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Luglio 2008 - Parco del Frignano

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Orienteering,<br />

campionati nel <strong>Parco</strong><br />

A settembre atleti da tutta Italia pronti a sfidarsi nei boschi <strong>del</strong>l’Appennino Modenese<br />

Un appuntamento da<br />

mettere in agenda a settembre<br />

nei boschi <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Frignano</strong>. È il<br />

momento <strong>del</strong> 33simo<br />

Campionato italiano di Orienteering<br />

Ap Cup, dal 12 al 14 settembre<br />

a Pievepelago.<br />

Organizzato da Ads Orienteering<br />

Club Appennino con il contributo<br />

tecnico di FISO (Federazione<br />

Italiana Sport Orientamento) Emilia-Romagna<br />

e con la collaborazione<br />

<strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Frignano</strong>, Consorzio<br />

Valli de Cimone e Coni, la tre<br />

giorni di sport vedrà impegnati più<br />

di mille atleti da tutta Italia e sarà<br />

impreziosita da alcune prestigiose<br />

partecipazioni straniere.<br />

Si comincia il 12 settembre con la<br />

gara promozionale Sprint a Pievepelago,<br />

mentre il giorno dopo è<br />

previsto il Campionato Italiano di<br />

Long Distance WRE (World<br />

Ranking Event) a S. Anna di Pelago.<br />

Conclusione il 14 settembre<br />

con il Campionato Italiano Staffetta<br />

a Pian<strong>del</strong>agotti, nel comune di<br />

Frassinoro.<br />

Un grande momento di competizione<br />

agonistica per un’attività che<br />

coniuga l’aspetto educativo con<br />

quello didattico, la totale sostenibilità<br />

ambientale con l’approccio<br />

formativo. Praticare orienteering<br />

presuppone infatti una serie di<br />

caratteristiche che vanno dalla<br />

capacità di osservazione a quella<br />

di percepire lo spazio e rappresentarlo<br />

correttamente, da una<br />

forte concentrazione all’autonomia<br />

organizzativa e decisionale,<br />

dalla memoria ad una spiccata<br />

personalità, il tutto sintetizzato in<br />

una pratica che consente di muoversi<br />

nella natura con consapevolezza,<br />

rispetto, conoscenza <strong>del</strong><br />

territorio.<br />

Ed è questa la filosofia alla quale è<br />

improntata l’attività <strong>del</strong>l’Orienteering<br />

Club Appennino, fondato nel<br />

2004 in occasione <strong>del</strong>la nascita <strong>del</strong><br />

progetto OriAppennino e realizzato<br />

in collaborazione con il GAL<br />

Antico <strong>Frignano</strong> e Valli <strong>del</strong> Cimone.<br />

Una realtà giovane e intraprendente<br />

che da un lato allena una<br />

piccola squadra di giovani, dall’altro<br />

si adopera per diffondere l’intima<br />

essenza di uno sport che si<br />

sposa perfettamente con le nuove<br />

generazioni, con l’amore per la<br />

natura, con l’apprendimento di<br />

una cultura ambientale che sia<br />

supportata da conoscenze tecniche.<br />

Da qui, saper leggere una<br />

carta topografica, servirsi correttamente<br />

di una bussola, essere in<br />

grado di studiare le caratteristiche<br />

di un ambiente e dSconti per gli<br />

appassionati di funghii comprendere<br />

una coordinata geografica.<br />

Tutti passaggi fondamentali per gli<br />

orientisti, tutte cose che l’Orienteering<br />

Club Appennino insegna,<br />

oltre a realizzare carte didattiche e<br />

ad organizzare, insieme ad altri<br />

club <strong>del</strong>la regione, diverse gare <strong>del</strong><br />

calendario regionale dal 2006, i<br />

Giochi Sportivi Studenteschi provinciali<br />

dal 2005, i Campionati<br />

Italiani per atleti non udenti nel<br />

2007.<br />

Tra i partner <strong>del</strong> Campionato, da<br />

segnalare: la Provincia di Modena,<br />

i Comuni di Pievepelago e Frassinoro,<br />

OriAppennino, le Comunità<br />

montane <strong>del</strong> <strong>Frignano</strong> e Modena<br />

Ovest, il GAL Antico <strong>Frignano</strong>, il<br />

Collegio Regionale Guide Alpine,<br />

FISO, CONI e la Federazione<br />

Internazionale di Orienteering.<br />

Il Campionato italiano si integra<br />

con un calendario di eventi che<br />

contribuisce alla diffusione <strong>del</strong>l’orienteering<br />

in Italia. Si va dalla<br />

Cinque giorni d’Italia, svoltasi lo<br />

scorso anno nei boschi <strong>del</strong> Lazio,<br />

alla Cinque giorni <strong>del</strong>la Val di Non<br />

in Trentino, già alla seconda edizione.<br />

Ma l’orienteering conquista<br />

anche gli spazi urbani, dove le gare<br />

sono brevi, veloci e di forte impatto<br />

emotivo, perché costruite nel<br />

cuore <strong>del</strong> patrimonio storico italiano.<br />

Come il Meeting Internazionale<br />

di Venezia, al quale partecipano<br />

ogni anno più di 3mila atleti da<br />

tutta Europa, oppure il Mediterranean<br />

Open Championship, nell’entroterra<br />

pugliese.<br />

Altri scenari rispetto al <strong>Parco</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Frignano</strong>, ma la stessa cifra stilistica:<br />

orientarsi e competere immersi<br />

nella natura.<br />

In corsa con bussola e carta topografica<br />

Storia e regole di uno sport<br />

Nome tecnico orienteering, lo sport dei boschi per<br />

eccellenza. Orientisti i suoi praticanti. Un’attività<br />

che arriva da lontano, nel tempo e nello spazio:<br />

fine Ottocento nei Paesi scandinavi, precisamente in<br />

Norvegia, dove nel 1897 si disputa la prima manifestazione<br />

ufficiale. Un’attività sportiva o semplicemente<br />

escursionistica, a forte carattere didattico, che coinvolge<br />

sempre più persone anche in ambienti come i centri<br />

storici, parchi pubblici, campagne.<br />

Fare orienteering significa infatti imparare a conoscere<br />

profondamente l’ambiente e le sue caratteristiche<br />

morfologiche, districarsi nei boschi mettendo alla<br />

prova la propria capacità di localizzare i luoghi e di<br />

orientarsi nello spazio, immergersi nella natura come<br />

gli orientisti pionieri che indissero la prima gara internazionale<br />

tra Svezia, Norvegia e Finlandia nel lontano<br />

1932. Quello che nei Paesi scandinavi è diventato uno<br />

sport nazionale arriva invece in Italia soltanto nel 1974<br />

con la prima gara a Ronzone, in provincia di Trento,<br />

per essere poi riconosciuto dal CONI nel 1986 con la<br />

FISO (Federazione Italiana Sport Orientamento).<br />

Ma è <strong>del</strong> 1996 la consacrazione internazionale <strong>del</strong>l’orienteering<br />

a Vasa in Finlandia, con la prima edizione<br />

<strong>del</strong>la Coppa <strong>del</strong> Mondo Park World Tour, il principale<br />

circuito di gare mondiali nei centri storici e nei grandi<br />

parchi cittadini che in dieci anni ha toccato la bellezza<br />

di 72 tappe in giro per il mondo. Con l’adesione<br />

<strong>del</strong>la FISO, il Park World Tour sbarca in Italia già l’anno<br />

dopo, nel 1997 a Venezia, per poi ritornare nel<br />

1998 ad Assisi ed espandersi al Sud nel 2002, ad<br />

Alberobello.<br />

Il resto è storia dei giorni nostri, con un movimento di<br />

2 milioni di praticanti in Scandinavia, ben 61 nazioni<br />

affiliate allo IOF (la Federazione Internazionale di<br />

Orienteering) e soprattutto già 5mila tesserati in Italia,<br />

con 350 società sportive e 700 impianti omologati. Ma<br />

non solo: in Italia l’orienteering conquista i giovani,<br />

dalle elementari fino all’università. Basti pensare che<br />

l’anno scorso quasi 10mila ragazzi hanno partecipato<br />

alle competizioni scolastiche in tutta Italia, e tra le<br />

società agonistiche affiliate alla Federazione Italiana ci<br />

sono i centri sportivi universitari, con una diffusione<br />

<strong>del</strong>la pratica tale da poter partecipare ogni due anni ai<br />

Campionati Mondiali Universitari.<br />

L’orienteering è una sfida: trovare una serie di oggetti<br />

armati di carta topografica e bussola e nel minor<br />

tempo possibile, costruendo un percorso che consenta<br />

di raggiungere velocemente i punti di controllo (le<br />

cosiddette lanterne) facendo i conti con le difficoltà<br />

<strong>del</strong> terreno, dei sentieri, degli ostacoli naturali. Lo si<br />

può fare a livello escursionistico o agonistico, in quest’ultimo<br />

caso si parla di corsa di orientamento, con<br />

abbigliamento specifico, pettorale e cartellino testimone.<br />

Nella disciplina sportiva l’orienteering vede i<br />

concorrenti partire singolarmente a distanza di qualche<br />

minuto l’uno dall’altro con l’obiettivo di tagliare il<br />

traguardo dopo aver attraversato una serie di punti di<br />

controllo numerati progressivamente. In corrispondenza<br />

di ciascuno dei punti di controllo indicati il concorrente<br />

trova un prisma triangolare bianco e arancione<br />

chiamato lanterna e una pinza punzonatrice per<br />

bucare il cartellino ricevuto alla partenza. All’arrivo, la<br />

prestazione viene misurata in base alle punzonature<br />

effettuate e al tempo complessivo impiegato. Ma<br />

a parte queste poche prescrizioni, la corsa mette<br />

alla prova l’autonomia organizzativa <strong>del</strong> singolo<br />

orientista, che in base alle proprie capacità<br />

fisiche e tecniche individua un percorso<br />

personalizzato: è normale quindi<br />

che chi eccelle nella corsa opterà<br />

per un tragitto il più possibile pianeggiante,<br />

di contro<br />

quelli più bravi a<br />

orientarsi si arrischierannoprobabilmente<br />

in scorciatoie<br />

più scomode ma più<br />

brevi.

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