Web Gnomonices! - Gnomonica by Nicola Severino
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2) Trattasi, molto probabilmente (per non dire sicuramente), di un frammento di meridiana<br />
verticale ad ore temporarie risalente ad epoca tardo romana;<br />
La Gibbs distingue tre tipologie per gli orologi solari romani verticali:<br />
a. Verticale, con piano parallelo al Primo Verticale (ossia il cui piano è rivolto<br />
esattamente a Sud);<br />
b. Verticale Meridiano, con piano perpendicolare al Primo Verticale (ossia il cui piano<br />
è rivolto esattamente a Est o ad Ovest);<br />
c. Verticale declinante, con il piano che giace parallelo ad un cerchio orario qualsiasi<br />
compreso tra Est e Ovest (ossia il cui piano è declinante dai punti Est e Ovest;<br />
Detto questo, possiamo trarre le<br />
seguenti considerazioni. Il<br />
frammento, stando a quello che si<br />
vede in foto, è grande ed indica<br />
che la meridiana originale doveva<br />
avere delle dimensioni abbastanza<br />
grandi. Generalmente, le meridiane<br />
di questo tipo descritte da Gibbs,<br />
hanno altezza compresa tra 42 e 54<br />
cm. La nostra sembra essere<br />
decisamente di dimensioni<br />
maggiori e ciò sarebbe visibile<br />
oltre che dal confronto con lo<br />
sgabello sulla quale poggia nella<br />
foto, anche dal fatto che la<br />
porzione mostra la parte superiore<br />
del tracciato orario dove si vede<br />
chiaramente che lo spazio tra le<br />
linee orarie è bello grande, mentre<br />
nelle meridiane di dimensioni<br />
normali è molto più stretto. Inoltre,<br />
lo spessore della pietra è anch’esso<br />
maggiore che negli altri casi in cui<br />
è più sottile.<br />
Passiamo al tracciato, cioè alle<br />
linee che si vedono ancora incise<br />
sulla superficie. Si distinguono<br />
chiaramente 6 linee orarie del sistema temporario (cioè le ore ineguali degli antichi) e due linee<br />
trasversali relative al solstizio invernale (quella superiore a sinistra di chi guarda) ed equinoziale<br />
verso il centro. Dalle nozioni di <strong>Gnomonica</strong> risulta che la proiezione ortogonale del Circolo<br />
Massimo della Sfera Celeste sul piano è una retta, quindi l’ora di Sesta, coincidente con il circolo<br />
orario celeste del Mezzogiorno vero locale, deve formare un angolo retto con la linea equinoziale<br />
che rappresenta la proiezione sul piano del cerchio massimo dell’Equatore Celeste. Questo, dalla<br />
foto, sembra che possa dirsi dell’ultimo stralcio di linea oraria visibile verso l’alto. Era<br />
probabilmente quella, l’ora Sesta. A scendere, quindi, troviamo l’ora Quinta, Quarta, Terza,<br />
Seconda e Prima, cioè tutta la parte antimeridiana. Visualmente, l’osservatore deve calcolare uno<br />
spazio visuale almeno doppio per avere un’idea molto approssimativa di dove possa trovarsi la terza<br />
linea mancate, quella del solstizio estivo. Quindi, si osservi lo spazio tra la linea del solstizio<br />
invernale e la linea equinoziale. Lo si raddoppi verso destra di chi guarda e li doveva trovarsi una<br />
volta sulla parte mancante, la linea solstiziale estiva ed il limite del tracciato orario.