che furono guida di vita rotariana. Condotta irreprensibile nelle proprie attività, elevato senso della socialità quale partecipazione alle problematiche delle genti, disponibilità espressa in diverse maniere per aiutare e migliorare l’esistenza degli altri, sono questi, sinteticamente esposti, i principi che indicò Paul Harris. Oggi è facile constatarlo, solo parzialmente queste finalità sono operanti ed un sempre più marcato disagio caratterizza la vita dei nostri clubs; questo che molti avvertono deriva dalle carenti valutazioni nelle ammissioni nei clubs. L’espansione privilegia la quantità, ma riduce la qualità e crea club numerosi con vari elementi che poco conoscono il Rotary e che vi si trovano o per compiacente non disinteressato invito di amici con cui intrattengono rapporti di lavoro e di affari, o per dar lustro con la personalità acquisita al club; sono soci che partecipano passivamente e non possono essere considerati utili. Se vogliamo che il Rotary mantenga la sua identità iniziale ed il suo stile, non dobbiamo farci illudere dal concetto di espansione sotteso a raggiungere maggiori disponibilità economiche ed una effimera forza numerica, ma dobbiamo salvaguardare i principi in cui crediamo e sostituire i vuoti con elementi, sempre ...una strada sicura Attività Certificazioni - Prodotti e sistemi segnaletici stradali - Sistema Qualità ISO 9001:2000 - Sistemi di appoggio e giunti stradali-ferroviari - Conformità di prodotto n. 3652- 17.06.98 - Sistemi interattivi gestione mobilità-viabilità - Attestazione S.O.A. OS 10 cl.V - Prodotti e sistemi gestione-controllo aree parcheggio - Attestazione CUNA costruttore di veicoli Lettera aperta scelti fra quelli di buon livello, ma che abbiano anche innata la “vocazione del Service”. Un club per avere un futuro deve ben vagliare la scelta dei suoi soci, considerando che non è sufficiente il successo raggiunto nelle attività svolte, nè quello economico, ma è necessario conoscere e condividere i fini e sentirsi parte di questa grande associazione. La “Rotarianità” è dote non comune a tutte le persone di successo, ma solo agli uomini di “buona volonta”. E’ per questo che, come altri, avverto spesso un senso di disagio nel partecipare alle riunioni, perchè non trovo in alcuni quel calore di amicizia e stima per scambiare idee e progetti finalizzati a qualche cosa che vale. Mi hai dato l’occasione, caro amico, di scrivere ciò che, forse annoiando, vado propalando da tempo nel mio club e che l’attaccamento e la fondata fede che, da oltre 40 anni, ho nei principi istituzionali del Rotary mi inducono ad esporre. Invio copia della presente anche al Governatore, al Presidente ed al Direttore Responsabile del nostro periodico, anche per conoscere il parere in merito di altri rotariani e ciò con l’intento di portare, con la dialettica, un fattivo contributo alla rivitalizzazione. Con cordiale amicizia. Francesco Cinti Rotary club di Orvieto Via Sputnik 8/10 - 06074 ELLERA SCALO - CORCIANO - PERUGIA tel. 075 -51.86.41 ( 8 linee r.a. ) fax 075 -51.86.432 Cap. Soc. euro 1.550.000 - www.sisas.it www.sisas.it - e-mail: info@sisas.it Dicembre 2003 • 9
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