Gnomonica n° 1 - Nicola Severino
Gnomonica n° 1 - Nicola Severino
Gnomonica n° 1 - Nicola Severino
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
<strong>Gnomonica</strong><br />
Storia, Arte, Cultura e Tecniche degli Orologi Solari<br />
a cura degli Gnomonisti Italiani con la collaborazione dell’ U.A.I. Sezione Quadranti Solari<br />
N° 1 Settembre 1998<br />
In questo numero:<br />
• Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi<br />
• La scoperta in un mercatino antiquario del più antico orologio solare a calice a<br />
rifrazione realizzato da George Hartmann nel 1547<br />
• Cronistoria delle meridiane di Fermo<br />
• Didattica: La meridiana della scuola elementare di Quinzanello<br />
• L’adozione della Meridiana di S. Maria degli Angeli<br />
• E’ ritornata a splendere la meridiana della Basilica di S. Nicolò all’Arena a<br />
Catania<br />
• Storia della Bibliografia della gnomonica<br />
• Omaggio a Charles K. Aked<br />
• L’orologio solare di Torremaggiore: enigma risolto?<br />
• Particolare applicazione dell’analisi matematica alle formule delle linee d’ombra<br />
• La <strong>Gnomonica</strong> nel WEB, rubriche Internet e tante altre cose.<br />
Redazione - <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong>, Via Lazio, 6 - 03030 Roccasecca Stazione (FR) Italy-<br />
Phone 0776 - 56.65.08 - e-mail: niksev@officine.it
Sommario<br />
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
English Summary pag. 3<br />
Editoriale 4<br />
Lettere e commenti 5<br />
Attività gnomoniche italiane 6<br />
Rubrica dei lettori 9<br />
Forlati, F. Paolo, Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi 10<br />
Cintio Alberto, Cronistoria delle meridiane di Fermo 11<br />
Colombo Lino, Un orologio solare a rifrazione di Georg Hartmann datato 1547 13<br />
Agnelli Giacomo, La meridiana della scuola elementare di Quinzanello 17<br />
Vaccaro Jacopo, Il recupero della Meridiana di S. Maria degli Angeli 21<br />
Alberto Infelise, Il Pezzo Giornalistico Comparso Ne "il Messaggero" 23<br />
Trobia Michele, E’ ritornata a splendere la meridiana della Basilica di S. Nicolò<br />
all’Arena a Catania 24<br />
<strong>Severino</strong> N., Storia della Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong> 25<br />
<strong>Severino</strong> N., Omaggio a Charles K. Aked 30<br />
<strong>Severino</strong> N., L’orologio solare di Torremaggiore: enigma risolto? 31<br />
Rubrica: Dalle Riviste 34<br />
Rubrica: Spazio Internet: dalla Sundial Mailing List 36<br />
Bonata Diego, La <strong>Gnomonica</strong> nel WEB 38<br />
Rubrica: Recensioni 41<br />
Le Vignette del numero 1 di <strong>Gnomonica</strong> 43<br />
Rubrica: La pagina dello gnomonista 44<br />
Rubrica: Nuovi Gnomonisti 45<br />
Anselmi Riccardo, Particolare applicazione dell’analisi matematica alle<br />
formule delle linee d’ombra 46<br />
La vignetta di Giacomo Agnelli 47<br />
Principali libri italiani di gnomonica pubblicati dal 1988 al 1998 48<br />
Progetto editoriale, grafica di copertina, stampa,<br />
impaginazione e distribuzione<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />
Riproduzione in fotocopia e fascicolazione<br />
Emilio Sassone Corsi per conto dell’Unione Astrofili Italiani,<br />
Sezione Quadranti Solari<br />
Hanno collaborato:<br />
Giacomo Agnelli, Riccardo Anselmi, Flavio Bernacchia,<br />
Diego Bonata, Alberto Cintio, Lino Colombo, Roberto<br />
Facchini, Paolo Forlati, Lucio Morra, Renzo Nordio,<br />
Giancarlo Rigassio, Michele Trobia, Jacopo Vaccaro,<br />
Gabriele Vanin.<br />
NORME PER GLI AUTORI<br />
Gli utenti di computer possono inviare il file di solo testo dell’articolo salvato<br />
nei formati “WORD6-7” o “MS-DOS”. Tali files possono essere inviati anche<br />
tramite un messaggio e-mail. Le foto devono essere nitide e chiare,<br />
possibilmente in originale, e spedite a mezzo posta ordinaria. I disegni,<br />
qualora eseguiti con computer, dovranno essere inviati in file compattati nel<br />
formato JPEG o GIF.<br />
Anche i file testo possono essere allegati a messaggi e-mail.<br />
La lunghezza degli articoli è, in media, di 3-4 pagine. Articoli di notevole<br />
importanza possono avere una lunghezza maggiore. Si accettano articoli<br />
storici, artistici e tecnici di qualsiasi livello, purchè originali ed interessanti.<br />
I lavori inviati non verranno restituiti.<br />
Redazione:<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> - Via Lazio, 6 - 03030 Roccasecca Staz. (FR) -Tel. 0776 - 56.65.08<br />
e-mail niksev@officine.it<br />
Prodotto e fotocopiato in proprio<br />
In copertina: un bell’esempio di capolavoro gnomonico italiano ad opera di Lucio Maria Morra di Fossano (Cuneo). Si tratta di una meridiana<br />
verticale restaurata e dipinta “a fresco” sul palazzo Alerame del Carretto di Monfort a Cherasco. Il ripristino funzionale è avvenuto nel 1995<br />
ed il motto è di Gina Lagorio. Nel bel riquadro pittorico si legge l’ora astronomica e l’ora italica.
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
English Summary<br />
Pag. 3<br />
a cura di Riccardo Anselmi<br />
MYTHOLOGY AND TIME TELLING OF ANCIENT SUNDIALS<br />
Forlati's brief article gives us an impressive mythological legend which refers to the sundial's equation of time.<br />
THE CHRONICLE OF FERMO'S SUNDIALS<br />
In the last century chronicles Alberto Cintio found interesting evidence that the sundial was able to replace or even<br />
to set the time on the clock tower.<br />
THE DIAL OF ACAZ, A 1547 REFRACTION SUNDIAL OF GEORGE HARTMANN<br />
Lino Colombo describes a particular sundial in the shape of a chalice that only works when the refraction of the<br />
sunbeams' shadow is projected into the chalice by the gnomon. This watch, well known during the Renaissance,<br />
was constructed by George Hartmann in 1547 and is problably one of the eldest of its type. It was found by a keen<br />
antique dealer in a small market in the Northern part of Italy.<br />
THE CONSTRUCTION OF THE SUNDIAL FOR THE QUINZANELLO'S PRIMARY SCHOOL<br />
Giacomo Agnelli recalls one of his numerous didactic experiences concerning the costruction of a analemmatic<br />
dial by the pupils of the Quinzanello's (Brescia) primary school.<br />
THE RESTORATION OF CLEMENTINE'S SUNDIAL AT ST.MARY OF ANGELS CHURCH (ROME)<br />
One of the most important gnomonic projects of the period must be the adoption of the Clementine meridian line,<br />
constructed by Bianchini in the 18th century at St.Mary of Angels church in Rome. A school in Rome was able to<br />
obtain the monument with the proposal to undertake the restoration and conservation of Clementine's sundial<br />
which is falling into decay.<br />
THE SUNDIAL OF THE BASILICA OF ST.NICCOLO' ALL'ARENA IN CATANIA<br />
Michele Trobia took care of the restoration of the sundial in the Basilica of St.Niccolo' all'Arena in Catania. This<br />
sundial is one of the two dials (meridian line) constructed by the danish astronomer Peters. The whole restoration<br />
is briefly described in this article, hoping to be able to give a further detailed account of it in future editions.<br />
THE HISTORY OF THE BIBLIOGRAPHY OF GNOMONICA<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> summarizes the various editions of the Bibliography of <strong>Gnomonica</strong>. Started in 1992, with the<br />
contribution of the great Charles k.Aked, today with almost 12.000 titles it has become the world's biggest<br />
International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong>.<br />
TRIBUTE TO CHARLES K.AKED<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> recalls the short but intense work experience he had in 1996 with Aked, recently deceased, and<br />
the scientific and moral tuition this great gnomonist has left us.<br />
THE TORREMAGGIORE SUNDIAL: A SOLVED ENIGMA?<br />
In Torremaggiore (Puglia), there is a small sundial found by Francesco Azzarita, with strange marks. The author,<br />
encouraged by the Azzarita's first report presented at the last Seminar of <strong>Gnomonica</strong> in 1997, tries to solve this<br />
misterious enigma.<br />
PARTICULAR APPLICATION ON MATHEMATICAL ANALYSIS TO THE FORMULAS OF<br />
SHADE'S LENGHTS
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Editoriale <br />
Pag. 4<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />
Innanzitutto mi preme ringraziare di tutto cuore quanti hanno aderito, creduto ed incoraggiato questa iniziativa che è<br />
partita dal semplice ed istintivo impulso di chi scrive di voler realizzare, senza ulteriore temporeggiare, uno<br />
strumento di comunicazione e di informazione tra gli gnomonisti italiani. Quanto mancasse un simile strumento, è<br />
ampiamente testimoniato nelle lettere dei lettori che sono pubblicate nelle pagine seguenti. Ma è anche importante<br />
sottolineare che esso va a colmare una lacuna vecchia di anni in quanto, nonostante lo sviluppo sorprendente che la<br />
gnomonica ha avuto in Italia nell’ultimo decennio, soprattutto grazie all’operato della Sezione Quadranti Solari<br />
dell’Unione Astrofili Italiani, non era mai stato preso in seria considerazione un progetto editoriale - a qualsiasi livello<br />
- che riuscisse ad unificare e a far convergere in un’unica direzione le ricerche, le sperimentazioni e gli studi di tutti<br />
gli appassionati di gnomonica.<br />
Un così importante progetto era stato attuato, in diversi anni, in quasi tutte le altre nazioni ove operano importanti<br />
associazioni di gnomonisti, ma non in Italia.<br />
Nel 1989 feci un primo timido tentativo nel proporre qualcosa del genere alla Sezione Quadranti Solari, ma<br />
evidentemente i tempi non erano ancora abbastanza maturi.<br />
Oggi, invece, le entusiastiche risposte dei lettori sono il miglior palliativo ai dubbi ed alle incertezze che l’attuazione<br />
di un simile progetto sempre porta con se.<br />
Questo Bollettino nasce con l’intento di non essere una rivista per soli esperti, ma uno strumento divulgativo delle<br />
conoscenze gnomoniche, capace di destare curiosità nello specialista, interesse per l’appassionato e voglia di<br />
cominciare in chi per la prima volta si imbatte in una meridiana. Per questo, le scelte editoriali tengono conto dei vari<br />
livelli di approfondimento di ricerca storica e tecnica, nonché della semplice divulgazione per chi è alle prime armi.<br />
E’ con vero piacere che siamo venuti a conoscenza dell’incredibile progetto di adozione e recupero della grande<br />
linea meridiana Clementina nella Basilica di S. Maria degli Angeli, da parte di una scuola media superiore di Roma,<br />
descritto da uno degli allievi, Jacopo Vaccaro; mentre desta particolare interesse l’incredibile scoperta in un<br />
mercatino antiquario di un orologio solare a rifrazione a forma di coppa, realizzato da Georg Hartmann nel 1547 e<br />
raccontata da Lino Colombo; i “consigli” didattici di Giacomo Agnelli nell’apposito spazio intitolato “<strong>Gnomonica</strong> e<br />
Didattica”; una interessante storia mitologica trovata da Paolo Forlati; l’annuncio del restauro effettuato di recente<br />
dal Comune di Catania della Linea Meridiana della Basilica di S. Nicolò all’Arena di Catania. Ancora, Alberto Cintio<br />
di Fermo ci regala importanti stralci storici che testimoniano come, nel secolo scorso, si doveva ricorrere all’antica<br />
meridiana solare per aggiustare l’orologio meccanico da torre. Insieme a tanti interessanti articoli, il lettore troverà<br />
spazio anche per una corretta informazione sulla gnomonica in Internet in una apposita rubrica curata dallo scrivente<br />
e da Diego Bonata.<br />
Questo primo numero di “<strong>Gnomonica</strong>”, che avrà cadenza più o meno quadrimestrale, contiene - credo - le<br />
premesse perché si possa credere in un suo graduale sviluppo e miglioramento sia in termini quantitativi che<br />
qualitativi. Ciò che sarà possibile solo grazie alla collaborazione e cooperazione del maggior numero di appassionati<br />
di gnomonica in Italia. Ed è quanto noi tutti, sinceramente, ci auguriamo.<br />
Ringrazio vivamente l’ing. Giacomo Agnelli di Brescia e Rosa Casanova per il significativo sostegno morale col quale mi hanno<br />
accompagnato nelle fasi preliminari di questa iniziativa; Gabriele Vanin ed Emilio Sassone Corsi per la disponibiliità ad attuare l’iniziativa con<br />
la collaborazione dell’Unione Astrofili Italiani, Sezione Quadranti Solari.<br />
“<strong>Gnomonica</strong>” è disponibile anche in floppy disk versione file WORD ed immagini JPEG. Le immagini non sono inserite nei testi,<br />
ma raccolte in una apposita “directory” e “browser” leggibile con qualsiasi programma di grafica. Il dischetto può essere richiesto<br />
alla redazione al prezzo di £. 5000 incluse le spese di spedizione.
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Lettere e commenti <br />
Ho letto e commentato con Giuseppe Tavernini di Trento<br />
la tua gradita proposta di “partire” con una pubblicazione<br />
sulla gnomonica: se n’era da tempo parlato, ma tutto è<br />
ancora fermo e si tratterebbe di “rompere il ghiaccio”...<br />
Giacomo Agnelli, Brescia<br />
...Rientrando da un viaggio ho trovato, con vero piacere,<br />
la tua lettera con la proposta di una prossima rivista<br />
italiana di gnomonica. Il tuo è certamente un atto di<br />
coraggio...ma anche di fiducia alla quale, per parte mia,<br />
rispondo con entusiasmo. Era proprio ora che qualcuno<br />
prendesse l’iniziativa di favorire, con una rivista italiana,<br />
gli scambi, i dibattiti, l’informazione, la “cultura”<br />
gnomonica. Tu sai ch’io sono membro della British<br />
Sundial Society la quale svolge, in questo campo,<br />
un’opera veramente egregia. Dovremmo esser da meno<br />
noi Italiani?...<br />
Roberto Facchini, Colle Umberto (TV)<br />
...Ho ricevuto con molto piacere la tua lettera, ed ho<br />
appreso con altrettanto piacere della tua iniziativa<br />
editoriale per la pubblicazione di una rivista sulla<br />
gnomonica. E’ senz’altro un’iniziativa che mi trova<br />
d’accordo, e di cui si sentiva la mancanza...<br />
Domenico Zannoni, Pove del Grappa (VI)<br />
Sono pienamente d’accordo con la tua iniziativa, anche<br />
perché è da molto tempo che pensavo a questa cosa e<br />
mi auguravo che si potesse arrivare ad avere in Italia una<br />
rivista di gnomonica.<br />
Giuseppe Tavernini, Trento.<br />
...L’idea mi sembra ottima...<br />
Enrico Falavigna, Asolo (TV)<br />
....Io sarei il primo a compiacermi di un bollettino<br />
nazionale che contenesse, oltre che articoli, lettere di<br />
lettori, segnalazioni di novità bibliografiche, collegamenti<br />
con associazioni sorelle straniere, attività di comitati di<br />
lavoro... Ma chi riuscirà nell’intento?<br />
Edmondo Marianeschi, Terni<br />
L’idea è molto buona in quanto siamo una delle poche<br />
associazioni con nessuna rivista di questo tipo, anzi<br />
sarebbe necessario diffondere l’idea e raccogliere<br />
iscrizioni...<br />
Diego Bonata, Bergamo<br />
Benvenuto il tuo sforzo...<br />
Mario Arnaldi, Ravenna<br />
Mi congratulo per la tua intuizione e tempestività...<br />
Alberto Cintio, Fermo<br />
Pag. 5<br />
E’ veramente una bella notizia...mi piace la tua idea di<br />
dar vita ad una rivista di gnomonica. Mi trova subito<br />
entusiasta...sono certa che saremo in tanti.<br />
Rosa Casanova, Belluno<br />
Mi complimento per la tua iniziativa di rompere un<br />
ghiaccio vecchio di molti anni. Anche io sento molto il<br />
bisogno di un mezzo di comunicazione fra gli gnomonisti<br />
italiani che, salvo poche eccezioni, tendono a<br />
“comunicare” quasi solo in occasione dei seminari ogni<br />
anno e mezzo.<br />
Enrico del Favero, Milano<br />
La tua idea mi sembra molto buona. Ti propongo di<br />
riformulare l’iniziativa in ambito UAI. In particolare ti<br />
propongo di far uscire il bollettino di gnomonica come<br />
organo della Sezione Quadranti Solari dell’UAI.<br />
Emilio Sassone Corsi, Rocca Priora, Roma<br />
Aderisco molto volentieri alla tua iniziativa, che conferma<br />
l’impegno e la passione con cui ti occupi di gnomonica.<br />
Mario Catamo, Roma<br />
L’idea di un giornale di gnomonica mi sembra<br />
abbastanza buona e personalmente sono disposto a<br />
contribuire...Penso che le diverse attività del gruppo<br />
Quadranti Solari dell’UAI possano trovare sede in fogli di<br />
questo genere.<br />
Rosario Mosello, Verbania Pallanza<br />
Le iniziative vanno sempre sostenute perché sono meglio<br />
di mille parole. Quindi approvo la tua iniziativa, in<br />
particolar modo se tende a realizzare il progetto UAI-QS.<br />
Guido Tonello, Bergamasco (AL)<br />
Complimenti per l’iniziativa...<br />
Lucio M. Morra, Fossano (CN)<br />
Sono molto interessato a questa iniziativa e sarei lieto di<br />
dare il mio contributo.<br />
<strong>Nicola</strong> Ulivieri, Lupompesi di Murlo (SI)<br />
Plaudo vivamente alla sua iniziativa: mi consideri pure un<br />
sostenitore e un futuro abbonato al periodico di<br />
gnomonica.<br />
Alberto Nicelli, Torino<br />
...la nascita di una rivista di gnomonica. Ho accolto la<br />
notizia con grande piacere perché finalmente si prende<br />
una iniziativa encomiabile e lodevolissima. Veramente<br />
era qualcosa che mancava nel mondo dell’Astronomia e<br />
forse ora che si sa che qualcosa può nascere, se ne<br />
sente di più la mancanza....Sarebbe opportuno dedicare
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
qualche facciata, a mò di rubrica, alla costruzione dei vari<br />
tipi di orologi solari, partendo dalle prime nozioni<br />
elementari e ciò per far si che nuove leve possano<br />
avvicinarsi alla gnomonica...l’errore sarebbe forse di<br />
farne solo ed unicamente una rivista per soli esperti,<br />
dove dando per scontati tutti i problemi di base, ne esca<br />
fuori una rivista del tipo “Atti del Seminario”.<br />
Michele Trobia, S. Agata Li Battiati (SI)<br />
...Aderisco con entusiasmo alla sua iniziativa.<br />
Renzo Nordio, Sottomarina (VE)<br />
Ho ricevuto la tua comunicazione relativa alla<br />
pubblicazione della prima rivista italiana di gnomonica e<br />
ben volentieri mi associo alla schiera, spero folta, dei<br />
favorevoli all’iniziativa.<br />
Silvano Bianchi, Romano Canavese (TO)<br />
L’idea di un periodico di gnomonica autogestito potrebbe<br />
essere interessante se non fosse prematura, stante la<br />
non chiara relazione fra gnomonisti e U.A.I.... Qualora in<br />
avvenire dovesse verificarsi una distinzione fra<br />
gnomonisti soci U.A.I. e gnomonisti indipendenti, solo<br />
allora potrebbe avere significato un periodico autonomo.<br />
Infatti gli gnomonisti U.A.I. hanno già la loro palestra nel<br />
noto periodico dell’Unione.<br />
Antonio Rini, Bari<br />
Rispondo con molto piacere al suo invito. Penso che la<br />
realizzazione di un Bollettino della <strong>Gnomonica</strong> sia proprio<br />
una bella iniziativa.<br />
Paolo Gattoni, Gozzano (NO)<br />
...Auspicando che questa iniziativa possa avere il grande<br />
riscontro che si merita ti saluto con grande affetto.<br />
Gian Carlo Rigassio, Venaria (TO)<br />
<br />
Pag. 6<br />
Rispondo finalmente alla tua lettera del 28/5/98.<br />
L’iniziativa che stai attuando (pubblicazione di una rivista<br />
di gnomonica) dimostra la tua grande passione verso la<br />
gnomonica...<br />
Lodovico Pasquali, S. Giovanni in Persiceto (BO)<br />
E’ con vivo piacere che ricevo la notizia del suo progetto.<br />
La sua idea, di dar vita ad un bollettino di <strong>Gnomonica</strong><br />
italiana, mi entusiasma e non fa che rallegrarmi. Per<br />
questo, e non solo, le esprimo la mia ammirazione, e le<br />
mie congratulazioni e complimenti.<br />
Flavio Bernacchia, Marotta (PS)<br />
Condivido in toto la tua iniziativa perché allarga il<br />
territorio della disciplina che ci appassiona e perché potrà<br />
fornire a tutti uno strumento di conoscenza delle altrui<br />
esperienze, di stimolo alle proprie ed essere un punto di<br />
incontro ben preciso e disponibile.<br />
Pier Giuseppe Lovotti, Fosdinovo (MS)<br />
L’inedita iniziativa è sicuramente, a mio parere, di grande<br />
utilità per tutti coloro che, come noi, sono appassionati di<br />
gnomonica. Finora si sono sempre incontrate difficoltà<br />
nel venire a conoscenza di notizie riguardanti esposizioni<br />
o incontri a tema gnomonico quando rivestono carattere<br />
locale e, di conseguenza, non essendo pubblicizzate<br />
sulle principali riviste specialistiche, risentono di una<br />
scarsa affluenza di pubblico.<br />
Mario Rossero, Villarfocchiardo (TO)<br />
...a seguito della sua comunicazione faccio presente di<br />
condividere pienamente la sua iniziativa circa la<br />
pubblicazione di un bollettino di gnomonica a cura degli<br />
gnomonisti italiani...<br />
Mario Tebenghi, Brusasco (TO)<br />
Attività Gnomoniche Italiane<br />
Mostra fotografica di meridiane eliotropiche sicule<br />
In occasione del restauro della meridiana di S. Nicolò l’Arena di Catania, di cui si può leggere approfonditamente<br />
nelle pagine di questa stessa rivista, e sempre in collaborazione con il Comune di Catania, è stata allestita - all’interno della<br />
stessa basilica - la prima mostra regionale delle meridiane interne a foro eliotropico (altrimenti dette meridiane “a luce”,<br />
perché lo gnomone è un foro praticato su un tetto che produce un cono di luce sul pavimento sottostante) che sono state<br />
scoperte nelle chiese della Sicilia. Agli estremi della meridiana restaurata, infatti, sono stati collocati quattro leggii su cui sono<br />
poste le fotografie, corredate di ottime didascalie e note sul loro scopo e sul loro funzionamento, delle meridiane di S. Nicolò<br />
l’Arena di Catania, del Duomo di Palermo, del Duomo di Acireale, del Duomo di Messina, della Chiesa Madre di Castiglione<br />
di Sicilia e di Modica.
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
IX Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong><br />
Per incarico dell’Unione Astrofili Italiani (UAI) - Sezione Quadranti Solari, l’Unione Astrofili Bresciani (UAB),<br />
l’Osservatorio Astronomico Serafino Zani ed il Gruppo Milanese Quadranti Solari (GMQS), organizzano il IX° Seminario<br />
Nazionale Italiano di <strong>Gnomonica</strong> nei giorni 26, 27 e 28 Marzo 1999 a San Felice del Benaco (Brescia) presso l’Auditorium<br />
della Casa di Accoglienza “Il Carmine”. Gli interessati a partecipare dovranno inviare entro il 31/1/1999 al GMQS presso<br />
Enrico Del Favero (Via Lambro 2, 20129 Milano, tel. E fax 02-29526746, e-mail: delfa.e@iol.it) una breve comunicazione di<br />
iscrizione, specificando le proprie generalità, n. telefonico ed eventuale indirizzo e-mail compresi, ed allegando,<br />
preferibilmente a mezzo vaglia postale, la somma di £. 40.000 per contributo alle spese organizzative e di stampa/spedizione<br />
degli Atti. Gli iscritti alla UAI per il 1998 e/o 1999, sono esenti dal contributo, ma pregati di dichiarare tale loro qualifica nella<br />
lettera di iscrizione.<br />
Gli interessati alla presentazione di relazioni sono pregati di far pervenire a mezzo posta ordinaria o elettronica<br />
sempre a Enrico Del Favero:<br />
entro il 31-1-1999 il titolo della relazione ed un riassunto (estratto) della stessa per un massimo di 5 righe di testo;entro il 28-<br />
2-1999, la relazione e gli elaborati grafici, fotografici ecc. di accompagnamento.<br />
Con la Direzione della Casa “Il Carmine” è stato concordato un prezzo per il trattamento di pensione completa di<br />
55.000 lire a persona per un giorno. Le prenotazioni posso essere indirizzate direttamente presso il “Servizio di Accoglienza<br />
Santuario il Carmine” via Fontanamonte 1, 25010 San Felice del Benaco (BS), tel. 0365-62365, fax 0365-62364 (contatto:<br />
Suor Lucia), allegando vaglia postale di £. 50.000 quale caparra confirmatoria. I lavori inizieranno alle 15 del 26 marzo e<br />
termineranno con il pranzo di Domenica 28 marzo.<br />
Per ulteriori informazioni: Loris Ramponi (UAB) c/o Osserv. Astr. Serafino Zani, Via Bosca 24, 25066 Lumezzane<br />
(BS); oppure : Enrico Del Favero agli indirizzi sopra specificati.<br />
XXXI Congresso Nazionale dell’Unione Astrofili Italiani<br />
Si svolgerà nelle sale del Castello Ducale di Sessa Aurunca (CE) dall’11 al 13 Settembre 1998.<br />
Sabato 12 settembre alle ore 9 ci sarà la sessione di “Storia, Cultura Astronomica e <strong>Gnomonica</strong>” con Chairman la prof.ssa<br />
Nicoletta Lanciano di Roma. Per informazioni sulle relazioni presentate, rivolgersi all’Ass. Astrofili “ Aurunca”, c/o Scuola<br />
Media Statale “F. De Sanctis”, Via Giovanni Bruno 1 - 81037 Sessa Aurunca (CE). Fax 0823-937117; Tel. 0823-938627;<br />
0823-937166, e-mail: pago@sessa.peoples.it, oppure domus@sessa.peoples.it.<br />
Pag. 7
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Progetto IL TEMPO SILENZIOSO, storie, notizie e curiosità sui<br />
segnatempo senza ticchettio - Casalzuigno, dal 20 Settembre al 15<br />
Novembre.<br />
A cura di Gian Carlo Rigassio<br />
Credo che sia indubbia la mia opera a favore della diffusione della gnomonica attraverso il libro Le ore e le Ombre<br />
edito nel 1988 (che però continua ad essere richiesto ed è già quasi esaurito anche nella seconda edizione) forse proprio per<br />
il linguaggio divulgativo scelto. In quella occasione avevo espressamente redatto l’ultimo capitolo (Prima che sulla meridiana<br />
scenda l’ultimo tramonto) per sensibilizzare il pubblico e quindi contribuire alla salvaguardia del patrimonio gnomonico<br />
italiano. Ho sempre affermato che il più grande e preciso complesso gnomonico è destinato all’incuria e all’abbandono se<br />
non viene percepito che è il frutto del millenario sapere, della continua dedizione e delle amorevoli cure di valenti e sensibili<br />
personaggi.<br />
Sullo stile del libro Le Ore e le Ombre già dal 1993 ho iniziato a proporre una mostra divulgativa (Horologium<br />
Descriptio) che si prefiggeva di diffondere la conoscenza della gnomonica ad un vasto pubblico. Proprio per divulgare<br />
ulteriormente queste mie conoscenze sul millenario rapporto che esiste tra l’umanità e i vari sistemi di misurazione del<br />
tempo, ho realizzato il progetto IL TEMPO SILENZIOSO che si sviluppa in una decina di mostre tutte personalizzate,<br />
conferenze, video finalizzati alla didattica e alla catalogazione nella speranza che possa contribuire anch’esso a salvare<br />
questi misuratori silenziosi, una piccola ma significativa parte del patrimonio artistico italiano.<br />
Investendo quindi risorse personali di tempo, fatica e denaro ho operato e continuo ad operare per sensibilizzare un pubblico<br />
sempre più vasto a partire dai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.<br />
E’ quindi con grande soddisfazione che ho potuto constatare che la mia attenzione al territorio e al recupero degli<br />
strumenti solari è stata determinante per organizzare uno specifico progetto per il F.A.I., Fondo per l’Ambiente Italiano, la<br />
fondazione italiana senza scopi di lucro che si prefigge di conservare importanti complessi monumentali (quali San Fruttuoso<br />
di Camogli e l’abbazia di Staffarda nonché ville e castelli) arrestandone un degrado spesso estremo.<br />
In questo caso è stata messa a punto una mostra itinerante con un percorso composto da venticinque pannelli e<br />
una cinquantina tra strumenti e libri antichi. L’esposizione, denominata Il Tempo Silenzioso, storie, notizie e curiosità<br />
sui segnatempo senza ticchettio sarà esposta dal 20 settembre al 15 novembre 1998 a Casalzuigno in provincia di<br />
Varese.<br />
Essa è’ già stata effettuata con un grande riscontro di pubblico nella prestigiosa sede del F.A.I. del castello della<br />
Manta di Saluzzo dal 10 di aprile al 31 maggio 1998 con visite guidate soprattutto per le scolaresche.<br />
La versatilità del progetto è indubbia: sono una decina i possibili percorsi espositivi con oltre sessanta pannelli e<br />
con oltre mille oggetti antichi o curiosi dedicati alla misurazione silenziosa del tempo. Per questo, in funzione dei singoli<br />
obiettivi di comunicazione, tutte le esposizioni sono personalizzate con la scelta di un percorso mirato, con una sezione<br />
appositamente dedicata agli strumenti gnomonici o agli gnomonisti del territorio e sono particolarmente finalizzate alla<br />
didattica con visite guidate e con conferenze supportate da video.<br />
<strong>Gnomonica</strong> in Valcamonica!<br />
Il Circolo Culturale S. Alessandro Ono San Pietro di Valcamonica (BS) ha organizzato una Stage Estiva culturale<br />
dal 20 luglio all’8 agosto, con corsi di lingua e cultura ebraica, scienze naturali ed astronomia pratica e storia delle Alpi tenuti<br />
da esperti presso il rifugio Baita Iseo di Ono S,. Pietro, a venti minuti dalla Concarena. In particolare, sabato 8 agosto, è stato<br />
tenuto - dall’Ing. Giacomo Agnelli di Brescia - il corso “Principi di <strong>Gnomonica</strong>: l’arte di costruire orologi solari e meridiane<br />
(dimostrazioni pratiche). Inoltre, lo stesso Agnelli ha guidato i presenti alla lettura del cielo estivo offrendo indicazioni pratiche<br />
circa la costruzione di orologi solari ed indicazioni teoriche pratiche sulle meridiane in generale.<br />
Pag. 8
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Rubrica dei Lettori <br />
Risponde <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />
...Approfitto per porre un quesito che da tempo avevo in mente. Si è sempre parlato di ore planetarie<br />
associandole alle linee orarie del sistema temporario. Ma Rohr alla pag. 110 del libro Meridiane (Ulisse<br />
ed. Torino 1998, n.d.r.), dice che non sono proprio così; e cita per questa conferma Apiano.<br />
Renzo Righi, Correggio.<br />
Il fatto è che sulle ore canoniche, planetarie e temporarie, c’è sempre stata una gran<br />
confusione. Io sono giunto alla conclusione che i tre sistemi orari si equivalgono nel computo e si<br />
diversificano nel significato.<br />
Premesso che il testo italiano del libro di Rohr è fallace in molte interpretazioni, quando egli scrive<br />
“Conviene non confondere le ore temporali con gli intervalli di tempo segnati dalle meridiane<br />
canoniche...”, non intendeva dire che i due computi sono diversi.<br />
Infatti, e brevemente, le ore canoniche negli orologi solari canonici altro non sono che<br />
l’adozione delle ore temporarie principali (Prima - Terza - Sesta - Nona - Vespri) che venivano utilizzate<br />
- come poi asserisce Rohr - per “indicare unicamente le ore degli uffizi conventuali”, ma la frase “e la<br />
loro divisione non corrisponderebbe in alcun modo a ciò che noi intendiamo per nozione di ora” è<br />
assolutamente fallace. Esse non corrispondono certo alle nostre ore astronomiche, ma sono ore<br />
temporarie. E ciò è dimostrato non solo da tutte le meridiane canoniche (che siano veramente<br />
canoniche) la cui suddivisione oraria è facilmente confrontabile e verificabile, ma anche dalle<br />
esperienze dei monaci. E’ scritto in tutti i manuali liturgici ed è risaputo che S. Benedetto adottò il<br />
sistema delle ore ineguali temporarie per le ore Canoniche.<br />
Forse Rohr voleva dire che, in alcuni casi, i monaci hanno cambiato, a seconda delle proprie<br />
abitudini, i momenti di alcune preghiere, cambiando sensibilmente la suddivisione su alcuni (solo su<br />
alcuni) orologi. Ma, sinceramente non conosco esemplari di questo tipo.<br />
Il fatto che Rohr scriva che “le ore planetarie sono simili” alle ore temporali, può indurre qualche dubbio<br />
nel lettore che queste siano diverse. Sbagliato anche questo. Le ore Planetarie sono proprio le ore<br />
Temporarie con l’unica differenza che le prime indicano, oltre l’ora ineguale normale, anche l’influsso<br />
(come si credeva una volta) che un determinato pianeta ha sull’uomo in quella singola ora per quel dato<br />
giorno. Basta, per questo, l’esempio del quadrante di S. Benigno Canavese. Le linee orarie visibili,<br />
sono temporarie con l’aggiunta artistica (un pò al modo kircheriano) di alcune curve che altro non<br />
indicano se non l’influsso dei pianeti sulle singole ore. Ma sono ore temporarie. Infatti poi Rohr scrive<br />
“Le ore planetarie sono disuguali....”.<br />
La citazione di Apiano non aggiunge o sottrae nulla a quanto detto. Egli parla solo di ore<br />
planetarie. Gli autori antichi che parlano solo di ore planetarie lo fanno perché in effetti esse sono molto<br />
antiche e rappresentano l’intero sistema delle ore ineguali. Per esempio, il Vimercato, nel suo Dialogo<br />
de gli horologi solari del 1586, descrive gli orologi ad ore temporarie chiamandoli normalmente “orologi<br />
planetari”, ma poi vi aggiunge la “tavola dei Reggenti” che riporta l’influsso dei singoli pianeti nelle<br />
singole ore.<br />
Quindi, come si vede, i tre sistemi, che sembrano diversi, Temporario, Canonico, Planetario, sono<br />
identici, ma indicano “cose” diverse. Le temporarie indicano l’ora propriamente detta ineguale, le<br />
canoniche indicano l’ora “canonica” della preghiera che “cade” in certe ore temporarie; le planetarie<br />
indicano quale pianeta influisce sulle singole “ore planetarie”. Tutto qui, ma ne riparleremo nel prossimo<br />
numero di <strong>Gnomonica</strong> con un articolo più approfondito.<br />
***********************<br />
Pag. 9
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Sono uno studente di Ingegneria di Siena e da poco mi è presa una grande passione per le meridiane.<br />
Prossimamente spero di poter restaurare quella di Murlo, il mio comune di appartenenza. La teoria l’ho<br />
appresa dai testi di Rohr e Pavanello, solo da poco ho scoperto questo sito e le faccio i miei<br />
complimenti per la completezza delle informazioni. Grazie mille.<br />
Ulivieri <strong>Nicola</strong><br />
Grazie per il suo apprezzamento. Sono felice che anche Lei abbia preso la febbre degli<br />
“gnomi”. Il sito di Rosa Casanova ospita qualche mio lavoro.<br />
Forse a Lei interessa più la parte pratica, ovvero matematica. Se è così, allora non può fare a meno del<br />
testo di Girolamo Fantoni Orologi Solari, di oltre mezzo migliaio di pagine intense di teoria ricavata<br />
prettamente dall’astronomia nautica e di posizione. E’ considerato il trattato per eccellenza dei nostri<br />
giorni.<br />
La informo, inoltre, che ogni anno e mezzo L’Unione Astrofili Italiani, Sezione Quadranti Solari<br />
(al cui sito può accedere direttamente da quello di Rosa Casanova tramite “Biblioteca”), organizza un<br />
Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong> (l’ultimo si è tenuto a Porto S. Giorgio - Marche - il 3-4-5 ottobre<br />
1997, il prossimo a primavera del 1999).<br />
Esiste una “sundial-list” in Internet che funziona da gruppo di discussione, ecc. Naturalmente<br />
sono circa 350 nomi, in maggioranza stranieri. L’iscrizione è totalmente gratuita ed un “majordomo”<br />
provvede ad inviare le liste degli iscritti, ecc. Per qualsiasi altra informazione, sono a sua disposizione.<br />
********************<br />
Sono un ingegnere e sono stato recentemente folgorato dalla gnomonica, non mi posso definire<br />
nemmeno un principiante, per iniziare quali testi mi consiglia e dove reperirli ?<br />
Ing. Maurizio Fiumanò<br />
Alcuni dei volumi più belli da sfogliare, scritti con lodevole spirito divulgativo, che insegnino a<br />
costruire i principali orologi solari e con ottimi commenti storici le consiglio:<br />
Paltrinieri Giovanni, Meridiane e orologi solari di Bologna e Provincia, Ed. Artiere, Bologna 1995;<br />
Paltrinieri Giovanni, Meridiane ed orologi solari d’Italia, Ed. Artiere, Bologna 1997. Questi due testi può<br />
richiederli direttamente all’autore, Via Giuseppe Dozza 3, Bologna.<br />
Se vuole dei testi tecnici ad alto livello, allora le scelte sono obbligate:<br />
Fantoni G., Orologi Solari, Trattato Completo di <strong>Gnomonica</strong>, Ed. Technimedia, Roma, 1988; René R.-<br />
J.Rohr R., Meridiane, Ulisse Ed., Torino, 1988 , oppure potrebbe dare un’occhiata ai testi ormai classici<br />
di questo secolo e della fine del secolo scorso, come Garnier E., <strong>Gnomonica</strong>, Hoepli Ed., Milano, 1938,<br />
oppure Pasini C., Orologi Solari del 1900, ma essi sono ormai consultabili solo nelle grandi biblioteche.<br />
☺<br />
Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi<br />
Paolo F. Forlati, Verona<br />
Per una migliore programmazione d’orario universale è stato convenzionato e stabilito un tempo medio<br />
sul tempo solare vero. Quest’ultimo astronomicamente ha dei ritardi e degli anticipi nello spazio<br />
dell’anno. Nella lettura gnomonica si deve riportare questi scarti ed aggiungerli allo spazio d’arco<br />
demarcazione-fuso e tempo orario.<br />
Ecco dunque una leggenda mitologica per meglio rammentare questo primo problema.<br />
Pag. 10
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Racconta una vecchia leggenda dell’Olimpo, che il giovane Elio, invaghitosi durante la festa<br />
del Primo inverno dell’affascinante Meridia, le giurasse fedelmente d’incontrarla tutti i giorni, che Dio<br />
manda in terra, a mezzodì preciso, davanti al tempio di Cronos. Ma avvenne che d’inizio il giovane<br />
rispettasse l’impegno, ma dopo poco tardasse, tanto d’essere richiamato dalla sua bella.<br />
Egli, mortificato, indeciso, torna incerto alla puntualità ma poi subito avvolto da nuovo ardore<br />
corre sempre più in anticipo all’incontro. Purtroppo il tempo d’attesa diventa anche per lui una così<br />
grande sofferenza da convincersi a rientrare nell’orario prestabilito di convegno. Col passar dei giorni<br />
dunque, rallenta il suo impeto, sino ad arrivare sereno e preciso all’anniversario del suo primo incontro<br />
con tale puntualità e gioia di quanto accaduto, che follemente abbraccia la sua adorata...e fu gran<br />
festa.<br />
I Dei dell’Olimpo, prosegue la leggenda, confermano che da quel momento a memoria delle<br />
passioni, vicissitudini, entusiasmi, ansie e promesse di questi innamorati, il Sole simula sui quadranti di<br />
Cronos lo stesso comportamento: ritarda nei primi mesi dell’anno, tergiversa in estate, anticipa in<br />
autunno per ritornar puntuale a mezzodì nella sua festa di “solstizio invernale” nell’ultima decade<br />
dicembrina.<br />
☺<br />
CRONISTORIA DELLE MERIDIANE DI FERMO (AP)<br />
Cintio Alberto, Fermo<br />
All’inizio del 1845, a Fermo fu presa la decisione di cambiare il sistema orario, ossia di<br />
abbandonare le ore italiche, in cui l’ora zero è l’istante del tramonto del Sole e adottare le ore<br />
astronomiche o europee in cui l’ora zero è la mezzanotte. A questo scopo il Comune per 30 scudi<br />
(all’epoca - 1845 - uno scudo = £. 40.000 circa) aveva affidato a Domenico Venturelli, orologiaio di<br />
Castel Clementino (oggi Servigliano), la costruzione di un orologio meccanico a ruote, completo di<br />
suoneria per ogni quarto d’ora, da installare sulla torre della Chiesa metropolitana.<br />
Il moderatore comunale, Francesco Monaldi, esprime le sue difficoltà a rimettere in modo<br />
giusto la nuova macchina oraria ogni volta che i pesi, arrivati a terra, ne arrestano il movimento. Infatti,<br />
col vecchio orario era facile individuare l’istante del tramonto per suonare l’Ave Maria e per azzerare<br />
l’orologio, ma ora col nuovo non è altrettanto facile individuare l’istante della mezzanotte o del<br />
mezzogiorno.<br />
Per questo il 14.05.1845 il gonfaloniere Matteucci scrive una lettera al delegato apostolico: “Per<br />
regolare gli orologi di questo Comune, stabiliti attualmente all’astronomica, è assolutamente<br />
indispensabile l’uso della meridiana. Troverei perciò opportuno farne costruire due, una al girone e<br />
l’altra nella pubblica piazza, da servire sia l’una che l’altra tanto per comodo del pubblico che per norma<br />
del moderatore di detti orologi”. I calcoli vengono affidati al P. Luigi Bigi, gesuita e professore a Fermo<br />
di matematica e fisica “il quale cortesemente si è offerto di presiedere e diriggere il detto lavoro onde<br />
riesca colla desiderata esattezza e precisione al fine suddivisato”.<br />
Il 25.05.1845, appena undici giorni dopo, i tecnici del comune approvano questo preventivo:<br />
“Conto approssimativo della spesa che può occorrere per la formazione di un piano a scialbo per una<br />
meridiana da gnomone da porsi in questa città. Per armatura dovendo rimanere in opera più giorni =<br />
sc. 0,50. Per giornate del mastro muratore, dovendo essere impiegato a più riprese sotto la direzione<br />
del R.P. Professore Bigi per poter tirare le diverse linee a buon fresco = sc. 2,25. Per facchino = sc.<br />
0,75. Per calce secchi n. 1 = sc. 0,20. Arena scelta ed acqua = sc. 0,70. Ferro per gnomone = sc. 0,20.<br />
Costo del piano finito in tutto = scudi 4,10”.<br />
Pag. 11
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Il giorno successivo, 26.05.1845, il vicegonfaloniere Francesco Cordella scrive al Delegato<br />
Apostolico: “Debbo in tale incontro far presenti all’E.V.Ill.ma le istanze che mi sono state avanzate dagli<br />
abitanti della contrada di Campoleggio, dove non ascoltandosi il suono dei pubblici orologi. Si<br />
bramerebbe almeno in parte supplirvi coll’uso di detta meridiana. Trovando per mia parte ragionevole<br />
tale domanda e vista d’altronde la tenuità della spesa in scudi 4.10, bramerei di poterne secondare la<br />
domanda”. La domanda viene immediatamente accolta e il giorno dopo, 27.05.1845, Luigi Pelagallo<br />
ottiene l’autorizzazione a far eseguire questa meridiana a Campoleggio per la quota fissata.<br />
Le meridiane, eseguite con sorprendente sollecitudine, misero ben presto a nudo i difetti della<br />
nuova macchina oraria, per cui il comune corrispose al Venturelli solo 20 dei 30 scudi pattuiti: a tal<br />
proposito c’è un’accorata petizione al gonfaloniere di Fermo da parte della moglie del Venturelli, scritta<br />
su carta intestata del comune di Castel Clementino, di avere almeno 5 scudi per poter sfamare i figlioli.<br />
Il 01.07.1845 fu subito istituita una commissione per fare una perizia sull’orologio meccanico, costituita<br />
da 4 persone: lo stesso Domenico Venturelli, Francesco Alessandro Alessandrini perito per la parte del<br />
comune, Francesco Monadli, moderatore degli orologi comunali, anch’esso perito per la parte del<br />
comune e Agostino Mazzanti, orologiaio di Fermo, perito per la parte del Venturelli. La relazione,<br />
sottoscritta dai quattro, elenca vari difetti tra cui le distanze non uguali tra i denti degli ingranaggi, i perni<br />
non regolari e ruotanti su fori più grandi e soprattutto la insufficiente corsa dei pesi per le 24 ore<br />
nonostante lo sfondamento del pavimento. Il Venturelli fu obbligato a riparare il tutto a sue spese.<br />
Oltre alle meridiane, che ovviamente funzionavano solo nei giorni di Sole, il moderatore aveva<br />
bisogno anche di tavole orarie per il regolamento dell’orologio all’astronomica, ossia tavole che<br />
indicano, per ogni giorno dell’anno, l’ora esatta dell’Ave Maria, ricordando che questa veniva suonata<br />
mezz’ora precisa dopo il tramonto. Il Comune affida l’incarico di calcolare queste tavole a due<br />
professori fermani: uno è il P. Luigi Bigi, già menzionato sopra, e l’altro è il Canonico D. Pasquale<br />
Giacomozzi. Le tavole, compilate dai due separatamente, differiscono in alcuni periodi dell’anno anche<br />
di 5 minuti, perché il primo non aveva tenuto conto della rifrazione della luce che ci fa vedere il Sole<br />
prima che esso arrivi all’orizzonte e il secondo aveva incluso anche la leggerissima differenza dovuta<br />
all’altitudine di Fermo sul livello del mare.<br />
Per dirimere la questione il gonfaloniere Bernetti spedisce le due tavole al Card. Oppizzoni,<br />
Arcicancelliere della Pontificia Università di Bologna, il quale le gira al responsabile della Pontificia<br />
Specola di Bologna, D. Ignazio Calandrelli, professore di ottica e astronomia. Questi risponde il<br />
09.02.1846 dando sostanzialmente ragione al Giacomozzi e fissando i criteri per un calcolo più<br />
rigoroso, secondo gli insegnamenti del grande astronomo gesuita P. Clavio, in questi punti:<br />
• il crepuscolo naturale mattutino e vespertino si calcola quando il centro del Sole è a 18° sotto<br />
l’orizzonte;<br />
• il Sole sorge quando spunta il suo bordo superiore, ossia quando il centro è a 16’ sotto l’orizzonte;<br />
• per effetto della rifrazione il suo bordo spunta quando il centro è a 33’ sotto i 16’ di cui sopra, ossia a<br />
49’ sotto l’orizzonte;<br />
• il crepuscolo civile, ossia l’Ave Maria, è quando il centro del Sole è a 6° sotto l’orizzonte.<br />
Il Bigi, in una lettera del 13.02.1846, mal sopporta la risposta del luminare bolognese, mentre il<br />
Giacomozzi risponde il 15.02.1846 al gonfaloniere ritenendosi molto soddisfatto delle osservazioni e<br />
promette di ricalcolare le tavole secondo i criteri del Calandrelli e di stamparle a proprie spese.<br />
(Tutte queste notizie derivano dalla consultazione, presso l’Archivio di Stato, dell’Esercizio 1845, tit.XI, rub.5 e dell’Esercizio<br />
1846 tit.XI, rub.5 All’interno della torre del duomo, al 2° piano, c’è ancora l’orologio meccanico ma è ridotto in pessimo stato<br />
e completamente bloccato per la ruggine; come anche è ridotta in pessimo stato, con l’intonaco per buona parte staccato, la<br />
meridiana che è sulla fiancata della chiesa).<br />
☺<br />
Pag. 12
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
LA MERIDIANA DI ACAZ<br />
Un orologio solare a rifrazione di Georg Hartmann datato 1547<br />
Lino Colombo, Dairago, Milano<br />
L’oggetto di ottone a forma emisferica (diametro 153 mm, altezza 81 mm), lordo e misconosciuto, è<br />
stato fortunosamente nonché abilmente recuperato in un mercatino lombardo, da un antiquario di Busto<br />
Arsizio a metà aprile del 1998.<br />
Si tratta di una meridiana a tazza o, secondo la denominazione greca, a skaphe (cavo), ossia<br />
di una delle più antiche forme conosciute di orologio solare, tracciato sulla superficie interna di una<br />
coppa, di cui sopravvivono molti esempi di marmo risalenti al periodo romano. A distanza di molti<br />
secoli, nel Cinquecento, riprese la costruzione degli orologi a scafea, di tipo portatile e di piccolo<br />
formato, realizzati solitamente in metallo, dei quali la nostra tazza costituisce un notevole esempio<br />
(R.R.J. ROHR, Les Cadrans Solaires. Histoire, Orologio di Hartmann, parte settentrionale<br />
Théorie, Pratique, Strasburgo 1986, pp. 17-19,<br />
21, 156; G. FANTONI, Orologi solari. Trattato<br />
completo di gnomonica, Roma 1988, pp. 328-<br />
331). Nella semisfera ritrovata, in una calotta<br />
sul fondo sono tracciate 15 linee orarie,<br />
numerate dalle V del mattino alle VII di sera,<br />
intersecate da sette linee calendariali,<br />
costituite dalle coniche relative all’ingresso del<br />
sole nei segni dello zodiaco, individuabili dalla<br />
presenza dei simboli corrispondenti. Le ore<br />
del giorno sono segnate<br />
approssimativamente da tutta l’ombra dello<br />
stilo, mentre la data è leggibile solo in<br />
corrispondenza del suo punto estremo. Come<br />
nell’uso attuale, le ore sono contate dalla<br />
mezzanotte, secondo il sistema orario tedesco<br />
dell’epoca, andato in voga in Italia solo alla<br />
fine del Settecento. Sebbene la forma<br />
dell’oggetto presenti notevoli affinità con la<br />
scafea dell’antichità, il suo funzionamento appare singolare e costituisce un elemento di assoluta<br />
novità: prima di leggere correttamente le indicazioni dello strumento, mediante l’ombra dello gnomone,<br />
occorre riempire la tazza d’acqua fino all’orlo (0,8 litri). Infatti, sopra le ore, una dicitura incisa avverte:<br />
HORE A MERIDIE ET SIGNA SOLIS COGNOSCVNTVR EX REFRACTIONE, le ore e i segni sono<br />
conosciuti attraverso la rifrazione del liquido versato nel recipiente. Addirittura, per una parte dell’anno,<br />
l’ombra dello gnomone non si proietterebbe nemmeno sul quadrante, se la tazza non fosse colma<br />
d’acqua che incurvando i raggi solari di parecchi gradi, li invia sul fondo, tra le linee incise con<br />
precisione dal costruttore; linee deformate rispetto a quelle tracciate sulle normali meridiane a scafea,<br />
per tener conto della rifrazione crescente con l’avvicinarsi del sole all’orizzonte.<br />
Tutto il disegno è racchiuso in una calotta incorniciata, con l’apertura di 50°, mentre i rimanenti<br />
40° della semisfera sono sgombri, in quanto i raggi luminosi, nel passare dall’aria all’acqua, hanno un<br />
angolo limite di 48,6° che l’ombra dello gnomone non può mai superare, per andare a proiettarsi sulla<br />
fascia superiore.<br />
L’interno della tazza è suddiviso in due parti uguali dalla linea meridiana, graduata nel tratto<br />
settentrionale da 10° a 90° e affiancata dall’iscrizione: GRADVS ASCENSIONVM SOLIS; la sua<br />
Pag. 13
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
funzione è quindi quella di misurare l’altezza del sole in cielo, anzi, per essere precisi, la “distanza<br />
zenitale” dell’astro.<br />
Il labbro superiore della scafea, dello spessore di 3 mm, è ornato internamente, per tutto lo<br />
sviluppo della circonferenza, dalla scritta incorniciata: HYDRAVLICVM QVOD MIRABILI ARTIFICIO *<br />
IMITATVR * HOROLOGIVM ACHAS IN QVO ESAIAS VMBRAM SOLIS RETRORSVM DVXIT DECEM<br />
GRADIBVS QVARTO REGVM 20 CA ESAIE 38 CA: PARA; LI: 2: CA: 32 YH. Il dispositivo è quindi<br />
definito “idraulico” e imitante, con un “mirabile artificio”, l’orologio di Acaz re di Giuda (736-721 a.C.), dal<br />
momento che l’artefice, citando più volte la Bibbia (Quarto libro dei Re, capitolo 20; Isaia, capitolo 38;<br />
Libro secondo dei<br />
Paralipomeni, capitolo<br />
32), paragona il<br />
funzionamento del proprio<br />
strumento al miracolo<br />
compiuto dal Signore,<br />
quando, invocato dal<br />
profeta Isaia, fece tornare<br />
indietro di dieci gradi<br />
l’ombra della meridiana di<br />
Acaz, deviando i raggi del<br />
sole. È evidente che<br />
l’autore di quest’orologio<br />
solare conosceva<br />
perfettamente gli effetti<br />
della rifrazione, anche se<br />
in modo empirico, poiché,<br />
nonostante il fenomeno fosse già noto fin dall’antichità, la legge attualmente impiegata per eseguirne i<br />
calcoli (legge di SneI) fu scoperta solo nel 1621 da Snellius (Willebrord Snel van Rojen) e formulata<br />
definitivamente da Cartesio nel decennio successivo:<br />
Sin i - n sin r<br />
dove i è l’angolo d’incidenza (formato dalla normale alla superficie di separazione di due mezzi<br />
otticamente diversi e dal raggio incidente), r l’angolo di rifrazione (formato dalla normale e dal raggio<br />
rifratto), n è l’indice di rifrazione relativo del secondo mezzo rispetto al primo, nel nostro caso dell’acqua<br />
rispetto all’aria, pari a 1,333 per la luce gialla.<br />
Per mettere in funzione l’orologio solare, era necessario puntare al polo nord celeste il suo stilo,<br />
ora mancante, originariamente impiantato nella parete della coppa a 48° dal fondo, la cui punta si<br />
trovava esattamente al centro della sfera, così da formare un angolo, rispetto al piano orizzontale, pari<br />
alla latitudine per la quale la scafea è tarata; tale latitudine viene indicata dalla scritta posta in un<br />
piccolo semicerchio alla base dello gnomone: POLVS GRA 41~ MI 41~, corrispondente alla città di<br />
Roma, dove il polo è alto sull’orizzonte all’incirca 41°41’. A dire il vero, la latitudine corretta di Roma è<br />
pari a 41°54’, tuttavia nel Cinquecento il suo valore era ampiamente sottostimato, come testimoniano<br />
tutte le carte geografiche dell’epoca (R. ALMAGIÀ, Monumenta Italiae Cartographica, Firenze 1929, p.<br />
73); ad esempio la carta d’Italia pubblicata nel 1561 da Girolamo Ruscelli posiziona la città proprio alla<br />
stessa latitudine dell’orologio (G. RUSCELLI, La Geografia di Claudio Tolomeo alessandrino, Venezia<br />
1561).<br />
Pag. 14<br />
Proiezione dell’ombra senza acqua
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Il corretto orientamento dello strumento si otteneva mediante una piccola bussola, anch’essa<br />
mancante, fissata sotto il fondo della tazza. Resta il foro del diametro di 18 mm, con intorno una corona<br />
incisa, in cui si leggono le iniziali latine dei quattro punti cardinali:<br />
SEP (settentrione), ME (meridione), OR (oriente), OC (occidente).<br />
Sopra il piede dello gnomone sono riportati il luogo, la data e la firma dell’autore:<br />
RADIORVM SOLIS IN AQVA GEORGIVS HARTMAN NORENBERGE F 1547, ossia Giorgio<br />
Hartmann a Norimberga faceva nel 1547 lo studio dei raggi solari in acqua. Georg Hartmann (1489-<br />
1564), rettore della chiesa di S. Sebaldo a Norimberga, fu un pioniere rinascimentale nella costruzione<br />
di strumenti scientifici; dalla sua bottega uscirono una gran quantità di astrolabi, quadranti, meridiane,<br />
globi e sfere armillari, di cui oggi rimangono un centinaio di esemplari (A. TURNER, Early Scientific<br />
Instruments Europe 1400~1800, Londra 1987, pp. 39-47). L’Hartmann fu anche pioniere nello studio<br />
della declinazione e dell’inclinazione magnetica delle bussole: nel 1510 a Roma misurò la declinazione<br />
magnetica, mentre nel 1544 per primo si accorse che l’ago magnetico “s’inclinava verso terra” (R.<br />
PITONI, Storia della Fisica, Torino 1919, p. 100).<br />
Il Museo di Storia della Scienza di Firenze conserva un orologio solare a scafea della stessa<br />
epoca e con la medesima fattura di quello preso in esame; la coppa fiorentina è completa di coperchio,<br />
che probabilmente aveva la funzione di impedire il versamento e l’evaporazione dell’acqua contenuta.<br />
Bisogna anche segnalare che il museo possiede anche un astrolabio di rame dorato, fabbricato a<br />
Norimberga da Georg Hartmann<br />
nel 1545 (AA.Vv., Museo di<br />
Storia della Scienza-Firenze<br />
Catalogo, Firenze 1991, pp. 12-<br />
13, 30).<br />
Alla fine del mese di<br />
aprile abbiamo proceduto al<br />
restauro del nostro reperto,<br />
liberandone la superficie<br />
metallica dalla crosta di sporco;<br />
lo stilo è stato ricostruito nelle<br />
giuste dimensioni e il foro sul<br />
fondo è stato chiuso con una<br />
bussola moderna. Riempita<br />
d’acqua, la scafea ha così<br />
ripreso a funzionare<br />
perfettamente, indicando il<br />
tempo solare vero locale. Onde verificare che la tazza sia ben orizzontale, basta controllare il livello<br />
superiore del liquido rispetto alle linee incise sul bordo; la stessa acqua innalza l’immagine del fondo e<br />
lo fa sembrare meno incurvato, aumentando così la leggibilità delle indicazioni fornite dall’orologio.<br />
Quanto abbiamo dedotto dall’interpretazione delle scritte e dallo studio delle linee incise nella<br />
coppa, ha trovato piena conferma nel trattato Degli Horologi solari, pubblicato nel 1638 dall’architetto e<br />
matematico Muzio Oddi di Urbino (1569-1639); infatti l’autore, nel capitolo dedicato agli orologi “rifranti”,<br />
afferma: “Tra quante cose belle, & ammirabili, che in proposito d’horologi da Sole sono state ritrovate<br />
infino al giorno d’hoggi, nissuna è che per mio credere pareggi quella di farli nel concavo di un<br />
vaso, con si fatto artifitio, che l’ombra non mostri l’hore giuste, se non quando è tutto ripieno<br />
d’acqua, non potendosi non senza meraviglia vedere, che col fare i Raggi Rifranti, storcere l’ombra<br />
dello Gnomone, la drizzano in parte, che ne faccia conoscere il vero”.<br />
L’Oddi elencò anche i pochi esemplari di questo orologio da lui conosciuti: “Chi di così curiosa<br />
cosa ne sia stato l’autore, non saprei darne certa notizia non sapendo che nessuno de gl’Antichi<br />
n’habbia lasciato memoria alcuna: ben so de moderni, che l’anno 1572 l’Illustrissimo Signor Guidobaldo<br />
Pag. 15<br />
Proiezione dell’ombra con l’acqua alle ore 13,30<br />
Immagine mancante
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
de Marchesi del Monte ne fece fare uno da Simone Baroccio, eccellente artefice, in una mezza sfera<br />
d’ottone, & hollo avuto nelle mani molto tempo, il quale servì poi come per modello d’uno che d’ordine<br />
del Duca Francesco Maria Secondo, ne fu fabbricato entro la tazza della fonte, che è nel giardino<br />
pensile del suo Magnificentissimo Palazzo d’Urbino; come si vede fino al giorno d’hoggi: e circa i<br />
medesimi tempi Gio. Battista Benedetti pubblicò la sua <strong>Gnomonica</strong>, nella quale fece mentione con un<br />
particolare Capitolo di quest’istesso Horologio & un giorno parlandone io col Padre Christoforo Clavio in<br />
Roma, mi disse, che Giovanni da Monteregio n’havea fatto uno ancor lui, per un Prencipe d’Alemagna.<br />
Si conservano ancora presso di me alcuni fogli disegnati dal Commandino, che, per quanto hò potuto<br />
conietturare, giua cercando la ragione della varietà de gl’angoli delle refrattioni, non retirandosi<br />
uniformemente l’ombre fatte dal Gnomone, quando il Sole è vicino all’Orizzonte, da quando è alto da<br />
terra, benché habbia trascorso intervalli uguali, forse per comporne le tavole à questo effetto, non<br />
Manifesto della conferenza tenuta da Colombo<br />
essendo le medesime, che quelle d’Alazeno e di<br />
Vitellione, Né il Benetti, né il Signor Giudobaldo lo<br />
fecero; ma solo accennarono il come si<br />
Haverebbe à fare per comporle, è però la<br />
fabbrica di questi Horologi, fino adesso, si riduce<br />
ad una mera pratica”. Questa è la conferma che il<br />
tracciato degli orologi “rifranti” doveva essere<br />
fatto “in pratica” e non teoricamente; lo stesso<br />
Oddi descrisse il modo di realizzarli, utilizzando<br />
una lanterna per simulare le diverse posizioni del<br />
sole in cielo (R. PANICALI, Orologi e orologiai del<br />
Rinascimento italiano. La scuola urbinate, Urbino<br />
1988, pp. 122-124).<br />
Possiamo concludere che gli orologi<br />
solari a forma di coppa sono assai rari, sviluppati<br />
nella Germania meridionale per un breve arco di<br />
tempo, tra il Cinquecento e il Seicento, cosicché<br />
solo alcuni esemplari di essi si trovano ancora nei<br />
musei; in particolare, l’orologio oggi ritrovato, oltre<br />
ad essere una scafea “a rifrazione”<br />
assolutamente singolare, dovrebbe anche<br />
costituire il primo e il più antico strumento del suo genere. (A.A. MILLS, Chalice dials, “Bulletin of the<br />
British Sundial Society” 95.3, Ottobre 1995, pp. 19-26). Grazie alla preziosa collaborazione di due<br />
esperti di gnomonica, quali Alberto Cintio di Fermo (AP) e <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> di Roccasecca (FR), siamo<br />
venuti a conoscenza che il museo spagnolo di Santa Cruz a Toledo conserva un orologio solare<br />
perfettamente identico a quello da noi studiato (A. A. MILLS, Refractive sundials, “Bulletin of the British<br />
Sundial Society” 96.1, Febbraio 1996, p. 35), la qual cosa non sorprende per nulla, dal momento che<br />
l’autore fu un precursore della produzione “in serie” degli strumenti scientifici, a partire da un unico<br />
modello.<br />
Riguardo, infine, al quesito di Muzio Oddi, circa l’autore “di così curiosa cosa”, dopo quattro<br />
secoli possiamo rispondere che quasi certamente fu proprio Georg Hartmann l’inventore dell’orologio<br />
solare rifranto. ☺<br />
Il giorno 29 maggio l’Assessorato alla cultura del Comune di Dairago (Milano), dove risiede lo<br />
scrivente, ha dedicato una serata alla mostra e al commento dell’orologio solare a rifrazione, intitolata<br />
“UNA MERIDIANA A TAZZA D’ACQUA, ovvero il miracolo del profeta Isaia artificiosamente riprodotto, a cura<br />
di Lino Colombo”. Nella sala del Consiglio comunale, l’oggetto è stato illustrato ad un pubblico attento e<br />
meravigliato dal suo funzionamento, ottenuto con l’ausilio della luce di un proiettore.<br />
Pag. 16
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Nella stessa occasione, il Sindaco ha accolto la nostra proposta di realizzare in pietra una<br />
riproduzione ingrandita dello strumento, da impiegare quale arredo urbano, così da lasciare un ricordo<br />
dell’orologio solare e della sua, purtroppo, breve permanenza nel nostro paese.<br />
Lino Colombo<br />
G n o m o n i c a e D i d a t t i c a<br />
Costruzione di una meridiana per la scuola elementare di<br />
Quinzanello: come coinvolgere gli alunni?<br />
Giacomo Agnelli, Brescia<br />
Perché coinvolgere gli alunni? La motivazione<br />
L’ho constatato più di una volta: i bambini si avvicinano con entusiasmo ai problemi della<br />
<strong>Gnomonica</strong> – l’arte per la costruzione degli orologi solari – e le maestre vedono che gli alunni si danno<br />
da fare per capire come funzionano le meridiane per poi realizzarle. Esempi di fermento si hanno in<br />
diverse scuole bresciane, con manufatti ormai completati e che entrano già nell’elenco delle meridiane<br />
della Provincia bresciana, delle quali si sta facendo in questi giorni il censimento per … farle navigare in<br />
Internet. Qui, a titolo di presentazione di uno fra i lavori del genere eseguiti, cito la “Scuola Elementare<br />
di Quinzanello, frazione di Dello nella bassa” dove gli alunni della IV classe hanno lavorato, sotto la<br />
guida di Giuseppe Tavernini, un appassionato gnomonista di Trento, del sottoscritto e della maestra<br />
Nicoletta Lanzanova, per la costruzione della meridiana orizzontale nel cortile d’asfalto davanti<br />
all’edificio scolastico. Trattasi di una Meridiana Analemmatica, dipinta dai bambini stessi direttamente<br />
per terra - con vernici tipo quelle usate sulla segnaletica stradale – e che consente di leggere l’ora<br />
dell’orologio mediante l’ombra di una persona che si ponga con i piedi sulla data indicata dalla curva a<br />
forma 8 (Lemniscata). Altre due meridiane verticali, per ora esistenti solo come piccoli modelli, sono<br />
incollate sui vetri dell’aula in attesa di passare alla realizzazione definitiva nel prossimo anno scolastico.<br />
Dell’orientamento e le coordinate geografiche<br />
Il muro di cinta della Scuola, nel lato a Nord, risulta parallelo al muro dell’Edificio Scolastico<br />
volto a Sud e rispetto alla Linea Meridiana Nord-Sud essi risultano orientati leggermente verso l’Ovest,<br />
con valore di 9,3°, come indicato nello schizzo sotto riportato.<br />
Dalle mappe risultano i seguenti valori delle coordinate geografiche:<br />
Latitudine 45° 25’ = 45,417° ;<br />
Longitudine 10° 06’= 10,102° ;<br />
Altitudine (metri s.l.m.) 150 m<br />
Costante locale (minuti in ritardo del passaggio del Sole rispetto al Meridiano 15°) = 19,6<br />
minuti.<br />
Pag. 17
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Come hanno proceduto nel<br />
lavoro i ragazzi?<br />
E’ stata fatta una prima verifica<br />
dell’esattezza dell’orientazione della Linea<br />
Meridiana Nord-Sud, mediante il filo a<br />
piombo, come indicato nella figura: si deve<br />
guardare l’ombra del filo nel momento del<br />
Mezzogiorno vero, deducendolo<br />
dall’Analemma (o dalla Lemniscata<br />
corrispondente).<br />
Tale ombra dovrebbe corrispondere<br />
alla linea inclinata di 9,3° calcolata e che si<br />
può tracciare in riferimento alla linea<br />
parallela ai muri relativi sapendo dalla<br />
Trigonometria che tan 9,3° = 0,16376, il che<br />
fa corrispondere per ogni metro di lunghezza<br />
uno spostamento a 90° di circa 164 mm.<br />
Per esempio, il 10 maggio, giorno della verifica, secondo l’Equazione del tempo = - 3 ½ min,<br />
la meridiana anticipa e tenuto conto della Costante locale di +19, 6 min = 19 ½ con cui il sole passa in<br />
ritardo al meridiano e dell’ora legale, il ritardo sarà 1 ora + 19 ½ min – 3 ½ min = 1 ora e 16 min.<br />
Pertanto il Mezzogiorno vero alla Scuola di Quinzanello è avvenuto alle 13:16 di quel giorno (diverso se<br />
fatto in altra data).<br />
Seconda verifica: Il disegno, in scala ridotta, della Meridiana orizzontale è stato incollato su una<br />
piccola tavoletta di legno e posta su un tavolino, orientando perfettamente la linea Nord-Sud. Giorno<br />
per giorno – ciò che è stato possibile fare<br />
anche in aula - si è potuto constatare<br />
l’esattezza dell’indicazione ponendo sul punto<br />
della Curva Analemmatica una minuscola<br />
bandierina o un pupazzetto: l’ombra indicava<br />
esattamente l’ora dell’orologio.<br />
Nel giorno di lunedì 1 giugno ’98 si è<br />
proceduto alla realizzazione di essa nel cortile<br />
della scuola. La grandezza è di 10 metri<br />
nell’estensione da Est a Ovest e di circa 6<br />
metri da Sud a Nord: si è costruita una<br />
Squadra gigante con legni preparati, tipo<br />
battiscopa, utilizzando le misure magiche 3, 4<br />
e 5 (gli alunni di IV elementare non<br />
conoscono il teorema di Pitagora, ove la<br />
somma dei quadrati sui due cateti lunghi 3 e 4 è uguale a quello dell’ipotenusa 5); poi, mediante il<br />
metodo del giardiniere, si è tracciata la Grande Ellisse che contiene le ore della giornata. Era davvero<br />
entusiasmante vedere bambini e bambine darsi da fare, con corda e bastoni puntate sui fuochi,<br />
procedere alla tracciatura della curva, prima con gesso e poi ripassandola – pazientemente – mediante<br />
i pennelli.<br />
Pag. 18<br />
Orientamento dell’edificio<br />
Lettura del filo a piombo
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Meridiana con bandierina<br />
Altra cosa di grande<br />
interesse: la realizzazione<br />
della Lemniscata, con il<br />
procedere dei luoghi<br />
raggiunti dall’ombra del sole<br />
in anticipo o in ritardo,<br />
secondo i valori dell’<br />
Equazione del tempo. Gli<br />
alunni si sono dati ragione<br />
del fatto che il Sole non<br />
ritorna sempre nello stesso<br />
posto ogni 24 ore, ma a volte prima e a volte dopo, nozioni che la maestra ha ricondotto a precedenti<br />
spiegazioni di Geografia astronomica, giustappunto il programma di IV elementare. Le stagioni, i mesi,<br />
i Solstizi e gli Equinozi, l’ora invernale e l’ora estiva, tutto ciò appare sulla meridiana del cortile della<br />
scuola… fatta all’80 % da loro.<br />
Disegni di modelli per le due meridiane verticali<br />
I disegni provvisori di due Meridiane verticali, sono serviti per fare delle prove di validità e<br />
quindi verificare che non ci siano errori nei calcoli effettuati. Il primo è valido per parete a Sud<br />
dell’Edificio Scolastico mentre il secondo è relativo ad una positura perfetta rispetto al Sud: entrambi<br />
sono stati applicati con nastro adesivo sui vetri della finestra, in modo tale da vederle dall’interno<br />
dell’aula (a rovescio rispetto alla vera meridiana che si guarderà dall’esterno verso il muro). I vetri della<br />
finestra sono paralleli al muro in questione (quando sono chiusi) ed apribili in modo da far assumere la<br />
posizione Sud perfetta. L’ombra del sole viene gettata da un oggetto fisso, costituito da una sorta di<br />
Gnomone a Vela, incollato al giusto posto sulla parte esterna della finestra. A differenza della Meridiana<br />
Analemmatica, per le Meridiane Classiche – come queste due – l’ora indicata non sarà più quella del<br />
nostro orologio, ma l’Ora del Sole, con anticipi e ritardi. Tali valori sono indicati dalla curva,<br />
l’Analemma, che ha la forma ondulata e fa corrispondere i mesi sulla linea orizzontale ed i minuti in più<br />
o in meno (+ o -) sulla verticale.<br />
Importante è stato - dopo aver accuratamente rilevato l’esatta indicazione della Linea<br />
Meridiana - di segnarla definitivamente sul davanzale e/o sul pavimento dell’aula in modo da potersi<br />
riferire ad essa ogni volta che si vuol fare la riprova in giorni differenti e distanti fra loro. La collocazione<br />
dei modelli, specialmente quello orizzontale, in modo permanente o provvisorio, è dipeso dalla<br />
possibilità di lasciarli o meno in luogo, sia sul davanzale (che avrebbe potuto essere esposto alle<br />
intemperie) sia su un tavolino entro l’aula (che doveva però essere spostato per le pulizie o per<br />
esigenza d’uso). Più pertinente è risultato il fissaggio dei due disegni del modello verticale sul vetro<br />
della finestra, facendo assumere la giusta posizione a ciascuna differente meridiana mettendo il<br />
battente, rispettivamente, nell’una o nell’altra posizione.<br />
Per quanto attiene lo Gnomone, risulta chiaro che nella meridiana orizzontale sarà mobile,<br />
essendo costituito dalla bandierina o dal pupazzetto (nella realtà è un’asta su piedistallo da spostare o<br />
una persona che si pone sulla data indicata sulla curva a 8 della Lemniscata).<br />
La lettura dei minuti da aggiungere o togliere all’ora del sole per calcolare quella del nostro<br />
orologio – e quindi verificare l’esattezza della meridiana – è presto fatta: si guarda la data e si rilevano i<br />
minuti col segno + o -; se sono in più (segno +) vuol dire che la meridiana é in RITARDO, ossia il sole<br />
passa dopo il tempo medio e vanno aggiunti ai 19 ½ minuti di Costante Locale, se sono in meno<br />
(segno-) vuol dire che la meridiana è in ANTICIPO ed allora si debbono togliere alla Costante Locale.<br />
Come si è visto in precedenza, bisogna tener conto anche del fatto se l’orologio segna l’Ora Invernale o<br />
quella Estiva.<br />
Pag. 19
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Momenti salienti delle prove, che hanno richiesto approfondimento<br />
La corrispondenza fra l’Ora del Sole e l’Ora dell’orologio avviene soltanto nei quattro giorni dell’anno<br />
(pur considerando lo scarto dell’Ora Estiva) che passano per lo “zero” sulla Lemniscata e sulle “12 =<br />
Mezzogiorno vero” dell’Analemma. Essi sono all’incirca: a metà aprile, a metà giugno, a fine agosto,<br />
inizio settembre e verso fine dicembre. Per ogni altra data si deve considerare lo scarto + o – e<br />
valutare (senza la<br />
precisione<br />
cronometrica che<br />
le meridiane non<br />
hanno affatto) la<br />
differenza.<br />
Per quanto<br />
riguarda il<br />
Calendario<br />
Zodiacale, di cui<br />
la meridiana è<br />
precisa<br />
indicatrice, si<br />
devono osservare<br />
le sei fasce che<br />
indicano i 2 x 6 =<br />
12 Segni Zodiacali, che mutano verso il 20 di ogni mese. Si ha l’indicazione del Sole che cresce di<br />
giorno in giorno, per 6 mesi, iniziando dal 21 dicembre (Solstizio d’Inverno, praticamente a Natale) fino<br />
al 21 giugno (Solstizio d’Estate) e le ombre si allungano nelle meridiane verticali e si accorciano in<br />
quelle orizzontali. Poi il Sole cala per gli altri 6 mesi, ritornando al punto di partenza. Nei due transiti<br />
annuali, le fasce indicano per la Stagione Invernale: Capricorno, Acquario e Pesci; per la Stagione<br />
Primaverile: Ariete, Toro e Gemelli: per la Stagione Estiva: Cancro, Leone e Vergine; per la Stagione<br />
Autunnale: Bilancia, Scorpione e Sagittario. Notiamo, appunto, che l’ombra si sposta entro le due<br />
curve estreme, che sono raggiunte nei Solstizi. Allorquando tocca le varie zone – che sono bivalenti –<br />
si passa da una linea retta che è quella degli Equinozi (di Primavera e d’Autunno).<br />
☺<br />
Pag. 20<br />
Posizione della finestra rispetto al Nord<br />
Meridiana verticale
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Il recupero della Meridiana Clementina in S. Maria<br />
degli Angeli<br />
Jacopo Maria Vaccaro, Roma<br />
Nell’ampio panorama degli strumenti astronomici per la misurazione del tempo, la Grande<br />
Meridiana della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma si pone certamente in una<br />
posizione di primo piano.<br />
Particolare della linea Clementina in corrispondenza del Termine della Pasqua<br />
Realizzata nel 1702 da Francesco Bianchini su commissione di Papa Clemente XI, essa<br />
mostra in più punti i segni di circa tre secoli trascorsi, tre secoli di usura per il calpestio dei fedeli,<br />
nonché per le numerose manifestazioni non solo religiose che in tempi più recenti vengono organizzate<br />
all’interno della Basilica.<br />
Ecco quindi che la linea clementina appare oggi non più riconoscibile nella sua interezza,<br />
mentre le linee equinoziali hanno del tutto perso le loro segmentazioni.<br />
Nel corso di una visita scolastica, gli Alunni di due classi dell’Istituto Tecnico Aeronautico di<br />
Stato “Francesco De Pinedo” (di cui chi scrive fa parte) hanno verificato lo stato di degrado e di parziale<br />
abbandono del sito e, con l’approvazione del Preside e dei Consigli di classe, hanno preso la decisione<br />
di “adottare” il monumento per stimolare la sua rimessa in pristino e sorvegliare sulla sua<br />
conservazione.<br />
Il programma, risalente ormai allo scorso Febbraio, si è mosso con l’invio a quotidiani romani e<br />
nazionali di alcune foto da noi realizzate, insieme ad un breve cenno sulla storia e lo stato attuale della<br />
meridiana. Questa “campagna di stampa” è servita per un primo contatto con l’Assessore alla Cultura<br />
Pag. 21
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
del Comune di Roma, che si è detto entusiasta dell’iniziativa, assicurando che la collaborazione avrà<br />
inizio con il prossimo anno scolastico.<br />
In attesa della formalizzazione dell’adozione, è stata avviata la creazione di un sito Internet<br />
(http://www.geocities.com/Athens/Aegean/2001/), ormai quasi del tutto completato; al tempo stesso si<br />
sta realizzando un video ed un CD Rom da porre in vendita in Basilica, in associazione o in alternativa<br />
al volume di Armando Schiavo. Questo momento “divulgativo” avrà il culmine con l’allestimento, nel<br />
prossimo anno scolastico, di una mostra permanente all’interno della Basilica, per la quale sono già<br />
stati presi i primi accordi con il suo Rettore.<br />
Veduta d’insieme delle proiezioni ellittiche del percorso della stella polare per un periodo di 800 anni. Lo<br />
gnomone boreale usato per tali osservazioni fu eliminato dal Vanvitelli nel 1749.<br />
Per quanto attiene al programma di adozione vero e proprio, è nostra intenzione richiedere alle<br />
Autorità competenti di poter partecipare, con facoltà consultive, alle scelte di restauro che saranno<br />
operate, sorvegliando che tali scelte siano basate esclusivamente sul rigore scientifico: sarà pertanto<br />
posta la pregiudiziale che fra gli incaricati del restauro sia presente un astronomo che sappia guidare il<br />
ripristino della linea clementina, delle linee equinoziali e di quant’altro deteriorato di tutto l’impianto,<br />
compreso il diagramma polare.<br />
Chiederemo inoltre di poter partecipare attivamente ai lavori, attraverso lo strumento dei “campi<br />
scuola”.<br />
Ma la nostra opera non dovrà esaurirsi con il restauro: è nostro intendimento ottenere, per noi e<br />
per i futuri alunni dell’Istituto, l’incarico di “sorveglianti” per la salvaguardia e la conservazione del sito;<br />
sarà necessario adottare misure atte ad impedire che il calpestio dei fedeli e dei visitatori possa<br />
nuovamente usurare l’impianto (transennature, coperture mobili, ecc.)<br />
Sarà inoltre necessario far sì che le manifestazioni mondane con notevole afflusso di pubblico<br />
siano nel futuro limitate al massimo e che comunque in tali occasioni si pongano in essere tutte le<br />
misure più idonee alla salvaguardia dell’opera.<br />
Auspichiamo che queste nostre iniziative possano essere accolte favorevolmente dagli<br />
Organismi preposti alla tutela del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese e perciò chiediamo il<br />
sostegno morale, culturale, e , perchè no, propagandistico di quanti condividono il nostro pensiero.<br />
Pag. 22
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
IL PEZZO GIORNALISTICO COMPARSO NE “il MESSAGGERO” di<br />
Sabato 14 Febbraio 1998<br />
La meridiana è a pezzi, la adottano quaranta studenti<br />
Due classi dell’Istituto “De Pinedo” si battono per il restauro dell’antico strumento di S. Maria<br />
degli Angeli<br />
di Alberto Infelise<br />
Il monumento è abbandonato? Nessun problema, lo adottiamo. Questa è, in poche parole, la decisione<br />
che hanno preso gli studenti dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Francesco De Pinedo”, una scuola media<br />
superiore di Roma 70, dopo aver visitato la basilica di Santa Maria degli Angeli. “Nel nostro corso di<br />
studi - spiega Jacopo Maria Vaccaro, uno degli studenti interessati - ci occupiamo di astronomia e la<br />
nostra insegnante, la prof. Maria Antonietta Fraddosio, ci ha portati a visitare la meridiana”.<br />
Arrivati all’antica basilica all’Esedra, gli studenti hanno potuto ammirare la meridiana realizzata nel 1702<br />
dall’architetto Francesco Bianchini all’interno della basilica la cui planimetria fu realizzata da<br />
Michelangelo nel 1566, ma anche verificarne lo stato di degrado e di parziale abbandono. “Questo è un<br />
sito importantissimo - continua Vaccaro - non solo dal punto di vista culturale, ma anche per quanto<br />
riguarda le sue applicazioni scientifiche. Ma sembra abbandonato a se stesso, mancano pezzi del<br />
mosaico pavimentale, e comunque non viene utilizzato per le sue caratteristiche”.<br />
Spinti dalla professoressa Fraddosio, gli allievi della seconda classe (sezioni A e B), una quarantina di<br />
ragazzi tra i quindici e i diciassette anni, hanno pensato di studiare un progetto per la tutela e il ripristino<br />
a tutti gli effetti della meridiana. A giorni comparirà un sito su Internet dedicato ad essa in cui si<br />
potranno trovare fotografie ed informazioni storico-scientifiche. Ma l’aspetto più importante è che gli<br />
allievi della scuola chiederanno al Comune di poter “adottare” la meridiana e di poter studiare un<br />
progetto per il restauro.<br />
L’assessore alla Cultura, Gianni Borgna, si è detto entusiasta di questa iniziativa, ed ha sottolineato<br />
come da tempo il progetto “Adotta un monumento” stia dando risultati importantissimi. “Abbiamo<br />
incominciato la nostra attività - spiega la professoressa Maria Nota, responsabile per il progetto - nel<br />
dicembre 1995. Da allora 250 scuole hanno lavorato con noi. E’ un tassello molto importante nella<br />
tutela dei beni culturali a Roma...<br />
...Quali sono i passi che i ragazzi della “Francesco De Pinedo” dovranno compiere? “Dovranno<br />
contattarci - conclude la professoressa Nota - per prima cosa. A quel punto noi manderemo una scheda<br />
informativa, contatteremo il Provveditorato e il Vaticano, che è proprietario della basilica.Non ci saranno<br />
problemi, visto che con tutti questi enti abbiamo sempre lavorato in armonia, e presto la meridiana avrà<br />
una nuova vita”.<br />
☺<br />
Pag. 23
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
E’ ritornata a splendere la Meridiana della Basilica di<br />
S. <strong>Nicola</strong> l’Arena a Catania Michele Trobia, S. Agata Li Battiati (CT)<br />
In questi ultimi anni, l’Amministrazione Comunale di Catania si è battuta affinché molti dei più importanti<br />
tesosi della città tornassero al loro antico splendore. La Basilica di S. Nicolò all’Arena, impreziosita dal<br />
maestoso organo di Donato del Piano, e della meridiana di Sartorius e di Peters, rappresenta una delle<br />
più importanti ed artistiche chiese monumentali del territorio Siciliano la cui storia si intreccia con gli<br />
eventi ivi accaduti e con personaggi che per svariati motivi si sono trovati ad agire in essa e per essa.<br />
Il Monastero di S. Nicolò l’Arena fondato dai padri Benedettini Cassinesi nella seconda metà<br />
del XVI secolo é, per grandezza e magnificenza secondo in Europa solo a quello di Mafra in Portogallo.<br />
Del grandioso progetto vennero realizzati solo due chiostri e la chiesa il cui prospetto rimase<br />
incompiuto.<br />
Negli originali ambienti destinati a piccolo refettorio a museo e a biblioteca è localizzata la<br />
Biblioteca Civica Ursino Recupero dove, nella splendida Sala Vaccarini è ancora visibile, nelle originali<br />
scaffalature, la prestigiosa collezione libraria dei Benedettini.<br />
La chiesa custodisce due tesori di inestimabile valore: il grandioso organo settecentesco opera<br />
di Donato del Piano “maximum et mirabile” e la Meridiana recentemente restaurata dalla Soprintendenza<br />
ai BB.CC.AA. di Catania.<br />
La realizzazione della Meridiana si<br />
deve all’opera di due illustri scienziati:<br />
Wolfgang Sartorius Barone di Waltershausen<br />
da Gottinga, Germania e Christian Frederick<br />
Peters da Flensburg, Danimarca, chiamati a<br />
Catania per lavorare sulla topografia dell’Etna<br />
e sulla mineralogia e geologia del vulcano.<br />
La linea meridiana fu tirata, in<br />
direzione Nord-Sud, passante sul pavimento<br />
per il punto di proiezione del centro della<br />
cupola.<br />
Essa si estende, lungo il transetto<br />
trasversalmente alla navata principale, dalla<br />
Cappella di S. Benedetto (dov’è il foro<br />
gnomonico) alla Cappella di S. <strong>Nicola</strong> per una<br />
lunghezza complessiva di ml. 40,92.<br />
Funzionamento della Meridiana<br />
Un raggio di Sole, entrando da un<br />
apposito foro (foro gnomonico) si riproduce<br />
come una macchia di luce ellissoidale sul<br />
pavimento e segna, quando il suo centro si<br />
Pianta della basilica di S. Nicolo’ l’Arena con la meridiana<br />
sovrappone alla linea meridiana, il<br />
mezzogiorno locale, inteso come la metà<br />
dell’arco diurno del Sole. Il foro gnomonico ha<br />
un’altezza dal pavimento di ml. 23,92.<br />
Lo spettro solare a forma di ellisse vi<br />
Pag. 24
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
passa, al solstizio invernale, con un asse maggiore di 938 millimetri, ed al solstizio estivo con un asse<br />
maggiore di 228 millimetri.<br />
La linea meridiana è suddivisa, con delle tacche, in modo da segnare, giorno per giorno, il<br />
cammino apparente del Sole attorno alla Terra, in rapporto alla variazione giornaliera della declinazione<br />
del Sole.<br />
Il riquadro di Sud riporta il nome dei progettisti, dello scultore e dell’Abate che ne auspicò il<br />
completamento.<br />
Il riquadro di Nord riporta mediante delle astine incastonate nel marmo i cinque principali<br />
campioni di misure lineari in uso a quell’epoca.<br />
L’opera venne completata nell’anno 1841.<br />
Caratteristiche costruttive<br />
La meridiana è costruita su 24 lastroni di marmo bianco di Carrara lavorati. Sopra una fascia di<br />
questi lastroni si vede una striscia nera larga 2 cm di “Pietra di paragone” (antico nome di una varietà di<br />
diaspro nero). Nel mezzo di essa sta marcata la linea meridiana, non più larga di “una linea”, formata di<br />
una tenacissima “pastiglia rossa”.<br />
Detta linea, nelle unioni di ogni lastrone di marmo va cosi perfettamente a combaciare con<br />
quella corrispondente, che non si può notare un benché minimo deviamento della retta e sembrerebbe<br />
che fosse stata realizzata dopo aver collocato i lastroni: ma tutto è stato fatto dall’abilissimo artista<br />
catanese Carlo Cali “in ogni pezzo separatamente”.<br />
Ai due lati di questa linea di centro, alla uguale distanza di 25 cm, si trovano altre strisce nere<br />
della stessa pietra di paragone, e sopra queste, nelle loro rispettive distanze, si vedono segnati i numeri<br />
dei giorni di ogni mese.<br />
I mesi sono rappresentati da 12 riquadri di marmo grigio-scuro in cui sono con maestria<br />
disegnate e “incastrate ad intarsiatura” le figure dei segni dello Zodiaco in “lava rossa vulcanica di<br />
Militello” opera dello stesso scultore Carlo Cali.<br />
☺<br />
Storia della Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong><br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong>, Roccasecca (FR)<br />
Questo breve scritto vuol essere anche un omaggio alla memoria di Charles K. Aked, l’editore del<br />
Bulletin della British Sundial Society, purtroppo scomparso di recente. Charles, intuendo le già buone<br />
potenzialità del mio lavoro di catalogazione libraria, si mise al lavoro per realizzare insieme a me la più<br />
imponente bibliografia della gnomonica di tutti i tempi.<br />
Pag. 25
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Dal 1988 si è cominciato ad osservare, almeno in Italia, la crescita di un certo interesse verso la cultura<br />
degli orologi solari, ormai abbandonata dai tempi delle storiche pubblicazioni dei manuali Hoepli di cui l’ultimo della<br />
serie fu probabilmente il noto volume di Enrico Garnier, <strong>Gnomonica</strong>. Teoria e pratica dell’orologio solare, pubblicato<br />
attorno al 1936.<br />
Tale interesse ha mobilitato evidentemente diverse schiere di appassionati fino a formare gruppi di studio e<br />
di lavoro alcuni dei quali si sono organizzati in vere e proprie associazioni, come l’Accademia del Sole di Torino,<br />
scomparsa da anni ma che ha realizzato notevoli progetti gnomonici, come il famoso libro Le ombre del tempo, di<br />
Pavanello. Moglia, Trinchero, pubblicato appunto nel 1988. Contemporaneamente, vedeva la luce anche Orologi<br />
Solari, il completo trattato di gnomonica scritto dall’amm. Girolamo Fantoni e Meridiane di René Rohr, per la prima<br />
volta tradotto in Italiano per conto della Ulisse edizioni. Dal 1988, la Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili<br />
Italiani ha organizzato quasi annualmente una serie di seminari sull’argomento, tutti ben riusciti, ai quali hanno<br />
aderito un sempre crescente numero di persone. In pochi anni, l’editoria italiana si è arricchita di molte nuove<br />
pubblicazioni, amatoriali, professionali, semplici e tecniche. Ognuna di queste pubblicazioni riportava alla fine del<br />
volume una piccola bibliografia che non poteva però rispecchiare in nessun modo una reale situazione editoriale<br />
nel campo gnomonico sia in Italia che nel mondo ed in relazione soprattutto con quanto era stato fatto nei secoli<br />
passati.<br />
La mancanza di uno strumento bibliografico che agevolasse le ricerche degli appassionati, cominciava a<br />
farsi sentire, o almeno io l’avvertivo, già nel 1992, quando era chiaro che ogni biblioteca che gestiva un fondo di una<br />
qualche importanza era come uno scrigno in cui le scoperte di nuovi libri e scritti di gnomonica, prima sconosciuti, si<br />
susseguivano a ritmo serrato.<br />
Ma come fare e dove cercare i titoli di libri sconosciuti non riportati in nessuno dei libri moderni?<br />
La risposta si trovava nella possibilità di scartabellare negli scaffali delle biblioteche che contenevano altri<br />
lavori bibliografici generici.<br />
E’ noto che la possibilità di sfogliare tutti i libri che si vuole<br />
negli scaffali di biblioteche importanti è una via preclusa dalle<br />
severe leggi che governano oggi tali istituzioni culturali. E’ da<br />
riconoscere però che l’approccio diretto agli scaffali è la strada<br />
migliore per la ricerca e che permette di trovare, strada facendo,<br />
sorprese assolutamente inaspettate. Ma non si può pretendere<br />
tutto dalla vita.<br />
Intanto, nella mia fortunata sessione di ricerca svolta negli<br />
anni 1991-92-93 e 1994, ebbi modo di operare nel migliore dei<br />
modi, ottenendo un libero accesso agli scaffali di diverse importanti<br />
biblioteche del Lazio. Ciò mi consentì di sfogliare migliaia di volumi<br />
e di trovare abbastanza materiale da formare un notevole corpus di<br />
informazioni per la realizzazione del progetto bibliografico che<br />
avevo a cuore.<br />
A tale materiale si interessò, nel 1992, Enrico Macchia il<br />
quale volle curare per conto dell’Associazione Astronomica Umbra,<br />
di cui era il presidente, un opuscolo stampato con metodi<br />
senz’altro caserecci in cui si elencavano circa 300 titoli. E già si<br />
trattava della più grossa raccolta in Italia che mi spronò a mettermi subito al lavoro per ampliare la lista. Così, dopo<br />
appena pochi mesi, la stessa associazione curò una seconda pubblicazione che conteneva già un notevole<br />
aggiornamento portando il numero dei titoli a circa 800. L’ampliamento riguardava soprattutto un lungo elenco di<br />
codici manoscritti che ero riuscito a trovare in antichi cataloghi.<br />
La febbre di aumentare il numero dei titoli delle pubblicazioni di gnomonica era appena all’inizio del suo<br />
stadio evolutivo e conobbe il suo apice nel 1993, quando decisi di rovistare i fondi delle biblioteche di Montecassino,<br />
Subiaco, Casamari, Trisulti, Balsorano, con qualche puntata speciale alla Biblioteca Nazionale di Roma, Assisi e<br />
alla Biblioteca Provinciale de l’Aquila. Su questo lavoro base di ricerca poggiarono il loro contributo, altrettanto<br />
speciale e fondamentale, molti autori appassionati di gnomonica italiani. Grossi contributi vi furono da parte della<br />
Pag. 26<br />
Prima edizione della Bibliografia con 300 titoli
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Sezione Quadranti Solari, tramite il suo coordinatore Francesco Azzarita, con un elenco di opere (circa un centinaio)<br />
segnalate negli anni alla Sezione stessa; Girolamo Fantoni mi spedì una raccolta di varie bibliografie riprese da libri<br />
di autori stranieri; Edmondo Marianeschi mi portò a conoscenza di uno straordinario elenco redatto mezzo secolo fa<br />
da uno sconosciuto autore italiano e conservato nella Public Library di New York; Gabriele Vanin diede il suo<br />
contributo segnalando le opere di gnomonica presenti nella Biblioteca Universitaria di Padova, e via dicendo.<br />
Sulla base di questi importanti contributi, ebbi modo di preparare la terza edizione della Bibliografia della<br />
<strong>Gnomonica</strong> che presentai al V° Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong> tenutosi nell’aprile del 1994 a S. Feliciano sul<br />
Trasimeno (PG). Il catalogo che ormai elencava circa 2000 titoli di opere a stampa e manoscritti sulla gnomonica, fu<br />
molto apprezzato ed ebbe un buon successo tra i vari appassionati, tra cui anche il plauso del prof. Paolo Maffei che<br />
fu molto gratificante per me e per il lavoro estenuante che con molta passione avevo svolto fino ad allora.<br />
Tuttavia, la Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong> era un’opera italiana che teneva conto quasi esclusivamente<br />
dell’editoria gnomonica italiana. Nel frattempo, molte associazioni straniere avevano iniziato a pubblicare una<br />
propria rivista e l’incessante sviluppo della rete Internet - che ha enormemente facilitato ed incentivato la<br />
comunicazione, la collaborazione e quindi l’interscambio culturale a livello mondiale tra gli autori e gli appassionati<br />
di gnomonica - ha reso molto più evidente la lacuna relativa alla catalogazione dell’editoria gnomonica<br />
internazionale.<br />
La svolta per riuscire a colmare questa lacuna arrivò nella primavera del 1996, quando cominciò la mia<br />
collaborazione con la British Sundial Society e in special modo<br />
con il redattore del suo Bulletin, Mr. Charles K. Aked. Dopo veloci<br />
scambi di materiale per posta ordinaria, Aked restò letteralmente<br />
fulminato quando si trovò di fronte la mia Bibliografia della<br />
<strong>Gnomonica</strong> di 2000 titoli. Così egli mi parlò del suo vecchio<br />
progetto di redarre una bibliografia il più possibile completa della<br />
<strong>Gnomonica</strong>, e durante tutta la sua vita non aveva mai tralasciato<br />
di catalogare tutti gli articoli di tutte le riviste di cui veniva a<br />
conoscenza e tutti i libri di gnomonica pubblicati. Fino al 7 aprile<br />
del 1989 aveva raccolto un elenco di 3000 titoli il cui ultimo “rechecked”,<br />
cioè controllo, risale al 12 maggio del 1991. Poi la<br />
ricerca si arenò, forse a causa dell’aggravarsi della sua malattia.<br />
Ma il vigore e l’entusiasmo della mia iniziativa<br />
invogliarono Charles a ritrovare le forze necessarie per rimettersi<br />
al lavoro e riesaminare tutto il materiale che aveva raccolto. La<br />
collaborazione per la più grande bibliografia gnomonica mai<br />
realizzata era cominciata.<br />
E naturalmente, da buon inglese ma con molta obiettività,<br />
ebbe a farmi notare che un così importante progetto era quasi<br />
necessario pubblicarlo in inglese per dargli un carattere di<br />
“internazionalità” e per renderlo ben leggibile in tutte le sue parti<br />
ai lettori inglesi: “I think you are quite right about your work. Better<br />
La prima raccolta di Aked con 3000 titoli<br />
to publish it in English and then sell the books. Very few English people understand the Italian language” mi scriveva<br />
nella lettera del 22 ottobre 1996.<br />
Aked cominciò a lavorare duramente, avendo anche molto tempo a disposizione. Le sue ricerche erano<br />
incentrate sui cataloghi di alcune biblioteche e musei inglesi che da tempo aveva preso di mira, ma erano soprattutto<br />
rivolte all’aggiornamento relativo alle numerose pubblicazioni delle associazioni di gnomonica che si erano nel<br />
frattempo consolidate e che avevano sviluppato una notevole attività divulgativa. Era assolutamente determinato<br />
nella realizzazione di questo progetto, a costo di molte sofferenze. Egli sfidò la sua malattia che mai un istante lo<br />
aveva lasciato:<br />
“I have worked very hard this week to collate the dialling references which I have neglected since 1989. I<br />
have extracted the information from the following journals: Antiquarian Horology, Antique Clocks, De<br />
Zonnewijzerkring, La Busca de Paper...” mi scriveva contento e soddisfatto il 14 marzo del 1997, quando il lavoro<br />
cominciava a prendere la sua forma definitiva. Un lavoro massacrante quello di ricopiare tutti i titoli degli articoli<br />
Pag. 27
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
comparsi su tutte le riviste che aveva citato. E pensare che solo la rivista De Zonnewijzerkring, conteneva oltre un<br />
migliaio di pezzi! Ma un simile lavoro lasciava il segno: “My eyes are tired with all this reading!”, lamentava la<br />
stanchezza degli occhi a causa delle infinite letture cui si sottoponeva per trovare nuovi titoli.<br />
E se lui si consumava gli occhi sui giornali, i miei bruciavano davanti al video del computer per il troppo<br />
tempo trascorso a convertire, aggiustare, correggere e impaginare i file ASCII che mi mandava e che il mio<br />
computer leggeva con molti problemi di compatibilità.<br />
Più di 30 floppy disks hanno fatto la spola tra l’Inghilterra e l’Italia, per oltre un anno, per questa impresa a<br />
quattro mani.<br />
Quando l’impossibile era stato fatto, Aked mi scriveva sempre le solite cose: “I have worked very hard...I<br />
have re-typed the missing entries... I have searched the whole run of the American NAWCC Bulletin...”, ecc.<br />
Riguardo quest’ultimo lavoro di ricerca, relativo al bollettino della NAWCC, egli tenne a sottolineare che per ordinare<br />
3000 titoli della sua bibliografia del 1989 aveva impiegato 3 mesi, mentre per scrivere i 1465 titoli trovati nei bollettini<br />
della NAWCC aveva lavorato ora così tanto da averci impiegato solo 10 giorni: “It took me 3 months to find 3000 in<br />
1989, and in 10 days in 1997 - 1465!”.<br />
Nel marzo del 1997 si era arrivati quasi alla fine del lavoro preliminare di raccolta e gli spedii una bozza di<br />
ciò che poteva essere la nuova “Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong>” con 5000 titoli. Ma ormai la febbre bibliografica era<br />
salita ancora e il 16 aprile 1997 si dimostrò entusiasta e determinato a continuare la ricerca finché gli fosse stato<br />
possibile. Voleva arrivare a diecimila titoli: “When I have recovered from my efforts of the last week, I shall make a<br />
start on the new entries. We must try to reach 10,000 entries”.<br />
Intanto, mentre la bibliografia cresceva di giorno in giorno, Aked mi sottolineava costante mente il problema<br />
per i lettori inglesi di leggere un libro scritto in una lingua che non fosse l’inglese. Così, prendeva piede nei miei<br />
pensieri l’idea di “trasformare” tutto in inglese e fare questa benedetta bibliografia gnomonica internazionale.<br />
Nel frattempo Aked, ansioso di conoscere come procedeva la catalogazione, mi scriveva il 18 maggio 1997<br />
chiedendomi quanto mancava per arrivare a 10000 titoli: “If we include the encloused listing of months dialling works<br />
in the Bibliography, how far is the number of entries from 10000? I am very weary (spossato, stanco, affaticato) of<br />
typing dialling entries”. E denunciava, quindi, anche la sua stanchezza nel fare questo duro lavoro.<br />
Mentre Aked continuava la sua catalogazione ricercando in archivi, chiedendo collaborazioni, ecc., anch’io<br />
avevo ricevuto aiuto da molti amici appassionati che hanno dato un significativo contributo alla Bibliografia<br />
determinando addirittura il superamento del “record” dei 10000 titoli.<br />
A causa delle diverse fasi di copiatura, trascrizioni e del lavoro di impaginazione delle centinaia di file, il<br />
catalogo generale conteneva un numero abbastanza elevato di titoli doppioni. Eliminare questi, insieme al maggior<br />
numero possibile di errori, è stato per me il lavoro più pesante che mai abbia avuto da fare nel campo della<br />
gnomonica! Settimane intere trascorse davanti al computer setacciando una ventina di pagine per volta,<br />
sostituendo, correggendo, modificando, confrontando, spesso lavorando con quattro o sei documenti aperti<br />
contemporaneamente in 6 finestre sulla stessa videata!<br />
E’ anche la rilevare che Aked, mentre lavorava a questo progetto, aveva provveduto a “salvaguardare” il suo<br />
vecchio lavoro di catalogazione in una unica pubblicazione che prevedeva l’unificazione di tre liste da 1000 titoli<br />
ciascuna. Tale pubblicazione fu resa nota al principio del 1997 come “An Opusculum of Dialling References” a cui<br />
seguì un aggiornamento dal titolo “A new Opusculum...”. Ad Aked però premeva che il suo lavoro divenisse parte<br />
integrante della più grande raccolta bibliografica gnomonica mai fatta prima.<br />
Con l’ultimo massiccio contributo di Klaus Eichholz, che pure aveva redatto una bibliografia di 4000 titoli, si<br />
arrivò ad un totale di circa 12000 titoli.<br />
Ad Aked premeva che il lavoro fosse pubblicato dopo una attenta revisione nell’intento di eliminare il<br />
maggior numero possibile di errori: “Do not publish the Bibliography until it is corrected”. Scriveva il 14 luglio 1997. Si<br />
era agli sgoccioli. Avevo previsto l’uscita di tale lavoro per Settembre del 1997 e la sua divulgazione all’VIII°<br />
Seminario di <strong>Gnomonica</strong> di Porto S. Giorgio (AP) il 3, 4 e 5 Ottobre.<br />
Così, in quell’occasione ho avuto modo di presentare la più grande bibliografia della gnomonica, frutto della<br />
collaborazione di molti gnomonisti italiani e stranieri: Edmondo Marianeschi, Riccardo Anselmi, Gabriele Vanin,<br />
Paolo F. Forlati, Enio Vanzin, Enrico Macchia, Andrea Girardi, Fabrizio Vedelago, Giovanni Paltrinieri, Enrico<br />
Stomeo, Alberto Cintio, Girolamo Fantoni, Nicoletta Lanciano, Fulvio Fugatti, Francesco Azzarita, Giuliano Romano,<br />
Pag. 28
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Giorgio Silvestrelli, Valentina Paradiso, Gianni Ferrari, Silvano Bianchi, Renzo Righi, Francesco Crifasi, Mario<br />
Arnaldi, Mario Catamo, Claudio Garetti, Guido Tonello, Klaus Eichholz, Allan Mills, Fred Sawyer, C.St.J.H. Daniel.<br />
Un lavoro che è stato ben accolto dalla critica internazionale e che rispecchia ampiamente le previsioni che<br />
Aked mi scriveva nella lettera del 18 febbraio 1997, poco dopo essere venuto a conoscenza del mio precedente<br />
lavoro bibliografico: “...With your additions, the Bibliography will be the largest the world has ever seen!”.<br />
Molte sono le critiche che possono essere mosse a quest’opera. Si può dire che essa non rispecchia i<br />
canoni delle metodologie classiche di catalogazione libraria; che potrebbe sembrare solo un semplice elenco<br />
disposto alla rinfusa, anche se in ordine alfabetico per autori e, per quanto possibile, per ordine cronologico tra gli<br />
autori stessi; che non è una bibliografia “ragionata”; che contiene errori di stampa, sviste, qualche doppione<br />
(sebbene sia stata passata più volte al setaccio per ridurre al minimo questo inconveniente), notizie approssimative,<br />
e via dicendo.<br />
Versione definitiva della Bibliografia con circa 11500 titoli<br />
Tuttavia, la International Bibliography of<br />
<strong>Gnomonica</strong>, con i suoi circa 12000 titoli elenca,<br />
credo, la maggior parte di quanto è stato pubblicato<br />
sull’argomento gnomonica in tutti i tempi, battendo<br />
persino le opere classiche come il Bailly. Inoltre, la<br />
sua utilità di ricerca è senza dubbio una delle<br />
principali e più importanti caratteristiche che ne<br />
fanno, per l’appassionato, uno strumento di lavoro<br />
insostituibile. E se la versione cartacea può avere<br />
qualche limite facilitando la ricerca solo per via<br />
alfabetica, la versione computerizzata, leggibile con<br />
il noto programma word processor WORD, nelle<br />
versioni 6, e ancora meglio WORD7,<br />
rispettivamente di Windows 3.11 e Windows 95,<br />
offre spunti di ricerca inesauribili ed impossibili da<br />
eseguire a mano sulla versione cartacea.<br />
Per fare un esempio, si pensi alla difficoltà<br />
di fare una ricerca su circa 12000 titoli dei possibili<br />
volumi ed articoli che trattino di un argomento<br />
particolare della gnomonica, come potrebbe essere<br />
tutto ciò che riguarda gli orologi solari a rifrazione,<br />
senza conoscere né titoli, né autori.<br />
Bene. Con la versione elettronica della<br />
International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong> è questa<br />
una operazione fattibile in pochi minuti. Infatti, con gli appositi comandi di ricerca del programma WORD (comando<br />
“Trova” dal menù “Modifica”), digitando una parola chiave, come per esempio “chalice”, riferito a chalice dial (orologi<br />
solari a calice tra cui quelli a rifrazione), “refraction” e “rifrazione”, si hanno buone possibilità di scovare le<br />
pubblicazioni, inglesi ed italiane, che contengono quelle parole e che sono quindi relative all’argomento cercato. I<br />
risultati sono stupefacenti...provare per credere.<br />
☺<br />
Pag. 29
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Charles Kenneth Aked: in memoriam<br />
Pag. 30<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />
Il 22 Aprile 1998 è venuto a mancare il caro Charles Kenneth Aked con il quale è<br />
stato possibile attuare il progetto della bibliografia di cui si è parlato nell’articolo. Charles<br />
fu uno dei soci fondatori della British Sundial Society, nonché instancabile editore del<br />
Bulletin dal 1989 fino al 1997. Quando aveva 26 anni entrò in carriera nella Royal Naval<br />
Scientific Service da cui si ritirò dopo quasi sessant’anni di servizio nel 1984 come<br />
Principal Scientific Officer. Nel 1962 si associa - diventando poi vicepresidente -<br />
all’Antiquarian Horology Society per la quale produce una mirabile quantità di lavori. La<br />
sua reputazione nel campo degli orologi solari e meccanici è rafforzata dagli oltre 300<br />
articoli che ha scritto con passione e devozione per tutte le più importanti riviste del<br />
settore. Fu prezioso collaboratore dei più prestigiosi gnomonisti del mondo, tra cui anche<br />
René Rohr, di cui ha potuto stilare l’elenco più dettagliato dei suoi scritti pubblicato nella nostra Bibliografia.<br />
La sua dedizione allo studio degli orologi (di tutti i tipi) era totale: “I write about dialling to occupy my mind (and about<br />
clocks and watches); if I could find something more interesting, I would try that too. But life is for living, and each of us finds<br />
satisfaction in different ways. I cannot smoke, do not drink, my wife forbids lovemaking, - so what esle is left? So I spend much<br />
time on dialling, wich my wife tells me is a complete waste of time. So is every human activity if you analyse it - what then are<br />
we to do?....(...)...My wife does not think he è wasting his life, but I have achieved nothing and am wasting my life. Fortunately I<br />
will not waste it for much longer as I have cancer which is now attacking my liver - che peccato!”. Con questa sottile - e a tratti<br />
ironica - filosofia di vita Charles mi comunicava il 26 settembre del 1996 di essere affetto da quel male incurabile, il cancro, per<br />
cui i medici gli avevano pronosticato - nel 1992 - pochi mesi di vita! Da vero amico mi consigliava di non spendere tutto il mio<br />
tempo nella gnomonica, altrimenti avrei avuto problemi con mia moglie: “Do not spend all your time on dialling or you will have<br />
trouble with your wife!”. Charles non si era mai arreso, dal 1992, davanti alla prospettiva fatta dai medici. Anzi, con<br />
l’entusiasmo di un ragazzino si era buttato a capofitto nell’interminabile lavoro di catalogazione della bibliografia, lavorando per<br />
settimane per oltre dieci ore al giorno. E continuò a lavorare duro anche quando stava malissimo, con attacchi emorragici e<br />
contro il parere negativo dei medici. Mi ha commosso quando mi scrisse il giorno che aveva superato l’età in cui era morto il<br />
padre, ma ciò che mi ha colpito di più fu quando gli confessai il mio dolore per la notizia della sua malattia. Egli rispose con<br />
una lettera del 6 ottobre 1996: “Do not worry about me having cancer, if it was not that, it would be something else, I have lived<br />
four years longer that the doctors have given me. I am sure that God has some purpose behind all these things although it<br />
seems evil to us because of our ignorance. Nothing in this Universe is without purpose. Writing helps me to forget my illness, it<br />
is important not to think of yourself only, that is the way to death. Besides which, I have been near to death on many occasions,<br />
if it is not time for you to go, neither illness nor accidents will send you there before your time. A year ago I had an accidents in<br />
my car, it was completely wrecked but I got out without a single scratch! I have had 25.000 volts through me and walked away<br />
only shaken but unbowed. 10 years ago I fell from the top of my house, spent many weeks in bed but nothing broken!!! There<br />
seems to be no room in Heaven for diallists, there may be too many there already!!.<br />
Non c’è dubbio, una bella lezione di vita da un uomo che ci mancherà molto.
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
L’OROLOGIO SOLARE DI TORREMAGGIORE: enigma risolto?<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong>, Roccasecca (FR)<br />
Alla fine dell’VIII Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong>, svoltosi a Porto S. Giorgio (AP) il 3, 4 e 5 ottobre<br />
1997, Francesco Azzarita, coordinatore della Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili Italiani, presentò una<br />
relazione intitolata “Castello di Torremaggiore (FG): un quadrante solare enigmatico”, pubblicata poi negli Atti dello<br />
stesso Seminario.<br />
E’ importante riportare alcuni passi essenziali della relazione di Azzarita per poter comprendere meglio<br />
l’analisi che si farà in seguito:<br />
“Nel cortile interno del Castello di Torremaggiore (FG) si trova quest’orologio solare...sulla facciata<br />
dell’antica “torre quadra”. Esso è collocato a circa 8 metri di altezza e, date le ridotte dimensioni del cortile, non può<br />
leggersi dal basso, ma solo dal cornicione di fronte donde è stato fotografato. L’orologio è del tipo verticale, di forma<br />
circolare, del diametro di circa 80 cm; attualmente risulta incassato leggermente nel muro, forse a causa dei restauri<br />
operati sulle pareti. L’orologio presenta due stili sovrapposti ma visibilmente “disassati” e quindi di dubbia<br />
funzionalità. Sono entrambi in tondino di ferro del diametro stimato di 1,5 cm ma di diversa lunghezza<br />
(rispettivamente 40 e 30 cm). Il loro orientamento appare approssimato: sembrano rimossi e ricollocati.<br />
Sul disco dell’orologio vi sono linee, numeri, date e nomi, tutti incisi nella pietra. I numeri indicano le ore<br />
segnate dalle linee innanzi indicate le quali confluiscono alla base dello stilo più alto.<br />
C’è una data indicata ed è il “1592” che è la data di costruzione della “torre quadra”...Il nome inciso è “Paul<br />
III S.S.D.R.”. E’ questo il nome Duca di Sangro di Torremaggiore Paolo III che poi acquisì il nome di Paolo II...Le<br />
lettere S.S.D.R. restano per ora incomprensibili...Il muro su cui è collocato l’orologio è fortemente declinante verso<br />
Est di 28°....<br />
I problemi che pone questo quadrante sono di due ordini:<br />
in relazione agli stili indicatori.<br />
E’ possibile che non si tratti di due stili ma di uno stilo polare (superiore) con sostegno orizzontale.....<br />
in relazione alle linee sul quadro.<br />
Vi sono linee di diverso genere, raggruppabili fra loro. Ve ne sono 13 che indicano le ore per quarti di<br />
giornata (dall’ora VI dell’alba alla VI di mezzogiorno, alla VI del tramonto) seguendo un sistema simile a quella delle<br />
“ore canoniche” . Tra ora ed ora vi sono linee che suddividono ogni ora in tre parti. Infine vi sono tratti (forse residui)<br />
di linee orizzontali o curve, di non facile interpretazione. Giunti a questo punto lasciamo ad altri di approfondire, se è<br />
di interesse, la struttura di questo quadrante”.<br />
L’Anima dello Gnomonista<br />
Come le “Ombre del Tempo” tracciano linee rette ed iperboli sui quadranti, così le<br />
“onde del tempo” incidono con righe, solchi e rughe la mia fronte pensante.<br />
L’orologio solare fa sentire il vertiginoso moto apparente della nostra stella ed obbliga<br />
a cercare un riferimento e fissare la posizione del “tempo” finito e dello “spazio” infinito.<br />
Nell’ideare e costruire orologi solari ritengo sia necessario tenere in evidenza non<br />
solamente la forma estetica, ma dare importanza al “sito” e la zona con un preciso significato<br />
che rispecchi le tradizioni sociali e popolari del luogo.<br />
Lodovico Pasquali, astrofilo ottuagenario di S. Giovanni in Persiceto<br />
Pag. 31
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Questa la descrizione<br />
dell’orologio ed il commento che si<br />
legge nella relazione di Azzarita. Da<br />
questo punto, procedo a memoria,<br />
cercando di ricordare la successione<br />
degli eventi che interessarono il breve<br />
intervento in questione durante il<br />
predetto Seminario.<br />
Innanzitutto, ricordo il<br />
tentennamento di molti di noi che<br />
seguivamo con interesse<br />
l’argomento, cercando una strada per<br />
svelare l’enigma proposto dal nostro<br />
coordinatore. In breve tempo alcuni si<br />
pronunciarono e tra i primi vi fu<br />
Nicoletta Lanciano che interpretò<br />
correttamente la scritta PAUL III<br />
S.S.D.R., trasformandola in PAUL III<br />
SS.PR. che vale “serenissimo<br />
principe Paolo III”.<br />
Orologio solare di Torremaggiore. Foto di Francesco Azzarita (per gentile concessione)<br />
Orologio solare di Torremaggiore come interpretato dall’autore<br />
Altri si pronunciarono sulla<br />
suddivisione delle ore e si interpretò,<br />
forse anche in questo caso<br />
correttamente, che le suddivisioni<br />
presenti a due a due tra le linee orarie<br />
III-III, appaiono essere di venti in venti<br />
minuti, al modo arabo e fanno<br />
apparire questo tracciato molto più<br />
fitto del normale e non “armonioso”<br />
come negli altri orologi.<br />
Ricordo bene che sul<br />
significato dei due gnomoni non fu<br />
detto assolutamente nulla,<br />
proponendo che uno dei due<br />
probabilmente era di troppo. Nessuna<br />
interpretazione fu data delle altre linee<br />
che ingarbugliano il tracciato orario<br />
principale e che costituiscono parte principale dell’enigma dell’orologio. Il mio intervento finale costituì l’unica voce<br />
che si levò a favore di due tracciati sovrapposti che utilizzavano ognuno il proprio gnomone per cui il tracciato delle<br />
ore normali funzionava con lo gnomone polare, mentre il tracciato che sembra recare tracce di linee di declinazione<br />
solare utilizzava il secondo gnomone ortostilo, perpendicolare al quadro dell’orologio, anche se leggermente<br />
pendente probabilmente per essere stato manipolato nel tempo.<br />
A tale intervento nessuno obiettò qualcosa, anche se si avverti nell’aria un leggero scetticismo.<br />
Dopo l’intervento di Azzarita continuai ad esaminare le figure che egli gentilmente mise a mia disposizione<br />
per studiarle. Ne parlai con alcuni amici i quali non ebbero modo di dimostrare il contrario, né di spazzare via lo<br />
scetticismo iniziale.<br />
Quindi, continuai ad analizzare il problema nei giorni seguenti e questo è quanto fino ad ora sono riuscito a<br />
interpretare, a mio vedere, in modo credo abbastanza corretto.<br />
Pag. 32
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Innanzitutto, la posizione della retta equinoziale, molto poco inclinata rispetto alla linea meridiana, fa<br />
pensare ad una declinazione minima del muro su cui è (od era) costruito il quadrante, forse di 2-3 gradi verso Est,<br />
non certo di circa 30 gradi come indicato da Azzarita. Quindi, l’orologio potrebbe essere stato spostato dalla sua<br />
posizione originaria, oppure la declinazione indicata da Azzarita non corrisponde alla realtà.<br />
Poi bisogna premettere che è difficile immaginare se l’orologio sia stato ritoccato nel corso di 4 secoli, ma è<br />
poco probabile. In ogni caso, esso si presenta con un tracciato abbastanza approssimativo molto simile a quelli<br />
ricavati non dal calcolo, ma dall’osservazione del moto dell’ombra dello gnomone in alcuni particolari giorni<br />
dell’anno, nel modo in cui si procedeva nell’antichità, quando non era richiesta una grande precisione. Tali metodi<br />
pratici sono ancora descritti nei trattati di fine ‘800.<br />
Considerazioni<br />
A mio avviso, e per quanto è possibile vedere dalla fotocopia di una foto fornita dallo stesso Azzarita,<br />
l’orologio presenta due stili disposti, sulla stessa linea meridiana verticale, a poca distanza. Quello superiore sembra<br />
essere leggermente inclinato e probabilmente esso era un tempo inclinato come dovrebbe in effetti essere<br />
l’assostilo. Il secondo, più basso, più corto e più somigliante ad un ortostilo.<br />
Per la base, o piede, dell’assostilo, passa una linea vagamente orizzontale che rappresenterebbe la retta<br />
“alba-tramonto” delle linee orarie VI-VI. Il resto delle linee orarie è molto simile al semplice tracciato delle linee orarie<br />
astronomiche, molto fitte verso il mezzogiorno, molto larghe oltre le linee delle ore III.<br />
Il secondo stilo, posizionato più in basso, dovrebbe servire, forse indipendentemente dal tracciato orario e<br />
dal primo stilo, per un calendario zodiacale formato dalle classiche sette linee diurne. Delle due più invernali<br />
(novembre-dicembre) restano solo le tracce più esterne e sono molto ravvicinate tra loro. Prolungando idealmente<br />
(nel disegno si vede) queste due curve, esse passano appena sotto il piede del secondo stilo, come si conviene<br />
nella norma del tracciato relativo alle curve diurne. Prolungando i tratti di curve che si vedono a destra e a sinistra, si<br />
ottiene il calendario zodiacale completo.<br />
Ciò che non si capisce è come mai sia stato scelto di aggiungere uno stilo supplementare indipendente dal<br />
primo per il calendario zodiacale e perché questo non sia stato inserito nel tracciato orario usando il primo stilo.<br />
A ciò si può rispondere che tale operazione è giustificata dal fatto che se si fosse usato il primo stilo, le<br />
curve diurne invernali avrebbero “invaso” lo spazio dedicato alla scritta PAVL III SS PR. Ma questo solo nel caso che<br />
il primo stilo fosse stato un ortostilo.<br />
Infine, non è chiara l’ultima suddivisione oraria tra le linee I e III, e III e V ove i tratti sembrano indicare<br />
suddivisioni di quarti d’ora.<br />
Sembrerebbe quindi un misto, questo orologio, di tradizioni arabe (suddivisioni orarie in 20 minuti), ed<br />
europee (suddivisioni orarie più esterne in quarti d’ora). Questa considerazione è importante qualora si pensi che in<br />
effetti qualcuno, più di recente, avrebbe potuto modificare l’orologio originale, nato sotto influsso arabo con le sole<br />
suddivisioni orarie III-III, con l’aggiunta di un secondo tracciato, di influsso europeo, relativo al calendario zodiacale<br />
ed estendendo il tracciato primario.<br />
In ogni caso è evidente che tutto il tracciato è molto approssimativo (soprattutto lo zodiaco), quasi un<br />
semplice tentativo di fare un vero orologio solare.<br />
☺<br />
Pag. 33
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Dalle riviste.... <br />
In The Compendium, la rivista della North American Sundial Society (n. 2 giugno 1998), viene<br />
presentato da Javier Moreno Bores (Madrid) un articolo tecnico dedicato ad una nuova famiglia di orologi solari con<br />
gnomone conico, mentre Stephen Luecking di Chicago descrive metodi di costruzione geometrica degli orologi solari<br />
con coordinate ellittiche integrando l’originale lavoro con un metodo di applicazione per CAD. Sarebbe interessante<br />
scoprire se l’autore è a conoscenza che i metodi da lui espressi nelle figure 6 e 7 furono già descritti da Cristoforo<br />
Clavio nella sua “Gnomonices Libri Octo” pubblicata a Roma nel 1581.<br />
Robert Kellogg di Rockville ci fa conoscere un interessante passo di un manoscritto astronomico pseudo-<br />
Beda dal titolo Incipiunt Pauca De Temporibus Bedae Presbiteri in cui si ritrova una dettagliata descrizione delle ore<br />
del giorno e sulle loro durata.<br />
Inoltre, alcuni fogli non rilegati annunciano il NASS Meeting in Seattle 11-13 Settembre 1998<br />
Nel Bulletin della British Sundial Society (n. 98.2, giugno 1998) sono da menzionare i seguenti lavori: un<br />
articolo a firma di Denis Schneider (Francia) sugli orologi solari antichi realizzati in Egitto, in cui è riportato anche un<br />
passo molto interessante di J.F. Champollion (decifratore dei geroglifici) relativo al “merket”; un articolo di Mario<br />
Arnaldi sulla misura del tempo in Dante e Francesco di Bartolo da Buti; un articolo di <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> sulla<br />
gnomonica di Athanasius Kircher; un sunto firmato C.K. Aked dei lavori bibliografici effettuati fino ad oggi, con<br />
particolare riferimento alla International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong> realizzata da C. K. Aked e <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> nel<br />
1997.<br />
Alcune considerazioni da parte di C.St.J.H.Daniel sul restauro e conservazione degli orologi solari. Inoltre<br />
sono presenti diversi brevi articoli che descrivono realizzazioni di vari orologi solari portatili, da giardino, un emisfero<br />
del tipo antico, il ritrovamento di due orologi canonici su due chiese in Ungheria e tante altre notizie.<br />
In Analema, il Bollettino della Asociacion De Amigos de los relojes de sol di Madrid, compare un<br />
interessante lavoro storico di M.M. Valdés su un presunto orologio solare “esenio” ritrovato nel 1954 in una grotta di<br />
Qumran. Lo studio tiene conto di tutte le ipotesi fino ad oggi formulate da vari studiosi ed è ben illustrato. Nicole<br />
Marquet presenta alcuni orologi solari “decimali” del XVIII secolo. Completa questo numero un lungo e tecnico<br />
formulario che tratta della gnomonica vettoriale. Nel numero 21, settembre-dicembre dello stesso bollettino, ricevuto<br />
il 24 luglio 1998, compaiono altri articoli di grande interesse, a discapito di una veste editoriale spartana. Il nostro<br />
Mario Arnaldi ripropone una sintesi delle interpretazioni di un famoso passo di Dante Alighieri nella sua Divina<br />
Commedia che è in relazione con il computo delle ore temporarie e canoniche nel medioevo. Louis Marquet tratta<br />
della storia di un “cannoncino solare” che si trova nel palazzo reale di Parigi. Josè Maria Ponce De Leon mostra il<br />
procedimento matematico per la tracciatura e la spiegazione della curva dell’Ars e dell’arco dell’Obliquità presenti in<br />
un astrolabio arabo del 1686. M. Milenio fa qualche considerazione su quanto il noto matematico Montucla scrisse di<br />
gnomonica nel suo trattato “Histoire des Mathématiques” riportando anche alcuni giudizi che questi fece sui maggiori<br />
gnomonisti del Rinascimento e della sua epoca. Manuel Lombardero espone un metodo matematico originale,<br />
basato sulle coordinate-distanze dei lati del rettangolo del quadro dell’orologio, per la tracciatura delle linee orarie<br />
negli orologi solari verticali declinanti.<br />
In AstronomiA UAI, organo ufficiale dell’Unione Astrofili Italiani (n.4 luglio-agosto 1998), compare un<br />
articolo a firma di F. Azzarita, E. Del Favero, G. Vanin, sullo stato d’avanzamento del censimento nazionale degli<br />
orologi solari e la relativa catalogazione nel linguaggio informatizzato ed unificato AQS. Nella situazione presentata,<br />
sembra siano stati censiti circa 4800 orologi solari in Italia, ma il numero è destinato quasi a raddoppiare in quanto<br />
devono confluire nel catalogo molti altri dati in preparazione.<br />
Pag. 34
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Nel NAWCC Bulletin, il bollettino della National Association of Watch and Clocks Collectors, Inc. (Vol.<br />
40/2 - n. 313) compaiono due articoli: Of witch trials and sundials di Edmund A. Fortier in cui è descritto un orologio<br />
orizzontale di John Proctor; il resoconto del meeting del 1996 della British Sundial Society a firma di Charles K.<br />
Aked.<br />
Nel numero di Lulgio/Agosto di Biblical Archeology Review, è stato pubblicato l’articolo Bad Timing a<br />
firma di Abraham Levy in cui l’autore fa una brevissima panoramica sugli orologi solari antichi trovati in territorio<br />
israeliano. Il pretesto però è servito per ipotizzare che il presunto orologio solare a disco trovato circa 40 anni fa<br />
negli scavi di Père Roland De Vaux, nei pressi delle grotte di Qumran sul Mar Morto, non sarebbe altro che un<br />
game-board, un gioco antico denominato mehen (“to coil”), altrimenti detto “serpente” perché il disco dà quella<br />
impressione. Questo gioco era conosciuto già nell’antico Egitto predinastico ed anche in Libano, Siria, Cipro, Creta e<br />
le isole Egee. Ma l’autore, alla fine delle sue supposizioni si rende anche conto che è duro immaginare le sette<br />
religiose di Qumran in assetto di gioco, del tipo casinò, invece che pregare e lavorare e riconosce che la “rondella” di<br />
Qumran resta effettivamente un mistero da svelare. Nelle 11 note che accompagnano l’articolo, a dire il vero, molto<br />
semplice e a tratti un po’ leggero nelle affermazioni, non si riscontrano due lavori fondamentali che restituiscono i<br />
risultati delle analisi effettuate dal punto di vista gnomonico. I due articoli sono An astronomical measuring<br />
instrument from Qumran (probably used as a sundial) di Avraham Avitzour di Israele, pubblicato su Compendium, la<br />
rivista di gnomonica della North American Sundial Society, Dicembre 1997; e Reloj de sol esenio di Manuel M.<br />
Valdés, pubblicato su Analema, dell’Associacion de amigos de los relojes de sol, Maggio-Agosto 1997, <strong>n°</strong> 20.<br />
Questi due articoli, e soprattutto il secondo, affrontano il problema di questo strano strumento in modo molto più<br />
convincente che non l’autore dell’articolo qui recensito e, se anche fosse difficile dimostrare che di orologio solare<br />
trattasi, certamente non può passare inosservata l’osservazione che uno gnomne di adeguata altezza posto al<br />
centro dello strumento, determina delle lunghezze d’ombra che marcando i circoli incisi sul disco hanno una stretta<br />
relazione con le principali curve di declinazione del sole. In particolare, il solco più largo e profondo al centro del<br />
disco corrisponde perfettamente alla lunghezza d’ombra del giorno degli ezuinozi. L’autore dell’articolo della BAR<br />
afferma che non può trattarsi di un orologio solare solo perché a quell’epoca questi erano diversi, come ci insegna la<br />
gnomonica ellenistica.<br />
E’ ovvio che un’affermazione tanto leggera dimostra che l’autore ha poca dimestichezza con la gnomonica e<br />
la sua storia ed è un vero peccato che non sia venuto a conoscenza dei due lavori menzionati, che pure sono stati<br />
pubblicati prima di questo articolo.<br />
Nel numero speciale 20 Giugno 1998 di ZONNEWIJZERKRING Vlaanderen vzw, la rivista della omonima<br />
associazione belga di gnomonica, è stato poresentato un sommario del grande ed unico progetto denominato<br />
Zonnewijzer Project Genk con cui è stato allestito un vero e proprio parco gnomonico nella città di Genk in Fiandra<br />
(Belgian Limburg). L’associazione ha selezioneto 12 progetti di orologi solari su 80 presentati da gnomonisti di vari<br />
paesi. Tre di questi orologi solari sono una novità assoluta, nel senso che non sono mai stati inventati e costruiti<br />
prima. Tale progetto ha generato anche un Genk Synposium del 20 giugno ’98. Tra gli orologi solari allestiti<br />
ricordiamo: una grande sfera armillare di 1,20 mt di diametro, realizzata da Jan De Graeve; un grande poliedro<br />
somigliante agli orologi multipli che si vedono nei testi di Fineo, Kircher, ecc.; un orologio orizzontale con curve<br />
diurne e lemniscata; un altro grande orizzontale con assostilo di 4 metri; una linea meridiana orizzontale; un<br />
orologio calendariale a forma di libro aperto; un grande analemmatico; un orizzontale bifilare; un orizzontale con<br />
gnomone conico; un orologio solare con display “digitale”. Quest’ultimo desta senz’altro curiosità ma ha poco a che<br />
fare con i veri orologi solari funzionanti con l’ombra dello gnomone. E’ stato inventato e costruito da Werner Krotz,<br />
Daniel Scharstein, Felix Scharstein, Hans Scharstein.<br />
Chi fosse interessato a questo tipo di orologio, l’associazione ha pubblicato un piccolo opuscolo in<br />
tedesco in cui viede data la teoria e la costruzione. Può essere richiesto a questa redazione con l’invio delle spese di<br />
£. 2000 in busta chiusa per una copia (pp.12).<br />
Pag. 35
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Ne Il Cielo <strong>n°</strong> 21 di Luglio, Biroma Editore (pp. 58-61), compare un articolo a firma di K.P. Cheung nella<br />
rubrica Astrobricolage intitolato Un metodo alternativo di costruzione delle meridiane. Si tratta di un metodo che<br />
permette di “avere una rappresentazione completa di come la luce solare si rapporta allo gnomone e alla sua ombra<br />
sulla superficie della meridiana al variare del giorno, dell’ora e della latitudine, partendo dall’ipotesi che il sole<br />
percorra la volta celeste come se si trattasse di una superficie cilindrica”. E’ lo sconvolgimento di tutte le regole della<br />
gnomonica. Premesso che l’articolo è scritto (o tradotto) malissimo dal punto di vista divulgativo-letterario e di non<br />
facile comprensione a causa della cattiva qualità dei grafici e la mancanza di qualche figura (fig. 23), esso è<br />
assolutamente inutile dal punto di vista gnomonico, se si esclude quel poco di curiosità che può suscitare il nuovo<br />
esperimento (ma veramente nuovo?) di considerare la volta celeste come cilindrica anziché sferica. Il risultato è che<br />
la proiezione che ne risulta degli elementi gnomonici rassomiglia ad una specie di “assonometria cavaliera” che se<br />
effettuata per la realizzazione pratica di una meridiana piana orizzontale, la più semplice, può facilmente indurre in<br />
grossolani errori di misura e grafici. L’unico vantaggio, sarebbe quello della facile proiezione dei punti delle curve<br />
diurne solstiziali che però non saranno mai precisi come quelli trovati con la facile e veloce applicazione di una<br />
formuletta trigonometrica. Ma forse erano più facili, chiari e spediti gli antichi metodi rinascimentali che utilizzavano<br />
il “radio orario” per la completa rappresentazione degli elementi di una meridiana (anche verticale declinante). Infine,<br />
mi sembra giusto dichiarare che con tante eccellenti firme nella gnomonica italiana, davvero non serviva regalare<br />
pagine su una rivista di astronomia italiana ad articoli di gnomonica che hanno già il loro spazio su Internet.<br />
☺<br />
Spazio Internet <br />
Dalla Sundial Mailing List<br />
La Sundial Mailing List è una delle attività gnomoniche internazionali più importanti esistenti in Internet. Fu<br />
fondata nel febbraio del 1996 dallo gnomonista Daniel Roth e riunisce oltre 350 appassionati di tutto il mondo<br />
attraverso un geniale quanto semplice “maggiordomo” informatico che riesce a smistare tutte le richieste di<br />
messaggi in entrata o in uscita a tutti gli indirizzi degli iscritti alla lista. Naturalmente il “maggiordomo” è un computer<br />
con modem che riceve i messaggi dei nuovi iscritti e provvede ad inserirli nella lista, a dar loro il benvenuto con altri<br />
messaggi integrativi di informazioni e l’elenco degli iscritti. Attraverso due o tre semplici parole, si diventa<br />
gratuitamente “soci” o ci si può ritirare. Le finalità di questo semplice ed ammirevole progetto sono semplici, ma<br />
importantissime. Ogni socio può porre un quesito di gnomonica, una richiesta, un annuncio, ecc., inviando un<br />
messaggio e-mail al “maggiordomo” che provvede a sua volta a smistare lo stesso a tutti gli altri iscritti. Chi risponde<br />
può farlo sia direttamente al richiedente, sia - sempre per mezzo di “maggiordomo” - per conoscenza a tutti i soci. E’<br />
così che giorno per giorno ci si imbatte in una serie di quesiti, notizie e quant’altro riguarda la gnomonica e<br />
argomenti affini creando un interscambio culturale a livello mondiale di informazioni scambiate quasi in tempo reale<br />
che non sarebbe assolutamente possibile in nessun altro modo. Coloro che seguono già la sundial mailing listi in<br />
Internet, possono anche saltare queste pagine perché seguono “in diretta” gli avvenimenti. Riporterò, quindi, in via<br />
sommaria le informazioni, curiosità, appuntamenti e quant’altro di interesse gnomonico per il lettore generico.<br />
Pag. 36
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Ove compare questo simbolo, è possibile richiedere alla redazione la documentazione relativa all’argomento trattato:<br />
gratuitamente se la richiesta viene effettuata tramite posta elettronica; allegando le spese, indicate volta per volta relative<br />
all’affrancatura e fotocopiatura dei documenti, nel caso di spedizione per posta ordinaria.<br />
• E’ stato aperto un nuovo sito Web in cui è possibile trovare informazioni su congressi, seminari,<br />
conferenze ed altre iniziative che si terranno in tutto il mondo. L’indirizzo è: http://www.troc.es/scg/events. La<br />
Società Catalana di <strong>Gnomonica</strong> aggiorna questo sito sperando nella collaborazione di tutti gli appassionati ed<br />
invitando tutti a segnalare le attività di cui viene a conoscenza riempiendo il questionario che si trova nelle pagine<br />
del sito predetto. L’indirizzo della Società Catalana è: Societat Catalana de <strong>Gnomonica</strong>, Atenes, 3 - 08006<br />
Barcelona, Catalonia; e-mail: scg@troc.es; web site: http://www.troc.es/scg.<br />
• Chi possiede una copia in più, o le fotocopie del libro “Sundial, the Art and Science of Gnomonics” di<br />
Frank Cousins, può contattare Tom Kreyche, 2602 E. Aloha St. Seattle, WA 98112 USA, e-mail:<br />
tkreyche@well.com;<br />
• Roderick Wall annuncia che al sito http://www.longnow.org/clock/face.html ci si collega alla pagina<br />
“Millenium Clock Design” in cui si trova una sorta di apparato armillare che permette di mettere in “fase” gli orologi<br />
con il mezzogiorno vero solare del proprio luogo.<br />
• Frank Evans (frankevans@zooplankton.demon.co.uk) cerca notizie biografiche di Mrs. H.K.F.Eden la<br />
quale, dopo la morte di Alfred Margaret Gatty, insieme ad Eneanor Lloyd, revisionò l’ultima edizione del noto libro<br />
di Gatty “The book of sundials” del 1872, pubblicando l’edizione del 1900.<br />
• Guenther Berger annuncia che nel giugno 1998 è stato aperto un “giardino gnomonico” (sundialgarden,<br />
Sonnenuhrgarten) al sesto piano del “Deutschen Museum” di Monaco in Germania. Si tratta di un museo<br />
gnomonico permamente in cui sono esposte interessanti collezioni di orologi solari che vanno dai modelli più<br />
antichi a quelli di nuova invenzione. Una descrizione parziale degli orologi solari esposti si può trovare al sito:<br />
http://www.deutsches-museum.de/ausstell/dauer/zeitmess/sonne.htm.<br />
• Chi fosse particolarmente interessato agli orologi portatili universali ad anello, può collegarsi al sito<br />
della homepage http://www2.netcom.com∼abraxas2/universal.htm<br />
• Richard M. Kooliah ha avvertito che la testata “The Pinhole Journal” nel numero di Aprile 1998, Vol.<br />
14, 1) ha intitolato “A tour of Renaissance Pinhole Sites in Italy”. In pratica, oltre a relazionare su alcuni siti italiani<br />
d’interesse artistici, sono state presentate varie meridiane eliotropiche (meridian lines) ed orologi solari riflessi<br />
(probabilmente qualli a noi noti di Trinità dei Monti, Palazzo Spada, ecc.). Chi volesse curiosare in queste<br />
informazioni può collegarsi al sito: http://www.pinholeresource.com/<br />
• Karl Schwarzinger annuncia un concorso dal titolo “Sundial for Reutte” aperto al pubblico con una<br />
giuria indipendente e non soggetta a direttive. Chi è interessato può trovare informazioni al sito<br />
http://www.tirol.com/reutte-kultur/sonne<br />
• Ancora Karl Schwarzinger chiede informazioni sui cosiddetti “cave-sundials” che egli indica essere<br />
quei monumenti antichi destinati a diverse funzioni che per la loro particolare progettazione potrebbero avere<br />
qualche interesse gnomonico. Cita alcuni esempi come il sito di NewGrane in Irlanda, le grotte della montagna<br />
Ida a Creta, il labirinto a Schwaebisch Gmuend, in Germania o il labirinto “Grosses Schulerloch” ad Altmuehltal<br />
vicino Kelheim, in Germania. Egli ha anche trovato un volume che parla di questi “cave-sundials”: Hoehlen als<br />
fruehe Observatorien” di Herbert G. Hofer pubblicato da Verlag Jost-Jetter, D-71296 Heimsheim 1996, 64<br />
pagine. In Italia questo argomento è strettamente connesso con l’archeoastronomia di cui ricordiamo<br />
l’instancabile lavoro di ricerca del noto prof. Giuliano Romano.<br />
Pag. 37
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
(Richiesta documentazione - 12 messaggi - £.2500). Tony Moss pone una interessante questione sull’origine e<br />
gli sviluppi storici del sistema internazionale dei fusi orari, che in inglese denominano International Time Zones. A<br />
tale questione hanno risposto con vivo interesse Richard Langley del Geodetic Research Laboratory dell’Università<br />
di New Brunswick, Canada, Ross McCluney, Jorge Ramalho, Andre E. Bouchard, segretario generale della<br />
Commission de Cadrans Solaires du Quebec, Gordon Uber e Thibaud Taudin-Chab. E’ emerso, in linea generale,<br />
che oltre alla confusione di notizie storiche in merito, il sistema della suddivisione dei fusi orari è fallace in alcune<br />
sue parti, non tenendo conto di alcune zone segnalate dagli autori stessi. Inoltre, sulla difficoltà di reperire<br />
informazioni storiche sulla sua scelta ed adozione si è pronunciato, con qualche dettaglio in più, Gordon Uber. Chi<br />
fosse interessato all’argomento, può richiedere alla redazione - via e-mail (in questo caso gratuitamente), o per<br />
posta ordinaria (in questo caso allegando le spese di spedizione e fotocopiatura dei documenti come sopra<br />
indicato), i relativi messaggi registrati.<br />
(Richiesta documentazione - 7 messaggi - £. 2500). John Harding pone un’altra interessante questione relativa<br />
stavolta all’adozione del segno matematico dell’Equazione del Tempo. Il problema è stato sollevato dopo aver<br />
constatato che alcuni importanti libri di gnomonica presentavano grafici dell’equazione del tempo con segni diversi<br />
che danno luogo a formule con segni diversi. Rispondono David Higgon, Krzysztof Kotynia, Frank Evans, Dave &<br />
Susan, Ron Anthony e Luke Coletti.<br />
La <strong>Gnomonica</strong> nel WEB<br />
Pag. 38<br />
Diego Bonata<br />
Circolo Astrofili Bergamaschi<br />
Internet non è più un gioco o un sistema per passare il tempo, ma un nuovo modo di comunicare, di farsi<br />
conoscere e di far conoscere le proprie attività, per lavorare, per studiare ed informarsi; uno strumento che<br />
indiscutibilmente, entro pochi anni, entrerà in tutte le sue forme, nella maggior parte delle nostre case per la sua<br />
versatilità ed utilità.<br />
Saper usare Internet proficuamente è molto più di poter leggere una rivista di gnomonica, vuol dire poter:<br />
• attingere ad un’immensa biblioteca di articoli e lavori di tutto il mondo sull’argomento interessato;<br />
• pubblicare liberamente e senza pericoli di tagli i propri lavori;<br />
• estrarre tutto il materiale che desideriamo in un formato (non cartaceo) facilmente manipolabile ed<br />
adattabile per le nostre esigenze e ricerche;<br />
• contattare e consultare direttamente ed in breve tempo gli autori dei lavori che ci interessano;<br />
• scambiare programmi oppure documenti o tabelle in modo molto più semplice, sicuro, comodo e veloce<br />
rispetto all’utilizzo del normale servizio postale;<br />
• lavorare con un mezzo molto più iterativo e comunicativo. Una rivista è un insieme di articoli fatti da<br />
qualcuno che possiamo liberamente leggere; usare Internet vuol dire soprattutto partecipare<br />
attivamente alla lettura, decidere una propria linea da seguire nel discorso, suggerire all’autore i nostri<br />
consigli e pareri, partecipare ad indagini statistiche o conoscitive, poter modellare la nostra conoscenza<br />
agendo direttamente su quanto stiamo leggendo;
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
• sottoscrivere una lista di discussione tematica che ci permetta ti scambiare opinioni, discutere risolvere<br />
dei problemi personali, ed organizzare le nostre attività.<br />
Esistono mille motivi per cui potrei consigliare Internet. Io stesso, un po’ per pigrizia, un po’ per questioni di<br />
tempo, ho sempre disdegnato comunicare via lettera e l’arrivo di Internet mi ha finalmente ridato questo desiderio di<br />
confronto con gli altri e creare legami di discussione che altrimenti sentivo morire (ed ora, ancor più) nell’attesa di<br />
una risposta dal mio interlocutore.<br />
In questa rubrica fissa si cercherà dapprima di vagare nel WEB, o ragnatela come dicono gli italianisti, per<br />
individuare che cosa sia possibile trovare su Internet per quanto riguarda i quadranti solari, per poi passare a articoli<br />
più mirati sulle varie associazioni gnomoniche nazionali ed internazionali ed infine passare in rassegna e dedicarsi ai<br />
migliori siti Web di gnomonica, alle novità ed alle utilità di gnomonica che è possibile trovarci.<br />
In questo lungo percorso à necessario possedere alcune nozioni basilari in quanto non ci sarà sempre<br />
possibile, anche se molti richiami ci aiuteranno, spiegare approfonditamente il funzionamento di Internet e degli<br />
strumenti che ci permettono di navigarci disinvoltamente.<br />
Per navigare all’interno di Internet è necessario innanzitutto un programma fatto ad hoc, e cioè nel<br />
linguaggio tecnico un browser, ed in Italia i più diffusi sono appunto Netscape e Internet Explorer. Con un browser è<br />
possibile “spostarsi” o navigare nel mondo di Internet semplicemente inserendo nell’apposito spazio l’indirizzo<br />
(esattamente come avviene per una normale lettera) necessario per raggiungere ciò che ci interessa.<br />
Ma come conoscere tale indirizzo visto che non è poi così semplice da ricordare? E come trovare qualche<br />
cosa in Internet?<br />
In effetti questo è proprio il punto del problema……. Questo mondo è così complesso, ed in continua<br />
evoluzione, che la cosa più difficile è cercarvi qualche informazione, non perché non esiste, ma perché è<br />
terribilmente difficile fare un indice di un libro di dimensioni mondiali che cambia e si accresce ogni istante che<br />
passa.<br />
Se quindi si vuole trovare un articolo, o altro, si hanno due possibilità: o si ricorre agli indirizzi forniti da chi li<br />
ha già cercati per noi (e qualche cosa già si potrà trovare in questo numero), oppure si utilizzano quelli che vengono<br />
chiamati Motori di Ricerca, che sono appunto dei grandi “indici” elettronici aggiornati costantemente da dei sistemi<br />
automatizzati di catalogazione in base a parole chiavi, e sono dei servizi forniti gratuitamente da importanti società<br />
informatiche.<br />
I motori di Ricerca sono strutturati in modo tale da permettere l’inserimento di una parola chiave di ricerca e<br />
per mezzo di un pulsante con scritto normalmente “search” o “cerca” si può accedere ad una lista di siti che<br />
contengono al loro interno la suddetta parola.<br />
Facciamo un esempio: supponiamo di voler cercare in rete alcune parole tipiche come ‘sundial’, ‘meridiana’,<br />
‘gnomonica’ e ‘Quadranti Solari’ con alcuni dei più noti ed utilizzati motori di ricerca che elencherò di seguito in<br />
ordine di utilizzo in base alla mia esperienza personale:<br />
Ebbene i risultati ottenuti sono i seguenti:<br />
ALTAVISTA 62410 Sundial 4456 158<br />
12933<br />
Meridiana <strong>Gnomonica</strong> Quadranti solari<br />
EXCITE 6008 1044 30 3110<br />
YAHOO 85 2 51 37<br />
VIRGILIO 0 9 0 38<br />
ARIANNA 239 1784 118 200<br />
Possiamo osservare che alcuni motori di ricerca sembrano più completi di altri, ma non è detto che questo<br />
sia vero. Infatti, quella che per uno è una ‘fondamentale’ parola chiave per un altro questa parola non vuole dire<br />
nulla; l’unica possibilità per barcamenarsi con disinvoltura in questo marasma è sicuramente l’esperienza di un po’ di<br />
ricerche.<br />
Pag. 39
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Indirizzi di alcuni fra i più noti motori di ricerca<br />
ALTAVISTA http://altavista.digital.com/<br />
EXCITE http://www.excite.com/<br />
YAHOO http://www.yahoo.com/<br />
VIRGILIO http://www.virgilio.it/edit/index.html (solo italiano)<br />
ARIANNA http://www.arianna.it/arianna/docs/html/ricerca_avanzata.html (solo italiano)<br />
Come si vede poi, è molto difficile orientarsi fra tanti siti contenenti queste parole (e non è detto che<br />
riguardino tutti la gnomonica e non e detto inoltre che non ce ne siano altri indicizzati in altri modi) per questo è<br />
spesso necessario scegliere delle parole chiave che possano essere più discriminanti di altre o aiutarsi con le<br />
ricerche avanzate permesse da tali siti (non tutti) che filtrano ad esempio la selezione attraverso files di tipo, in una<br />
lingua, realizzati dopo una certa data, e contenenti più parole chiave mediante una sintassi che varia da motore a<br />
motore in base a semplici regoline indicate nelle loro sezioni di istruzioni o di aiuto.<br />
Va bene, per questa volta terminerò questa tediosa introduzione ad Internet cercando perciò di risparmiarvi<br />
la faticosa ricerca delle associazioni internazionali di Gnomonisti più importanti, ripromettendomi però di soffermarmi<br />
su ciascuna delle loro pagine web in futuro:<br />
1-Austria - Arbeitsgruppe Sonnenuhren - (<strong>Gnomonica</strong>e Societas Austriaca) - Austrian Sundial Society<br />
http://www.sundials.co.uk/gsade.htm<br />
2-Catalonia, Spain - Societat Catalana de <strong>Gnomonica</strong> - Catalan Sundial Society<br />
http://www.ubr.com/clocks/sundial/catalane.html<br />
3-France - Commission des cadrans solaires<br />
http://www.union-fin.fr/usr/ymasse<br />
4-Italy - UNIONE ASTROFILI ITALIANI - Sezione Quadranti Solari -<br />
http://www.mclink.it/mclink/astro/uai/sez_gqs/index.htm<br />
5-Netherlands - De Zonnenwijzerkring - Dutch Sundial Society<br />
http://www.IAEhv.nl/users/ferdv/<br />
6-North America - North American Sundial Society (NASS)<br />
http://www.shadow.net/~bobt/nass/nass.htm<br />
7-Quebec - Commission des cadrans solaires du Quebec<br />
http://cadrans_solaires.scg.ulaval.ca/<br />
8-United Kingdom - British Sundial Society<br />
http://www.sundials.co.uk/bssgen.htm<br />
Dopo questa gentile concessione, passiamo ad altro, in Internet esistono anche le mail - list, che<br />
letteralmente sono liste di lettere, ma tradotto in parole povere, è una lista di spedizione a cui ci si può iscrivere<br />
(gratuitamente), dedicata ad un particolare argomento di nostro interesse, e chiunque scrive un commento, una<br />
domanda, un suggerimento una richiesta o altro in questa lista (che ha un suo indirizzo come chiunque collegato a<br />
Internet ), farà ricevere a tutti gli iscritti il suo messaggio, ed a sua volta riceverà i messaggi altrui. Si tratta di un<br />
ottimo mezzo per conoscersi e scambiare opinioni in tempi molto brevi (su questa mail - list, si veda l’apposita<br />
pagina dedicata agli argomenti trattati su di essa nella rubrica “Dalla Sundial Mailing list”).<br />
Pag. 40
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Attualmente esiste una mail - list di gnomonica particolarmente diffusa fra gli gnomonisti Italiani dove è<br />
possibile incontrarne molti, nonché dove ci si può confrontare con persone di tutto il mondo.<br />
Il mio suggerimento per tutti i possessori di Internet è quello di iscriversi, per prendere confidenza con la rete<br />
o per curare e maturare i propri hobby, inviando al seguente indirizzo majordomo@rrz.uni-koeln.de il<br />
messaggio:<br />
subscribe sundial<br />
end<br />
Purtroppo l’unico difetto della “Rete” è che la lingua ufficiale è l’Inglese, ma comunque è sempre possibile<br />
limitarsi all’esplorazione dei siti italiani (in italiano), e anche se è piuttosto semplice barcamenarsi anche nel resto del<br />
web, ben altra cosa è partecipare a gruppi di discussione o ad attività più iterative e di scambio di esperienze in<br />
un’altra lingua anche se in questo mondo non esistono molte formalità se non semplici regole di cortesia, e gli errori<br />
ortografici e di lingua non interessano a nessuno, l’importante è capirsi, e spesso sono proprio madrelingua quelli a<br />
commetterne di più.<br />
Per terminare questa prima carrellata su Internet e le prime applicazioni al mondo della gnomonica, vorrei<br />
fare due proposte a tutti i possessori di Internet in grado e desiderosi di rispondermi:<br />
1- Ci sono alcune società che permettono di aprire gratuitamente una mail list (lista di scambio<br />
opinioni) su temi specifici, allora quanti sarebbero disposti a crearne una italiana in italiano completamente dedicata<br />
alla gnomonica? Se alcune persone sono disposte a parteciparvi, per il prossimo numero comunicheremo le<br />
modalità per unirsi a questo primo gruppo.<br />
2- Questa rivista, la prima in Italia del genere, è pubblicata per ora esclusivamente in formato cartaceo,<br />
ma già dai primi contatti, si è pensato di farne una versione in formato elettronico, che permettesse di ricevere tutto il<br />
materiale pubblicato, opportunamente organizzato, anche via Internet. Sto già appurando la fattibilità della cosa e<br />
pensando alle soluzioni possibili, prima di pensare a questo si è deciso di uscire con un primo numero solo cartaceo,<br />
chiunque fosse interessato anche a questa seconda possibilità è invitato a comunicarmelo con eventuali<br />
suggerimenti di modo da poterci organizzare in breve tempo, ovviamente se l’idea riscuote un certo successo.<br />
Per questo ed altro potete contattarmi alla seguente email: dibonata@tin.it<br />
RECENSIONI <br />
In questa rubrica saranno recensiti pubblicazioni antiche e moderne sulla gnomonica. I lettori che fossero a<br />
conoscenza di particolari libri, anche dedicati ad altri argomenti ma con capitoli di gnomonica, possono<br />
eventualmente darne comunicazione, con una breve recensione degli stessi, alla redazione di “<strong>Gnomonica</strong>”.<br />
Titolo: Meridiane antiche e moderne da ammirare e da copiare<br />
Autore: Linda Perina, Renzo Zanoni<br />
Comitato scientifico: Lorenzo Dama, Giuseppe Ferlenga, Rossella Guerra, Paolo Pignatti<br />
Casa Editrice: Demetra S.r.l. via del Lavoro, 52 - Loc. Ferlina 37012 Bussolengo (VR)<br />
1° edizione dicembre 1996. 128 pagine, moltissime illustrazioni a colori. ISBN 88-440-0122-1<br />
Prezzo £. 17.000<br />
E’ il classico libro che farebbe innamorare chiunque delle meridiane. Per l’estrema semplicità espositiva; per<br />
il forte impatto emozionale dovuto ad eccedenti e numerosissime illustrazioni di coloratissime meridiane; per l’ottima<br />
scelta degli argomenti e la sapiente mistura di dati tecnici e curiosità storiche da godersi tra una foto e l’altra. Un<br />
manuale, tutto sommato, che val bene il prezzo di copertina e che risulta gradevole e piacevole in ogni sua pagina<br />
anche all’esperto, se non altro per il gaudio di fare una scorpacciata d’immagini stupende.<br />
Pag. 41
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Fin dalle prime pagine il lettore si inoltra nell’intricato labirinto della gnomonica, ma è guidato da un filo<br />
d’Arianna sottile e resistente in brevi scorci storici panoramici alternati ai primi elementi della gnomonica tecnica,<br />
sempre presentati con stile iconografico impeccabile e chiarissimo. L’essenziale è in questo manuale, ottimo anche<br />
per bambini, considerato il livello di esemplificazione delle definizioni cui sono arrivati gli autori. Anche un catalogo<br />
fotografico, se si vuole, perché presenta centinaia di foto di orologi solari che si trovano a Cuneo, in Valle d’Aosta,<br />
Trento, Val di Non, Verona e anche in Francia. A tutti coloro che sentono le meridiane, consiglio vivamente questo<br />
semplice manuale.<br />
Titolo: MERIDIANE, LE TECNICHE<br />
Autore: Linda Perina e Renzo Zanoni<br />
Collaboratori: Lorenzo Dama, Paolo Pignatti, Mario Bissoli, Giuseppe Ferlenga, Aldo Ferrero, Rossella Guerra, Lucio<br />
Morra, Daniela Negrini<br />
Casa Editrice: Demetra S.r.l. - 1° edizione novembre 1996 - stampato in settembre 1997- pagg. 96, moltissime<br />
illustrazioni e disegni a colori. ISBN 88-440-0123-X. Prezzo £. 13.000<br />
Un secondo manuale Demetra, come quello descritto in precedenza. Una breve storia della gnomonica,<br />
ottima per bambini delle elementari, con riferimenti alle definizioni della gnomonica. Ovvie alcune ripetizioni di<br />
disegni per spiegare come si leggono le meridiane. Interessanti, per chi inizia, le immagini delle varie fasi di<br />
realizzazione di meridiane orizzontali e verticali. In definitiva, questi due manuali che, in genere si comprano uno<br />
sull’altro, nulla di nuovo portano alle conoscenze gnomoniche professionali, ma di grande aiuto possono rivelarsi per<br />
chi si affaccia per la prima volta nel mondo degli orologi solari.<br />
Titolo: DELL’USO DE’ GLOBI ossia TRATTATO ELEMENTARE D’ASTRONOMIA PRATICA Tradotta dall’inglese<br />
con note ed aggiunte ad istruzione della gioventù.<br />
Autore: “Signor” Keith.<br />
Casa Editrice: Giacinto Marietti, Torino, 1826.<br />
Opera segnalata da Lino Colombo, Dairago (MI)<br />
In questo trattato dell’uso dei globi, si trova, a pagina 311, una breve digressione intitolata “Della<br />
<strong>Gnomonica</strong>”. Si tratta di dodici pagine in cui l’autore accenna alle nozioni e definizioni fondamentali della<br />
gnomonica. In particolare, si tratta del modo di realizzare con l’aiuto del globo gli orologi solari orizzontali e verticali<br />
per qualsiasi latitudine. Infine, viene descritto un metodo pratico per tracciare gli orologi escogitato dal celebre<br />
Cagnoli che si avvale di una tabella di lunghezze d’ombra valida per alcune latitudini di luoghi italiani.<br />
N.S.<br />
Pag. 42
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Le Vignette del numero 1 di <strong>Gnomonica</strong><br />
Pag. 43<br />
di Giacomo Agnelli
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
LA PAGINA DELLO GNOMONISTA<br />
Flavio Bernacchia di Marotta (PS), ci fa conoscere due dei suoi recenti lavori.<br />
Pag. 44
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
NUOVI GNOMONISTI: Renzo Nordio di Sottomarina (VE).<br />
Da anni Renzo Nordio si occupa di<br />
meridiane. Ne ha creata una a Sottomarina<br />
(VE), una a Saccolongo e due nel bellunese<br />
(a Lorenzago e a Mel) e sta lavorando ad<br />
altre realizzazioni ed alla creazione di opere<br />
pittoriche e plastiche ispirate alle meridiane,<br />
per le quali ama utilizzare anche vecchi cocci.<br />
La sua lunga e personale ricerca espressiva<br />
lo ha portato a questa originale esperienza.<br />
Insegnante di disegno per molti decenni, si è<br />
formato all’Istituto d’Arte di Venezia<br />
dimostrando fin da giovane una particolare<br />
attenzione per l’affresco, assieme alle<br />
tecniche ad olio e dei metalli sbalzati. Affermato pittore chioggiotto da almeno 30 anni, ha recentemente realizzato la<br />
pala centrale e la via Crucis nella Chiesa parrocchiale di San Martino. Sue costanti sono il tratto deciso delle linee, lo<br />
studio della luce e l’uso dei colori naturali a tarsio, in definitiva una tecnica aspra e un deciso rigore formale.<br />
I due orologi solari presentati in questa pagina sono realizzati sulla parete esterna Sud della palestra della<br />
scuola media “G. Pascoli” di Sottomarina (VE), in Via Lombardia. L’opera consta di due meridiane: una, inserita nel<br />
mitologico Carro del Sole (4 cavalli in corsa con auriga sulla biga) segna l’ora solare; l’altra, posta all’interno delle<br />
fasi dello Zodiaco, indica le stagioni. Il motto è “Il tempo fugge e non s’arresta un’ora”.<br />
Probabilmente i molti viaggiatori e pendolari che quotidianamente passano per via Lombardia, non<br />
regoleranno sulle meridiane la continua rincorsa del tempo per prendere l’autobus o sbrigare commissioni; essi però,<br />
così come gli alunni della Pascoli e le giovani generazioni, potranno avere motivo di arricchimento e di riflessione,<br />
oltrechè di godimento estetico.<br />
Pag. 45
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
PARTICOLARE APPLICAZIONE DELL’ANALISI MATEMATICA ALLE FORMULE DELLE LINEE<br />
D’OMBRA<br />
Riccardo Anselmi, Saint Vincent (Aosta)<br />
Mi riferisco alle comode formule proposte dall’Ammiraglio Fantoni a pagina 71 del suo trattato completo di<br />
gnomonica dal titolo “Orologi Solari” e qui riportate, con le quali è possibile tracciare le linee dei solstizi ed altre linee<br />
diurne, a differente declinazione, individuando, sulle rette orarie, i punti che le compongono come distanze dal<br />
centro della meridiana:<br />
Siano ε l’altezza dello stilo st, σ l’angolo sustilare, β l’angolo tra lo stilo st e la sua ombra (retta oraria<br />
generica), α l’angolo con vertice G tra la<br />
sustilare e la retta oraria generica, δ la<br />
declinazione del sole, C il centro della<br />
meridiana, G la punta di st, W<br />
l’intersezione della linea oraria con il<br />
solstizio invernale e S quella con il<br />
solstizio estivo e EE la retta equinoziale,<br />
le formule citate sono :<br />
tg(β) = tg(ε) / cos(α)<br />
CW = st * cos(δ) / cos(β-δ)<br />
CS = st * cos(δ) / cos(β+δ)<br />
CE = st / cos(β)<br />
Le linee orarie sono tracciate,<br />
sfruttando l’angolo ω o unendo il centro<br />
della meridiana con precisi punti<br />
dell’equinoziale o di altra retta, a<br />
seconda del metodo scelto.<br />
Nel caso in cui il quadrante solare presenti una declinazione prossima ai 90 gradi est o ovest il centro della<br />
meridiana si allontana sempre più dal quadrante rendendo inutilizzabile il metodo, dato che lo stilo diventa<br />
lunghissimo.<br />
In tal caso bisogna tracciare le rette orarie per altra via. Se, per esempio, si è scelta la geometria analitica le<br />
rette orarie sono rappresentate da equazioni di primo grado ed è quindi possibile trovare le intersezioni delle stesse<br />
con rette a piacere come potrebbero essere i lati del quadrante. I punti che costituiscono le linee dei solstizi possono<br />
essere individuati sulle rette orarie partendo dall’equinoziale, invece che dal centro della meridiana, dopo aver<br />
modificato leggermente le formule precedenti.<br />
Infatti, detta D la distanza di una linea solstiziale dall’equinoziale, misurata nel modo prima indicato, ne<br />
consegue che :<br />
D = st / cos(β)-st* cos(δ) / cos(β±δ)<br />
Volendo utilizzare l’ortostilo è sufficiente modificare le formule ricordando che :<br />
st = g / sin(ε) ;<br />
si ha : D = g / sen(ε)*(1 / cos(β)- cos(δ) / cos(β±δ))<br />
Infine come caso estremo si consideri un quadrante con declinazione di 90 gradi est o ovest, si osserva che<br />
sia ε che β valgono zero.<br />
Modificando opportunamente l’ultima formula proposta, esprimendo ε in funzione di β e facendo il limite per<br />
β → 0 si ritrova, con l’applicazione del teorema di De l’Hopital, la formula D = g * tg(δ) / cos(α) con la quale è<br />
possibile calcolare i punti delle linee diurne anche per i quadranti solari con declinazione di ± 90 gradi.<br />
Pag. 46
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
La Vignetta<br />
Pag. 47<br />
di Giacomo Agnelli
<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
Principali libri italiani di gnomonica pubblicati dal 1988 al 1998<br />
ACCADEMIA Olimpica di Vicenza, Quando il sole misurava le ore: strumenti, manoscritti e libri di gnomonica.<br />
AGNES Luciano, Il restauro degli orologi solari dell’Università di Pavia, Documenti di Arte e Scienza, Cisalpino, 1995<br />
AKED K. Charles, SEVERINO N., International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong>, West Drayton, Roccasecca, 1997<br />
ALESSANDRETTI G, La Meridiana di Piazza Vecchia in Bergamo, Lucchetti edit. Bergamo, 1990<br />
ANSELMI Riccardo, Diario relativo alla ricerca di meridiane effettuata in provincia d'Imperia negli anno 1988-1989-1990, stampato in proprio, S. Vincent,<br />
1993<br />
ANTIGA Mirco, Le ombre del tempo. Orologi solari tra arte e scienza, Il Sagittario, sett. 1995<br />
ARNALDI Mario, Il Conchincollo, Essegì ed., Ravenna, 1996<br />
ARNALDI, Mario, Orologi Solari a Taggia. Comune de Taggia, 1996<br />
BOSCA G.- STROPPA P., Meridiane e orologi solari, Il Castello, Milano, 1992-1996<br />
DELLA RAGIONE G., FRIXIONE G. M., Un Girovago pintor di meridiane, Ed. Le Mani, Recco, 1993<br />
DOGLIO S., TEBENGHI M., La meridiana di Torino, Daumerie Ed., S. Giorgio di Montiglio (Asti), 1989<br />
FANTINO M.L., MONTI COLOGNA M.R., Horae. Meridiane in Valle d'Aosta, Musumeci Ed., Quart, 1992<br />
FANTONI Girolamo, Orologi Solari, trattato completo di <strong>Gnomonica</strong>, Technimedia, Roma, 1988<br />
FEDERICI Laura, Programmi di calcolo per gli orologi solari: progetto per gli orologi solari di Roma, Roma, 1993-94<br />
FERRARI Gianni, SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Appunti per uno studio delle meridiane islamiche, 1997<br />
FOLCO Flavia, Meridiane in provincia di Savona (censiti 113 quadranti solari), Provincia di Savona, gennaio 1995<br />
FORLATI Paolo Francesco, Segnatempo Veronensis, Verona, Arti Grafiche Fiorini, 1987<br />
GOLDANIGA G., Le Meridiane della Valcamonica, Tip. Quetti, Artogne, 1991<br />
LANCIANO Nicoletta, In un raggio di sole l'incontro tra il cielo e la Terra, Dispensa<br />
LASAGNA P., Ombre cronometriche, Tecnimage, Aosta, 1989<br />
LITTA Giuseppe, L'orologio solare multifunzionale della s.m.s. "O Flacco" di Carosino (Taranto), Comune di Carosino, 1991<br />
LUZIATELLI Paola, Parametri geometrici nel rilievo degli orologi solari di Roma, - Roma, 1993-94<br />
MARIANESCHI Edmondo, Appunti di <strong>Gnomonica</strong> pratica, UAB, Quaderni di <strong>Gnomonica</strong>, 3, pp.48, Brescia, 1996<br />
MAROCCO Cristina, Su due meridiane a tangente del complesso del Collegio Romano a Roma (Stanza di San Luigi e Torre del Calandrelli), Tesi di laurea<br />
del Corso di Laurea in Matematica - Relatrice Nicoletta Lanciano- Roma,1993-94.<br />
MOGLIA L., PAVANELLO G., TRINCHERO A., L’ombra e il tempo, Vanel Ed., Torino, 1988<br />
MORCHIO Renzo, Scienza e poesia delle meridiane, Ed. ECIG, Genova, 1988<br />
MORRA M. Lucio-DUTTO Davide, Segnali di tempo. Meridiane in provincia di Cuneo, L’Arciere, Cuneo, 1996<br />
OTTAVIANO G.M., La meridiana di precisione della Specola di Padova. Teoria e storia della <strong>Gnomonica</strong>, Tesi di Laurea, Padova, 1989<br />
PALTRINIERI Giovanni, Meridiane e orologi solari di Bologna e Provincia, Bologna, 1995<br />
PALTRINIERI Giovanni, Meridiane e Orologi Solari d’Italia, Bentivoglio (BO), 1997<br />
PAVANELLO G., TRINCHERO A., Le Meridiane. Storia, funzionamento e costruzione di un orologio solare, De Vecchi Editore, 1996<br />
PERINA Linda, ZANONI Renzo, Meridiane. Le tecniche, Demetra srl La Casa verde, 1996<br />
RIGASSIO Gian Carlo, Le ore e le ombre, Mursia, Milano, 1988<br />
ROHR R.J., Meridiane, Ed. Ulisse, Torino, 1988<br />
ROMANO G., NOTARANGELO M., VANZIN E., Il Sole e il tempo. Indagine sulle meridiane del trevigiano, Ed. SIT, 1991<br />
ROMANO Giuliano, OTTAVIANO G.M., La meridiana di Toaldo, Soc. Coop. Tip., Padova, 1991<br />
RUATTI R., Tracce di Sole, Athesia Edizioni, Bolzano, 1996<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Storia della <strong>Gnomonica</strong>, Roccasecca, 1992<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Il libro degli Astrolabi, 1° edizione, Roccasecca, 1994<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Le più belle pagine di <strong>Gnomonica</strong>, 1° edizione, Roccasecca, 1994<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Bibliografia generale sulla <strong>Gnomonica</strong> , Prima edizione, Ass. Astr. Umbra, Perugia, 1992. Seguono edizioni del 1993, 1994.<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Antologia di Storia della <strong>Gnomonica</strong>, Roccasecca, 1995<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Censimento degli orologi solari della provincia di Frosinone e del centro Italia, (video) Roccasecca, 1996<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Dizionario di <strong>Gnomonica</strong>, 1° edizione, Roccasecca, 1996<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, <strong>Gnomonica</strong> Kircheriana, 1° edizione, Roccasecca, 1996<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, <strong>Gnomonica</strong> Cinese, Roccasecca, 1997<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Storia dell’Obelisco e dell’orologio solare di Cesare Augusto in Campo Marzio, Roccasecca, 1997<br />
SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Meridiane della provincia di Frosinone e del Centro Italia, Roccasecca, 1998<br />
SINISGALLI Rocco, VASTOLA Salvatore, La rappresentazione degli orologi solari di Federico Commandino, pp.245, Cadmo (Domus perspectivae 4), ill.,<br />
ISBN 88-7923-038-7, 1994<br />
TONELLO G., TEBENGHI M., VALENTE T., Se ne va il tempo come l'ombra. Meridiane in Provincia di Asti, Amministr. Provinciale di Asti, 1992<br />
TRINCHERO Aldo, PAVANELLO G., Le Meridiane, De Vecchi Editore, Milano, 1996<br />
VANIN Gabriele, Le meridiane bellunesi, Libreria Pilotto Edit., Feltre, 1991<br />
ZANETTI Vittorio, Le Meridiane, Università degli studi di Trento, Dipartimento di Fisica, 1987/88<br />
Pag. 48