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Lo Scarpone Valsusino - Sezione Valsusa

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Pubb. gratuita ai soci - Sped. in a. p. art. 2 comma 20/C, L. 662/96 - Filiale di Torino - A. XXXVII - Settembre 2011<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

pubblicazione trimestrale d’informazione dell’associazione nazionale alpini sezione val susa<br />

Ricordo<br />

dei Caduti<br />

a difesa<br />

dei valori


<strong>Lo</strong> SCARPone VALSuSIno<br />

Pubblicazione trimestrale<br />

della <strong>Sezione</strong> A.n.A. Val Susa<br />

Copertina:<br />

l’intervento del presidente nazionale corrado perona<br />

alla festa sezionale di exilles (elaborazione di d.<br />

balbo).<br />

Fondatore:<br />

franco badò<br />

Presidente:<br />

Giancarlo sosello<br />

Direttore responsabile:<br />

claudio rovere<br />

Comitato di redazione:<br />

dario balbo<br />

francesco ballesio<br />

Giorgio blais<br />

federico bonato<br />

elio Garnero<br />

valerio olivero<br />

Referente al Centro Studi:<br />

elio Garnero<br />

Consulente realizzazione grafica:<br />

francesco ballesio<br />

Conduzione tecnica:<br />

valerio olivero<br />

Referente informatico e contatti con “L’Alpino”:<br />

dario balbo<br />

Direzione:<br />

susa, via brunetta, 45<br />

tel. e fax: 0122/33204<br />

Sito internet:<br />

www.anavalsusa.it<br />

E-mail:<br />

valsusa@ana.it<br />

Fotocomposizione e stampa:<br />

tipolito melli s.n.c., borgone<br />

via moncenisio, 11<br />

tel. 011/964.63.67 - fax 011/964.60.88<br />

E-mail:<br />

tipolito@satnet.it<br />

autorizzazione del tribunale di torino<br />

n. 2441 dell’8.10.1974.<br />

sommario<br />

Attualità<br />

Ba-io (a cura di)<br />

Alpini: fratelli nella “naja”, nella vita, nella morte 3<br />

Elio Garnero<br />

Exilles: con il Presidente Perona, uniti nello “spirito di corpo”<br />

per continuare 4<br />

Mauro Biglino<br />

Note alpine ad Exilles: chissà se il vento... 7<br />

Dario Balbo<br />

Oulx abbraccia i suoi “lupi” 8<br />

Davide Corona<br />

Annuale pellegrinaggio al Rocciamelone 9<br />

Giorgio Blais<br />

Considerazioni a margine del pellegrinaggio in vetta 9<br />

Vittorio Amprimo<br />

Il Gruppo alpini di Chiusa San Michele ha festeggiato<br />

il suo 80° compleanno 10<br />

Elio Garnero<br />

Ottant’anni di presenza nella comunità per il Gruppo di Buttigliera 11<br />

Elio Garnero<br />

Exilles: grande festa per l’ottantesimo di fondazione 12<br />

Dario Balbo<br />

“Pianeta difesa” a Bousson 13<br />

Giovanni Baro<br />

Commemorata la Divisione martire 13<br />

Protezione civile<br />

Paolo Parisio<br />

Esercitazione Nuclei specialistici Protezione civile A.N.A. Val Susa 14<br />

Storia e cultura<br />

Dario Balbo (a cura di)<br />

Gli anni della mia infanzia ad Exilles - Ricordi di Mario Parisio 15<br />

Laura Grisa<br />

Anche la poesia tiene desta e unita l’anima di un popolo 16<br />

Dalla <strong>Sezione</strong><br />

Elio Garnero (l’angolo di)<br />

Nelle nostre famiglie com’è il rapporto tra giovani e anziani? 16<br />

Lettere in redazione<br />

Oblazioni pro <strong>Scarpone</strong> - Oblazioni conto corrente postale<br />

17<br />

Oblazioni Fondo Farinacci 18<br />

Notiziario sezionale - Presenze del nostro vessillo in<br />

manifestazioni di altre Sezioni 19<br />

Dario Balbo<br />

Quella pagina strappata dallo “<strong>Scarpone</strong>” (a F. Ballesio) 21<br />

Cronaca dai Gruppi<br />

Rubiana - Claviere 22<br />

Oulx - San Giorio - Bardonecchia 23<br />

Giaglione - Sant’Antonino - Novalesa - Cesana 24<br />

Anagrafe alpina<br />

Nascite - Anniversari - Matrimoni - Decessi 25


alpini: fratelli nella “naja”,<br />

nella vita, nella morte a cura di Ba-io<br />

Pagina dedicata a tutti gli amici alpini<br />

Ogni Paese ha il suo simbolo di unità<br />

nazionale. Può essere il giorno del Ringraziamento<br />

per gli americani, la “Grandeur”<br />

per i francesi e così via per i vari Paesi del<br />

mondo.<br />

Per noi italiani, il simbolo è il Tricolore,<br />

il quale per la nostra Costituzione, non ha<br />

il significato di potenza militare, ma di una<br />

virtù civica. Ciò, poiché la nostra bandiera<br />

tricolore deve significare le virtù, l’abnegazione,<br />

la solidarietà, il rispetto sacro per<br />

le cose altrui e di quelle pubbliche, in altri<br />

termini è il simbolo, o il faro, di ogni virtù<br />

civica a cui deve tendere il cittadino onesto.<br />

Impariamo a guardarci intorno, o alpini,<br />

in questo nostro cammino terreno tra uomini<br />

di diverse condizioni, anche se in noi,<br />

sovente, cerca di prevalere quell’impulso<br />

che ci porta a notare, negli altri, prima<br />

delle virtù i difetti e, ciò, perché il bene è<br />

un fiore dell’ombra e noi lo sappiamo.<br />

Sono i veri uomini che comprendono,<br />

operano e illuminano, non crediamo che<br />

siano pochi: è perché, solitamente, non osserviamo<br />

in profondità e non pensiamo<br />

Quando ci accingiamo ad entrare nelle<br />

nostre sedi A.N.A., per trovarci assieme<br />

agli altri alpini, poniamo nel nostro zaino:<br />

un fascio di buona volontà, due di ottimismo,<br />

una manciata di disciplina e quattro<br />

volte tanto di pazienza, due grani di buon<br />

umore, un pizzico di amor proprio e una<br />

punta di ironia.<br />

Serviamocene, poi, con accortezza durante<br />

questi incontri, ma conservando sempre<br />

l’ironia per canzonare le avversità, è<br />

l’unico modo per metterle in fuga e comportiamoci<br />

con serenità, questa matura<br />

Fratello alpino, ti osservo e mi domando:<br />

che segreto nasconde la tua<br />

anima? Quali incubi ti agitano? Quanti desideri<br />

senza nome tumultuano nel tuo<br />

cuore? Talvolta i tuoi occhi seguono visioni<br />

allucinanti. La tua voce cambia ritmo<br />

e colore. Sul tuo viso passano torbide<br />

ombre di bufere interiori. Si direbbe persino<br />

che tu sia assente dal nostro mondo e<br />

viva tra fantasmi.<br />

Hai lasciato qui, a farci compania, il tuo<br />

cappello alpino, ma l’anima, proiettata<br />

fuori dalle nostre sfere, erra alla deriva per<br />

cieli in tempesta.<br />

il tricolore<br />

Gli italiani, questo simbolo se lo sono<br />

“conquistato sul campo”. È, la bandiera<br />

tricolore, quella dell’unificazione nazionale,<br />

un simbolo unificante che abbiamo<br />

visto sventolare nei momenti lieti e tristi<br />

della nostra storia.<br />

Sfotterla, denigrarla è idiota, o è voler<br />

infangare il ricordo di tanti uomini che<br />

sono morti, dal Risorgimento ad oggi, e di<br />

cui tutti gli italiani hanno avuto un artefice,<br />

attivo o no, da ricordare per questa unità.<br />

osservare<br />

che ci sia possibile raggiungerli. Dovremo<br />

soltanto allungare il nostro passo; ossia,<br />

avere più cuore, più comprensione, più tolleranza,<br />

più benevolenza.<br />

Sono i veri uomini che credono, sperano,<br />

servono. I seminatori della pazienza,<br />

della fiducia e della generosità. E per dare,<br />

basta, ancora, aver cuore, comprensione,<br />

trovarci<br />

solo con il saper affrontare e superare le<br />

avversità.<br />

Quando, poi, dobbiamo procedere alle<br />

nostre votazioni o a considerare un alpino,<br />

non giudichiamolo dal suo passato senza<br />

averlo prima scrutato nel cuore: solo questo<br />

ci rivela il suo Io.<br />

Poi, se un alpino ci chiama, non chiediamo<br />

che nome abbia, cosa faccia, di che<br />

riprendersi<br />

Il tuo sguardo tradisce una angoscia e il<br />

tuo viso cela un mistero.<br />

Dove vai con la tua fantasia? Quale corrente<br />

ti trascina? Quale abisso cerchi senza<br />

vedere e senza sapere?<br />

Forse una curiosità malsana di cose<br />

proibite ti spinge verso crepuscoli tenebrosi.<br />

E son sicuro, caro alpino, che avresti<br />

quasi vergogna di dare un nome alle tue<br />

Ora dissacrare Garibaldi, Mazzini, Cavour,<br />

i Martiri del Risorgimento, i Caduti<br />

di ogni guerra o della Resistenza, come<br />

fanno taluni uomini, sostenendo che questa<br />

nostra bandiera tricolore non ha vera<br />

dignità storica, è rinnegare se stessi ed offendere<br />

tutti coloro che hanno creduto e<br />

credono ancora nei ricordi e nei valori storici<br />

dell’Italia.<br />

Si insegni ad ogni cittadino a rispettare<br />

la bandiera tricolore, in essa si racchiude<br />

la vita di quanti sono morti per la libertà,<br />

per il lavoro, per una società più giusta.<br />

La bandiera rappresenta la Patria ed alla<br />

Patria desidero dedicare questa mia ode.<br />

tolleranza. Cerchiamoli, questi uomini, e<br />

vedrete che li troveremo perché sono simili<br />

a noi alpini.<br />

Forse ci appariranno davanti appena ne<br />

avremo bisogno, si appaleseranno con una<br />

parola che ci infonderà fiducia nell’avvenire<br />

e la costanza a continuare nel nostro<br />

cammino, per un mondo migliore e di<br />

pace.<br />

Viene sempre, alpini, un giorno in cui il<br />

domani è migliore di ieri.<br />

cosa soffra: accontentiamoci di stargli vicino,<br />

pronti ad intervenire ad un suo richiamo.<br />

Quando ci troviamo nelle nostre sedi,<br />

diamo agli altri tutto noi stessi, le nostre<br />

esperienze e agiamo sempre con serenità.<br />

Alle volte, inizialmente, alcune serate ci<br />

potranno apparire lunghe e noiose, ma se<br />

abbiamo ben usato quanto vi era nel nostro<br />

zaino, con discrezione, al ritorno verso<br />

casa, pensandoci bene avremo vissuto ancora<br />

una volta da veri alpini.<br />

ore di follia.<br />

Non essere troppo amico delle solitudini<br />

disperate.<br />

Non lasciarti travolgere dai vortici turbinosi.<br />

Non ascoltare richiami che salgono<br />

dagli abissi.<br />

Abbi la forza di svegliarti, di riprenderti.<br />

Abbi la forza di fare ritorno in te, per<br />

la gioia di tutti gli alpini, preoccupati<br />

per te.<br />

Testi dell’amico “andato avanti”<br />

Francesco Proietti Ricci<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 3<br />

Alpini solo e sempre


Attualità<br />

Alpini e popolazione schierati sulla spianata del forte per assistere alla Santa Messa officiata da mons. Piero Laterza (foto D. Balbo)<br />

exilles: con il Presidente Perona,<br />

uniti nello “spirito di corpo”<br />

per continuare di elio Garnero<br />

Domenica 19 giugno la <strong>Sezione</strong><br />

A.N.A. Val Susa ha dato<br />

appuntamento ai propri alpini<br />

ed a quelli delle Sezioni contigue<br />

presso la Cappella Votiva ad<br />

Exilles eretta, come ben noto, a<br />

ricordo dei Caduti dell’“Exilles”,<br />

divenuta il nido delle<br />

penne nere, incastonata tra le<br />

Alpi e sovrastata dalla maestosità<br />

del Forte. Quest’anno si celebrava<br />

il 17° Raduno sezionale<br />

degli alpini della Val Susa e il<br />

46° incontro degli appartenenti<br />

al 3° reggimento alpini.<br />

Come ormai da alcuni anni la<br />

manifestazione iniziava già il<br />

sabato sera con il consueto concerto<br />

della fanfara sezionale<br />

nella tensostruttura eretta nel<br />

centro del paese.<br />

Domenica mattina, una bella<br />

giornata di sole dopo la pioggia<br />

dei giorni precedenti, faceva da<br />

cornice a questo importante<br />

evento, quest’anno gratificato<br />

dalla presenza del Presidente<br />

nazionale Corrado Perona e dai<br />

due consiglieri nazionali,<br />

Mauro Gatti e Mario Botteselle.<br />

Il programma prevedeva il ritrovo<br />

presso la Cappella, poi la<br />

4<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

sfilata fino in piazza Europa<br />

dove, da un lato del monumento<br />

ai Caduti si posizionavano i due<br />

fiori all’occhiello della nostra<br />

<strong>Sezione</strong>, Protezione Civile e<br />

Fanfara, e dall’altro vessilli e<br />

gagliardetti. Nel mezzo della<br />

piazza le autorità e tutti gli alpini<br />

convenuti.<br />

Oltre ai 36 gagliardetti della<br />

nostra <strong>Sezione</strong> ne erano presenti<br />

una trentina di Gruppi vicini,<br />

per la maggior parte della <strong>Sezione</strong><br />

di Torino. I vessilli sezionali<br />

ospiti erano otto: Acqui<br />

Terme, Asti, Casale Monferrato,<br />

Ivrea, Milano, Pinerolo, Torino<br />

e Valsesiana.<br />

Le Associazioni combattentistiche<br />

e d’arma erano presenti<br />

con i nuclei valsusini di marinai,<br />

granatieri di Sardegna e avieri;<br />

mancavano solo i bersaglieri ma<br />

erano ampiamente giustificati<br />

per il concomitante loro Raduno<br />

nazionale a Torino.<br />

Folta la partecipazione di sindaci<br />

di alta e media valle, e da<br />

segnalare la presenza del sindaco<br />

di Briançon che aveva accompagnato<br />

la rappresentanza<br />

dell’Amicale du 15/9 da anni<br />

gemellata con la nostra <strong>Sezione</strong>.<br />

Dopo l’alzabandiera, con<br />

l’inno nazionale e l’Onore ai<br />

Caduti si procedeva ai discorsi<br />

di rito.<br />

Esordiva il presidente sezionale<br />

Giancarlo Sosello con un<br />

interessante e un po’ inconsueto<br />

discorso in manifestazioni del<br />

genere, ovvero un invito particolare<br />

al Presidente nazionale<br />

per un ipotetico viaggio lungo la<br />

valle di Susa alla scoperta di<br />

tutti i suoi 36 Gruppi. In gergo<br />

militare si potrebbe definire la<br />

presentazione della forza, quella<br />

forza vera, spontanea, sincera al<br />

servizio dell’Associazione rappresentata<br />

dagli oltre 3400<br />

iscritti.<br />

È seguito l’intervento del generale<br />

Blais il quale ripercorreva<br />

una delle tappe più note<br />

della storia degli alpini, la famosa<br />

notte del 16 giugno 1915<br />

con la conquista del Monte<br />

Nero ad opera di uomini del<br />

terzo, dove sì, le perdite furono<br />

limitate, ma dove purtroppo<br />

persero la vita due giovani ufficiali<br />

che ancora oggi sono ricordati<br />

per il loro valore: Alberto<br />

Picco ed il valsusino, di Susa,<br />

Valerio Vallero.<br />

Sul palco si è poi avvicendato<br />

il colonnello Carlo Sardi, comandante<br />

del 3° alpini di stanza<br />

a Pinerolo che portava il saluto<br />

del generale Figliuolo comandante<br />

della “Taurinense”,<br />

anch’egli impegnato con i bersaglieri<br />

a Torino. Seguivano il<br />

professor Ferrentino in rappresentanza<br />

della Provincia di Torino<br />

ed il sindaco di Exilles,<br />

Castellano.<br />

Infine toccava al Presidente<br />

nazionale Perona, il quale, con<br />

le sue ben note capacità comunicative<br />

riusciva a coinvolgere<br />

tutti i presenti. Ringraziamenti a<br />

Sosello per l’accoglienza riservata,<br />

e forte richiamo a quel valore<br />

alpino che vuol dire senso<br />

del dovere e spirito di sacrificio,<br />

dimostrato ovunque alpini, in<br />

armi e non, siano chiamati ad<br />

operare.<br />

Ultimo esempio la lontana<br />

Lampedusa nella quale stile e<br />

impegno profuso hanno colpito<br />

e sorpreso la popolazione lampedusana.<br />

La conclusione ufficiale si è


avuta con la celebrazione della<br />

Santa Messa officiata da monsignor<br />

Piero Laterza, storico cappellano<br />

militare, e conclusa con<br />

la Preghiera dell’Alpino recitata<br />

ancora una volta con voce<br />

ferma, quantunque velata di<br />

commozione, dal novantasettenne<br />

maresciallo Giuseppe Rosatelli,<br />

uno dei promotori della<br />

Cappella Votiva di Exilles.<br />

Durante la manifestazione,<br />

come auspicato dall’A.N.A. nazionale,<br />

si sono raccolti fondi a<br />

favore dell’alpino Luca Barisonzi<br />

rimasto paralizzato durante<br />

una missione in<br />

Afghanistan. Fondi che potranno<br />

essere utilizzati per mettere<br />

a disposizione dello<br />

sfortunato alpino una casa senza<br />

barriere architettoniche e nella<br />

quale possa vivere serenamente<br />

con la famiglia.<br />

Il discordo del<br />

presidente Sosello<br />

Caro Corrado, da quando mi<br />

sono insediato alla guida di questa<br />

meravigliosa <strong>Sezione</strong>, questa<br />

è la quarta volta che ci onori<br />

della tua presenza, e purtroppo,<br />

visti i tuoi innumerevoli impegni<br />

che ti portano in ogni parte<br />

d’Italia ed all’estero, temo che<br />

entro la fine del tuo mandato<br />

possa essere anche l’ultima in<br />

cui risali la nostra lunga valle.<br />

La prima volta fu il 13 ottobre<br />

2007 ad Oulx, all’interno<br />

della caserma “Assietta” sede<br />

della 34 a del “Susa”, da ieri cittadina<br />

onoraria di Oulx, per la<br />

conferenza di presentazione alle<br />

autorità ed alla stampa del libro<br />

verde della solidarietà, momento<br />

sappiamo da voi auspicato<br />

e che noi piccola <strong>Sezione</strong><br />

tra i colossi vicini abbiamo voluto<br />

onorare.<br />

La seconda invece risale al 22<br />

novembre del 2008 in un gelido<br />

pomeriggio al forte della Brunetta<br />

per la presentazione del<br />

libro di Tonini gli “Alpini della<br />

<strong>Valsusa</strong>”.<br />

La terza invece, forse meno<br />

ufficiale, fu il 6 maggio del<br />

2009, quando affrontasti un<br />

tempo da lupi e le insidie di una<br />

tavola imbandita, per salutare il<br />

nostro generale Bonato che a<br />

breve avrebbe lasciato la “Taurinense”.<br />

Di quella serata in allegria<br />

spesso ci passa tra le mani<br />

e nei cuori l’immagine della tua<br />

mano sulla spalla di quel grande<br />

capogruppo che fu Pier Augusto<br />

Clataud che un male incurabile<br />

ha strappato solo un anno dopo<br />

agli affetti più cari, alla famiglia<br />

alpina ed al suo Gruppo.<br />

Volevo in questa occasione<br />

lasciare da parte i soliti discorsi<br />

che settimanalmente sentirai dovunque,<br />

ma vorrei accompagnarti<br />

lungo questa nostra valle,<br />

attraverso i nostri Gruppi,<br />

grandi o piccoli che siano. In<br />

linguaggio militare potrei dire<br />

che vorrei presentarti la forza, e<br />

ti posso garantire che gli alpini<br />

della Val Susa sono una vera<br />

forza al servizio dell’Associazione.<br />

Spero di lasciarti così un<br />

po’ di noi nel cuore.<br />

La nostra preghiera dell’alpino<br />

recita in una sua parte “ …<br />

la provvidenza ci ha posto a fedele<br />

baluardo delle nostre contrade…”<br />

e vorrei quindi<br />

cominciare da uno di quei<br />

Gruppi che sul confine d’Italia<br />

non saranno forse più baluardo<br />

ma che ne rappresentano l’accesso.<br />

Parliamo di Claviere, porta,<br />

verde o bianca d’Italia secondo<br />

la stagione, sul colle del Monginevro<br />

e sovrastata dall’imponente<br />

mole dello Chaberton. Un<br />

piccolo Gruppo, ma pieno di<br />

quell’entusiasmo che il non più<br />

giovanissimo capogruppo Aurelio<br />

Audisio spande a piene<br />

mani. Da una sua felice intuizione<br />

nasceva infatti l’idea di<br />

scendere a piedi a Torino per<br />

l’adunata, partendo proprio da<br />

Claviere.<br />

Scendiamo a capofitto e puntiamo<br />

su Cesana, dove nel verde<br />

di Massarello ci accoglie Giuseppe<br />

Ferraris, motore instancabile<br />

del Gruppo e vicepresidente<br />

della <strong>Sezione</strong>. Non possiamo<br />

tralasciare una bevuta ristoratrice<br />

da quel gran maestro di cerimonia,<br />

istruttore di sci ed<br />

alpinismo e luogotenente della<br />

base logistica di Bousson che è<br />

il mar.llo Gambelli che di alpini<br />

sotto le sue grinfie ne ha visti<br />

passare tantissimi ed anche<br />

qualche consigliere nazionale.<br />

Da Bousson doverosa deviazione<br />

sulla strada dello sci per<br />

raggiungere l’olimpica Sestriere<br />

che idealmente ci unisce alla<br />

Val Chisone dell’amica <strong>Sezione</strong><br />

di Pinerolo.<br />

Terra di sport, terra di sci e<br />

non poteva che essere un maestro<br />

di sci il capogruppo, quel<br />

fortissimo Massimo Poncet che<br />

purtroppo raramente per i suoi<br />

impegni può difendere i nostri<br />

colori alle gare nazionali.<br />

Torniamo sui nostri passi, risalutiamo<br />

Ferraris a Cesana e<br />

scendendo ancora arriviamo ad<br />

Oulx.<br />

Ricompattati i ranghi ci accoglie<br />

il nuovo capogruppo<br />

Franco Bernard erede di quello<br />

zaino lasciato a terra troppo presto<br />

dal caro Pier Augusto. Ma<br />

ad Oulx c’è anche un po’ di storia,<br />

perché all’alba del 16 giugno<br />

1915 sulla vetta del Monte<br />

Nero, un figlio di quella terra<br />

posava il piede da eroe. Era quel<br />

Pietro Barbier a cui tutti i libri<br />

di storia alpina fanno cenno.<br />

Della 34 abbiamo parlato, del<br />

Bonato figlio adottivo di Oulx<br />

anche e non ci resta quindi che<br />

salire a Sauze d’Oulx, altra<br />

perla dello sci.<br />

Qui Arnaldo Vitton ci presenterà<br />

quel grande atleta dell’esercito<br />

che è Matteo Eydallin,<br />

vincitore del trofeo Mezzalama<br />

e di tante altre gare internazionali<br />

di sci alpinismo. Ci parlerà<br />

del recupero del faro sul Genevris<br />

e di tanto altro.<br />

Riattraversiamo Oulx e risaliamo<br />

la valle sino a Bardonecchia,<br />

la perla delle Alpi ed altra<br />

porta d’Italia con il Frejus. Andiamo<br />

ancora avanti nella suggestiva<br />

Valle stretta dove, vista<br />

la stagione, incontreremo il capogruppo<br />

Renato Nervo che ci<br />

racconterà del Picreaux dove<br />

ogni anno, e quest’anno ne è<br />

l’80° anniversario, a 2047 metri<br />

si commemorano oltre trenta alpini<br />

del “Fenestrelle” uccisi da<br />

una terribile slavina. Vorremmo<br />

fermarci nella bellezza del<br />

luogo ma dobbiamo correre a<br />

Salbertrand dove vorrei presentarti<br />

il nuovo capogruppo Pasquale<br />

Viceconte, che da circa<br />

un mese regge il Gruppo che fu<br />

di Aldo Rey.<br />

Nove chilometri ed eccoci<br />

qui, all’ombra del forte, uno dei<br />

simboli più importanti della<br />

Valle. Con il solito riconosciuto<br />

garbo ci accoglie Silvio Mout.<br />

Tra pochi giorni il suo Gruppo<br />

ne fa 81 di anni di fondazione e<br />

si festeggia, ma non è un vezzo<br />

l’81°, ma una conseguenza, perché<br />

lo scorso anno il buon Silvio<br />

ha pensato bene di farci<br />

stare tutti in apprensione con un<br />

grave incidente… nella vigna,<br />

incidente e apprensione che<br />

hanno procurato la soppressione<br />

dei festeggiamenti. Ma adesso<br />

fortunatamente Silvio è tornato<br />

in piena forma e tra tre settimane<br />

saremo qui per la grande<br />

festa. Ma Exilles vuol dire<br />

anche btg. “Exilles” che è storia<br />

per noi e memoria di famiglia<br />

per te, nel ricordo di tuo padre<br />

che con onore portò la gloriosa<br />

nappina verde del battaglione,<br />

ma vuol dire anche Giuseppe<br />

Rosatelli, 97 anni di cuore alpino.<br />

Non è della nostra <strong>Sezione</strong><br />

ma è come se lo fosse.<br />

Lasciamo il forte, ormai<br />

siamo in discesa ed eccoci a<br />

Chiomonte. Qui l’accoglienza<br />

sale di livello perché Silvano<br />

Ollivier il capogruppo è anche il<br />

vicesindaco di un sindaco alpino.<br />

Chiomonte da quest’anno<br />

è tornata a rivivere come stazione<br />

sciistica ed il merito è<br />

anche loro ed i nostri campionati<br />

sezionali ne hanno suggellato<br />

il ritorno. Ma Chiomonte è<br />

anche stato il Gruppo del compianto<br />

Paolo Giuliano di cui ho<br />

raccolto lo zaino.<br />

Puntiamo ora su Gravere con<br />

le sue graziose borgate giusto il<br />

tempo per salutare Beppe Genta<br />

il capogruppo e lasciando Gravere<br />

di fatto lasciamo l’alta<br />

valle.<br />

Finalmente Susa, la nostra<br />

casa. Un casa nella storia del<br />

forte della Brunetta, una casa<br />

quasi a gomito con la caserma<br />

“Cascino” in abbandono e ad un<br />

tiro di schioppo dalla caserma<br />

“Henry” entrambe storiche sedi<br />

di artiglieria da montagna con i<br />

gruppi “Susa” e “Pinerolo”.<br />

Ma Susa è anche storia alpina.<br />

Ricordi, caro Corrado, il<br />

Monte Nero? Sempre all’alba<br />

del 16 giugno… ma da un altro<br />

versante, un altro sottotenente<br />

valsusino e di Susa in particolare<br />

scriveva una pagina di storia.<br />

Era Valerio Vallero che<br />

purtroppo sul Monte Nero perse<br />

la vita. Qui a Susa incontriamo<br />

il capogruppo Gianfranco Bartolotti<br />

e con lui potremo visitare<br />

l’antica Segusium prima di ripartire<br />

per la media valle ed i<br />

suoi Gruppi.<br />

Risaliamo dalla nostra sede e<br />

deviamo per Giaglione, dove<br />

Franco Silvestro ci mostrerà la<br />

loro sede inaugurata solo un<br />

paio di anni orsono e da loro<br />

Il col. Carlo Sardi, comandante del 3° alpini, con il Presidente<br />

Corrado Perona, il capogruppo Silvio Mout e il nostro presidente<br />

Giancarlo Sosello (foto D. Balbo).<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 5<br />

Attualità


Attualità<br />

completamente costruita.<br />

Ci aspetta ora la nostra protettrice,<br />

la madonna del Rocciamelone.<br />

Non andremo in cima,<br />

ma se vorrai il 31 luglio ci sarà<br />

l’annuale pellegrinaggio. Ci fermeremo<br />

invece a Mompantero<br />

per un attimo di raccoglimento<br />

presso il santuario a Lei consacrato.<br />

Ezio Durbiano ci accoglierà<br />

con i suoi alpini. Inutile<br />

ricordare caro Corrado che la<br />

statua della madonna ai 3538<br />

metri del Rocciamelone fu portata<br />

dagli alpini del “Susa” nel<br />

lontano 1899.<br />

Ci troviamo ora nella Val Cenischia<br />

a cui venne intitolato<br />

anche l’omonimo battaglione<br />

alpino ormai scomparso.<br />

La strada ci conduce a Novalesa<br />

altro baluardo italico, questa<br />

volta dal Moncenisio da cui<br />

è separata da uno dei più piccoli<br />

comuni d’Italia, Moncenisio appunto,<br />

che è anche uno dei soli<br />

due comuni della valle di Susa<br />

dove non ci sia una sede di<br />

Gruppo.<br />

Transitiamo per Venaus. Una<br />

breve sosta per salutare Andrea<br />

Tournour e proseguiamo per la<br />

nostra meta.<br />

Novalesa è splendida, raccolta<br />

nei pressi della sua Abbazia<br />

dove ogni anno ci ritroviamo<br />

per commemorare i nostri Caduti<br />

e non solo quelli. Come ti<br />

racconterà Gillio Giai, uno tra i<br />

più longevi dei capigruppo con i<br />

suoi oltre venticinque anni di<br />

guida “spirituale”, dalla collaborazione<br />

tra il Gruppo ed i monaci<br />

dell’abbazia è stata<br />

sistemata una cappella vicina<br />

dove è sepolto un soldato<br />

ignoto. Ogni anno, terminata la<br />

funzione per i nostri morti andiamo<br />

a ricordare anche tutti gli<br />

altri caduti, senza sapere chi<br />

fosse e da dove provenisse il<br />

corpo conservato sotto quella<br />

pietra. Una preghiera anche per<br />

lui ed idealmente per tutti coloro<br />

che abbiano difeso la loro<br />

Patria. A Novalesa ritroverai<br />

Mario Botteselle tuo revisore<br />

nazionale e potrai conoscere un<br />

altro mio vicepresidente, Giovanni<br />

Baro, che potrà raccontarti<br />

avventurose battute di<br />

caccia al cinghiale.<br />

La strada ci riporta verso<br />

Susa. Siamo ormai nel cuore<br />

della media valle, la mia.<br />

Dobbiamo operare una scelta,<br />

la valle ora corre sulle due<br />

sponde della Dora e ci farà percorrere<br />

tutti e due i versanti.<br />

Ed infatti lasciata Susa alle<br />

nostre spalle transitiamo nella<br />

mia storia. Dapprima Foresto<br />

dove sono nato e cresciuto e<br />

dove Remo Bortolin guida<br />

l’unico Gruppo della valle che<br />

non sia in un comune ma bensì<br />

in una frazione del comune di<br />

Bussoleno. La mia Bussoleno<br />

dove per una decina di anni<br />

sono stato il capogruppo. Siamo<br />

sul lato sinistro della Dora.<br />

6<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

Anche qui un novello capogruppo<br />

e consigliere sezionale,<br />

l’uomo dei tesseramenti,<br />

quell’Enrico Sacco che è subentrato<br />

da poco a Luigi Belmondo.<br />

Anche qui un pezzo di storia<br />

perché siamo nella terra natale<br />

di Luigi Ponzinibio, l’unica medaglia<br />

d’oro del nostro vessillo,<br />

ma siamo anche nella città natale<br />

di don Trappo che purtroppo<br />

nello scorso settembre ci<br />

ha lasciati e che da lassù veglia<br />

su di noi.<br />

Ancora una capatina a salutare<br />

Danilo Bellando e poi a<br />

breve ti spiegherò il perché.<br />

Vicinissimo a Bussoleno c’è<br />

Chianocco. Fiorenzo Combetto<br />

ne è il capogruppo da innumerevoli<br />

anni, ma Fiorenzo Combetto<br />

è anche la musica della<br />

nostra <strong>Sezione</strong>, l’instancabile<br />

presidente della fanfara sezionale<br />

dal 1975. Ma non basta un<br />

grande presidente, se non hai un<br />

grande maestro e dei grandi musici.<br />

Non possiamo certo nominare<br />

uno a uno tutti gli elementi<br />

che danno lustro a questo bravissimo<br />

complesso, ma essendo<br />

appena passati da Bussoleno<br />

avrai certamente intuito che il<br />

Danilo appena salutato non è<br />

altri che il maestro di questi eccezionali<br />

musici. Avresti dovuto<br />

sentirli ieri sera nel consueto<br />

concerto ad apertura della nostra<br />

festa sezionale. Un altro<br />

grande successo per loro e<br />

anche per noi, che come piccola<br />

<strong>Sezione</strong> abbiamo la fortuna di<br />

avere una grande fanfara. Ma<br />

Chianocco è anche Giulio Rossero,<br />

classe 1911, il nostro alpino<br />

centenario che con affetto<br />

ti saluta.<br />

E mentre le note di Rataplan<br />

si spengono in lontananza raggiungiamo<br />

Bruzolo. Qui capogruppo<br />

è Valerio Olivero,<br />

revisore dei conti sezionale, ma<br />

soprattutto Valerio è “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong>”, il nostro giornale.<br />

Mi perdoni Valerio se gli<br />

togliamo per un attimo l’onore<br />

della ribalta per ricordare, visto<br />

che Chianocco è da poco superata,<br />

il nostro grande Francesco<br />

Ballesio, classe 1921, che il<br />

giornale lo ha modellato per 35<br />

anni prima di cederglielo da un<br />

paio di anni, senza però abbandonare<br />

completamente la sua<br />

creatura. Sia l’età che la salute<br />

lo tengono lontano, ma dalla sua<br />

casa continua a pensare titoli e<br />

copertine, impaginazioni e articoli.<br />

Ciao Francesco.<br />

Superata Bruzolo eccoci a<br />

San Didero, dove Pierino Girard<br />

guida il nostro Gruppo più piccolo<br />

ma che comunque resiste<br />

con tenacia all’usura del tempo.<br />

Poca strada ed arriviamo a<br />

Borgone. Qui una sosta è d’obbligo.<br />

Michele Bosco, capogruppo<br />

e consigliere sezionale,<br />

sicuramente ci avrà aperto la<br />

sua sede e la tavola sarà certamente<br />

imbandita. Se non lo<br />

fosse non sarebbe lui. Grande<br />

ospitalità, grande e vulcanico<br />

personaggio e, almeno a sentire<br />

lui, grande cacciatore.<br />

Proseguiamo sul lato sinistro<br />

della Dora e raggiungiamo Condove.<br />

Giovanni Pesce ne è il capogruppo<br />

da innumerevoli anni<br />

ed il suo Gruppo di anni a breve<br />

ne compie 85.<br />

Incontriamo ora Caprie e gli<br />

inconfondibili baffoni di Nello<br />

Bert ci accolgono con gli altri<br />

membri del Gruppo tra cui due<br />

dei nostri atleti che hanno partecipato<br />

alle gare nazionali di<br />

marcia di regolarità, Sergio Bar<br />

e Fabrizio Vinassa. Il terzo staffettista,<br />

Roberto Bossù, lo troveremo<br />

più avanti nel prossimo<br />

Gruppo che incontreremo,<br />

quello di Villar Dora. Ce lo presenterà<br />

il capogruppo Michele<br />

Leone.<br />

Torniamo nuovamente a salire.<br />

Siamo nella Val Messa e<br />

stiamo per raggiungere dapprima<br />

Almese e successivamente<br />

Rubiana, gli ultimi due<br />

Gruppi della <strong>Sezione</strong> su questo<br />

lato della Dora Riparia. Ad Almese<br />

è capogruppo Vanni Olivero<br />

e a Rubiana <strong>Lo</strong>renzo Bert a<br />

cui vanno i nostri più sinceri auguri<br />

per una sua pronta guarigione.<br />

Ci tocca ora attraversare la<br />

Dora per raggiungere il Gruppo<br />

di Buttigliera Alta, il Gruppo chilometricamente<br />

più distante. Buttigliera<br />

è fresca di anniversario<br />

visto che solo domenica scorsa<br />

ha festeggiato il suo 80° compleanno.<br />

Sapientemente guidato da<br />

Guido Marchisotto, il Gruppo si<br />

distingue e si è distinto nella solidarietà<br />

con particolare attenzione<br />

all’Afghanistan.<br />

Pochi chilometri ed altro<br />

compleanno. Qui sono 85 gli<br />

anni e siamo ad Avigliana. L’occasione<br />

è per presentarti il mio<br />

vicepresidente vicario Elio Garnero<br />

ed il capogruppo Ezio Giovanardi.<br />

Dalla loro passione<br />

alpina e dal loro interessamento<br />

è nata l’idea di dedicare una<br />

targa al 5° ed ai suoi alpini che<br />

attesero la partenza per la Russia<br />

proprio in queste terre. La<br />

potrai trovare alla stazione ferroviaria<br />

da dove partirono le tradotte.<br />

Eccoci ora a Sant’Ambrogio<br />

dove incontriamo Luciano Garnero.<br />

Su di noi si erge maestosa<br />

la Sacra di San Michele, l’altro<br />

importante simbolo della nostra<br />

Valle.<br />

Il Gruppo di Chiusa San Michele,<br />

quello che tocchiamo ora,<br />

ogni anno organizza una fiaccolata<br />

alpina che la raggiunge.<br />

Guida, ispiratore e organizzatore<br />

è il capogruppo Vittorio<br />

Amprimo, anche lui fresco di<br />

compleanno e di festeggiamenti.<br />

Ma festeggiamenti con<br />

una forte connotazione alpina,<br />

perché da queste terre partì quel<br />

ceppo dei Cantore da cui nel<br />

1860 nacque quell’Antonio<br />

Cantore considerato il padre<br />

degli alpini, “anima eroica degli<br />

alpini, salda come le rupi che lo<br />

videro cadere colpito in fronte,<br />

ardente come la fede per cui<br />

morì”.<br />

Vaie del neocapogruppo Domenico<br />

Usseglio Prinsi è il<br />

Gruppo successivo e poco oltre<br />

Sant’Antonino del buon Michele<br />

Franco. Sfilano al nostro<br />

fianco i castagneti della Valle di<br />

Susa e ci accompagnano a Villar<br />

Focchiardo dove incontreremo<br />

Mario Ressiore il<br />

capogruppo.<br />

Ancora tre Gruppi, quello di<br />

San Giorio guidato da Mauro<br />

Pognant Gros, quello di Mattie,<br />

forse il più ruspante con Andrea<br />

Riffero trascinatore ed infine<br />

quello di Meana guidato da<br />

Mario Perotto, Gruppo al quale<br />

era iscritto sino alla sua morte<br />

don Rinaldo Trappo che di<br />

Meana era anche cittadino onorario.<br />

Abbiamo finito il nostro viaggio<br />

caro Corrado, ho voluto farti<br />

conoscere in poche semplici parole,<br />

gli uomini che sono l’asse<br />

portante della nostra <strong>Sezione</strong>,<br />

uomini che con sacrificio ed in<br />

silenzio guidano i loro Gruppi<br />

con quello spirito alpino che tu<br />

ci ricordi e che ci sproni a mantenere.<br />

Io sono orgoglioso di questi<br />

uomini, come sono orgoglioso<br />

del Consiglio direttivo che mi<br />

affianca, come sono orgoglioso<br />

di questa valle che con l’“Exilles”,<br />

il “Susa”, il “Val Cenischia”,<br />

il “Val Dora” ha scritto<br />

pagine di storia in ogni ambito<br />

nel quale i suoi figli sono stati<br />

chiamati a difendere la nostra<br />

Patria.<br />

“Italia unita ed alpini. Il dono<br />

migliore per i nostri figli” è la<br />

nostra lettura dei 150 anni della<br />

nostra Italia. Noi la vediamo<br />

così e ne siamo fieri, fieri di essere<br />

italiani e soprattutto fieri di<br />

essere alpini.<br />

Vedi davanti a te, tra i nostri<br />

ospiti, gli amici francesi. Amicizia<br />

vera cementata dal nostro<br />

gemellaggio, amicizia nel nome<br />

della montagna e delle rispettive<br />

patrie che un giorno neppure<br />

tanto lontano furono nemiche.<br />

<strong>Lo</strong>ro non hanno la penna, ma<br />

sono alpini e gente di montagna<br />

come noi, orgogliosa delle tradizioni.<br />

Nei loro occhi restano<br />

indelebili le immagini dei raduni<br />

di Bassano, Latina, Bergamo,<br />

Torino a cui hanno<br />

partecipato e nelle quali hanno<br />

sfilato con noi, ma soprattutto<br />

non dimenticano la Briançon<br />

del 2008, la Briançon del<br />

grande abbraccio.<br />

Avremmo voluto presentare<br />

anche al generale Figliuolo, comandante<br />

della “Taurinense”,<br />

questa nostra <strong>Sezione</strong>, ma purtroppo<br />

il concomitante raduno<br />

nazionale dei bersaglieri a To-


ino lo ha sottratto al nostro invito<br />

che sappiamo avrebbe voluto<br />

onorare con piacere. Ma gli<br />

impegni istituzionali sono un<br />

dovere al quale non è possibile<br />

sottrarsi. Il comandante è un artigliere<br />

da montagna e gli<br />

avremmo parlato della nostra<br />

<strong>Sezione</strong> e di questa nostra valle<br />

dove anche gli artiglieri del<br />

“Susa” e del “Pinerolo” hanno<br />

avuto una parte importante,<br />

come ne è stata testimonianza la<br />

volontà posta in essere dagli ex<br />

della 40ª batteria del “Susa” nel<br />

voler sfilare con noi a Torino<br />

guidati dal gen. Giorgio Battisti<br />

anche lui già comandante della<br />

“Taurinense”.<br />

E gli avremmo raccontato<br />

della caserma di artiglieria “Cascino”<br />

in abbandono, del dispiacere,<br />

sia nel vederla in quello<br />

stato che nell’essere impotenti<br />

per salvarla. Ma sappiate amici<br />

che qualcosa lo abbiamo fatto<br />

nel nostro piccolo, ma pare che<br />

non sia stato gradito. Noi l’abbiamo<br />

fatto con il cuore e lo rifaremmo<br />

ancora perché noi, la<br />

storia e le tradizioni le difendiamo<br />

con il cuore, con gli atti e<br />

non certo con la burocrazia. Mi<br />

resta comunque il dovere di ringraziarlo<br />

per quanto ha fatto per<br />

la manifestazione di ieri ad Oulx.<br />

Ed infine i nostri fiori all’occhiello<br />

caro presidente: la fanfara<br />

sezionale, come già detto,<br />

una tra le più apprezzate tra<br />

tutte le fanfare dell’Associazione<br />

nazionale alpini ed infine<br />

la Protezione civile sezionale,<br />

grande esempio di altruismo ed<br />

efficienza nell’affrontare ogni<br />

tipo di emergenza. Cinque squadre<br />

sul territorio e tre nuclei,<br />

rocciatori, cinofili e sommozzatori,<br />

ne formano l’ossatura.<br />

Paolo Parisio è il coordinatore<br />

sezionale, ma le sue capacità<br />

hanno ormai valicato i confini<br />

della valle e la carica di vice coordinatore<br />

di Raggruppamento<br />

ne è il giusto riconoscimento.<br />

Ben 75 rappresentanti della nostra<br />

Protezione civile hanno sfilato<br />

a Torino e credimi non sono<br />

pochi.<br />

La “Val Susa” è questa, con<br />

840 alpini scesi a Torino per sfilare,<br />

con i suoi oltre 3400 iscritti<br />

in 36 Gruppi, una <strong>Sezione</strong> generosa<br />

quando è chiamata a raccolta,<br />

una <strong>Sezione</strong> fedele<br />

all’Associazione ed alle tradizioni,<br />

una <strong>Sezione</strong> figlia di terra<br />

che vuole bene agli alpini in<br />

armi e che, vedi ieri per la 34,<br />

ha saputo riconoscerne l’importanza<br />

ed il radicamento nel territorio.<br />

Caro Corrado, “l'è ’l Piemont<br />

ch'a dà a l'Italia soa pì bela gioventù”<br />

e tu da buon piemontese<br />

lo sai. Grazie per la tua visita,<br />

grazie per la tua passione, per<br />

l’esempio che ci dai, grazie per<br />

la carica che ci trasmetti. W gli<br />

alpini, W l’Italia e W la Val<br />

Susa.<br />

note alpine ad exilles:<br />

chissà se il vento... di Mauro Biglino<br />

Questa volta dobbiamo rallegrarci:<br />

il 18 e 19 giugno il cielo<br />

ed il vento ci hanno regalato un<br />

sabato ed una domenica spettacolari.<br />

La gente era tanta sabato sera<br />

ed assisteva incuriosita anche ai<br />

preparativi: sappiamo ormai che<br />

fino a quando il maestro Danilo<br />

si muove sul palco con la camicia<br />

ancora fuori dai pantaloni i<br />

preparativi sono ancora in corso<br />

– la sua voce forte chiama, richiama,<br />

sollecita, mentre il presidente<br />

Fiorenzo osserva con<br />

cipiglio l’insieme dell’operatività<br />

per verificare che tutto stia<br />

procedendo nella direzione desiderata,<br />

e di tanto in tanto con<br />

uno sguardo fugace tende a cogliere<br />

gli arrivi del pubblico che<br />

lentamente occupa i posti a sedere.<br />

Un altro personaggio concorre<br />

alla composizione della ritualità:<br />

la presentatrice ufficiale<br />

della fanfara, Maria Cristina che<br />

ora presenta in divisa perché è<br />

divenuta membro effettivo e<br />

‘sonante’ del gruppo. Trovata la<br />

quadra, Cristina rivolge alternativamente<br />

lo sguardo ai ‘fanfaroni’<br />

- che non sono solo più i<br />

‘suoi ragazzi’, come li chiamava,<br />

ma ormai anche suoi colleghi<br />

- ed al pubblico di cui<br />

coglie anche i sentimenti ed il<br />

crescente senso di attesa. Tutto<br />

poi si svolge secondo copione:<br />

il concerto è diviso in due parti,<br />

una di carattere più genericamente<br />

bandistico e la seconda,<br />

quella veramente attesa dal pubblico,<br />

comprendente brani tipici<br />

della tradizione militare ed alpina<br />

in particolare.<br />

Questa volta però la sorpresa<br />

è stata grande perché importante<br />

è il nome di colui che ne è stato<br />

soggetto ed oggetto: Corrado Perona,<br />

il Presidente dell’A.N.A., è<br />

infatti arrivato nell’intervallo a<br />

dare ulteriore lustro alla serata.<br />

Va detto quindi che Exilles ha<br />

festeggiato in modo particolare<br />

questo giorno proprio in occasione<br />

del centocinquantennio<br />

dell’Unità d’Italia.<br />

Chissà se il vento alpino che<br />

poi si è levato ha colto il valore<br />

dell’insieme, il significato di<br />

questo evento che certo non è<br />

stato ordinario né usuale.<br />

Chissà se dopo avere memorizzato<br />

suoni, note e parole, le<br />

ha portate a valle, a beneficio<br />

degli assenti.<br />

Chissà se il suo spirare nella<br />

giornata di domenica ha assunto<br />

il significato di un messaggio o<br />

di più messaggi, almeno di<br />

quelli contenuti nelle parole<br />

degli intervenuti nella manifestazione<br />

del mattino.<br />

E ben oltre dovrebbe portare<br />

il contenuto dei valori che, almeno<br />

formalmente, vengono richiamati,<br />

riaffermati e<br />

sottolineati in queste ricorrenze.<br />

Si dice spesso che la musica<br />

rappresenti un linguaggio universale<br />

capace di parlare ai<br />

cuori, ebbene, se noi uniamo i<br />

suoni della fanfara con le parole<br />

che ne accompagnano la presentazione,<br />

dovremmo assistere<br />

con un certo sentimento di orgoglio<br />

e di speranza a manifestazioni<br />

che come questa fanno<br />

da megafono per valori che dovrebbero<br />

essere condivisi.<br />

E i valori rimangono inalterati<br />

nella loro efficacia anche se<br />

qualche volta i suoni che li accompagnano<br />

non sono forse<br />

perfetti come si vorrebbe: il sentimento<br />

che li trasporta nell’aria<br />

fino agli orecchi di chi li coglie<br />

mantiene invariato tutto il suo<br />

spessore umano.<br />

Ottoni e legni parlano, cantano,<br />

lanciano nell’etere i loro<br />

significati in forma di vibrazioni<br />

che colpiscono nel segno la<br />

parte emozionale di chi ascolta<br />

e tutta la platea condivide la<br />

sensazione, senza giudicare.<br />

Chissà se il vento che è arrivato<br />

a dare manforte alla trasmissione<br />

di questi significati<br />

Rettifica<br />

ha saputo compiere il suo dovere<br />

e dalla stretta di Exilles ha<br />

veramente fatto da vettore di<br />

quanto le note dicono e vogliono<br />

dire.<br />

La fanfara sempre ci ricorda<br />

il mormorio col quale il Piave<br />

comunicava con i fanti che lo<br />

attraversavano; non manca mai<br />

di eseguire il coro del Nabucco<br />

che unisce le aure dolci al ricordo<br />

del fiume Giordano; le<br />

voci della natura sono suoni che<br />

parlano a chi le sa ascoltare<br />

anche quando sono trasformate<br />

in note da mani sapienti.<br />

Chissà se il vento di Exilles ha<br />

saputo comportarsi da voce naturale<br />

mentre percorreva la valle;<br />

mentre passava sui ‘fidi tetti del<br />

villaggio’, quei tetti da cui sono<br />

partiti ‘con indomita fierezza i<br />

bravi alpini’ ricordati nelle parole<br />

dell’inno ufficiale del corpo,<br />

conosciuto col titolo di ‘33’ o<br />

anche come ‘Valore alpino’.<br />

<strong>Lo</strong> speriamo e proviamo ancora<br />

a risentire l’eco dei suoni<br />

che ha raccolto: sono usciti<br />

dagli strumenti, hanno parlato ai<br />

presenti, hanno abbandonato il<br />

tendone, sono saliti a circondare<br />

il Forte che sempre assiste silenzioso<br />

nella speranza di tornare<br />

ad essere, prima o poi,<br />

cassa di risonanza per le note alpine<br />

della Fanfara A.N.A. Val<br />

Susa.<br />

La convenzione odontoiatrica con la VACUPAN ITALIA,<br />

contrariamente a quanto riportato sulla locandina inserita in<br />

questo giornale, è valida per tutti i soci della <strong>Sezione</strong> e loro familiari.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 7


Attualità<br />

Il cap. Luca Del Sole riceve l’atto di conferimento della cittadinanza onoraria dalle mani dei nipoti dei compianti Clataud e Chareun.<br />

A destra: il corteo fa rientro in caserma (foto D. Balbo).<br />

oulx abbraccia i suoi “lupi” di Dario Balbo<br />

Sabato 18 giugno ad Oulx<br />

sotto una pioggia insistente si è<br />

tenuta la cerimonia del conferimento<br />

da parte del Comune<br />

della cittadinanza onoraria alla<br />

34ª compagnia del battaglione<br />

“Susa” ospitata nella locale caserma<br />

“Assietta”.<br />

Erano stati i compianti Pier<br />

Augusto Clataud e Candido<br />

Chareun, rispettivamente capogruppo<br />

e vice capogruppo andati<br />

avanti nell’estate 2010 a<br />

distanza di un mese l’uno dall’altro,<br />

a porre le basi per questo<br />

riconoscimento. Il Gruppo<br />

di Oulx ne ha poi proseguito<br />

l’iter sino alla ufficialità della<br />

delibera comunale del 31 gennaio<br />

u.s.<br />

Per festeggiare l’avvenimento<br />

era anche in programma<br />

l’annuale raduno degli ex appartenenti<br />

alla compagnia<br />

stessa, i “lupi”.<br />

Grande la partecipazione alpina<br />

nonostante la pioggia che<br />

certo non ha scoraggiato l’entusiasmo<br />

e l’affluenza degli amici<br />

degli alpini. Infatti oltre 500<br />

sono stati i “veci” che, riunitisi<br />

fuori della caserma, aspettavano<br />

l’uscita della fanfara della “Tau-<br />

8<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

rinense” e dei “lupi” della 34ª<br />

compagnia per raggiungere in<br />

corteo con i loro vessilli piazza<br />

Garambois. Qui altrettanti spettatori<br />

sfidavano l’inclemenza<br />

del tempo nell’attesa di veder<br />

sfilare vessilli, gagliardetti e<br />

penne nere.<br />

Portava il saluto del Gruppo<br />

l’attuale capogruppo Franco<br />

Bernard ponendo l’accento sul<br />

significato dell’onorificenza<br />

più che mai simbolo di un legame<br />

profondo, quasi un abbraccio,<br />

con ragazzi che con<br />

continuità ormai partecipano a<br />

pericolose missioni all’estero in<br />

difesa della pace e che spesso<br />

sono entrati con le loro famiglie<br />

a far parte della comunità locale.<br />

L’atto di conferimento veniva<br />

ritirato dal cap. Luca Del Sole,<br />

attuale comandante di questo distaccamento,<br />

ultima unità rimasta<br />

in tale particolare posizione<br />

di distaccamento autonomo in<br />

tutto il panorama alpino. A porgerlo<br />

le mani dei nipoti dei<br />

compianti Clataud e Chareun.<br />

Il saluto del 3° era portato dal<br />

Comandante col. Carlo Sardi<br />

che nel suo discorso ha sottoli-<br />

neato l’atipicità della 34ª compagnia,<br />

il mantenimento dei valori<br />

alpini, il concorso quale<br />

base per la formazione dei militari<br />

a livello F.A. ed il fatto che<br />

tale unità, unitamente al reggimento,<br />

è sempre stata protagonista<br />

sia in passato sia nelle<br />

attuali missioni di supporto alla<br />

pace.<br />

Il sindaco di Oulx, Paolo De<br />

Marchis nel suo discorso esprimeva<br />

parole di elogio nei confronti<br />

degli alpini presenti sul<br />

territorio da oltre cinquant’anni.<br />

Anni costellati anche da calamità<br />

naturali che hanno visto i<br />

giovani dalla 34 sempre attivi<br />

negli aiuti alla popolazione. Ma<br />

anche alpini che sono stati estremamente<br />

importanti con la loro<br />

presenza nello sviluppo economico<br />

della cittadina e che continuano<br />

a nutrire un fortissimo<br />

legame con la loro caserma con<br />

vivo orgoglio e senso di appartenenza.<br />

Numerosi poi gli ex<br />

Comandanti intervenuti e<br />

grande gioia di molti nel ritrovarli<br />

e salutarli.<br />

I commercianti locali contribuivano<br />

alla festa con addobbi<br />

alle vetrine nelle quali erano<br />

esposte fotografie della caserma<br />

e delle sue attività scattate dal<br />

“lupo” Franco Bacchini nel lontano<br />

1953.<br />

Le stesse immagini erano<br />

state proiettate la sera precedente<br />

nella sala del consiglio<br />

comunale riscuotendo un grandissimo<br />

successo per la riscoperta<br />

di luoghi, situazioni, volti<br />

che resistevano nella memoria<br />

dei meno giovani e che hanno<br />

rappresentato una sorpresa per i<br />

rimanenti presenti.<br />

In virtù della vicinanza della<br />

cerimonia con l’anniversario<br />

della presa del Monte Nero, in<br />

tribuna era anche presente il figlio<br />

del col. Pietro Barbier, allora<br />

comandante di uno dei<br />

plotoni che lo conquistarono, e<br />

nativo di Oulx.<br />

Nel pomeriggio era in programma<br />

un concerto della fanfara<br />

della “Taurinense” nei<br />

giardini pubblici ma l’inclemenza<br />

del tempo ha di fatto ridotto<br />

e snaturato il programma<br />

costretto a svolgersi all’interno<br />

della tensostruttura sulla quale<br />

lo scrosciare della pioggia<br />

creava l’accompagnamento alle<br />

note degli ottoni.


Annuale pellegrinaggio al Rocciamelone<br />

di Davide Corona<br />

Sabato 30 e domenica 31 luglio,<br />

la <strong>Sezione</strong> ha festeggiato il<br />

suo 42° raduno alla vetta del<br />

Rocciamelone, con la tradizionale<br />

ascensione dei propri alpini,<br />

armati di vessillo e gagliardetti,<br />

che, guidati dal loro instancabile<br />

presidente Giancarlo Sosello,<br />

hanno voluto ancora una volta<br />

ritrovarsi e stringersi insieme al<br />

cospetto della statua della Beata<br />

Vergine per rinsaldare quel filo<br />

comune che lega tutte le penne<br />

nere a quel monte così sacro per<br />

la <strong>Sezione</strong> e gli alpini di <strong>Valsusa</strong><br />

tutti.<br />

Come sempre il tutto inizia<br />

nelle primissime luci di domenica<br />

31 luglio quando una lunga<br />

“colonna” di alpini, dipartendosi<br />

dai Rifugi “La Riposa e Ca’<br />

d’Asti” e snodandosi lungo l’intero<br />

itinerario di salita, raggiunge<br />

la vetta per assistere alla<br />

Santa Messa, officiata come da<br />

tradizione da don Nino, il quale<br />

ha avuto parole di apprezzamento<br />

ed elogio verso l’operato<br />

quotidiano degli alpini, veri testimoni<br />

ed ambasciatori, nel<br />

mondo d’oggi, di quei valori di<br />

appartenenza nazionale, fratellanza,<br />

solidarietà, senso del dovere<br />

e della Patria che molto<br />

spesso ai tempi nostri si fa fatica<br />

ad incarnare. Oltre alle bellissime,<br />

ma al tempo stesso semplici<br />

parole di don Nino durante<br />

l’omelia, a far da corollario alla<br />

funzione sono state la recitazione<br />

della Preghiera dell’Alpino<br />

da parte del nostro<br />

Presidente sezionale e l’intonazione<br />

musicale dei brani “Signore<br />

delle Cime” e del<br />

“Silenzio d’Ordinanza” da parte<br />

dei musici della fanfara, diretti<br />

dall’egregio maestro Danilo<br />

Bellando, saliti fin lassù con i<br />

loro fedeli strumenti a fiato.<br />

Un elogio particolare va<br />

come sempre all’indefesso impegno<br />

profuso da parte di Fulgido<br />

Tabone, che con la sua<br />

presenza ed attività ha garantito<br />

l’intero successo dell’evento sia<br />

la sera prima a Ca’ d’Asti, che<br />

la mattina di domenica in vetta,<br />

predisponendo la Cappella ed il<br />

piazzale per la Santa Messa e la<br />

consumazione di un piacevolissimo<br />

rinfresco a base di pasticcini,<br />

vino e the caldo. Onorava<br />

la manifestazione della propria<br />

presenza, il generale di divisione<br />

Giorgio Blais, il quale<br />

partendo la mattina stessa direttamente<br />

da Susa, ha voluto così<br />

rinsaldare quel profondo vincolo<br />

di unione al sacro monte ed alla<br />

Vergine Maria, protettrice di tutti<br />

gli alpini valsusini, facendogli ri-<br />

Considerazioni a margine<br />

del pellegrinaggio in vetta di Giorgio Blais<br />

Mi è già capitato di dire e di<br />

scrivere che la vetta del Rocciamelone<br />

è il posto più bello del<br />

mondo. Non credo che sia solo<br />

una convinzione mia. La gioia,<br />

l’orgoglio, la serena soddisfazione,<br />

l’incanto della vista e<br />

delle cime che si scorgono e, soprattutto,<br />

la stupenda statua<br />

della Madonna aprono il cuore<br />

di chi giunge in vetta a sentimenti<br />

che poche altre esperienze<br />

sono in grado di dare. Già<br />

la salita, impervia, non comoda,<br />

giustamente faticosa consente di<br />

allargare lo sguardo alla valle,<br />

alla cinta di Torino, alla città ancora<br />

illuminata se la salita avviene<br />

in ore antelucane. Incontri<br />

con animali, volpi, lepri, marmotte,<br />

ma anche daini sono tutt’altro<br />

che infrequenti. E ogni<br />

passo verso la vetta è una piccola,<br />

significativa conquista. E<br />

all’arrivo, ai 3.538 metri di<br />

quota, ecco la Madonna che si<br />

erge maestosa, confidente, rasserenante,<br />

bellissima. Grande<br />

scultore quello Stuardi! Da oltre<br />

cento anni Susa e la sua valle<br />

guardano con devozione alla<br />

vetta del Rocciamelone dove la<br />

statua troneggia benedicente.<br />

Da cento anni pellegrini e devoti,<br />

alpinisti e montanari si<br />

inerpicano fino alla vetta per de-<br />

porre ai piedi della Vergine una<br />

preghiera, una implorazione, un<br />

ringraziamento, una speranza.<br />

La statua della Madonna del<br />

Rocciamelone fa parte ormai di<br />

Susa e della sua valle, come una<br />

realtà immutabile; è là e lo sappiamo.<br />

Partiamo dal fondo valle a<br />

piedi, con mezzi meccanici fin<br />

dove è possibile, dal versante di<br />

Susa, da quello di Novalesa o di<br />

Usseglio, e col passo consentito<br />

a ciascuno dall’età e dalle proprie<br />

forze saliamo, saliamo,<br />

avendo nella mente e nel cuore<br />

quell’unico obiettivo. Arrivare<br />

alla vetta e rendere omaggio alla<br />

Madonna.<br />

E’ quindi assolutamente giusto<br />

e bello e significativo che gli<br />

alpini di oggi, eredi di quegli alpini<br />

che nel 1899 portarono a<br />

spalle la statua in vetta, abbiano<br />

deciso di effettuare il pellegrinaggio<br />

sezionale in vetta, l’ultima<br />

domenica di luglio.<br />

Le circostanze della mia vita<br />

mi hanno consentito di partecipare<br />

al pellegrinaggio solo un<br />

paio di volte, ma quante emozione<br />

in quelle occasioni!<br />

Trovo addirittura grandioso<br />

che i componenti della fanfara<br />

sezionale salgano in vetta portandosi<br />

al seguito gli strumenti.<br />

E anche quest’anno, che emozione<br />

e che gioia sentire, durante<br />

la celebrazione della Santa<br />

Messa in vetta, sentire suonare,<br />

come primo brano, Stelutis alpinis,<br />

canto che la mia permanenza<br />

in Friuli mi ha permesso<br />

di apprezzare e amare in maniera<br />

notevolissima. Bravi, bravissimi.<br />

Ma bravissimi tutti gli alpini<br />

saliti e con quanta fierezza indossavano<br />

il loro cappello, fedele<br />

compagno di tante fatiche,<br />

vicissitudini, gioie! Un alpino si<br />

identifica con il suo cappello,<br />

che gli dà una identità,<br />

un’anima, direi. Nessuno al<br />

mondo è come gli alpini ed il<br />

cappello – in quante maniere<br />

assai più poetiche è stato scritto!<br />

– rende gli alpini unici. Le<br />

stesse semplici ed ingenue parole<br />

della nostra canzone “Sul<br />

cappello che noi portiamo c’è<br />

una lunga penna nera che a noi<br />

serve da bandiera...” dà la cifra<br />

di cosa sia il cappello per noi.<br />

Non per niente, quando un alpino<br />

“va avanti”, assieme alla<br />

corona di fiori sulla sua bara c’è<br />

sempre, immancabilmente, il<br />

cappello.<br />

E, come considerazione finale,<br />

vorrei esortare tutti a trattare<br />

il cappello con il riguardo<br />

vivere e testimoniare quegli<br />

stessi ricordi e quelle stesse sensazioni<br />

che sicuramente lo hanno<br />

accompagnato durante la sua<br />

splendida carriera da ufficiale<br />

nelle fila degli alpini.<br />

Erano presenti al pellegrinaggio<br />

i vessilli delle Sezioni<br />

A.N.A. Val Susa, Cuneo e Torino,<br />

ed i gagliardetti di Avigliana,<br />

Bussoleno, Caprie,<br />

Chianocco, Chiomonte, Chiusa<br />

San Michele, Mattie, Mompantero,<br />

Novalesa, Sant’Antonino,<br />

San Didero, San Giorio, Susa e<br />

Vaie per quanto riguarda la <strong>Sezione</strong>,<br />

insieme a quelli esterni di<br />

Chiaves, Collegno, Cortandone,<br />

Monastero, Ronco Scrivia,<br />

Roure, Santo Stefano Roero e<br />

Trana ai quali va il nostro più<br />

sentito ringraziamento per la vicinanza<br />

mostrataci con la loro<br />

presenza.<br />

che si merita. Devo affermare<br />

che con grande dispiacere ho<br />

visto o saputo di persone che<br />

hanno partecipato a manifestazioni<br />

politiche di parte, o a proteste<br />

e manifestazioni di piazza,<br />

o addirittura ad azioni eversive,<br />

con il cappello in testa.<br />

Mi hanno pure riferito che<br />

una di queste persone, di fronte<br />

ad una specifica osservazione,<br />

abbia risposto: “Il cappello è<br />

mio e ne faccio quello che voglio”.<br />

Devo vibratamente dire:<br />

NO! Il cappello è tuo, ma non<br />

fai quello che vuoi. Il cappello<br />

te lo ha dato la Patria e tu lo indossi<br />

quando servi la Patria,<br />

quando la rispetti, quando la difendi.<br />

Altrimenti indebolisci l’idea<br />

che pensi di sostenere e insozzi<br />

il cappello, rendendolo strumento<br />

di partigianeria, e al<br />

tempo stesso offendendo gli alpini<br />

che non la pensano come<br />

te. Gli alpini devono difendere<br />

gli ideali, l’Italia, con quella intelligente<br />

disciplina che li ha<br />

sempre contraddistinti e con lo<br />

spirito di serietà, abnegazione,<br />

sacrificio che li porta ogni ultima<br />

domenica di luglio in vetta<br />

al Rocciamelone a pregare la<br />

Madonna con intenzioni pure e<br />

serie.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 9<br />

Attualità


Attualità<br />

Gli alpini chiusini raccolti attorno al loro capogruppo Vittorio Amprimo.<br />

Il Gruppo alpini di Chiusa San Michele<br />

ha festeggiato il suo 80° compleanno<br />

di Vittorio Amprimo<br />

I festeggiamenti per l’80° di<br />

fondazione del Gruppo sono iniziati<br />

venerdì 3 giugno nella<br />

chiesa Parrocchiale con il concerto<br />

del “Coro Alpino <strong>Valsusa</strong>”<br />

e del “Coro Valpellice”<br />

diretti dal maestro Ugo Cismondi<br />

e presentati da Bruno<br />

Gambarotta. I due cori hanno<br />

eseguito brani tratti dal loro volume<br />

“Canti nostri”.<br />

Al termine, la festa si è spostata<br />

presso il salone Polivalente<br />

per l’inaugurazione della mostre<br />

“Alpini della <strong>Valsusa</strong>” di Mario<br />

Tonini e “Dall’Ortigara 1920 a<br />

Torino 2011” del nostro socio<br />

Daniele Miletto e la presentazione<br />

da parte di Bruno Gambarotta<br />

e Mauro Minola del<br />

libro “Alpini di Chiusa storie e<br />

memorie”.<br />

Il libro abbraccia un ampio<br />

periodo di storia alpina con particolare<br />

attenzione alla storia<br />

degli alpini di Chiusa, sin dal<br />

primo alpino di cui si ha notizia,<br />

nato nel 1856. Racconta poi la<br />

storia del gen. Antonio Cantore,<br />

la cui famiglia paterna era originaria<br />

di Chiusa, e le pagine<br />

drammatiche degli alpini che<br />

hanno combattuto nelle guerre<br />

di Libia, nella Prima guerra<br />

mondiale, nella guerra d’Africa<br />

orientale e infine nella Seconda<br />

10<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

guerra mondiale. <strong>Lo</strong>gica conclusione<br />

ai giorni nostri con i<br />

racconti di coloro che hanno<br />

semplicemente fatto il militare<br />

di leva nel corpo degli alpini o<br />

che hanno prestato servizio<br />

nelle missioni di pace o in “Vivi<br />

le forze armate”. Un capitolo<br />

infine è dedicato alla storia del<br />

Gruppo dalla fondazione fino ai<br />

giorni nostri, alla solidarietà, al<br />

dovere, all’allegria. Alla serata<br />

è intervenuto un componente<br />

del gruppo “Militaria” indossando<br />

la divisa degli alpini di<br />

fine ’800.<br />

Sabato 4 giugno, nel pomeriggio,<br />

in piazza della Repubblica<br />

un folto pubblico ha<br />

assistito alla dimostrazione del<br />

nucleo “Cinofili” della Protezione<br />

Civile A.N.A. “Val Susa”,<br />

dimostrazione che ha coinvolto<br />

direttamente alcuni bambini tra<br />

i numerosi presenti. Al termine<br />

ricca merenda offerta dal<br />

Gruppo proprio ai bambini intervenuti.<br />

Domenica 5 giugno, giorno<br />

della solenne cerimonia per<br />

l’anniversario, apertura dei festeggiamenti<br />

con alzabandiera e<br />

Onore ai Caduti presso il monumento<br />

di piazza della Repubblica.<br />

Santa Messa officiata da<br />

don Romeo con l’accompagna-<br />

mento dei canti della corale “A.<br />

Sestero”. Al termine della<br />

Messa benedizione del nuovo<br />

gagliardetto a cui ha fatto da<br />

madrina la signora Laura Cantore,<br />

vedova di Mario Sbodio,<br />

infaticabile e indimenticabile<br />

capogruppo per 40 anni. Molto<br />

toccante l’omelia di don Romeo<br />

nel corso della quale sono stati<br />

letti dei brani tratti dalle lettere<br />

di don Emilio Berto cappellano<br />

militare in Russia.<br />

Al termine della celebrazione,<br />

gli alpini sono sfilati per<br />

le vie del paese accompagnati<br />

dalla Fanfara A.N.A “Val Susa”<br />

per ritornare in piazza della Repubblica<br />

dove si sono tenuti i<br />

discorsi ufficiali e la premiazione<br />

dei tre soci più anziani:<br />

Giuseppe Rocci classe 1930,<br />

Franco Giai classe 1931 e<br />

iscritto al Gruppo dal 1953 ed<br />

infine Guido Riva classe 1931.<br />

Premiati anche i negozi che<br />

hanno allestito le loro vetrine in<br />

onore degli alpini.<br />

Molti gli ospiti. Tra i più graditi<br />

il pronipote del gen. Cantore<br />

che ha voluto onorarci della sua<br />

presenza portando anche il cappello<br />

del generale. Posato con<br />

cura su di un cuscino ricoperto<br />

con il tricolore e portato dal ten.<br />

Davide Corona ha simbolica-<br />

mente rappresentato il generale<br />

nella sfilata quasi che sfilasse<br />

con noi.<br />

Presente anche una rappresentanza<br />

degli alpini di Sampierdarena,<br />

luogo di nascita del<br />

gen. Cantore, a cui il Gruppo,<br />

come il nostro, è intitolato. Il<br />

gruppo “Militaria” era presente<br />

con 2 alpini, 2 portatrici carniche,<br />

e 2 crocerossine, tutti con<br />

le divise del 1918.<br />

Particolarmente gradita la<br />

presenza alla manifestazione<br />

della signora Tiziana Nasi<br />

grande amica degli alpini di<br />

Chiusa.<br />

Al termine ben 200 persone si<br />

sono ritrovate sotto la tensostruttura<br />

a gustare il pranzo preparato<br />

dalla ditta “Pranzar<br />

sull’aia”.<br />

Ancora un grazie a tutte le autorità<br />

civili e militari intervenute,<br />

i Gruppi alpini con i loro<br />

vessilli e le Sezioni Val Susa,<br />

Torino e Genova intervenute<br />

con i loro consiglieri. Grazie infine<br />

a tutti i soci alpini e aggregati<br />

del Gruppo, alle socie<br />

aggregate che per mesi hanno<br />

collaborato alla buona riuscita<br />

della festa.<br />

Unico neo il tempo che durante<br />

i tre giorni è stato decisamente<br />

inclemente.


Ottant’anni di presenza nella comunità<br />

per il Gruppo di Buttigliera<br />

<strong>Lo</strong> schieramento al Parco della Rimembranza per la cerimonia<br />

dell’alzabandiera e l’onore ai Caduti. A destra: un meritato riconoscimento<br />

(foto D. Balbo).<br />

di elio Garnero<br />

Se noterete che sto commentando<br />

questo evento con enfasi<br />

e fervore non comuni, non vogliatemene,<br />

semplicemente è<br />

perché si è verificato nel Comune<br />

dove sono nato, e dove ho<br />

vissuto per oltre cinquant’anni<br />

(per la precisione in frazione<br />

Ferriera). Tengo solo a precisare<br />

che sia in capoluogo che nella<br />

frazione ho solo amici, sia alpini<br />

che non.<br />

Si è celebrato l’80° di fondazione<br />

del Gruppo alpini. Un<br />

Gruppo che da sempre stimo ed<br />

ammiro. Permettetemi di evidenziare<br />

la stretta e fattiva collaborazione<br />

che ogni anno, in<br />

occasione della raccolta per il<br />

Banco Alimentare (di cui il sottoscritto<br />

ne è il responsabile di<br />

zona), ogni ultimo sabato di novembre<br />

una valida rappresentanza<br />

composta anche da soci<br />

alpini non proprio giovanissimi,<br />

trainata dal sempre presente capogruppo<br />

riesce, con l’ormai<br />

acquisita capacità organizzativa<br />

a contribuire alla buona riuscita<br />

di tale evento. Alpini buttiglieresi,<br />

a voi un grazie mio personale.<br />

Chiaramente non sta al<br />

sottoscritto evidenziare l’importanza<br />

della presenza degli alpini<br />

sul territorio locale, questo l’ha<br />

fatto ampiamente il sindaco<br />

Ruzzola. Sono stati raggiunti gli<br />

80 anni di vita, che sono tanti, il<br />

che significa che coloro che si<br />

sono succeduti nel tempo hanno<br />

profuso tutte le energie necessarie<br />

per la continuità e la prosperità<br />

del Gruppo. Quanto è stato<br />

fatto finora è scaturito da un insieme<br />

di energie coordinate da<br />

un’ampia sintonia d’intenti ed<br />

obiettivi.<br />

Una responsabilità forte di<br />

cui gli alpini buttiglieresi devono<br />

sentirsi fieri e compartecipi,<br />

perché questo è anche il<br />

modo migliore per rendere<br />

onore a coloro che li hanno, o<br />

meglio ancora che ci hanno preceduto,<br />

e per tenere alta quella<br />

“penna” di cui tutti noi andiamo<br />

legittimamente orgogliosi. Cari<br />

amici alpini buttiglieresi, guardate<br />

con ottimismo al futuro<br />

cercando di invigorire un esempio<br />

che sempre avete dato a tutti<br />

nell’arco di questi decenni di attività<br />

e di impegno. Ve lo chiedono<br />

i vostri fratelli alpini, ma<br />

ve lo chiedono anche i vostri<br />

concittadini che oggi hanno ancora<br />

in voi uno dei punti di riferimento<br />

di maggiore solidità e<br />

garanzia.<br />

La manifestazione è riuscita<br />

splendidamente anche grazie<br />

alla disponibilità del parroco di<br />

Buttigliera/Ferriera, don Gino<br />

Palazziol, da sempre amico ed<br />

estimatore degli alpini locali.<br />

Il sabato sera un’impeccabile<br />

esibizione del coro “Rocciamelone”<br />

nella gremita chiesa del<br />

Sacro Cuore di Ferriera.<br />

Domenica mattina, oltre al<br />

vessillo sezionale rappresentavano<br />

la nostra <strong>Sezione</strong> ben 18<br />

Gruppi, oltre ad altri 9 Gruppi<br />

appartenenti a Sezioni limitrofe.<br />

Le altre associazioni, d’arma<br />

e non, erano una decina. Oltre al<br />

presidente Sosello ed ai tre vicepresidenti<br />

Garnero, Ferraris e<br />

Baro hanno partecipato i consiglieri<br />

sezionali Amprimo,<br />

Balbo, Baro, Bonaudo, Olivero,<br />

Rovero, Sacco e Salvaia.<br />

Sulle note della fanfara sezionale<br />

abbiamo percorso le vie del<br />

paese per poi ricordare i Caduti<br />

di tutte le guerre al parco della<br />

rimembranza antistante il cimitero.<br />

È seguita la Santa Messa<br />

nel cortile del Centro Famiglia,<br />

indi gli interventi del capogruppo,<br />

del Sindaco e del nostro<br />

Presidente sezionale, con il conferimento<br />

di alcuni riconoscimenti<br />

ai soci più anziani e<br />

meritevoli. È seguito il pranzo<br />

ancora nei locali del “Centro<br />

Famiglia” sempre gentilmente<br />

concessi da don Gino. Sono<br />

pure state premiate diverse signore<br />

sempre attive nel<br />

Gruppo.<br />

Concedetemi un plauso particolare<br />

per il capogruppo Guido<br />

Marchisotto da mesi impegnato<br />

per la buona riuscita di questo<br />

importante appuntamento. Capogruppo<br />

che ritengo anche fortunato,<br />

perché sempre sostenuto<br />

e consigliato dalla sua splendida<br />

moglie Bruna.<br />

Questa è un’ulteriore conferma<br />

che noi alpini sì, siamo<br />

bravi, ma senza il consenso e<br />

l’appoggio delle nostre donne<br />

saremmo costretti a percorrere<br />

una strada sempre in salita.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 11<br />

Attualità


Attualità<br />

A sinistra: concerto del Coro alpino <strong>Valsusa</strong> nella chiesa parrocchiale.<br />

A destra: manifestazione della domenica con onore ai Caduti<br />

(foto D. Balbo).<br />

Grande festa<br />

per l’ottantesimo<br />

ad exilles<br />

di elio Garnero<br />

Domenica 10 luglio, a distanza<br />

di tre settimane si è rinnovato<br />

l’appuntamento sul<br />

piazzale del Forte dove è ubicata<br />

la Cappella Votiva. Questa<br />

volta per celebrare l’80° di fondazione<br />

del Gruppo alpini locale;<br />

per la verità la scadenza è<br />

avvenuta l’anno scorso, ma il<br />

tutto era stato rinviato per un<br />

grave quanto banale incidente<br />

che aveva bloccato il capogruppo<br />

Silvio Mout, condottiero<br />

e trascinatore del Gruppo.<br />

Chiaramente il numero dei<br />

partecipanti era inferiore a<br />

quello del raduno sezionale del<br />

19 giugno, anche per la concomitanza<br />

di altre manifestazioni<br />

in valle, ma la nostra <strong>Sezione</strong> ha<br />

coronato la manifestazione più<br />

che decorosamente con la partecipazione<br />

di un bel numero di<br />

12<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

gagliardetti, del presidente Sosello,<br />

dei tre vicepresidenti Garnero,<br />

Baro e Ferraris e di un<br />

discreto numero di consiglieri<br />

sezionali.<br />

I festeggiamenti sono già iniziati<br />

il sabato sera con uno straordinario<br />

concerto del coro<br />

alpino “<strong>Valsusa</strong>” di Bussoleno.<br />

La domenica, accompagnati<br />

dalle note della nostra fanfara<br />

abbiamo raggiunto piazza Europa<br />

dove, dopo l’alzabandiera<br />

e gli Onori ai Caduti, si sono avvicendati<br />

sul palco, il capogruppo<br />

degli alpini di Exilles,<br />

Silvio Mout, il sindaco di Exilles,<br />

Michelangelo Castellano,<br />

che ha evidenziato il profondo<br />

legame che unisce l’amministrazione<br />

locale al Gruppo alpini,<br />

gruppo che interpreta a<br />

meraviglia lo spirito di servizio<br />

alla comunità sostenendo le<br />

varie iniziative locali. Seguiva<br />

un intervento, sempre d’encomio<br />

ad Exilles ed ai suoi alpini,<br />

del presidente della Comunità<br />

Montana Val Susa e Val Sangone,<br />

Sandro Plano.<br />

Era poi la volta del novantaseienne<br />

maresciallo Giuseppe<br />

Rosatelli, cittadino onorario di<br />

questo piccolo ma significativo<br />

centro montano, il quale ringraziava<br />

tutti per l’accoglienza che<br />

gli viene riservata ogni qualvolta<br />

ci raggiunge in valle per le<br />

nostre manifestazioni.<br />

Chiudeva la parte ufficiale<br />

della festa il presidente sezionale<br />

Giancarlo Sosello che elogiava<br />

e ringraziava l’intero<br />

Gruppo per i lavori sostenuti<br />

ogni anno per la pulizia e la manutenzione<br />

dell’area sottostante<br />

il Forte ed antistante la Cappella<br />

Votiva per permettere lo svolgimento<br />

del nostro raduno sezionale.<br />

Si soffermava nell’elogiare<br />

Silvio Mout, definendolo “un<br />

gentiluomo”.<br />

A mio avviso mai appellativo<br />

fu così appropriato.<br />

Silvio è un esempio per tutti,<br />

sempre disponibile, poche parole<br />

ma sagge, tanto lavoro e<br />

grandi capacità di coinvolgimento,<br />

tali da ottenere ottimi risultati<br />

dai componenti del<br />

Gruppo da lui guidato.<br />

È seguita la Santa Messa con<br />

particolare rilievo per “coloro<br />

che sono andati avanti”. Ultima<br />

tappa il pranzo presso l’apposita<br />

struttura ed al termine ancora alcuni<br />

brani del repertorio della<br />

fanfara sezionale.


“Pianeta difesa”<br />

a Bousson<br />

di Dario Balbo<br />

Istruzione dura anche se in tempi e forma ridotta, marcia, arrampicata,<br />

pernottamento in quota al lago Nero e poi novità credo per<br />

tutti l’attraversamento del ponte tibetano più lungo d’Europa. Quasi<br />

un centinaio di giovani hanno affrontato così le tre settimane della<br />

sessione del “Pianeta difesa” meglio noto come mininaja presso la<br />

base logistica di Bousson. La brigata “Taurinense” li ha ospitati e<br />

l’addestramento è stato curato da personale del 3° alpini e del reparto<br />

comando.<br />

Durante le tre settimane sono stati seguiti rigidamente i tempi<br />

della caserma dalla sveglia alle 6,30 sino al silenzio della mezzanotte.<br />

Per la cronaca i maschi erano 77 e le ragazze 21 tra i 18 ed i 29<br />

anni di età. Tutti ragazzi che hanno chiesto di provare l’esperienza<br />

alpina ed è sempre opportuno sottolineare la volontarietà della loro<br />

scelta, mentre crediamo che molti dei più accesi detrattori dell’iniziativa,<br />

abbiano fatto durante la loro di naja meno di quanto abbiano<br />

fatto questi giovani in pochi giorni “o peggio” che abbiano fatto di<br />

tutto per evitarla.<br />

La curiosità di questa sessione è stata la presenza Omar Bedioune,<br />

21 anni, di Giaveno, padre algerino e madre piemontese che dopo<br />

quattro mesi di addestramento nella Legione Straniera ha optato per<br />

gli alpini preferendo seguire le orme del nonno materno.<br />

Quarantasette i piemontesi, mentre la valle di Susa era rappresentata<br />

da una ragazza, Francesca Pognant Gros di San Giorio e da<br />

un ragazzo, Massimiliano Maberto di Giaglione. Speriamo di anno-<br />

Francesca Pognant Gros e sotto, Massimiliano Maberto (foto D.<br />

Balbo).<br />

verarli a breve tra i nostri iscritti “amici” in attesa magari dell’arruolamento<br />

quale volontario in ferma breve tra le truppe alpine.<br />

Fanno tenerezza infatti questi ragazzi che sull’onda dell’entusiasmo<br />

delle tre settimane si dichiarano nella gran parte desiderosi di continuare<br />

l’esperienza salvo poi dimenticarsene dopo pochi giorni.<br />

Suggestiva come sempre la cerimonia di consegna del cappello<br />

alpino aperta come si conviene dal comandante della “Taurinense”<br />

Francesco Paolo Figliuolo. Ad uno ad uno, di corsa, fieri della loro<br />

divisa mimetica modello Afghanistan 2006, a chiamata pronti a riporre<br />

nella tasca il berretto d’ordinanza per ricevere commossi il<br />

cappello dalle mani degli ufficiali o dei presidenti ospiti che si alternavano<br />

nella consegna.<br />

La <strong>Sezione</strong> era rappresentata dal presidente Sosello con l’alfiere<br />

Gallina, dal vicepresidente Ferraris e dallo scrivente. Presenti i gagliardetti<br />

di Cesana, Claviere, Oulx e San Giorio.<br />

Commemorata<br />

la Divisione martire<br />

di Giovanni Baro<br />

Il monumento ai Caduti al Col di nava (foto D. Balbo).<br />

È il 3 luglio e, come avviene da anni, si celebra al Col di Nava il<br />

62° raduno alpino che commemora la drammatica ritirata di Russia<br />

della Divisione “Cuneense” che ha lasciato sul suolo sovietico ben<br />

13470 morti o dispersi.<br />

Sin dalle prime ore del mattino raggiungono il colle schiere di<br />

commilitoni che tra strette di mano e abbracci rievocano i giorni trascorsi<br />

in caserma o in <strong>Sezione</strong> sotto l'inseparabile cappello alpino.<br />

Alle 10 si snoda la tradizionale sfilata che, al passo scandito dalla<br />

fanfara della “Taurinense”, raggiunge il grande prato con eretto il<br />

palco delle autorità dove verrà celebrata la Santa Messa. Sono presenti<br />

21 vessilli sezionali tra cui spiccano le Sezioni estere di Brasile<br />

ed Argentina e 120 gagliardetti delle regioni Liguria, <strong>Lo</strong>mbardia,<br />

Veneto, Piemonte e Valle d'Aosta.<br />

In campo civile si notano i gonfaloni del comune di Imperia e di<br />

Pornassio, il paese ospitante, oltre ad altri paesi limitrofi. Sul palco<br />

oltre al sacerdote celebrante (un eremita), otto alpini reduci di guerra<br />

che, nonostante la veneranda età, hanno assistito con partecipazione<br />

alla Santa Messa.<br />

Al termine della celebrazione i discorsi di rito, dal sindaco di Pornassio<br />

con il benvenuto a tutti i presenti, all'assessore al turismo di<br />

Imperia, all'ufficiale comandante degli alpini, per terminare con il<br />

saluto del vice presidente nazionale Bertino a nome del presidente<br />

Perona.<br />

A concludere la manifestazione la deposizione di una corona di alloro<br />

al monumento ai Caduti accanto alla cappella eretta in memoria<br />

del generale Battisti. Era presente alla cerimonia il vessillo della<br />

<strong>Sezione</strong> A.N.A. Val Susa portato dall'alfiere Bruno Gallina e scortato<br />

dal sottoscritto.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 13<br />

Attualità


Protezione civile<br />

Nei giorni 23-24 luglio, in<br />

alta valle Susa, sulle bellissime<br />

montagne di Cesana Torinese, si<br />

è svolta l’esercitazione congiunta<br />

tra i cinofili, rocciatori e<br />

sommozzatori appartenenti alla<br />

Protezione civile dell’Associazione<br />

nazionale alpini <strong>Sezione</strong><br />

Val Susa.<br />

Nelle intenzioni dell’Unità<br />

sezionale, dovrà diventare un<br />

appuntamento annuale ricorrente<br />

se possibile esteso anche<br />

alle realtà similari di settore sia<br />

A.N.A. che di altre associazioni.<br />

La località suggestiva dei<br />

circa 2.000 metri del lago Nero<br />

(il cui nome descrive la visibilità<br />

che i sub hanno in immersione)<br />

ha offerto la possibilità ai<br />

sommozzatori di esercitarsi a<br />

scandagliare il fondo con varie<br />

tecniche di ricerca ed il fatto<br />

della pessima visibilità è stato<br />

propedeutico per un addestramento<br />

più meticoloso e ad una<br />

puntigliosità di scandaglio manuale<br />

portata agli estremi proprio<br />

in virtù ad una visibilità ai<br />

“minimi termini”.<br />

A lato del lago seppur a distanza<br />

ragguardevole, una bella<br />

alta parete rocciosa ha permesso<br />

ai rocciatori di affinarsi nell’installazione<br />

di teleferica lunga<br />

più di 200 metri che, da un’altezza<br />

veramente considerevole,<br />

scendeva sino ad attraversare il<br />

lago.<br />

Simulando una zona inaccessibile<br />

con una piccola frazione<br />

abitata isolata, venivano fatti<br />

scendere ipotetici materiali di<br />

sussistenza ma non solo venivano<br />

trasportati cani e conduttori<br />

per ricerche dispersi, si<br />

simulava la caduta in acqua di<br />

un piccolo contenitore di preziosi<br />

appartenente a ipotetico<br />

sfollato che, durante l’abbandono<br />

della frazione, perdeva in<br />

acqua tutti gli oggetti preziosi di<br />

famiglia con conseguente intervento<br />

dei sommozzatori che riuscivano<br />

a ritrovare quanto perso<br />

per la gioia del legittimo proprietario!<br />

I sommozzatori, oltre ad esercitarsi<br />

nelle varie tecniche di ricerca<br />

sommersa, hanno ispezionato il<br />

lago rilevando purtroppo rifiuti di<br />

vario genere depositati sui fondali,<br />

borse di nylon gettate in acqua e<br />

bottiglie in vetro… nessuna novità<br />

invece del famoso “carro armato”<br />

la cui esistenza era già nota ai<br />

sub A.N.A. anche se trattasi non<br />

di un carro armato ma di un più<br />

modesto “autoblindo” tedesco<br />

14<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

esercitazione nuclei specialistici<br />

Protezione civile A.n.A. Val Susa<br />

di Paolo Parisio, (coordinatore Sezionale)<br />

residuato dell’ultima guerra,<br />

ormai pressoché interamente<br />

coperto dal sedime del lago.<br />

Compito importantissimo dei<br />

sub era anche quello di offrire la<br />

necessaria sicurezza alle operazioni<br />

cinofile così come al trasporto<br />

in gommone di un<br />

ipotetico disperso ritrovato dai<br />

cinofili e farlo raggiungere in sicurezza<br />

la riva opposta per passarlo<br />

ai soccorritori A.N.P.A.S.<br />

di Sauze d’Oulx che, con una<br />

autoambulanza, hanno garantito<br />

anche trasporto e copertura sanitaria<br />

ufficiale di precauzione a<br />

rafforzamento del nostro medico<br />

sommozzatore, del nostro<br />

soccorritore certificato di Unità<br />

sezionale e del veterinario dei<br />

cinofili.<br />

Il fine era soprattutto quello di<br />

addestrare i cinofili ai passaggi<br />

in teleferica per fare in modo<br />

che il cane prendesse confidenza<br />

con il vuoto aumentando così la<br />

fiducia dell’animale verso il suo<br />

conduttore.<br />

Passaggi dei cinofili sul gommone<br />

per attraversamento lago<br />

erano anche propedeutici per<br />

valutare la tranquillità dell’animale<br />

sull’acqua mentre i boschi<br />

circostanti di alta montagna offrivano<br />

ampie possibilità all’intero<br />

Nucleo di simulare ricerche<br />

dispersi come nella realtà<br />

spesso accade sulle montagne.<br />

Il Nucleo cinofilo della “Val<br />

Susa” è uno dei più operativi<br />

all’interno dell’A.N.A. e la sua<br />

importanza e la sua “volontaristica<br />

professionalità” è in costante<br />

aumento seppur i livelli<br />

raggiunti siano già ragguardevoli,<br />

sempre più viene chiamato<br />

a supporto ed appoggio<br />

agli enti istituzionali preposti<br />

alle ricerche e ciò a dimostrazioni<br />

del suo ormai alto valore<br />

acquisito.<br />

Il Nucleo alpinistico o rocciatori,<br />

al cui interno si trovano<br />

anche “professionisti del settore<br />

di arrampicata e ricerca, lavori<br />

disgaggi e fuochini ma anche<br />

istruttori brevettati e certificati”<br />

ha raggiunto un livello tecnico<br />

che nella complessità ha ormai<br />

superato la “normalità ricorrente<br />

nel campo”.<br />

Un affiatamento di volontari<br />

assai marcato (e festaiolo) ha<br />

fatto da “unione” tra le varie<br />

specialità.<br />

Il pubblico ha potuto osservare<br />

l’esercitazione con tanto di<br />

speaker dotato di impianto microfonico.<br />

Molti i bambini di<br />

una vicina colonia estiva, di-<br />

versi gli escursionisti ed anche<br />

coloro che, leggendo le locandine<br />

affisse in alta valle sono<br />

venute appositamente per godere<br />

di una bella giornata di sole<br />

e di un evento sicuramente non<br />

di rituale quotidianità.<br />

A supporto dei nuclei è intervenuta<br />

anche una squadra logistica<br />

della <strong>Sezione</strong>: la<br />

“Cotolivier” che ha installato<br />

due tende sotto le quali, al sabato<br />

sera, si è cenato assieme in<br />

allegria gustando una buona grigliata<br />

offerta dal locale Gruppo<br />

alpini di Cesana Torinese.<br />

Con la visita alla Capanna<br />

Mautino ed assaggio di alcune<br />

loro specialità da parte di alcuni<br />

volontari, si è conclusa la lunga<br />

giornata del sabato e tutti hanno<br />

potuto dormire appagati nel dormitorio<br />

della casermetta messa<br />

a disposizione della Protezione<br />

civile A.N.A. Val Susa dalla<br />

brigata “Taurinense”, casermetta<br />

attiva, sede di pernottamenti<br />

estivi ed invernali dei<br />

militari impegnati in addestramento<br />

ma anche punto di rilevamento<br />

Meteomont.<br />

Bello è stato il rapporto con i<br />

militari in servizio preposti per<br />

l’occasione ed ottimo è stato il<br />

riscaldamento del dormitorio!!!<br />

Domenica mattina, sveglia<br />

sotto un leggero nevischio.<br />

La colonna della Protezione<br />

civile ha raggiunto la località turistica<br />

di Cesana Torinese, dove<br />

un sole molto gradito ha permesso<br />

ai volontari di addestrarsi<br />

nelle calate dai ponti, con villeggianti<br />

e turisti in transito incuriositi:<br />

cinofili rocciatori e<br />

sommozzatori ancora in azione<br />

e poi, come consuetudine alpina,<br />

deposizione della corona<br />

di alloro al monumento dei Caduti.<br />

Sfilata quindi con la fanfara<br />

della “Taurinense” sino al<br />

cimitero di guerra di Cesana To-<br />

rinese, deposizione di un mazzo<br />

di fiori sulle note del “Silenzio”.<br />

Il pranzo presso la caserma di<br />

Bousson ha concluso il week<br />

end addestrativo dei Nuclei specialistici<br />

dell’Unità sezionale di<br />

Protezione civile A.N.A. Val<br />

Susa.<br />

Un grazie sincero alla disponibilità<br />

e collaborazione delle<br />

Truppe Alpine ed in particolar<br />

modo al ten. col. Laurenti del<br />

Comando Supporti Tattici “Taurinense”,<br />

al m.llo Gambelli responsabile<br />

della caserma di<br />

Bousson, alla fanfara della<br />

“Taurinense” per il servizio prestato,<br />

all’amministrazione comunale<br />

di Cesana Torinese, al<br />

Gruppo alpini locale, al Soccorso<br />

di Sauze d’Oulx e a tutto<br />

il pubblico presente nella due<br />

giorni addestrativa.<br />

Un messaggio agli enti locali<br />

nel presentare le specialità della<br />

P.C. A.N.A. Val Susa (con possibilità<br />

d’impiego quando richiesto<br />

anche per esplorazioni e<br />

bonifiche di laghi in quota a<br />

cura dei sub, lavori di pulizia e<br />

manutenzione di vie in quota a<br />

cura dei rocciatori così come<br />

pulizie da vegetazione infestante<br />

di ferrate e mura storiche,<br />

attività dimostrative e ricerche<br />

reali a cura dei cinofili) tutto al<br />

fine di salvaguardare la bellezza<br />

e la miglior fruizione delle montagne<br />

sia dalla popolazione locale<br />

sia dai villeggianti ed<br />

escursionisti in generale.<br />

Sicuramente un’esperienza<br />

formativa importante nell’ottica<br />

addestrativa d’Unità, un evento<br />

da ripetere nel 2012 per contribuire<br />

sempre più a diffondere<br />

tra la popolazione la cultura<br />

della Protezione civile, il suo<br />

impegno verso il territorio e la<br />

simpatia che gli alpini della P.C.<br />

sanno infondere tra la gente.


Gli anni della mia infanzia ad exilles<br />

ricordi di mario parisio a cura di Dario Balbo<br />

parte seconda<br />

Concludiamo con questa seconda<br />

parte la testimonianza su<br />

Exilles degli anni ’30 che il gen.<br />

Mario Parisio ha voluto così<br />

gentilmente offrirci. Nella premessa<br />

della prima parte abbiamo<br />

indicato genericamente<br />

ad una “luminosa carriera militare”.<br />

Scopriremo leggendo<br />

quanto segue a quale livello<br />

prestigioso sia giunta.<br />

Un grazie ancora da queste<br />

pagine sperando che un giorno<br />

questo sincero amico della nostra<br />

valle e della nostra <strong>Sezione</strong><br />

possa essere ancora nostro<br />

ospite magari in una festa sezionale<br />

che proprio nella sua<br />

amata Exilles ogni anno celebra<br />

i fasti della Val Susa (db).<br />

Come ho già detto il forte era<br />

il “centro di mobilitazione e distaccamento<br />

eventuale” del btg.<br />

“Exilles”.<br />

La seconda parte della denominazione<br />

aveva significato<br />

esclusivamente burocratico-amministrativo.<br />

La guarnigione era costituita<br />

da un capitano comandante, un<br />

paio di ufficiali subalterni, cinque/sei<br />

sottufficiali e un centinaio<br />

di alpini.<br />

Per la logistica si avvaleva di<br />

una squadra salmerie con “cassette<br />

da battaglione leggere”. E<br />

in proposito ricordo che tutte le<br />

mattine una corvèe (con carretta)<br />

scendeva alla stazione di<br />

Chiomonte per prelevare, dal<br />

treno, i sacchi con le pagnotte<br />

che venivano confezionate nel<br />

“panificio militare” di Torino.<br />

Come “distaccamento” il<br />

compito era di provvedere a<br />

tutte le incombenze relative alla<br />

vita e alla manutenzione del<br />

Forte e assicurare il presidio e la<br />

custodia dei forti che ho chiamato<br />

satelliti: Fenils e Pramand.<br />

Dislocati a differenti quote<br />

sui costoni che scendono, tra<br />

Exilles e Salbertrand, dal colle<br />

d’Ambin, posti a sbarramento<br />

della provenienza dell’alta<br />

valle, erano armati di cannoni,<br />

disponevano di una polveriera<br />

ed erano custoditi da una guardia<br />

(credo di 10/15 alpini) che si<br />

alternavano in turni quindicinali.<br />

Erano collegati, tra di loro<br />

e con il forte di Exilles, con una<br />

linea telefonica.<br />

Ricordo che per uno dei due<br />

forti (credo il Pramand) si procedette,<br />

durante una estate, all’ammodernamento<br />

dei pezzi.<br />

Vi furono inviati cannoni da 149<br />

che venivano smontati utilizzando<br />

la “capra”, una sorta di<br />

incastellatura metallica dotata di<br />

verricello, carrucola e catene, e<br />

caricati su autocarri Ceirano dotati<br />

ancora di “gomme piene”.<br />

Ho accompagnato mio padre,<br />

in occasione di ispezioni, in entrambi<br />

i forti, ma non ho ricordi<br />

particolari se non quello della<br />

strada militare che si inerpicava<br />

lungo il costone, con curve<br />

molto strette che obbligavano<br />

l’autista ogni volta a far manovra.<br />

Nella bella stagione i rifornimenti<br />

viveri giungevano al personale<br />

di guardia con le già<br />

citate “carrette”. Se ben ricordo<br />

alla prima neve le “guardie” venivano<br />

ritirate e la sorveglianza<br />

dei forti era affidata a ispezioni<br />

saltuarie (questo almeno per il<br />

Pramand che era quello più in<br />

quota).<br />

L’ultima opera “satellite” era<br />

la “batteria” del Sapè (detta impropriamente<br />

Forte).<br />

Dislocata sul versante opposto<br />

della valle rispetto al Fenils<br />

e al Pramand, era una splendida<br />

opera difensiva completamente<br />

interrata e mirabilmente adattata<br />

al terreno. Era circondata da un<br />

fossato. Anche per effetto della<br />

vegetazione selvaggia l’opera<br />

presentava una perfetta mimetizzazione<br />

naturale. Non era né<br />

armata né custodita.<br />

I miei ricordi, in merito, sono<br />

più nitidi e articolati perché al<br />

Sapè si svolgeva (e so che si<br />

svolge tuttora) una sagra.<br />

Vi andai quindi, con tutta la<br />

famiglia, almeno quattro volte.<br />

Ma torniamo al Forte di Exilles.<br />

Voglio citare una curiosità<br />

forse inedita. Nel forte esisteva<br />

una “colombaia” con un certo<br />

numero di piccioni viaggiatori<br />

che, all’epoca, costituivano un<br />

mezzo di collegamento previsto<br />

dagli organici e dai regolamenti<br />

dell’Esercito.<br />

La dirigeva il mar.llo Campanella<br />

(credo del Genio) il cui figlio<br />

maggiore (Enzo) veniva a<br />

scuola con me. <strong>Lo</strong> ricordo ancora<br />

che, sporgendosi da una<br />

torretta, liberava in volo i piccioni<br />

e poi regolava le evoluzioni<br />

con una grande bandiera<br />

bianca. I volatili obbedivano ai<br />

movimenti del drappo finché,<br />

ad un determinato segnale, rientravano<br />

tutti disciplinatamente<br />

nel loro abitacolo.<br />

Una nota di colore: il forte<br />

veniva anche utilizzato per far<br />

scontare gli “arresti di fortezza”<br />

agli ufficiali resisi colpevoli di<br />

mancanze di un certo rilievo.<br />

Inoltre, vuole la leggenda che<br />

in esso fosse stata detenuta la<br />

famosa maschera di ferro...<br />

La seconda funzione del<br />

forte, come ho detto all’inizio,<br />

era quella di “Centro di mobilitazione”.<br />

Le norme in vigore<br />

prevedevano che, in caso di mobilitazione,<br />

gli alpini “richiamati”<br />

si presentassero ad un<br />

centro che era dislocato nella località<br />

da cui prendeva il nome il<br />

battaglione in cui avevano prestato<br />

servizio di leva. E questo<br />

valeva per tutti i battaglioni alpini,<br />

dall’“Exilles” al “Cividale”<br />

passando per l’“Intra”, il<br />

“Morbegno”, il “Vestone”, il<br />

“Bassano” ecc.<br />

Il “Centro di mobilitazione”<br />

di Exilles aveva, come tutti gli<br />

altri, armi, equipaggiamenti,<br />

materiali e vestiario per due battaglioni<br />

da mobilitare all’emergenza:<br />

nella fattispecie il<br />

“Valdora” ed il “Monte Assietta”.<br />

Mentre le armi erano custodite<br />

nel forte, tutti gli altri<br />

materiali erano accantonati nel<br />

cosiddetto “Padiglione”. Era<br />

questo un edificio di notevoli<br />

dimensioni che sorgeva nella<br />

piazza d’armi, tra il forte e l’abitato<br />

di Exilles. In esso c’erano<br />

due alloggi (di cui uno occupato<br />

dalla mia famiglia) e tutta una<br />

serie di magazzini con i materiali<br />

destinati ai due battaglioni.<br />

Ricordo ancora l’eccitazione<br />

che mi prendeva quando i locali<br />

venivano aperti per la periodica<br />

manutenzione; io mi intrufolavo<br />

ogni volta per vedere gli alpini<br />

al lavoro e mi sembra ancora di<br />

sentire la fragranza della naftalina<br />

che proteggeva il vestiario<br />

e l’odore forte, acre del cuoio<br />

degli scarponi appesi al soffitto<br />

e dei basti e finimenti per mulo<br />

ordinatamente schierati sulle<br />

apposite scaffalature.<br />

Un’annotazione storica: i magazzini<br />

del “Centro” si apriranno<br />

nel settembre 1939 per la<br />

costituzione del btg. “Valdora”<br />

che parteciperà alle operazioni<br />

sul fronte alpino nel giugno ’40<br />

schierato nella zona del Moncenisio.<br />

Nel 1943 sarà poi inquadrato<br />

nella divisione alpina<br />

“Alpi Graie” e l’armistizio<br />

dell’8 settembre lo troverà dislocato<br />

sull’Appennino ligure a<br />

difesa del porto di La Spezia.<br />

Nel gennaio del 1943, inoltre,<br />

il “Centro” equipaggerà i richiamati<br />

del btg. “Monte Assietta”<br />

destinato a presidiare un<br />

settore della Valle Isonzo. Qui<br />

lo sorprenderà l’armistizio, ma<br />

grazie alla sagacia del suo ultimo<br />

comandante (magg.<br />

Pianta) riuscirà a sfuggire alle<br />

insidie dei partigiani titini e agli<br />

attacchi dei tedeschi e a rag-<br />

giungere indenne la zona di<br />

Udine dove sarà sciolto dopo<br />

aver reso inutilizzabili le armi in<br />

dotazione.<br />

E concludo. Come ho già<br />

detto ho lasciato Exilles nel settembre<br />

del 1932.<br />

Cinquantadue anni dopo, e<br />

precisamente il 29 aprile 1984,<br />

ho avuto la ventura (e il privilegio)<br />

di partecipare proprio a<br />

Exilles ad un’importante riunione<br />

avente lo scopo di mettere<br />

a punto il progetto per il recupero<br />

completo e definitivo del forte.<br />

Alla riunione, presieduta dall’avv.<br />

Viglione, Presidente della<br />

Regione Piemonte, parteciparono<br />

il gen. Bernard (valsusino e<br />

allora Direttore generale del Demanio<br />

e del Genio), l’assessore<br />

provinciale Grotto, il sindaco di<br />

Exilles Abbà, il presidente della<br />

Comunità montana Gibello, il<br />

sottoscritto (consigliere militare<br />

del Presidente della Repubblica)<br />

nonché gli architetti e i tecnici<br />

che nel 1978 avevano elaborato<br />

un primo progetto per il parziale<br />

recupero del forte.<br />

Si trattava, in sintesi, di dare<br />

un nuovo e decisivo impulso ai<br />

lavori già iniziati sulla base del<br />

vecchio progetto completandolo<br />

in tutti i dettagli in modo da rendere<br />

il forte una importante risorsa<br />

turistica e di attirare<br />

quindi visitatori, studiosi e appassionati<br />

con conseguenti vantaggi<br />

non solo per Exilles, ma<br />

per l’intera valle.<br />

Gli ostacoli burocratici furono<br />

(grazie soprattutto all’impegno<br />

della Regione Piemonte)<br />

rapidamente superati, furono assegnati<br />

i fondi per i lavori più<br />

urgenti tanto che nel 1987 in occasione<br />

di un mio viaggio in Val<br />

Susa, ebbi la gioia e la soddisfazione<br />

di vedere i tanti lavori già<br />

eseguiti: primi fra tutti il rifacimento<br />

di gran parte delle coperture,<br />

il risanamento delle<br />

murature devastate dalla vegetazione<br />

cresciuta tra gli interstizi<br />

dei blocchi di pietra, il ripristino<br />

di numerosi locali interni.<br />

I lavori sono proseguiti negli<br />

anni successivi cosicché il forte<br />

di Exilles è tornato al suo antico<br />

splendore e nella stagione estiva<br />

è meta di tanti turisti che hanno<br />

modo, di ammirare un magnifico<br />

esempio di architettura militare.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 15<br />

Storia e cultura


Storia e cultura<br />

anche la poesia<br />

tiene desta e unita<br />

l’anima di un popolo<br />

In questa 150ª ricorrenza dell’Unità d’Italia, “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”<br />

vuole offrire ai suoi lettori - come ricordo dell’evento - una<br />

struggente poesia dal titolo La Madòna dij soldà, composta nel 1945<br />

dal grande poeta piemontese Nino Costa e dedicata a “tutte le<br />

mamme che piangono un figlio caduto” in guerra.<br />

Il testo è stato musicato da Orlando Guglielminotti, maestro del<br />

coro alpino <strong>Valsusa</strong> di Bussoleno dal 1970 al 2009, ed è inciso sul<br />

CD - unitamente ad altri 14 canti che vanno dal Risorgimento alla<br />

Resistenza - allegato in omaggio al libro Canti Nostri curato da<br />

Mauro Minola e pubblicato quest’anno da Susalibri.<br />

La proposta è della nostra collaboratrice Laura Grisa che ha accompagnato<br />

la lirica con un suo commento.<br />

Commento alla poesia<br />

La guerra. Le guerre. Sofferenza, atrocità, morte.<br />

Giovani vite spezzate.<br />

Mamme che versano lacrime cocenti.<br />

Ma, la “Mamma delle mamme”, la “Madre dolorosa” non rimane<br />

indifferente a tanto dolore.<br />

Lascia il suo cielo di pace e di luce scende nel buio del mondo, nei<br />

suoi abissi di odio e di male.<br />

Veste i panni di una madre in lutto e con na gran coefa ’d sepoltura,<br />

si avvicina a tutti i suoi figli morti sui campi di battaglia, li<br />

chiama per nome ad uno ad uno, li conforta con le sue preghiere e<br />

parole amorose, si china rabbrivedendo sui loro corpi straziati, sulle<br />

loro ferite mortali.<br />

Ma poi, con voce rotta dal pianto, in un abbraccio corale di speranza<br />

luminosa li accompagna tutti in Paradiso.<br />

Dopo la notte del silenzio atroce, l’alba della risurrezione e della<br />

gloria.<br />

Una poesia ricca di pathos, con un richiamo finale alla pace universale.<br />

Laura Grisa<br />

16<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

La Madòna dij soldà<br />

di nino costa<br />

Quand che l’ombra a së sparpajia<br />

che la neuit l’è ’ncaminà<br />

cala giù sij camp ’d bataja<br />

la Madòna dij sòldà.<br />

L’è vestïa ’d lanëtta scura,<br />

l’ha ’n facin mach gròs parei,<br />

na gran coefa ’d sepoltura<br />

e na stèila ant ij cavèi.<br />

Trista, trista, sola, sola,<br />

come n’ombra dësmentià<br />

sensa gnun ch’a la consola<br />

va ciamand ij sò soldà.<br />

Va ciamandje ant le campagne<br />

va ciamandje ant le cità,<br />

giù ant la val e sle montagne,<br />

’nt le pianure abandonà...<br />

Ma ij soldà cogià për tèra,<br />

tra le ròche ò ’n mez ai fen,<br />

ma ij soldà son mòrt an guèra,<br />

ma ij soldà ai rispondo nen.<br />

Tan tutun chila as jë treuva,<br />

s’inginoja vsin a lor<br />

con na pen-a sempre neuva,<br />

la Maria dij sèt dolor.<br />

L’ha pa ’l deuit d’una gran dama<br />

’d na regin-a ancoronà,<br />

l’è mach pi na pòvra mama,<br />

ch’a l’è mòrtie soe masnà.<br />

Un a pr’un Chila ai dësvìa,<br />

Chila ai ciama pian pianin:<br />

“Sù, masnà, ch’i ’ndoma vìa,<br />

sù, masnà, ch’i diso ’l bin.<br />

“Guarda ’n pò... j’è sì toa mama,<br />

finalment a l’è rivà.<br />

J’è toa mama... j’è toa mama,<br />

levte sù chi torno a ca”.<br />

Tuta neuit la Madonin-a<br />

va giranda për parei,<br />

con la facia fin-a, fin-a<br />

con la stèila ant ij cavèi...<br />

Quand che ’l cel l’è ’nserenasse<br />

quand ch’as leva a pen-a ’l di<br />

tuti ij mòrt son dësvïasse,<br />

ij sò mòrt son tuti lì.<br />

Chila ai guarda. Chila ai conta...<br />

“Oh! Nossgnor... Vajre ch’a son!...”.<br />

Peuj man man che ’l sol a sponta<br />

come n’alba ’d redenssion,<br />

Chila ai cheuj da tuta banda,<br />

- tant j’amis come ij nemis -<br />

s’jë radun-a tuti a randa<br />

e... ai compagna an Paradis.<br />

L’angolo di Elio Garnero<br />

nelle nostre famiglie<br />

com’è il rapporto<br />

tra giovani e anziani?<br />

Diamo per scontato che tutti noi siamo riusciti ad esprimere e ad<br />

inculcare nei nostri figli, nei nostri nipoti i valori indispensabili attraverso<br />

i nostri effettivi comportamenti più che con esortazioni retoriche.<br />

Più volte su questo “mio” angolo ho sfiorato e commentato<br />

il pianeta anziani, ma mai mi sono sorpreso così imbarazzato come<br />

in questa occasione. Preoccupato, perplesso ed anche incredulo. Perché?<br />

Semplicemente perché scorrendo alcune pubblicazioni del<br />

mondo giovanile, con varie interviste, alcune risposte di questi giovani<br />

mi hanno impressionato. Una ragazza: “frequentavo la terza<br />

media, quando tornavo a casa dovevo intervenire per mediare tra i<br />

miei genitori continuamente in conflitto ed occuparmi della casa”.<br />

Un’altra ancora: “quando frequentavo la seconda media ho pensato<br />

più volte di fuggire da casa perché sgomenta ed avvilita nel vedere<br />

mia madre sempre piangente per i continui spudorati tradimenti di<br />

mio padre”. Un altro ragazzo, 14 anni “quando tornavo a casa dovevo<br />

alternare l’alleanza tra mio padre e mia madre che mi facevano<br />

pressione per avere l’esclusiva della mia complicità, sembravano<br />

due ragazzini, e questa situazione mi creava confusione e mi faceva<br />

sentire solo, come del resto è sempre stato”. Sono dichiarazioni su<br />

cui meditare, dove sfocia quella conflittualità che da sempre ha caratterizzato<br />

il rapporto genitori-figli, con genitori traboccanti di permissivismo<br />

o di modernità o a volte eccessivamente protettivi. In<br />

entrambi i casi i ragazzi si ritrovano in famiglie, all’interno delle<br />

quali le questioni, oggetto di discussione fra generazioni riguardano<br />

il modo di vestirsi, le attività da scegliere per il tempo libero, l’elargizione<br />

di paghette settimanali o di laute somme di denaro da investire<br />

nell’acquisto degli emblemi di status symbol universalmente<br />

condivisi. E intanto i valori di fondo e le questioni morali e politiche<br />

che in passato animavano il conflitto generazionale finiscono<br />

col diventare cose di altri tempi. Il risultato? Solitudine, confusione,<br />

smarrimento cui è difficile sottrarsi dal momento che riguarda la società<br />

tutta. E tra i ragazzi aumenta il senso di inadeguatezza e la crisi<br />

dei valori con forme di disagio a vari livelli, nel campo del lavoro,<br />

dello studio o nelle relazioni sociali e nei rapporti con l’altro sesso.


L’angoscia costante che pervade i ragazzi è di non riuscire a corrispondere<br />

ai modelli di un’immagine di sé vincente, che rispetti i canoni<br />

della bellezza e della forza fisica (per i maschi) o di non poter<br />

raggiungere un livello di soddisfazione personale sempre più elevato.<br />

Ecco che a questo punto si ricorre a qualsiasi espediente, a<br />

qualsiasi surrogato pur di mettere alla prova le proprie capacità seduttive,<br />

l’arte della conquista, l’abilità nel saper stupire e non deludere<br />

o di essere accettati ed apprezzati. Non a caso si parla<br />

frequentemente di generazione dopata che per il bisogno di sensazioni<br />

forti e di rassicurazioni, inconsapevolmente mette a rischio la<br />

propria vita. Per costruire un’identità matura senza blocchi o confusioni<br />

di ruolo, l’adolescente deve avere dei veri interlocutori capaci<br />

di ascoltarlo ma capaci anche di esprimere dei valori attraverso effettivi<br />

comportamenti più che con esortazioni retoriche. Quei valori<br />

e quei comportamenti che noi alpini conosciamo benissimo e che da<br />

sempre cerchiamo di trasmettere alle nuove generazioni.<br />

Fino ad ora abbiamo accennato al rapporto tra genitori e figli, ma<br />

proviamo a confrontare questi giovani con i più anziani, nella fattispecie<br />

i nonni. Si da per certo che i giovani di oggi sono diversi da<br />

quelli di ieri o del passato. Gli anziani sempre più isolati nella vita,<br />

emarginati e condannati ad una fine precoce e sconsolata, perché<br />

ostacoli naturali all’evoluzione ed alla crescita. È questa la soluzione<br />

per migliorare? Bisogna non tener conto del passato per crescere velocemente,<br />

per muoversi e migliorarsi? Dissacrare quello che è stato<br />

e che invece ancora è; è questa la soluzione? È questo il modello da<br />

seguire? Attenti ragazzi, si scherza con il fuoco, esiste il rischio di<br />

smarrirsi; esiste il rischio di seguire senza senso un modello societario<br />

senza contenuti che potrebbero rappresentare il baratro per un<br />

futuro di sana e reciproca convivenza. Ricordate quando passavamo<br />

molto del nostro tempo ad ascoltare i nostri nonni che ci raccontavano<br />

le loro esperienze di vita, le loro preoccupazioni, i loro drammi,<br />

ma soprattutto le cose belle, e tutto quanto ci dava forza e fiducia<br />

nell’affrontare le crisi della nostra crescita e maturazione. Oggi l’isolamento<br />

dei giovani ha provocato uno strappo nel tessuto della nostra<br />

società, uno strappo nella comunicazione e nella comprensione.<br />

Ora si fa di tutto per isolarli dai loro genitori, dai loro nonni e consegnarli<br />

al mondo delle vanità e leggi di merchandising.<br />

Stiamo fabbricando degli esseri umani senz’anima, senza storia,<br />

e non esiste futuro senza storia.<br />

La voglia e la speranza di creare un rapporto costruttivo basato<br />

sul rispetto ed il richiamo dei valori che rendono civile la convivenza<br />

è chiaro e giustificato. Non possiamo perdere l’occasione per<br />

ribaltare il presente confidando nello spirito dei giovani e nelle loro<br />

idee, e sta a noi perpetuarlo ed essere convinti che la porta è sempre<br />

aperta, e mai preclusa.<br />

Dario<br />

Balbo<br />

una lettrice risponde<br />

Lettere<br />

in redazione<br />

Spett.le Redazione de “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”,<br />

desidero rispondere alla lettera di www.nuovasocietà.it pubblicata<br />

sul periodico di giugno 2011. Premetto che sono figlia di un alpino<br />

e, nel ricordo di mio padre e per la stima che nutro nei confronti<br />

delle penne nere, continuo con il tesseramento presso la <strong>Sezione</strong> di<br />

mia competenza ad essere un’amica degli alpini.<br />

Leggendo la lettera sopraccitata ho provato un profondo sdegno<br />

per quanto è stato detto da questi signori a riguardo dell’Adunata<br />

Nazionale di Torino del maggio scorso.<br />

Per un intero pomeriggio e fino a notte inoltrata ho avuto il piacere<br />

di partecipare a quella che è stata una festa meravigliosa, indimenticabile,<br />

gremita di gente – alpini e non – con tanta voglia di<br />

stare insieme, con la complicità di tanta musica e di una sana allegria.<br />

Queste circostanze sono la dimostrazione tangibile che la gente<br />

buona, semplice, pronta a regalarti un sorriso trattandoti da amico<br />

pur non avendoti mai incontrato, esiste ancora e ti rende complice e<br />

partecipe di un evento grandioso, al di là di ogni aspettativa.<br />

Questi sono gli alpini: sanno darti gioia e allegria ma quando c’è<br />

una calamità naturale o qualsiasi altra emergenza loro sono sempre<br />

presenti come sono presenti nei Paesi “dove si combatte la guerra<br />

degli Stati Uniti” e non per far paura ai bambini con i loro fucili ma<br />

per far sì che questi ragazzini abbiano un futuro e i fucili che incutono<br />

una così grande paura non debbano più essere imbracciati da<br />

questi stessi bambini in età adulta.<br />

Tutte le correnti di pensiero vanno rispettate ma etichettare gli alpini<br />

come dei bonaccioni, “ciucatun” capaci soltanto di creare folklore<br />

con la fiaschetta e la grappa fatta in casa, mi sembra<br />

semplicemente vergognoso; considerando che il giorno dopo i netturbini<br />

hanno dovuto ripulire la città da cocci e quant’altro, tra la<br />

spazzatura ci poteva pure stare uno scritto che per il suo contenuto<br />

non meritava altra collocazione.<br />

Se questa e-mail verrà pubblicata, Ve ne sarò grata: in ogni caso,<br />

ringraziandoVi per l’attenzione, porgo a Voi tutti i miei sentimenti di<br />

stima e di affetto.<br />

Luciana Girodo<br />

Ringraziamo sinceramente per il contributo che ci fornisce e che<br />

ovviamente sposiamo in toto.<br />

Abbiamo pubblicato volutamente lo scritto perché era giusto sentire<br />

anche altre campane. Non è stato il solo critico uscito dopo<br />

l’adunata, ma questo credo sia stato tra i più virulenti. Degli altri<br />

ahimè alcuni possono essere anche in parte condivisi visto che sul<br />

numero eccezionale di persone presenti la maleducazione di pochi<br />

è notata più della sobrietà e l’educazione dei più. Purtroppo anche<br />

la vendita scriteriata di cappelli sulle bancarelle contribuisce sovente<br />

a trasformare un becero qualunque in un “alpino” e gli osservatori<br />

esterni percepiscono l’immagine di un maleducato con il<br />

cappello e non possono certo indagare sulla liceità dell’indossarlo.<br />

Io personalmente ne proibirei assolutamente la vendita.<br />

Indossarlo senza averne titolo, come fanno in tanti è come mascherarsi<br />

a carnevale. Il cappello è un simbolo e tale deve restare.<br />

Voglio sperare ancora che i comportamenti riportati dai giornalisti<br />

critici fossero quindi causati da uomini mascherati che con i loro<br />

comportamenti infangano la nostra immagine che lei così gentilmente<br />

ha saputo ricordare ed evidenziare.<br />

Alpini truppe d’occupazione ?<br />

La Val Susa ha da sempre un rapporto di stima e affetto con le<br />

Truppe alpine che risale al tempo delle prime guarnigioni venute a<br />

difendere queste montagne, le nostre montagne. Gli alpini si sono<br />

sempre distinti per la loro dedizione ai valori nazionali, al proprio<br />

territorio, alla propria gente, alla montagna, alla solidarietà soprattutto<br />

nel corso delle calamità naturali pronti ad intervenire ove sia<br />

necessario. Ma oggi, sono veramente triste e delusa nell’apprendere<br />

che in Valle sono arrivati gli alpini della brigata alpina “Taurinense”<br />

a difesa di una recinzione presso il Comune di Chiomonte.<br />

Mio padre “Truna” (chiamato così anche dai suoi commilitoni)<br />

era un alpino e il suo cappello l’ha posato il 13 settembre dell’anno<br />

scorso perché è “andato avanti”, mio suocero “Gian” era nel battaglione<br />

“Cervino”, gruppo sciatori, “campagna di Russia”, gli zii<br />

erano alpini, mio nipote Simone, orgoglio del nonno, ha fatto parte<br />

degli alpini e ha prestato servizio civile sul territorio in occasione<br />

degli eventi alluvionali. Io sono orgogliosa e fiera di appartenere a<br />

questa famiglia di alpini, partecipo alle loro adunate, ai momenti felici<br />

di festa e ai loro brillanti concerti.<br />

Il cuore alpino, proprio quel cuore così grande che sa donare<br />

amore, amicizia e calore, senza nulla chiedere mai in cambio, ora<br />

viene sulle nostre montagne a far la guardia a una recinzione, perché<br />

è di questo che si tratta, di una semplice recinzione. Quel cuore<br />

che è abituato a difendere, oggi, viene a combattere un’intera comunità,<br />

composta non di guerrieri talebani, ma di anziani, giovani,<br />

donne e bambini, insegnanti, cuoche, pensionati, disoccupati e cassaintegrati,<br />

ma anche fatta di tanti “veci” in congedo che penso, non<br />

siano fieri di questa nuova trovata del Governo. Mandare gli alp ini<br />

a combattere chi sta difendendo la propria montagna, da un’opera<br />

devastante, inutile, dannosa e costosissima che assorbe i fondi necessari<br />

altrove: scuola, sanità, lavoro, alla vera ricostruzione de<br />

L’Aquila, dove gli alpini con la “A” maiuscola hanno dato veramente<br />

tanto.<br />

Sono nata e vissuta in questa Valle e non posso rimanere indifferente<br />

a questo ulteriore insulto, e all’ennesima presa in giro dei valsusini.<br />

Il Governo, approfittando del rapporto così stretto che c’è da<br />

queste parti con gli alpini, cerca di usarlo come strumento per piegare<br />

gli abitanti della valle di Susa.<br />

In memoria di chi su queste montagne ha combattuto per difenderle,<br />

per chi onora gli alpini caduti con delle iniziative esemplari,<br />

per chi ogni giorno cerca di far vivere questa Valle, per chi crede<br />

che può esistere un altro sviluppo economico che non sia quello delle<br />

lobby del tondino e del cemento, rivolgo un caloroso appello<br />

all’A.N.A. e in particolare alla <strong>Sezione</strong> Val Susa perché usi ogni<br />

strumento a disposizione per dissuadere e condannare i mandanti<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 17<br />

Dalla <strong>Sezione</strong>


Dalla <strong>Sezione</strong><br />

politici per l’uso smodato di queste truppe d’occupazione che hanno<br />

vissuto una guerra afghana che nulla ha a che fare con la comunità<br />

valsusina che non riconosce e che pertanto respinge.<br />

Ringraziando per il tempo dedicato a queste righe, saluto cordialmente.<br />

<strong>Lo</strong>redana Bellone (valsusina)<br />

Strano destino quello degli alpini. Nati per difendere i monti vennero<br />

mandati dalla politica in Africa a combattere, non certo per la<br />

propria terra, ma bensì per occupare quella altrui. I nostri vecchi<br />

pensavano che in fin dei conti “erano solo andati a fare il loro dovere”,<br />

e noi ora li ricordiamo con stima e affetto.<br />

Spediti al fronte nella Prima guerra mondiale, si comportarono<br />

magistralmente con una nazione intera che palpitava per loro. Al<br />

ritorno a casa invece derisioni, umiliazioni, nessun riconoscimento<br />

al loro sacrificio, da parte di coloro che solo pochi mesi prima, magari<br />

nel caldo delle proprie case o nel corso di illuminati dibattiti<br />

politici ne tessevano le lodi. Nel racconto dei vecchi si sottolinea<br />

sempre “il dovere”, e noi da allora ci siamo impadroniti della leggenda<br />

di uomini che per “il dovere” hanno immolato la loro vita.<br />

Arriva poi la Seconda guerra mondiale. La storia ci ha insegnato<br />

che fu purtroppo una guerra di conquista, dove i nostri alpini, btg.<br />

“Cervino” incluso, per “il dovere” furono inviati in Grecia, Albania,<br />

Russia come truppe d’occupazione, certamente non scegliendolo.<br />

Ma non basta ancora. A quelli sopravvissuti che furono fatti<br />

prigionieri, un noto uomo politico di un noto partito di allora ne auspicava<br />

quasi la morte quale antidoto alla guerra. Mai però si macchiarono<br />

di azioni contro le popolazioni locali dove anzi, ancora<br />

oggi vengono ricordati con rispetto perché con onore, serietà e umanità<br />

facevano “il loro dovere”, anche se nemici.<br />

Eppure come è strano il destino! Quegli alpini sono amati, commemorati<br />

ogni domenica, e mai ci si sognerebbe di pronunciare contro<br />

di loro neppure una parola di quelle che si riversano oggi su<br />

questi incolpevoli ragazzi del “Susa”. Forse si fa finta di non ricordare<br />

che tra quelle truppe di occupazione, d’Africa o di Russia,<br />

tra i combattenti di allora, c’erano bisnonni, nonni, padri, fratelli,<br />

suoceri, amici, anche valsusini che mai verrebbero insultati, e guai<br />

a chi dovesse farlo, perché “quello era il loro dovere”.<br />

Dove hanno sbagliato loro e dove si sbaglia ora? Passiamo ogni<br />

domenica, orgogliosi del nostro cappello, a ricordare i nostri caduti<br />

nell’adempimento di quel “dovere”, e ora qualcuno vorrebbe andare<br />

ad insultare, aggredire gli alpini di oggi solo perché lo stanno<br />

facendo. Sinceramente non credo che i caduti dell’Ortigara, o quelli<br />

del Don da lassù siano orgogliosi di vedere alpini che insultano altri<br />

alpini, di vedere che non si capisca ancora ora qual è il confine tra<br />

la propaganda ed il dovere, tra il fanatismo ed il buon senso, tra difesa<br />

di una recinzione e occupazione, tra chi usa le forze armate e<br />

chi ne fa parte. È vero che in valle il legame con gli alpini è forte,<br />

ma è forte ovunque, anzi forse altrove lo è ancora di più, ma questo<br />

non significa che non debbano fare “il loro dovere” dove non<br />

piace vengano mandati.<br />

Visto che noi alpini dovremmo avere, e spesso a torto ce ne vantiamo,<br />

sensibilità che altri non hanno dovremmo difenderli gli alpini<br />

di oggi, difenderli da coloro che li insultano, difenderli da tutti i<br />

politici, nazionali e locali, difenderli da menti annebbiate dall’odio<br />

e dalla propaganda. Grande sarebbe l’alpino valsusino che si alzasse<br />

fuori dal coro e dicesse a testa alta “Mi dispiace che facciate<br />

il vostro dovere qui, ma vi difenderò e vi rispetterò sino in fondo<br />

perché come i nostri vecchi lo possiate fare con onore”. E poi via a<br />

modificare la nostra preghiera, dove gli alpini non dovranno solo<br />

essere salvati ‘dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall'<br />

impeto della valanga’, ma anche dai Giuda che per un po’ di notorietà<br />

e visibilità calpestano e umiliano la storia alpina imperniata<br />

da sempre sul ‘dovere pericolosamente compiuto’.<br />

E soprattutto non dimentichiamo che il padre degli alpini, quel<br />

Cantore che evochiamo spesso per il suo Paradiso era un lontano<br />

figlio della valle di Susa. Chissà che pena proverà!!!<br />

Avrò ancora la libertà<br />

di affermare che sono alpino?<br />

Le vicende attuali ci hanno abituati a vedere tutte le forme e gli<br />

espedienti per manifestare in difesa di convinzioni ed idee che hanno<br />

fatto presa su una parte della popolazione della Valle di Susa, che coglie<br />

ogni occasione per cercare visibilità sui media, voce dai giornali,<br />

consensi.<br />

Da alcuni anni mi sono ripromesso di non dire che abito a Susa<br />

perché se faccio una simile affermazione, la cosa più elegante che mi<br />

viene detta, al di là dei confini del Piemonte, è che sono un retro-<br />

18<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

grado, un conservatore anti progresso; come se tutti gli abitanti della<br />

valle appartenessero a quel movimento “No Tav” che ha dato questa<br />

impressione in tutto il Paese. Ogni volta rispondo di essere di<br />

Torino, per non subire una espressione sdegnata ed una presa per i<br />

fondelli e questo da gente non di Ciriè ma che va da Bolzano a Roma<br />

e perfino in Sicilia.<br />

Ora, nella massa di dimostranti, sono entrati a gamba tesa alcuni<br />

belli spiriti, guidati da un proclamatosi ex ufficiale, che si sono mischiati<br />

a: donne, bambini, pensionati, esaltati, anarchici, nulla facenti<br />

vari e a coloro che alla fine, se procureranno molti voti ad una<br />

qualsiasi cordata, pensano di poter entrare in politica in qualità di<br />

deputati o senatori, alcuni ex alpini con tanto di cappello alpino accreditando,<br />

nel falso più assoluto, che anche la nostra Associazione<br />

tacitamente approva le azioni e le idee del movimento. Non credevo<br />

si potesse giungere a coinvolgere la nostra Associazione, che è strettamente<br />

apolitica e avulsa da ogni manifestazione faziosa, in una simile<br />

situazione.<br />

Vallo a spiegare a chi ha visto di sfuggita in TV il nostro glorioso<br />

cappello, nella calca dei dimostranti, che nessuno della Presidenza<br />

ha avallato ciò e men che meno la <strong>Sezione</strong> Val Susa, “Sarà dura”<br />

(per dirla come dicono loro), spiegarlo a chi si è fatta un’opinione errata<br />

basata solo su dei brevi flasches televisivi.<br />

Dovrò, in avvenire, quando mi chiederanno in che Arma ho prestati<br />

servizio rispondere: “Artiglieria” omettendo: “da montagna”?<br />

e gli alpini cosa dovranno rispondere: “Fanteria”?<br />

Cordiali saluti, sicuramente, alpini.<br />

G. Brancato<br />

Oblazioni pro <strong>Scarpone</strong><br />

Giuseppe Ferraris vicepresidente sezionale -<br />

Gruppo di Cesana € 120,00<br />

Gabriella Arnol in memoria del papà gen. Arnol € 20,00<br />

N.N. € 1,00<br />

M.llo Giuseppe Rosatelli - Torino € 70,00<br />

Il nipote Manuel Cinato in memoria del nonno<br />

Benito “Remo” Cinato - Gruppo di Caprie € 50,00<br />

Nello Bert in memoria del fratello Gianfranco Bert -<br />

Gruppo di Caprie € 50,00<br />

In ricordo di Attilio Odiard, la moglie -<br />

Gruppo di Susa € 20,00<br />

La nipote Erika in memoria del nonno Leonardo<br />

Belmondo - Gruppo di Mattie € 25,00<br />

Alberto Ingramo - Lanzo Torinese € 20,00<br />

Totale € 376,00<br />

Oblazioni conto corr. post.<br />

Vincenzo <strong>Lo</strong>mbardozzi - Torino € 20,00<br />

Achille Nesi - Toirano € 20,00<br />

Ornella Marcellino in ricordo di Adolfo Marcellino € 100,00<br />

Renato Margaira - Torre del Colle (Villar Dora) € 20,00<br />

Totale € 160,00<br />

Oblazioni Fondo Farinacci<br />

Maresciallo Giuseppe Rosatelli € 165,00<br />

Sig. Silvio Rosatelli € 165,00<br />

Totale € 330,00<br />

una casa per Luca<br />

<strong>Sezione</strong> A.N.A. Val Susa € 1.000,00<br />

Gruppo di Condove € 200,00<br />

Gruppo di Oulx (raduno ex 34ª “Susa”) € 500,00<br />

Totale € 1.700,00


Notiziario sezionale<br />

12 giugno – Buttigliera Alta.<br />

80° di fondazione. Presenti: presidente<br />

Sosello, vicepresidenti<br />

Garnero, Baro, Ferraris, alfiere<br />

Gallina e consiglieri Amprimo,<br />

Balbo, Bosco, Olivero, Parisio,<br />

Rovero. Sacco e Salvaia.<br />

18 giugno – Oulx . Manifestazione<br />

per il riconoscimento<br />

della “ cittadinanza onoraria”<br />

alla 34ª compagnia del 3° alpini<br />

da parte dell’amministrazione<br />

comunale di Oulx.<br />

Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti<br />

Baro e Ferraris, revisore<br />

dei conti nazionale<br />

Botteselle, consiglieri Amprimo,<br />

Balbo, Bosco, Alpe,<br />

Bert, Demuti, Ollivier, Parisio,<br />

Rovero e Sacco con l’immancabile<br />

alfiere Gallina.<br />

19 giugno – Exilles. Raduno<br />

annuale della nostra <strong>Sezione</strong>.<br />

Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti<br />

Baro, Ferraris, Garnero<br />

e l’intero CDS.<br />

26 giugno – Finale Ligure. 90°<br />

di fondazione del Gruppo.<br />

Presenti: presidente Sosello e<br />

consigliere Balbo.<br />

3 luglio – Claviere. Festa annuale<br />

del Gruppo. Presenti:<br />

consiglieri Balbo, Bonaudo, Parisio.<br />

3 luglio – Cervinia (Aosta ).<br />

Commemorazione del btg.<br />

“Monte Cervino”. Presente<br />

presidente Sosello.<br />

3 luglio – Colle di Nava. Commemorazione<br />

“Cuneense”.<br />

Presenti: vicepresidente Baro ed<br />

alfiere Gallina.<br />

4 luglio – Susa. Riunione<br />

CDS.<br />

10 luglio – Exilles. 80° di fondazione<br />

del Gruppo. Presenti:<br />

presidente Sosello, vicepresidenti<br />

Baro, Ferraris e Garnero,<br />

consiglieri Amprimo, Balbo,<br />

Bonome, Demuti, Olivero, Parisio<br />

e Rovero.<br />

10 luglio – Meana. Festa al<br />

Sacro Cuore. Presenti consiglieri<br />

Bosco e Sacco.<br />

14-15 luglio – Udine. Passaggio<br />

del comando della<br />

“Julia” al nostro indimenticabile<br />

amico generale Manione.<br />

Presenti: presidente Sosello,<br />

consiglieri Balbo, Bonaudo,<br />

Olivero.<br />

17 luglio – Noasca (Ivrea).<br />

Premio fedeltà alla montagna.<br />

Presenti: presidente Sosello, vicepresidente<br />

Garnero, Angelini<br />

in rappresentanza nostra Protezione<br />

Civile e l’alfiere Gallina.<br />

17 luglio – Assietta. Festa dël<br />

Piemont. Presenti vicepresidente<br />

Baro ed alfiere Pelissero.<br />

24 luglio – Gruppo di Bardonecchia.<br />

Commemorazione al<br />

Picreaux. Presenti: consiglieri<br />

Balbo, Rovero e Sacco.<br />

30 luglio – Bar Cenisio ( Venaus).<br />

Festa del Gruppo. Presenti:<br />

vicepresidente Baro e<br />

revisore dei conti nazionale<br />

Botteselle.<br />

31 luglio – Pellegrinaggio al<br />

Rocciamelone. Presenti: presidente<br />

Sosello, vicepresidente<br />

Baro, consiglieri Alpe ed Amprimo.<br />

1° agosto – Susa. Riunione<br />

CDS.<br />

5 agosto – Gruppo di Gravere.<br />

Festa al Deveis. Presente consigliere<br />

Alpe.<br />

5 agosto – Caserma di Bousson.<br />

Consegna ufficiale del<br />

cappello alpino ai partecipanti<br />

alla mininaja. Presenti: presidente<br />

Sosello, revisore dei conti<br />

nazionale Botteselle e consigliere<br />

Balbo.<br />

7 agosto – Chiusa Pesio.<br />

Festa sezionale. Presenti con<br />

vessillo il nostro consigliere Bonaudo<br />

ed il presidente della fanfara,<br />

Combetto.<br />

7 agosto – Monterotta<br />

(Gruppo di Sestriere). Presenti:<br />

presidente Sosello, vicepresidente<br />

Ferraris, consiglieri<br />

Demuti, Rovero ed alfiere Gallina.<br />

14 agosto – Festa a Santa<br />

Chiara (Gruppo di Giaglione).<br />

Presenti: presidente Sosello,<br />

vicepresidenti Baro,<br />

Ferraris e consigliere Demuti.<br />

21 agosto – Novalesa. Festa<br />

annuale del Gruppo. Presenti:<br />

presidente Sosello, vicepresidente<br />

Baro, consigliere Sacco e<br />

revisore dei conti nazionale<br />

Botteselle.<br />

28 agosto – Cesana. Festa annuale.<br />

Presenti: presidente Sosello,<br />

vicepresidente Ferraris,<br />

consiglieri Amprimo, Bonome,<br />

Balbo, Parisio, Rovero, Demuti,<br />

revisore nazionale Botteselle e<br />

alfiere Gallina.<br />

30 agosto – Funerali di Francesco<br />

Ballesio a Monforte<br />

d’Alba. Presenti: presidente Sosello,<br />

vicepresidenti Baro e Garnero,<br />

consiglieri Amprimo,<br />

Balbo, Bonome, Sacco, Olivero<br />

e ben 14 gagliardetti.<br />

5 settembre – Susa. Riunione<br />

CDS.<br />

Assemblea dei capigruppo<br />

L’annuale assemblea si terrà sabato 5 novembre, alle<br />

ore 14,30, nella sala consiliare della <strong>Sezione</strong>, in via Brunetta<br />

a Susa.<br />

presenze del nostro vessillo<br />

in manifestazioni<br />

di altre sezioni<br />

Pellegrinaggio a Cefalonia<br />

Il monumento che ricorda i Caduti della divisione “Acqui”<br />

Nei giorni 25-26 maggio, il sottoscritto consigliere sezionale si è<br />

recato in pellegrinaggio nell’Isola di Cefalonia, con il nostro vessillo.<br />

Ad accompagnarlo l’alpino di Cesana Giancarlo Baudracco ed alcuni<br />

alpini di Arese con il vessillo di Milano.<br />

Ripercorrere i luoghi della memoria, dove sono stati trucidati i<br />

soldati della divisione “Acqui” che avevano rifiutato di deporre le<br />

armi, è stata un’esperienza veramente toccante.<br />

I vecchi del posto si ricordano ancora dei soldati italiani e ne parlano<br />

con sincera tristezza.<br />

Ad guidare questo pellegrinaggio è stato Mario Gelera, presidente<br />

della Divisione “Acqui” del Piemonte, che da anni si prende cura<br />

del Museo di Agostoli.<br />

Riccardo Demuti<br />

noasca - Premio nazionale<br />

Fedeltà alla Montagna<br />

Questa iniziativa annuale giunta alla 31ª edizione è promossa dall’Associazione<br />

nazionale alpini sia con lo scopo di far conoscere la<br />

montagna intesa non solo come luogo ma come realtà sociale e culturale,<br />

sia di attestare l’impegno negli anni di uno o più alpini che abbiano<br />

contribuito alla salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente<br />

montano. Quest’anno il premio è tornato tra le monumentali montagne<br />

piemontesi ed è entrato addirittura nel Parco Nazionale del<br />

Gran Paradiso, la più antica oasi naturale italiana, a riconoscere l’impegno<br />

di un alpino per la difesa e la valorizzazione della montagna,<br />

del suo ambiente e della sua cultura. Il premio è stato consegnato al<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 19<br />

Dalla <strong>Sezione</strong>


Dalla <strong>Sezione</strong><br />

giovane alpino (classe 1977) iscritto al gruppo di Noasca – <strong>Sezione</strong><br />

di Ivrea, Marco Solive. Marco svolge la sua attività estiva all’alpeggio<br />

di Gran Prà, a 2039 metri di altitudine.<br />

È con grande commozione ed ammirazione che una rappresentativa<br />

dell’A.N.A. nazionale con molti alpini della zona, già sabato 16<br />

ha potuto vedere quella giovane famiglia svolgere con serenità gesti<br />

che si considerano ormai di antichi mestieri, e la piccola Erika scorrazzare<br />

felice tra quei prati. Quanta lontananza dal degrado che<br />

spesso sembra prevalere o addirittura essere di modello degli attuali<br />

comportamenti sociali. A dividere la fatica con Marco oggi c’è la<br />

moglie Sabrina e da qualche anno la loro piccola Erika. Con loro ad<br />

alleviarne la fatica Paris e Linda, i due cani guardiani del gregge,<br />

Giulia e Giulio, la cavalla e l’asino, e per ultima, ma non poteva<br />

mancare nella baita di un alpino, Pola la mula.<br />

Gli alpini convenuti la domenica 17, purtroppo sotto una pioggia<br />

battente, erano veramente molti. Presente il presidente nazionale<br />

Corrado Perona, un nutrito numero di consiglieri nazionali, 25 vessilli<br />

sezionali e molte decine di gagliardetti. Sempre sotto la pioggia,<br />

il lungo corteo si è trasferito nella chiesa parrocchiale dove, dopo la<br />

Santa Messa, si è svolta la cerimonia della premiazione conclusasi<br />

con un accorato discorso del Presidente nazionale che, come al solito,<br />

coinvolgeva tutti i presenti tra i ripetuti e scroscianti applausi<br />

per lui e per gli increduli ed un po’ frastornati premiati.<br />

Il nostro vessillo, sorretto dall’alfiere Gallina era scortato dal presidente<br />

Sosello, dal vicepresidente vicario Garnero, ed in rappresentanza<br />

della nostra Protezione civile, dal caposquadra Angelini.<br />

Cambio di comandante<br />

alla brigata “Julia”<br />

20<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

Elio Garnero<br />

Quattro valsusini e trentotto pinerolesi si sono messi in viaggio<br />

giovedì 14 luglio per raggiungere Udine dove nella giornata successiva<br />

il gen. Giovanni Manione avrebbe assunto il comando della<br />

prestigiosa brigata. Un viaggio decisamente lungo e impegnativo,<br />

ma l’amicizia che lega le Sezioni di Pinerolo e la nostra all’amico<br />

Giovanni meritavano la fatica. Manione, lo ricordiamo per i più di-<br />

A sinistra, il gen. Bellacicco e a destra, il subentrante gen. Manione<br />

(foto D. Balbo).<br />

stratti, ha comandato il 3° alpini nel periodo tra il novembre del<br />

2005 e l’ottobre 2007. Le sue doti di grande comandante, il suo carisma,<br />

la sua grande amicizia verso l’A.N.A., la sua voglia di fare e<br />

di darsi da fare hanno certamente contribuito a far sì che si instaurasse<br />

questo sincero rapporto di amicizia. Ricordiamo anche la moglie<br />

Ornella ospite ad Exilles per la nostra festa sezionale nel periodo<br />

in cui Giovanni era in missione in Afghanistan. Terminato il periodo<br />

di comando, tre anni a Bruxelles per un prestigioso incarico nell’ambito<br />

della cooperazione ed infine la “Julia”. In molti speravamo<br />

che potesse comandare la “Taurinense” ma l’esperienza in Friuli che<br />

lo aspetta sarà sicuramente altrettanto importante.<br />

Viaggio come già detto molto lungo, ma con una sosta particolarmente<br />

interessante in quel di Cividale del Friuli dove, dopo il<br />

pranzo, durante una veloce visita della caratteristica cittadina abbiamo<br />

potuto visitare la piccola ma bellissima sede della <strong>Sezione</strong><br />

locale nella quale siamo stati accolti con simpatia e con la generosa<br />

ospitalità friulana.<br />

La sera della vigilia è stata giustamente improntata alla festa e<br />

nella dimora udinese dei coniugi Manione si è tenuta una grande<br />

festa cui hanno partecipato anche il presidente Perona ed il sindaco<br />

di Biella. Nel grande cortile della loro casa non potevano mancare<br />

libagioni in quantità e quando le ultime luci della sera cominciavano<br />

a lasciare spazio al buio della notte i canti alpini la facevano da padrone.<br />

La mattina successiva, tutti ben tirati a lucido dopo un sonno ristoratore,<br />

ci siamo portati all’interno della caserma “Spaccamela”<br />

per la cerimonia del cambio.<br />

Inutile dirlo, ma erano presenti molti vessilli e gagliardetti come<br />

è consuetudine ai cambi di comandante, forse non tantissimi come<br />

la tradizione del nord-est vorrebbe, ma le recenti polemiche tra<br />

Udine e la sede nazionale forse qualche segno lo hanno lasciato.<br />

Commossi come è giusto i due comandanti, il cedente Bellacicco,<br />

della provincia di Savona ed il ricevente Manione della provincia di<br />

Biella. Due uomini del nord-ovest che sicuramente si sono fatti e si<br />

faranno onore lontano dalla propria terra.<br />

Come detto, oltre a Perona era presente ovviamente il gen. Prjmiceri<br />

comandante delle TT.AA.<br />

Consueto vin d’honneur e poi via per il lungo viaggio verso le nostre<br />

valli contenti per aver reso omaggio ad un comandante che merita<br />

tutta la nostra amicizia. Per altri poi il lungo viaggio ha segnato<br />

un ritorno nei luoghi della naja ed un velo di nostalgia lo abbiamo<br />

sicuramente colto nella riscoperta di tanti angoli che via via scoprivamo<br />

nel corso della nostra visita.<br />

Da queste pagine vada, come giusto che sia, all’amico Giovanni<br />

l’augurio per un sereno comando con la speranza di incontrarlo ancora<br />

quando vorrà risalire la nostra valle per qualche giorno di vacanza.<br />

Dario Balbo<br />

90° di fondazione<br />

della <strong>Sezione</strong> di Ivrea<br />

Un tempo, come si suol dire “da lupi”. Acqua da tutte le parti,<br />

strade che somigliavano a fiumi in piena. Ecco come abbiamo trovato<br />

Ivrea quella domenica mattina del 5 giugno scorso, giorno in<br />

cui la sezione A.N.A. di Ivrea celebrava il 90° di fondazione. La<br />

piazza dove ci era stato dato appuntamento si era trasformata in lago,<br />

impossibile scendere dall’auto. Non un alpino presente. Attendiamo<br />

una ventina di minuti fino quando sotto il diluvio scorgiamo una divisa<br />

della Protezione civile con cappello alpino. Questi ci indirizza<br />

verso un’altra piazza, nell’interno della città, fornita di porticato<br />

dove potersi riparare dalla pioggia. Qui incominciano a confluire<br />

molti alpini locali, e di Gruppi limitrofi, anche di altre Sezioni. Nel<br />

frattempo la densità della pioggia diminuiva leggermente. Verso le<br />

dieci, sulle note della fanfara sezionale, si partiva in corteo per le<br />

vie della città, mentre immancabilmente riprendeva a piovere intensamente.<br />

Con i cappelli appesantiti per l’acqua assorbita, dopo<br />

le due soste previste, per l’alzabandiera e gli onori ai Caduti con relative<br />

pose di corone, abbiamo raggiunto la Cattedrale per la Santa<br />

Messa. Al termine, naturalmente sempre in chiesa, le orazioni ufficiali,<br />

del Sindaco, dell’Assessore provinciale alla viabilità ed urbanistica<br />

e del Presidente della sezione A.N.A. di Ivrea. I vessilli<br />

sezionali presenti erano una decina, e numerosi i gagliardetti.<br />

Il vessillo sezionale della Val Susa era sorretto dal consigliere Bonaudo<br />

e scortato dal sottoscritto.<br />

La giornata terminava con un lauto pranzo nel salone dell’anfiteatro<br />

di Montalto Dora, a pochi chilometri da Ivrea. Elio Garnero


Quella pagina strappata<br />

dallo “<strong>Scarpone</strong>”<br />

E così Francesco Ballesio ci ha lasciati<br />

anche lui. Come nelle redazioni dei grandi<br />

giornali la notizia è arrivata in chiusura,<br />

quando si stavano tirando le somme su<br />

cosa pubblicare, sul numero delle pagine,<br />

sulla qualità delle fotografie, su tutte<br />

quelle cose che sino ad un paio di anni fa<br />

erano il suo pane, il suo passatempo, la sua<br />

gioia ed il suo orgoglio.<br />

Ho conosciuto Ballesio praticamente nel<br />

2006, da quando ho cominciato a collaborare<br />

con il giornale. Allora aveva già ottantasei<br />

anni, ma quello che mi aveva<br />

colpito in lui era stata l’estrema lucidità, la<br />

pignoleria assoluta, l’entusiasmo per<br />

quello che faceva, la competenza enorme,<br />

ma soprattutto la grande voglia di migliorare<br />

sempre la sua creatura. Cominciavo<br />

allora a scoprire termini a me ignoti, tecniche<br />

tipografiche sconosciute, ma mi venivano<br />

presentate con quella leggerezza<br />

del maestro che vuole tramandare ad altri<br />

il suo sapere. Fu una grande scoperta.<br />

Complice la vicinanza tra le nostre abitazioni<br />

torinesi spesso ero da lui a ricevere<br />

suggerimenti, a coglierne le proposte. Eravamo<br />

nei mesi in cui si progettava la<br />

nuova veste grafica del giornale. Con pudore<br />

mi faceva vedere le bozze che pazientemente<br />

aveva preparato, mi chiedeva<br />

il parere, credo anche che mi chiedesse<br />

aiuto per portarlo in porto. Ce la facemmo<br />

ed il primo numero fu la sua più grande<br />

gioia. Il suo capolavoro aveva preso corpo,<br />

i suoi occhi sprizzavano felicità.<br />

Ci si cominciava a conoscere sempre di<br />

più, io riuscivo a capire sempre meglio ciò<br />

che voleva, lui era riuscito a capire cosa<br />

ero in grado di fare. E nascevano così le<br />

copertine che tanto gli piacevano. Le studiava,<br />

me le presentava ed io le realizzavo.<br />

Talvolta non lo convincevo, ma la sua<br />

grande onestà lo portava sovente ad ammettere<br />

la validità delle realizzazioni.<br />

Il peso dell’età e della sofferenza lo costrinse<br />

ad allontanarsi dalla sua creatura,<br />

ma guai a mancare al cerimoniale della<br />

correzione delle bozze dove ancora pochi<br />

mesi orsono con la severità del buon maestro<br />

ci bacchettava se non si faceva attenzione.<br />

La perfezione fatta persona e solo<br />

nel luglio scorso, quando ormai la sua salute<br />

era sempre più in fase calante, una<br />

smorfia tra il disgusto, la delusione ed il<br />

rimbrotto aveva accompagnato quegli errori<br />

che erano usciti sull’ultimo numero<br />

dello “<strong>Scarpone</strong>”.<br />

Il suo giornale ha ora trentasette anni,<br />

molti di coloro che lo leggono mensilmente<br />

sono nati e cresciuti con lui, guardandolo<br />

magari in braccio a genitori o<br />

nonni, e con lui hanno visto crescere<br />

quella <strong>Sezione</strong> che un giorno sarebbe diventata<br />

la loro. E dietro le quinte o dietro<br />

Ba-io il grande nostro Francesco a scandirne<br />

il tempo della crescita tra storia, attualità,<br />

feste e funerali con quel rispetto<br />

per l’alpinità che gli faceva onore.<br />

Questo era il Ballesio del giornale. Ma<br />

c’era anche un Ballesio uomo di fanfara,<br />

fedele ed inesauribile braccio destro di<br />

Combetto, per quella amicizia nata in quel<br />

di Chianocco sin dai tempi della militanza<br />

partigiana e poi sua seconda casa sino a<br />

quando l’ha potuta frequentare. Fu musico<br />

appassionato sino a pochi anni orsono, e<br />

fu cantore delle gesta di quei suoi compagni<br />

che sanno accompagnare l’allegria<br />

delle feste, come la tristezza dei passi nei<br />

funerali degli amici.<br />

Suoneranno anche per lui i suoi amici<br />

musici, e suoneranno certamente con difficoltà<br />

e commozione.<br />

La fotografia, caro Francesco, non so se<br />

ti piacerà o meno, ma ti ritrae nel gesto di<br />

saluto che tanto abbiamo usato nella nostra<br />

vita. Tu saluti, ma in realtà siamo noi<br />

a doverti salutare ancora una volta e questa<br />

volta per sempre. Grazie di tutto “Cichin”<br />

ed un abbraccio sincero alla tua<br />

Maria con la quale hai condiviso la tua<br />

splendida vita. La tua <strong>Sezione</strong>, il tuo<br />

Gruppo, i tuoi lettori, i tuoi colleghi musici<br />

non ti dimenticheranno mai.<br />

Ti porti purtroppo nel cuore il cruccio<br />

che il tuo “<strong>Scarpone</strong>” non sia mai stato<br />

premiato dall’A.N.A. come meriterebbe<br />

invece ampiamente. Non ti preoccupare, ci<br />

riusciremo per te. Nelle mani di Valerio, a<br />

cui hai ceduto lo zaino posato tempo addietro,<br />

crescerà ancora. Te lo promettiamo<br />

e te lo dobbiamo.<br />

Addio Ballesio, alpino e galantuomo.<br />

Dario Balbo<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 21<br />

L’amico fedele (foto D. Balbo)<br />

Dalla <strong>Sezione</strong>


Cronaca dai Gruppi<br />

22<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

Gruppo di Rubiana<br />

A “Rensin” nostro capogruppo<br />

Hei!! Brava gente sono andato avanti nel Paradiso di Cantore.<br />

Sì, è così che Rensin il nostro capogruppo ci avrebbe dato la notizia;<br />

è la mattina del 13 luglio, ricevo una telefonata dal vice capogruppo<br />

Remo: “Rensin è andato avanti”. Subito dopo ne ho<br />

conferma da sua moglie Valeria, in un batti baleno la notizia si diffonde<br />

per la Val Messa, con stupore e commozione; sapevamo tutti<br />

che Rensin combatteva da anni con il male, ma non ci aspettavamo<br />

che ci lasciasse così presto.<br />

Mi rammarico, per questi ultimi mesi, di non essere andato più<br />

spesso a trovarlo. Ricordo che quando andavo, spesso lo trovavo seduto<br />

nella sua segheria e mi manifestava la sua rabbia per l’impotenza<br />

che il male man mano lo attanagliava.<br />

L’ultima volta che l’ho visto era a letto per stanchezza, ma sereno,<br />

non rassegnato; abbiamo ancora parlato della festa degli alpini della<br />

Val Messa, del raduno di Torino, del prossimo raduno 2012 a Bolzano,<br />

al quale ci teneva di partecipare, e di essere andato, in sogno,<br />

in vetta al Rocciamelone.<br />

Il Rocciamelone, sono tante le volte che Rensin è salito in vetta<br />

dalla Madonna; tra queste, protagonista tra coloro che riportarono a<br />

valle la cassa, custodita ai piedi della Madonna, contenente i nomi<br />

dei “Bambini d’Italia” che con le loro sottoscrizioni permisero di<br />

costruire nel 1899 la statua bronzea della Signora del Rocciamelone.<br />

Mi ritornano in mente, le ascese, fatte nel mese di luglio in occasione<br />

del pellegrinaggio della <strong>Sezione</strong> Val Susa, con te, con il compianto<br />

Firmino, Gianni ed io. Obbligo era di andare a dormire in<br />

vetta, così alla domenica eravamo già lì ad aspettare tutti gli alpini<br />

per la Santa Messa. Indimenticabili furono quelle del Centenario,<br />

con neve, tormenta e gran freddo; e quella lunga passeggiata in Valle<br />

del Ribon, non proprio una passeggiata, perché arrivati in cima eravamo<br />

tutti sfiniti, ma la fatica veniva subito dimenticata il giorno<br />

dopo, con la commemorazione degli alpini “andati avanti”, sulle<br />

note del canto “Signore delle Cime”.<br />

Il canto un altro punto forte del nostro Rensin con la sua voce da<br />

basso. Memorabili erano i cori improvvisati nei nostri raduni alpini<br />

con Remo, il capogruppo dal quale avrebbe poi rilevato il testimone,<br />

Agostino, Alfredo, Luigi e Angelin con la fisarmonica, che<br />

con le loro belle voci rallegravano il momento e trascinavano a cantare<br />

anche chi non era troppo intonato.<br />

Nel 1987 iniziò il suo mandato da capogruppo e in questi circa 25<br />

anni tante cose sono state fatte. Nel 1990 è stata costruita, grazie alla<br />

donazione della sig.ra Giovanna in memoria del marito e nostro<br />

socio Mario Aiassa, la nuova sede del Gruppo bella e accogliente.<br />

Nelle alluvioni, guidato da Rensin, il Gruppo ha prestato la sua opera<br />

nel togliere il fango a Canelli ed in Val d’Aosta ad Issogne in una<br />

segheria, alle ristrutturazioni e conservazioni delle Cappelle di Rubiana<br />

e del Santuario della Bassa, e tante altre opere che ad elencarle<br />

tutte diventerebbe troppo lungo.<br />

Rensin, ti ricorderemo sempre per il tuo orgoglio di essere Alpino<br />

con la “A” maiuscola, per essere sempre stato presente, e a<br />

quanto ci tenevi che il tuo Gruppo facesse sempre bella figura alle<br />

manifestazioni. Il Gruppo ti dice ancora grazie per la tua disponibi-<br />

lità, per la tua intraprendenza per l’amicizia che ci hai voluto concedere.<br />

So che mi diresti di non esagerare, ma è proprio così perché<br />

sei stato un grande. Tutto ciò che facevi lo facevi senza clamore e<br />

senza ringraziamenti, come se fosse un “tuo” dovere, e soprattutto<br />

per questo che tanta brava gente ti ammirava e ti voleva bene come<br />

tutti noi alpini e amici. Ci mancherai.<br />

Grazie Capo.<br />

Carlo e i Tuoi Alpini.<br />

Buon compleanno Aldo<br />

Un caloroso augurio dal Direttivo e da tutto il Gruppo al nostro<br />

socio alpino Aldo Isabello (classe 1921) che insieme ai 12 pronipoti<br />

(Samuele, Giulia, Alice, Greta, Giulia, Giorgia, Simona, Daniele,<br />

Fabio, Elisa, Ilaria, Filippo) il 3 ottobre prossimo festeggerà i suoi<br />

90 anni.<br />

14° trofeo Bruno Destefanis<br />

Come di consuetudine anche quest’anno il 6 agosto si è svolta la<br />

tradizionale gara alle bocce.<br />

Tutto si è svolto come gli anni passati, ma con un evento che non<br />

è passato inosservato e cioè la mancanza del nostro capogruppo <strong>Lo</strong>renzo<br />

Bert. Prima dell’inizio della cena è stato osservato un minuto<br />

di silenzio per ricordare “Rensin”.<br />

La gara, organizzata dal Direttivo del Gruppo, si è svolta con sorteggio<br />

delle coppie presenti, a baraonda e a sorteggio unico, libera<br />

a tutti, esclusi giocatori di categorie A-B.<br />

Il 14° Trofeo alla memoria del socio Bruno Destefanis ha, visto<br />

una buona partecipazione e le gare si sono svolte sui campi da gioco<br />

presso la nostra sede in borgata Paschero 5/bis e ai campi da gioco<br />

del Parco Europa.<br />

Verso le ore 20 è stata interrotta la gara e alla presenza di oltre 70<br />

commensali è stata servita la cena precedentemente preparata dal<br />

Direttivo composto da cuochi, aiutanti e relative consorti.<br />

La gara ripresa dopo la cena è terminata verso le undici e ha visto<br />

vincitori del 1° premio (trofeo Bruno Destefanis) la coppia Acossato<br />

Massimo - Goffo Giuseppe, al 2° posto la coppia Neirotti Armando<br />

- Montabone Piero.<br />

Un caloroso ringraziamento a tutti i partecipanti e in particolare al<br />

sig. Dante Vercellino che come sempre, con molto entusiasmo e disponibilità,<br />

insieme al vice capogruppo Remo Blandino e ai componenti<br />

del Direttivo preparano e conducono le gare dall’iscrizione<br />

alla premiazione.<br />

Un grazie di cuore va anche alla famiglia Destefanis che tutti gli<br />

anni sponsorizza la gara offrendo parte dei premi.<br />

Con l’occasione, il Direttivo porge a tutti gli iscritti al Gruppo<br />

A.N.A. di Rubiana, simpatizzanti ed amici, un cordiale saluto di arrivederci<br />

al prossimo anno.<br />

Gruppo di Claviere<br />

Annuale festa patronale<br />

e di Gruppo<br />

Consueto appuntamento domenica 3 luglio a Claviere per l’annuale<br />

festa patronale e del Gruppo.<br />

Una meravigliosa giornata di sole faceva da contorno alla festa<br />

come sempre guidata dalla entusiastica regia dell’instancabile “giovincello”<br />

e capogruppo Aldo Audisio. In quel giorno la preoccupazione<br />

delle manifestazioni in corso alla Maddalena ha forse tenuto<br />

lontano qualche ospite alpino ma la cornice di pubblico era comunque<br />

soddisfacente. Ospite come sempre la nostra fanfara e nell’occasione<br />

gli sbandieratori di Montegrosso d’Asti che si scontravano<br />

con le folate del vento valsusino che mettevano a repentaglio le evoluzioni<br />

delle loro bandiere.<br />

Esordio in festa alpina anche per il neo sindaco Maurizio Ponzio<br />

subentrato da poche settimane all’alpino Franco Capra.<br />

Dopo alcuni brani musicali della nostra fanfara e l’esibizione degli<br />

sbandieratori, la santa Messa precedeva la consueta processione<br />

lungo le vie del paese, processione aperta come consuetudine dall’instancabile<br />

Audisio. Conclusione presso la casa comunale per la<br />

cerimonia dell’alzabandiera ed i saluti del sindaco.


Gruppo di Oulx<br />

note sotto le stelle per il ricordo<br />

Il periodo tra fine luglio e fine agosto sarà per sempre un periodo<br />

di tristi ricordi per tutti gli alpini del Gruppo, quei ricordi che rimarranno<br />

scolpiti nelle loro menti e nei loro cuori dopo i luttuosi<br />

eventi di quel periodo nell’estate del 2010.<br />

Ricorrendo così il primo anniversario della morte di Candido Chareun<br />

e di Pier Augusto Clataud non poteva esserci modo migliore<br />

per ricordarli che non dedicare loro due serate di stampo alpino.<br />

Nella magica atmosfera della pineta di Beaulard, in un anfiteatro<br />

naturale di rara bellezza e di ovattato silenzio la nostra fanfara poteva<br />

offrire il meglio di sé in un bellissimo concerto dedicato a Candido.<br />

Era il 23 luglio e purtroppo la temperatura non era quella che<br />

ci si poteva aspettare per il periodo. Freddo, molto freddo ma nulla<br />

potè fermare l’impeto e l’impegno del maestro Danilo Bellando e<br />

dei suoi musici. Mancava solo la luna piena che già una volta in<br />

quello stesso luogo di alcuni anni orsono per un analogo concerto era<br />

venuta ad illuminare la scena e a rendere meno pesante il debutto di<br />

Cristina nell’impegnativa parte della presentatrice.<br />

Applausi finali calorosi e meritati accoglievano poi il presidente<br />

Combetto che riceveva dal capogruppo Franco Bernard il ringraziamento<br />

del Gruppo.<br />

Clima invece decisamente estivo ha fatto da contorno alla serata<br />

in ricordo di Pier Augusto nel jardin dla tour. Ospite della serata il<br />

coro “Rocciamelone” che ha entusiasmato i presenti con quattordici<br />

canti di rara bellezza e di forte impatto sul pubblico presente. Pubblico<br />

fortunatamente molto numeroso e coinvolto dal profondo significato<br />

della serata. Come sottolineato nei discorsi di rito, molti<br />

conoscevano sicuramente Candido e Pier Augusto, ma era importante<br />

che coloro che non li avessero conosciuti portassero con sé la<br />

consapevolezza di non aver potuto conoscere due persone con il loro<br />

carisma. Sono stati ricordati anche tutti gli alpini del gruppo andati<br />

avanti nel 2010 e nel 2011.<br />

Nel pomeriggio l’annuale gara di bocce degli alpini con rinfresco<br />

finale in allegria.<br />

Gruppo di San Giorio<br />

Inaugurazione ex scuola<br />

della borgata Città di San Giorio<br />

La borgata Città posta a circa 1000 metri di altitudine è la frazione<br />

abitata più alta di San Giorio. In località Gran Pra due bimbi,<br />

mamma Mariangela e papà, l'alpino Gianpaolo, sono gli unici residenti.<br />

Ma con la bella stagione si rianima e addirittura un comitato<br />

e una associazione fanno a gara per organizzare al meglio la festa di<br />

Sant’Anna. È in questo contesto che sabato 23 luglio, il comitato di<br />

Città e il Gruppo alpini, che congiuntamente hanno partecipato alla<br />

realizzazione dei lavori di recupero, hanno consegnato alla popolazione<br />

il locale, che ospitava la scuola, completamente ristrutturato.<br />

In primo piano, al centro, la signora Monatieri con alla sua sinistra<br />

l’ultimo suo allievo, Carlo Tornior.<br />

L’ex scuola posta a pian terreno dopo la chiusura era stata utilizzata<br />

come magazzino ed era in pessimo stato per la presenza di umidità<br />

che minacciava la stabilità dei muri e del pavimento. Dopo la<br />

demolizione sono stati isolati e rifatti come i serramenti e l’impianto<br />

elettrico.<br />

Lavori che sono durati circa un anno, prevalentemente in estate,<br />

sfruttando i fine settimana e le ferie. Con la presenza costante del vicecapogruppo<br />

Fabio Tomassone, vera anima dell’opera, si sono avvicendati<br />

di volta in volta diversi alpini e soci aggregati, dai semplici<br />

manovali ai più esperti muratori con un particolare ringraziamento<br />

a Mario Chiaberto alpino di Villar Focchiardo. I materiali sono stati<br />

forniti gratuitamente dal comune, proprietario del locale e da alcune<br />

ditte.<br />

Il sabato, alla presenza del Sindaco, degli amministratori, delle<br />

associazioni e con ospite d’onore la signora Giorgiana Monateri,<br />

l’insegnante che nel 1962 chiuse per l’ultima volta la porta della<br />

scuola, costretta alla chiusura per mancanza di alunni causa lo spopolamento<br />

inesorabile della montagna, è avvenuta l’inaugurazione.<br />

Al suono dell’Inno nazionale, a lei il compito di tagliare il nastro<br />

tricolore e a reggerlo, Ilaria e Dario i bambini che vivono tutto l’anno<br />

lassù a dimostrare una timida ripresa della montagna. Dopo i discorsi<br />

di rito i numerosi intervenuti hanno potuto vedere l’interno,<br />

dove una mostra fotografica sul prima, durante e dopo i lavori dava<br />

modo di apprezzarne l’esecuzione e anche la complessità. Noi alpini<br />

abbiamo voluto dedicare questo locale all’alpino Florido Tomassone<br />

andato avanti qualche anno fa, originario della Città cui era<br />

molto legato. Florido aveva spesso espresso il desiderio di sistemare<br />

la scuola ma per vari motivi la cosa è andata per le lunghe. Allora<br />

questo desiderio è stato per gli alpini il suo testamento morale, una<br />

promessa da mantenere, una promessa finalmente mantenuta. A lato<br />

dell’arco centrale è stata posta una scultura in legno, opera di Valter<br />

Tomassone, copia del cappello alpino di Florido con la scritta ”A<br />

Florido e a quanti calcarono queste contrade”.<br />

Mauro Pognant Gros<br />

Gruppo di Bardonecchia<br />

80° della tragedia del Picreaux<br />

Non certamente felice lo spostamento di data dell’annuale commemorazione<br />

della tragedia del Picreaux del lontano gennaio 1931.<br />

Di consuetudine la cerimonia si svolge nell’ultima domenica di luglio,<br />

ma nell’occasione dell’80° anniversario il Gruppo ha deciso di<br />

anticipare il tutto di una settimana per consentire ad un maggior numero<br />

di persone di partecipare evitando concomitanti manifestazioni<br />

di richiamo. Per citarne due, il concerto al Pian del Sole e la nostra<br />

salita al Rocciamelone. Una temperatura decisamente poco estiva,<br />

non pensiamo di esagerare nel supporre qualche misero grado sopra<br />

lo zero, ed un vento gelido hanno così fatto da contorno alla commemorazione<br />

culminata come al solito nella Santa Messa celebrata<br />

da don Paolo di Pascale. Esordio nella lettura della Preghiera dell’alpino<br />

per l’ex sindaco alpino di Bardonecchia, Francesco Avato,<br />

mentre l’attuale sindaco Roberto Borgis, alpino anche lui, partecipava<br />

per la prima volta ma ahimè senza cappello.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 23<br />

Cronaca dai Gruppi


Cronaca dai Gruppi<br />

Purtroppo la partecipazione non è stata pari alle aspettative, ma i<br />

presenti si sono dimostrati come di consueto coinvolti specie nel ricordo,<br />

dettagliato, delle vicende che hanno portato alla tragedia.<br />

<strong>Lo</strong> scorso aprile, su La Stampa, una lettrice figlia di un milite presente<br />

al Picreaux nel giorno della disgrazia, raccontava quella che,<br />

secondo suo padre ed altri valligiani, era una esercitazione da non<br />

fare per le proibitive condizioni atmosferiche. Lamentando, ingiustamente,<br />

che quella disgrazia fosse stata dimenticata, ha fornito<br />

l’occasione a Renato Nervo per leggere quell’articolo che forse ai<br />

più era sfuggito.<br />

Presenti il nostro vessillo e quello di Torino, con i gagliardetti dei<br />

Gruppi di Bardonecchia, Sant’Antonino, Cesana, Bussoleno e Oulx.<br />

Presente anche una rappresentanza dei marinai d’Italia.<br />

La polenta fumante, quanto mai gradita, ha poi riscaldato un po’<br />

i coraggiosi commensali rimasti.<br />

Nella giornata di sabato invece a Rochemolles, nell’ambito delle<br />

celebrazioni, momenti di ricordo e raccoglimento con la partecipazione<br />

del coro Ange Gardien di Oulx.<br />

24<br />

Gruppo di Giaglione<br />

Festa di Santa Chiara<br />

dedicata a ugo Ponsero<br />

Anche quest’anno il Gruppo ha rinnovato l’appuntamento con la<br />

festa di Santa Chiara che si è svolta domenica 14 agosto, ed ha voluto<br />

dedicare l’edizione di quest’anno all’alpino Ugo Ponsero deceduto<br />

il 12 marzo 2011.<br />

La sua figura è stata ricordata sia dal parroco don Daniele Giglioli<br />

durante la Santa Messa sia dal capogruppo Franco Silvestro che ha<br />

sottolineato come proprio Ugo Ponsero avesse voluto dare inizio,<br />

nel 1978 insieme agli amici che l’anno prima rifondarono il gruppo<br />

giaglionese, a questo appuntamento estivo con l’idea di creare un<br />

momento di aggregazione e amicizia. Da allora ogni anno l’incontro<br />

si è rinnovato crescendo nelle edizioni successive.<br />

Al termine della Messa il presidente della <strong>Sezione</strong> A.N.A. Val<br />

Susa, Giancarlo Sosello, ha consegnato la tessera dell’associazione<br />

a Massimiliano Maberto che ha partecipato con grande entusiasmo<br />

al corso di “mininaja” di 3 settimane presso la caserma di Bousson,<br />

dando un grande esempio di alpinità e attaccamento alle nostre montagne.<br />

L’ampio e suggestivo spazio naturale di Prà Piano accoglie ogni<br />

anno un buon numero di organizzatori e un folto gruppo di partecipanti<br />

che trascorrono la giornata tra giochi, intrattenimenti e un gustoso<br />

pranzo alpino, il tutto accompagnato dalle note della banda<br />

musicale di Giaglione diretta dal maestro Mauro Parisio.<br />

La banda in mattinata, dopo l’alzabandiera, ha condotto il corteo<br />

con i numerosi gagliardetti verso il luogo della Santa Messa al<br />

campo e nel pomeriggio si è esibita in un concerto di canzoni alpine.<br />

Il Gruppo ringrazia tutti coloro che si sono prodigati per la buona<br />

riuscita della festa e rinnova a tutti l’appuntamento per il prossimo<br />

anno.<br />

Franco Silvestro<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

Gruppo di Sant’Antonino<br />

Il capogruppo in Canada<br />

Il capogruppo Michele Franco, durante un viaggio in Canada ha<br />

fatto visita alla <strong>Sezione</strong> di Toronto e da queste pagine vuole rinnovare<br />

l’amicizia con gli alpini all’estero.<br />

Nella fotografia lo vediamo con il Direttivo della <strong>Sezione</strong> canadese<br />

e alla sua sinistra, il presidente Buttazzoni.<br />

Gruppo di Novalesa<br />

Festa dell’estate<br />

È il 21 agosto, le vacanze volgono al termine e il Gruppo vuole salutare<br />

le ferie che se ne vanno con la ormai tradizionale festa dell'estate<br />

che è anche l'annuale festa del Gruppo. Grande fervore di<br />

tutti i soci già il venerdì precedente con l'installazione del tendone<br />

che accoglierà i commensali e la tenda dove alloggerà la cucina da<br />

campo.<br />

La domenica, di buon mattino, tutti schierati da bravi alpini, a<br />

svolgere il compito già in precedenza assegnato, dalla cottura delle<br />

due voluminose polente, al girarrosto che arrostirà le succulente costine,<br />

alla losa che produrrà salciccia paesana. Ma il vero tocco di<br />

classe è arrivato dalle nostre infaticabili cuoche che hanno dato il<br />

meglio di sé presso i fornelli per la gioia del palato di tutti i presenti.<br />

Un grazie di cuore ad Anna, Laura, Luciana, Marcella, Marie Helene<br />

e Tiziana per la loro perizia, e per la simpatia e gentilezza elargite<br />

a tutti i commensali. Erano presenti oltre ai 130 soci e amici, il<br />

presidente sezionale Giancarlo Sosello, il revisore dei conti nazionale<br />

Mario Botteselle, il consigliere sezionale Enrico Sacco, il vicepresidente<br />

Giovanni Baro e a rappresentare il Comune il sindaco<br />

Ezio Rivetti.<br />

Un grazie al capogruppo Gillio Giai per la sua impeccabile organizzazione<br />

e per la sua instancabile volontà che ha dato alla festa<br />

una piacevole e apprezzata conclusione.<br />

Gruppo di Cesana<br />

Festa del Gruppo<br />

Domenica 28 agosto, in una magnifica giornata di sole, si è svolta<br />

l’annuale festa del Gruppo.<br />

Dopo l’Onore ai Caduti al monumento all’alpino il corteo si è snodato<br />

tra le vie di Cesana per raggiungere in successione il cimitero<br />

di guerra e poi successivamente il monumento ai Caduti dello Chaberton.<br />

Sempre magistralmente guidato dalla fanfara sezionale il corteo<br />

raggiungeva poi località Massarello dove si trovano sia la sede del<br />

Gruppo che la cappella presso la quale si svolge la Santa Messa.


Dopo il saluto del capogruppo Giuseppe Ferraris prendevano la<br />

parola sia il sindaco di Cesana Collomb che il vicesindaco alpino di<br />

Claviere, Capra che porgevano i saluti delle rispettive amministrazioni<br />

comunali.<br />

Al termine della Santa Messa tradizionale distribuzione del pane<br />

benedetto.<br />

Larga la partecipazione alpina con presenze anche dalle Sezioni di<br />

Torino e Pinerolo. Nutrita inoltre la partecipazione dell’Associazione<br />

nazionale bersaglieri con i rappresentanti valsusini e naturalmente<br />

presenti gli amici francesi del 15/9 di Briançon guidati da<br />

Daniel Leportier.<br />

Rancio alpino nella suggestiva atmosfera della pineta e chiusura<br />

della giornata in bellezza con il tradizionale concertino della nostra<br />

fanfara.<br />

Ferraris confermato capogruppo<br />

Il 26 agosto presso la sede del Gruppo in località Massarello, alle<br />

ore 15.30 in seconda convocazione, si è tenuta l’assemblea dei soci,<br />

regolarmente convocata, per procedere alla votazione del nuovo<br />

Consiglio direttivo.<br />

Risultano eletti: capogruppo Giuseppe Ferraris, consiglieri Riccardo<br />

De Muti, Carlo Bec, Emilio Peyron, Vittorio Colomb, Secondino<br />

Gastaldi, Giorgio Baseggio. I consiglieri votano gli incarichi<br />

da assegnare ai soci eletti, e all’unanimità vengono designati: Riccardo<br />

Demuti vice capogruppo, Vittorio Colomb tesoriere, Emilio<br />

Peyron segretario, Giorgio Baseggio magazziniere, Secondino Gastaldi<br />

pubbliche relazioni, Carlo Bec approvvigionamenti.<br />

Gruppo di Avigliana<br />

Il 2 febbraio il socio alpino Giorgio<br />

Griffero e la consorte Carla sono<br />

diventati nonni. È nato il piccolo<br />

Giovanni Battista.<br />

Ai nonni, ai genitori Graziella ed<br />

Ermanno, vadano le più vive felicitazioni<br />

di tutto il Gruppo. Al piccolo<br />

Giovanni Battista auguriamo ogni<br />

bene nel lungo cammino della vita<br />

che ha appena intrapreso.<br />

Gruppo di Novalesa<br />

Il 17 giugno è nata Viola Claretto<br />

nipote del nostro socio Giorgio e<br />

della nonna Adriana, pronipote dei<br />

bisnonni Basilio (socio anch'esso) e<br />

Marì. Ai genitori e ai familiari i più<br />

calorosi auguri da tutto il Gruppo.<br />

Gruppo di Rubiana<br />

Felicitazioni dal Gruppo al socio<br />

alpino Franco Sina e alla moglie<br />

Gianna per la nascita della nipotina<br />

Caterina.<br />

<br />

Auguri anche al socio alpino<br />

Gruppo di Bruzolo<br />

Il 24 settembre prossimo, il socio<br />

consigliere Nello Parolari e consorte<br />

Piera raggiungeranno il prestigioso<br />

traguardo di cinquant’anni di matrimonio.<br />

Il Direttivo e gli alpini del<br />

Gruppo si congratulano con loro ed<br />

augurano buon proseguimento.<br />

Gruppo di Avigliana<br />

Il 31 luglio 2011, la gentil signora<br />

Carla ed il marito nostro<br />

socio alpino Alessandro Salvaia<br />

hanno festeggiato il loro cinquante-<br />

Nascite<br />

Anniversari<br />

Marco Brunatto e Ombretta per la<br />

nascita del nipote Andrea.<br />

Gruppo di Bruzolo<br />

Il socio Luca Didero e consorte<br />

Marina Seinera, sono diventati genitori<br />

di un maschietto al quale<br />

hanno dato il nome Marco.<br />

Felicitazioni vivissime ai genitori<br />

e tanti auguri al piccolo Marco per il<br />

cammino appena iniziato.<br />

Gruppo di Sant’Antonino<br />

Il 14 giugno 2011 è nato Simone,<br />

figlio del socio Luca Giai Brueri e<br />

della consorte Luisa e nipote di<br />

Agostino Giai Brueri.<br />

Il Gruppo partecipa alla vostra felicità<br />

e augura a Simone un sereno<br />

avvenire.<br />

Gruppo di Villar Focchiardo<br />

Il 10 aprile è nata Anita Amprimo<br />

di Luca e Simona Viceconte, nipote<br />

del socio Angelo. Ai genitori, alla<br />

sorellina Martina e ai nonni le più<br />

vive felicitazioni ed alla piccola<br />

Anita auguri per una lunga vita serena.<br />

simo anno di matrimonio con la<br />

loro famiglia.<br />

Per la verità la settimana precedente<br />

c’è stato un prologo all’avvenimento<br />

con un simpatico e<br />

gradevole incontro conviviale con i<br />

loro amici più cari.<br />

A Carla e Sandro l’intero nostro<br />

Gruppo esprime vivissime congratulazioni,<br />

ed augura loro di raggiungere<br />

in serenità i prossimi traguardi.<br />

Gruppo di San Giorio<br />

Il 20 settembre abbiamo raggiunto<br />

i nostri primi 25 anni ed ec-<br />

coci qui... non per tirare le somme,<br />

ma per continuare a camminare ancora<br />

insieme, affrontando gioie e<br />

dolori, successi e delusioni. Ma fino<br />

a quando ci terremo per mano il futuro<br />

non mi farà paura...<br />

Buon anniversario Mauro.<br />

Tua moglie Graziella.<br />

Gruppo di Chianocco<br />

Il 26 giugno scorso, l’alpino <strong>Lo</strong>renzo<br />

Rossero e signora Ada Perotto<br />

hanno festeggiato i loro<br />

sessant’anni di vita coniugale.<br />

Da tutti i soci del Gruppo con-<br />

Gruppo di Almese<br />

<strong>Lo</strong> scorso 12 maggio ci ha lasciati<br />

l'artigliere alpino Enrico Giugliardi,<br />

classe 1917.<br />

Enrico partecipò negli alpini alla<br />

campagna di Albania dove venne<br />

fatto prigioniero dai tedeschi.<br />

Dopo l'8 settembre 1943 riuscì a<br />

fuggire dal treno che trasportava i<br />

prigionieri in Germania e trascorse<br />

un periodo nelle formazioni dei<br />

partigiani di Tito.<br />

Dopo parecchie vicissitudini,<br />

potè finalmente ripartire alla volta<br />

dell'Italia, viaggiando in parte con<br />

mezzi di fortuna e per lunghi tratti<br />

camminando a piedi, facendo così<br />

ritorno a Rivera di Almese, suo<br />

paese natale.<br />

Giunto a casa dovette nascondersi<br />

per diversi mesi in una grotta<br />

sulla montagna per evitare i rastrellamenti<br />

dei tedeschi e delle forze<br />

repubblichine.<br />

Uomo forte nel carattere e per<br />

prestanza fisica, partecipò attivamente,<br />

finché la salute glielo permise,<br />

alla vita associativa del<br />

Gruppo alpini almesino ed a tutte le<br />

nostre Adunate nazionali.<br />

Alla figlia Marina ed a tutti i familiari<br />

in lutto giungano le più sentite<br />

condoglianze a nome di tutti gli<br />

alpini e simpatizzanti del Gruppo.<br />

<br />

L’11 giugno è deceduta, all'età<br />

di 89 anni, la signora Livia Salussoglia,<br />

mamma del nostro socio<br />

Giampiero Borasio. Alpini e simpatizzanti<br />

del Gruppo porgono le<br />

più vive espressioni di sincero cordoglio<br />

a Giampiero ed ai suoi familiari.<br />

Gruppo di Caprie<br />

Venerdì 8 luglio u.s. è andato<br />

avanti il ns. socio Benito Cinato,<br />

classe 1923.<br />

Remo, come lo abbiamo sempre<br />

chiamato, abitava a Novaretto ed era<br />

molto conosciuto sia a Caprie che a<br />

Condove. Viveva con la moglie<br />

Giovanna Ester Suppo, che aveva<br />

sposato nel 1946, con traguardo<br />

quest’anno dei 65 anni di matrimonio.<br />

Due figli: Attilio e Silva.<br />

Ha svolto il servizio militare nel<br />

battaglione “Exilles” a Pinerolo e<br />

dopo l’8 settembre 1943 è stato catturato<br />

dai tedeschi e deportato in<br />

Germania a Bremen Nord, nei<br />

pressi di Amburgo, in un campo di<br />

lavoro. Una vita di lavoro, con inizio<br />

all’età di 13 anni alle Officine<br />

Moncenisio e successivamente alla<br />

Fiat Ferriere.<br />

Decessi<br />

gratulazioni vivissime e tanti auguri<br />

per l’avvenire.<br />

Matrimoni<br />

Gruppo di Villar Focchiardo<br />

Il 2 luglio u.s. si sono uniti in<br />

matrimonio la signorina Michela<br />

Versino di Luigi nostro socio, e il<br />

signor Manuel Cantore. Il Gruppo<br />

augura ai novelli sposi tanta felicità.<br />

In pensione si è sempre tenuto<br />

molto attivo con una dedizione particolare<br />

all’orto.<br />

Il Gruppo porge le più sentite<br />

condoglianze alla moglie, ai figli e a<br />

tutti i familiari.<br />

Un ringraziamento ai Gruppi che<br />

sono intervenuti alle esequie con il<br />

loro gagliardetti e alla <strong>Sezione</strong><br />

A.N.A. <strong>Valsusa</strong> che ha partecipato<br />

con il vessillo sezionale.<br />

<br />

L’11 febbraio 2011 è andato<br />

avanti il socio Gianfranco Bert,<br />

classe 1951.<br />

Ha lavorato come operaio alla<br />

Fiat e poi come muratore, e da molti<br />

anni ormai viveva nella casa dei genitori<br />

in borgata Sala, sopra Novaretto.<br />

Vita solitaria e semplice la sua,<br />

sulla montagna di fronte alla Sacra<br />

di S. Michele.<br />

Costituiva un punto di riferimento<br />

per coloro che raggiungevano<br />

la borgata per lavoro o per<br />

passeggiate.<br />

Seppure abituato a stare solo,<br />

parlava molto volentieri con le persone<br />

che incontrava lassù, poiché<br />

dotato di spirito gioviale.<br />

Il Gruppo porge le più sentite<br />

condoglianze al fratello Nello Bert,<br />

nostro capogruppo, alla sorella e a<br />

tutti i familiari.<br />

Un ringraziamento ai Gruppi che<br />

sono intervenuti alle esequie con il<br />

loro gagliardetti e alla <strong>Sezione</strong><br />

A.N.A. <strong>Valsusa</strong> che ha partecipato<br />

con il vessillo sezionale.<br />

Gruppo di Chianocco<br />

Venerdì 26 agosto è andato avanti<br />

Francesco Ballesio classe 1921.<br />

Anima indiscussa de “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong>” per quei ben trentacinque<br />

anni ed oltre in cui ha profuso<br />

entusiasmo e competenza per renderlo<br />

sempre migliore.<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong> 25<br />

Anagrafe alpina


Anagrafe alpina<br />

Musico e contemporaneamente<br />

segretario della fanfara ha contribuito<br />

anche qui allo sviluppo ed alla<br />

organizzazione della stessa.<br />

La <strong>Sezione</strong> tutta, il comitato di<br />

redazione, il suo Gruppo lo ricorderanno<br />

sempre quale esempio di disponibilità,<br />

rettitudine, e alpinità.<br />

Alla moglie Maria, sua inseparabile<br />

compagna di vita vadano le più<br />

sentite condoglianze della famiglia<br />

valsusina per sempre riconoscente.<br />

Gruppo di Chiusa San Michele<br />

È mancata la signora Ida Allais,<br />

suocera del nostro socio Romano<br />

Barella. A lui e alla moglie Franca<br />

le più sentite condoglianze.<br />

Il Gruppo è vicino e partecipa al<br />

dolore del socio Elio Berton e del<br />

piccolo Ignazio Edoardo per la repentina<br />

quanto immatura scomparsa<br />

della moglie e mamma Angela Venturino<br />

e porge le più sentite condoglianze.<br />

Gruppo di Mattie<br />

Il 21 giugno è “andato avanti”<br />

Leonardo Belmondo classe 1921.<br />

Arruolato nel 1941 nel battaglione<br />

“Exilles” viene dapprima inviato<br />

sul fronte occidentale dove<br />

entrava a far parte della 32ª compagnia.<br />

Dopo qualche mese trascorso a<br />

Pinerolo per addestramento nel gennaio<br />

1942 viene imbarcato a Bari<br />

per raggiungere il fronte dei Balcani.<br />

Sbarcato a Ragusa in Jugoslavia<br />

il primo impegno del suo reparto<br />

è stato quello di portare rinforzo al<br />

“Fenestrelle” che si trovava a Nevesinie,<br />

a circa 30 km da Mostar, nelle<br />

montagne. Da quel momento lungo<br />

peregrinare per la Jugoslavia sino<br />

all’8 settembre 1943 quando si trovava<br />

in Montenegro.<br />

Consegnate le armi ai tedeschi,<br />

viene mandato dopo lungo viaggio<br />

su battello e successivamente su<br />

carro bestiame, nel campo di concentramento<br />

VI G di Bonn.<br />

Lavori forzati, fame sino al luglio<br />

1944 quando, spostato di campo,<br />

comincia vivere una prigionia meno<br />

severa.<br />

26<br />

<br />

<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />

<strong>Valsusino</strong><br />

errata corrige<br />

A Pasqua arrivano finalmente gli<br />

americani a liberarlo e dopo qualche<br />

tempo inizia finalmente il lungo e<br />

faticoso viaggio di ritorno verso<br />

l’Italia, raggiunta dopo molte peripezie<br />

il 29 luglio 1945 tre anni dopo<br />

la partenza.<br />

Il Gruppo formula alla famiglia<br />

sentite condoglianze.<br />

Gruppo di San Giorio<br />

Il 27 giugno è andato avanti l’artigliere<br />

alpino Luigi Pognant Gros.<br />

Ricordare Luigi non è semplice tanti<br />

erano i suoi impegni, tutti meritori e<br />

si rischia di tralasciarne qualcuno. A<br />

San Giorio era presente praticamente<br />

in tutte le associazioni, per<br />

anni eletto in consiglio comunale<br />

fino a ricoprire la carica di sindaco<br />

negli anni settanta.<br />

Sempre disponibile, sempre<br />

pronto alla battuta, preciso e puntuale<br />

ad ogni impegno preso.<br />

Punti fermi della sua vita la famiglia<br />

e la fede in Dio. La domenica<br />

dopo la Messa era un piacere scambiare<br />

due parole con lui perché c’era<br />

sempre qualcosa da imparare.<br />

Purtroppo poi, una lunga serie di<br />

problemi fisici, affrontati con coraggio<br />

e forza cristiana, lo hanno accompagnato<br />

fino al Paradiso di<br />

Cantore.<br />

Alla moglie Alessandra, ai figli<br />

Maria Luisa, <strong>Lo</strong>renzo nostro socio,<br />

Giorgio, a tutti i familiari vadano le<br />

fraterne condoglianze del Gruppo.<br />

Gruppo di Sant’Antonino<br />

Il 18 giugno è mancato il socio<br />

Domenico Gardetto detto Minotto.<br />

Il Gruppo porge ai figli sentite condoglianze.<br />

Gruppo di Villar Focchiardo<br />

Il 31 maggio è mancato il signor<br />

Renato Amprimo (Ronne) di anni<br />

71, fratello del nostro socio Angelo.<br />

Ad Angelo ed a tutti i familiari il<br />

Gruppo porge sentite condoglianze.<br />

<br />

Il 30 giugno è mancata la signora<br />

Carolina Cavezzale (Carla) di anni<br />

82, sorella del socio Piero. Il<br />

Gruppo partecipa al dolore della famiglia.<br />

<br />

Il 15 luglio è mancata la signora<br />

Ines Michela Trossello, di anni 46,<br />

sorella dell'amico degli alpini Rudi.<br />

Alpini ed amici del Gruppo porgono<br />

le più vive espressioni di sincero<br />

cordoglio alle famiglie in lutto.<br />

Gruppo di Villar Dora<br />

All’età di 94 anni, l’amico alpino,<br />

invalidi di guerra, Marco Morando<br />

è andato avanti.<br />

Tutto il gruppo rinnova alla figlia<br />

Marinella e marito Guido, fraterne<br />

condoglianze.<br />

Nel numero di giugno del nostro giornale, un annuncio<br />

di nascita è stato erroneamente inserito fra i decessi. Ci<br />

scusiamo con i familiari e con i lettori per gli ulteriori errori,<br />

augurando nel contempo al piccolo una lunga vita<br />

serena.<br />

Giorgio Versino:<br />

un vero grande alpino ci ha lasciati<br />

Cari alpini valsusini, permettetemi<br />

di sottrarvi un po’ di spazio<br />

del nostro giornale per ricordare<br />

un grand’uomo, un alpino doc, un<br />

uomo onesto, coscienzioso, intelligente,<br />

che nel suo passaggio su<br />

questa terra, purtroppo troppo<br />

breve, ha lasciato il segno nella<br />

propria famiglia, nella comunità<br />

dove risiedeva e nella nostra famiglia<br />

alpina. Infatti ha sempre seguito<br />

tre serie direttive: la<br />

famiglia, il lavoro, gli alpini.<br />

Sto parlando del capogruppo<br />

degli alpini di Rosta il mio amico<br />

fraterno Giorgio Versino, salito al<br />

Paradiso di Cantore il 19 maggio scorso (giorno del funerale).<br />

Giorgio è stato il capogruppo degli alpini rostesi per ben 23 anni,<br />

trainando il suo Gruppo in molteplici manifestazioni di solidarietà<br />

quali la raccolta per il Banco Alimentare e la raccolta fondi per ricerca<br />

e cura del cancro; ha restaurato purtroppo più di una volta il<br />

pilone votivo di Pessina tanto caro agli alpini locali, ed ha raggiunto<br />

quanto gli stava più a cuore, una nuova sede; in tale occasione ne è<br />

scaturita la sua caparbietà ed il duro lavoro per arrivare all’inaugurazione<br />

del 7 ottobre 2007.<br />

Giorgio era da sempre sostenitore del nostro “<strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”.<br />

Teneva ad essere informato sugli avvenimenti in valle per potervi<br />

partecipare.<br />

Gentilissima signora Giustina, carissime Paola ed Anna, carissimi<br />

nipotini, siete stati fortunati poiché avete avuto un marito, un padre,<br />

un nonno eccezionale.<br />

A nome di tutta la sezione A.N.A. “Val Susa” a cui Giorgio era<br />

molto legato vi esprimo le più sentite condoglianze.<br />

Siete forti, anche se ritengo che il vuoto lasciato da Giorgio sia incolmabile.<br />

Alle esequie il nostro vessillo era sorretto dal consigliere sezionale<br />

Amprimo scortato dai vicepresidenti Garnero e Baro. Elio Garnero<br />

Ringraziamento<br />

Vogliamo usare una volta le pagine de “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”,<br />

credo l’ultima, per ringraziare tutti coloro che hanno voluto<br />

partecipare al nostro dolore per la perdita del caro<br />

Francesco. Un ringraziamento particolare a tutti coloro, tantissimi,<br />

che sono saliti sino a Monforte d’Alba per rendere omaggio<br />

al loro caro amico “andato avanti”. Un grazie di cuore<br />

quindi alla fanfara che con le sue note ha reso meno doloroso<br />

l’ultimo tratto terreno, un grazie al presidente Sosello ed ai suoi<br />

consiglieri e grazie anche alla redazione del giornale impegnata<br />

da oggi a proseguire in quella strada che con tanta passione<br />

Francesco aveva contribuito a tracciare.<br />

Grazie a tutti. Grazie per le vostre lacrime trattenute a stento,<br />

per le vostre voci rotte dall’emozione e dalla tristezza. So per<br />

certo che Francesco resterà nel nostro come nel vostro cuore<br />

per sempre, in quel grande cuore alpino che lui nelle pagine del<br />

giornale ha sempre voluto valorizzare.<br />

Maria Bedano ved. Ballesio e famiglia<br />

<strong>Sezione</strong> Val Susa<br />

Via della Brunetta, 45 - 10059 Susa<br />

Tel. e fax 0122.33.204<br />

sito internet:<br />

www.anavalsusa.it


“Eccola. Si spiega<br />

al soffio della Giustizia,<br />

si allarga<br />

al vento della Libertà,<br />

si illumina nella<br />

promessa del futuro.<br />

Consacrala, anche tu.<br />

Essa te lo domanda”.<br />

Gabriele d’Annunzio


Bussoleno: castello Borello, di cui si<br />

hanno notizie dal trecento. Patrimonio<br />

della famiglia dei Rotari e successivamente<br />

dei Calci e dei Bonini.<br />

usato anche come ricetto dalla popolazione<br />

locale, ha subito nel corso dei<br />

secoli vari rimaneggiamenti, ma la<br />

struttura originaria resta abbastanza<br />

leggibile. L’edificio è oggi di proprietà<br />

privata (foto C. Ravetto).

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