Lo Scarpone Valsusino - Sezione Valsusa
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Pubb. gratuita ai soci - Sped. in a. p. art. 2 comma 20/C, L. 662/96 - Filiale di Torino - A. XXXVII - Settembre 2011<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
pubblicazione trimestrale d’informazione dell’associazione nazionale alpini sezione val susa<br />
Ricordo<br />
dei Caduti<br />
a difesa<br />
dei valori
<strong>Lo</strong> SCARPone VALSuSIno<br />
Pubblicazione trimestrale<br />
della <strong>Sezione</strong> A.n.A. Val Susa<br />
Copertina:<br />
l’intervento del presidente nazionale corrado perona<br />
alla festa sezionale di exilles (elaborazione di d.<br />
balbo).<br />
Fondatore:<br />
franco badò<br />
Presidente:<br />
Giancarlo sosello<br />
Direttore responsabile:<br />
claudio rovere<br />
Comitato di redazione:<br />
dario balbo<br />
francesco ballesio<br />
Giorgio blais<br />
federico bonato<br />
elio Garnero<br />
valerio olivero<br />
Referente al Centro Studi:<br />
elio Garnero<br />
Consulente realizzazione grafica:<br />
francesco ballesio<br />
Conduzione tecnica:<br />
valerio olivero<br />
Referente informatico e contatti con “L’Alpino”:<br />
dario balbo<br />
Direzione:<br />
susa, via brunetta, 45<br />
tel. e fax: 0122/33204<br />
Sito internet:<br />
www.anavalsusa.it<br />
E-mail:<br />
valsusa@ana.it<br />
Fotocomposizione e stampa:<br />
tipolito melli s.n.c., borgone<br />
via moncenisio, 11<br />
tel. 011/964.63.67 - fax 011/964.60.88<br />
E-mail:<br />
tipolito@satnet.it<br />
autorizzazione del tribunale di torino<br />
n. 2441 dell’8.10.1974.<br />
sommario<br />
Attualità<br />
Ba-io (a cura di)<br />
Alpini: fratelli nella “naja”, nella vita, nella morte 3<br />
Elio Garnero<br />
Exilles: con il Presidente Perona, uniti nello “spirito di corpo”<br />
per continuare 4<br />
Mauro Biglino<br />
Note alpine ad Exilles: chissà se il vento... 7<br />
Dario Balbo<br />
Oulx abbraccia i suoi “lupi” 8<br />
Davide Corona<br />
Annuale pellegrinaggio al Rocciamelone 9<br />
Giorgio Blais<br />
Considerazioni a margine del pellegrinaggio in vetta 9<br />
Vittorio Amprimo<br />
Il Gruppo alpini di Chiusa San Michele ha festeggiato<br />
il suo 80° compleanno 10<br />
Elio Garnero<br />
Ottant’anni di presenza nella comunità per il Gruppo di Buttigliera 11<br />
Elio Garnero<br />
Exilles: grande festa per l’ottantesimo di fondazione 12<br />
Dario Balbo<br />
“Pianeta difesa” a Bousson 13<br />
Giovanni Baro<br />
Commemorata la Divisione martire 13<br />
Protezione civile<br />
Paolo Parisio<br />
Esercitazione Nuclei specialistici Protezione civile A.N.A. Val Susa 14<br />
Storia e cultura<br />
Dario Balbo (a cura di)<br />
Gli anni della mia infanzia ad Exilles - Ricordi di Mario Parisio 15<br />
Laura Grisa<br />
Anche la poesia tiene desta e unita l’anima di un popolo 16<br />
Dalla <strong>Sezione</strong><br />
Elio Garnero (l’angolo di)<br />
Nelle nostre famiglie com’è il rapporto tra giovani e anziani? 16<br />
Lettere in redazione<br />
Oblazioni pro <strong>Scarpone</strong> - Oblazioni conto corrente postale<br />
17<br />
Oblazioni Fondo Farinacci 18<br />
Notiziario sezionale - Presenze del nostro vessillo in<br />
manifestazioni di altre Sezioni 19<br />
Dario Balbo<br />
Quella pagina strappata dallo “<strong>Scarpone</strong>” (a F. Ballesio) 21<br />
Cronaca dai Gruppi<br />
Rubiana - Claviere 22<br />
Oulx - San Giorio - Bardonecchia 23<br />
Giaglione - Sant’Antonino - Novalesa - Cesana 24<br />
Anagrafe alpina<br />
Nascite - Anniversari - Matrimoni - Decessi 25
alpini: fratelli nella “naja”,<br />
nella vita, nella morte a cura di Ba-io<br />
Pagina dedicata a tutti gli amici alpini<br />
Ogni Paese ha il suo simbolo di unità<br />
nazionale. Può essere il giorno del Ringraziamento<br />
per gli americani, la “Grandeur”<br />
per i francesi e così via per i vari Paesi del<br />
mondo.<br />
Per noi italiani, il simbolo è il Tricolore,<br />
il quale per la nostra Costituzione, non ha<br />
il significato di potenza militare, ma di una<br />
virtù civica. Ciò, poiché la nostra bandiera<br />
tricolore deve significare le virtù, l’abnegazione,<br />
la solidarietà, il rispetto sacro per<br />
le cose altrui e di quelle pubbliche, in altri<br />
termini è il simbolo, o il faro, di ogni virtù<br />
civica a cui deve tendere il cittadino onesto.<br />
Impariamo a guardarci intorno, o alpini,<br />
in questo nostro cammino terreno tra uomini<br />
di diverse condizioni, anche se in noi,<br />
sovente, cerca di prevalere quell’impulso<br />
che ci porta a notare, negli altri, prima<br />
delle virtù i difetti e, ciò, perché il bene è<br />
un fiore dell’ombra e noi lo sappiamo.<br />
Sono i veri uomini che comprendono,<br />
operano e illuminano, non crediamo che<br />
siano pochi: è perché, solitamente, non osserviamo<br />
in profondità e non pensiamo<br />
Quando ci accingiamo ad entrare nelle<br />
nostre sedi A.N.A., per trovarci assieme<br />
agli altri alpini, poniamo nel nostro zaino:<br />
un fascio di buona volontà, due di ottimismo,<br />
una manciata di disciplina e quattro<br />
volte tanto di pazienza, due grani di buon<br />
umore, un pizzico di amor proprio e una<br />
punta di ironia.<br />
Serviamocene, poi, con accortezza durante<br />
questi incontri, ma conservando sempre<br />
l’ironia per canzonare le avversità, è<br />
l’unico modo per metterle in fuga e comportiamoci<br />
con serenità, questa matura<br />
Fratello alpino, ti osservo e mi domando:<br />
che segreto nasconde la tua<br />
anima? Quali incubi ti agitano? Quanti desideri<br />
senza nome tumultuano nel tuo<br />
cuore? Talvolta i tuoi occhi seguono visioni<br />
allucinanti. La tua voce cambia ritmo<br />
e colore. Sul tuo viso passano torbide<br />
ombre di bufere interiori. Si direbbe persino<br />
che tu sia assente dal nostro mondo e<br />
viva tra fantasmi.<br />
Hai lasciato qui, a farci compania, il tuo<br />
cappello alpino, ma l’anima, proiettata<br />
fuori dalle nostre sfere, erra alla deriva per<br />
cieli in tempesta.<br />
il tricolore<br />
Gli italiani, questo simbolo se lo sono<br />
“conquistato sul campo”. È, la bandiera<br />
tricolore, quella dell’unificazione nazionale,<br />
un simbolo unificante che abbiamo<br />
visto sventolare nei momenti lieti e tristi<br />
della nostra storia.<br />
Sfotterla, denigrarla è idiota, o è voler<br />
infangare il ricordo di tanti uomini che<br />
sono morti, dal Risorgimento ad oggi, e di<br />
cui tutti gli italiani hanno avuto un artefice,<br />
attivo o no, da ricordare per questa unità.<br />
osservare<br />
che ci sia possibile raggiungerli. Dovremo<br />
soltanto allungare il nostro passo; ossia,<br />
avere più cuore, più comprensione, più tolleranza,<br />
più benevolenza.<br />
Sono i veri uomini che credono, sperano,<br />
servono. I seminatori della pazienza,<br />
della fiducia e della generosità. E per dare,<br />
basta, ancora, aver cuore, comprensione,<br />
trovarci<br />
solo con il saper affrontare e superare le<br />
avversità.<br />
Quando, poi, dobbiamo procedere alle<br />
nostre votazioni o a considerare un alpino,<br />
non giudichiamolo dal suo passato senza<br />
averlo prima scrutato nel cuore: solo questo<br />
ci rivela il suo Io.<br />
Poi, se un alpino ci chiama, non chiediamo<br />
che nome abbia, cosa faccia, di che<br />
riprendersi<br />
Il tuo sguardo tradisce una angoscia e il<br />
tuo viso cela un mistero.<br />
Dove vai con la tua fantasia? Quale corrente<br />
ti trascina? Quale abisso cerchi senza<br />
vedere e senza sapere?<br />
Forse una curiosità malsana di cose<br />
proibite ti spinge verso crepuscoli tenebrosi.<br />
E son sicuro, caro alpino, che avresti<br />
quasi vergogna di dare un nome alle tue<br />
Ora dissacrare Garibaldi, Mazzini, Cavour,<br />
i Martiri del Risorgimento, i Caduti<br />
di ogni guerra o della Resistenza, come<br />
fanno taluni uomini, sostenendo che questa<br />
nostra bandiera tricolore non ha vera<br />
dignità storica, è rinnegare se stessi ed offendere<br />
tutti coloro che hanno creduto e<br />
credono ancora nei ricordi e nei valori storici<br />
dell’Italia.<br />
Si insegni ad ogni cittadino a rispettare<br />
la bandiera tricolore, in essa si racchiude<br />
la vita di quanti sono morti per la libertà,<br />
per il lavoro, per una società più giusta.<br />
La bandiera rappresenta la Patria ed alla<br />
Patria desidero dedicare questa mia ode.<br />
tolleranza. Cerchiamoli, questi uomini, e<br />
vedrete che li troveremo perché sono simili<br />
a noi alpini.<br />
Forse ci appariranno davanti appena ne<br />
avremo bisogno, si appaleseranno con una<br />
parola che ci infonderà fiducia nell’avvenire<br />
e la costanza a continuare nel nostro<br />
cammino, per un mondo migliore e di<br />
pace.<br />
Viene sempre, alpini, un giorno in cui il<br />
domani è migliore di ieri.<br />
cosa soffra: accontentiamoci di stargli vicino,<br />
pronti ad intervenire ad un suo richiamo.<br />
Quando ci troviamo nelle nostre sedi,<br />
diamo agli altri tutto noi stessi, le nostre<br />
esperienze e agiamo sempre con serenità.<br />
Alle volte, inizialmente, alcune serate ci<br />
potranno apparire lunghe e noiose, ma se<br />
abbiamo ben usato quanto vi era nel nostro<br />
zaino, con discrezione, al ritorno verso<br />
casa, pensandoci bene avremo vissuto ancora<br />
una volta da veri alpini.<br />
ore di follia.<br />
Non essere troppo amico delle solitudini<br />
disperate.<br />
Non lasciarti travolgere dai vortici turbinosi.<br />
Non ascoltare richiami che salgono<br />
dagli abissi.<br />
Abbi la forza di svegliarti, di riprenderti.<br />
Abbi la forza di fare ritorno in te, per<br />
la gioia di tutti gli alpini, preoccupati<br />
per te.<br />
Testi dell’amico “andato avanti”<br />
Francesco Proietti Ricci<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 3<br />
Alpini solo e sempre
Attualità<br />
Alpini e popolazione schierati sulla spianata del forte per assistere alla Santa Messa officiata da mons. Piero Laterza (foto D. Balbo)<br />
exilles: con il Presidente Perona,<br />
uniti nello “spirito di corpo”<br />
per continuare di elio Garnero<br />
Domenica 19 giugno la <strong>Sezione</strong><br />
A.N.A. Val Susa ha dato<br />
appuntamento ai propri alpini<br />
ed a quelli delle Sezioni contigue<br />
presso la Cappella Votiva ad<br />
Exilles eretta, come ben noto, a<br />
ricordo dei Caduti dell’“Exilles”,<br />
divenuta il nido delle<br />
penne nere, incastonata tra le<br />
Alpi e sovrastata dalla maestosità<br />
del Forte. Quest’anno si celebrava<br />
il 17° Raduno sezionale<br />
degli alpini della Val Susa e il<br />
46° incontro degli appartenenti<br />
al 3° reggimento alpini.<br />
Come ormai da alcuni anni la<br />
manifestazione iniziava già il<br />
sabato sera con il consueto concerto<br />
della fanfara sezionale<br />
nella tensostruttura eretta nel<br />
centro del paese.<br />
Domenica mattina, una bella<br />
giornata di sole dopo la pioggia<br />
dei giorni precedenti, faceva da<br />
cornice a questo importante<br />
evento, quest’anno gratificato<br />
dalla presenza del Presidente<br />
nazionale Corrado Perona e dai<br />
due consiglieri nazionali,<br />
Mauro Gatti e Mario Botteselle.<br />
Il programma prevedeva il ritrovo<br />
presso la Cappella, poi la<br />
4<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
sfilata fino in piazza Europa<br />
dove, da un lato del monumento<br />
ai Caduti si posizionavano i due<br />
fiori all’occhiello della nostra<br />
<strong>Sezione</strong>, Protezione Civile e<br />
Fanfara, e dall’altro vessilli e<br />
gagliardetti. Nel mezzo della<br />
piazza le autorità e tutti gli alpini<br />
convenuti.<br />
Oltre ai 36 gagliardetti della<br />
nostra <strong>Sezione</strong> ne erano presenti<br />
una trentina di Gruppi vicini,<br />
per la maggior parte della <strong>Sezione</strong><br />
di Torino. I vessilli sezionali<br />
ospiti erano otto: Acqui<br />
Terme, Asti, Casale Monferrato,<br />
Ivrea, Milano, Pinerolo, Torino<br />
e Valsesiana.<br />
Le Associazioni combattentistiche<br />
e d’arma erano presenti<br />
con i nuclei valsusini di marinai,<br />
granatieri di Sardegna e avieri;<br />
mancavano solo i bersaglieri ma<br />
erano ampiamente giustificati<br />
per il concomitante loro Raduno<br />
nazionale a Torino.<br />
Folta la partecipazione di sindaci<br />
di alta e media valle, e da<br />
segnalare la presenza del sindaco<br />
di Briançon che aveva accompagnato<br />
la rappresentanza<br />
dell’Amicale du 15/9 da anni<br />
gemellata con la nostra <strong>Sezione</strong>.<br />
Dopo l’alzabandiera, con<br />
l’inno nazionale e l’Onore ai<br />
Caduti si procedeva ai discorsi<br />
di rito.<br />
Esordiva il presidente sezionale<br />
Giancarlo Sosello con un<br />
interessante e un po’ inconsueto<br />
discorso in manifestazioni del<br />
genere, ovvero un invito particolare<br />
al Presidente nazionale<br />
per un ipotetico viaggio lungo la<br />
valle di Susa alla scoperta di<br />
tutti i suoi 36 Gruppi. In gergo<br />
militare si potrebbe definire la<br />
presentazione della forza, quella<br />
forza vera, spontanea, sincera al<br />
servizio dell’Associazione rappresentata<br />
dagli oltre 3400<br />
iscritti.<br />
È seguito l’intervento del generale<br />
Blais il quale ripercorreva<br />
una delle tappe più note<br />
della storia degli alpini, la famosa<br />
notte del 16 giugno 1915<br />
con la conquista del Monte<br />
Nero ad opera di uomini del<br />
terzo, dove sì, le perdite furono<br />
limitate, ma dove purtroppo<br />
persero la vita due giovani ufficiali<br />
che ancora oggi sono ricordati<br />
per il loro valore: Alberto<br />
Picco ed il valsusino, di Susa,<br />
Valerio Vallero.<br />
Sul palco si è poi avvicendato<br />
il colonnello Carlo Sardi, comandante<br />
del 3° alpini di stanza<br />
a Pinerolo che portava il saluto<br />
del generale Figliuolo comandante<br />
della “Taurinense”,<br />
anch’egli impegnato con i bersaglieri<br />
a Torino. Seguivano il<br />
professor Ferrentino in rappresentanza<br />
della Provincia di Torino<br />
ed il sindaco di Exilles,<br />
Castellano.<br />
Infine toccava al Presidente<br />
nazionale Perona, il quale, con<br />
le sue ben note capacità comunicative<br />
riusciva a coinvolgere<br />
tutti i presenti. Ringraziamenti a<br />
Sosello per l’accoglienza riservata,<br />
e forte richiamo a quel valore<br />
alpino che vuol dire senso<br />
del dovere e spirito di sacrificio,<br />
dimostrato ovunque alpini, in<br />
armi e non, siano chiamati ad<br />
operare.<br />
Ultimo esempio la lontana<br />
Lampedusa nella quale stile e<br />
impegno profuso hanno colpito<br />
e sorpreso la popolazione lampedusana.<br />
La conclusione ufficiale si è
avuta con la celebrazione della<br />
Santa Messa officiata da monsignor<br />
Piero Laterza, storico cappellano<br />
militare, e conclusa con<br />
la Preghiera dell’Alpino recitata<br />
ancora una volta con voce<br />
ferma, quantunque velata di<br />
commozione, dal novantasettenne<br />
maresciallo Giuseppe Rosatelli,<br />
uno dei promotori della<br />
Cappella Votiva di Exilles.<br />
Durante la manifestazione,<br />
come auspicato dall’A.N.A. nazionale,<br />
si sono raccolti fondi a<br />
favore dell’alpino Luca Barisonzi<br />
rimasto paralizzato durante<br />
una missione in<br />
Afghanistan. Fondi che potranno<br />
essere utilizzati per mettere<br />
a disposizione dello<br />
sfortunato alpino una casa senza<br />
barriere architettoniche e nella<br />
quale possa vivere serenamente<br />
con la famiglia.<br />
Il discordo del<br />
presidente Sosello<br />
Caro Corrado, da quando mi<br />
sono insediato alla guida di questa<br />
meravigliosa <strong>Sezione</strong>, questa<br />
è la quarta volta che ci onori<br />
della tua presenza, e purtroppo,<br />
visti i tuoi innumerevoli impegni<br />
che ti portano in ogni parte<br />
d’Italia ed all’estero, temo che<br />
entro la fine del tuo mandato<br />
possa essere anche l’ultima in<br />
cui risali la nostra lunga valle.<br />
La prima volta fu il 13 ottobre<br />
2007 ad Oulx, all’interno<br />
della caserma “Assietta” sede<br />
della 34 a del “Susa”, da ieri cittadina<br />
onoraria di Oulx, per la<br />
conferenza di presentazione alle<br />
autorità ed alla stampa del libro<br />
verde della solidarietà, momento<br />
sappiamo da voi auspicato<br />
e che noi piccola <strong>Sezione</strong><br />
tra i colossi vicini abbiamo voluto<br />
onorare.<br />
La seconda invece risale al 22<br />
novembre del 2008 in un gelido<br />
pomeriggio al forte della Brunetta<br />
per la presentazione del<br />
libro di Tonini gli “Alpini della<br />
<strong>Valsusa</strong>”.<br />
La terza invece, forse meno<br />
ufficiale, fu il 6 maggio del<br />
2009, quando affrontasti un<br />
tempo da lupi e le insidie di una<br />
tavola imbandita, per salutare il<br />
nostro generale Bonato che a<br />
breve avrebbe lasciato la “Taurinense”.<br />
Di quella serata in allegria<br />
spesso ci passa tra le mani<br />
e nei cuori l’immagine della tua<br />
mano sulla spalla di quel grande<br />
capogruppo che fu Pier Augusto<br />
Clataud che un male incurabile<br />
ha strappato solo un anno dopo<br />
agli affetti più cari, alla famiglia<br />
alpina ed al suo Gruppo.<br />
Volevo in questa occasione<br />
lasciare da parte i soliti discorsi<br />
che settimanalmente sentirai dovunque,<br />
ma vorrei accompagnarti<br />
lungo questa nostra valle,<br />
attraverso i nostri Gruppi,<br />
grandi o piccoli che siano. In<br />
linguaggio militare potrei dire<br />
che vorrei presentarti la forza, e<br />
ti posso garantire che gli alpini<br />
della Val Susa sono una vera<br />
forza al servizio dell’Associazione.<br />
Spero di lasciarti così un<br />
po’ di noi nel cuore.<br />
La nostra preghiera dell’alpino<br />
recita in una sua parte “ …<br />
la provvidenza ci ha posto a fedele<br />
baluardo delle nostre contrade…”<br />
e vorrei quindi<br />
cominciare da uno di quei<br />
Gruppi che sul confine d’Italia<br />
non saranno forse più baluardo<br />
ma che ne rappresentano l’accesso.<br />
Parliamo di Claviere, porta,<br />
verde o bianca d’Italia secondo<br />
la stagione, sul colle del Monginevro<br />
e sovrastata dall’imponente<br />
mole dello Chaberton. Un<br />
piccolo Gruppo, ma pieno di<br />
quell’entusiasmo che il non più<br />
giovanissimo capogruppo Aurelio<br />
Audisio spande a piene<br />
mani. Da una sua felice intuizione<br />
nasceva infatti l’idea di<br />
scendere a piedi a Torino per<br />
l’adunata, partendo proprio da<br />
Claviere.<br />
Scendiamo a capofitto e puntiamo<br />
su Cesana, dove nel verde<br />
di Massarello ci accoglie Giuseppe<br />
Ferraris, motore instancabile<br />
del Gruppo e vicepresidente<br />
della <strong>Sezione</strong>. Non possiamo<br />
tralasciare una bevuta ristoratrice<br />
da quel gran maestro di cerimonia,<br />
istruttore di sci ed<br />
alpinismo e luogotenente della<br />
base logistica di Bousson che è<br />
il mar.llo Gambelli che di alpini<br />
sotto le sue grinfie ne ha visti<br />
passare tantissimi ed anche<br />
qualche consigliere nazionale.<br />
Da Bousson doverosa deviazione<br />
sulla strada dello sci per<br />
raggiungere l’olimpica Sestriere<br />
che idealmente ci unisce alla<br />
Val Chisone dell’amica <strong>Sezione</strong><br />
di Pinerolo.<br />
Terra di sport, terra di sci e<br />
non poteva che essere un maestro<br />
di sci il capogruppo, quel<br />
fortissimo Massimo Poncet che<br />
purtroppo raramente per i suoi<br />
impegni può difendere i nostri<br />
colori alle gare nazionali.<br />
Torniamo sui nostri passi, risalutiamo<br />
Ferraris a Cesana e<br />
scendendo ancora arriviamo ad<br />
Oulx.<br />
Ricompattati i ranghi ci accoglie<br />
il nuovo capogruppo<br />
Franco Bernard erede di quello<br />
zaino lasciato a terra troppo presto<br />
dal caro Pier Augusto. Ma<br />
ad Oulx c’è anche un po’ di storia,<br />
perché all’alba del 16 giugno<br />
1915 sulla vetta del Monte<br />
Nero, un figlio di quella terra<br />
posava il piede da eroe. Era quel<br />
Pietro Barbier a cui tutti i libri<br />
di storia alpina fanno cenno.<br />
Della 34 abbiamo parlato, del<br />
Bonato figlio adottivo di Oulx<br />
anche e non ci resta quindi che<br />
salire a Sauze d’Oulx, altra<br />
perla dello sci.<br />
Qui Arnaldo Vitton ci presenterà<br />
quel grande atleta dell’esercito<br />
che è Matteo Eydallin,<br />
vincitore del trofeo Mezzalama<br />
e di tante altre gare internazionali<br />
di sci alpinismo. Ci parlerà<br />
del recupero del faro sul Genevris<br />
e di tanto altro.<br />
Riattraversiamo Oulx e risaliamo<br />
la valle sino a Bardonecchia,<br />
la perla delle Alpi ed altra<br />
porta d’Italia con il Frejus. Andiamo<br />
ancora avanti nella suggestiva<br />
Valle stretta dove, vista<br />
la stagione, incontreremo il capogruppo<br />
Renato Nervo che ci<br />
racconterà del Picreaux dove<br />
ogni anno, e quest’anno ne è<br />
l’80° anniversario, a 2047 metri<br />
si commemorano oltre trenta alpini<br />
del “Fenestrelle” uccisi da<br />
una terribile slavina. Vorremmo<br />
fermarci nella bellezza del<br />
luogo ma dobbiamo correre a<br />
Salbertrand dove vorrei presentarti<br />
il nuovo capogruppo Pasquale<br />
Viceconte, che da circa<br />
un mese regge il Gruppo che fu<br />
di Aldo Rey.<br />
Nove chilometri ed eccoci<br />
qui, all’ombra del forte, uno dei<br />
simboli più importanti della<br />
Valle. Con il solito riconosciuto<br />
garbo ci accoglie Silvio Mout.<br />
Tra pochi giorni il suo Gruppo<br />
ne fa 81 di anni di fondazione e<br />
si festeggia, ma non è un vezzo<br />
l’81°, ma una conseguenza, perché<br />
lo scorso anno il buon Silvio<br />
ha pensato bene di farci<br />
stare tutti in apprensione con un<br />
grave incidente… nella vigna,<br />
incidente e apprensione che<br />
hanno procurato la soppressione<br />
dei festeggiamenti. Ma adesso<br />
fortunatamente Silvio è tornato<br />
in piena forma e tra tre settimane<br />
saremo qui per la grande<br />
festa. Ma Exilles vuol dire<br />
anche btg. “Exilles” che è storia<br />
per noi e memoria di famiglia<br />
per te, nel ricordo di tuo padre<br />
che con onore portò la gloriosa<br />
nappina verde del battaglione,<br />
ma vuol dire anche Giuseppe<br />
Rosatelli, 97 anni di cuore alpino.<br />
Non è della nostra <strong>Sezione</strong><br />
ma è come se lo fosse.<br />
Lasciamo il forte, ormai<br />
siamo in discesa ed eccoci a<br />
Chiomonte. Qui l’accoglienza<br />
sale di livello perché Silvano<br />
Ollivier il capogruppo è anche il<br />
vicesindaco di un sindaco alpino.<br />
Chiomonte da quest’anno<br />
è tornata a rivivere come stazione<br />
sciistica ed il merito è<br />
anche loro ed i nostri campionati<br />
sezionali ne hanno suggellato<br />
il ritorno. Ma Chiomonte è<br />
anche stato il Gruppo del compianto<br />
Paolo Giuliano di cui ho<br />
raccolto lo zaino.<br />
Puntiamo ora su Gravere con<br />
le sue graziose borgate giusto il<br />
tempo per salutare Beppe Genta<br />
il capogruppo e lasciando Gravere<br />
di fatto lasciamo l’alta<br />
valle.<br />
Finalmente Susa, la nostra<br />
casa. Un casa nella storia del<br />
forte della Brunetta, una casa<br />
quasi a gomito con la caserma<br />
“Cascino” in abbandono e ad un<br />
tiro di schioppo dalla caserma<br />
“Henry” entrambe storiche sedi<br />
di artiglieria da montagna con i<br />
gruppi “Susa” e “Pinerolo”.<br />
Ma Susa è anche storia alpina.<br />
Ricordi, caro Corrado, il<br />
Monte Nero? Sempre all’alba<br />
del 16 giugno… ma da un altro<br />
versante, un altro sottotenente<br />
valsusino e di Susa in particolare<br />
scriveva una pagina di storia.<br />
Era Valerio Vallero che<br />
purtroppo sul Monte Nero perse<br />
la vita. Qui a Susa incontriamo<br />
il capogruppo Gianfranco Bartolotti<br />
e con lui potremo visitare<br />
l’antica Segusium prima di ripartire<br />
per la media valle ed i<br />
suoi Gruppi.<br />
Risaliamo dalla nostra sede e<br />
deviamo per Giaglione, dove<br />
Franco Silvestro ci mostrerà la<br />
loro sede inaugurata solo un<br />
paio di anni orsono e da loro<br />
Il col. Carlo Sardi, comandante del 3° alpini, con il Presidente<br />
Corrado Perona, il capogruppo Silvio Mout e il nostro presidente<br />
Giancarlo Sosello (foto D. Balbo).<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 5<br />
Attualità
Attualità<br />
completamente costruita.<br />
Ci aspetta ora la nostra protettrice,<br />
la madonna del Rocciamelone.<br />
Non andremo in cima,<br />
ma se vorrai il 31 luglio ci sarà<br />
l’annuale pellegrinaggio. Ci fermeremo<br />
invece a Mompantero<br />
per un attimo di raccoglimento<br />
presso il santuario a Lei consacrato.<br />
Ezio Durbiano ci accoglierà<br />
con i suoi alpini. Inutile<br />
ricordare caro Corrado che la<br />
statua della madonna ai 3538<br />
metri del Rocciamelone fu portata<br />
dagli alpini del “Susa” nel<br />
lontano 1899.<br />
Ci troviamo ora nella Val Cenischia<br />
a cui venne intitolato<br />
anche l’omonimo battaglione<br />
alpino ormai scomparso.<br />
La strada ci conduce a Novalesa<br />
altro baluardo italico, questa<br />
volta dal Moncenisio da cui<br />
è separata da uno dei più piccoli<br />
comuni d’Italia, Moncenisio appunto,<br />
che è anche uno dei soli<br />
due comuni della valle di Susa<br />
dove non ci sia una sede di<br />
Gruppo.<br />
Transitiamo per Venaus. Una<br />
breve sosta per salutare Andrea<br />
Tournour e proseguiamo per la<br />
nostra meta.<br />
Novalesa è splendida, raccolta<br />
nei pressi della sua Abbazia<br />
dove ogni anno ci ritroviamo<br />
per commemorare i nostri Caduti<br />
e non solo quelli. Come ti<br />
racconterà Gillio Giai, uno tra i<br />
più longevi dei capigruppo con i<br />
suoi oltre venticinque anni di<br />
guida “spirituale”, dalla collaborazione<br />
tra il Gruppo ed i monaci<br />
dell’abbazia è stata<br />
sistemata una cappella vicina<br />
dove è sepolto un soldato<br />
ignoto. Ogni anno, terminata la<br />
funzione per i nostri morti andiamo<br />
a ricordare anche tutti gli<br />
altri caduti, senza sapere chi<br />
fosse e da dove provenisse il<br />
corpo conservato sotto quella<br />
pietra. Una preghiera anche per<br />
lui ed idealmente per tutti coloro<br />
che abbiano difeso la loro<br />
Patria. A Novalesa ritroverai<br />
Mario Botteselle tuo revisore<br />
nazionale e potrai conoscere un<br />
altro mio vicepresidente, Giovanni<br />
Baro, che potrà raccontarti<br />
avventurose battute di<br />
caccia al cinghiale.<br />
La strada ci riporta verso<br />
Susa. Siamo ormai nel cuore<br />
della media valle, la mia.<br />
Dobbiamo operare una scelta,<br />
la valle ora corre sulle due<br />
sponde della Dora e ci farà percorrere<br />
tutti e due i versanti.<br />
Ed infatti lasciata Susa alle<br />
nostre spalle transitiamo nella<br />
mia storia. Dapprima Foresto<br />
dove sono nato e cresciuto e<br />
dove Remo Bortolin guida<br />
l’unico Gruppo della valle che<br />
non sia in un comune ma bensì<br />
in una frazione del comune di<br />
Bussoleno. La mia Bussoleno<br />
dove per una decina di anni<br />
sono stato il capogruppo. Siamo<br />
sul lato sinistro della Dora.<br />
6<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
Anche qui un novello capogruppo<br />
e consigliere sezionale,<br />
l’uomo dei tesseramenti,<br />
quell’Enrico Sacco che è subentrato<br />
da poco a Luigi Belmondo.<br />
Anche qui un pezzo di storia<br />
perché siamo nella terra natale<br />
di Luigi Ponzinibio, l’unica medaglia<br />
d’oro del nostro vessillo,<br />
ma siamo anche nella città natale<br />
di don Trappo che purtroppo<br />
nello scorso settembre ci<br />
ha lasciati e che da lassù veglia<br />
su di noi.<br />
Ancora una capatina a salutare<br />
Danilo Bellando e poi a<br />
breve ti spiegherò il perché.<br />
Vicinissimo a Bussoleno c’è<br />
Chianocco. Fiorenzo Combetto<br />
ne è il capogruppo da innumerevoli<br />
anni, ma Fiorenzo Combetto<br />
è anche la musica della<br />
nostra <strong>Sezione</strong>, l’instancabile<br />
presidente della fanfara sezionale<br />
dal 1975. Ma non basta un<br />
grande presidente, se non hai un<br />
grande maestro e dei grandi musici.<br />
Non possiamo certo nominare<br />
uno a uno tutti gli elementi<br />
che danno lustro a questo bravissimo<br />
complesso, ma essendo<br />
appena passati da Bussoleno<br />
avrai certamente intuito che il<br />
Danilo appena salutato non è<br />
altri che il maestro di questi eccezionali<br />
musici. Avresti dovuto<br />
sentirli ieri sera nel consueto<br />
concerto ad apertura della nostra<br />
festa sezionale. Un altro<br />
grande successo per loro e<br />
anche per noi, che come piccola<br />
<strong>Sezione</strong> abbiamo la fortuna di<br />
avere una grande fanfara. Ma<br />
Chianocco è anche Giulio Rossero,<br />
classe 1911, il nostro alpino<br />
centenario che con affetto<br />
ti saluta.<br />
E mentre le note di Rataplan<br />
si spengono in lontananza raggiungiamo<br />
Bruzolo. Qui capogruppo<br />
è Valerio Olivero,<br />
revisore dei conti sezionale, ma<br />
soprattutto Valerio è “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong>”, il nostro giornale.<br />
Mi perdoni Valerio se gli<br />
togliamo per un attimo l’onore<br />
della ribalta per ricordare, visto<br />
che Chianocco è da poco superata,<br />
il nostro grande Francesco<br />
Ballesio, classe 1921, che il<br />
giornale lo ha modellato per 35<br />
anni prima di cederglielo da un<br />
paio di anni, senza però abbandonare<br />
completamente la sua<br />
creatura. Sia l’età che la salute<br />
lo tengono lontano, ma dalla sua<br />
casa continua a pensare titoli e<br />
copertine, impaginazioni e articoli.<br />
Ciao Francesco.<br />
Superata Bruzolo eccoci a<br />
San Didero, dove Pierino Girard<br />
guida il nostro Gruppo più piccolo<br />
ma che comunque resiste<br />
con tenacia all’usura del tempo.<br />
Poca strada ed arriviamo a<br />
Borgone. Qui una sosta è d’obbligo.<br />
Michele Bosco, capogruppo<br />
e consigliere sezionale,<br />
sicuramente ci avrà aperto la<br />
sua sede e la tavola sarà certamente<br />
imbandita. Se non lo<br />
fosse non sarebbe lui. Grande<br />
ospitalità, grande e vulcanico<br />
personaggio e, almeno a sentire<br />
lui, grande cacciatore.<br />
Proseguiamo sul lato sinistro<br />
della Dora e raggiungiamo Condove.<br />
Giovanni Pesce ne è il capogruppo<br />
da innumerevoli anni<br />
ed il suo Gruppo di anni a breve<br />
ne compie 85.<br />
Incontriamo ora Caprie e gli<br />
inconfondibili baffoni di Nello<br />
Bert ci accolgono con gli altri<br />
membri del Gruppo tra cui due<br />
dei nostri atleti che hanno partecipato<br />
alle gare nazionali di<br />
marcia di regolarità, Sergio Bar<br />
e Fabrizio Vinassa. Il terzo staffettista,<br />
Roberto Bossù, lo troveremo<br />
più avanti nel prossimo<br />
Gruppo che incontreremo,<br />
quello di Villar Dora. Ce lo presenterà<br />
il capogruppo Michele<br />
Leone.<br />
Torniamo nuovamente a salire.<br />
Siamo nella Val Messa e<br />
stiamo per raggiungere dapprima<br />
Almese e successivamente<br />
Rubiana, gli ultimi due<br />
Gruppi della <strong>Sezione</strong> su questo<br />
lato della Dora Riparia. Ad Almese<br />
è capogruppo Vanni Olivero<br />
e a Rubiana <strong>Lo</strong>renzo Bert a<br />
cui vanno i nostri più sinceri auguri<br />
per una sua pronta guarigione.<br />
Ci tocca ora attraversare la<br />
Dora per raggiungere il Gruppo<br />
di Buttigliera Alta, il Gruppo chilometricamente<br />
più distante. Buttigliera<br />
è fresca di anniversario<br />
visto che solo domenica scorsa<br />
ha festeggiato il suo 80° compleanno.<br />
Sapientemente guidato da<br />
Guido Marchisotto, il Gruppo si<br />
distingue e si è distinto nella solidarietà<br />
con particolare attenzione<br />
all’Afghanistan.<br />
Pochi chilometri ed altro<br />
compleanno. Qui sono 85 gli<br />
anni e siamo ad Avigliana. L’occasione<br />
è per presentarti il mio<br />
vicepresidente vicario Elio Garnero<br />
ed il capogruppo Ezio Giovanardi.<br />
Dalla loro passione<br />
alpina e dal loro interessamento<br />
è nata l’idea di dedicare una<br />
targa al 5° ed ai suoi alpini che<br />
attesero la partenza per la Russia<br />
proprio in queste terre. La<br />
potrai trovare alla stazione ferroviaria<br />
da dove partirono le tradotte.<br />
Eccoci ora a Sant’Ambrogio<br />
dove incontriamo Luciano Garnero.<br />
Su di noi si erge maestosa<br />
la Sacra di San Michele, l’altro<br />
importante simbolo della nostra<br />
Valle.<br />
Il Gruppo di Chiusa San Michele,<br />
quello che tocchiamo ora,<br />
ogni anno organizza una fiaccolata<br />
alpina che la raggiunge.<br />
Guida, ispiratore e organizzatore<br />
è il capogruppo Vittorio<br />
Amprimo, anche lui fresco di<br />
compleanno e di festeggiamenti.<br />
Ma festeggiamenti con<br />
una forte connotazione alpina,<br />
perché da queste terre partì quel<br />
ceppo dei Cantore da cui nel<br />
1860 nacque quell’Antonio<br />
Cantore considerato il padre<br />
degli alpini, “anima eroica degli<br />
alpini, salda come le rupi che lo<br />
videro cadere colpito in fronte,<br />
ardente come la fede per cui<br />
morì”.<br />
Vaie del neocapogruppo Domenico<br />
Usseglio Prinsi è il<br />
Gruppo successivo e poco oltre<br />
Sant’Antonino del buon Michele<br />
Franco. Sfilano al nostro<br />
fianco i castagneti della Valle di<br />
Susa e ci accompagnano a Villar<br />
Focchiardo dove incontreremo<br />
Mario Ressiore il<br />
capogruppo.<br />
Ancora tre Gruppi, quello di<br />
San Giorio guidato da Mauro<br />
Pognant Gros, quello di Mattie,<br />
forse il più ruspante con Andrea<br />
Riffero trascinatore ed infine<br />
quello di Meana guidato da<br />
Mario Perotto, Gruppo al quale<br />
era iscritto sino alla sua morte<br />
don Rinaldo Trappo che di<br />
Meana era anche cittadino onorario.<br />
Abbiamo finito il nostro viaggio<br />
caro Corrado, ho voluto farti<br />
conoscere in poche semplici parole,<br />
gli uomini che sono l’asse<br />
portante della nostra <strong>Sezione</strong>,<br />
uomini che con sacrificio ed in<br />
silenzio guidano i loro Gruppi<br />
con quello spirito alpino che tu<br />
ci ricordi e che ci sproni a mantenere.<br />
Io sono orgoglioso di questi<br />
uomini, come sono orgoglioso<br />
del Consiglio direttivo che mi<br />
affianca, come sono orgoglioso<br />
di questa valle che con l’“Exilles”,<br />
il “Susa”, il “Val Cenischia”,<br />
il “Val Dora” ha scritto<br />
pagine di storia in ogni ambito<br />
nel quale i suoi figli sono stati<br />
chiamati a difendere la nostra<br />
Patria.<br />
“Italia unita ed alpini. Il dono<br />
migliore per i nostri figli” è la<br />
nostra lettura dei 150 anni della<br />
nostra Italia. Noi la vediamo<br />
così e ne siamo fieri, fieri di essere<br />
italiani e soprattutto fieri di<br />
essere alpini.<br />
Vedi davanti a te, tra i nostri<br />
ospiti, gli amici francesi. Amicizia<br />
vera cementata dal nostro<br />
gemellaggio, amicizia nel nome<br />
della montagna e delle rispettive<br />
patrie che un giorno neppure<br />
tanto lontano furono nemiche.<br />
<strong>Lo</strong>ro non hanno la penna, ma<br />
sono alpini e gente di montagna<br />
come noi, orgogliosa delle tradizioni.<br />
Nei loro occhi restano<br />
indelebili le immagini dei raduni<br />
di Bassano, Latina, Bergamo,<br />
Torino a cui hanno<br />
partecipato e nelle quali hanno<br />
sfilato con noi, ma soprattutto<br />
non dimenticano la Briançon<br />
del 2008, la Briançon del<br />
grande abbraccio.<br />
Avremmo voluto presentare<br />
anche al generale Figliuolo, comandante<br />
della “Taurinense”,<br />
questa nostra <strong>Sezione</strong>, ma purtroppo<br />
il concomitante raduno<br />
nazionale dei bersaglieri a To-
ino lo ha sottratto al nostro invito<br />
che sappiamo avrebbe voluto<br />
onorare con piacere. Ma gli<br />
impegni istituzionali sono un<br />
dovere al quale non è possibile<br />
sottrarsi. Il comandante è un artigliere<br />
da montagna e gli<br />
avremmo parlato della nostra<br />
<strong>Sezione</strong> e di questa nostra valle<br />
dove anche gli artiglieri del<br />
“Susa” e del “Pinerolo” hanno<br />
avuto una parte importante,<br />
come ne è stata testimonianza la<br />
volontà posta in essere dagli ex<br />
della 40ª batteria del “Susa” nel<br />
voler sfilare con noi a Torino<br />
guidati dal gen. Giorgio Battisti<br />
anche lui già comandante della<br />
“Taurinense”.<br />
E gli avremmo raccontato<br />
della caserma di artiglieria “Cascino”<br />
in abbandono, del dispiacere,<br />
sia nel vederla in quello<br />
stato che nell’essere impotenti<br />
per salvarla. Ma sappiate amici<br />
che qualcosa lo abbiamo fatto<br />
nel nostro piccolo, ma pare che<br />
non sia stato gradito. Noi l’abbiamo<br />
fatto con il cuore e lo rifaremmo<br />
ancora perché noi, la<br />
storia e le tradizioni le difendiamo<br />
con il cuore, con gli atti e<br />
non certo con la burocrazia. Mi<br />
resta comunque il dovere di ringraziarlo<br />
per quanto ha fatto per<br />
la manifestazione di ieri ad Oulx.<br />
Ed infine i nostri fiori all’occhiello<br />
caro presidente: la fanfara<br />
sezionale, come già detto,<br />
una tra le più apprezzate tra<br />
tutte le fanfare dell’Associazione<br />
nazionale alpini ed infine<br />
la Protezione civile sezionale,<br />
grande esempio di altruismo ed<br />
efficienza nell’affrontare ogni<br />
tipo di emergenza. Cinque squadre<br />
sul territorio e tre nuclei,<br />
rocciatori, cinofili e sommozzatori,<br />
ne formano l’ossatura.<br />
Paolo Parisio è il coordinatore<br />
sezionale, ma le sue capacità<br />
hanno ormai valicato i confini<br />
della valle e la carica di vice coordinatore<br />
di Raggruppamento<br />
ne è il giusto riconoscimento.<br />
Ben 75 rappresentanti della nostra<br />
Protezione civile hanno sfilato<br />
a Torino e credimi non sono<br />
pochi.<br />
La “Val Susa” è questa, con<br />
840 alpini scesi a Torino per sfilare,<br />
con i suoi oltre 3400 iscritti<br />
in 36 Gruppi, una <strong>Sezione</strong> generosa<br />
quando è chiamata a raccolta,<br />
una <strong>Sezione</strong> fedele<br />
all’Associazione ed alle tradizioni,<br />
una <strong>Sezione</strong> figlia di terra<br />
che vuole bene agli alpini in<br />
armi e che, vedi ieri per la 34,<br />
ha saputo riconoscerne l’importanza<br />
ed il radicamento nel territorio.<br />
Caro Corrado, “l'è ’l Piemont<br />
ch'a dà a l'Italia soa pì bela gioventù”<br />
e tu da buon piemontese<br />
lo sai. Grazie per la tua visita,<br />
grazie per la tua passione, per<br />
l’esempio che ci dai, grazie per<br />
la carica che ci trasmetti. W gli<br />
alpini, W l’Italia e W la Val<br />
Susa.<br />
note alpine ad exilles:<br />
chissà se il vento... di Mauro Biglino<br />
Questa volta dobbiamo rallegrarci:<br />
il 18 e 19 giugno il cielo<br />
ed il vento ci hanno regalato un<br />
sabato ed una domenica spettacolari.<br />
La gente era tanta sabato sera<br />
ed assisteva incuriosita anche ai<br />
preparativi: sappiamo ormai che<br />
fino a quando il maestro Danilo<br />
si muove sul palco con la camicia<br />
ancora fuori dai pantaloni i<br />
preparativi sono ancora in corso<br />
– la sua voce forte chiama, richiama,<br />
sollecita, mentre il presidente<br />
Fiorenzo osserva con<br />
cipiglio l’insieme dell’operatività<br />
per verificare che tutto stia<br />
procedendo nella direzione desiderata,<br />
e di tanto in tanto con<br />
uno sguardo fugace tende a cogliere<br />
gli arrivi del pubblico che<br />
lentamente occupa i posti a sedere.<br />
Un altro personaggio concorre<br />
alla composizione della ritualità:<br />
la presentatrice ufficiale<br />
della fanfara, Maria Cristina che<br />
ora presenta in divisa perché è<br />
divenuta membro effettivo e<br />
‘sonante’ del gruppo. Trovata la<br />
quadra, Cristina rivolge alternativamente<br />
lo sguardo ai ‘fanfaroni’<br />
- che non sono solo più i<br />
‘suoi ragazzi’, come li chiamava,<br />
ma ormai anche suoi colleghi<br />
- ed al pubblico di cui<br />
coglie anche i sentimenti ed il<br />
crescente senso di attesa. Tutto<br />
poi si svolge secondo copione:<br />
il concerto è diviso in due parti,<br />
una di carattere più genericamente<br />
bandistico e la seconda,<br />
quella veramente attesa dal pubblico,<br />
comprendente brani tipici<br />
della tradizione militare ed alpina<br />
in particolare.<br />
Questa volta però la sorpresa<br />
è stata grande perché importante<br />
è il nome di colui che ne è stato<br />
soggetto ed oggetto: Corrado Perona,<br />
il Presidente dell’A.N.A., è<br />
infatti arrivato nell’intervallo a<br />
dare ulteriore lustro alla serata.<br />
Va detto quindi che Exilles ha<br />
festeggiato in modo particolare<br />
questo giorno proprio in occasione<br />
del centocinquantennio<br />
dell’Unità d’Italia.<br />
Chissà se il vento alpino che<br />
poi si è levato ha colto il valore<br />
dell’insieme, il significato di<br />
questo evento che certo non è<br />
stato ordinario né usuale.<br />
Chissà se dopo avere memorizzato<br />
suoni, note e parole, le<br />
ha portate a valle, a beneficio<br />
degli assenti.<br />
Chissà se il suo spirare nella<br />
giornata di domenica ha assunto<br />
il significato di un messaggio o<br />
di più messaggi, almeno di<br />
quelli contenuti nelle parole<br />
degli intervenuti nella manifestazione<br />
del mattino.<br />
E ben oltre dovrebbe portare<br />
il contenuto dei valori che, almeno<br />
formalmente, vengono richiamati,<br />
riaffermati e<br />
sottolineati in queste ricorrenze.<br />
Si dice spesso che la musica<br />
rappresenti un linguaggio universale<br />
capace di parlare ai<br />
cuori, ebbene, se noi uniamo i<br />
suoni della fanfara con le parole<br />
che ne accompagnano la presentazione,<br />
dovremmo assistere<br />
con un certo sentimento di orgoglio<br />
e di speranza a manifestazioni<br />
che come questa fanno<br />
da megafono per valori che dovrebbero<br />
essere condivisi.<br />
E i valori rimangono inalterati<br />
nella loro efficacia anche se<br />
qualche volta i suoni che li accompagnano<br />
non sono forse<br />
perfetti come si vorrebbe: il sentimento<br />
che li trasporta nell’aria<br />
fino agli orecchi di chi li coglie<br />
mantiene invariato tutto il suo<br />
spessore umano.<br />
Ottoni e legni parlano, cantano,<br />
lanciano nell’etere i loro<br />
significati in forma di vibrazioni<br />
che colpiscono nel segno la<br />
parte emozionale di chi ascolta<br />
e tutta la platea condivide la<br />
sensazione, senza giudicare.<br />
Chissà se il vento che è arrivato<br />
a dare manforte alla trasmissione<br />
di questi significati<br />
Rettifica<br />
ha saputo compiere il suo dovere<br />
e dalla stretta di Exilles ha<br />
veramente fatto da vettore di<br />
quanto le note dicono e vogliono<br />
dire.<br />
La fanfara sempre ci ricorda<br />
il mormorio col quale il Piave<br />
comunicava con i fanti che lo<br />
attraversavano; non manca mai<br />
di eseguire il coro del Nabucco<br />
che unisce le aure dolci al ricordo<br />
del fiume Giordano; le<br />
voci della natura sono suoni che<br />
parlano a chi le sa ascoltare<br />
anche quando sono trasformate<br />
in note da mani sapienti.<br />
Chissà se il vento di Exilles ha<br />
saputo comportarsi da voce naturale<br />
mentre percorreva la valle;<br />
mentre passava sui ‘fidi tetti del<br />
villaggio’, quei tetti da cui sono<br />
partiti ‘con indomita fierezza i<br />
bravi alpini’ ricordati nelle parole<br />
dell’inno ufficiale del corpo,<br />
conosciuto col titolo di ‘33’ o<br />
anche come ‘Valore alpino’.<br />
<strong>Lo</strong> speriamo e proviamo ancora<br />
a risentire l’eco dei suoni<br />
che ha raccolto: sono usciti<br />
dagli strumenti, hanno parlato ai<br />
presenti, hanno abbandonato il<br />
tendone, sono saliti a circondare<br />
il Forte che sempre assiste silenzioso<br />
nella speranza di tornare<br />
ad essere, prima o poi,<br />
cassa di risonanza per le note alpine<br />
della Fanfara A.N.A. Val<br />
Susa.<br />
La convenzione odontoiatrica con la VACUPAN ITALIA,<br />
contrariamente a quanto riportato sulla locandina inserita in<br />
questo giornale, è valida per tutti i soci della <strong>Sezione</strong> e loro familiari.<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 7
Attualità<br />
Il cap. Luca Del Sole riceve l’atto di conferimento della cittadinanza onoraria dalle mani dei nipoti dei compianti Clataud e Chareun.<br />
A destra: il corteo fa rientro in caserma (foto D. Balbo).<br />
oulx abbraccia i suoi “lupi” di Dario Balbo<br />
Sabato 18 giugno ad Oulx<br />
sotto una pioggia insistente si è<br />
tenuta la cerimonia del conferimento<br />
da parte del Comune<br />
della cittadinanza onoraria alla<br />
34ª compagnia del battaglione<br />
“Susa” ospitata nella locale caserma<br />
“Assietta”.<br />
Erano stati i compianti Pier<br />
Augusto Clataud e Candido<br />
Chareun, rispettivamente capogruppo<br />
e vice capogruppo andati<br />
avanti nell’estate 2010 a<br />
distanza di un mese l’uno dall’altro,<br />
a porre le basi per questo<br />
riconoscimento. Il Gruppo<br />
di Oulx ne ha poi proseguito<br />
l’iter sino alla ufficialità della<br />
delibera comunale del 31 gennaio<br />
u.s.<br />
Per festeggiare l’avvenimento<br />
era anche in programma<br />
l’annuale raduno degli ex appartenenti<br />
alla compagnia<br />
stessa, i “lupi”.<br />
Grande la partecipazione alpina<br />
nonostante la pioggia che<br />
certo non ha scoraggiato l’entusiasmo<br />
e l’affluenza degli amici<br />
degli alpini. Infatti oltre 500<br />
sono stati i “veci” che, riunitisi<br />
fuori della caserma, aspettavano<br />
l’uscita della fanfara della “Tau-<br />
8<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
rinense” e dei “lupi” della 34ª<br />
compagnia per raggiungere in<br />
corteo con i loro vessilli piazza<br />
Garambois. Qui altrettanti spettatori<br />
sfidavano l’inclemenza<br />
del tempo nell’attesa di veder<br />
sfilare vessilli, gagliardetti e<br />
penne nere.<br />
Portava il saluto del Gruppo<br />
l’attuale capogruppo Franco<br />
Bernard ponendo l’accento sul<br />
significato dell’onorificenza<br />
più che mai simbolo di un legame<br />
profondo, quasi un abbraccio,<br />
con ragazzi che con<br />
continuità ormai partecipano a<br />
pericolose missioni all’estero in<br />
difesa della pace e che spesso<br />
sono entrati con le loro famiglie<br />
a far parte della comunità locale.<br />
L’atto di conferimento veniva<br />
ritirato dal cap. Luca Del Sole,<br />
attuale comandante di questo distaccamento,<br />
ultima unità rimasta<br />
in tale particolare posizione<br />
di distaccamento autonomo in<br />
tutto il panorama alpino. A porgerlo<br />
le mani dei nipoti dei<br />
compianti Clataud e Chareun.<br />
Il saluto del 3° era portato dal<br />
Comandante col. Carlo Sardi<br />
che nel suo discorso ha sottoli-<br />
neato l’atipicità della 34ª compagnia,<br />
il mantenimento dei valori<br />
alpini, il concorso quale<br />
base per la formazione dei militari<br />
a livello F.A. ed il fatto che<br />
tale unità, unitamente al reggimento,<br />
è sempre stata protagonista<br />
sia in passato sia nelle<br />
attuali missioni di supporto alla<br />
pace.<br />
Il sindaco di Oulx, Paolo De<br />
Marchis nel suo discorso esprimeva<br />
parole di elogio nei confronti<br />
degli alpini presenti sul<br />
territorio da oltre cinquant’anni.<br />
Anni costellati anche da calamità<br />
naturali che hanno visto i<br />
giovani dalla 34 sempre attivi<br />
negli aiuti alla popolazione. Ma<br />
anche alpini che sono stati estremamente<br />
importanti con la loro<br />
presenza nello sviluppo economico<br />
della cittadina e che continuano<br />
a nutrire un fortissimo<br />
legame con la loro caserma con<br />
vivo orgoglio e senso di appartenenza.<br />
Numerosi poi gli ex<br />
Comandanti intervenuti e<br />
grande gioia di molti nel ritrovarli<br />
e salutarli.<br />
I commercianti locali contribuivano<br />
alla festa con addobbi<br />
alle vetrine nelle quali erano<br />
esposte fotografie della caserma<br />
e delle sue attività scattate dal<br />
“lupo” Franco Bacchini nel lontano<br />
1953.<br />
Le stesse immagini erano<br />
state proiettate la sera precedente<br />
nella sala del consiglio<br />
comunale riscuotendo un grandissimo<br />
successo per la riscoperta<br />
di luoghi, situazioni, volti<br />
che resistevano nella memoria<br />
dei meno giovani e che hanno<br />
rappresentato una sorpresa per i<br />
rimanenti presenti.<br />
In virtù della vicinanza della<br />
cerimonia con l’anniversario<br />
della presa del Monte Nero, in<br />
tribuna era anche presente il figlio<br />
del col. Pietro Barbier, allora<br />
comandante di uno dei<br />
plotoni che lo conquistarono, e<br />
nativo di Oulx.<br />
Nel pomeriggio era in programma<br />
un concerto della fanfara<br />
della “Taurinense” nei<br />
giardini pubblici ma l’inclemenza<br />
del tempo ha di fatto ridotto<br />
e snaturato il programma<br />
costretto a svolgersi all’interno<br />
della tensostruttura sulla quale<br />
lo scrosciare della pioggia<br />
creava l’accompagnamento alle<br />
note degli ottoni.
Annuale pellegrinaggio al Rocciamelone<br />
di Davide Corona<br />
Sabato 30 e domenica 31 luglio,<br />
la <strong>Sezione</strong> ha festeggiato il<br />
suo 42° raduno alla vetta del<br />
Rocciamelone, con la tradizionale<br />
ascensione dei propri alpini,<br />
armati di vessillo e gagliardetti,<br />
che, guidati dal loro instancabile<br />
presidente Giancarlo Sosello,<br />
hanno voluto ancora una volta<br />
ritrovarsi e stringersi insieme al<br />
cospetto della statua della Beata<br />
Vergine per rinsaldare quel filo<br />
comune che lega tutte le penne<br />
nere a quel monte così sacro per<br />
la <strong>Sezione</strong> e gli alpini di <strong>Valsusa</strong><br />
tutti.<br />
Come sempre il tutto inizia<br />
nelle primissime luci di domenica<br />
31 luglio quando una lunga<br />
“colonna” di alpini, dipartendosi<br />
dai Rifugi “La Riposa e Ca’<br />
d’Asti” e snodandosi lungo l’intero<br />
itinerario di salita, raggiunge<br />
la vetta per assistere alla<br />
Santa Messa, officiata come da<br />
tradizione da don Nino, il quale<br />
ha avuto parole di apprezzamento<br />
ed elogio verso l’operato<br />
quotidiano degli alpini, veri testimoni<br />
ed ambasciatori, nel<br />
mondo d’oggi, di quei valori di<br />
appartenenza nazionale, fratellanza,<br />
solidarietà, senso del dovere<br />
e della Patria che molto<br />
spesso ai tempi nostri si fa fatica<br />
ad incarnare. Oltre alle bellissime,<br />
ma al tempo stesso semplici<br />
parole di don Nino durante<br />
l’omelia, a far da corollario alla<br />
funzione sono state la recitazione<br />
della Preghiera dell’Alpino<br />
da parte del nostro<br />
Presidente sezionale e l’intonazione<br />
musicale dei brani “Signore<br />
delle Cime” e del<br />
“Silenzio d’Ordinanza” da parte<br />
dei musici della fanfara, diretti<br />
dall’egregio maestro Danilo<br />
Bellando, saliti fin lassù con i<br />
loro fedeli strumenti a fiato.<br />
Un elogio particolare va<br />
come sempre all’indefesso impegno<br />
profuso da parte di Fulgido<br />
Tabone, che con la sua<br />
presenza ed attività ha garantito<br />
l’intero successo dell’evento sia<br />
la sera prima a Ca’ d’Asti, che<br />
la mattina di domenica in vetta,<br />
predisponendo la Cappella ed il<br />
piazzale per la Santa Messa e la<br />
consumazione di un piacevolissimo<br />
rinfresco a base di pasticcini,<br />
vino e the caldo. Onorava<br />
la manifestazione della propria<br />
presenza, il generale di divisione<br />
Giorgio Blais, il quale<br />
partendo la mattina stessa direttamente<br />
da Susa, ha voluto così<br />
rinsaldare quel profondo vincolo<br />
di unione al sacro monte ed alla<br />
Vergine Maria, protettrice di tutti<br />
gli alpini valsusini, facendogli ri-<br />
Considerazioni a margine<br />
del pellegrinaggio in vetta di Giorgio Blais<br />
Mi è già capitato di dire e di<br />
scrivere che la vetta del Rocciamelone<br />
è il posto più bello del<br />
mondo. Non credo che sia solo<br />
una convinzione mia. La gioia,<br />
l’orgoglio, la serena soddisfazione,<br />
l’incanto della vista e<br />
delle cime che si scorgono e, soprattutto,<br />
la stupenda statua<br />
della Madonna aprono il cuore<br />
di chi giunge in vetta a sentimenti<br />
che poche altre esperienze<br />
sono in grado di dare. Già<br />
la salita, impervia, non comoda,<br />
giustamente faticosa consente di<br />
allargare lo sguardo alla valle,<br />
alla cinta di Torino, alla città ancora<br />
illuminata se la salita avviene<br />
in ore antelucane. Incontri<br />
con animali, volpi, lepri, marmotte,<br />
ma anche daini sono tutt’altro<br />
che infrequenti. E ogni<br />
passo verso la vetta è una piccola,<br />
significativa conquista. E<br />
all’arrivo, ai 3.538 metri di<br />
quota, ecco la Madonna che si<br />
erge maestosa, confidente, rasserenante,<br />
bellissima. Grande<br />
scultore quello Stuardi! Da oltre<br />
cento anni Susa e la sua valle<br />
guardano con devozione alla<br />
vetta del Rocciamelone dove la<br />
statua troneggia benedicente.<br />
Da cento anni pellegrini e devoti,<br />
alpinisti e montanari si<br />
inerpicano fino alla vetta per de-<br />
porre ai piedi della Vergine una<br />
preghiera, una implorazione, un<br />
ringraziamento, una speranza.<br />
La statua della Madonna del<br />
Rocciamelone fa parte ormai di<br />
Susa e della sua valle, come una<br />
realtà immutabile; è là e lo sappiamo.<br />
Partiamo dal fondo valle a<br />
piedi, con mezzi meccanici fin<br />
dove è possibile, dal versante di<br />
Susa, da quello di Novalesa o di<br />
Usseglio, e col passo consentito<br />
a ciascuno dall’età e dalle proprie<br />
forze saliamo, saliamo,<br />
avendo nella mente e nel cuore<br />
quell’unico obiettivo. Arrivare<br />
alla vetta e rendere omaggio alla<br />
Madonna.<br />
E’ quindi assolutamente giusto<br />
e bello e significativo che gli<br />
alpini di oggi, eredi di quegli alpini<br />
che nel 1899 portarono a<br />
spalle la statua in vetta, abbiano<br />
deciso di effettuare il pellegrinaggio<br />
sezionale in vetta, l’ultima<br />
domenica di luglio.<br />
Le circostanze della mia vita<br />
mi hanno consentito di partecipare<br />
al pellegrinaggio solo un<br />
paio di volte, ma quante emozione<br />
in quelle occasioni!<br />
Trovo addirittura grandioso<br />
che i componenti della fanfara<br />
sezionale salgano in vetta portandosi<br />
al seguito gli strumenti.<br />
E anche quest’anno, che emozione<br />
e che gioia sentire, durante<br />
la celebrazione della Santa<br />
Messa in vetta, sentire suonare,<br />
come primo brano, Stelutis alpinis,<br />
canto che la mia permanenza<br />
in Friuli mi ha permesso<br />
di apprezzare e amare in maniera<br />
notevolissima. Bravi, bravissimi.<br />
Ma bravissimi tutti gli alpini<br />
saliti e con quanta fierezza indossavano<br />
il loro cappello, fedele<br />
compagno di tante fatiche,<br />
vicissitudini, gioie! Un alpino si<br />
identifica con il suo cappello,<br />
che gli dà una identità,<br />
un’anima, direi. Nessuno al<br />
mondo è come gli alpini ed il<br />
cappello – in quante maniere<br />
assai più poetiche è stato scritto!<br />
– rende gli alpini unici. Le<br />
stesse semplici ed ingenue parole<br />
della nostra canzone “Sul<br />
cappello che noi portiamo c’è<br />
una lunga penna nera che a noi<br />
serve da bandiera...” dà la cifra<br />
di cosa sia il cappello per noi.<br />
Non per niente, quando un alpino<br />
“va avanti”, assieme alla<br />
corona di fiori sulla sua bara c’è<br />
sempre, immancabilmente, il<br />
cappello.<br />
E, come considerazione finale,<br />
vorrei esortare tutti a trattare<br />
il cappello con il riguardo<br />
vivere e testimoniare quegli<br />
stessi ricordi e quelle stesse sensazioni<br />
che sicuramente lo hanno<br />
accompagnato durante la sua<br />
splendida carriera da ufficiale<br />
nelle fila degli alpini.<br />
Erano presenti al pellegrinaggio<br />
i vessilli delle Sezioni<br />
A.N.A. Val Susa, Cuneo e Torino,<br />
ed i gagliardetti di Avigliana,<br />
Bussoleno, Caprie,<br />
Chianocco, Chiomonte, Chiusa<br />
San Michele, Mattie, Mompantero,<br />
Novalesa, Sant’Antonino,<br />
San Didero, San Giorio, Susa e<br />
Vaie per quanto riguarda la <strong>Sezione</strong>,<br />
insieme a quelli esterni di<br />
Chiaves, Collegno, Cortandone,<br />
Monastero, Ronco Scrivia,<br />
Roure, Santo Stefano Roero e<br />
Trana ai quali va il nostro più<br />
sentito ringraziamento per la vicinanza<br />
mostrataci con la loro<br />
presenza.<br />
che si merita. Devo affermare<br />
che con grande dispiacere ho<br />
visto o saputo di persone che<br />
hanno partecipato a manifestazioni<br />
politiche di parte, o a proteste<br />
e manifestazioni di piazza,<br />
o addirittura ad azioni eversive,<br />
con il cappello in testa.<br />
Mi hanno pure riferito che<br />
una di queste persone, di fronte<br />
ad una specifica osservazione,<br />
abbia risposto: “Il cappello è<br />
mio e ne faccio quello che voglio”.<br />
Devo vibratamente dire:<br />
NO! Il cappello è tuo, ma non<br />
fai quello che vuoi. Il cappello<br />
te lo ha dato la Patria e tu lo indossi<br />
quando servi la Patria,<br />
quando la rispetti, quando la difendi.<br />
Altrimenti indebolisci l’idea<br />
che pensi di sostenere e insozzi<br />
il cappello, rendendolo strumento<br />
di partigianeria, e al<br />
tempo stesso offendendo gli alpini<br />
che non la pensano come<br />
te. Gli alpini devono difendere<br />
gli ideali, l’Italia, con quella intelligente<br />
disciplina che li ha<br />
sempre contraddistinti e con lo<br />
spirito di serietà, abnegazione,<br />
sacrificio che li porta ogni ultima<br />
domenica di luglio in vetta<br />
al Rocciamelone a pregare la<br />
Madonna con intenzioni pure e<br />
serie.<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 9<br />
Attualità
Attualità<br />
Gli alpini chiusini raccolti attorno al loro capogruppo Vittorio Amprimo.<br />
Il Gruppo alpini di Chiusa San Michele<br />
ha festeggiato il suo 80° compleanno<br />
di Vittorio Amprimo<br />
I festeggiamenti per l’80° di<br />
fondazione del Gruppo sono iniziati<br />
venerdì 3 giugno nella<br />
chiesa Parrocchiale con il concerto<br />
del “Coro Alpino <strong>Valsusa</strong>”<br />
e del “Coro Valpellice”<br />
diretti dal maestro Ugo Cismondi<br />
e presentati da Bruno<br />
Gambarotta. I due cori hanno<br />
eseguito brani tratti dal loro volume<br />
“Canti nostri”.<br />
Al termine, la festa si è spostata<br />
presso il salone Polivalente<br />
per l’inaugurazione della mostre<br />
“Alpini della <strong>Valsusa</strong>” di Mario<br />
Tonini e “Dall’Ortigara 1920 a<br />
Torino 2011” del nostro socio<br />
Daniele Miletto e la presentazione<br />
da parte di Bruno Gambarotta<br />
e Mauro Minola del<br />
libro “Alpini di Chiusa storie e<br />
memorie”.<br />
Il libro abbraccia un ampio<br />
periodo di storia alpina con particolare<br />
attenzione alla storia<br />
degli alpini di Chiusa, sin dal<br />
primo alpino di cui si ha notizia,<br />
nato nel 1856. Racconta poi la<br />
storia del gen. Antonio Cantore,<br />
la cui famiglia paterna era originaria<br />
di Chiusa, e le pagine<br />
drammatiche degli alpini che<br />
hanno combattuto nelle guerre<br />
di Libia, nella Prima guerra<br />
mondiale, nella guerra d’Africa<br />
orientale e infine nella Seconda<br />
10<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
guerra mondiale. <strong>Lo</strong>gica conclusione<br />
ai giorni nostri con i<br />
racconti di coloro che hanno<br />
semplicemente fatto il militare<br />
di leva nel corpo degli alpini o<br />
che hanno prestato servizio<br />
nelle missioni di pace o in “Vivi<br />
le forze armate”. Un capitolo<br />
infine è dedicato alla storia del<br />
Gruppo dalla fondazione fino ai<br />
giorni nostri, alla solidarietà, al<br />
dovere, all’allegria. Alla serata<br />
è intervenuto un componente<br />
del gruppo “Militaria” indossando<br />
la divisa degli alpini di<br />
fine ’800.<br />
Sabato 4 giugno, nel pomeriggio,<br />
in piazza della Repubblica<br />
un folto pubblico ha<br />
assistito alla dimostrazione del<br />
nucleo “Cinofili” della Protezione<br />
Civile A.N.A. “Val Susa”,<br />
dimostrazione che ha coinvolto<br />
direttamente alcuni bambini tra<br />
i numerosi presenti. Al termine<br />
ricca merenda offerta dal<br />
Gruppo proprio ai bambini intervenuti.<br />
Domenica 5 giugno, giorno<br />
della solenne cerimonia per<br />
l’anniversario, apertura dei festeggiamenti<br />
con alzabandiera e<br />
Onore ai Caduti presso il monumento<br />
di piazza della Repubblica.<br />
Santa Messa officiata da<br />
don Romeo con l’accompagna-<br />
mento dei canti della corale “A.<br />
Sestero”. Al termine della<br />
Messa benedizione del nuovo<br />
gagliardetto a cui ha fatto da<br />
madrina la signora Laura Cantore,<br />
vedova di Mario Sbodio,<br />
infaticabile e indimenticabile<br />
capogruppo per 40 anni. Molto<br />
toccante l’omelia di don Romeo<br />
nel corso della quale sono stati<br />
letti dei brani tratti dalle lettere<br />
di don Emilio Berto cappellano<br />
militare in Russia.<br />
Al termine della celebrazione,<br />
gli alpini sono sfilati per<br />
le vie del paese accompagnati<br />
dalla Fanfara A.N.A “Val Susa”<br />
per ritornare in piazza della Repubblica<br />
dove si sono tenuti i<br />
discorsi ufficiali e la premiazione<br />
dei tre soci più anziani:<br />
Giuseppe Rocci classe 1930,<br />
Franco Giai classe 1931 e<br />
iscritto al Gruppo dal 1953 ed<br />
infine Guido Riva classe 1931.<br />
Premiati anche i negozi che<br />
hanno allestito le loro vetrine in<br />
onore degli alpini.<br />
Molti gli ospiti. Tra i più graditi<br />
il pronipote del gen. Cantore<br />
che ha voluto onorarci della sua<br />
presenza portando anche il cappello<br />
del generale. Posato con<br />
cura su di un cuscino ricoperto<br />
con il tricolore e portato dal ten.<br />
Davide Corona ha simbolica-<br />
mente rappresentato il generale<br />
nella sfilata quasi che sfilasse<br />
con noi.<br />
Presente anche una rappresentanza<br />
degli alpini di Sampierdarena,<br />
luogo di nascita del<br />
gen. Cantore, a cui il Gruppo,<br />
come il nostro, è intitolato. Il<br />
gruppo “Militaria” era presente<br />
con 2 alpini, 2 portatrici carniche,<br />
e 2 crocerossine, tutti con<br />
le divise del 1918.<br />
Particolarmente gradita la<br />
presenza alla manifestazione<br />
della signora Tiziana Nasi<br />
grande amica degli alpini di<br />
Chiusa.<br />
Al termine ben 200 persone si<br />
sono ritrovate sotto la tensostruttura<br />
a gustare il pranzo preparato<br />
dalla ditta “Pranzar<br />
sull’aia”.<br />
Ancora un grazie a tutte le autorità<br />
civili e militari intervenute,<br />
i Gruppi alpini con i loro<br />
vessilli e le Sezioni Val Susa,<br />
Torino e Genova intervenute<br />
con i loro consiglieri. Grazie infine<br />
a tutti i soci alpini e aggregati<br />
del Gruppo, alle socie<br />
aggregate che per mesi hanno<br />
collaborato alla buona riuscita<br />
della festa.<br />
Unico neo il tempo che durante<br />
i tre giorni è stato decisamente<br />
inclemente.
Ottant’anni di presenza nella comunità<br />
per il Gruppo di Buttigliera<br />
<strong>Lo</strong> schieramento al Parco della Rimembranza per la cerimonia<br />
dell’alzabandiera e l’onore ai Caduti. A destra: un meritato riconoscimento<br />
(foto D. Balbo).<br />
di elio Garnero<br />
Se noterete che sto commentando<br />
questo evento con enfasi<br />
e fervore non comuni, non vogliatemene,<br />
semplicemente è<br />
perché si è verificato nel Comune<br />
dove sono nato, e dove ho<br />
vissuto per oltre cinquant’anni<br />
(per la precisione in frazione<br />
Ferriera). Tengo solo a precisare<br />
che sia in capoluogo che nella<br />
frazione ho solo amici, sia alpini<br />
che non.<br />
Si è celebrato l’80° di fondazione<br />
del Gruppo alpini. Un<br />
Gruppo che da sempre stimo ed<br />
ammiro. Permettetemi di evidenziare<br />
la stretta e fattiva collaborazione<br />
che ogni anno, in<br />
occasione della raccolta per il<br />
Banco Alimentare (di cui il sottoscritto<br />
ne è il responsabile di<br />
zona), ogni ultimo sabato di novembre<br />
una valida rappresentanza<br />
composta anche da soci<br />
alpini non proprio giovanissimi,<br />
trainata dal sempre presente capogruppo<br />
riesce, con l’ormai<br />
acquisita capacità organizzativa<br />
a contribuire alla buona riuscita<br />
di tale evento. Alpini buttiglieresi,<br />
a voi un grazie mio personale.<br />
Chiaramente non sta al<br />
sottoscritto evidenziare l’importanza<br />
della presenza degli alpini<br />
sul territorio locale, questo l’ha<br />
fatto ampiamente il sindaco<br />
Ruzzola. Sono stati raggiunti gli<br />
80 anni di vita, che sono tanti, il<br />
che significa che coloro che si<br />
sono succeduti nel tempo hanno<br />
profuso tutte le energie necessarie<br />
per la continuità e la prosperità<br />
del Gruppo. Quanto è stato<br />
fatto finora è scaturito da un insieme<br />
di energie coordinate da<br />
un’ampia sintonia d’intenti ed<br />
obiettivi.<br />
Una responsabilità forte di<br />
cui gli alpini buttiglieresi devono<br />
sentirsi fieri e compartecipi,<br />
perché questo è anche il<br />
modo migliore per rendere<br />
onore a coloro che li hanno, o<br />
meglio ancora che ci hanno preceduto,<br />
e per tenere alta quella<br />
“penna” di cui tutti noi andiamo<br />
legittimamente orgogliosi. Cari<br />
amici alpini buttiglieresi, guardate<br />
con ottimismo al futuro<br />
cercando di invigorire un esempio<br />
che sempre avete dato a tutti<br />
nell’arco di questi decenni di attività<br />
e di impegno. Ve lo chiedono<br />
i vostri fratelli alpini, ma<br />
ve lo chiedono anche i vostri<br />
concittadini che oggi hanno ancora<br />
in voi uno dei punti di riferimento<br />
di maggiore solidità e<br />
garanzia.<br />
La manifestazione è riuscita<br />
splendidamente anche grazie<br />
alla disponibilità del parroco di<br />
Buttigliera/Ferriera, don Gino<br />
Palazziol, da sempre amico ed<br />
estimatore degli alpini locali.<br />
Il sabato sera un’impeccabile<br />
esibizione del coro “Rocciamelone”<br />
nella gremita chiesa del<br />
Sacro Cuore di Ferriera.<br />
Domenica mattina, oltre al<br />
vessillo sezionale rappresentavano<br />
la nostra <strong>Sezione</strong> ben 18<br />
Gruppi, oltre ad altri 9 Gruppi<br />
appartenenti a Sezioni limitrofe.<br />
Le altre associazioni, d’arma<br />
e non, erano una decina. Oltre al<br />
presidente Sosello ed ai tre vicepresidenti<br />
Garnero, Ferraris e<br />
Baro hanno partecipato i consiglieri<br />
sezionali Amprimo,<br />
Balbo, Baro, Bonaudo, Olivero,<br />
Rovero, Sacco e Salvaia.<br />
Sulle note della fanfara sezionale<br />
abbiamo percorso le vie del<br />
paese per poi ricordare i Caduti<br />
di tutte le guerre al parco della<br />
rimembranza antistante il cimitero.<br />
È seguita la Santa Messa<br />
nel cortile del Centro Famiglia,<br />
indi gli interventi del capogruppo,<br />
del Sindaco e del nostro<br />
Presidente sezionale, con il conferimento<br />
di alcuni riconoscimenti<br />
ai soci più anziani e<br />
meritevoli. È seguito il pranzo<br />
ancora nei locali del “Centro<br />
Famiglia” sempre gentilmente<br />
concessi da don Gino. Sono<br />
pure state premiate diverse signore<br />
sempre attive nel<br />
Gruppo.<br />
Concedetemi un plauso particolare<br />
per il capogruppo Guido<br />
Marchisotto da mesi impegnato<br />
per la buona riuscita di questo<br />
importante appuntamento. Capogruppo<br />
che ritengo anche fortunato,<br />
perché sempre sostenuto<br />
e consigliato dalla sua splendida<br />
moglie Bruna.<br />
Questa è un’ulteriore conferma<br />
che noi alpini sì, siamo<br />
bravi, ma senza il consenso e<br />
l’appoggio delle nostre donne<br />
saremmo costretti a percorrere<br />
una strada sempre in salita.<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 11<br />
Attualità
Attualità<br />
A sinistra: concerto del Coro alpino <strong>Valsusa</strong> nella chiesa parrocchiale.<br />
A destra: manifestazione della domenica con onore ai Caduti<br />
(foto D. Balbo).<br />
Grande festa<br />
per l’ottantesimo<br />
ad exilles<br />
di elio Garnero<br />
Domenica 10 luglio, a distanza<br />
di tre settimane si è rinnovato<br />
l’appuntamento sul<br />
piazzale del Forte dove è ubicata<br />
la Cappella Votiva. Questa<br />
volta per celebrare l’80° di fondazione<br />
del Gruppo alpini locale;<br />
per la verità la scadenza è<br />
avvenuta l’anno scorso, ma il<br />
tutto era stato rinviato per un<br />
grave quanto banale incidente<br />
che aveva bloccato il capogruppo<br />
Silvio Mout, condottiero<br />
e trascinatore del Gruppo.<br />
Chiaramente il numero dei<br />
partecipanti era inferiore a<br />
quello del raduno sezionale del<br />
19 giugno, anche per la concomitanza<br />
di altre manifestazioni<br />
in valle, ma la nostra <strong>Sezione</strong> ha<br />
coronato la manifestazione più<br />
che decorosamente con la partecipazione<br />
di un bel numero di<br />
12<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
gagliardetti, del presidente Sosello,<br />
dei tre vicepresidenti Garnero,<br />
Baro e Ferraris e di un<br />
discreto numero di consiglieri<br />
sezionali.<br />
I festeggiamenti sono già iniziati<br />
il sabato sera con uno straordinario<br />
concerto del coro<br />
alpino “<strong>Valsusa</strong>” di Bussoleno.<br />
La domenica, accompagnati<br />
dalle note della nostra fanfara<br />
abbiamo raggiunto piazza Europa<br />
dove, dopo l’alzabandiera<br />
e gli Onori ai Caduti, si sono avvicendati<br />
sul palco, il capogruppo<br />
degli alpini di Exilles,<br />
Silvio Mout, il sindaco di Exilles,<br />
Michelangelo Castellano,<br />
che ha evidenziato il profondo<br />
legame che unisce l’amministrazione<br />
locale al Gruppo alpini,<br />
gruppo che interpreta a<br />
meraviglia lo spirito di servizio<br />
alla comunità sostenendo le<br />
varie iniziative locali. Seguiva<br />
un intervento, sempre d’encomio<br />
ad Exilles ed ai suoi alpini,<br />
del presidente della Comunità<br />
Montana Val Susa e Val Sangone,<br />
Sandro Plano.<br />
Era poi la volta del novantaseienne<br />
maresciallo Giuseppe<br />
Rosatelli, cittadino onorario di<br />
questo piccolo ma significativo<br />
centro montano, il quale ringraziava<br />
tutti per l’accoglienza che<br />
gli viene riservata ogni qualvolta<br />
ci raggiunge in valle per le<br />
nostre manifestazioni.<br />
Chiudeva la parte ufficiale<br />
della festa il presidente sezionale<br />
Giancarlo Sosello che elogiava<br />
e ringraziava l’intero<br />
Gruppo per i lavori sostenuti<br />
ogni anno per la pulizia e la manutenzione<br />
dell’area sottostante<br />
il Forte ed antistante la Cappella<br />
Votiva per permettere lo svolgimento<br />
del nostro raduno sezionale.<br />
Si soffermava nell’elogiare<br />
Silvio Mout, definendolo “un<br />
gentiluomo”.<br />
A mio avviso mai appellativo<br />
fu così appropriato.<br />
Silvio è un esempio per tutti,<br />
sempre disponibile, poche parole<br />
ma sagge, tanto lavoro e<br />
grandi capacità di coinvolgimento,<br />
tali da ottenere ottimi risultati<br />
dai componenti del<br />
Gruppo da lui guidato.<br />
È seguita la Santa Messa con<br />
particolare rilievo per “coloro<br />
che sono andati avanti”. Ultima<br />
tappa il pranzo presso l’apposita<br />
struttura ed al termine ancora alcuni<br />
brani del repertorio della<br />
fanfara sezionale.
“Pianeta difesa”<br />
a Bousson<br />
di Dario Balbo<br />
Istruzione dura anche se in tempi e forma ridotta, marcia, arrampicata,<br />
pernottamento in quota al lago Nero e poi novità credo per<br />
tutti l’attraversamento del ponte tibetano più lungo d’Europa. Quasi<br />
un centinaio di giovani hanno affrontato così le tre settimane della<br />
sessione del “Pianeta difesa” meglio noto come mininaja presso la<br />
base logistica di Bousson. La brigata “Taurinense” li ha ospitati e<br />
l’addestramento è stato curato da personale del 3° alpini e del reparto<br />
comando.<br />
Durante le tre settimane sono stati seguiti rigidamente i tempi<br />
della caserma dalla sveglia alle 6,30 sino al silenzio della mezzanotte.<br />
Per la cronaca i maschi erano 77 e le ragazze 21 tra i 18 ed i 29<br />
anni di età. Tutti ragazzi che hanno chiesto di provare l’esperienza<br />
alpina ed è sempre opportuno sottolineare la volontarietà della loro<br />
scelta, mentre crediamo che molti dei più accesi detrattori dell’iniziativa,<br />
abbiano fatto durante la loro di naja meno di quanto abbiano<br />
fatto questi giovani in pochi giorni “o peggio” che abbiano fatto di<br />
tutto per evitarla.<br />
La curiosità di questa sessione è stata la presenza Omar Bedioune,<br />
21 anni, di Giaveno, padre algerino e madre piemontese che dopo<br />
quattro mesi di addestramento nella Legione Straniera ha optato per<br />
gli alpini preferendo seguire le orme del nonno materno.<br />
Quarantasette i piemontesi, mentre la valle di Susa era rappresentata<br />
da una ragazza, Francesca Pognant Gros di San Giorio e da<br />
un ragazzo, Massimiliano Maberto di Giaglione. Speriamo di anno-<br />
Francesca Pognant Gros e sotto, Massimiliano Maberto (foto D.<br />
Balbo).<br />
verarli a breve tra i nostri iscritti “amici” in attesa magari dell’arruolamento<br />
quale volontario in ferma breve tra le truppe alpine.<br />
Fanno tenerezza infatti questi ragazzi che sull’onda dell’entusiasmo<br />
delle tre settimane si dichiarano nella gran parte desiderosi di continuare<br />
l’esperienza salvo poi dimenticarsene dopo pochi giorni.<br />
Suggestiva come sempre la cerimonia di consegna del cappello<br />
alpino aperta come si conviene dal comandante della “Taurinense”<br />
Francesco Paolo Figliuolo. Ad uno ad uno, di corsa, fieri della loro<br />
divisa mimetica modello Afghanistan 2006, a chiamata pronti a riporre<br />
nella tasca il berretto d’ordinanza per ricevere commossi il<br />
cappello dalle mani degli ufficiali o dei presidenti ospiti che si alternavano<br />
nella consegna.<br />
La <strong>Sezione</strong> era rappresentata dal presidente Sosello con l’alfiere<br />
Gallina, dal vicepresidente Ferraris e dallo scrivente. Presenti i gagliardetti<br />
di Cesana, Claviere, Oulx e San Giorio.<br />
Commemorata<br />
la Divisione martire<br />
di Giovanni Baro<br />
Il monumento ai Caduti al Col di nava (foto D. Balbo).<br />
È il 3 luglio e, come avviene da anni, si celebra al Col di Nava il<br />
62° raduno alpino che commemora la drammatica ritirata di Russia<br />
della Divisione “Cuneense” che ha lasciato sul suolo sovietico ben<br />
13470 morti o dispersi.<br />
Sin dalle prime ore del mattino raggiungono il colle schiere di<br />
commilitoni che tra strette di mano e abbracci rievocano i giorni trascorsi<br />
in caserma o in <strong>Sezione</strong> sotto l'inseparabile cappello alpino.<br />
Alle 10 si snoda la tradizionale sfilata che, al passo scandito dalla<br />
fanfara della “Taurinense”, raggiunge il grande prato con eretto il<br />
palco delle autorità dove verrà celebrata la Santa Messa. Sono presenti<br />
21 vessilli sezionali tra cui spiccano le Sezioni estere di Brasile<br />
ed Argentina e 120 gagliardetti delle regioni Liguria, <strong>Lo</strong>mbardia,<br />
Veneto, Piemonte e Valle d'Aosta.<br />
In campo civile si notano i gonfaloni del comune di Imperia e di<br />
Pornassio, il paese ospitante, oltre ad altri paesi limitrofi. Sul palco<br />
oltre al sacerdote celebrante (un eremita), otto alpini reduci di guerra<br />
che, nonostante la veneranda età, hanno assistito con partecipazione<br />
alla Santa Messa.<br />
Al termine della celebrazione i discorsi di rito, dal sindaco di Pornassio<br />
con il benvenuto a tutti i presenti, all'assessore al turismo di<br />
Imperia, all'ufficiale comandante degli alpini, per terminare con il<br />
saluto del vice presidente nazionale Bertino a nome del presidente<br />
Perona.<br />
A concludere la manifestazione la deposizione di una corona di alloro<br />
al monumento ai Caduti accanto alla cappella eretta in memoria<br />
del generale Battisti. Era presente alla cerimonia il vessillo della<br />
<strong>Sezione</strong> A.N.A. Val Susa portato dall'alfiere Bruno Gallina e scortato<br />
dal sottoscritto.<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 13<br />
Attualità
Protezione civile<br />
Nei giorni 23-24 luglio, in<br />
alta valle Susa, sulle bellissime<br />
montagne di Cesana Torinese, si<br />
è svolta l’esercitazione congiunta<br />
tra i cinofili, rocciatori e<br />
sommozzatori appartenenti alla<br />
Protezione civile dell’Associazione<br />
nazionale alpini <strong>Sezione</strong><br />
Val Susa.<br />
Nelle intenzioni dell’Unità<br />
sezionale, dovrà diventare un<br />
appuntamento annuale ricorrente<br />
se possibile esteso anche<br />
alle realtà similari di settore sia<br />
A.N.A. che di altre associazioni.<br />
La località suggestiva dei<br />
circa 2.000 metri del lago Nero<br />
(il cui nome descrive la visibilità<br />
che i sub hanno in immersione)<br />
ha offerto la possibilità ai<br />
sommozzatori di esercitarsi a<br />
scandagliare il fondo con varie<br />
tecniche di ricerca ed il fatto<br />
della pessima visibilità è stato<br />
propedeutico per un addestramento<br />
più meticoloso e ad una<br />
puntigliosità di scandaglio manuale<br />
portata agli estremi proprio<br />
in virtù ad una visibilità ai<br />
“minimi termini”.<br />
A lato del lago seppur a distanza<br />
ragguardevole, una bella<br />
alta parete rocciosa ha permesso<br />
ai rocciatori di affinarsi nell’installazione<br />
di teleferica lunga<br />
più di 200 metri che, da un’altezza<br />
veramente considerevole,<br />
scendeva sino ad attraversare il<br />
lago.<br />
Simulando una zona inaccessibile<br />
con una piccola frazione<br />
abitata isolata, venivano fatti<br />
scendere ipotetici materiali di<br />
sussistenza ma non solo venivano<br />
trasportati cani e conduttori<br />
per ricerche dispersi, si<br />
simulava la caduta in acqua di<br />
un piccolo contenitore di preziosi<br />
appartenente a ipotetico<br />
sfollato che, durante l’abbandono<br />
della frazione, perdeva in<br />
acqua tutti gli oggetti preziosi di<br />
famiglia con conseguente intervento<br />
dei sommozzatori che riuscivano<br />
a ritrovare quanto perso<br />
per la gioia del legittimo proprietario!<br />
I sommozzatori, oltre ad esercitarsi<br />
nelle varie tecniche di ricerca<br />
sommersa, hanno ispezionato il<br />
lago rilevando purtroppo rifiuti di<br />
vario genere depositati sui fondali,<br />
borse di nylon gettate in acqua e<br />
bottiglie in vetro… nessuna novità<br />
invece del famoso “carro armato”<br />
la cui esistenza era già nota ai<br />
sub A.N.A. anche se trattasi non<br />
di un carro armato ma di un più<br />
modesto “autoblindo” tedesco<br />
14<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
esercitazione nuclei specialistici<br />
Protezione civile A.n.A. Val Susa<br />
di Paolo Parisio, (coordinatore Sezionale)<br />
residuato dell’ultima guerra,<br />
ormai pressoché interamente<br />
coperto dal sedime del lago.<br />
Compito importantissimo dei<br />
sub era anche quello di offrire la<br />
necessaria sicurezza alle operazioni<br />
cinofile così come al trasporto<br />
in gommone di un<br />
ipotetico disperso ritrovato dai<br />
cinofili e farlo raggiungere in sicurezza<br />
la riva opposta per passarlo<br />
ai soccorritori A.N.P.A.S.<br />
di Sauze d’Oulx che, con una<br />
autoambulanza, hanno garantito<br />
anche trasporto e copertura sanitaria<br />
ufficiale di precauzione a<br />
rafforzamento del nostro medico<br />
sommozzatore, del nostro<br />
soccorritore certificato di Unità<br />
sezionale e del veterinario dei<br />
cinofili.<br />
Il fine era soprattutto quello di<br />
addestrare i cinofili ai passaggi<br />
in teleferica per fare in modo<br />
che il cane prendesse confidenza<br />
con il vuoto aumentando così la<br />
fiducia dell’animale verso il suo<br />
conduttore.<br />
Passaggi dei cinofili sul gommone<br />
per attraversamento lago<br />
erano anche propedeutici per<br />
valutare la tranquillità dell’animale<br />
sull’acqua mentre i boschi<br />
circostanti di alta montagna offrivano<br />
ampie possibilità all’intero<br />
Nucleo di simulare ricerche<br />
dispersi come nella realtà<br />
spesso accade sulle montagne.<br />
Il Nucleo cinofilo della “Val<br />
Susa” è uno dei più operativi<br />
all’interno dell’A.N.A. e la sua<br />
importanza e la sua “volontaristica<br />
professionalità” è in costante<br />
aumento seppur i livelli<br />
raggiunti siano già ragguardevoli,<br />
sempre più viene chiamato<br />
a supporto ed appoggio<br />
agli enti istituzionali preposti<br />
alle ricerche e ciò a dimostrazioni<br />
del suo ormai alto valore<br />
acquisito.<br />
Il Nucleo alpinistico o rocciatori,<br />
al cui interno si trovano<br />
anche “professionisti del settore<br />
di arrampicata e ricerca, lavori<br />
disgaggi e fuochini ma anche<br />
istruttori brevettati e certificati”<br />
ha raggiunto un livello tecnico<br />
che nella complessità ha ormai<br />
superato la “normalità ricorrente<br />
nel campo”.<br />
Un affiatamento di volontari<br />
assai marcato (e festaiolo) ha<br />
fatto da “unione” tra le varie<br />
specialità.<br />
Il pubblico ha potuto osservare<br />
l’esercitazione con tanto di<br />
speaker dotato di impianto microfonico.<br />
Molti i bambini di<br />
una vicina colonia estiva, di-<br />
versi gli escursionisti ed anche<br />
coloro che, leggendo le locandine<br />
affisse in alta valle sono<br />
venute appositamente per godere<br />
di una bella giornata di sole<br />
e di un evento sicuramente non<br />
di rituale quotidianità.<br />
A supporto dei nuclei è intervenuta<br />
anche una squadra logistica<br />
della <strong>Sezione</strong>: la<br />
“Cotolivier” che ha installato<br />
due tende sotto le quali, al sabato<br />
sera, si è cenato assieme in<br />
allegria gustando una buona grigliata<br />
offerta dal locale Gruppo<br />
alpini di Cesana Torinese.<br />
Con la visita alla Capanna<br />
Mautino ed assaggio di alcune<br />
loro specialità da parte di alcuni<br />
volontari, si è conclusa la lunga<br />
giornata del sabato e tutti hanno<br />
potuto dormire appagati nel dormitorio<br />
della casermetta messa<br />
a disposizione della Protezione<br />
civile A.N.A. Val Susa dalla<br />
brigata “Taurinense”, casermetta<br />
attiva, sede di pernottamenti<br />
estivi ed invernali dei<br />
militari impegnati in addestramento<br />
ma anche punto di rilevamento<br />
Meteomont.<br />
Bello è stato il rapporto con i<br />
militari in servizio preposti per<br />
l’occasione ed ottimo è stato il<br />
riscaldamento del dormitorio!!!<br />
Domenica mattina, sveglia<br />
sotto un leggero nevischio.<br />
La colonna della Protezione<br />
civile ha raggiunto la località turistica<br />
di Cesana Torinese, dove<br />
un sole molto gradito ha permesso<br />
ai volontari di addestrarsi<br />
nelle calate dai ponti, con villeggianti<br />
e turisti in transito incuriositi:<br />
cinofili rocciatori e<br />
sommozzatori ancora in azione<br />
e poi, come consuetudine alpina,<br />
deposizione della corona<br />
di alloro al monumento dei Caduti.<br />
Sfilata quindi con la fanfara<br />
della “Taurinense” sino al<br />
cimitero di guerra di Cesana To-<br />
rinese, deposizione di un mazzo<br />
di fiori sulle note del “Silenzio”.<br />
Il pranzo presso la caserma di<br />
Bousson ha concluso il week<br />
end addestrativo dei Nuclei specialistici<br />
dell’Unità sezionale di<br />
Protezione civile A.N.A. Val<br />
Susa.<br />
Un grazie sincero alla disponibilità<br />
e collaborazione delle<br />
Truppe Alpine ed in particolar<br />
modo al ten. col. Laurenti del<br />
Comando Supporti Tattici “Taurinense”,<br />
al m.llo Gambelli responsabile<br />
della caserma di<br />
Bousson, alla fanfara della<br />
“Taurinense” per il servizio prestato,<br />
all’amministrazione comunale<br />
di Cesana Torinese, al<br />
Gruppo alpini locale, al Soccorso<br />
di Sauze d’Oulx e a tutto<br />
il pubblico presente nella due<br />
giorni addestrativa.<br />
Un messaggio agli enti locali<br />
nel presentare le specialità della<br />
P.C. A.N.A. Val Susa (con possibilità<br />
d’impiego quando richiesto<br />
anche per esplorazioni e<br />
bonifiche di laghi in quota a<br />
cura dei sub, lavori di pulizia e<br />
manutenzione di vie in quota a<br />
cura dei rocciatori così come<br />
pulizie da vegetazione infestante<br />
di ferrate e mura storiche,<br />
attività dimostrative e ricerche<br />
reali a cura dei cinofili) tutto al<br />
fine di salvaguardare la bellezza<br />
e la miglior fruizione delle montagne<br />
sia dalla popolazione locale<br />
sia dai villeggianti ed<br />
escursionisti in generale.<br />
Sicuramente un’esperienza<br />
formativa importante nell’ottica<br />
addestrativa d’Unità, un evento<br />
da ripetere nel 2012 per contribuire<br />
sempre più a diffondere<br />
tra la popolazione la cultura<br />
della Protezione civile, il suo<br />
impegno verso il territorio e la<br />
simpatia che gli alpini della P.C.<br />
sanno infondere tra la gente.
Gli anni della mia infanzia ad exilles<br />
ricordi di mario parisio a cura di Dario Balbo<br />
parte seconda<br />
Concludiamo con questa seconda<br />
parte la testimonianza su<br />
Exilles degli anni ’30 che il gen.<br />
Mario Parisio ha voluto così<br />
gentilmente offrirci. Nella premessa<br />
della prima parte abbiamo<br />
indicato genericamente<br />
ad una “luminosa carriera militare”.<br />
Scopriremo leggendo<br />
quanto segue a quale livello<br />
prestigioso sia giunta.<br />
Un grazie ancora da queste<br />
pagine sperando che un giorno<br />
questo sincero amico della nostra<br />
valle e della nostra <strong>Sezione</strong><br />
possa essere ancora nostro<br />
ospite magari in una festa sezionale<br />
che proprio nella sua<br />
amata Exilles ogni anno celebra<br />
i fasti della Val Susa (db).<br />
Come ho già detto il forte era<br />
il “centro di mobilitazione e distaccamento<br />
eventuale” del btg.<br />
“Exilles”.<br />
La seconda parte della denominazione<br />
aveva significato<br />
esclusivamente burocratico-amministrativo.<br />
La guarnigione era costituita<br />
da un capitano comandante, un<br />
paio di ufficiali subalterni, cinque/sei<br />
sottufficiali e un centinaio<br />
di alpini.<br />
Per la logistica si avvaleva di<br />
una squadra salmerie con “cassette<br />
da battaglione leggere”. E<br />
in proposito ricordo che tutte le<br />
mattine una corvèe (con carretta)<br />
scendeva alla stazione di<br />
Chiomonte per prelevare, dal<br />
treno, i sacchi con le pagnotte<br />
che venivano confezionate nel<br />
“panificio militare” di Torino.<br />
Come “distaccamento” il<br />
compito era di provvedere a<br />
tutte le incombenze relative alla<br />
vita e alla manutenzione del<br />
Forte e assicurare il presidio e la<br />
custodia dei forti che ho chiamato<br />
satelliti: Fenils e Pramand.<br />
Dislocati a differenti quote<br />
sui costoni che scendono, tra<br />
Exilles e Salbertrand, dal colle<br />
d’Ambin, posti a sbarramento<br />
della provenienza dell’alta<br />
valle, erano armati di cannoni,<br />
disponevano di una polveriera<br />
ed erano custoditi da una guardia<br />
(credo di 10/15 alpini) che si<br />
alternavano in turni quindicinali.<br />
Erano collegati, tra di loro<br />
e con il forte di Exilles, con una<br />
linea telefonica.<br />
Ricordo che per uno dei due<br />
forti (credo il Pramand) si procedette,<br />
durante una estate, all’ammodernamento<br />
dei pezzi.<br />
Vi furono inviati cannoni da 149<br />
che venivano smontati utilizzando<br />
la “capra”, una sorta di<br />
incastellatura metallica dotata di<br />
verricello, carrucola e catene, e<br />
caricati su autocarri Ceirano dotati<br />
ancora di “gomme piene”.<br />
Ho accompagnato mio padre,<br />
in occasione di ispezioni, in entrambi<br />
i forti, ma non ho ricordi<br />
particolari se non quello della<br />
strada militare che si inerpicava<br />
lungo il costone, con curve<br />
molto strette che obbligavano<br />
l’autista ogni volta a far manovra.<br />
Nella bella stagione i rifornimenti<br />
viveri giungevano al personale<br />
di guardia con le già<br />
citate “carrette”. Se ben ricordo<br />
alla prima neve le “guardie” venivano<br />
ritirate e la sorveglianza<br />
dei forti era affidata a ispezioni<br />
saltuarie (questo almeno per il<br />
Pramand che era quello più in<br />
quota).<br />
L’ultima opera “satellite” era<br />
la “batteria” del Sapè (detta impropriamente<br />
Forte).<br />
Dislocata sul versante opposto<br />
della valle rispetto al Fenils<br />
e al Pramand, era una splendida<br />
opera difensiva completamente<br />
interrata e mirabilmente adattata<br />
al terreno. Era circondata da un<br />
fossato. Anche per effetto della<br />
vegetazione selvaggia l’opera<br />
presentava una perfetta mimetizzazione<br />
naturale. Non era né<br />
armata né custodita.<br />
I miei ricordi, in merito, sono<br />
più nitidi e articolati perché al<br />
Sapè si svolgeva (e so che si<br />
svolge tuttora) una sagra.<br />
Vi andai quindi, con tutta la<br />
famiglia, almeno quattro volte.<br />
Ma torniamo al Forte di Exilles.<br />
Voglio citare una curiosità<br />
forse inedita. Nel forte esisteva<br />
una “colombaia” con un certo<br />
numero di piccioni viaggiatori<br />
che, all’epoca, costituivano un<br />
mezzo di collegamento previsto<br />
dagli organici e dai regolamenti<br />
dell’Esercito.<br />
La dirigeva il mar.llo Campanella<br />
(credo del Genio) il cui figlio<br />
maggiore (Enzo) veniva a<br />
scuola con me. <strong>Lo</strong> ricordo ancora<br />
che, sporgendosi da una<br />
torretta, liberava in volo i piccioni<br />
e poi regolava le evoluzioni<br />
con una grande bandiera<br />
bianca. I volatili obbedivano ai<br />
movimenti del drappo finché,<br />
ad un determinato segnale, rientravano<br />
tutti disciplinatamente<br />
nel loro abitacolo.<br />
Una nota di colore: il forte<br />
veniva anche utilizzato per far<br />
scontare gli “arresti di fortezza”<br />
agli ufficiali resisi colpevoli di<br />
mancanze di un certo rilievo.<br />
Inoltre, vuole la leggenda che<br />
in esso fosse stata detenuta la<br />
famosa maschera di ferro...<br />
La seconda funzione del<br />
forte, come ho detto all’inizio,<br />
era quella di “Centro di mobilitazione”.<br />
Le norme in vigore<br />
prevedevano che, in caso di mobilitazione,<br />
gli alpini “richiamati”<br />
si presentassero ad un<br />
centro che era dislocato nella località<br />
da cui prendeva il nome il<br />
battaglione in cui avevano prestato<br />
servizio di leva. E questo<br />
valeva per tutti i battaglioni alpini,<br />
dall’“Exilles” al “Cividale”<br />
passando per l’“Intra”, il<br />
“Morbegno”, il “Vestone”, il<br />
“Bassano” ecc.<br />
Il “Centro di mobilitazione”<br />
di Exilles aveva, come tutti gli<br />
altri, armi, equipaggiamenti,<br />
materiali e vestiario per due battaglioni<br />
da mobilitare all’emergenza:<br />
nella fattispecie il<br />
“Valdora” ed il “Monte Assietta”.<br />
Mentre le armi erano custodite<br />
nel forte, tutti gli altri<br />
materiali erano accantonati nel<br />
cosiddetto “Padiglione”. Era<br />
questo un edificio di notevoli<br />
dimensioni che sorgeva nella<br />
piazza d’armi, tra il forte e l’abitato<br />
di Exilles. In esso c’erano<br />
due alloggi (di cui uno occupato<br />
dalla mia famiglia) e tutta una<br />
serie di magazzini con i materiali<br />
destinati ai due battaglioni.<br />
Ricordo ancora l’eccitazione<br />
che mi prendeva quando i locali<br />
venivano aperti per la periodica<br />
manutenzione; io mi intrufolavo<br />
ogni volta per vedere gli alpini<br />
al lavoro e mi sembra ancora di<br />
sentire la fragranza della naftalina<br />
che proteggeva il vestiario<br />
e l’odore forte, acre del cuoio<br />
degli scarponi appesi al soffitto<br />
e dei basti e finimenti per mulo<br />
ordinatamente schierati sulle<br />
apposite scaffalature.<br />
Un’annotazione storica: i magazzini<br />
del “Centro” si apriranno<br />
nel settembre 1939 per la<br />
costituzione del btg. “Valdora”<br />
che parteciperà alle operazioni<br />
sul fronte alpino nel giugno ’40<br />
schierato nella zona del Moncenisio.<br />
Nel 1943 sarà poi inquadrato<br />
nella divisione alpina<br />
“Alpi Graie” e l’armistizio<br />
dell’8 settembre lo troverà dislocato<br />
sull’Appennino ligure a<br />
difesa del porto di La Spezia.<br />
Nel gennaio del 1943, inoltre,<br />
il “Centro” equipaggerà i richiamati<br />
del btg. “Monte Assietta”<br />
destinato a presidiare un<br />
settore della Valle Isonzo. Qui<br />
lo sorprenderà l’armistizio, ma<br />
grazie alla sagacia del suo ultimo<br />
comandante (magg.<br />
Pianta) riuscirà a sfuggire alle<br />
insidie dei partigiani titini e agli<br />
attacchi dei tedeschi e a rag-<br />
giungere indenne la zona di<br />
Udine dove sarà sciolto dopo<br />
aver reso inutilizzabili le armi in<br />
dotazione.<br />
E concludo. Come ho già<br />
detto ho lasciato Exilles nel settembre<br />
del 1932.<br />
Cinquantadue anni dopo, e<br />
precisamente il 29 aprile 1984,<br />
ho avuto la ventura (e il privilegio)<br />
di partecipare proprio a<br />
Exilles ad un’importante riunione<br />
avente lo scopo di mettere<br />
a punto il progetto per il recupero<br />
completo e definitivo del forte.<br />
Alla riunione, presieduta dall’avv.<br />
Viglione, Presidente della<br />
Regione Piemonte, parteciparono<br />
il gen. Bernard (valsusino e<br />
allora Direttore generale del Demanio<br />
e del Genio), l’assessore<br />
provinciale Grotto, il sindaco di<br />
Exilles Abbà, il presidente della<br />
Comunità montana Gibello, il<br />
sottoscritto (consigliere militare<br />
del Presidente della Repubblica)<br />
nonché gli architetti e i tecnici<br />
che nel 1978 avevano elaborato<br />
un primo progetto per il parziale<br />
recupero del forte.<br />
Si trattava, in sintesi, di dare<br />
un nuovo e decisivo impulso ai<br />
lavori già iniziati sulla base del<br />
vecchio progetto completandolo<br />
in tutti i dettagli in modo da rendere<br />
il forte una importante risorsa<br />
turistica e di attirare<br />
quindi visitatori, studiosi e appassionati<br />
con conseguenti vantaggi<br />
non solo per Exilles, ma<br />
per l’intera valle.<br />
Gli ostacoli burocratici furono<br />
(grazie soprattutto all’impegno<br />
della Regione Piemonte)<br />
rapidamente superati, furono assegnati<br />
i fondi per i lavori più<br />
urgenti tanto che nel 1987 in occasione<br />
di un mio viaggio in Val<br />
Susa, ebbi la gioia e la soddisfazione<br />
di vedere i tanti lavori già<br />
eseguiti: primi fra tutti il rifacimento<br />
di gran parte delle coperture,<br />
il risanamento delle<br />
murature devastate dalla vegetazione<br />
cresciuta tra gli interstizi<br />
dei blocchi di pietra, il ripristino<br />
di numerosi locali interni.<br />
I lavori sono proseguiti negli<br />
anni successivi cosicché il forte<br />
di Exilles è tornato al suo antico<br />
splendore e nella stagione estiva<br />
è meta di tanti turisti che hanno<br />
modo, di ammirare un magnifico<br />
esempio di architettura militare.<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 15<br />
Storia e cultura
Storia e cultura<br />
anche la poesia<br />
tiene desta e unita<br />
l’anima di un popolo<br />
In questa 150ª ricorrenza dell’Unità d’Italia, “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”<br />
vuole offrire ai suoi lettori - come ricordo dell’evento - una<br />
struggente poesia dal titolo La Madòna dij soldà, composta nel 1945<br />
dal grande poeta piemontese Nino Costa e dedicata a “tutte le<br />
mamme che piangono un figlio caduto” in guerra.<br />
Il testo è stato musicato da Orlando Guglielminotti, maestro del<br />
coro alpino <strong>Valsusa</strong> di Bussoleno dal 1970 al 2009, ed è inciso sul<br />
CD - unitamente ad altri 14 canti che vanno dal Risorgimento alla<br />
Resistenza - allegato in omaggio al libro Canti Nostri curato da<br />
Mauro Minola e pubblicato quest’anno da Susalibri.<br />
La proposta è della nostra collaboratrice Laura Grisa che ha accompagnato<br />
la lirica con un suo commento.<br />
Commento alla poesia<br />
La guerra. Le guerre. Sofferenza, atrocità, morte.<br />
Giovani vite spezzate.<br />
Mamme che versano lacrime cocenti.<br />
Ma, la “Mamma delle mamme”, la “Madre dolorosa” non rimane<br />
indifferente a tanto dolore.<br />
Lascia il suo cielo di pace e di luce scende nel buio del mondo, nei<br />
suoi abissi di odio e di male.<br />
Veste i panni di una madre in lutto e con na gran coefa ’d sepoltura,<br />
si avvicina a tutti i suoi figli morti sui campi di battaglia, li<br />
chiama per nome ad uno ad uno, li conforta con le sue preghiere e<br />
parole amorose, si china rabbrivedendo sui loro corpi straziati, sulle<br />
loro ferite mortali.<br />
Ma poi, con voce rotta dal pianto, in un abbraccio corale di speranza<br />
luminosa li accompagna tutti in Paradiso.<br />
Dopo la notte del silenzio atroce, l’alba della risurrezione e della<br />
gloria.<br />
Una poesia ricca di pathos, con un richiamo finale alla pace universale.<br />
Laura Grisa<br />
16<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
La Madòna dij soldà<br />
di nino costa<br />
Quand che l’ombra a së sparpajia<br />
che la neuit l’è ’ncaminà<br />
cala giù sij camp ’d bataja<br />
la Madòna dij sòldà.<br />
L’è vestïa ’d lanëtta scura,<br />
l’ha ’n facin mach gròs parei,<br />
na gran coefa ’d sepoltura<br />
e na stèila ant ij cavèi.<br />
Trista, trista, sola, sola,<br />
come n’ombra dësmentià<br />
sensa gnun ch’a la consola<br />
va ciamand ij sò soldà.<br />
Va ciamandje ant le campagne<br />
va ciamandje ant le cità,<br />
giù ant la val e sle montagne,<br />
’nt le pianure abandonà...<br />
Ma ij soldà cogià për tèra,<br />
tra le ròche ò ’n mez ai fen,<br />
ma ij soldà son mòrt an guèra,<br />
ma ij soldà ai rispondo nen.<br />
Tan tutun chila as jë treuva,<br />
s’inginoja vsin a lor<br />
con na pen-a sempre neuva,<br />
la Maria dij sèt dolor.<br />
L’ha pa ’l deuit d’una gran dama<br />
’d na regin-a ancoronà,<br />
l’è mach pi na pòvra mama,<br />
ch’a l’è mòrtie soe masnà.<br />
Un a pr’un Chila ai dësvìa,<br />
Chila ai ciama pian pianin:<br />
“Sù, masnà, ch’i ’ndoma vìa,<br />
sù, masnà, ch’i diso ’l bin.<br />
“Guarda ’n pò... j’è sì toa mama,<br />
finalment a l’è rivà.<br />
J’è toa mama... j’è toa mama,<br />
levte sù chi torno a ca”.<br />
Tuta neuit la Madonin-a<br />
va giranda për parei,<br />
con la facia fin-a, fin-a<br />
con la stèila ant ij cavèi...<br />
Quand che ’l cel l’è ’nserenasse<br />
quand ch’as leva a pen-a ’l di<br />
tuti ij mòrt son dësvïasse,<br />
ij sò mòrt son tuti lì.<br />
Chila ai guarda. Chila ai conta...<br />
“Oh! Nossgnor... Vajre ch’a son!...”.<br />
Peuj man man che ’l sol a sponta<br />
come n’alba ’d redenssion,<br />
Chila ai cheuj da tuta banda,<br />
- tant j’amis come ij nemis -<br />
s’jë radun-a tuti a randa<br />
e... ai compagna an Paradis.<br />
L’angolo di Elio Garnero<br />
nelle nostre famiglie<br />
com’è il rapporto<br />
tra giovani e anziani?<br />
Diamo per scontato che tutti noi siamo riusciti ad esprimere e ad<br />
inculcare nei nostri figli, nei nostri nipoti i valori indispensabili attraverso<br />
i nostri effettivi comportamenti più che con esortazioni retoriche.<br />
Più volte su questo “mio” angolo ho sfiorato e commentato<br />
il pianeta anziani, ma mai mi sono sorpreso così imbarazzato come<br />
in questa occasione. Preoccupato, perplesso ed anche incredulo. Perché?<br />
Semplicemente perché scorrendo alcune pubblicazioni del<br />
mondo giovanile, con varie interviste, alcune risposte di questi giovani<br />
mi hanno impressionato. Una ragazza: “frequentavo la terza<br />
media, quando tornavo a casa dovevo intervenire per mediare tra i<br />
miei genitori continuamente in conflitto ed occuparmi della casa”.<br />
Un’altra ancora: “quando frequentavo la seconda media ho pensato<br />
più volte di fuggire da casa perché sgomenta ed avvilita nel vedere<br />
mia madre sempre piangente per i continui spudorati tradimenti di<br />
mio padre”. Un altro ragazzo, 14 anni “quando tornavo a casa dovevo<br />
alternare l’alleanza tra mio padre e mia madre che mi facevano<br />
pressione per avere l’esclusiva della mia complicità, sembravano<br />
due ragazzini, e questa situazione mi creava confusione e mi faceva<br />
sentire solo, come del resto è sempre stato”. Sono dichiarazioni su<br />
cui meditare, dove sfocia quella conflittualità che da sempre ha caratterizzato<br />
il rapporto genitori-figli, con genitori traboccanti di permissivismo<br />
o di modernità o a volte eccessivamente protettivi. In<br />
entrambi i casi i ragazzi si ritrovano in famiglie, all’interno delle<br />
quali le questioni, oggetto di discussione fra generazioni riguardano<br />
il modo di vestirsi, le attività da scegliere per il tempo libero, l’elargizione<br />
di paghette settimanali o di laute somme di denaro da investire<br />
nell’acquisto degli emblemi di status symbol universalmente<br />
condivisi. E intanto i valori di fondo e le questioni morali e politiche<br />
che in passato animavano il conflitto generazionale finiscono<br />
col diventare cose di altri tempi. Il risultato? Solitudine, confusione,<br />
smarrimento cui è difficile sottrarsi dal momento che riguarda la società<br />
tutta. E tra i ragazzi aumenta il senso di inadeguatezza e la crisi<br />
dei valori con forme di disagio a vari livelli, nel campo del lavoro,<br />
dello studio o nelle relazioni sociali e nei rapporti con l’altro sesso.
L’angoscia costante che pervade i ragazzi è di non riuscire a corrispondere<br />
ai modelli di un’immagine di sé vincente, che rispetti i canoni<br />
della bellezza e della forza fisica (per i maschi) o di non poter<br />
raggiungere un livello di soddisfazione personale sempre più elevato.<br />
Ecco che a questo punto si ricorre a qualsiasi espediente, a<br />
qualsiasi surrogato pur di mettere alla prova le proprie capacità seduttive,<br />
l’arte della conquista, l’abilità nel saper stupire e non deludere<br />
o di essere accettati ed apprezzati. Non a caso si parla<br />
frequentemente di generazione dopata che per il bisogno di sensazioni<br />
forti e di rassicurazioni, inconsapevolmente mette a rischio la<br />
propria vita. Per costruire un’identità matura senza blocchi o confusioni<br />
di ruolo, l’adolescente deve avere dei veri interlocutori capaci<br />
di ascoltarlo ma capaci anche di esprimere dei valori attraverso effettivi<br />
comportamenti più che con esortazioni retoriche. Quei valori<br />
e quei comportamenti che noi alpini conosciamo benissimo e che da<br />
sempre cerchiamo di trasmettere alle nuove generazioni.<br />
Fino ad ora abbiamo accennato al rapporto tra genitori e figli, ma<br />
proviamo a confrontare questi giovani con i più anziani, nella fattispecie<br />
i nonni. Si da per certo che i giovani di oggi sono diversi da<br />
quelli di ieri o del passato. Gli anziani sempre più isolati nella vita,<br />
emarginati e condannati ad una fine precoce e sconsolata, perché<br />
ostacoli naturali all’evoluzione ed alla crescita. È questa la soluzione<br />
per migliorare? Bisogna non tener conto del passato per crescere velocemente,<br />
per muoversi e migliorarsi? Dissacrare quello che è stato<br />
e che invece ancora è; è questa la soluzione? È questo il modello da<br />
seguire? Attenti ragazzi, si scherza con il fuoco, esiste il rischio di<br />
smarrirsi; esiste il rischio di seguire senza senso un modello societario<br />
senza contenuti che potrebbero rappresentare il baratro per un<br />
futuro di sana e reciproca convivenza. Ricordate quando passavamo<br />
molto del nostro tempo ad ascoltare i nostri nonni che ci raccontavano<br />
le loro esperienze di vita, le loro preoccupazioni, i loro drammi,<br />
ma soprattutto le cose belle, e tutto quanto ci dava forza e fiducia<br />
nell’affrontare le crisi della nostra crescita e maturazione. Oggi l’isolamento<br />
dei giovani ha provocato uno strappo nel tessuto della nostra<br />
società, uno strappo nella comunicazione e nella comprensione.<br />
Ora si fa di tutto per isolarli dai loro genitori, dai loro nonni e consegnarli<br />
al mondo delle vanità e leggi di merchandising.<br />
Stiamo fabbricando degli esseri umani senz’anima, senza storia,<br />
e non esiste futuro senza storia.<br />
La voglia e la speranza di creare un rapporto costruttivo basato<br />
sul rispetto ed il richiamo dei valori che rendono civile la convivenza<br />
è chiaro e giustificato. Non possiamo perdere l’occasione per<br />
ribaltare il presente confidando nello spirito dei giovani e nelle loro<br />
idee, e sta a noi perpetuarlo ed essere convinti che la porta è sempre<br />
aperta, e mai preclusa.<br />
Dario<br />
Balbo<br />
una lettrice risponde<br />
Lettere<br />
in redazione<br />
Spett.le Redazione de “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”,<br />
desidero rispondere alla lettera di www.nuovasocietà.it pubblicata<br />
sul periodico di giugno 2011. Premetto che sono figlia di un alpino<br />
e, nel ricordo di mio padre e per la stima che nutro nei confronti<br />
delle penne nere, continuo con il tesseramento presso la <strong>Sezione</strong> di<br />
mia competenza ad essere un’amica degli alpini.<br />
Leggendo la lettera sopraccitata ho provato un profondo sdegno<br />
per quanto è stato detto da questi signori a riguardo dell’Adunata<br />
Nazionale di Torino del maggio scorso.<br />
Per un intero pomeriggio e fino a notte inoltrata ho avuto il piacere<br />
di partecipare a quella che è stata una festa meravigliosa, indimenticabile,<br />
gremita di gente – alpini e non – con tanta voglia di<br />
stare insieme, con la complicità di tanta musica e di una sana allegria.<br />
Queste circostanze sono la dimostrazione tangibile che la gente<br />
buona, semplice, pronta a regalarti un sorriso trattandoti da amico<br />
pur non avendoti mai incontrato, esiste ancora e ti rende complice e<br />
partecipe di un evento grandioso, al di là di ogni aspettativa.<br />
Questi sono gli alpini: sanno darti gioia e allegria ma quando c’è<br />
una calamità naturale o qualsiasi altra emergenza loro sono sempre<br />
presenti come sono presenti nei Paesi “dove si combatte la guerra<br />
degli Stati Uniti” e non per far paura ai bambini con i loro fucili ma<br />
per far sì che questi ragazzini abbiano un futuro e i fucili che incutono<br />
una così grande paura non debbano più essere imbracciati da<br />
questi stessi bambini in età adulta.<br />
Tutte le correnti di pensiero vanno rispettate ma etichettare gli alpini<br />
come dei bonaccioni, “ciucatun” capaci soltanto di creare folklore<br />
con la fiaschetta e la grappa fatta in casa, mi sembra<br />
semplicemente vergognoso; considerando che il giorno dopo i netturbini<br />
hanno dovuto ripulire la città da cocci e quant’altro, tra la<br />
spazzatura ci poteva pure stare uno scritto che per il suo contenuto<br />
non meritava altra collocazione.<br />
Se questa e-mail verrà pubblicata, Ve ne sarò grata: in ogni caso,<br />
ringraziandoVi per l’attenzione, porgo a Voi tutti i miei sentimenti di<br />
stima e di affetto.<br />
Luciana Girodo<br />
Ringraziamo sinceramente per il contributo che ci fornisce e che<br />
ovviamente sposiamo in toto.<br />
Abbiamo pubblicato volutamente lo scritto perché era giusto sentire<br />
anche altre campane. Non è stato il solo critico uscito dopo<br />
l’adunata, ma questo credo sia stato tra i più virulenti. Degli altri<br />
ahimè alcuni possono essere anche in parte condivisi visto che sul<br />
numero eccezionale di persone presenti la maleducazione di pochi<br />
è notata più della sobrietà e l’educazione dei più. Purtroppo anche<br />
la vendita scriteriata di cappelli sulle bancarelle contribuisce sovente<br />
a trasformare un becero qualunque in un “alpino” e gli osservatori<br />
esterni percepiscono l’immagine di un maleducato con il<br />
cappello e non possono certo indagare sulla liceità dell’indossarlo.<br />
Io personalmente ne proibirei assolutamente la vendita.<br />
Indossarlo senza averne titolo, come fanno in tanti è come mascherarsi<br />
a carnevale. Il cappello è un simbolo e tale deve restare.<br />
Voglio sperare ancora che i comportamenti riportati dai giornalisti<br />
critici fossero quindi causati da uomini mascherati che con i loro<br />
comportamenti infangano la nostra immagine che lei così gentilmente<br />
ha saputo ricordare ed evidenziare.<br />
Alpini truppe d’occupazione ?<br />
La Val Susa ha da sempre un rapporto di stima e affetto con le<br />
Truppe alpine che risale al tempo delle prime guarnigioni venute a<br />
difendere queste montagne, le nostre montagne. Gli alpini si sono<br />
sempre distinti per la loro dedizione ai valori nazionali, al proprio<br />
territorio, alla propria gente, alla montagna, alla solidarietà soprattutto<br />
nel corso delle calamità naturali pronti ad intervenire ove sia<br />
necessario. Ma oggi, sono veramente triste e delusa nell’apprendere<br />
che in Valle sono arrivati gli alpini della brigata alpina “Taurinense”<br />
a difesa di una recinzione presso il Comune di Chiomonte.<br />
Mio padre “Truna” (chiamato così anche dai suoi commilitoni)<br />
era un alpino e il suo cappello l’ha posato il 13 settembre dell’anno<br />
scorso perché è “andato avanti”, mio suocero “Gian” era nel battaglione<br />
“Cervino”, gruppo sciatori, “campagna di Russia”, gli zii<br />
erano alpini, mio nipote Simone, orgoglio del nonno, ha fatto parte<br />
degli alpini e ha prestato servizio civile sul territorio in occasione<br />
degli eventi alluvionali. Io sono orgogliosa e fiera di appartenere a<br />
questa famiglia di alpini, partecipo alle loro adunate, ai momenti felici<br />
di festa e ai loro brillanti concerti.<br />
Il cuore alpino, proprio quel cuore così grande che sa donare<br />
amore, amicizia e calore, senza nulla chiedere mai in cambio, ora<br />
viene sulle nostre montagne a far la guardia a una recinzione, perché<br />
è di questo che si tratta, di una semplice recinzione. Quel cuore<br />
che è abituato a difendere, oggi, viene a combattere un’intera comunità,<br />
composta non di guerrieri talebani, ma di anziani, giovani,<br />
donne e bambini, insegnanti, cuoche, pensionati, disoccupati e cassaintegrati,<br />
ma anche fatta di tanti “veci” in congedo che penso, non<br />
siano fieri di questa nuova trovata del Governo. Mandare gli alp ini<br />
a combattere chi sta difendendo la propria montagna, da un’opera<br />
devastante, inutile, dannosa e costosissima che assorbe i fondi necessari<br />
altrove: scuola, sanità, lavoro, alla vera ricostruzione de<br />
L’Aquila, dove gli alpini con la “A” maiuscola hanno dato veramente<br />
tanto.<br />
Sono nata e vissuta in questa Valle e non posso rimanere indifferente<br />
a questo ulteriore insulto, e all’ennesima presa in giro dei valsusini.<br />
Il Governo, approfittando del rapporto così stretto che c’è da<br />
queste parti con gli alpini, cerca di usarlo come strumento per piegare<br />
gli abitanti della valle di Susa.<br />
In memoria di chi su queste montagne ha combattuto per difenderle,<br />
per chi onora gli alpini caduti con delle iniziative esemplari,<br />
per chi ogni giorno cerca di far vivere questa Valle, per chi crede<br />
che può esistere un altro sviluppo economico che non sia quello delle<br />
lobby del tondino e del cemento, rivolgo un caloroso appello<br />
all’A.N.A. e in particolare alla <strong>Sezione</strong> Val Susa perché usi ogni<br />
strumento a disposizione per dissuadere e condannare i mandanti<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 17<br />
Dalla <strong>Sezione</strong>
Dalla <strong>Sezione</strong><br />
politici per l’uso smodato di queste truppe d’occupazione che hanno<br />
vissuto una guerra afghana che nulla ha a che fare con la comunità<br />
valsusina che non riconosce e che pertanto respinge.<br />
Ringraziando per il tempo dedicato a queste righe, saluto cordialmente.<br />
<strong>Lo</strong>redana Bellone (valsusina)<br />
Strano destino quello degli alpini. Nati per difendere i monti vennero<br />
mandati dalla politica in Africa a combattere, non certo per la<br />
propria terra, ma bensì per occupare quella altrui. I nostri vecchi<br />
pensavano che in fin dei conti “erano solo andati a fare il loro dovere”,<br />
e noi ora li ricordiamo con stima e affetto.<br />
Spediti al fronte nella Prima guerra mondiale, si comportarono<br />
magistralmente con una nazione intera che palpitava per loro. Al<br />
ritorno a casa invece derisioni, umiliazioni, nessun riconoscimento<br />
al loro sacrificio, da parte di coloro che solo pochi mesi prima, magari<br />
nel caldo delle proprie case o nel corso di illuminati dibattiti<br />
politici ne tessevano le lodi. Nel racconto dei vecchi si sottolinea<br />
sempre “il dovere”, e noi da allora ci siamo impadroniti della leggenda<br />
di uomini che per “il dovere” hanno immolato la loro vita.<br />
Arriva poi la Seconda guerra mondiale. La storia ci ha insegnato<br />
che fu purtroppo una guerra di conquista, dove i nostri alpini, btg.<br />
“Cervino” incluso, per “il dovere” furono inviati in Grecia, Albania,<br />
Russia come truppe d’occupazione, certamente non scegliendolo.<br />
Ma non basta ancora. A quelli sopravvissuti che furono fatti<br />
prigionieri, un noto uomo politico di un noto partito di allora ne auspicava<br />
quasi la morte quale antidoto alla guerra. Mai però si macchiarono<br />
di azioni contro le popolazioni locali dove anzi, ancora<br />
oggi vengono ricordati con rispetto perché con onore, serietà e umanità<br />
facevano “il loro dovere”, anche se nemici.<br />
Eppure come è strano il destino! Quegli alpini sono amati, commemorati<br />
ogni domenica, e mai ci si sognerebbe di pronunciare contro<br />
di loro neppure una parola di quelle che si riversano oggi su<br />
questi incolpevoli ragazzi del “Susa”. Forse si fa finta di non ricordare<br />
che tra quelle truppe di occupazione, d’Africa o di Russia,<br />
tra i combattenti di allora, c’erano bisnonni, nonni, padri, fratelli,<br />
suoceri, amici, anche valsusini che mai verrebbero insultati, e guai<br />
a chi dovesse farlo, perché “quello era il loro dovere”.<br />
Dove hanno sbagliato loro e dove si sbaglia ora? Passiamo ogni<br />
domenica, orgogliosi del nostro cappello, a ricordare i nostri caduti<br />
nell’adempimento di quel “dovere”, e ora qualcuno vorrebbe andare<br />
ad insultare, aggredire gli alpini di oggi solo perché lo stanno<br />
facendo. Sinceramente non credo che i caduti dell’Ortigara, o quelli<br />
del Don da lassù siano orgogliosi di vedere alpini che insultano altri<br />
alpini, di vedere che non si capisca ancora ora qual è il confine tra<br />
la propaganda ed il dovere, tra il fanatismo ed il buon senso, tra difesa<br />
di una recinzione e occupazione, tra chi usa le forze armate e<br />
chi ne fa parte. È vero che in valle il legame con gli alpini è forte,<br />
ma è forte ovunque, anzi forse altrove lo è ancora di più, ma questo<br />
non significa che non debbano fare “il loro dovere” dove non<br />
piace vengano mandati.<br />
Visto che noi alpini dovremmo avere, e spesso a torto ce ne vantiamo,<br />
sensibilità che altri non hanno dovremmo difenderli gli alpini<br />
di oggi, difenderli da coloro che li insultano, difenderli da tutti i<br />
politici, nazionali e locali, difenderli da menti annebbiate dall’odio<br />
e dalla propaganda. Grande sarebbe l’alpino valsusino che si alzasse<br />
fuori dal coro e dicesse a testa alta “Mi dispiace che facciate<br />
il vostro dovere qui, ma vi difenderò e vi rispetterò sino in fondo<br />
perché come i nostri vecchi lo possiate fare con onore”. E poi via a<br />
modificare la nostra preghiera, dove gli alpini non dovranno solo<br />
essere salvati ‘dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall'<br />
impeto della valanga’, ma anche dai Giuda che per un po’ di notorietà<br />
e visibilità calpestano e umiliano la storia alpina imperniata<br />
da sempre sul ‘dovere pericolosamente compiuto’.<br />
E soprattutto non dimentichiamo che il padre degli alpini, quel<br />
Cantore che evochiamo spesso per il suo Paradiso era un lontano<br />
figlio della valle di Susa. Chissà che pena proverà!!!<br />
Avrò ancora la libertà<br />
di affermare che sono alpino?<br />
Le vicende attuali ci hanno abituati a vedere tutte le forme e gli<br />
espedienti per manifestare in difesa di convinzioni ed idee che hanno<br />
fatto presa su una parte della popolazione della Valle di Susa, che coglie<br />
ogni occasione per cercare visibilità sui media, voce dai giornali,<br />
consensi.<br />
Da alcuni anni mi sono ripromesso di non dire che abito a Susa<br />
perché se faccio una simile affermazione, la cosa più elegante che mi<br />
viene detta, al di là dei confini del Piemonte, è che sono un retro-<br />
18<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
grado, un conservatore anti progresso; come se tutti gli abitanti della<br />
valle appartenessero a quel movimento “No Tav” che ha dato questa<br />
impressione in tutto il Paese. Ogni volta rispondo di essere di<br />
Torino, per non subire una espressione sdegnata ed una presa per i<br />
fondelli e questo da gente non di Ciriè ma che va da Bolzano a Roma<br />
e perfino in Sicilia.<br />
Ora, nella massa di dimostranti, sono entrati a gamba tesa alcuni<br />
belli spiriti, guidati da un proclamatosi ex ufficiale, che si sono mischiati<br />
a: donne, bambini, pensionati, esaltati, anarchici, nulla facenti<br />
vari e a coloro che alla fine, se procureranno molti voti ad una<br />
qualsiasi cordata, pensano di poter entrare in politica in qualità di<br />
deputati o senatori, alcuni ex alpini con tanto di cappello alpino accreditando,<br />
nel falso più assoluto, che anche la nostra Associazione<br />
tacitamente approva le azioni e le idee del movimento. Non credevo<br />
si potesse giungere a coinvolgere la nostra Associazione, che è strettamente<br />
apolitica e avulsa da ogni manifestazione faziosa, in una simile<br />
situazione.<br />
Vallo a spiegare a chi ha visto di sfuggita in TV il nostro glorioso<br />
cappello, nella calca dei dimostranti, che nessuno della Presidenza<br />
ha avallato ciò e men che meno la <strong>Sezione</strong> Val Susa, “Sarà dura”<br />
(per dirla come dicono loro), spiegarlo a chi si è fatta un’opinione errata<br />
basata solo su dei brevi flasches televisivi.<br />
Dovrò, in avvenire, quando mi chiederanno in che Arma ho prestati<br />
servizio rispondere: “Artiglieria” omettendo: “da montagna”?<br />
e gli alpini cosa dovranno rispondere: “Fanteria”?<br />
Cordiali saluti, sicuramente, alpini.<br />
G. Brancato<br />
Oblazioni pro <strong>Scarpone</strong><br />
Giuseppe Ferraris vicepresidente sezionale -<br />
Gruppo di Cesana € 120,00<br />
Gabriella Arnol in memoria del papà gen. Arnol € 20,00<br />
N.N. € 1,00<br />
M.llo Giuseppe Rosatelli - Torino € 70,00<br />
Il nipote Manuel Cinato in memoria del nonno<br />
Benito “Remo” Cinato - Gruppo di Caprie € 50,00<br />
Nello Bert in memoria del fratello Gianfranco Bert -<br />
Gruppo di Caprie € 50,00<br />
In ricordo di Attilio Odiard, la moglie -<br />
Gruppo di Susa € 20,00<br />
La nipote Erika in memoria del nonno Leonardo<br />
Belmondo - Gruppo di Mattie € 25,00<br />
Alberto Ingramo - Lanzo Torinese € 20,00<br />
Totale € 376,00<br />
Oblazioni conto corr. post.<br />
Vincenzo <strong>Lo</strong>mbardozzi - Torino € 20,00<br />
Achille Nesi - Toirano € 20,00<br />
Ornella Marcellino in ricordo di Adolfo Marcellino € 100,00<br />
Renato Margaira - Torre del Colle (Villar Dora) € 20,00<br />
Totale € 160,00<br />
Oblazioni Fondo Farinacci<br />
Maresciallo Giuseppe Rosatelli € 165,00<br />
Sig. Silvio Rosatelli € 165,00<br />
Totale € 330,00<br />
una casa per Luca<br />
<strong>Sezione</strong> A.N.A. Val Susa € 1.000,00<br />
Gruppo di Condove € 200,00<br />
Gruppo di Oulx (raduno ex 34ª “Susa”) € 500,00<br />
Totale € 1.700,00
Notiziario sezionale<br />
12 giugno – Buttigliera Alta.<br />
80° di fondazione. Presenti: presidente<br />
Sosello, vicepresidenti<br />
Garnero, Baro, Ferraris, alfiere<br />
Gallina e consiglieri Amprimo,<br />
Balbo, Bosco, Olivero, Parisio,<br />
Rovero. Sacco e Salvaia.<br />
18 giugno – Oulx . Manifestazione<br />
per il riconoscimento<br />
della “ cittadinanza onoraria”<br />
alla 34ª compagnia del 3° alpini<br />
da parte dell’amministrazione<br />
comunale di Oulx.<br />
Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti<br />
Baro e Ferraris, revisore<br />
dei conti nazionale<br />
Botteselle, consiglieri Amprimo,<br />
Balbo, Bosco, Alpe,<br />
Bert, Demuti, Ollivier, Parisio,<br />
Rovero e Sacco con l’immancabile<br />
alfiere Gallina.<br />
19 giugno – Exilles. Raduno<br />
annuale della nostra <strong>Sezione</strong>.<br />
Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti<br />
Baro, Ferraris, Garnero<br />
e l’intero CDS.<br />
26 giugno – Finale Ligure. 90°<br />
di fondazione del Gruppo.<br />
Presenti: presidente Sosello e<br />
consigliere Balbo.<br />
3 luglio – Claviere. Festa annuale<br />
del Gruppo. Presenti:<br />
consiglieri Balbo, Bonaudo, Parisio.<br />
3 luglio – Cervinia (Aosta ).<br />
Commemorazione del btg.<br />
“Monte Cervino”. Presente<br />
presidente Sosello.<br />
3 luglio – Colle di Nava. Commemorazione<br />
“Cuneense”.<br />
Presenti: vicepresidente Baro ed<br />
alfiere Gallina.<br />
4 luglio – Susa. Riunione<br />
CDS.<br />
10 luglio – Exilles. 80° di fondazione<br />
del Gruppo. Presenti:<br />
presidente Sosello, vicepresidenti<br />
Baro, Ferraris e Garnero,<br />
consiglieri Amprimo, Balbo,<br />
Bonome, Demuti, Olivero, Parisio<br />
e Rovero.<br />
10 luglio – Meana. Festa al<br />
Sacro Cuore. Presenti consiglieri<br />
Bosco e Sacco.<br />
14-15 luglio – Udine. Passaggio<br />
del comando della<br />
“Julia” al nostro indimenticabile<br />
amico generale Manione.<br />
Presenti: presidente Sosello,<br />
consiglieri Balbo, Bonaudo,<br />
Olivero.<br />
17 luglio – Noasca (Ivrea).<br />
Premio fedeltà alla montagna.<br />
Presenti: presidente Sosello, vicepresidente<br />
Garnero, Angelini<br />
in rappresentanza nostra Protezione<br />
Civile e l’alfiere Gallina.<br />
17 luglio – Assietta. Festa dël<br />
Piemont. Presenti vicepresidente<br />
Baro ed alfiere Pelissero.<br />
24 luglio – Gruppo di Bardonecchia.<br />
Commemorazione al<br />
Picreaux. Presenti: consiglieri<br />
Balbo, Rovero e Sacco.<br />
30 luglio – Bar Cenisio ( Venaus).<br />
Festa del Gruppo. Presenti:<br />
vicepresidente Baro e<br />
revisore dei conti nazionale<br />
Botteselle.<br />
31 luglio – Pellegrinaggio al<br />
Rocciamelone. Presenti: presidente<br />
Sosello, vicepresidente<br />
Baro, consiglieri Alpe ed Amprimo.<br />
1° agosto – Susa. Riunione<br />
CDS.<br />
5 agosto – Gruppo di Gravere.<br />
Festa al Deveis. Presente consigliere<br />
Alpe.<br />
5 agosto – Caserma di Bousson.<br />
Consegna ufficiale del<br />
cappello alpino ai partecipanti<br />
alla mininaja. Presenti: presidente<br />
Sosello, revisore dei conti<br />
nazionale Botteselle e consigliere<br />
Balbo.<br />
7 agosto – Chiusa Pesio.<br />
Festa sezionale. Presenti con<br />
vessillo il nostro consigliere Bonaudo<br />
ed il presidente della fanfara,<br />
Combetto.<br />
7 agosto – Monterotta<br />
(Gruppo di Sestriere). Presenti:<br />
presidente Sosello, vicepresidente<br />
Ferraris, consiglieri<br />
Demuti, Rovero ed alfiere Gallina.<br />
14 agosto – Festa a Santa<br />
Chiara (Gruppo di Giaglione).<br />
Presenti: presidente Sosello,<br />
vicepresidenti Baro,<br />
Ferraris e consigliere Demuti.<br />
21 agosto – Novalesa. Festa<br />
annuale del Gruppo. Presenti:<br />
presidente Sosello, vicepresidente<br />
Baro, consigliere Sacco e<br />
revisore dei conti nazionale<br />
Botteselle.<br />
28 agosto – Cesana. Festa annuale.<br />
Presenti: presidente Sosello,<br />
vicepresidente Ferraris,<br />
consiglieri Amprimo, Bonome,<br />
Balbo, Parisio, Rovero, Demuti,<br />
revisore nazionale Botteselle e<br />
alfiere Gallina.<br />
30 agosto – Funerali di Francesco<br />
Ballesio a Monforte<br />
d’Alba. Presenti: presidente Sosello,<br />
vicepresidenti Baro e Garnero,<br />
consiglieri Amprimo,<br />
Balbo, Bonome, Sacco, Olivero<br />
e ben 14 gagliardetti.<br />
5 settembre – Susa. Riunione<br />
CDS.<br />
Assemblea dei capigruppo<br />
L’annuale assemblea si terrà sabato 5 novembre, alle<br />
ore 14,30, nella sala consiliare della <strong>Sezione</strong>, in via Brunetta<br />
a Susa.<br />
presenze del nostro vessillo<br />
in manifestazioni<br />
di altre sezioni<br />
Pellegrinaggio a Cefalonia<br />
Il monumento che ricorda i Caduti della divisione “Acqui”<br />
Nei giorni 25-26 maggio, il sottoscritto consigliere sezionale si è<br />
recato in pellegrinaggio nell’Isola di Cefalonia, con il nostro vessillo.<br />
Ad accompagnarlo l’alpino di Cesana Giancarlo Baudracco ed alcuni<br />
alpini di Arese con il vessillo di Milano.<br />
Ripercorrere i luoghi della memoria, dove sono stati trucidati i<br />
soldati della divisione “Acqui” che avevano rifiutato di deporre le<br />
armi, è stata un’esperienza veramente toccante.<br />
I vecchi del posto si ricordano ancora dei soldati italiani e ne parlano<br />
con sincera tristezza.<br />
Ad guidare questo pellegrinaggio è stato Mario Gelera, presidente<br />
della Divisione “Acqui” del Piemonte, che da anni si prende cura<br />
del Museo di Agostoli.<br />
Riccardo Demuti<br />
noasca - Premio nazionale<br />
Fedeltà alla Montagna<br />
Questa iniziativa annuale giunta alla 31ª edizione è promossa dall’Associazione<br />
nazionale alpini sia con lo scopo di far conoscere la<br />
montagna intesa non solo come luogo ma come realtà sociale e culturale,<br />
sia di attestare l’impegno negli anni di uno o più alpini che abbiano<br />
contribuito alla salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente<br />
montano. Quest’anno il premio è tornato tra le monumentali montagne<br />
piemontesi ed è entrato addirittura nel Parco Nazionale del<br />
Gran Paradiso, la più antica oasi naturale italiana, a riconoscere l’impegno<br />
di un alpino per la difesa e la valorizzazione della montagna,<br />
del suo ambiente e della sua cultura. Il premio è stato consegnato al<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 19<br />
Dalla <strong>Sezione</strong>
Dalla <strong>Sezione</strong><br />
giovane alpino (classe 1977) iscritto al gruppo di Noasca – <strong>Sezione</strong><br />
di Ivrea, Marco Solive. Marco svolge la sua attività estiva all’alpeggio<br />
di Gran Prà, a 2039 metri di altitudine.<br />
È con grande commozione ed ammirazione che una rappresentativa<br />
dell’A.N.A. nazionale con molti alpini della zona, già sabato 16<br />
ha potuto vedere quella giovane famiglia svolgere con serenità gesti<br />
che si considerano ormai di antichi mestieri, e la piccola Erika scorrazzare<br />
felice tra quei prati. Quanta lontananza dal degrado che<br />
spesso sembra prevalere o addirittura essere di modello degli attuali<br />
comportamenti sociali. A dividere la fatica con Marco oggi c’è la<br />
moglie Sabrina e da qualche anno la loro piccola Erika. Con loro ad<br />
alleviarne la fatica Paris e Linda, i due cani guardiani del gregge,<br />
Giulia e Giulio, la cavalla e l’asino, e per ultima, ma non poteva<br />
mancare nella baita di un alpino, Pola la mula.<br />
Gli alpini convenuti la domenica 17, purtroppo sotto una pioggia<br />
battente, erano veramente molti. Presente il presidente nazionale<br />
Corrado Perona, un nutrito numero di consiglieri nazionali, 25 vessilli<br />
sezionali e molte decine di gagliardetti. Sempre sotto la pioggia,<br />
il lungo corteo si è trasferito nella chiesa parrocchiale dove, dopo la<br />
Santa Messa, si è svolta la cerimonia della premiazione conclusasi<br />
con un accorato discorso del Presidente nazionale che, come al solito,<br />
coinvolgeva tutti i presenti tra i ripetuti e scroscianti applausi<br />
per lui e per gli increduli ed un po’ frastornati premiati.<br />
Il nostro vessillo, sorretto dall’alfiere Gallina era scortato dal presidente<br />
Sosello, dal vicepresidente vicario Garnero, ed in rappresentanza<br />
della nostra Protezione civile, dal caposquadra Angelini.<br />
Cambio di comandante<br />
alla brigata “Julia”<br />
20<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
Elio Garnero<br />
Quattro valsusini e trentotto pinerolesi si sono messi in viaggio<br />
giovedì 14 luglio per raggiungere Udine dove nella giornata successiva<br />
il gen. Giovanni Manione avrebbe assunto il comando della<br />
prestigiosa brigata. Un viaggio decisamente lungo e impegnativo,<br />
ma l’amicizia che lega le Sezioni di Pinerolo e la nostra all’amico<br />
Giovanni meritavano la fatica. Manione, lo ricordiamo per i più di-<br />
A sinistra, il gen. Bellacicco e a destra, il subentrante gen. Manione<br />
(foto D. Balbo).<br />
stratti, ha comandato il 3° alpini nel periodo tra il novembre del<br />
2005 e l’ottobre 2007. Le sue doti di grande comandante, il suo carisma,<br />
la sua grande amicizia verso l’A.N.A., la sua voglia di fare e<br />
di darsi da fare hanno certamente contribuito a far sì che si instaurasse<br />
questo sincero rapporto di amicizia. Ricordiamo anche la moglie<br />
Ornella ospite ad Exilles per la nostra festa sezionale nel periodo<br />
in cui Giovanni era in missione in Afghanistan. Terminato il periodo<br />
di comando, tre anni a Bruxelles per un prestigioso incarico nell’ambito<br />
della cooperazione ed infine la “Julia”. In molti speravamo<br />
che potesse comandare la “Taurinense” ma l’esperienza in Friuli che<br />
lo aspetta sarà sicuramente altrettanto importante.<br />
Viaggio come già detto molto lungo, ma con una sosta particolarmente<br />
interessante in quel di Cividale del Friuli dove, dopo il<br />
pranzo, durante una veloce visita della caratteristica cittadina abbiamo<br />
potuto visitare la piccola ma bellissima sede della <strong>Sezione</strong><br />
locale nella quale siamo stati accolti con simpatia e con la generosa<br />
ospitalità friulana.<br />
La sera della vigilia è stata giustamente improntata alla festa e<br />
nella dimora udinese dei coniugi Manione si è tenuta una grande<br />
festa cui hanno partecipato anche il presidente Perona ed il sindaco<br />
di Biella. Nel grande cortile della loro casa non potevano mancare<br />
libagioni in quantità e quando le ultime luci della sera cominciavano<br />
a lasciare spazio al buio della notte i canti alpini la facevano da padrone.<br />
La mattina successiva, tutti ben tirati a lucido dopo un sonno ristoratore,<br />
ci siamo portati all’interno della caserma “Spaccamela”<br />
per la cerimonia del cambio.<br />
Inutile dirlo, ma erano presenti molti vessilli e gagliardetti come<br />
è consuetudine ai cambi di comandante, forse non tantissimi come<br />
la tradizione del nord-est vorrebbe, ma le recenti polemiche tra<br />
Udine e la sede nazionale forse qualche segno lo hanno lasciato.<br />
Commossi come è giusto i due comandanti, il cedente Bellacicco,<br />
della provincia di Savona ed il ricevente Manione della provincia di<br />
Biella. Due uomini del nord-ovest che sicuramente si sono fatti e si<br />
faranno onore lontano dalla propria terra.<br />
Come detto, oltre a Perona era presente ovviamente il gen. Prjmiceri<br />
comandante delle TT.AA.<br />
Consueto vin d’honneur e poi via per il lungo viaggio verso le nostre<br />
valli contenti per aver reso omaggio ad un comandante che merita<br />
tutta la nostra amicizia. Per altri poi il lungo viaggio ha segnato<br />
un ritorno nei luoghi della naja ed un velo di nostalgia lo abbiamo<br />
sicuramente colto nella riscoperta di tanti angoli che via via scoprivamo<br />
nel corso della nostra visita.<br />
Da queste pagine vada, come giusto che sia, all’amico Giovanni<br />
l’augurio per un sereno comando con la speranza di incontrarlo ancora<br />
quando vorrà risalire la nostra valle per qualche giorno di vacanza.<br />
Dario Balbo<br />
90° di fondazione<br />
della <strong>Sezione</strong> di Ivrea<br />
Un tempo, come si suol dire “da lupi”. Acqua da tutte le parti,<br />
strade che somigliavano a fiumi in piena. Ecco come abbiamo trovato<br />
Ivrea quella domenica mattina del 5 giugno scorso, giorno in<br />
cui la sezione A.N.A. di Ivrea celebrava il 90° di fondazione. La<br />
piazza dove ci era stato dato appuntamento si era trasformata in lago,<br />
impossibile scendere dall’auto. Non un alpino presente. Attendiamo<br />
una ventina di minuti fino quando sotto il diluvio scorgiamo una divisa<br />
della Protezione civile con cappello alpino. Questi ci indirizza<br />
verso un’altra piazza, nell’interno della città, fornita di porticato<br />
dove potersi riparare dalla pioggia. Qui incominciano a confluire<br />
molti alpini locali, e di Gruppi limitrofi, anche di altre Sezioni. Nel<br />
frattempo la densità della pioggia diminuiva leggermente. Verso le<br />
dieci, sulle note della fanfara sezionale, si partiva in corteo per le<br />
vie della città, mentre immancabilmente riprendeva a piovere intensamente.<br />
Con i cappelli appesantiti per l’acqua assorbita, dopo<br />
le due soste previste, per l’alzabandiera e gli onori ai Caduti con relative<br />
pose di corone, abbiamo raggiunto la Cattedrale per la Santa<br />
Messa. Al termine, naturalmente sempre in chiesa, le orazioni ufficiali,<br />
del Sindaco, dell’Assessore provinciale alla viabilità ed urbanistica<br />
e del Presidente della sezione A.N.A. di Ivrea. I vessilli<br />
sezionali presenti erano una decina, e numerosi i gagliardetti.<br />
Il vessillo sezionale della Val Susa era sorretto dal consigliere Bonaudo<br />
e scortato dal sottoscritto.<br />
La giornata terminava con un lauto pranzo nel salone dell’anfiteatro<br />
di Montalto Dora, a pochi chilometri da Ivrea. Elio Garnero
Quella pagina strappata<br />
dallo “<strong>Scarpone</strong>”<br />
E così Francesco Ballesio ci ha lasciati<br />
anche lui. Come nelle redazioni dei grandi<br />
giornali la notizia è arrivata in chiusura,<br />
quando si stavano tirando le somme su<br />
cosa pubblicare, sul numero delle pagine,<br />
sulla qualità delle fotografie, su tutte<br />
quelle cose che sino ad un paio di anni fa<br />
erano il suo pane, il suo passatempo, la sua<br />
gioia ed il suo orgoglio.<br />
Ho conosciuto Ballesio praticamente nel<br />
2006, da quando ho cominciato a collaborare<br />
con il giornale. Allora aveva già ottantasei<br />
anni, ma quello che mi aveva<br />
colpito in lui era stata l’estrema lucidità, la<br />
pignoleria assoluta, l’entusiasmo per<br />
quello che faceva, la competenza enorme,<br />
ma soprattutto la grande voglia di migliorare<br />
sempre la sua creatura. Cominciavo<br />
allora a scoprire termini a me ignoti, tecniche<br />
tipografiche sconosciute, ma mi venivano<br />
presentate con quella leggerezza<br />
del maestro che vuole tramandare ad altri<br />
il suo sapere. Fu una grande scoperta.<br />
Complice la vicinanza tra le nostre abitazioni<br />
torinesi spesso ero da lui a ricevere<br />
suggerimenti, a coglierne le proposte. Eravamo<br />
nei mesi in cui si progettava la<br />
nuova veste grafica del giornale. Con pudore<br />
mi faceva vedere le bozze che pazientemente<br />
aveva preparato, mi chiedeva<br />
il parere, credo anche che mi chiedesse<br />
aiuto per portarlo in porto. Ce la facemmo<br />
ed il primo numero fu la sua più grande<br />
gioia. Il suo capolavoro aveva preso corpo,<br />
i suoi occhi sprizzavano felicità.<br />
Ci si cominciava a conoscere sempre di<br />
più, io riuscivo a capire sempre meglio ciò<br />
che voleva, lui era riuscito a capire cosa<br />
ero in grado di fare. E nascevano così le<br />
copertine che tanto gli piacevano. Le studiava,<br />
me le presentava ed io le realizzavo.<br />
Talvolta non lo convincevo, ma la sua<br />
grande onestà lo portava sovente ad ammettere<br />
la validità delle realizzazioni.<br />
Il peso dell’età e della sofferenza lo costrinse<br />
ad allontanarsi dalla sua creatura,<br />
ma guai a mancare al cerimoniale della<br />
correzione delle bozze dove ancora pochi<br />
mesi orsono con la severità del buon maestro<br />
ci bacchettava se non si faceva attenzione.<br />
La perfezione fatta persona e solo<br />
nel luglio scorso, quando ormai la sua salute<br />
era sempre più in fase calante, una<br />
smorfia tra il disgusto, la delusione ed il<br />
rimbrotto aveva accompagnato quegli errori<br />
che erano usciti sull’ultimo numero<br />
dello “<strong>Scarpone</strong>”.<br />
Il suo giornale ha ora trentasette anni,<br />
molti di coloro che lo leggono mensilmente<br />
sono nati e cresciuti con lui, guardandolo<br />
magari in braccio a genitori o<br />
nonni, e con lui hanno visto crescere<br />
quella <strong>Sezione</strong> che un giorno sarebbe diventata<br />
la loro. E dietro le quinte o dietro<br />
Ba-io il grande nostro Francesco a scandirne<br />
il tempo della crescita tra storia, attualità,<br />
feste e funerali con quel rispetto<br />
per l’alpinità che gli faceva onore.<br />
Questo era il Ballesio del giornale. Ma<br />
c’era anche un Ballesio uomo di fanfara,<br />
fedele ed inesauribile braccio destro di<br />
Combetto, per quella amicizia nata in quel<br />
di Chianocco sin dai tempi della militanza<br />
partigiana e poi sua seconda casa sino a<br />
quando l’ha potuta frequentare. Fu musico<br />
appassionato sino a pochi anni orsono, e<br />
fu cantore delle gesta di quei suoi compagni<br />
che sanno accompagnare l’allegria<br />
delle feste, come la tristezza dei passi nei<br />
funerali degli amici.<br />
Suoneranno anche per lui i suoi amici<br />
musici, e suoneranno certamente con difficoltà<br />
e commozione.<br />
La fotografia, caro Francesco, non so se<br />
ti piacerà o meno, ma ti ritrae nel gesto di<br />
saluto che tanto abbiamo usato nella nostra<br />
vita. Tu saluti, ma in realtà siamo noi<br />
a doverti salutare ancora una volta e questa<br />
volta per sempre. Grazie di tutto “Cichin”<br />
ed un abbraccio sincero alla tua<br />
Maria con la quale hai condiviso la tua<br />
splendida vita. La tua <strong>Sezione</strong>, il tuo<br />
Gruppo, i tuoi lettori, i tuoi colleghi musici<br />
non ti dimenticheranno mai.<br />
Ti porti purtroppo nel cuore il cruccio<br />
che il tuo “<strong>Scarpone</strong>” non sia mai stato<br />
premiato dall’A.N.A. come meriterebbe<br />
invece ampiamente. Non ti preoccupare, ci<br />
riusciremo per te. Nelle mani di Valerio, a<br />
cui hai ceduto lo zaino posato tempo addietro,<br />
crescerà ancora. Te lo promettiamo<br />
e te lo dobbiamo.<br />
Addio Ballesio, alpino e galantuomo.<br />
Dario Balbo<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 21<br />
L’amico fedele (foto D. Balbo)<br />
Dalla <strong>Sezione</strong>
Cronaca dai Gruppi<br />
22<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
Gruppo di Rubiana<br />
A “Rensin” nostro capogruppo<br />
Hei!! Brava gente sono andato avanti nel Paradiso di Cantore.<br />
Sì, è così che Rensin il nostro capogruppo ci avrebbe dato la notizia;<br />
è la mattina del 13 luglio, ricevo una telefonata dal vice capogruppo<br />
Remo: “Rensin è andato avanti”. Subito dopo ne ho<br />
conferma da sua moglie Valeria, in un batti baleno la notizia si diffonde<br />
per la Val Messa, con stupore e commozione; sapevamo tutti<br />
che Rensin combatteva da anni con il male, ma non ci aspettavamo<br />
che ci lasciasse così presto.<br />
Mi rammarico, per questi ultimi mesi, di non essere andato più<br />
spesso a trovarlo. Ricordo che quando andavo, spesso lo trovavo seduto<br />
nella sua segheria e mi manifestava la sua rabbia per l’impotenza<br />
che il male man mano lo attanagliava.<br />
L’ultima volta che l’ho visto era a letto per stanchezza, ma sereno,<br />
non rassegnato; abbiamo ancora parlato della festa degli alpini della<br />
Val Messa, del raduno di Torino, del prossimo raduno 2012 a Bolzano,<br />
al quale ci teneva di partecipare, e di essere andato, in sogno,<br />
in vetta al Rocciamelone.<br />
Il Rocciamelone, sono tante le volte che Rensin è salito in vetta<br />
dalla Madonna; tra queste, protagonista tra coloro che riportarono a<br />
valle la cassa, custodita ai piedi della Madonna, contenente i nomi<br />
dei “Bambini d’Italia” che con le loro sottoscrizioni permisero di<br />
costruire nel 1899 la statua bronzea della Signora del Rocciamelone.<br />
Mi ritornano in mente, le ascese, fatte nel mese di luglio in occasione<br />
del pellegrinaggio della <strong>Sezione</strong> Val Susa, con te, con il compianto<br />
Firmino, Gianni ed io. Obbligo era di andare a dormire in<br />
vetta, così alla domenica eravamo già lì ad aspettare tutti gli alpini<br />
per la Santa Messa. Indimenticabili furono quelle del Centenario,<br />
con neve, tormenta e gran freddo; e quella lunga passeggiata in Valle<br />
del Ribon, non proprio una passeggiata, perché arrivati in cima eravamo<br />
tutti sfiniti, ma la fatica veniva subito dimenticata il giorno<br />
dopo, con la commemorazione degli alpini “andati avanti”, sulle<br />
note del canto “Signore delle Cime”.<br />
Il canto un altro punto forte del nostro Rensin con la sua voce da<br />
basso. Memorabili erano i cori improvvisati nei nostri raduni alpini<br />
con Remo, il capogruppo dal quale avrebbe poi rilevato il testimone,<br />
Agostino, Alfredo, Luigi e Angelin con la fisarmonica, che<br />
con le loro belle voci rallegravano il momento e trascinavano a cantare<br />
anche chi non era troppo intonato.<br />
Nel 1987 iniziò il suo mandato da capogruppo e in questi circa 25<br />
anni tante cose sono state fatte. Nel 1990 è stata costruita, grazie alla<br />
donazione della sig.ra Giovanna in memoria del marito e nostro<br />
socio Mario Aiassa, la nuova sede del Gruppo bella e accogliente.<br />
Nelle alluvioni, guidato da Rensin, il Gruppo ha prestato la sua opera<br />
nel togliere il fango a Canelli ed in Val d’Aosta ad Issogne in una<br />
segheria, alle ristrutturazioni e conservazioni delle Cappelle di Rubiana<br />
e del Santuario della Bassa, e tante altre opere che ad elencarle<br />
tutte diventerebbe troppo lungo.<br />
Rensin, ti ricorderemo sempre per il tuo orgoglio di essere Alpino<br />
con la “A” maiuscola, per essere sempre stato presente, e a<br />
quanto ci tenevi che il tuo Gruppo facesse sempre bella figura alle<br />
manifestazioni. Il Gruppo ti dice ancora grazie per la tua disponibi-<br />
lità, per la tua intraprendenza per l’amicizia che ci hai voluto concedere.<br />
So che mi diresti di non esagerare, ma è proprio così perché<br />
sei stato un grande. Tutto ciò che facevi lo facevi senza clamore e<br />
senza ringraziamenti, come se fosse un “tuo” dovere, e soprattutto<br />
per questo che tanta brava gente ti ammirava e ti voleva bene come<br />
tutti noi alpini e amici. Ci mancherai.<br />
Grazie Capo.<br />
Carlo e i Tuoi Alpini.<br />
Buon compleanno Aldo<br />
Un caloroso augurio dal Direttivo e da tutto il Gruppo al nostro<br />
socio alpino Aldo Isabello (classe 1921) che insieme ai 12 pronipoti<br />
(Samuele, Giulia, Alice, Greta, Giulia, Giorgia, Simona, Daniele,<br />
Fabio, Elisa, Ilaria, Filippo) il 3 ottobre prossimo festeggerà i suoi<br />
90 anni.<br />
14° trofeo Bruno Destefanis<br />
Come di consuetudine anche quest’anno il 6 agosto si è svolta la<br />
tradizionale gara alle bocce.<br />
Tutto si è svolto come gli anni passati, ma con un evento che non<br />
è passato inosservato e cioè la mancanza del nostro capogruppo <strong>Lo</strong>renzo<br />
Bert. Prima dell’inizio della cena è stato osservato un minuto<br />
di silenzio per ricordare “Rensin”.<br />
La gara, organizzata dal Direttivo del Gruppo, si è svolta con sorteggio<br />
delle coppie presenti, a baraonda e a sorteggio unico, libera<br />
a tutti, esclusi giocatori di categorie A-B.<br />
Il 14° Trofeo alla memoria del socio Bruno Destefanis ha, visto<br />
una buona partecipazione e le gare si sono svolte sui campi da gioco<br />
presso la nostra sede in borgata Paschero 5/bis e ai campi da gioco<br />
del Parco Europa.<br />
Verso le ore 20 è stata interrotta la gara e alla presenza di oltre 70<br />
commensali è stata servita la cena precedentemente preparata dal<br />
Direttivo composto da cuochi, aiutanti e relative consorti.<br />
La gara ripresa dopo la cena è terminata verso le undici e ha visto<br />
vincitori del 1° premio (trofeo Bruno Destefanis) la coppia Acossato<br />
Massimo - Goffo Giuseppe, al 2° posto la coppia Neirotti Armando<br />
- Montabone Piero.<br />
Un caloroso ringraziamento a tutti i partecipanti e in particolare al<br />
sig. Dante Vercellino che come sempre, con molto entusiasmo e disponibilità,<br />
insieme al vice capogruppo Remo Blandino e ai componenti<br />
del Direttivo preparano e conducono le gare dall’iscrizione<br />
alla premiazione.<br />
Un grazie di cuore va anche alla famiglia Destefanis che tutti gli<br />
anni sponsorizza la gara offrendo parte dei premi.<br />
Con l’occasione, il Direttivo porge a tutti gli iscritti al Gruppo<br />
A.N.A. di Rubiana, simpatizzanti ed amici, un cordiale saluto di arrivederci<br />
al prossimo anno.<br />
Gruppo di Claviere<br />
Annuale festa patronale<br />
e di Gruppo<br />
Consueto appuntamento domenica 3 luglio a Claviere per l’annuale<br />
festa patronale e del Gruppo.<br />
Una meravigliosa giornata di sole faceva da contorno alla festa<br />
come sempre guidata dalla entusiastica regia dell’instancabile “giovincello”<br />
e capogruppo Aldo Audisio. In quel giorno la preoccupazione<br />
delle manifestazioni in corso alla Maddalena ha forse tenuto<br />
lontano qualche ospite alpino ma la cornice di pubblico era comunque<br />
soddisfacente. Ospite come sempre la nostra fanfara e nell’occasione<br />
gli sbandieratori di Montegrosso d’Asti che si scontravano<br />
con le folate del vento valsusino che mettevano a repentaglio le evoluzioni<br />
delle loro bandiere.<br />
Esordio in festa alpina anche per il neo sindaco Maurizio Ponzio<br />
subentrato da poche settimane all’alpino Franco Capra.<br />
Dopo alcuni brani musicali della nostra fanfara e l’esibizione degli<br />
sbandieratori, la santa Messa precedeva la consueta processione<br />
lungo le vie del paese, processione aperta come consuetudine dall’instancabile<br />
Audisio. Conclusione presso la casa comunale per la<br />
cerimonia dell’alzabandiera ed i saluti del sindaco.
Gruppo di Oulx<br />
note sotto le stelle per il ricordo<br />
Il periodo tra fine luglio e fine agosto sarà per sempre un periodo<br />
di tristi ricordi per tutti gli alpini del Gruppo, quei ricordi che rimarranno<br />
scolpiti nelle loro menti e nei loro cuori dopo i luttuosi<br />
eventi di quel periodo nell’estate del 2010.<br />
Ricorrendo così il primo anniversario della morte di Candido Chareun<br />
e di Pier Augusto Clataud non poteva esserci modo migliore<br />
per ricordarli che non dedicare loro due serate di stampo alpino.<br />
Nella magica atmosfera della pineta di Beaulard, in un anfiteatro<br />
naturale di rara bellezza e di ovattato silenzio la nostra fanfara poteva<br />
offrire il meglio di sé in un bellissimo concerto dedicato a Candido.<br />
Era il 23 luglio e purtroppo la temperatura non era quella che<br />
ci si poteva aspettare per il periodo. Freddo, molto freddo ma nulla<br />
potè fermare l’impeto e l’impegno del maestro Danilo Bellando e<br />
dei suoi musici. Mancava solo la luna piena che già una volta in<br />
quello stesso luogo di alcuni anni orsono per un analogo concerto era<br />
venuta ad illuminare la scena e a rendere meno pesante il debutto di<br />
Cristina nell’impegnativa parte della presentatrice.<br />
Applausi finali calorosi e meritati accoglievano poi il presidente<br />
Combetto che riceveva dal capogruppo Franco Bernard il ringraziamento<br />
del Gruppo.<br />
Clima invece decisamente estivo ha fatto da contorno alla serata<br />
in ricordo di Pier Augusto nel jardin dla tour. Ospite della serata il<br />
coro “Rocciamelone” che ha entusiasmato i presenti con quattordici<br />
canti di rara bellezza e di forte impatto sul pubblico presente. Pubblico<br />
fortunatamente molto numeroso e coinvolto dal profondo significato<br />
della serata. Come sottolineato nei discorsi di rito, molti<br />
conoscevano sicuramente Candido e Pier Augusto, ma era importante<br />
che coloro che non li avessero conosciuti portassero con sé la<br />
consapevolezza di non aver potuto conoscere due persone con il loro<br />
carisma. Sono stati ricordati anche tutti gli alpini del gruppo andati<br />
avanti nel 2010 e nel 2011.<br />
Nel pomeriggio l’annuale gara di bocce degli alpini con rinfresco<br />
finale in allegria.<br />
Gruppo di San Giorio<br />
Inaugurazione ex scuola<br />
della borgata Città di San Giorio<br />
La borgata Città posta a circa 1000 metri di altitudine è la frazione<br />
abitata più alta di San Giorio. In località Gran Pra due bimbi,<br />
mamma Mariangela e papà, l'alpino Gianpaolo, sono gli unici residenti.<br />
Ma con la bella stagione si rianima e addirittura un comitato<br />
e una associazione fanno a gara per organizzare al meglio la festa di<br />
Sant’Anna. È in questo contesto che sabato 23 luglio, il comitato di<br />
Città e il Gruppo alpini, che congiuntamente hanno partecipato alla<br />
realizzazione dei lavori di recupero, hanno consegnato alla popolazione<br />
il locale, che ospitava la scuola, completamente ristrutturato.<br />
In primo piano, al centro, la signora Monatieri con alla sua sinistra<br />
l’ultimo suo allievo, Carlo Tornior.<br />
L’ex scuola posta a pian terreno dopo la chiusura era stata utilizzata<br />
come magazzino ed era in pessimo stato per la presenza di umidità<br />
che minacciava la stabilità dei muri e del pavimento. Dopo la<br />
demolizione sono stati isolati e rifatti come i serramenti e l’impianto<br />
elettrico.<br />
Lavori che sono durati circa un anno, prevalentemente in estate,<br />
sfruttando i fine settimana e le ferie. Con la presenza costante del vicecapogruppo<br />
Fabio Tomassone, vera anima dell’opera, si sono avvicendati<br />
di volta in volta diversi alpini e soci aggregati, dai semplici<br />
manovali ai più esperti muratori con un particolare ringraziamento<br />
a Mario Chiaberto alpino di Villar Focchiardo. I materiali sono stati<br />
forniti gratuitamente dal comune, proprietario del locale e da alcune<br />
ditte.<br />
Il sabato, alla presenza del Sindaco, degli amministratori, delle<br />
associazioni e con ospite d’onore la signora Giorgiana Monateri,<br />
l’insegnante che nel 1962 chiuse per l’ultima volta la porta della<br />
scuola, costretta alla chiusura per mancanza di alunni causa lo spopolamento<br />
inesorabile della montagna, è avvenuta l’inaugurazione.<br />
Al suono dell’Inno nazionale, a lei il compito di tagliare il nastro<br />
tricolore e a reggerlo, Ilaria e Dario i bambini che vivono tutto l’anno<br />
lassù a dimostrare una timida ripresa della montagna. Dopo i discorsi<br />
di rito i numerosi intervenuti hanno potuto vedere l’interno,<br />
dove una mostra fotografica sul prima, durante e dopo i lavori dava<br />
modo di apprezzarne l’esecuzione e anche la complessità. Noi alpini<br />
abbiamo voluto dedicare questo locale all’alpino Florido Tomassone<br />
andato avanti qualche anno fa, originario della Città cui era<br />
molto legato. Florido aveva spesso espresso il desiderio di sistemare<br />
la scuola ma per vari motivi la cosa è andata per le lunghe. Allora<br />
questo desiderio è stato per gli alpini il suo testamento morale, una<br />
promessa da mantenere, una promessa finalmente mantenuta. A lato<br />
dell’arco centrale è stata posta una scultura in legno, opera di Valter<br />
Tomassone, copia del cappello alpino di Florido con la scritta ”A<br />
Florido e a quanti calcarono queste contrade”.<br />
Mauro Pognant Gros<br />
Gruppo di Bardonecchia<br />
80° della tragedia del Picreaux<br />
Non certamente felice lo spostamento di data dell’annuale commemorazione<br />
della tragedia del Picreaux del lontano gennaio 1931.<br />
Di consuetudine la cerimonia si svolge nell’ultima domenica di luglio,<br />
ma nell’occasione dell’80° anniversario il Gruppo ha deciso di<br />
anticipare il tutto di una settimana per consentire ad un maggior numero<br />
di persone di partecipare evitando concomitanti manifestazioni<br />
di richiamo. Per citarne due, il concerto al Pian del Sole e la nostra<br />
salita al Rocciamelone. Una temperatura decisamente poco estiva,<br />
non pensiamo di esagerare nel supporre qualche misero grado sopra<br />
lo zero, ed un vento gelido hanno così fatto da contorno alla commemorazione<br />
culminata come al solito nella Santa Messa celebrata<br />
da don Paolo di Pascale. Esordio nella lettura della Preghiera dell’alpino<br />
per l’ex sindaco alpino di Bardonecchia, Francesco Avato,<br />
mentre l’attuale sindaco Roberto Borgis, alpino anche lui, partecipava<br />
per la prima volta ma ahimè senza cappello.<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 23<br />
Cronaca dai Gruppi
Cronaca dai Gruppi<br />
Purtroppo la partecipazione non è stata pari alle aspettative, ma i<br />
presenti si sono dimostrati come di consueto coinvolti specie nel ricordo,<br />
dettagliato, delle vicende che hanno portato alla tragedia.<br />
<strong>Lo</strong> scorso aprile, su La Stampa, una lettrice figlia di un milite presente<br />
al Picreaux nel giorno della disgrazia, raccontava quella che,<br />
secondo suo padre ed altri valligiani, era una esercitazione da non<br />
fare per le proibitive condizioni atmosferiche. Lamentando, ingiustamente,<br />
che quella disgrazia fosse stata dimenticata, ha fornito<br />
l’occasione a Renato Nervo per leggere quell’articolo che forse ai<br />
più era sfuggito.<br />
Presenti il nostro vessillo e quello di Torino, con i gagliardetti dei<br />
Gruppi di Bardonecchia, Sant’Antonino, Cesana, Bussoleno e Oulx.<br />
Presente anche una rappresentanza dei marinai d’Italia.<br />
La polenta fumante, quanto mai gradita, ha poi riscaldato un po’<br />
i coraggiosi commensali rimasti.<br />
Nella giornata di sabato invece a Rochemolles, nell’ambito delle<br />
celebrazioni, momenti di ricordo e raccoglimento con la partecipazione<br />
del coro Ange Gardien di Oulx.<br />
24<br />
Gruppo di Giaglione<br />
Festa di Santa Chiara<br />
dedicata a ugo Ponsero<br />
Anche quest’anno il Gruppo ha rinnovato l’appuntamento con la<br />
festa di Santa Chiara che si è svolta domenica 14 agosto, ed ha voluto<br />
dedicare l’edizione di quest’anno all’alpino Ugo Ponsero deceduto<br />
il 12 marzo 2011.<br />
La sua figura è stata ricordata sia dal parroco don Daniele Giglioli<br />
durante la Santa Messa sia dal capogruppo Franco Silvestro che ha<br />
sottolineato come proprio Ugo Ponsero avesse voluto dare inizio,<br />
nel 1978 insieme agli amici che l’anno prima rifondarono il gruppo<br />
giaglionese, a questo appuntamento estivo con l’idea di creare un<br />
momento di aggregazione e amicizia. Da allora ogni anno l’incontro<br />
si è rinnovato crescendo nelle edizioni successive.<br />
Al termine della Messa il presidente della <strong>Sezione</strong> A.N.A. Val<br />
Susa, Giancarlo Sosello, ha consegnato la tessera dell’associazione<br />
a Massimiliano Maberto che ha partecipato con grande entusiasmo<br />
al corso di “mininaja” di 3 settimane presso la caserma di Bousson,<br />
dando un grande esempio di alpinità e attaccamento alle nostre montagne.<br />
L’ampio e suggestivo spazio naturale di Prà Piano accoglie ogni<br />
anno un buon numero di organizzatori e un folto gruppo di partecipanti<br />
che trascorrono la giornata tra giochi, intrattenimenti e un gustoso<br />
pranzo alpino, il tutto accompagnato dalle note della banda<br />
musicale di Giaglione diretta dal maestro Mauro Parisio.<br />
La banda in mattinata, dopo l’alzabandiera, ha condotto il corteo<br />
con i numerosi gagliardetti verso il luogo della Santa Messa al<br />
campo e nel pomeriggio si è esibita in un concerto di canzoni alpine.<br />
Il Gruppo ringrazia tutti coloro che si sono prodigati per la buona<br />
riuscita della festa e rinnova a tutti l’appuntamento per il prossimo<br />
anno.<br />
Franco Silvestro<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
Gruppo di Sant’Antonino<br />
Il capogruppo in Canada<br />
Il capogruppo Michele Franco, durante un viaggio in Canada ha<br />
fatto visita alla <strong>Sezione</strong> di Toronto e da queste pagine vuole rinnovare<br />
l’amicizia con gli alpini all’estero.<br />
Nella fotografia lo vediamo con il Direttivo della <strong>Sezione</strong> canadese<br />
e alla sua sinistra, il presidente Buttazzoni.<br />
Gruppo di Novalesa<br />
Festa dell’estate<br />
È il 21 agosto, le vacanze volgono al termine e il Gruppo vuole salutare<br />
le ferie che se ne vanno con la ormai tradizionale festa dell'estate<br />
che è anche l'annuale festa del Gruppo. Grande fervore di<br />
tutti i soci già il venerdì precedente con l'installazione del tendone<br />
che accoglierà i commensali e la tenda dove alloggerà la cucina da<br />
campo.<br />
La domenica, di buon mattino, tutti schierati da bravi alpini, a<br />
svolgere il compito già in precedenza assegnato, dalla cottura delle<br />
due voluminose polente, al girarrosto che arrostirà le succulente costine,<br />
alla losa che produrrà salciccia paesana. Ma il vero tocco di<br />
classe è arrivato dalle nostre infaticabili cuoche che hanno dato il<br />
meglio di sé presso i fornelli per la gioia del palato di tutti i presenti.<br />
Un grazie di cuore ad Anna, Laura, Luciana, Marcella, Marie Helene<br />
e Tiziana per la loro perizia, e per la simpatia e gentilezza elargite<br />
a tutti i commensali. Erano presenti oltre ai 130 soci e amici, il<br />
presidente sezionale Giancarlo Sosello, il revisore dei conti nazionale<br />
Mario Botteselle, il consigliere sezionale Enrico Sacco, il vicepresidente<br />
Giovanni Baro e a rappresentare il Comune il sindaco<br />
Ezio Rivetti.<br />
Un grazie al capogruppo Gillio Giai per la sua impeccabile organizzazione<br />
e per la sua instancabile volontà che ha dato alla festa<br />
una piacevole e apprezzata conclusione.<br />
Gruppo di Cesana<br />
Festa del Gruppo<br />
Domenica 28 agosto, in una magnifica giornata di sole, si è svolta<br />
l’annuale festa del Gruppo.<br />
Dopo l’Onore ai Caduti al monumento all’alpino il corteo si è snodato<br />
tra le vie di Cesana per raggiungere in successione il cimitero<br />
di guerra e poi successivamente il monumento ai Caduti dello Chaberton.<br />
Sempre magistralmente guidato dalla fanfara sezionale il corteo<br />
raggiungeva poi località Massarello dove si trovano sia la sede del<br />
Gruppo che la cappella presso la quale si svolge la Santa Messa.
Dopo il saluto del capogruppo Giuseppe Ferraris prendevano la<br />
parola sia il sindaco di Cesana Collomb che il vicesindaco alpino di<br />
Claviere, Capra che porgevano i saluti delle rispettive amministrazioni<br />
comunali.<br />
Al termine della Santa Messa tradizionale distribuzione del pane<br />
benedetto.<br />
Larga la partecipazione alpina con presenze anche dalle Sezioni di<br />
Torino e Pinerolo. Nutrita inoltre la partecipazione dell’Associazione<br />
nazionale bersaglieri con i rappresentanti valsusini e naturalmente<br />
presenti gli amici francesi del 15/9 di Briançon guidati da<br />
Daniel Leportier.<br />
Rancio alpino nella suggestiva atmosfera della pineta e chiusura<br />
della giornata in bellezza con il tradizionale concertino della nostra<br />
fanfara.<br />
Ferraris confermato capogruppo<br />
Il 26 agosto presso la sede del Gruppo in località Massarello, alle<br />
ore 15.30 in seconda convocazione, si è tenuta l’assemblea dei soci,<br />
regolarmente convocata, per procedere alla votazione del nuovo<br />
Consiglio direttivo.<br />
Risultano eletti: capogruppo Giuseppe Ferraris, consiglieri Riccardo<br />
De Muti, Carlo Bec, Emilio Peyron, Vittorio Colomb, Secondino<br />
Gastaldi, Giorgio Baseggio. I consiglieri votano gli incarichi<br />
da assegnare ai soci eletti, e all’unanimità vengono designati: Riccardo<br />
Demuti vice capogruppo, Vittorio Colomb tesoriere, Emilio<br />
Peyron segretario, Giorgio Baseggio magazziniere, Secondino Gastaldi<br />
pubbliche relazioni, Carlo Bec approvvigionamenti.<br />
Gruppo di Avigliana<br />
Il 2 febbraio il socio alpino Giorgio<br />
Griffero e la consorte Carla sono<br />
diventati nonni. È nato il piccolo<br />
Giovanni Battista.<br />
Ai nonni, ai genitori Graziella ed<br />
Ermanno, vadano le più vive felicitazioni<br />
di tutto il Gruppo. Al piccolo<br />
Giovanni Battista auguriamo ogni<br />
bene nel lungo cammino della vita<br />
che ha appena intrapreso.<br />
Gruppo di Novalesa<br />
Il 17 giugno è nata Viola Claretto<br />
nipote del nostro socio Giorgio e<br />
della nonna Adriana, pronipote dei<br />
bisnonni Basilio (socio anch'esso) e<br />
Marì. Ai genitori e ai familiari i più<br />
calorosi auguri da tutto il Gruppo.<br />
Gruppo di Rubiana<br />
Felicitazioni dal Gruppo al socio<br />
alpino Franco Sina e alla moglie<br />
Gianna per la nascita della nipotina<br />
Caterina.<br />
<br />
Auguri anche al socio alpino<br />
Gruppo di Bruzolo<br />
Il 24 settembre prossimo, il socio<br />
consigliere Nello Parolari e consorte<br />
Piera raggiungeranno il prestigioso<br />
traguardo di cinquant’anni di matrimonio.<br />
Il Direttivo e gli alpini del<br />
Gruppo si congratulano con loro ed<br />
augurano buon proseguimento.<br />
Gruppo di Avigliana<br />
Il 31 luglio 2011, la gentil signora<br />
Carla ed il marito nostro<br />
socio alpino Alessandro Salvaia<br />
hanno festeggiato il loro cinquante-<br />
Nascite<br />
Anniversari<br />
Marco Brunatto e Ombretta per la<br />
nascita del nipote Andrea.<br />
Gruppo di Bruzolo<br />
Il socio Luca Didero e consorte<br />
Marina Seinera, sono diventati genitori<br />
di un maschietto al quale<br />
hanno dato il nome Marco.<br />
Felicitazioni vivissime ai genitori<br />
e tanti auguri al piccolo Marco per il<br />
cammino appena iniziato.<br />
Gruppo di Sant’Antonino<br />
Il 14 giugno 2011 è nato Simone,<br />
figlio del socio Luca Giai Brueri e<br />
della consorte Luisa e nipote di<br />
Agostino Giai Brueri.<br />
Il Gruppo partecipa alla vostra felicità<br />
e augura a Simone un sereno<br />
avvenire.<br />
Gruppo di Villar Focchiardo<br />
Il 10 aprile è nata Anita Amprimo<br />
di Luca e Simona Viceconte, nipote<br />
del socio Angelo. Ai genitori, alla<br />
sorellina Martina e ai nonni le più<br />
vive felicitazioni ed alla piccola<br />
Anita auguri per una lunga vita serena.<br />
simo anno di matrimonio con la<br />
loro famiglia.<br />
Per la verità la settimana precedente<br />
c’è stato un prologo all’avvenimento<br />
con un simpatico e<br />
gradevole incontro conviviale con i<br />
loro amici più cari.<br />
A Carla e Sandro l’intero nostro<br />
Gruppo esprime vivissime congratulazioni,<br />
ed augura loro di raggiungere<br />
in serenità i prossimi traguardi.<br />
Gruppo di San Giorio<br />
Il 20 settembre abbiamo raggiunto<br />
i nostri primi 25 anni ed ec-<br />
coci qui... non per tirare le somme,<br />
ma per continuare a camminare ancora<br />
insieme, affrontando gioie e<br />
dolori, successi e delusioni. Ma fino<br />
a quando ci terremo per mano il futuro<br />
non mi farà paura...<br />
Buon anniversario Mauro.<br />
Tua moglie Graziella.<br />
Gruppo di Chianocco<br />
Il 26 giugno scorso, l’alpino <strong>Lo</strong>renzo<br />
Rossero e signora Ada Perotto<br />
hanno festeggiato i loro<br />
sessant’anni di vita coniugale.<br />
Da tutti i soci del Gruppo con-<br />
Gruppo di Almese<br />
<strong>Lo</strong> scorso 12 maggio ci ha lasciati<br />
l'artigliere alpino Enrico Giugliardi,<br />
classe 1917.<br />
Enrico partecipò negli alpini alla<br />
campagna di Albania dove venne<br />
fatto prigioniero dai tedeschi.<br />
Dopo l'8 settembre 1943 riuscì a<br />
fuggire dal treno che trasportava i<br />
prigionieri in Germania e trascorse<br />
un periodo nelle formazioni dei<br />
partigiani di Tito.<br />
Dopo parecchie vicissitudini,<br />
potè finalmente ripartire alla volta<br />
dell'Italia, viaggiando in parte con<br />
mezzi di fortuna e per lunghi tratti<br />
camminando a piedi, facendo così<br />
ritorno a Rivera di Almese, suo<br />
paese natale.<br />
Giunto a casa dovette nascondersi<br />
per diversi mesi in una grotta<br />
sulla montagna per evitare i rastrellamenti<br />
dei tedeschi e delle forze<br />
repubblichine.<br />
Uomo forte nel carattere e per<br />
prestanza fisica, partecipò attivamente,<br />
finché la salute glielo permise,<br />
alla vita associativa del<br />
Gruppo alpini almesino ed a tutte le<br />
nostre Adunate nazionali.<br />
Alla figlia Marina ed a tutti i familiari<br />
in lutto giungano le più sentite<br />
condoglianze a nome di tutti gli<br />
alpini e simpatizzanti del Gruppo.<br />
<br />
L’11 giugno è deceduta, all'età<br />
di 89 anni, la signora Livia Salussoglia,<br />
mamma del nostro socio<br />
Giampiero Borasio. Alpini e simpatizzanti<br />
del Gruppo porgono le<br />
più vive espressioni di sincero cordoglio<br />
a Giampiero ed ai suoi familiari.<br />
Gruppo di Caprie<br />
Venerdì 8 luglio u.s. è andato<br />
avanti il ns. socio Benito Cinato,<br />
classe 1923.<br />
Remo, come lo abbiamo sempre<br />
chiamato, abitava a Novaretto ed era<br />
molto conosciuto sia a Caprie che a<br />
Condove. Viveva con la moglie<br />
Giovanna Ester Suppo, che aveva<br />
sposato nel 1946, con traguardo<br />
quest’anno dei 65 anni di matrimonio.<br />
Due figli: Attilio e Silva.<br />
Ha svolto il servizio militare nel<br />
battaglione “Exilles” a Pinerolo e<br />
dopo l’8 settembre 1943 è stato catturato<br />
dai tedeschi e deportato in<br />
Germania a Bremen Nord, nei<br />
pressi di Amburgo, in un campo di<br />
lavoro. Una vita di lavoro, con inizio<br />
all’età di 13 anni alle Officine<br />
Moncenisio e successivamente alla<br />
Fiat Ferriere.<br />
Decessi<br />
gratulazioni vivissime e tanti auguri<br />
per l’avvenire.<br />
Matrimoni<br />
Gruppo di Villar Focchiardo<br />
Il 2 luglio u.s. si sono uniti in<br />
matrimonio la signorina Michela<br />
Versino di Luigi nostro socio, e il<br />
signor Manuel Cantore. Il Gruppo<br />
augura ai novelli sposi tanta felicità.<br />
In pensione si è sempre tenuto<br />
molto attivo con una dedizione particolare<br />
all’orto.<br />
Il Gruppo porge le più sentite<br />
condoglianze alla moglie, ai figli e a<br />
tutti i familiari.<br />
Un ringraziamento ai Gruppi che<br />
sono intervenuti alle esequie con il<br />
loro gagliardetti e alla <strong>Sezione</strong><br />
A.N.A. <strong>Valsusa</strong> che ha partecipato<br />
con il vessillo sezionale.<br />
<br />
L’11 febbraio 2011 è andato<br />
avanti il socio Gianfranco Bert,<br />
classe 1951.<br />
Ha lavorato come operaio alla<br />
Fiat e poi come muratore, e da molti<br />
anni ormai viveva nella casa dei genitori<br />
in borgata Sala, sopra Novaretto.<br />
Vita solitaria e semplice la sua,<br />
sulla montagna di fronte alla Sacra<br />
di S. Michele.<br />
Costituiva un punto di riferimento<br />
per coloro che raggiungevano<br />
la borgata per lavoro o per<br />
passeggiate.<br />
Seppure abituato a stare solo,<br />
parlava molto volentieri con le persone<br />
che incontrava lassù, poiché<br />
dotato di spirito gioviale.<br />
Il Gruppo porge le più sentite<br />
condoglianze al fratello Nello Bert,<br />
nostro capogruppo, alla sorella e a<br />
tutti i familiari.<br />
Un ringraziamento ai Gruppi che<br />
sono intervenuti alle esequie con il<br />
loro gagliardetti e alla <strong>Sezione</strong><br />
A.N.A. <strong>Valsusa</strong> che ha partecipato<br />
con il vessillo sezionale.<br />
Gruppo di Chianocco<br />
Venerdì 26 agosto è andato avanti<br />
Francesco Ballesio classe 1921.<br />
Anima indiscussa de “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong>” per quei ben trentacinque<br />
anni ed oltre in cui ha profuso<br />
entusiasmo e competenza per renderlo<br />
sempre migliore.<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong> 25<br />
Anagrafe alpina
Anagrafe alpina<br />
Musico e contemporaneamente<br />
segretario della fanfara ha contribuito<br />
anche qui allo sviluppo ed alla<br />
organizzazione della stessa.<br />
La <strong>Sezione</strong> tutta, il comitato di<br />
redazione, il suo Gruppo lo ricorderanno<br />
sempre quale esempio di disponibilità,<br />
rettitudine, e alpinità.<br />
Alla moglie Maria, sua inseparabile<br />
compagna di vita vadano le più<br />
sentite condoglianze della famiglia<br />
valsusina per sempre riconoscente.<br />
Gruppo di Chiusa San Michele<br />
È mancata la signora Ida Allais,<br />
suocera del nostro socio Romano<br />
Barella. A lui e alla moglie Franca<br />
le più sentite condoglianze.<br />
Il Gruppo è vicino e partecipa al<br />
dolore del socio Elio Berton e del<br />
piccolo Ignazio Edoardo per la repentina<br />
quanto immatura scomparsa<br />
della moglie e mamma Angela Venturino<br />
e porge le più sentite condoglianze.<br />
Gruppo di Mattie<br />
Il 21 giugno è “andato avanti”<br />
Leonardo Belmondo classe 1921.<br />
Arruolato nel 1941 nel battaglione<br />
“Exilles” viene dapprima inviato<br />
sul fronte occidentale dove<br />
entrava a far parte della 32ª compagnia.<br />
Dopo qualche mese trascorso a<br />
Pinerolo per addestramento nel gennaio<br />
1942 viene imbarcato a Bari<br />
per raggiungere il fronte dei Balcani.<br />
Sbarcato a Ragusa in Jugoslavia<br />
il primo impegno del suo reparto<br />
è stato quello di portare rinforzo al<br />
“Fenestrelle” che si trovava a Nevesinie,<br />
a circa 30 km da Mostar, nelle<br />
montagne. Da quel momento lungo<br />
peregrinare per la Jugoslavia sino<br />
all’8 settembre 1943 quando si trovava<br />
in Montenegro.<br />
Consegnate le armi ai tedeschi,<br />
viene mandato dopo lungo viaggio<br />
su battello e successivamente su<br />
carro bestiame, nel campo di concentramento<br />
VI G di Bonn.<br />
Lavori forzati, fame sino al luglio<br />
1944 quando, spostato di campo,<br />
comincia vivere una prigionia meno<br />
severa.<br />
26<br />
<br />
<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong><br />
<strong>Valsusino</strong><br />
errata corrige<br />
A Pasqua arrivano finalmente gli<br />
americani a liberarlo e dopo qualche<br />
tempo inizia finalmente il lungo e<br />
faticoso viaggio di ritorno verso<br />
l’Italia, raggiunta dopo molte peripezie<br />
il 29 luglio 1945 tre anni dopo<br />
la partenza.<br />
Il Gruppo formula alla famiglia<br />
sentite condoglianze.<br />
Gruppo di San Giorio<br />
Il 27 giugno è andato avanti l’artigliere<br />
alpino Luigi Pognant Gros.<br />
Ricordare Luigi non è semplice tanti<br />
erano i suoi impegni, tutti meritori e<br />
si rischia di tralasciarne qualcuno. A<br />
San Giorio era presente praticamente<br />
in tutte le associazioni, per<br />
anni eletto in consiglio comunale<br />
fino a ricoprire la carica di sindaco<br />
negli anni settanta.<br />
Sempre disponibile, sempre<br />
pronto alla battuta, preciso e puntuale<br />
ad ogni impegno preso.<br />
Punti fermi della sua vita la famiglia<br />
e la fede in Dio. La domenica<br />
dopo la Messa era un piacere scambiare<br />
due parole con lui perché c’era<br />
sempre qualcosa da imparare.<br />
Purtroppo poi, una lunga serie di<br />
problemi fisici, affrontati con coraggio<br />
e forza cristiana, lo hanno accompagnato<br />
fino al Paradiso di<br />
Cantore.<br />
Alla moglie Alessandra, ai figli<br />
Maria Luisa, <strong>Lo</strong>renzo nostro socio,<br />
Giorgio, a tutti i familiari vadano le<br />
fraterne condoglianze del Gruppo.<br />
Gruppo di Sant’Antonino<br />
Il 18 giugno è mancato il socio<br />
Domenico Gardetto detto Minotto.<br />
Il Gruppo porge ai figli sentite condoglianze.<br />
Gruppo di Villar Focchiardo<br />
Il 31 maggio è mancato il signor<br />
Renato Amprimo (Ronne) di anni<br />
71, fratello del nostro socio Angelo.<br />
Ad Angelo ed a tutti i familiari il<br />
Gruppo porge sentite condoglianze.<br />
<br />
Il 30 giugno è mancata la signora<br />
Carolina Cavezzale (Carla) di anni<br />
82, sorella del socio Piero. Il<br />
Gruppo partecipa al dolore della famiglia.<br />
<br />
Il 15 luglio è mancata la signora<br />
Ines Michela Trossello, di anni 46,<br />
sorella dell'amico degli alpini Rudi.<br />
Alpini ed amici del Gruppo porgono<br />
le più vive espressioni di sincero<br />
cordoglio alle famiglie in lutto.<br />
Gruppo di Villar Dora<br />
All’età di 94 anni, l’amico alpino,<br />
invalidi di guerra, Marco Morando<br />
è andato avanti.<br />
Tutto il gruppo rinnova alla figlia<br />
Marinella e marito Guido, fraterne<br />
condoglianze.<br />
Nel numero di giugno del nostro giornale, un annuncio<br />
di nascita è stato erroneamente inserito fra i decessi. Ci<br />
scusiamo con i familiari e con i lettori per gli ulteriori errori,<br />
augurando nel contempo al piccolo una lunga vita<br />
serena.<br />
Giorgio Versino:<br />
un vero grande alpino ci ha lasciati<br />
Cari alpini valsusini, permettetemi<br />
di sottrarvi un po’ di spazio<br />
del nostro giornale per ricordare<br />
un grand’uomo, un alpino doc, un<br />
uomo onesto, coscienzioso, intelligente,<br />
che nel suo passaggio su<br />
questa terra, purtroppo troppo<br />
breve, ha lasciato il segno nella<br />
propria famiglia, nella comunità<br />
dove risiedeva e nella nostra famiglia<br />
alpina. Infatti ha sempre seguito<br />
tre serie direttive: la<br />
famiglia, il lavoro, gli alpini.<br />
Sto parlando del capogruppo<br />
degli alpini di Rosta il mio amico<br />
fraterno Giorgio Versino, salito al<br />
Paradiso di Cantore il 19 maggio scorso (giorno del funerale).<br />
Giorgio è stato il capogruppo degli alpini rostesi per ben 23 anni,<br />
trainando il suo Gruppo in molteplici manifestazioni di solidarietà<br />
quali la raccolta per il Banco Alimentare e la raccolta fondi per ricerca<br />
e cura del cancro; ha restaurato purtroppo più di una volta il<br />
pilone votivo di Pessina tanto caro agli alpini locali, ed ha raggiunto<br />
quanto gli stava più a cuore, una nuova sede; in tale occasione ne è<br />
scaturita la sua caparbietà ed il duro lavoro per arrivare all’inaugurazione<br />
del 7 ottobre 2007.<br />
Giorgio era da sempre sostenitore del nostro “<strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”.<br />
Teneva ad essere informato sugli avvenimenti in valle per potervi<br />
partecipare.<br />
Gentilissima signora Giustina, carissime Paola ed Anna, carissimi<br />
nipotini, siete stati fortunati poiché avete avuto un marito, un padre,<br />
un nonno eccezionale.<br />
A nome di tutta la sezione A.N.A. “Val Susa” a cui Giorgio era<br />
molto legato vi esprimo le più sentite condoglianze.<br />
Siete forti, anche se ritengo che il vuoto lasciato da Giorgio sia incolmabile.<br />
Alle esequie il nostro vessillo era sorretto dal consigliere sezionale<br />
Amprimo scortato dai vicepresidenti Garnero e Baro. Elio Garnero<br />
Ringraziamento<br />
Vogliamo usare una volta le pagine de “<strong>Lo</strong> <strong>Scarpone</strong> <strong>Valsusino</strong>”,<br />
credo l’ultima, per ringraziare tutti coloro che hanno voluto<br />
partecipare al nostro dolore per la perdita del caro<br />
Francesco. Un ringraziamento particolare a tutti coloro, tantissimi,<br />
che sono saliti sino a Monforte d’Alba per rendere omaggio<br />
al loro caro amico “andato avanti”. Un grazie di cuore<br />
quindi alla fanfara che con le sue note ha reso meno doloroso<br />
l’ultimo tratto terreno, un grazie al presidente Sosello ed ai suoi<br />
consiglieri e grazie anche alla redazione del giornale impegnata<br />
da oggi a proseguire in quella strada che con tanta passione<br />
Francesco aveva contribuito a tracciare.<br />
Grazie a tutti. Grazie per le vostre lacrime trattenute a stento,<br />
per le vostre voci rotte dall’emozione e dalla tristezza. So per<br />
certo che Francesco resterà nel nostro come nel vostro cuore<br />
per sempre, in quel grande cuore alpino che lui nelle pagine del<br />
giornale ha sempre voluto valorizzare.<br />
Maria Bedano ved. Ballesio e famiglia<br />
<strong>Sezione</strong> Val Susa<br />
Via della Brunetta, 45 - 10059 Susa<br />
Tel. e fax 0122.33.204<br />
sito internet:<br />
www.anavalsusa.it
“Eccola. Si spiega<br />
al soffio della Giustizia,<br />
si allarga<br />
al vento della Libertà,<br />
si illumina nella<br />
promessa del futuro.<br />
Consacrala, anche tu.<br />
Essa te lo domanda”.<br />
Gabriele d’Annunzio
Bussoleno: castello Borello, di cui si<br />
hanno notizie dal trecento. Patrimonio<br />
della famiglia dei Rotari e successivamente<br />
dei Calci e dei Bonini.<br />
usato anche come ricetto dalla popolazione<br />
locale, ha subito nel corso dei<br />
secoli vari rimaneggiamenti, ma la<br />
struttura originaria resta abbastanza<br />
leggibile. L’edificio è oggi di proprietà<br />
privata (foto C. Ravetto).