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Gnomonica n° 1 - Nicola Severino

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

<strong>Gnomonica</strong><br />

Storia, Arte, Cultura e Tecniche degli Orologi Solari<br />

a cura degli Gnomonisti Italiani con la collaborazione dell’ U.A.I. Sezione Quadranti Solari<br />

N° 1 Settembre 1998<br />

In questo numero:<br />

• Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi<br />

• La scoperta in un mercatino antiquario del più antico orologio solare a calice a<br />

rifrazione realizzato da George Hartmann nel 1547<br />

• Cronistoria delle meridiane di Fermo<br />

• Didattica: La meridiana della scuola elementare di Quinzanello<br />

• L’adozione della Meridiana di S. Maria degli Angeli<br />

• E’ ritornata a splendere la meridiana della Basilica di S. Nicolò all’Arena a<br />

Catania<br />

• Storia della Bibliografia della gnomonica<br />

• Omaggio a Charles K. Aked<br />

• L’orologio solare di Torremaggiore: enigma risolto?<br />

• Particolare applicazione dell’analisi matematica alle formule delle linee d’ombra<br />

• La <strong>Gnomonica</strong> nel WEB, rubriche Internet e tante altre cose.<br />

Redazione - <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong>, Via Lazio, 6 - 03030 Roccasecca Stazione (FR) Italy-<br />

Phone 0776 - 56.65.08 - e-mail: niksev@officine.it


Sommario<br />

<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

English Summary pag. 3<br />

Editoriale 4<br />

Lettere e commenti 5<br />

Attività gnomoniche italiane 6<br />

Rubrica dei lettori 9<br />

Forlati, F. Paolo, Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi 10<br />

Cintio Alberto, Cronistoria delle meridiane di Fermo 11<br />

Colombo Lino, Un orologio solare a rifrazione di Georg Hartmann datato 1547 13<br />

Agnelli Giacomo, La meridiana della scuola elementare di Quinzanello 17<br />

Vaccaro Jacopo, Il recupero della Meridiana di S. Maria degli Angeli 21<br />

Alberto Infelise, Il Pezzo Giornalistico Comparso Ne "il Messaggero" 23<br />

Trobia Michele, E’ ritornata a splendere la meridiana della Basilica di S. Nicolò<br />

all’Arena a Catania 24<br />

<strong>Severino</strong> N., Storia della Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong> 25<br />

<strong>Severino</strong> N., Omaggio a Charles K. Aked 30<br />

<strong>Severino</strong> N., L’orologio solare di Torremaggiore: enigma risolto? 31<br />

Rubrica: Dalle Riviste 34<br />

Rubrica: Spazio Internet: dalla Sundial Mailing List 36<br />

Bonata Diego, La <strong>Gnomonica</strong> nel WEB 38<br />

Rubrica: Recensioni 41<br />

Le Vignette del numero 1 di <strong>Gnomonica</strong> 43<br />

Rubrica: La pagina dello gnomonista 44<br />

Rubrica: Nuovi Gnomonisti 45<br />

Anselmi Riccardo, Particolare applicazione dell’analisi matematica alle<br />

formule delle linee d’ombra 46<br />

La vignetta di Giacomo Agnelli 47<br />

Principali libri italiani di gnomonica pubblicati dal 1988 al 1998 48<br />

Progetto editoriale, grafica di copertina, stampa,<br />

impaginazione e distribuzione<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />

Riproduzione in fotocopia e fascicolazione<br />

Emilio Sassone Corsi per conto dell’Unione Astrofili Italiani,<br />

Sezione Quadranti Solari<br />

Hanno collaborato:<br />

Giacomo Agnelli, Riccardo Anselmi, Flavio Bernacchia,<br />

Diego Bonata, Alberto Cintio, Lino Colombo, Roberto<br />

Facchini, Paolo Forlati, Lucio Morra, Renzo Nordio,<br />

Giancarlo Rigassio, Michele Trobia, Jacopo Vaccaro,<br />

Gabriele Vanin.<br />

NORME PER GLI AUTORI<br />

Gli utenti di computer possono inviare il file di solo testo dell’articolo salvato<br />

nei formati “WORD6-7” o “MS-DOS”. Tali files possono essere inviati anche<br />

tramite un messaggio e-mail. Le foto devono essere nitide e chiare,<br />

possibilmente in originale, e spedite a mezzo posta ordinaria. I disegni,<br />

qualora eseguiti con computer, dovranno essere inviati in file compattati nel<br />

formato JPEG o GIF.<br />

Anche i file testo possono essere allegati a messaggi e-mail.<br />

La lunghezza degli articoli è, in media, di 3-4 pagine. Articoli di notevole<br />

importanza possono avere una lunghezza maggiore. Si accettano articoli<br />

storici, artistici e tecnici di qualsiasi livello, purchè originali ed interessanti.<br />

I lavori inviati non verranno restituiti.<br />

Redazione:<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> - Via Lazio, 6 - 03030 Roccasecca Staz. (FR) -Tel. 0776 - 56.65.08<br />

e-mail niksev@officine.it<br />

Prodotto e fotocopiato in proprio<br />

In copertina: un bell’esempio di capolavoro gnomonico italiano ad opera di Lucio Maria Morra di Fossano (Cuneo). Si tratta di una meridiana<br />

verticale restaurata e dipinta “a fresco” sul palazzo Alerame del Carretto di Monfort a Cherasco. Il ripristino funzionale è avvenuto nel 1995<br />

ed il motto è di Gina Lagorio. Nel bel riquadro pittorico si legge l’ora astronomica e l’ora italica.


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

English Summary<br />

Pag. 3<br />

a cura di Riccardo Anselmi<br />

MYTHOLOGY AND TIME TELLING OF ANCIENT SUNDIALS<br />

Forlati's brief article gives us an impressive mythological legend which refers to the sundial's equation of time.<br />

THE CHRONICLE OF FERMO'S SUNDIALS<br />

In the last century chronicles Alberto Cintio found interesting evidence that the sundial was able to replace or even<br />

to set the time on the clock tower.<br />

THE DIAL OF ACAZ, A 1547 REFRACTION SUNDIAL OF GEORGE HARTMANN<br />

Lino Colombo describes a particular sundial in the shape of a chalice that only works when the refraction of the<br />

sunbeams' shadow is projected into the chalice by the gnomon. This watch, well known during the Renaissance,<br />

was constructed by George Hartmann in 1547 and is problably one of the eldest of its type. It was found by a keen<br />

antique dealer in a small market in the Northern part of Italy.<br />

THE CONSTRUCTION OF THE SUNDIAL FOR THE QUINZANELLO'S PRIMARY SCHOOL<br />

Giacomo Agnelli recalls one of his numerous didactic experiences concerning the costruction of a analemmatic<br />

dial by the pupils of the Quinzanello's (Brescia) primary school.<br />

THE RESTORATION OF CLEMENTINE'S SUNDIAL AT ST.MARY OF ANGELS CHURCH (ROME)<br />

One of the most important gnomonic projects of the period must be the adoption of the Clementine meridian line,<br />

constructed by Bianchini in the 18th century at St.Mary of Angels church in Rome. A school in Rome was able to<br />

obtain the monument with the proposal to undertake the restoration and conservation of Clementine's sundial<br />

which is falling into decay.<br />

THE SUNDIAL OF THE BASILICA OF ST.NICCOLO' ALL'ARENA IN CATANIA<br />

Michele Trobia took care of the restoration of the sundial in the Basilica of St.Niccolo' all'Arena in Catania. This<br />

sundial is one of the two dials (meridian line) constructed by the danish astronomer Peters. The whole restoration<br />

is briefly described in this article, hoping to be able to give a further detailed account of it in future editions.<br />

THE HISTORY OF THE BIBLIOGRAPHY OF GNOMONICA<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> summarizes the various editions of the Bibliography of <strong>Gnomonica</strong>. Started in 1992, with the<br />

contribution of the great Charles k.Aked, today with almost 12.000 titles it has become the world's biggest<br />

International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong>.<br />

TRIBUTE TO CHARLES K.AKED<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> recalls the short but intense work experience he had in 1996 with Aked, recently deceased, and<br />

the scientific and moral tuition this great gnomonist has left us.<br />

THE TORREMAGGIORE SUNDIAL: A SOLVED ENIGMA?<br />

In Torremaggiore (Puglia), there is a small sundial found by Francesco Azzarita, with strange marks. The author,<br />

encouraged by the Azzarita's first report presented at the last Seminar of <strong>Gnomonica</strong> in 1997, tries to solve this<br />

misterious enigma.<br />

PARTICULAR APPLICATION ON MATHEMATICAL ANALYSIS TO THE FORMULAS OF<br />

SHADE'S LENGHTS


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Editoriale <br />

Pag. 4<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />

Innanzitutto mi preme ringraziare di tutto cuore quanti hanno aderito, creduto ed incoraggiato questa iniziativa che è<br />

partita dal semplice ed istintivo impulso di chi scrive di voler realizzare, senza ulteriore temporeggiare, uno<br />

strumento di comunicazione e di informazione tra gli gnomonisti italiani. Quanto mancasse un simile strumento, è<br />

ampiamente testimoniato nelle lettere dei lettori che sono pubblicate nelle pagine seguenti. Ma è anche importante<br />

sottolineare che esso va a colmare una lacuna vecchia di anni in quanto, nonostante lo sviluppo sorprendente che la<br />

gnomonica ha avuto in Italia nell’ultimo decennio, soprattutto grazie all’operato della Sezione Quadranti Solari<br />

dell’Unione Astrofili Italiani, non era mai stato preso in seria considerazione un progetto editoriale - a qualsiasi livello<br />

- che riuscisse ad unificare e a far convergere in un’unica direzione le ricerche, le sperimentazioni e gli studi di tutti<br />

gli appassionati di gnomonica.<br />

Un così importante progetto era stato attuato, in diversi anni, in quasi tutte le altre nazioni ove operano importanti<br />

associazioni di gnomonisti, ma non in Italia.<br />

Nel 1989 feci un primo timido tentativo nel proporre qualcosa del genere alla Sezione Quadranti Solari, ma<br />

evidentemente i tempi non erano ancora abbastanza maturi.<br />

Oggi, invece, le entusiastiche risposte dei lettori sono il miglior palliativo ai dubbi ed alle incertezze che l’attuazione<br />

di un simile progetto sempre porta con se.<br />

Questo Bollettino nasce con l’intento di non essere una rivista per soli esperti, ma uno strumento divulgativo delle<br />

conoscenze gnomoniche, capace di destare curiosità nello specialista, interesse per l’appassionato e voglia di<br />

cominciare in chi per la prima volta si imbatte in una meridiana. Per questo, le scelte editoriali tengono conto dei vari<br />

livelli di approfondimento di ricerca storica e tecnica, nonché della semplice divulgazione per chi è alle prime armi.<br />

E’ con vero piacere che siamo venuti a conoscenza dell’incredibile progetto di adozione e recupero della grande<br />

linea meridiana Clementina nella Basilica di S. Maria degli Angeli, da parte di una scuola media superiore di Roma,<br />

descritto da uno degli allievi, Jacopo Vaccaro; mentre desta particolare interesse l’incredibile scoperta in un<br />

mercatino antiquario di un orologio solare a rifrazione a forma di coppa, realizzato da Georg Hartmann nel 1547 e<br />

raccontata da Lino Colombo; i “consigli” didattici di Giacomo Agnelli nell’apposito spazio intitolato “<strong>Gnomonica</strong> e<br />

Didattica”; una interessante storia mitologica trovata da Paolo Forlati; l’annuncio del restauro effettuato di recente<br />

dal Comune di Catania della Linea Meridiana della Basilica di S. Nicolò all’Arena di Catania. Ancora, Alberto Cintio<br />

di Fermo ci regala importanti stralci storici che testimoniano come, nel secolo scorso, si doveva ricorrere all’antica<br />

meridiana solare per aggiustare l’orologio meccanico da torre. Insieme a tanti interessanti articoli, il lettore troverà<br />

spazio anche per una corretta informazione sulla gnomonica in Internet in una apposita rubrica curata dallo scrivente<br />

e da Diego Bonata.<br />

Questo primo numero di “<strong>Gnomonica</strong>”, che avrà cadenza più o meno quadrimestrale, contiene - credo - le<br />

premesse perché si possa credere in un suo graduale sviluppo e miglioramento sia in termini quantitativi che<br />

qualitativi. Ciò che sarà possibile solo grazie alla collaborazione e cooperazione del maggior numero di appassionati<br />

di gnomonica in Italia. Ed è quanto noi tutti, sinceramente, ci auguriamo.<br />

Ringrazio vivamente l’ing. Giacomo Agnelli di Brescia e Rosa Casanova per il significativo sostegno morale col quale mi hanno<br />

accompagnato nelle fasi preliminari di questa iniziativa; Gabriele Vanin ed Emilio Sassone Corsi per la disponibiliità ad attuare l’iniziativa con<br />

la collaborazione dell’Unione Astrofili Italiani, Sezione Quadranti Solari.<br />

“<strong>Gnomonica</strong>” è disponibile anche in floppy disk versione file WORD ed immagini JPEG. Le immagini non sono inserite nei testi,<br />

ma raccolte in una apposita “directory” e “browser” leggibile con qualsiasi programma di grafica. Il dischetto può essere richiesto<br />

alla redazione al prezzo di £. 5000 incluse le spese di spedizione.


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Lettere e commenti <br />

Ho letto e commentato con Giuseppe Tavernini di Trento<br />

la tua gradita proposta di “partire” con una pubblicazione<br />

sulla gnomonica: se n’era da tempo parlato, ma tutto è<br />

ancora fermo e si tratterebbe di “rompere il ghiaccio”...<br />

Giacomo Agnelli, Brescia<br />

...Rientrando da un viaggio ho trovato, con vero piacere,<br />

la tua lettera con la proposta di una prossima rivista<br />

italiana di gnomonica. Il tuo è certamente un atto di<br />

coraggio...ma anche di fiducia alla quale, per parte mia,<br />

rispondo con entusiasmo. Era proprio ora che qualcuno<br />

prendesse l’iniziativa di favorire, con una rivista italiana,<br />

gli scambi, i dibattiti, l’informazione, la “cultura”<br />

gnomonica. Tu sai ch’io sono membro della British<br />

Sundial Society la quale svolge, in questo campo,<br />

un’opera veramente egregia. Dovremmo esser da meno<br />

noi Italiani?...<br />

Roberto Facchini, Colle Umberto (TV)<br />

...Ho ricevuto con molto piacere la tua lettera, ed ho<br />

appreso con altrettanto piacere della tua iniziativa<br />

editoriale per la pubblicazione di una rivista sulla<br />

gnomonica. E’ senz’altro un’iniziativa che mi trova<br />

d’accordo, e di cui si sentiva la mancanza...<br />

Domenico Zannoni, Pove del Grappa (VI)<br />

Sono pienamente d’accordo con la tua iniziativa, anche<br />

perché è da molto tempo che pensavo a questa cosa e<br />

mi auguravo che si potesse arrivare ad avere in Italia una<br />

rivista di gnomonica.<br />

Giuseppe Tavernini, Trento.<br />

...L’idea mi sembra ottima...<br />

Enrico Falavigna, Asolo (TV)<br />

....Io sarei il primo a compiacermi di un bollettino<br />

nazionale che contenesse, oltre che articoli, lettere di<br />

lettori, segnalazioni di novità bibliografiche, collegamenti<br />

con associazioni sorelle straniere, attività di comitati di<br />

lavoro... Ma chi riuscirà nell’intento?<br />

Edmondo Marianeschi, Terni<br />

L’idea è molto buona in quanto siamo una delle poche<br />

associazioni con nessuna rivista di questo tipo, anzi<br />

sarebbe necessario diffondere l’idea e raccogliere<br />

iscrizioni...<br />

Diego Bonata, Bergamo<br />

Benvenuto il tuo sforzo...<br />

Mario Arnaldi, Ravenna<br />

Mi congratulo per la tua intuizione e tempestività...<br />

Alberto Cintio, Fermo<br />

Pag. 5<br />

E’ veramente una bella notizia...mi piace la tua idea di<br />

dar vita ad una rivista di gnomonica. Mi trova subito<br />

entusiasta...sono certa che saremo in tanti.<br />

Rosa Casanova, Belluno<br />

Mi complimento per la tua iniziativa di rompere un<br />

ghiaccio vecchio di molti anni. Anche io sento molto il<br />

bisogno di un mezzo di comunicazione fra gli gnomonisti<br />

italiani che, salvo poche eccezioni, tendono a<br />

“comunicare” quasi solo in occasione dei seminari ogni<br />

anno e mezzo.<br />

Enrico del Favero, Milano<br />

La tua idea mi sembra molto buona. Ti propongo di<br />

riformulare l’iniziativa in ambito UAI. In particolare ti<br />

propongo di far uscire il bollettino di gnomonica come<br />

organo della Sezione Quadranti Solari dell’UAI.<br />

Emilio Sassone Corsi, Rocca Priora, Roma<br />

Aderisco molto volentieri alla tua iniziativa, che conferma<br />

l’impegno e la passione con cui ti occupi di gnomonica.<br />

Mario Catamo, Roma<br />

L’idea di un giornale di gnomonica mi sembra<br />

abbastanza buona e personalmente sono disposto a<br />

contribuire...Penso che le diverse attività del gruppo<br />

Quadranti Solari dell’UAI possano trovare sede in fogli di<br />

questo genere.<br />

Rosario Mosello, Verbania Pallanza<br />

Le iniziative vanno sempre sostenute perché sono meglio<br />

di mille parole. Quindi approvo la tua iniziativa, in<br />

particolar modo se tende a realizzare il progetto UAI-QS.<br />

Guido Tonello, Bergamasco (AL)<br />

Complimenti per l’iniziativa...<br />

Lucio M. Morra, Fossano (CN)<br />

Sono molto interessato a questa iniziativa e sarei lieto di<br />

dare il mio contributo.<br />

<strong>Nicola</strong> Ulivieri, Lupompesi di Murlo (SI)<br />

Plaudo vivamente alla sua iniziativa: mi consideri pure un<br />

sostenitore e un futuro abbonato al periodico di<br />

gnomonica.<br />

Alberto Nicelli, Torino<br />

...la nascita di una rivista di gnomonica. Ho accolto la<br />

notizia con grande piacere perché finalmente si prende<br />

una iniziativa encomiabile e lodevolissima. Veramente<br />

era qualcosa che mancava nel mondo dell’Astronomia e<br />

forse ora che si sa che qualcosa può nascere, se ne<br />

sente di più la mancanza....Sarebbe opportuno dedicare


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

qualche facciata, a mò di rubrica, alla costruzione dei vari<br />

tipi di orologi solari, partendo dalle prime nozioni<br />

elementari e ciò per far si che nuove leve possano<br />

avvicinarsi alla gnomonica...l’errore sarebbe forse di<br />

farne solo ed unicamente una rivista per soli esperti,<br />

dove dando per scontati tutti i problemi di base, ne esca<br />

fuori una rivista del tipo “Atti del Seminario”.<br />

Michele Trobia, S. Agata Li Battiati (SI)<br />

...Aderisco con entusiasmo alla sua iniziativa.<br />

Renzo Nordio, Sottomarina (VE)<br />

Ho ricevuto la tua comunicazione relativa alla<br />

pubblicazione della prima rivista italiana di gnomonica e<br />

ben volentieri mi associo alla schiera, spero folta, dei<br />

favorevoli all’iniziativa.<br />

Silvano Bianchi, Romano Canavese (TO)<br />

L’idea di un periodico di gnomonica autogestito potrebbe<br />

essere interessante se non fosse prematura, stante la<br />

non chiara relazione fra gnomonisti e U.A.I.... Qualora in<br />

avvenire dovesse verificarsi una distinzione fra<br />

gnomonisti soci U.A.I. e gnomonisti indipendenti, solo<br />

allora potrebbe avere significato un periodico autonomo.<br />

Infatti gli gnomonisti U.A.I. hanno già la loro palestra nel<br />

noto periodico dell’Unione.<br />

Antonio Rini, Bari<br />

Rispondo con molto piacere al suo invito. Penso che la<br />

realizzazione di un Bollettino della <strong>Gnomonica</strong> sia proprio<br />

una bella iniziativa.<br />

Paolo Gattoni, Gozzano (NO)<br />

...Auspicando che questa iniziativa possa avere il grande<br />

riscontro che si merita ti saluto con grande affetto.<br />

Gian Carlo Rigassio, Venaria (TO)<br />

<br />

Pag. 6<br />

Rispondo finalmente alla tua lettera del 28/5/98.<br />

L’iniziativa che stai attuando (pubblicazione di una rivista<br />

di gnomonica) dimostra la tua grande passione verso la<br />

gnomonica...<br />

Lodovico Pasquali, S. Giovanni in Persiceto (BO)<br />

E’ con vivo piacere che ricevo la notizia del suo progetto.<br />

La sua idea, di dar vita ad un bollettino di <strong>Gnomonica</strong><br />

italiana, mi entusiasma e non fa che rallegrarmi. Per<br />

questo, e non solo, le esprimo la mia ammirazione, e le<br />

mie congratulazioni e complimenti.<br />

Flavio Bernacchia, Marotta (PS)<br />

Condivido in toto la tua iniziativa perché allarga il<br />

territorio della disciplina che ci appassiona e perché potrà<br />

fornire a tutti uno strumento di conoscenza delle altrui<br />

esperienze, di stimolo alle proprie ed essere un punto di<br />

incontro ben preciso e disponibile.<br />

Pier Giuseppe Lovotti, Fosdinovo (MS)<br />

L’inedita iniziativa è sicuramente, a mio parere, di grande<br />

utilità per tutti coloro che, come noi, sono appassionati di<br />

gnomonica. Finora si sono sempre incontrate difficoltà<br />

nel venire a conoscenza di notizie riguardanti esposizioni<br />

o incontri a tema gnomonico quando rivestono carattere<br />

locale e, di conseguenza, non essendo pubblicizzate<br />

sulle principali riviste specialistiche, risentono di una<br />

scarsa affluenza di pubblico.<br />

Mario Rossero, Villarfocchiardo (TO)<br />

...a seguito della sua comunicazione faccio presente di<br />

condividere pienamente la sua iniziativa circa la<br />

pubblicazione di un bollettino di gnomonica a cura degli<br />

gnomonisti italiani...<br />

Mario Tebenghi, Brusasco (TO)<br />

Attività Gnomoniche Italiane<br />

Mostra fotografica di meridiane eliotropiche sicule<br />

In occasione del restauro della meridiana di S. Nicolò l’Arena di Catania, di cui si può leggere approfonditamente<br />

nelle pagine di questa stessa rivista, e sempre in collaborazione con il Comune di Catania, è stata allestita - all’interno della<br />

stessa basilica - la prima mostra regionale delle meridiane interne a foro eliotropico (altrimenti dette meridiane “a luce”,<br />

perché lo gnomone è un foro praticato su un tetto che produce un cono di luce sul pavimento sottostante) che sono state<br />

scoperte nelle chiese della Sicilia. Agli estremi della meridiana restaurata, infatti, sono stati collocati quattro leggii su cui sono<br />

poste le fotografie, corredate di ottime didascalie e note sul loro scopo e sul loro funzionamento, delle meridiane di S. Nicolò<br />

l’Arena di Catania, del Duomo di Palermo, del Duomo di Acireale, del Duomo di Messina, della Chiesa Madre di Castiglione<br />

di Sicilia e di Modica.


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

IX Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong><br />

Per incarico dell’Unione Astrofili Italiani (UAI) - Sezione Quadranti Solari, l’Unione Astrofili Bresciani (UAB),<br />

l’Osservatorio Astronomico Serafino Zani ed il Gruppo Milanese Quadranti Solari (GMQS), organizzano il IX° Seminario<br />

Nazionale Italiano di <strong>Gnomonica</strong> nei giorni 26, 27 e 28 Marzo 1999 a San Felice del Benaco (Brescia) presso l’Auditorium<br />

della Casa di Accoglienza “Il Carmine”. Gli interessati a partecipare dovranno inviare entro il 31/1/1999 al GMQS presso<br />

Enrico Del Favero (Via Lambro 2, 20129 Milano, tel. E fax 02-29526746, e-mail: delfa.e@iol.it) una breve comunicazione di<br />

iscrizione, specificando le proprie generalità, n. telefonico ed eventuale indirizzo e-mail compresi, ed allegando,<br />

preferibilmente a mezzo vaglia postale, la somma di £. 40.000 per contributo alle spese organizzative e di stampa/spedizione<br />

degli Atti. Gli iscritti alla UAI per il 1998 e/o 1999, sono esenti dal contributo, ma pregati di dichiarare tale loro qualifica nella<br />

lettera di iscrizione.<br />

Gli interessati alla presentazione di relazioni sono pregati di far pervenire a mezzo posta ordinaria o elettronica<br />

sempre a Enrico Del Favero:<br />

entro il 31-1-1999 il titolo della relazione ed un riassunto (estratto) della stessa per un massimo di 5 righe di testo;entro il 28-<br />

2-1999, la relazione e gli elaborati grafici, fotografici ecc. di accompagnamento.<br />

Con la Direzione della Casa “Il Carmine” è stato concordato un prezzo per il trattamento di pensione completa di<br />

55.000 lire a persona per un giorno. Le prenotazioni posso essere indirizzate direttamente presso il “Servizio di Accoglienza<br />

Santuario il Carmine” via Fontanamonte 1, 25010 San Felice del Benaco (BS), tel. 0365-62365, fax 0365-62364 (contatto:<br />

Suor Lucia), allegando vaglia postale di £. 50.000 quale caparra confirmatoria. I lavori inizieranno alle 15 del 26 marzo e<br />

termineranno con il pranzo di Domenica 28 marzo.<br />

Per ulteriori informazioni: Loris Ramponi (UAB) c/o Osserv. Astr. Serafino Zani, Via Bosca 24, 25066 Lumezzane<br />

(BS); oppure : Enrico Del Favero agli indirizzi sopra specificati.<br />

XXXI Congresso Nazionale dell’Unione Astrofili Italiani<br />

Si svolgerà nelle sale del Castello Ducale di Sessa Aurunca (CE) dall’11 al 13 Settembre 1998.<br />

Sabato 12 settembre alle ore 9 ci sarà la sessione di “Storia, Cultura Astronomica e <strong>Gnomonica</strong>” con Chairman la prof.ssa<br />

Nicoletta Lanciano di Roma. Per informazioni sulle relazioni presentate, rivolgersi all’Ass. Astrofili “ Aurunca”, c/o Scuola<br />

Media Statale “F. De Sanctis”, Via Giovanni Bruno 1 - 81037 Sessa Aurunca (CE). Fax 0823-937117; Tel. 0823-938627;<br />

0823-937166, e-mail: pago@sessa.peoples.it, oppure domus@sessa.peoples.it.<br />

Pag. 7


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Progetto IL TEMPO SILENZIOSO, storie, notizie e curiosità sui<br />

segnatempo senza ticchettio - Casalzuigno, dal 20 Settembre al 15<br />

Novembre.<br />

A cura di Gian Carlo Rigassio<br />

Credo che sia indubbia la mia opera a favore della diffusione della gnomonica attraverso il libro Le ore e le Ombre<br />

edito nel 1988 (che però continua ad essere richiesto ed è già quasi esaurito anche nella seconda edizione) forse proprio per<br />

il linguaggio divulgativo scelto. In quella occasione avevo espressamente redatto l’ultimo capitolo (Prima che sulla meridiana<br />

scenda l’ultimo tramonto) per sensibilizzare il pubblico e quindi contribuire alla salvaguardia del patrimonio gnomonico<br />

italiano. Ho sempre affermato che il più grande e preciso complesso gnomonico è destinato all’incuria e all’abbandono se<br />

non viene percepito che è il frutto del millenario sapere, della continua dedizione e delle amorevoli cure di valenti e sensibili<br />

personaggi.<br />

Sullo stile del libro Le Ore e le Ombre già dal 1993 ho iniziato a proporre una mostra divulgativa (Horologium<br />

Descriptio) che si prefiggeva di diffondere la conoscenza della gnomonica ad un vasto pubblico. Proprio per divulgare<br />

ulteriormente queste mie conoscenze sul millenario rapporto che esiste tra l’umanità e i vari sistemi di misurazione del<br />

tempo, ho realizzato il progetto IL TEMPO SILENZIOSO che si sviluppa in una decina di mostre tutte personalizzate,<br />

conferenze, video finalizzati alla didattica e alla catalogazione nella speranza che possa contribuire anch’esso a salvare<br />

questi misuratori silenziosi, una piccola ma significativa parte del patrimonio artistico italiano.<br />

Investendo quindi risorse personali di tempo, fatica e denaro ho operato e continuo ad operare per sensibilizzare un pubblico<br />

sempre più vasto a partire dai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.<br />

E’ quindi con grande soddisfazione che ho potuto constatare che la mia attenzione al territorio e al recupero degli<br />

strumenti solari è stata determinante per organizzare uno specifico progetto per il F.A.I., Fondo per l’Ambiente Italiano, la<br />

fondazione italiana senza scopi di lucro che si prefigge di conservare importanti complessi monumentali (quali San Fruttuoso<br />

di Camogli e l’abbazia di Staffarda nonché ville e castelli) arrestandone un degrado spesso estremo.<br />

In questo caso è stata messa a punto una mostra itinerante con un percorso composto da venticinque pannelli e<br />

una cinquantina tra strumenti e libri antichi. L’esposizione, denominata Il Tempo Silenzioso, storie, notizie e curiosità<br />

sui segnatempo senza ticchettio sarà esposta dal 20 settembre al 15 novembre 1998 a Casalzuigno in provincia di<br />

Varese.<br />

Essa è’ già stata effettuata con un grande riscontro di pubblico nella prestigiosa sede del F.A.I. del castello della<br />

Manta di Saluzzo dal 10 di aprile al 31 maggio 1998 con visite guidate soprattutto per le scolaresche.<br />

La versatilità del progetto è indubbia: sono una decina i possibili percorsi espositivi con oltre sessanta pannelli e<br />

con oltre mille oggetti antichi o curiosi dedicati alla misurazione silenziosa del tempo. Per questo, in funzione dei singoli<br />

obiettivi di comunicazione, tutte le esposizioni sono personalizzate con la scelta di un percorso mirato, con una sezione<br />

appositamente dedicata agli strumenti gnomonici o agli gnomonisti del territorio e sono particolarmente finalizzate alla<br />

didattica con visite guidate e con conferenze supportate da video.<br />

<strong>Gnomonica</strong> in Valcamonica!<br />

Il Circolo Culturale S. Alessandro Ono San Pietro di Valcamonica (BS) ha organizzato una Stage Estiva culturale<br />

dal 20 luglio all’8 agosto, con corsi di lingua e cultura ebraica, scienze naturali ed astronomia pratica e storia delle Alpi tenuti<br />

da esperti presso il rifugio Baita Iseo di Ono S,. Pietro, a venti minuti dalla Concarena. In particolare, sabato 8 agosto, è stato<br />

tenuto - dall’Ing. Giacomo Agnelli di Brescia - il corso “Principi di <strong>Gnomonica</strong>: l’arte di costruire orologi solari e meridiane<br />

(dimostrazioni pratiche). Inoltre, lo stesso Agnelli ha guidato i presenti alla lettura del cielo estivo offrendo indicazioni pratiche<br />

circa la costruzione di orologi solari ed indicazioni teoriche pratiche sulle meridiane in generale.<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Rubrica dei Lettori <br />

Risponde <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />

...Approfitto per porre un quesito che da tempo avevo in mente. Si è sempre parlato di ore planetarie<br />

associandole alle linee orarie del sistema temporario. Ma Rohr alla pag. 110 del libro Meridiane (Ulisse<br />

ed. Torino 1998, n.d.r.), dice che non sono proprio così; e cita per questa conferma Apiano.<br />

Renzo Righi, Correggio.<br />

Il fatto è che sulle ore canoniche, planetarie e temporarie, c’è sempre stata una gran<br />

confusione. Io sono giunto alla conclusione che i tre sistemi orari si equivalgono nel computo e si<br />

diversificano nel significato.<br />

Premesso che il testo italiano del libro di Rohr è fallace in molte interpretazioni, quando egli scrive<br />

“Conviene non confondere le ore temporali con gli intervalli di tempo segnati dalle meridiane<br />

canoniche...”, non intendeva dire che i due computi sono diversi.<br />

Infatti, e brevemente, le ore canoniche negli orologi solari canonici altro non sono che<br />

l’adozione delle ore temporarie principali (Prima - Terza - Sesta - Nona - Vespri) che venivano utilizzate<br />

- come poi asserisce Rohr - per “indicare unicamente le ore degli uffizi conventuali”, ma la frase “e la<br />

loro divisione non corrisponderebbe in alcun modo a ciò che noi intendiamo per nozione di ora” è<br />

assolutamente fallace. Esse non corrispondono certo alle nostre ore astronomiche, ma sono ore<br />

temporarie. E ciò è dimostrato non solo da tutte le meridiane canoniche (che siano veramente<br />

canoniche) la cui suddivisione oraria è facilmente confrontabile e verificabile, ma anche dalle<br />

esperienze dei monaci. E’ scritto in tutti i manuali liturgici ed è risaputo che S. Benedetto adottò il<br />

sistema delle ore ineguali temporarie per le ore Canoniche.<br />

Forse Rohr voleva dire che, in alcuni casi, i monaci hanno cambiato, a seconda delle proprie<br />

abitudini, i momenti di alcune preghiere, cambiando sensibilmente la suddivisione su alcuni (solo su<br />

alcuni) orologi. Ma, sinceramente non conosco esemplari di questo tipo.<br />

Il fatto che Rohr scriva che “le ore planetarie sono simili” alle ore temporali, può indurre qualche dubbio<br />

nel lettore che queste siano diverse. Sbagliato anche questo. Le ore Planetarie sono proprio le ore<br />

Temporarie con l’unica differenza che le prime indicano, oltre l’ora ineguale normale, anche l’influsso<br />

(come si credeva una volta) che un determinato pianeta ha sull’uomo in quella singola ora per quel dato<br />

giorno. Basta, per questo, l’esempio del quadrante di S. Benigno Canavese. Le linee orarie visibili,<br />

sono temporarie con l’aggiunta artistica (un pò al modo kircheriano) di alcune curve che altro non<br />

indicano se non l’influsso dei pianeti sulle singole ore. Ma sono ore temporarie. Infatti poi Rohr scrive<br />

“Le ore planetarie sono disuguali....”.<br />

La citazione di Apiano non aggiunge o sottrae nulla a quanto detto. Egli parla solo di ore<br />

planetarie. Gli autori antichi che parlano solo di ore planetarie lo fanno perché in effetti esse sono molto<br />

antiche e rappresentano l’intero sistema delle ore ineguali. Per esempio, il Vimercato, nel suo Dialogo<br />

de gli horologi solari del 1586, descrive gli orologi ad ore temporarie chiamandoli normalmente “orologi<br />

planetari”, ma poi vi aggiunge la “tavola dei Reggenti” che riporta l’influsso dei singoli pianeti nelle<br />

singole ore.<br />

Quindi, come si vede, i tre sistemi, che sembrano diversi, Temporario, Canonico, Planetario, sono<br />

identici, ma indicano “cose” diverse. Le temporarie indicano l’ora propriamente detta ineguale, le<br />

canoniche indicano l’ora “canonica” della preghiera che “cade” in certe ore temporarie; le planetarie<br />

indicano quale pianeta influisce sulle singole “ore planetarie”. Tutto qui, ma ne riparleremo nel prossimo<br />

numero di <strong>Gnomonica</strong> con un articolo più approfondito.<br />

***********************<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Sono uno studente di Ingegneria di Siena e da poco mi è presa una grande passione per le meridiane.<br />

Prossimamente spero di poter restaurare quella di Murlo, il mio comune di appartenenza. La teoria l’ho<br />

appresa dai testi di Rohr e Pavanello, solo da poco ho scoperto questo sito e le faccio i miei<br />

complimenti per la completezza delle informazioni. Grazie mille.<br />

Ulivieri <strong>Nicola</strong><br />

Grazie per il suo apprezzamento. Sono felice che anche Lei abbia preso la febbre degli<br />

“gnomi”. Il sito di Rosa Casanova ospita qualche mio lavoro.<br />

Forse a Lei interessa più la parte pratica, ovvero matematica. Se è così, allora non può fare a meno del<br />

testo di Girolamo Fantoni Orologi Solari, di oltre mezzo migliaio di pagine intense di teoria ricavata<br />

prettamente dall’astronomia nautica e di posizione. E’ considerato il trattato per eccellenza dei nostri<br />

giorni.<br />

La informo, inoltre, che ogni anno e mezzo L’Unione Astrofili Italiani, Sezione Quadranti Solari<br />

(al cui sito può accedere direttamente da quello di Rosa Casanova tramite “Biblioteca”), organizza un<br />

Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong> (l’ultimo si è tenuto a Porto S. Giorgio - Marche - il 3-4-5 ottobre<br />

1997, il prossimo a primavera del 1999).<br />

Esiste una “sundial-list” in Internet che funziona da gruppo di discussione, ecc. Naturalmente<br />

sono circa 350 nomi, in maggioranza stranieri. L’iscrizione è totalmente gratuita ed un “majordomo”<br />

provvede ad inviare le liste degli iscritti, ecc. Per qualsiasi altra informazione, sono a sua disposizione.<br />

********************<br />

Sono un ingegnere e sono stato recentemente folgorato dalla gnomonica, non mi posso definire<br />

nemmeno un principiante, per iniziare quali testi mi consiglia e dove reperirli ?<br />

Ing. Maurizio Fiumanò<br />

Alcuni dei volumi più belli da sfogliare, scritti con lodevole spirito divulgativo, che insegnino a<br />

costruire i principali orologi solari e con ottimi commenti storici le consiglio:<br />

Paltrinieri Giovanni, Meridiane e orologi solari di Bologna e Provincia, Ed. Artiere, Bologna 1995;<br />

Paltrinieri Giovanni, Meridiane ed orologi solari d’Italia, Ed. Artiere, Bologna 1997. Questi due testi può<br />

richiederli direttamente all’autore, Via Giuseppe Dozza 3, Bologna.<br />

Se vuole dei testi tecnici ad alto livello, allora le scelte sono obbligate:<br />

Fantoni G., Orologi Solari, Trattato Completo di <strong>Gnomonica</strong>, Ed. Technimedia, Roma, 1988; René R.-<br />

J.Rohr R., Meridiane, Ulisse Ed., Torino, 1988 , oppure potrebbe dare un’occhiata ai testi ormai classici<br />

di questo secolo e della fine del secolo scorso, come Garnier E., <strong>Gnomonica</strong>, Hoepli Ed., Milano, 1938,<br />

oppure Pasini C., Orologi Solari del 1900, ma essi sono ormai consultabili solo nelle grandi biblioteche.<br />

☺<br />

Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi<br />

Paolo F. Forlati, Verona<br />

Per una migliore programmazione d’orario universale è stato convenzionato e stabilito un tempo medio<br />

sul tempo solare vero. Quest’ultimo astronomicamente ha dei ritardi e degli anticipi nello spazio<br />

dell’anno. Nella lettura gnomonica si deve riportare questi scarti ed aggiungerli allo spazio d’arco<br />

demarcazione-fuso e tempo orario.<br />

Ecco dunque una leggenda mitologica per meglio rammentare questo primo problema.<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Racconta una vecchia leggenda dell’Olimpo, che il giovane Elio, invaghitosi durante la festa<br />

del Primo inverno dell’affascinante Meridia, le giurasse fedelmente d’incontrarla tutti i giorni, che Dio<br />

manda in terra, a mezzodì preciso, davanti al tempio di Cronos. Ma avvenne che d’inizio il giovane<br />

rispettasse l’impegno, ma dopo poco tardasse, tanto d’essere richiamato dalla sua bella.<br />

Egli, mortificato, indeciso, torna incerto alla puntualità ma poi subito avvolto da nuovo ardore<br />

corre sempre più in anticipo all’incontro. Purtroppo il tempo d’attesa diventa anche per lui una così<br />

grande sofferenza da convincersi a rientrare nell’orario prestabilito di convegno. Col passar dei giorni<br />

dunque, rallenta il suo impeto, sino ad arrivare sereno e preciso all’anniversario del suo primo incontro<br />

con tale puntualità e gioia di quanto accaduto, che follemente abbraccia la sua adorata...e fu gran<br />

festa.<br />

I Dei dell’Olimpo, prosegue la leggenda, confermano che da quel momento a memoria delle<br />

passioni, vicissitudini, entusiasmi, ansie e promesse di questi innamorati, il Sole simula sui quadranti di<br />

Cronos lo stesso comportamento: ritarda nei primi mesi dell’anno, tergiversa in estate, anticipa in<br />

autunno per ritornar puntuale a mezzodì nella sua festa di “solstizio invernale” nell’ultima decade<br />

dicembrina.<br />

☺<br />

CRONISTORIA DELLE MERIDIANE DI FERMO (AP)<br />

Cintio Alberto, Fermo<br />

All’inizio del 1845, a Fermo fu presa la decisione di cambiare il sistema orario, ossia di<br />

abbandonare le ore italiche, in cui l’ora zero è l’istante del tramonto del Sole e adottare le ore<br />

astronomiche o europee in cui l’ora zero è la mezzanotte. A questo scopo il Comune per 30 scudi<br />

(all’epoca - 1845 - uno scudo = £. 40.000 circa) aveva affidato a Domenico Venturelli, orologiaio di<br />

Castel Clementino (oggi Servigliano), la costruzione di un orologio meccanico a ruote, completo di<br />

suoneria per ogni quarto d’ora, da installare sulla torre della Chiesa metropolitana.<br />

Il moderatore comunale, Francesco Monaldi, esprime le sue difficoltà a rimettere in modo<br />

giusto la nuova macchina oraria ogni volta che i pesi, arrivati a terra, ne arrestano il movimento. Infatti,<br />

col vecchio orario era facile individuare l’istante del tramonto per suonare l’Ave Maria e per azzerare<br />

l’orologio, ma ora col nuovo non è altrettanto facile individuare l’istante della mezzanotte o del<br />

mezzogiorno.<br />

Per questo il 14.05.1845 il gonfaloniere Matteucci scrive una lettera al delegato apostolico: “Per<br />

regolare gli orologi di questo Comune, stabiliti attualmente all’astronomica, è assolutamente<br />

indispensabile l’uso della meridiana. Troverei perciò opportuno farne costruire due, una al girone e<br />

l’altra nella pubblica piazza, da servire sia l’una che l’altra tanto per comodo del pubblico che per norma<br />

del moderatore di detti orologi”. I calcoli vengono affidati al P. Luigi Bigi, gesuita e professore a Fermo<br />

di matematica e fisica “il quale cortesemente si è offerto di presiedere e diriggere il detto lavoro onde<br />

riesca colla desiderata esattezza e precisione al fine suddivisato”.<br />

Il 25.05.1845, appena undici giorni dopo, i tecnici del comune approvano questo preventivo:<br />

“Conto approssimativo della spesa che può occorrere per la formazione di un piano a scialbo per una<br />

meridiana da gnomone da porsi in questa città. Per armatura dovendo rimanere in opera più giorni =<br />

sc. 0,50. Per giornate del mastro muratore, dovendo essere impiegato a più riprese sotto la direzione<br />

del R.P. Professore Bigi per poter tirare le diverse linee a buon fresco = sc. 2,25. Per facchino = sc.<br />

0,75. Per calce secchi n. 1 = sc. 0,20. Arena scelta ed acqua = sc. 0,70. Ferro per gnomone = sc. 0,20.<br />

Costo del piano finito in tutto = scudi 4,10”.<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Il giorno successivo, 26.05.1845, il vicegonfaloniere Francesco Cordella scrive al Delegato<br />

Apostolico: “Debbo in tale incontro far presenti all’E.V.Ill.ma le istanze che mi sono state avanzate dagli<br />

abitanti della contrada di Campoleggio, dove non ascoltandosi il suono dei pubblici orologi. Si<br />

bramerebbe almeno in parte supplirvi coll’uso di detta meridiana. Trovando per mia parte ragionevole<br />

tale domanda e vista d’altronde la tenuità della spesa in scudi 4.10, bramerei di poterne secondare la<br />

domanda”. La domanda viene immediatamente accolta e il giorno dopo, 27.05.1845, Luigi Pelagallo<br />

ottiene l’autorizzazione a far eseguire questa meridiana a Campoleggio per la quota fissata.<br />

Le meridiane, eseguite con sorprendente sollecitudine, misero ben presto a nudo i difetti della<br />

nuova macchina oraria, per cui il comune corrispose al Venturelli solo 20 dei 30 scudi pattuiti: a tal<br />

proposito c’è un’accorata petizione al gonfaloniere di Fermo da parte della moglie del Venturelli, scritta<br />

su carta intestata del comune di Castel Clementino, di avere almeno 5 scudi per poter sfamare i figlioli.<br />

Il 01.07.1845 fu subito istituita una commissione per fare una perizia sull’orologio meccanico, costituita<br />

da 4 persone: lo stesso Domenico Venturelli, Francesco Alessandro Alessandrini perito per la parte del<br />

comune, Francesco Monadli, moderatore degli orologi comunali, anch’esso perito per la parte del<br />

comune e Agostino Mazzanti, orologiaio di Fermo, perito per la parte del Venturelli. La relazione,<br />

sottoscritta dai quattro, elenca vari difetti tra cui le distanze non uguali tra i denti degli ingranaggi, i perni<br />

non regolari e ruotanti su fori più grandi e soprattutto la insufficiente corsa dei pesi per le 24 ore<br />

nonostante lo sfondamento del pavimento. Il Venturelli fu obbligato a riparare il tutto a sue spese.<br />

Oltre alle meridiane, che ovviamente funzionavano solo nei giorni di Sole, il moderatore aveva<br />

bisogno anche di tavole orarie per il regolamento dell’orologio all’astronomica, ossia tavole che<br />

indicano, per ogni giorno dell’anno, l’ora esatta dell’Ave Maria, ricordando che questa veniva suonata<br />

mezz’ora precisa dopo il tramonto. Il Comune affida l’incarico di calcolare queste tavole a due<br />

professori fermani: uno è il P. Luigi Bigi, già menzionato sopra, e l’altro è il Canonico D. Pasquale<br />

Giacomozzi. Le tavole, compilate dai due separatamente, differiscono in alcuni periodi dell’anno anche<br />

di 5 minuti, perché il primo non aveva tenuto conto della rifrazione della luce che ci fa vedere il Sole<br />

prima che esso arrivi all’orizzonte e il secondo aveva incluso anche la leggerissima differenza dovuta<br />

all’altitudine di Fermo sul livello del mare.<br />

Per dirimere la questione il gonfaloniere Bernetti spedisce le due tavole al Card. Oppizzoni,<br />

Arcicancelliere della Pontificia Università di Bologna, il quale le gira al responsabile della Pontificia<br />

Specola di Bologna, D. Ignazio Calandrelli, professore di ottica e astronomia. Questi risponde il<br />

09.02.1846 dando sostanzialmente ragione al Giacomozzi e fissando i criteri per un calcolo più<br />

rigoroso, secondo gli insegnamenti del grande astronomo gesuita P. Clavio, in questi punti:<br />

• il crepuscolo naturale mattutino e vespertino si calcola quando il centro del Sole è a 18° sotto<br />

l’orizzonte;<br />

• il Sole sorge quando spunta il suo bordo superiore, ossia quando il centro è a 16’ sotto l’orizzonte;<br />

• per effetto della rifrazione il suo bordo spunta quando il centro è a 33’ sotto i 16’ di cui sopra, ossia a<br />

49’ sotto l’orizzonte;<br />

• il crepuscolo civile, ossia l’Ave Maria, è quando il centro del Sole è a 6° sotto l’orizzonte.<br />

Il Bigi, in una lettera del 13.02.1846, mal sopporta la risposta del luminare bolognese, mentre il<br />

Giacomozzi risponde il 15.02.1846 al gonfaloniere ritenendosi molto soddisfatto delle osservazioni e<br />

promette di ricalcolare le tavole secondo i criteri del Calandrelli e di stamparle a proprie spese.<br />

(Tutte queste notizie derivano dalla consultazione, presso l’Archivio di Stato, dell’Esercizio 1845, tit.XI, rub.5 e dell’Esercizio<br />

1846 tit.XI, rub.5 All’interno della torre del duomo, al 2° piano, c’è ancora l’orologio meccanico ma è ridotto in pessimo stato<br />

e completamente bloccato per la ruggine; come anche è ridotta in pessimo stato, con l’intonaco per buona parte staccato, la<br />

meridiana che è sulla fiancata della chiesa).<br />

☺<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

LA MERIDIANA DI ACAZ<br />

Un orologio solare a rifrazione di Georg Hartmann datato 1547<br />

Lino Colombo, Dairago, Milano<br />

L’oggetto di ottone a forma emisferica (diametro 153 mm, altezza 81 mm), lordo e misconosciuto, è<br />

stato fortunosamente nonché abilmente recuperato in un mercatino lombardo, da un antiquario di Busto<br />

Arsizio a metà aprile del 1998.<br />

Si tratta di una meridiana a tazza o, secondo la denominazione greca, a skaphe (cavo), ossia<br />

di una delle più antiche forme conosciute di orologio solare, tracciato sulla superficie interna di una<br />

coppa, di cui sopravvivono molti esempi di marmo risalenti al periodo romano. A distanza di molti<br />

secoli, nel Cinquecento, riprese la costruzione degli orologi a scafea, di tipo portatile e di piccolo<br />

formato, realizzati solitamente in metallo, dei quali la nostra tazza costituisce un notevole esempio<br />

(R.R.J. ROHR, Les Cadrans Solaires. Histoire, Orologio di Hartmann, parte settentrionale<br />

Théorie, Pratique, Strasburgo 1986, pp. 17-19,<br />

21, 156; G. FANTONI, Orologi solari. Trattato<br />

completo di gnomonica, Roma 1988, pp. 328-<br />

331). Nella semisfera ritrovata, in una calotta<br />

sul fondo sono tracciate 15 linee orarie,<br />

numerate dalle V del mattino alle VII di sera,<br />

intersecate da sette linee calendariali,<br />

costituite dalle coniche relative all’ingresso del<br />

sole nei segni dello zodiaco, individuabili dalla<br />

presenza dei simboli corrispondenti. Le ore<br />

del giorno sono segnate<br />

approssimativamente da tutta l’ombra dello<br />

stilo, mentre la data è leggibile solo in<br />

corrispondenza del suo punto estremo. Come<br />

nell’uso attuale, le ore sono contate dalla<br />

mezzanotte, secondo il sistema orario tedesco<br />

dell’epoca, andato in voga in Italia solo alla<br />

fine del Settecento. Sebbene la forma<br />

dell’oggetto presenti notevoli affinità con la<br />

scafea dell’antichità, il suo funzionamento appare singolare e costituisce un elemento di assoluta<br />

novità: prima di leggere correttamente le indicazioni dello strumento, mediante l’ombra dello gnomone,<br />

occorre riempire la tazza d’acqua fino all’orlo (0,8 litri). Infatti, sopra le ore, una dicitura incisa avverte:<br />

HORE A MERIDIE ET SIGNA SOLIS COGNOSCVNTVR EX REFRACTIONE, le ore e i segni sono<br />

conosciuti attraverso la rifrazione del liquido versato nel recipiente. Addirittura, per una parte dell’anno,<br />

l’ombra dello gnomone non si proietterebbe nemmeno sul quadrante, se la tazza non fosse colma<br />

d’acqua che incurvando i raggi solari di parecchi gradi, li invia sul fondo, tra le linee incise con<br />

precisione dal costruttore; linee deformate rispetto a quelle tracciate sulle normali meridiane a scafea,<br />

per tener conto della rifrazione crescente con l’avvicinarsi del sole all’orizzonte.<br />

Tutto il disegno è racchiuso in una calotta incorniciata, con l’apertura di 50°, mentre i rimanenti<br />

40° della semisfera sono sgombri, in quanto i raggi luminosi, nel passare dall’aria all’acqua, hanno un<br />

angolo limite di 48,6° che l’ombra dello gnomone non può mai superare, per andare a proiettarsi sulla<br />

fascia superiore.<br />

L’interno della tazza è suddiviso in due parti uguali dalla linea meridiana, graduata nel tratto<br />

settentrionale da 10° a 90° e affiancata dall’iscrizione: GRADVS ASCENSIONVM SOLIS; la sua<br />

Pag. 13


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

funzione è quindi quella di misurare l’altezza del sole in cielo, anzi, per essere precisi, la “distanza<br />

zenitale” dell’astro.<br />

Il labbro superiore della scafea, dello spessore di 3 mm, è ornato internamente, per tutto lo<br />

sviluppo della circonferenza, dalla scritta incorniciata: HYDRAVLICVM QVOD MIRABILI ARTIFICIO *<br />

IMITATVR * HOROLOGIVM ACHAS IN QVO ESAIAS VMBRAM SOLIS RETRORSVM DVXIT DECEM<br />

GRADIBVS QVARTO REGVM 20 CA ESAIE 38 CA: PARA; LI: 2: CA: 32 YH. Il dispositivo è quindi<br />

definito “idraulico” e imitante, con un “mirabile artificio”, l’orologio di Acaz re di Giuda (736-721 a.C.), dal<br />

momento che l’artefice, citando più volte la Bibbia (Quarto libro dei Re, capitolo 20; Isaia, capitolo 38;<br />

Libro secondo dei<br />

Paralipomeni, capitolo<br />

32), paragona il<br />

funzionamento del proprio<br />

strumento al miracolo<br />

compiuto dal Signore,<br />

quando, invocato dal<br />

profeta Isaia, fece tornare<br />

indietro di dieci gradi<br />

l’ombra della meridiana di<br />

Acaz, deviando i raggi del<br />

sole. È evidente che<br />

l’autore di quest’orologio<br />

solare conosceva<br />

perfettamente gli effetti<br />

della rifrazione, anche se<br />

in modo empirico, poiché,<br />

nonostante il fenomeno fosse già noto fin dall’antichità, la legge attualmente impiegata per eseguirne i<br />

calcoli (legge di SneI) fu scoperta solo nel 1621 da Snellius (Willebrord Snel van Rojen) e formulata<br />

definitivamente da Cartesio nel decennio successivo:<br />

Sin i - n sin r<br />

dove i è l’angolo d’incidenza (formato dalla normale alla superficie di separazione di due mezzi<br />

otticamente diversi e dal raggio incidente), r l’angolo di rifrazione (formato dalla normale e dal raggio<br />

rifratto), n è l’indice di rifrazione relativo del secondo mezzo rispetto al primo, nel nostro caso dell’acqua<br />

rispetto all’aria, pari a 1,333 per la luce gialla.<br />

Per mettere in funzione l’orologio solare, era necessario puntare al polo nord celeste il suo stilo,<br />

ora mancante, originariamente impiantato nella parete della coppa a 48° dal fondo, la cui punta si<br />

trovava esattamente al centro della sfera, così da formare un angolo, rispetto al piano orizzontale, pari<br />

alla latitudine per la quale la scafea è tarata; tale latitudine viene indicata dalla scritta posta in un<br />

piccolo semicerchio alla base dello gnomone: POLVS GRA 41~ MI 41~, corrispondente alla città di<br />

Roma, dove il polo è alto sull’orizzonte all’incirca 41°41’. A dire il vero, la latitudine corretta di Roma è<br />

pari a 41°54’, tuttavia nel Cinquecento il suo valore era ampiamente sottostimato, come testimoniano<br />

tutte le carte geografiche dell’epoca (R. ALMAGIÀ, Monumenta Italiae Cartographica, Firenze 1929, p.<br />

73); ad esempio la carta d’Italia pubblicata nel 1561 da Girolamo Ruscelli posiziona la città proprio alla<br />

stessa latitudine dell’orologio (G. RUSCELLI, La Geografia di Claudio Tolomeo alessandrino, Venezia<br />

1561).<br />

Pag. 14<br />

Proiezione dell’ombra senza acqua


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Il corretto orientamento dello strumento si otteneva mediante una piccola bussola, anch’essa<br />

mancante, fissata sotto il fondo della tazza. Resta il foro del diametro di 18 mm, con intorno una corona<br />

incisa, in cui si leggono le iniziali latine dei quattro punti cardinali:<br />

SEP (settentrione), ME (meridione), OR (oriente), OC (occidente).<br />

Sopra il piede dello gnomone sono riportati il luogo, la data e la firma dell’autore:<br />

RADIORVM SOLIS IN AQVA GEORGIVS HARTMAN NORENBERGE F 1547, ossia Giorgio<br />

Hartmann a Norimberga faceva nel 1547 lo studio dei raggi solari in acqua. Georg Hartmann (1489-<br />

1564), rettore della chiesa di S. Sebaldo a Norimberga, fu un pioniere rinascimentale nella costruzione<br />

di strumenti scientifici; dalla sua bottega uscirono una gran quantità di astrolabi, quadranti, meridiane,<br />

globi e sfere armillari, di cui oggi rimangono un centinaio di esemplari (A. TURNER, Early Scientific<br />

Instruments Europe 1400~1800, Londra 1987, pp. 39-47). L’Hartmann fu anche pioniere nello studio<br />

della declinazione e dell’inclinazione magnetica delle bussole: nel 1510 a Roma misurò la declinazione<br />

magnetica, mentre nel 1544 per primo si accorse che l’ago magnetico “s’inclinava verso terra” (R.<br />

PITONI, Storia della Fisica, Torino 1919, p. 100).<br />

Il Museo di Storia della Scienza di Firenze conserva un orologio solare a scafea della stessa<br />

epoca e con la medesima fattura di quello preso in esame; la coppa fiorentina è completa di coperchio,<br />

che probabilmente aveva la funzione di impedire il versamento e l’evaporazione dell’acqua contenuta.<br />

Bisogna anche segnalare che il museo possiede anche un astrolabio di rame dorato, fabbricato a<br />

Norimberga da Georg Hartmann<br />

nel 1545 (AA.Vv., Museo di<br />

Storia della Scienza-Firenze<br />

Catalogo, Firenze 1991, pp. 12-<br />

13, 30).<br />

Alla fine del mese di<br />

aprile abbiamo proceduto al<br />

restauro del nostro reperto,<br />

liberandone la superficie<br />

metallica dalla crosta di sporco;<br />

lo stilo è stato ricostruito nelle<br />

giuste dimensioni e il foro sul<br />

fondo è stato chiuso con una<br />

bussola moderna. Riempita<br />

d’acqua, la scafea ha così<br />

ripreso a funzionare<br />

perfettamente, indicando il<br />

tempo solare vero locale. Onde verificare che la tazza sia ben orizzontale, basta controllare il livello<br />

superiore del liquido rispetto alle linee incise sul bordo; la stessa acqua innalza l’immagine del fondo e<br />

lo fa sembrare meno incurvato, aumentando così la leggibilità delle indicazioni fornite dall’orologio.<br />

Quanto abbiamo dedotto dall’interpretazione delle scritte e dallo studio delle linee incise nella<br />

coppa, ha trovato piena conferma nel trattato Degli Horologi solari, pubblicato nel 1638 dall’architetto e<br />

matematico Muzio Oddi di Urbino (1569-1639); infatti l’autore, nel capitolo dedicato agli orologi “rifranti”,<br />

afferma: “Tra quante cose belle, & ammirabili, che in proposito d’horologi da Sole sono state ritrovate<br />

infino al giorno d’hoggi, nissuna è che per mio credere pareggi quella di farli nel concavo di un<br />

vaso, con si fatto artifitio, che l’ombra non mostri l’hore giuste, se non quando è tutto ripieno<br />

d’acqua, non potendosi non senza meraviglia vedere, che col fare i Raggi Rifranti, storcere l’ombra<br />

dello Gnomone, la drizzano in parte, che ne faccia conoscere il vero”.<br />

L’Oddi elencò anche i pochi esemplari di questo orologio da lui conosciuti: “Chi di così curiosa<br />

cosa ne sia stato l’autore, non saprei darne certa notizia non sapendo che nessuno de gl’Antichi<br />

n’habbia lasciato memoria alcuna: ben so de moderni, che l’anno 1572 l’Illustrissimo Signor Guidobaldo<br />

Pag. 15<br />

Proiezione dell’ombra con l’acqua alle ore 13,30<br />

Immagine mancante


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

de Marchesi del Monte ne fece fare uno da Simone Baroccio, eccellente artefice, in una mezza sfera<br />

d’ottone, & hollo avuto nelle mani molto tempo, il quale servì poi come per modello d’uno che d’ordine<br />

del Duca Francesco Maria Secondo, ne fu fabbricato entro la tazza della fonte, che è nel giardino<br />

pensile del suo Magnificentissimo Palazzo d’Urbino; come si vede fino al giorno d’hoggi: e circa i<br />

medesimi tempi Gio. Battista Benedetti pubblicò la sua <strong>Gnomonica</strong>, nella quale fece mentione con un<br />

particolare Capitolo di quest’istesso Horologio & un giorno parlandone io col Padre Christoforo Clavio in<br />

Roma, mi disse, che Giovanni da Monteregio n’havea fatto uno ancor lui, per un Prencipe d’Alemagna.<br />

Si conservano ancora presso di me alcuni fogli disegnati dal Commandino, che, per quanto hò potuto<br />

conietturare, giua cercando la ragione della varietà de gl’angoli delle refrattioni, non retirandosi<br />

uniformemente l’ombre fatte dal Gnomone, quando il Sole è vicino all’Orizzonte, da quando è alto da<br />

terra, benché habbia trascorso intervalli uguali, forse per comporne le tavole à questo effetto, non<br />

Manifesto della conferenza tenuta da Colombo<br />

essendo le medesime, che quelle d’Alazeno e di<br />

Vitellione, Né il Benetti, né il Signor Giudobaldo lo<br />

fecero; ma solo accennarono il come si<br />

Haverebbe à fare per comporle, è però la<br />

fabbrica di questi Horologi, fino adesso, si riduce<br />

ad una mera pratica”. Questa è la conferma che il<br />

tracciato degli orologi “rifranti” doveva essere<br />

fatto “in pratica” e non teoricamente; lo stesso<br />

Oddi descrisse il modo di realizzarli, utilizzando<br />

una lanterna per simulare le diverse posizioni del<br />

sole in cielo (R. PANICALI, Orologi e orologiai del<br />

Rinascimento italiano. La scuola urbinate, Urbino<br />

1988, pp. 122-124).<br />

Possiamo concludere che gli orologi<br />

solari a forma di coppa sono assai rari, sviluppati<br />

nella Germania meridionale per un breve arco di<br />

tempo, tra il Cinquecento e il Seicento, cosicché<br />

solo alcuni esemplari di essi si trovano ancora nei<br />

musei; in particolare, l’orologio oggi ritrovato, oltre<br />

ad essere una scafea “a rifrazione”<br />

assolutamente singolare, dovrebbe anche<br />

costituire il primo e il più antico strumento del suo genere. (A.A. MILLS, Chalice dials, “Bulletin of the<br />

British Sundial Society” 95.3, Ottobre 1995, pp. 19-26). Grazie alla preziosa collaborazione di due<br />

esperti di gnomonica, quali Alberto Cintio di Fermo (AP) e <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> di Roccasecca (FR), siamo<br />

venuti a conoscenza che il museo spagnolo di Santa Cruz a Toledo conserva un orologio solare<br />

perfettamente identico a quello da noi studiato (A. A. MILLS, Refractive sundials, “Bulletin of the British<br />

Sundial Society” 96.1, Febbraio 1996, p. 35), la qual cosa non sorprende per nulla, dal momento che<br />

l’autore fu un precursore della produzione “in serie” degli strumenti scientifici, a partire da un unico<br />

modello.<br />

Riguardo, infine, al quesito di Muzio Oddi, circa l’autore “di così curiosa cosa”, dopo quattro<br />

secoli possiamo rispondere che quasi certamente fu proprio Georg Hartmann l’inventore dell’orologio<br />

solare rifranto. ☺<br />

Il giorno 29 maggio l’Assessorato alla cultura del Comune di Dairago (Milano), dove risiede lo<br />

scrivente, ha dedicato una serata alla mostra e al commento dell’orologio solare a rifrazione, intitolata<br />

“UNA MERIDIANA A TAZZA D’ACQUA, ovvero il miracolo del profeta Isaia artificiosamente riprodotto, a cura<br />

di Lino Colombo”. Nella sala del Consiglio comunale, l’oggetto è stato illustrato ad un pubblico attento e<br />

meravigliato dal suo funzionamento, ottenuto con l’ausilio della luce di un proiettore.<br />

Pag. 16


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Nella stessa occasione, il Sindaco ha accolto la nostra proposta di realizzare in pietra una<br />

riproduzione ingrandita dello strumento, da impiegare quale arredo urbano, così da lasciare un ricordo<br />

dell’orologio solare e della sua, purtroppo, breve permanenza nel nostro paese.<br />

Lino Colombo<br />

G n o m o n i c a e D i d a t t i c a<br />

Costruzione di una meridiana per la scuola elementare di<br />

Quinzanello: come coinvolgere gli alunni?<br />

Giacomo Agnelli, Brescia<br />

Perché coinvolgere gli alunni? La motivazione<br />

L’ho constatato più di una volta: i bambini si avvicinano con entusiasmo ai problemi della<br />

<strong>Gnomonica</strong> – l’arte per la costruzione degli orologi solari – e le maestre vedono che gli alunni si danno<br />

da fare per capire come funzionano le meridiane per poi realizzarle. Esempi di fermento si hanno in<br />

diverse scuole bresciane, con manufatti ormai completati e che entrano già nell’elenco delle meridiane<br />

della Provincia bresciana, delle quali si sta facendo in questi giorni il censimento per … farle navigare in<br />

Internet. Qui, a titolo di presentazione di uno fra i lavori del genere eseguiti, cito la “Scuola Elementare<br />

di Quinzanello, frazione di Dello nella bassa” dove gli alunni della IV classe hanno lavorato, sotto la<br />

guida di Giuseppe Tavernini, un appassionato gnomonista di Trento, del sottoscritto e della maestra<br />

Nicoletta Lanzanova, per la costruzione della meridiana orizzontale nel cortile d’asfalto davanti<br />

all’edificio scolastico. Trattasi di una Meridiana Analemmatica, dipinta dai bambini stessi direttamente<br />

per terra - con vernici tipo quelle usate sulla segnaletica stradale – e che consente di leggere l’ora<br />

dell’orologio mediante l’ombra di una persona che si ponga con i piedi sulla data indicata dalla curva a<br />

forma 8 (Lemniscata). Altre due meridiane verticali, per ora esistenti solo come piccoli modelli, sono<br />

incollate sui vetri dell’aula in attesa di passare alla realizzazione definitiva nel prossimo anno scolastico.<br />

Dell’orientamento e le coordinate geografiche<br />

Il muro di cinta della Scuola, nel lato a Nord, risulta parallelo al muro dell’Edificio Scolastico<br />

volto a Sud e rispetto alla Linea Meridiana Nord-Sud essi risultano orientati leggermente verso l’Ovest,<br />

con valore di 9,3°, come indicato nello schizzo sotto riportato.<br />

Dalle mappe risultano i seguenti valori delle coordinate geografiche:<br />

Latitudine 45° 25’ = 45,417° ;<br />

Longitudine 10° 06’= 10,102° ;<br />

Altitudine (metri s.l.m.) 150 m<br />

Costante locale (minuti in ritardo del passaggio del Sole rispetto al Meridiano 15°) = 19,6<br />

minuti.<br />

Pag. 17


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Come hanno proceduto nel<br />

lavoro i ragazzi?<br />

E’ stata fatta una prima verifica<br />

dell’esattezza dell’orientazione della Linea<br />

Meridiana Nord-Sud, mediante il filo a<br />

piombo, come indicato nella figura: si deve<br />

guardare l’ombra del filo nel momento del<br />

Mezzogiorno vero, deducendolo<br />

dall’Analemma (o dalla Lemniscata<br />

corrispondente).<br />

Tale ombra dovrebbe corrispondere<br />

alla linea inclinata di 9,3° calcolata e che si<br />

può tracciare in riferimento alla linea<br />

parallela ai muri relativi sapendo dalla<br />

Trigonometria che tan 9,3° = 0,16376, il che<br />

fa corrispondere per ogni metro di lunghezza<br />

uno spostamento a 90° di circa 164 mm.<br />

Per esempio, il 10 maggio, giorno della verifica, secondo l’Equazione del tempo = - 3 ½ min,<br />

la meridiana anticipa e tenuto conto della Costante locale di +19, 6 min = 19 ½ con cui il sole passa in<br />

ritardo al meridiano e dell’ora legale, il ritardo sarà 1 ora + 19 ½ min – 3 ½ min = 1 ora e 16 min.<br />

Pertanto il Mezzogiorno vero alla Scuola di Quinzanello è avvenuto alle 13:16 di quel giorno (diverso se<br />

fatto in altra data).<br />

Seconda verifica: Il disegno, in scala ridotta, della Meridiana orizzontale è stato incollato su una<br />

piccola tavoletta di legno e posta su un tavolino, orientando perfettamente la linea Nord-Sud. Giorno<br />

per giorno – ciò che è stato possibile fare<br />

anche in aula - si è potuto constatare<br />

l’esattezza dell’indicazione ponendo sul punto<br />

della Curva Analemmatica una minuscola<br />

bandierina o un pupazzetto: l’ombra indicava<br />

esattamente l’ora dell’orologio.<br />

Nel giorno di lunedì 1 giugno ’98 si è<br />

proceduto alla realizzazione di essa nel cortile<br />

della scuola. La grandezza è di 10 metri<br />

nell’estensione da Est a Ovest e di circa 6<br />

metri da Sud a Nord: si è costruita una<br />

Squadra gigante con legni preparati, tipo<br />

battiscopa, utilizzando le misure magiche 3, 4<br />

e 5 (gli alunni di IV elementare non<br />

conoscono il teorema di Pitagora, ove la<br />

somma dei quadrati sui due cateti lunghi 3 e 4 è uguale a quello dell’ipotenusa 5); poi, mediante il<br />

metodo del giardiniere, si è tracciata la Grande Ellisse che contiene le ore della giornata. Era davvero<br />

entusiasmante vedere bambini e bambine darsi da fare, con corda e bastoni puntate sui fuochi,<br />

procedere alla tracciatura della curva, prima con gesso e poi ripassandola – pazientemente – mediante<br />

i pennelli.<br />

Pag. 18<br />

Orientamento dell’edificio<br />

Lettura del filo a piombo


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Meridiana con bandierina<br />

Altra cosa di grande<br />

interesse: la realizzazione<br />

della Lemniscata, con il<br />

procedere dei luoghi<br />

raggiunti dall’ombra del sole<br />

in anticipo o in ritardo,<br />

secondo i valori dell’<br />

Equazione del tempo. Gli<br />

alunni si sono dati ragione<br />

del fatto che il Sole non<br />

ritorna sempre nello stesso<br />

posto ogni 24 ore, ma a volte prima e a volte dopo, nozioni che la maestra ha ricondotto a precedenti<br />

spiegazioni di Geografia astronomica, giustappunto il programma di IV elementare. Le stagioni, i mesi,<br />

i Solstizi e gli Equinozi, l’ora invernale e l’ora estiva, tutto ciò appare sulla meridiana del cortile della<br />

scuola… fatta all’80 % da loro.<br />

Disegni di modelli per le due meridiane verticali<br />

I disegni provvisori di due Meridiane verticali, sono serviti per fare delle prove di validità e<br />

quindi verificare che non ci siano errori nei calcoli effettuati. Il primo è valido per parete a Sud<br />

dell’Edificio Scolastico mentre il secondo è relativo ad una positura perfetta rispetto al Sud: entrambi<br />

sono stati applicati con nastro adesivo sui vetri della finestra, in modo tale da vederle dall’interno<br />

dell’aula (a rovescio rispetto alla vera meridiana che si guarderà dall’esterno verso il muro). I vetri della<br />

finestra sono paralleli al muro in questione (quando sono chiusi) ed apribili in modo da far assumere la<br />

posizione Sud perfetta. L’ombra del sole viene gettata da un oggetto fisso, costituito da una sorta di<br />

Gnomone a Vela, incollato al giusto posto sulla parte esterna della finestra. A differenza della Meridiana<br />

Analemmatica, per le Meridiane Classiche – come queste due – l’ora indicata non sarà più quella del<br />

nostro orologio, ma l’Ora del Sole, con anticipi e ritardi. Tali valori sono indicati dalla curva,<br />

l’Analemma, che ha la forma ondulata e fa corrispondere i mesi sulla linea orizzontale ed i minuti in più<br />

o in meno (+ o -) sulla verticale.<br />

Importante è stato - dopo aver accuratamente rilevato l’esatta indicazione della Linea<br />

Meridiana - di segnarla definitivamente sul davanzale e/o sul pavimento dell’aula in modo da potersi<br />

riferire ad essa ogni volta che si vuol fare la riprova in giorni differenti e distanti fra loro. La collocazione<br />

dei modelli, specialmente quello orizzontale, in modo permanente o provvisorio, è dipeso dalla<br />

possibilità di lasciarli o meno in luogo, sia sul davanzale (che avrebbe potuto essere esposto alle<br />

intemperie) sia su un tavolino entro l’aula (che doveva però essere spostato per le pulizie o per<br />

esigenza d’uso). Più pertinente è risultato il fissaggio dei due disegni del modello verticale sul vetro<br />

della finestra, facendo assumere la giusta posizione a ciascuna differente meridiana mettendo il<br />

battente, rispettivamente, nell’una o nell’altra posizione.<br />

Per quanto attiene lo Gnomone, risulta chiaro che nella meridiana orizzontale sarà mobile,<br />

essendo costituito dalla bandierina o dal pupazzetto (nella realtà è un’asta su piedistallo da spostare o<br />

una persona che si pone sulla data indicata sulla curva a 8 della Lemniscata).<br />

La lettura dei minuti da aggiungere o togliere all’ora del sole per calcolare quella del nostro<br />

orologio – e quindi verificare l’esattezza della meridiana – è presto fatta: si guarda la data e si rilevano i<br />

minuti col segno + o -; se sono in più (segno +) vuol dire che la meridiana é in RITARDO, ossia il sole<br />

passa dopo il tempo medio e vanno aggiunti ai 19 ½ minuti di Costante Locale, se sono in meno<br />

(segno-) vuol dire che la meridiana è in ANTICIPO ed allora si debbono togliere alla Costante Locale.<br />

Come si è visto in precedenza, bisogna tener conto anche del fatto se l’orologio segna l’Ora Invernale o<br />

quella Estiva.<br />

Pag. 19


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Momenti salienti delle prove, che hanno richiesto approfondimento<br />

La corrispondenza fra l’Ora del Sole e l’Ora dell’orologio avviene soltanto nei quattro giorni dell’anno<br />

(pur considerando lo scarto dell’Ora Estiva) che passano per lo “zero” sulla Lemniscata e sulle “12 =<br />

Mezzogiorno vero” dell’Analemma. Essi sono all’incirca: a metà aprile, a metà giugno, a fine agosto,<br />

inizio settembre e verso fine dicembre. Per ogni altra data si deve considerare lo scarto + o – e<br />

valutare (senza la<br />

precisione<br />

cronometrica che<br />

le meridiane non<br />

hanno affatto) la<br />

differenza.<br />

Per quanto<br />

riguarda il<br />

Calendario<br />

Zodiacale, di cui<br />

la meridiana è<br />

precisa<br />

indicatrice, si<br />

devono osservare<br />

le sei fasce che<br />

indicano i 2 x 6 =<br />

12 Segni Zodiacali, che mutano verso il 20 di ogni mese. Si ha l’indicazione del Sole che cresce di<br />

giorno in giorno, per 6 mesi, iniziando dal 21 dicembre (Solstizio d’Inverno, praticamente a Natale) fino<br />

al 21 giugno (Solstizio d’Estate) e le ombre si allungano nelle meridiane verticali e si accorciano in<br />

quelle orizzontali. Poi il Sole cala per gli altri 6 mesi, ritornando al punto di partenza. Nei due transiti<br />

annuali, le fasce indicano per la Stagione Invernale: Capricorno, Acquario e Pesci; per la Stagione<br />

Primaverile: Ariete, Toro e Gemelli: per la Stagione Estiva: Cancro, Leone e Vergine; per la Stagione<br />

Autunnale: Bilancia, Scorpione e Sagittario. Notiamo, appunto, che l’ombra si sposta entro le due<br />

curve estreme, che sono raggiunte nei Solstizi. Allorquando tocca le varie zone – che sono bivalenti –<br />

si passa da una linea retta che è quella degli Equinozi (di Primavera e d’Autunno).<br />

☺<br />

Pag. 20<br />

Posizione della finestra rispetto al Nord<br />

Meridiana verticale


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Il recupero della Meridiana Clementina in S. Maria<br />

degli Angeli<br />

Jacopo Maria Vaccaro, Roma<br />

Nell’ampio panorama degli strumenti astronomici per la misurazione del tempo, la Grande<br />

Meridiana della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma si pone certamente in una<br />

posizione di primo piano.<br />

Particolare della linea Clementina in corrispondenza del Termine della Pasqua<br />

Realizzata nel 1702 da Francesco Bianchini su commissione di Papa Clemente XI, essa<br />

mostra in più punti i segni di circa tre secoli trascorsi, tre secoli di usura per il calpestio dei fedeli,<br />

nonché per le numerose manifestazioni non solo religiose che in tempi più recenti vengono organizzate<br />

all’interno della Basilica.<br />

Ecco quindi che la linea clementina appare oggi non più riconoscibile nella sua interezza,<br />

mentre le linee equinoziali hanno del tutto perso le loro segmentazioni.<br />

Nel corso di una visita scolastica, gli Alunni di due classi dell’Istituto Tecnico Aeronautico di<br />

Stato “Francesco De Pinedo” (di cui chi scrive fa parte) hanno verificato lo stato di degrado e di parziale<br />

abbandono del sito e, con l’approvazione del Preside e dei Consigli di classe, hanno preso la decisione<br />

di “adottare” il monumento per stimolare la sua rimessa in pristino e sorvegliare sulla sua<br />

conservazione.<br />

Il programma, risalente ormai allo scorso Febbraio, si è mosso con l’invio a quotidiani romani e<br />

nazionali di alcune foto da noi realizzate, insieme ad un breve cenno sulla storia e lo stato attuale della<br />

meridiana. Questa “campagna di stampa” è servita per un primo contatto con l’Assessore alla Cultura<br />

Pag. 21


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

del Comune di Roma, che si è detto entusiasta dell’iniziativa, assicurando che la collaborazione avrà<br />

inizio con il prossimo anno scolastico.<br />

In attesa della formalizzazione dell’adozione, è stata avviata la creazione di un sito Internet<br />

(http://www.geocities.com/Athens/Aegean/2001/), ormai quasi del tutto completato; al tempo stesso si<br />

sta realizzando un video ed un CD Rom da porre in vendita in Basilica, in associazione o in alternativa<br />

al volume di Armando Schiavo. Questo momento “divulgativo” avrà il culmine con l’allestimento, nel<br />

prossimo anno scolastico, di una mostra permanente all’interno della Basilica, per la quale sono già<br />

stati presi i primi accordi con il suo Rettore.<br />

Veduta d’insieme delle proiezioni ellittiche del percorso della stella polare per un periodo di 800 anni. Lo<br />

gnomone boreale usato per tali osservazioni fu eliminato dal Vanvitelli nel 1749.<br />

Per quanto attiene al programma di adozione vero e proprio, è nostra intenzione richiedere alle<br />

Autorità competenti di poter partecipare, con facoltà consultive, alle scelte di restauro che saranno<br />

operate, sorvegliando che tali scelte siano basate esclusivamente sul rigore scientifico: sarà pertanto<br />

posta la pregiudiziale che fra gli incaricati del restauro sia presente un astronomo che sappia guidare il<br />

ripristino della linea clementina, delle linee equinoziali e di quant’altro deteriorato di tutto l’impianto,<br />

compreso il diagramma polare.<br />

Chiederemo inoltre di poter partecipare attivamente ai lavori, attraverso lo strumento dei “campi<br />

scuola”.<br />

Ma la nostra opera non dovrà esaurirsi con il restauro: è nostro intendimento ottenere, per noi e<br />

per i futuri alunni dell’Istituto, l’incarico di “sorveglianti” per la salvaguardia e la conservazione del sito;<br />

sarà necessario adottare misure atte ad impedire che il calpestio dei fedeli e dei visitatori possa<br />

nuovamente usurare l’impianto (transennature, coperture mobili, ecc.)<br />

Sarà inoltre necessario far sì che le manifestazioni mondane con notevole afflusso di pubblico<br />

siano nel futuro limitate al massimo e che comunque in tali occasioni si pongano in essere tutte le<br />

misure più idonee alla salvaguardia dell’opera.<br />

Auspichiamo che queste nostre iniziative possano essere accolte favorevolmente dagli<br />

Organismi preposti alla tutela del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese e perciò chiediamo il<br />

sostegno morale, culturale, e , perchè no, propagandistico di quanti condividono il nostro pensiero.<br />

Pag. 22


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

IL PEZZO GIORNALISTICO COMPARSO NE “il MESSAGGERO” di<br />

Sabato 14 Febbraio 1998<br />

La meridiana è a pezzi, la adottano quaranta studenti<br />

Due classi dell’Istituto “De Pinedo” si battono per il restauro dell’antico strumento di S. Maria<br />

degli Angeli<br />

di Alberto Infelise<br />

Il monumento è abbandonato? Nessun problema, lo adottiamo. Questa è, in poche parole, la decisione<br />

che hanno preso gli studenti dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Francesco De Pinedo”, una scuola media<br />

superiore di Roma 70, dopo aver visitato la basilica di Santa Maria degli Angeli. “Nel nostro corso di<br />

studi - spiega Jacopo Maria Vaccaro, uno degli studenti interessati - ci occupiamo di astronomia e la<br />

nostra insegnante, la prof. Maria Antonietta Fraddosio, ci ha portati a visitare la meridiana”.<br />

Arrivati all’antica basilica all’Esedra, gli studenti hanno potuto ammirare la meridiana realizzata nel 1702<br />

dall’architetto Francesco Bianchini all’interno della basilica la cui planimetria fu realizzata da<br />

Michelangelo nel 1566, ma anche verificarne lo stato di degrado e di parziale abbandono. “Questo è un<br />

sito importantissimo - continua Vaccaro - non solo dal punto di vista culturale, ma anche per quanto<br />

riguarda le sue applicazioni scientifiche. Ma sembra abbandonato a se stesso, mancano pezzi del<br />

mosaico pavimentale, e comunque non viene utilizzato per le sue caratteristiche”.<br />

Spinti dalla professoressa Fraddosio, gli allievi della seconda classe (sezioni A e B), una quarantina di<br />

ragazzi tra i quindici e i diciassette anni, hanno pensato di studiare un progetto per la tutela e il ripristino<br />

a tutti gli effetti della meridiana. A giorni comparirà un sito su Internet dedicato ad essa in cui si<br />

potranno trovare fotografie ed informazioni storico-scientifiche. Ma l’aspetto più importante è che gli<br />

allievi della scuola chiederanno al Comune di poter “adottare” la meridiana e di poter studiare un<br />

progetto per il restauro.<br />

L’assessore alla Cultura, Gianni Borgna, si è detto entusiasta di questa iniziativa, ed ha sottolineato<br />

come da tempo il progetto “Adotta un monumento” stia dando risultati importantissimi. “Abbiamo<br />

incominciato la nostra attività - spiega la professoressa Maria Nota, responsabile per il progetto - nel<br />

dicembre 1995. Da allora 250 scuole hanno lavorato con noi. E’ un tassello molto importante nella<br />

tutela dei beni culturali a Roma...<br />

...Quali sono i passi che i ragazzi della “Francesco De Pinedo” dovranno compiere? “Dovranno<br />

contattarci - conclude la professoressa Nota - per prima cosa. A quel punto noi manderemo una scheda<br />

informativa, contatteremo il Provveditorato e il Vaticano, che è proprietario della basilica.Non ci saranno<br />

problemi, visto che con tutti questi enti abbiamo sempre lavorato in armonia, e presto la meridiana avrà<br />

una nuova vita”.<br />

☺<br />

Pag. 23


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

E’ ritornata a splendere la Meridiana della Basilica di<br />

S. <strong>Nicola</strong> l’Arena a Catania Michele Trobia, S. Agata Li Battiati (CT)<br />

In questi ultimi anni, l’Amministrazione Comunale di Catania si è battuta affinché molti dei più importanti<br />

tesosi della città tornassero al loro antico splendore. La Basilica di S. Nicolò all’Arena, impreziosita dal<br />

maestoso organo di Donato del Piano, e della meridiana di Sartorius e di Peters, rappresenta una delle<br />

più importanti ed artistiche chiese monumentali del territorio Siciliano la cui storia si intreccia con gli<br />

eventi ivi accaduti e con personaggi che per svariati motivi si sono trovati ad agire in essa e per essa.<br />

Il Monastero di S. Nicolò l’Arena fondato dai padri Benedettini Cassinesi nella seconda metà<br />

del XVI secolo é, per grandezza e magnificenza secondo in Europa solo a quello di Mafra in Portogallo.<br />

Del grandioso progetto vennero realizzati solo due chiostri e la chiesa il cui prospetto rimase<br />

incompiuto.<br />

Negli originali ambienti destinati a piccolo refettorio a museo e a biblioteca è localizzata la<br />

Biblioteca Civica Ursino Recupero dove, nella splendida Sala Vaccarini è ancora visibile, nelle originali<br />

scaffalature, la prestigiosa collezione libraria dei Benedettini.<br />

La chiesa custodisce due tesori di inestimabile valore: il grandioso organo settecentesco opera<br />

di Donato del Piano “maximum et mirabile” e la Meridiana recentemente restaurata dalla Soprintendenza<br />

ai BB.CC.AA. di Catania.<br />

La realizzazione della Meridiana si<br />

deve all’opera di due illustri scienziati:<br />

Wolfgang Sartorius Barone di Waltershausen<br />

da Gottinga, Germania e Christian Frederick<br />

Peters da Flensburg, Danimarca, chiamati a<br />

Catania per lavorare sulla topografia dell’Etna<br />

e sulla mineralogia e geologia del vulcano.<br />

La linea meridiana fu tirata, in<br />

direzione Nord-Sud, passante sul pavimento<br />

per il punto di proiezione del centro della<br />

cupola.<br />

Essa si estende, lungo il transetto<br />

trasversalmente alla navata principale, dalla<br />

Cappella di S. Benedetto (dov’è il foro<br />

gnomonico) alla Cappella di S. <strong>Nicola</strong> per una<br />

lunghezza complessiva di ml. 40,92.<br />

Funzionamento della Meridiana<br />

Un raggio di Sole, entrando da un<br />

apposito foro (foro gnomonico) si riproduce<br />

come una macchia di luce ellissoidale sul<br />

pavimento e segna, quando il suo centro si<br />

Pianta della basilica di S. Nicolo’ l’Arena con la meridiana<br />

sovrappone alla linea meridiana, il<br />

mezzogiorno locale, inteso come la metà<br />

dell’arco diurno del Sole. Il foro gnomonico ha<br />

un’altezza dal pavimento di ml. 23,92.<br />

Lo spettro solare a forma di ellisse vi<br />

Pag. 24


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

passa, al solstizio invernale, con un asse maggiore di 938 millimetri, ed al solstizio estivo con un asse<br />

maggiore di 228 millimetri.<br />

La linea meridiana è suddivisa, con delle tacche, in modo da segnare, giorno per giorno, il<br />

cammino apparente del Sole attorno alla Terra, in rapporto alla variazione giornaliera della declinazione<br />

del Sole.<br />

Il riquadro di Sud riporta il nome dei progettisti, dello scultore e dell’Abate che ne auspicò il<br />

completamento.<br />

Il riquadro di Nord riporta mediante delle astine incastonate nel marmo i cinque principali<br />

campioni di misure lineari in uso a quell’epoca.<br />

L’opera venne completata nell’anno 1841.<br />

Caratteristiche costruttive<br />

La meridiana è costruita su 24 lastroni di marmo bianco di Carrara lavorati. Sopra una fascia di<br />

questi lastroni si vede una striscia nera larga 2 cm di “Pietra di paragone” (antico nome di una varietà di<br />

diaspro nero). Nel mezzo di essa sta marcata la linea meridiana, non più larga di “una linea”, formata di<br />

una tenacissima “pastiglia rossa”.<br />

Detta linea, nelle unioni di ogni lastrone di marmo va cosi perfettamente a combaciare con<br />

quella corrispondente, che non si può notare un benché minimo deviamento della retta e sembrerebbe<br />

che fosse stata realizzata dopo aver collocato i lastroni: ma tutto è stato fatto dall’abilissimo artista<br />

catanese Carlo Cali “in ogni pezzo separatamente”.<br />

Ai due lati di questa linea di centro, alla uguale distanza di 25 cm, si trovano altre strisce nere<br />

della stessa pietra di paragone, e sopra queste, nelle loro rispettive distanze, si vedono segnati i numeri<br />

dei giorni di ogni mese.<br />

I mesi sono rappresentati da 12 riquadri di marmo grigio-scuro in cui sono con maestria<br />

disegnate e “incastrate ad intarsiatura” le figure dei segni dello Zodiaco in “lava rossa vulcanica di<br />

Militello” opera dello stesso scultore Carlo Cali.<br />

☺<br />

Storia della Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong><br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong>, Roccasecca (FR)<br />

Questo breve scritto vuol essere anche un omaggio alla memoria di Charles K. Aked, l’editore del<br />

Bulletin della British Sundial Society, purtroppo scomparso di recente. Charles, intuendo le già buone<br />

potenzialità del mio lavoro di catalogazione libraria, si mise al lavoro per realizzare insieme a me la più<br />

imponente bibliografia della gnomonica di tutti i tempi.<br />

Pag. 25


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Dal 1988 si è cominciato ad osservare, almeno in Italia, la crescita di un certo interesse verso la cultura<br />

degli orologi solari, ormai abbandonata dai tempi delle storiche pubblicazioni dei manuali Hoepli di cui l’ultimo della<br />

serie fu probabilmente il noto volume di Enrico Garnier, <strong>Gnomonica</strong>. Teoria e pratica dell’orologio solare, pubblicato<br />

attorno al 1936.<br />

Tale interesse ha mobilitato evidentemente diverse schiere di appassionati fino a formare gruppi di studio e<br />

di lavoro alcuni dei quali si sono organizzati in vere e proprie associazioni, come l’Accademia del Sole di Torino,<br />

scomparsa da anni ma che ha realizzato notevoli progetti gnomonici, come il famoso libro Le ombre del tempo, di<br />

Pavanello. Moglia, Trinchero, pubblicato appunto nel 1988. Contemporaneamente, vedeva la luce anche Orologi<br />

Solari, il completo trattato di gnomonica scritto dall’amm. Girolamo Fantoni e Meridiane di René Rohr, per la prima<br />

volta tradotto in Italiano per conto della Ulisse edizioni. Dal 1988, la Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili<br />

Italiani ha organizzato quasi annualmente una serie di seminari sull’argomento, tutti ben riusciti, ai quali hanno<br />

aderito un sempre crescente numero di persone. In pochi anni, l’editoria italiana si è arricchita di molte nuove<br />

pubblicazioni, amatoriali, professionali, semplici e tecniche. Ognuna di queste pubblicazioni riportava alla fine del<br />

volume una piccola bibliografia che non poteva però rispecchiare in nessun modo una reale situazione editoriale<br />

nel campo gnomonico sia in Italia che nel mondo ed in relazione soprattutto con quanto era stato fatto nei secoli<br />

passati.<br />

La mancanza di uno strumento bibliografico che agevolasse le ricerche degli appassionati, cominciava a<br />

farsi sentire, o almeno io l’avvertivo, già nel 1992, quando era chiaro che ogni biblioteca che gestiva un fondo di una<br />

qualche importanza era come uno scrigno in cui le scoperte di nuovi libri e scritti di gnomonica, prima sconosciuti, si<br />

susseguivano a ritmo serrato.<br />

Ma come fare e dove cercare i titoli di libri sconosciuti non riportati in nessuno dei libri moderni?<br />

La risposta si trovava nella possibilità di scartabellare negli scaffali delle biblioteche che contenevano altri<br />

lavori bibliografici generici.<br />

E’ noto che la possibilità di sfogliare tutti i libri che si vuole<br />

negli scaffali di biblioteche importanti è una via preclusa dalle<br />

severe leggi che governano oggi tali istituzioni culturali. E’ da<br />

riconoscere però che l’approccio diretto agli scaffali è la strada<br />

migliore per la ricerca e che permette di trovare, strada facendo,<br />

sorprese assolutamente inaspettate. Ma non si può pretendere<br />

tutto dalla vita.<br />

Intanto, nella mia fortunata sessione di ricerca svolta negli<br />

anni 1991-92-93 e 1994, ebbi modo di operare nel migliore dei<br />

modi, ottenendo un libero accesso agli scaffali di diverse importanti<br />

biblioteche del Lazio. Ciò mi consentì di sfogliare migliaia di volumi<br />

e di trovare abbastanza materiale da formare un notevole corpus di<br />

informazioni per la realizzazione del progetto bibliografico che<br />

avevo a cuore.<br />

A tale materiale si interessò, nel 1992, Enrico Macchia il<br />

quale volle curare per conto dell’Associazione Astronomica Umbra,<br />

di cui era il presidente, un opuscolo stampato con metodi<br />

senz’altro caserecci in cui si elencavano circa 300 titoli. E già si<br />

trattava della più grossa raccolta in Italia che mi spronò a mettermi subito al lavoro per ampliare la lista. Così, dopo<br />

appena pochi mesi, la stessa associazione curò una seconda pubblicazione che conteneva già un notevole<br />

aggiornamento portando il numero dei titoli a circa 800. L’ampliamento riguardava soprattutto un lungo elenco di<br />

codici manoscritti che ero riuscito a trovare in antichi cataloghi.<br />

La febbre di aumentare il numero dei titoli delle pubblicazioni di gnomonica era appena all’inizio del suo<br />

stadio evolutivo e conobbe il suo apice nel 1993, quando decisi di rovistare i fondi delle biblioteche di Montecassino,<br />

Subiaco, Casamari, Trisulti, Balsorano, con qualche puntata speciale alla Biblioteca Nazionale di Roma, Assisi e<br />

alla Biblioteca Provinciale de l’Aquila. Su questo lavoro base di ricerca poggiarono il loro contributo, altrettanto<br />

speciale e fondamentale, molti autori appassionati di gnomonica italiani. Grossi contributi vi furono da parte della<br />

Pag. 26<br />

Prima edizione della Bibliografia con 300 titoli


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Sezione Quadranti Solari, tramite il suo coordinatore Francesco Azzarita, con un elenco di opere (circa un centinaio)<br />

segnalate negli anni alla Sezione stessa; Girolamo Fantoni mi spedì una raccolta di varie bibliografie riprese da libri<br />

di autori stranieri; Edmondo Marianeschi mi portò a conoscenza di uno straordinario elenco redatto mezzo secolo fa<br />

da uno sconosciuto autore italiano e conservato nella Public Library di New York; Gabriele Vanin diede il suo<br />

contributo segnalando le opere di gnomonica presenti nella Biblioteca Universitaria di Padova, e via dicendo.<br />

Sulla base di questi importanti contributi, ebbi modo di preparare la terza edizione della Bibliografia della<br />

<strong>Gnomonica</strong> che presentai al V° Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong> tenutosi nell’aprile del 1994 a S. Feliciano sul<br />

Trasimeno (PG). Il catalogo che ormai elencava circa 2000 titoli di opere a stampa e manoscritti sulla gnomonica, fu<br />

molto apprezzato ed ebbe un buon successo tra i vari appassionati, tra cui anche il plauso del prof. Paolo Maffei che<br />

fu molto gratificante per me e per il lavoro estenuante che con molta passione avevo svolto fino ad allora.<br />

Tuttavia, la Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong> era un’opera italiana che teneva conto quasi esclusivamente<br />

dell’editoria gnomonica italiana. Nel frattempo, molte associazioni straniere avevano iniziato a pubblicare una<br />

propria rivista e l’incessante sviluppo della rete Internet - che ha enormemente facilitato ed incentivato la<br />

comunicazione, la collaborazione e quindi l’interscambio culturale a livello mondiale tra gli autori e gli appassionati<br />

di gnomonica - ha reso molto più evidente la lacuna relativa alla catalogazione dell’editoria gnomonica<br />

internazionale.<br />

La svolta per riuscire a colmare questa lacuna arrivò nella primavera del 1996, quando cominciò la mia<br />

collaborazione con la British Sundial Society e in special modo<br />

con il redattore del suo Bulletin, Mr. Charles K. Aked. Dopo veloci<br />

scambi di materiale per posta ordinaria, Aked restò letteralmente<br />

fulminato quando si trovò di fronte la mia Bibliografia della<br />

<strong>Gnomonica</strong> di 2000 titoli. Così egli mi parlò del suo vecchio<br />

progetto di redarre una bibliografia il più possibile completa della<br />

<strong>Gnomonica</strong>, e durante tutta la sua vita non aveva mai tralasciato<br />

di catalogare tutti gli articoli di tutte le riviste di cui veniva a<br />

conoscenza e tutti i libri di gnomonica pubblicati. Fino al 7 aprile<br />

del 1989 aveva raccolto un elenco di 3000 titoli il cui ultimo “rechecked”,<br />

cioè controllo, risale al 12 maggio del 1991. Poi la<br />

ricerca si arenò, forse a causa dell’aggravarsi della sua malattia.<br />

Ma il vigore e l’entusiasmo della mia iniziativa<br />

invogliarono Charles a ritrovare le forze necessarie per rimettersi<br />

al lavoro e riesaminare tutto il materiale che aveva raccolto. La<br />

collaborazione per la più grande bibliografia gnomonica mai<br />

realizzata era cominciata.<br />

E naturalmente, da buon inglese ma con molta obiettività,<br />

ebbe a farmi notare che un così importante progetto era quasi<br />

necessario pubblicarlo in inglese per dargli un carattere di<br />

“internazionalità” e per renderlo ben leggibile in tutte le sue parti<br />

ai lettori inglesi: “I think you are quite right about your work. Better<br />

La prima raccolta di Aked con 3000 titoli<br />

to publish it in English and then sell the books. Very few English people understand the Italian language” mi scriveva<br />

nella lettera del 22 ottobre 1996.<br />

Aked cominciò a lavorare duramente, avendo anche molto tempo a disposizione. Le sue ricerche erano<br />

incentrate sui cataloghi di alcune biblioteche e musei inglesi che da tempo aveva preso di mira, ma erano soprattutto<br />

rivolte all’aggiornamento relativo alle numerose pubblicazioni delle associazioni di gnomonica che si erano nel<br />

frattempo consolidate e che avevano sviluppato una notevole attività divulgativa. Era assolutamente determinato<br />

nella realizzazione di questo progetto, a costo di molte sofferenze. Egli sfidò la sua malattia che mai un istante lo<br />

aveva lasciato:<br />

“I have worked very hard this week to collate the dialling references which I have neglected since 1989. I<br />

have extracted the information from the following journals: Antiquarian Horology, Antique Clocks, De<br />

Zonnewijzerkring, La Busca de Paper...” mi scriveva contento e soddisfatto il 14 marzo del 1997, quando il lavoro<br />

cominciava a prendere la sua forma definitiva. Un lavoro massacrante quello di ricopiare tutti i titoli degli articoli<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

comparsi su tutte le riviste che aveva citato. E pensare che solo la rivista De Zonnewijzerkring, conteneva oltre un<br />

migliaio di pezzi! Ma un simile lavoro lasciava il segno: “My eyes are tired with all this reading!”, lamentava la<br />

stanchezza degli occhi a causa delle infinite letture cui si sottoponeva per trovare nuovi titoli.<br />

E se lui si consumava gli occhi sui giornali, i miei bruciavano davanti al video del computer per il troppo<br />

tempo trascorso a convertire, aggiustare, correggere e impaginare i file ASCII che mi mandava e che il mio<br />

computer leggeva con molti problemi di compatibilità.<br />

Più di 30 floppy disks hanno fatto la spola tra l’Inghilterra e l’Italia, per oltre un anno, per questa impresa a<br />

quattro mani.<br />

Quando l’impossibile era stato fatto, Aked mi scriveva sempre le solite cose: “I have worked very hard...I<br />

have re-typed the missing entries... I have searched the whole run of the American NAWCC Bulletin...”, ecc.<br />

Riguardo quest’ultimo lavoro di ricerca, relativo al bollettino della NAWCC, egli tenne a sottolineare che per ordinare<br />

3000 titoli della sua bibliografia del 1989 aveva impiegato 3 mesi, mentre per scrivere i 1465 titoli trovati nei bollettini<br />

della NAWCC aveva lavorato ora così tanto da averci impiegato solo 10 giorni: “It took me 3 months to find 3000 in<br />

1989, and in 10 days in 1997 - 1465!”.<br />

Nel marzo del 1997 si era arrivati quasi alla fine del lavoro preliminare di raccolta e gli spedii una bozza di<br />

ciò che poteva essere la nuova “Bibliografia della <strong>Gnomonica</strong>” con 5000 titoli. Ma ormai la febbre bibliografica era<br />

salita ancora e il 16 aprile 1997 si dimostrò entusiasta e determinato a continuare la ricerca finché gli fosse stato<br />

possibile. Voleva arrivare a diecimila titoli: “When I have recovered from my efforts of the last week, I shall make a<br />

start on the new entries. We must try to reach 10,000 entries”.<br />

Intanto, mentre la bibliografia cresceva di giorno in giorno, Aked mi sottolineava costante mente il problema<br />

per i lettori inglesi di leggere un libro scritto in una lingua che non fosse l’inglese. Così, prendeva piede nei miei<br />

pensieri l’idea di “trasformare” tutto in inglese e fare questa benedetta bibliografia gnomonica internazionale.<br />

Nel frattempo Aked, ansioso di conoscere come procedeva la catalogazione, mi scriveva il 18 maggio 1997<br />

chiedendomi quanto mancava per arrivare a 10000 titoli: “If we include the encloused listing of months dialling works<br />

in the Bibliography, how far is the number of entries from 10000? I am very weary (spossato, stanco, affaticato) of<br />

typing dialling entries”. E denunciava, quindi, anche la sua stanchezza nel fare questo duro lavoro.<br />

Mentre Aked continuava la sua catalogazione ricercando in archivi, chiedendo collaborazioni, ecc., anch’io<br />

avevo ricevuto aiuto da molti amici appassionati che hanno dato un significativo contributo alla Bibliografia<br />

determinando addirittura il superamento del “record” dei 10000 titoli.<br />

A causa delle diverse fasi di copiatura, trascrizioni e del lavoro di impaginazione delle centinaia di file, il<br />

catalogo generale conteneva un numero abbastanza elevato di titoli doppioni. Eliminare questi, insieme al maggior<br />

numero possibile di errori, è stato per me il lavoro più pesante che mai abbia avuto da fare nel campo della<br />

gnomonica! Settimane intere trascorse davanti al computer setacciando una ventina di pagine per volta,<br />

sostituendo, correggendo, modificando, confrontando, spesso lavorando con quattro o sei documenti aperti<br />

contemporaneamente in 6 finestre sulla stessa videata!<br />

E’ anche la rilevare che Aked, mentre lavorava a questo progetto, aveva provveduto a “salvaguardare” il suo<br />

vecchio lavoro di catalogazione in una unica pubblicazione che prevedeva l’unificazione di tre liste da 1000 titoli<br />

ciascuna. Tale pubblicazione fu resa nota al principio del 1997 come “An Opusculum of Dialling References” a cui<br />

seguì un aggiornamento dal titolo “A new Opusculum...”. Ad Aked però premeva che il suo lavoro divenisse parte<br />

integrante della più grande raccolta bibliografica gnomonica mai fatta prima.<br />

Con l’ultimo massiccio contributo di Klaus Eichholz, che pure aveva redatto una bibliografia di 4000 titoli, si<br />

arrivò ad un totale di circa 12000 titoli.<br />

Ad Aked premeva che il lavoro fosse pubblicato dopo una attenta revisione nell’intento di eliminare il<br />

maggior numero possibile di errori: “Do not publish the Bibliography until it is corrected”. Scriveva il 14 luglio 1997. Si<br />

era agli sgoccioli. Avevo previsto l’uscita di tale lavoro per Settembre del 1997 e la sua divulgazione all’VIII°<br />

Seminario di <strong>Gnomonica</strong> di Porto S. Giorgio (AP) il 3, 4 e 5 Ottobre.<br />

Così, in quell’occasione ho avuto modo di presentare la più grande bibliografia della gnomonica, frutto della<br />

collaborazione di molti gnomonisti italiani e stranieri: Edmondo Marianeschi, Riccardo Anselmi, Gabriele Vanin,<br />

Paolo F. Forlati, Enio Vanzin, Enrico Macchia, Andrea Girardi, Fabrizio Vedelago, Giovanni Paltrinieri, Enrico<br />

Stomeo, Alberto Cintio, Girolamo Fantoni, Nicoletta Lanciano, Fulvio Fugatti, Francesco Azzarita, Giuliano Romano,<br />

Pag. 28


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Giorgio Silvestrelli, Valentina Paradiso, Gianni Ferrari, Silvano Bianchi, Renzo Righi, Francesco Crifasi, Mario<br />

Arnaldi, Mario Catamo, Claudio Garetti, Guido Tonello, Klaus Eichholz, Allan Mills, Fred Sawyer, C.St.J.H. Daniel.<br />

Un lavoro che è stato ben accolto dalla critica internazionale e che rispecchia ampiamente le previsioni che<br />

Aked mi scriveva nella lettera del 18 febbraio 1997, poco dopo essere venuto a conoscenza del mio precedente<br />

lavoro bibliografico: “...With your additions, the Bibliography will be the largest the world has ever seen!”.<br />

Molte sono le critiche che possono essere mosse a quest’opera. Si può dire che essa non rispecchia i<br />

canoni delle metodologie classiche di catalogazione libraria; che potrebbe sembrare solo un semplice elenco<br />

disposto alla rinfusa, anche se in ordine alfabetico per autori e, per quanto possibile, per ordine cronologico tra gli<br />

autori stessi; che non è una bibliografia “ragionata”; che contiene errori di stampa, sviste, qualche doppione<br />

(sebbene sia stata passata più volte al setaccio per ridurre al minimo questo inconveniente), notizie approssimative,<br />

e via dicendo.<br />

Versione definitiva della Bibliografia con circa 11500 titoli<br />

Tuttavia, la International Bibliography of<br />

<strong>Gnomonica</strong>, con i suoi circa 12000 titoli elenca,<br />

credo, la maggior parte di quanto è stato pubblicato<br />

sull’argomento gnomonica in tutti i tempi, battendo<br />

persino le opere classiche come il Bailly. Inoltre, la<br />

sua utilità di ricerca è senza dubbio una delle<br />

principali e più importanti caratteristiche che ne<br />

fanno, per l’appassionato, uno strumento di lavoro<br />

insostituibile. E se la versione cartacea può avere<br />

qualche limite facilitando la ricerca solo per via<br />

alfabetica, la versione computerizzata, leggibile con<br />

il noto programma word processor WORD, nelle<br />

versioni 6, e ancora meglio WORD7,<br />

rispettivamente di Windows 3.11 e Windows 95,<br />

offre spunti di ricerca inesauribili ed impossibili da<br />

eseguire a mano sulla versione cartacea.<br />

Per fare un esempio, si pensi alla difficoltà<br />

di fare una ricerca su circa 12000 titoli dei possibili<br />

volumi ed articoli che trattino di un argomento<br />

particolare della gnomonica, come potrebbe essere<br />

tutto ciò che riguarda gli orologi solari a rifrazione,<br />

senza conoscere né titoli, né autori.<br />

Bene. Con la versione elettronica della<br />

International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong> è questa<br />

una operazione fattibile in pochi minuti. Infatti, con gli appositi comandi di ricerca del programma WORD (comando<br />

“Trova” dal menù “Modifica”), digitando una parola chiave, come per esempio “chalice”, riferito a chalice dial (orologi<br />

solari a calice tra cui quelli a rifrazione), “refraction” e “rifrazione”, si hanno buone possibilità di scovare le<br />

pubblicazioni, inglesi ed italiane, che contengono quelle parole e che sono quindi relative all’argomento cercato. I<br />

risultati sono stupefacenti...provare per credere.<br />

☺<br />

Pag. 29


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Charles Kenneth Aked: in memoriam<br />

Pag. 30<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong><br />

Il 22 Aprile 1998 è venuto a mancare il caro Charles Kenneth Aked con il quale è<br />

stato possibile attuare il progetto della bibliografia di cui si è parlato nell’articolo. Charles<br />

fu uno dei soci fondatori della British Sundial Society, nonché instancabile editore del<br />

Bulletin dal 1989 fino al 1997. Quando aveva 26 anni entrò in carriera nella Royal Naval<br />

Scientific Service da cui si ritirò dopo quasi sessant’anni di servizio nel 1984 come<br />

Principal Scientific Officer. Nel 1962 si associa - diventando poi vicepresidente -<br />

all’Antiquarian Horology Society per la quale produce una mirabile quantità di lavori. La<br />

sua reputazione nel campo degli orologi solari e meccanici è rafforzata dagli oltre 300<br />

articoli che ha scritto con passione e devozione per tutte le più importanti riviste del<br />

settore. Fu prezioso collaboratore dei più prestigiosi gnomonisti del mondo, tra cui anche<br />

René Rohr, di cui ha potuto stilare l’elenco più dettagliato dei suoi scritti pubblicato nella nostra Bibliografia.<br />

La sua dedizione allo studio degli orologi (di tutti i tipi) era totale: “I write about dialling to occupy my mind (and about<br />

clocks and watches); if I could find something more interesting, I would try that too. But life is for living, and each of us finds<br />

satisfaction in different ways. I cannot smoke, do not drink, my wife forbids lovemaking, - so what esle is left? So I spend much<br />

time on dialling, wich my wife tells me is a complete waste of time. So is every human activity if you analyse it - what then are<br />

we to do?....(...)...My wife does not think he è wasting his life, but I have achieved nothing and am wasting my life. Fortunately I<br />

will not waste it for much longer as I have cancer which is now attacking my liver - che peccato!”. Con questa sottile - e a tratti<br />

ironica - filosofia di vita Charles mi comunicava il 26 settembre del 1996 di essere affetto da quel male incurabile, il cancro, per<br />

cui i medici gli avevano pronosticato - nel 1992 - pochi mesi di vita! Da vero amico mi consigliava di non spendere tutto il mio<br />

tempo nella gnomonica, altrimenti avrei avuto problemi con mia moglie: “Do not spend all your time on dialling or you will have<br />

trouble with your wife!”. Charles non si era mai arreso, dal 1992, davanti alla prospettiva fatta dai medici. Anzi, con<br />

l’entusiasmo di un ragazzino si era buttato a capofitto nell’interminabile lavoro di catalogazione della bibliografia, lavorando per<br />

settimane per oltre dieci ore al giorno. E continuò a lavorare duro anche quando stava malissimo, con attacchi emorragici e<br />

contro il parere negativo dei medici. Mi ha commosso quando mi scrisse il giorno che aveva superato l’età in cui era morto il<br />

padre, ma ciò che mi ha colpito di più fu quando gli confessai il mio dolore per la notizia della sua malattia. Egli rispose con<br />

una lettera del 6 ottobre 1996: “Do not worry about me having cancer, if it was not that, it would be something else, I have lived<br />

four years longer that the doctors have given me. I am sure that God has some purpose behind all these things although it<br />

seems evil to us because of our ignorance. Nothing in this Universe is without purpose. Writing helps me to forget my illness, it<br />

is important not to think of yourself only, that is the way to death. Besides which, I have been near to death on many occasions,<br />

if it is not time for you to go, neither illness nor accidents will send you there before your time. A year ago I had an accidents in<br />

my car, it was completely wrecked but I got out without a single scratch! I have had 25.000 volts through me and walked away<br />

only shaken but unbowed. 10 years ago I fell from the top of my house, spent many weeks in bed but nothing broken!!! There<br />

seems to be no room in Heaven for diallists, there may be too many there already!!.<br />

Non c’è dubbio, una bella lezione di vita da un uomo che ci mancherà molto.


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

L’OROLOGIO SOLARE DI TORREMAGGIORE: enigma risolto?<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong>, Roccasecca (FR)<br />

Alla fine dell’VIII Seminario Nazionale di <strong>Gnomonica</strong>, svoltosi a Porto S. Giorgio (AP) il 3, 4 e 5 ottobre<br />

1997, Francesco Azzarita, coordinatore della Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili Italiani, presentò una<br />

relazione intitolata “Castello di Torremaggiore (FG): un quadrante solare enigmatico”, pubblicata poi negli Atti dello<br />

stesso Seminario.<br />

E’ importante riportare alcuni passi essenziali della relazione di Azzarita per poter comprendere meglio<br />

l’analisi che si farà in seguito:<br />

“Nel cortile interno del Castello di Torremaggiore (FG) si trova quest’orologio solare...sulla facciata<br />

dell’antica “torre quadra”. Esso è collocato a circa 8 metri di altezza e, date le ridotte dimensioni del cortile, non può<br />

leggersi dal basso, ma solo dal cornicione di fronte donde è stato fotografato. L’orologio è del tipo verticale, di forma<br />

circolare, del diametro di circa 80 cm; attualmente risulta incassato leggermente nel muro, forse a causa dei restauri<br />

operati sulle pareti. L’orologio presenta due stili sovrapposti ma visibilmente “disassati” e quindi di dubbia<br />

funzionalità. Sono entrambi in tondino di ferro del diametro stimato di 1,5 cm ma di diversa lunghezza<br />

(rispettivamente 40 e 30 cm). Il loro orientamento appare approssimato: sembrano rimossi e ricollocati.<br />

Sul disco dell’orologio vi sono linee, numeri, date e nomi, tutti incisi nella pietra. I numeri indicano le ore<br />

segnate dalle linee innanzi indicate le quali confluiscono alla base dello stilo più alto.<br />

C’è una data indicata ed è il “1592” che è la data di costruzione della “torre quadra”...Il nome inciso è “Paul<br />

III S.S.D.R.”. E’ questo il nome Duca di Sangro di Torremaggiore Paolo III che poi acquisì il nome di Paolo II...Le<br />

lettere S.S.D.R. restano per ora incomprensibili...Il muro su cui è collocato l’orologio è fortemente declinante verso<br />

Est di 28°....<br />

I problemi che pone questo quadrante sono di due ordini:<br />

in relazione agli stili indicatori.<br />

E’ possibile che non si tratti di due stili ma di uno stilo polare (superiore) con sostegno orizzontale.....<br />

in relazione alle linee sul quadro.<br />

Vi sono linee di diverso genere, raggruppabili fra loro. Ve ne sono 13 che indicano le ore per quarti di<br />

giornata (dall’ora VI dell’alba alla VI di mezzogiorno, alla VI del tramonto) seguendo un sistema simile a quella delle<br />

“ore canoniche” . Tra ora ed ora vi sono linee che suddividono ogni ora in tre parti. Infine vi sono tratti (forse residui)<br />

di linee orizzontali o curve, di non facile interpretazione. Giunti a questo punto lasciamo ad altri di approfondire, se è<br />

di interesse, la struttura di questo quadrante”.<br />

L’Anima dello Gnomonista<br />

Come le “Ombre del Tempo” tracciano linee rette ed iperboli sui quadranti, così le<br />

“onde del tempo” incidono con righe, solchi e rughe la mia fronte pensante.<br />

L’orologio solare fa sentire il vertiginoso moto apparente della nostra stella ed obbliga<br />

a cercare un riferimento e fissare la posizione del “tempo” finito e dello “spazio” infinito.<br />

Nell’ideare e costruire orologi solari ritengo sia necessario tenere in evidenza non<br />

solamente la forma estetica, ma dare importanza al “sito” e la zona con un preciso significato<br />

che rispecchi le tradizioni sociali e popolari del luogo.<br />

Lodovico Pasquali, astrofilo ottuagenario di S. Giovanni in Persiceto<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Questa la descrizione<br />

dell’orologio ed il commento che si<br />

legge nella relazione di Azzarita. Da<br />

questo punto, procedo a memoria,<br />

cercando di ricordare la successione<br />

degli eventi che interessarono il breve<br />

intervento in questione durante il<br />

predetto Seminario.<br />

Innanzitutto, ricordo il<br />

tentennamento di molti di noi che<br />

seguivamo con interesse<br />

l’argomento, cercando una strada per<br />

svelare l’enigma proposto dal nostro<br />

coordinatore. In breve tempo alcuni si<br />

pronunciarono e tra i primi vi fu<br />

Nicoletta Lanciano che interpretò<br />

correttamente la scritta PAUL III<br />

S.S.D.R., trasformandola in PAUL III<br />

SS.PR. che vale “serenissimo<br />

principe Paolo III”.<br />

Orologio solare di Torremaggiore. Foto di Francesco Azzarita (per gentile concessione)<br />

Orologio solare di Torremaggiore come interpretato dall’autore<br />

Altri si pronunciarono sulla<br />

suddivisione delle ore e si interpretò,<br />

forse anche in questo caso<br />

correttamente, che le suddivisioni<br />

presenti a due a due tra le linee orarie<br />

III-III, appaiono essere di venti in venti<br />

minuti, al modo arabo e fanno<br />

apparire questo tracciato molto più<br />

fitto del normale e non “armonioso”<br />

come negli altri orologi.<br />

Ricordo bene che sul<br />

significato dei due gnomoni non fu<br />

detto assolutamente nulla,<br />

proponendo che uno dei due<br />

probabilmente era di troppo. Nessuna<br />

interpretazione fu data delle altre linee<br />

che ingarbugliano il tracciato orario<br />

principale e che costituiscono parte principale dell’enigma dell’orologio. Il mio intervento finale costituì l’unica voce<br />

che si levò a favore di due tracciati sovrapposti che utilizzavano ognuno il proprio gnomone per cui il tracciato delle<br />

ore normali funzionava con lo gnomone polare, mentre il tracciato che sembra recare tracce di linee di declinazione<br />

solare utilizzava il secondo gnomone ortostilo, perpendicolare al quadro dell’orologio, anche se leggermente<br />

pendente probabilmente per essere stato manipolato nel tempo.<br />

A tale intervento nessuno obiettò qualcosa, anche se si avverti nell’aria un leggero scetticismo.<br />

Dopo l’intervento di Azzarita continuai ad esaminare le figure che egli gentilmente mise a mia disposizione<br />

per studiarle. Ne parlai con alcuni amici i quali non ebbero modo di dimostrare il contrario, né di spazzare via lo<br />

scetticismo iniziale.<br />

Quindi, continuai ad analizzare il problema nei giorni seguenti e questo è quanto fino ad ora sono riuscito a<br />

interpretare, a mio vedere, in modo credo abbastanza corretto.<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Innanzitutto, la posizione della retta equinoziale, molto poco inclinata rispetto alla linea meridiana, fa<br />

pensare ad una declinazione minima del muro su cui è (od era) costruito il quadrante, forse di 2-3 gradi verso Est,<br />

non certo di circa 30 gradi come indicato da Azzarita. Quindi, l’orologio potrebbe essere stato spostato dalla sua<br />

posizione originaria, oppure la declinazione indicata da Azzarita non corrisponde alla realtà.<br />

Poi bisogna premettere che è difficile immaginare se l’orologio sia stato ritoccato nel corso di 4 secoli, ma è<br />

poco probabile. In ogni caso, esso si presenta con un tracciato abbastanza approssimativo molto simile a quelli<br />

ricavati non dal calcolo, ma dall’osservazione del moto dell’ombra dello gnomone in alcuni particolari giorni<br />

dell’anno, nel modo in cui si procedeva nell’antichità, quando non era richiesta una grande precisione. Tali metodi<br />

pratici sono ancora descritti nei trattati di fine ‘800.<br />

Considerazioni<br />

A mio avviso, e per quanto è possibile vedere dalla fotocopia di una foto fornita dallo stesso Azzarita,<br />

l’orologio presenta due stili disposti, sulla stessa linea meridiana verticale, a poca distanza. Quello superiore sembra<br />

essere leggermente inclinato e probabilmente esso era un tempo inclinato come dovrebbe in effetti essere<br />

l’assostilo. Il secondo, più basso, più corto e più somigliante ad un ortostilo.<br />

Per la base, o piede, dell’assostilo, passa una linea vagamente orizzontale che rappresenterebbe la retta<br />

“alba-tramonto” delle linee orarie VI-VI. Il resto delle linee orarie è molto simile al semplice tracciato delle linee orarie<br />

astronomiche, molto fitte verso il mezzogiorno, molto larghe oltre le linee delle ore III.<br />

Il secondo stilo, posizionato più in basso, dovrebbe servire, forse indipendentemente dal tracciato orario e<br />

dal primo stilo, per un calendario zodiacale formato dalle classiche sette linee diurne. Delle due più invernali<br />

(novembre-dicembre) restano solo le tracce più esterne e sono molto ravvicinate tra loro. Prolungando idealmente<br />

(nel disegno si vede) queste due curve, esse passano appena sotto il piede del secondo stilo, come si conviene<br />

nella norma del tracciato relativo alle curve diurne. Prolungando i tratti di curve che si vedono a destra e a sinistra, si<br />

ottiene il calendario zodiacale completo.<br />

Ciò che non si capisce è come mai sia stato scelto di aggiungere uno stilo supplementare indipendente dal<br />

primo per il calendario zodiacale e perché questo non sia stato inserito nel tracciato orario usando il primo stilo.<br />

A ciò si può rispondere che tale operazione è giustificata dal fatto che se si fosse usato il primo stilo, le<br />

curve diurne invernali avrebbero “invaso” lo spazio dedicato alla scritta PAVL III SS PR. Ma questo solo nel caso che<br />

il primo stilo fosse stato un ortostilo.<br />

Infine, non è chiara l’ultima suddivisione oraria tra le linee I e III, e III e V ove i tratti sembrano indicare<br />

suddivisioni di quarti d’ora.<br />

Sembrerebbe quindi un misto, questo orologio, di tradizioni arabe (suddivisioni orarie in 20 minuti), ed<br />

europee (suddivisioni orarie più esterne in quarti d’ora). Questa considerazione è importante qualora si pensi che in<br />

effetti qualcuno, più di recente, avrebbe potuto modificare l’orologio originale, nato sotto influsso arabo con le sole<br />

suddivisioni orarie III-III, con l’aggiunta di un secondo tracciato, di influsso europeo, relativo al calendario zodiacale<br />

ed estendendo il tracciato primario.<br />

In ogni caso è evidente che tutto il tracciato è molto approssimativo (soprattutto lo zodiaco), quasi un<br />

semplice tentativo di fare un vero orologio solare.<br />

☺<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Dalle riviste.... <br />

In The Compendium, la rivista della North American Sundial Society (n. 2 giugno 1998), viene<br />

presentato da Javier Moreno Bores (Madrid) un articolo tecnico dedicato ad una nuova famiglia di orologi solari con<br />

gnomone conico, mentre Stephen Luecking di Chicago descrive metodi di costruzione geometrica degli orologi solari<br />

con coordinate ellittiche integrando l’originale lavoro con un metodo di applicazione per CAD. Sarebbe interessante<br />

scoprire se l’autore è a conoscenza che i metodi da lui espressi nelle figure 6 e 7 furono già descritti da Cristoforo<br />

Clavio nella sua “Gnomonices Libri Octo” pubblicata a Roma nel 1581.<br />

Robert Kellogg di Rockville ci fa conoscere un interessante passo di un manoscritto astronomico pseudo-<br />

Beda dal titolo Incipiunt Pauca De Temporibus Bedae Presbiteri in cui si ritrova una dettagliata descrizione delle ore<br />

del giorno e sulle loro durata.<br />

Inoltre, alcuni fogli non rilegati annunciano il NASS Meeting in Seattle 11-13 Settembre 1998<br />

Nel Bulletin della British Sundial Society (n. 98.2, giugno 1998) sono da menzionare i seguenti lavori: un<br />

articolo a firma di Denis Schneider (Francia) sugli orologi solari antichi realizzati in Egitto, in cui è riportato anche un<br />

passo molto interessante di J.F. Champollion (decifratore dei geroglifici) relativo al “merket”; un articolo di Mario<br />

Arnaldi sulla misura del tempo in Dante e Francesco di Bartolo da Buti; un articolo di <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> sulla<br />

gnomonica di Athanasius Kircher; un sunto firmato C.K. Aked dei lavori bibliografici effettuati fino ad oggi, con<br />

particolare riferimento alla International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong> realizzata da C. K. Aked e <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> nel<br />

1997.<br />

Alcune considerazioni da parte di C.St.J.H.Daniel sul restauro e conservazione degli orologi solari. Inoltre<br />

sono presenti diversi brevi articoli che descrivono realizzazioni di vari orologi solari portatili, da giardino, un emisfero<br />

del tipo antico, il ritrovamento di due orologi canonici su due chiese in Ungheria e tante altre notizie.<br />

In Analema, il Bollettino della Asociacion De Amigos de los relojes de sol di Madrid, compare un<br />

interessante lavoro storico di M.M. Valdés su un presunto orologio solare “esenio” ritrovato nel 1954 in una grotta di<br />

Qumran. Lo studio tiene conto di tutte le ipotesi fino ad oggi formulate da vari studiosi ed è ben illustrato. Nicole<br />

Marquet presenta alcuni orologi solari “decimali” del XVIII secolo. Completa questo numero un lungo e tecnico<br />

formulario che tratta della gnomonica vettoriale. Nel numero 21, settembre-dicembre dello stesso bollettino, ricevuto<br />

il 24 luglio 1998, compaiono altri articoli di grande interesse, a discapito di una veste editoriale spartana. Il nostro<br />

Mario Arnaldi ripropone una sintesi delle interpretazioni di un famoso passo di Dante Alighieri nella sua Divina<br />

Commedia che è in relazione con il computo delle ore temporarie e canoniche nel medioevo. Louis Marquet tratta<br />

della storia di un “cannoncino solare” che si trova nel palazzo reale di Parigi. Josè Maria Ponce De Leon mostra il<br />

procedimento matematico per la tracciatura e la spiegazione della curva dell’Ars e dell’arco dell’Obliquità presenti in<br />

un astrolabio arabo del 1686. M. Milenio fa qualche considerazione su quanto il noto matematico Montucla scrisse di<br />

gnomonica nel suo trattato “Histoire des Mathématiques” riportando anche alcuni giudizi che questi fece sui maggiori<br />

gnomonisti del Rinascimento e della sua epoca. Manuel Lombardero espone un metodo matematico originale,<br />

basato sulle coordinate-distanze dei lati del rettangolo del quadro dell’orologio, per la tracciatura delle linee orarie<br />

negli orologi solari verticali declinanti.<br />

In AstronomiA UAI, organo ufficiale dell’Unione Astrofili Italiani (n.4 luglio-agosto 1998), compare un<br />

articolo a firma di F. Azzarita, E. Del Favero, G. Vanin, sullo stato d’avanzamento del censimento nazionale degli<br />

orologi solari e la relativa catalogazione nel linguaggio informatizzato ed unificato AQS. Nella situazione presentata,<br />

sembra siano stati censiti circa 4800 orologi solari in Italia, ma il numero è destinato quasi a raddoppiare in quanto<br />

devono confluire nel catalogo molti altri dati in preparazione.<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Nel NAWCC Bulletin, il bollettino della National Association of Watch and Clocks Collectors, Inc. (Vol.<br />

40/2 - n. 313) compaiono due articoli: Of witch trials and sundials di Edmund A. Fortier in cui è descritto un orologio<br />

orizzontale di John Proctor; il resoconto del meeting del 1996 della British Sundial Society a firma di Charles K.<br />

Aked.<br />

Nel numero di Lulgio/Agosto di Biblical Archeology Review, è stato pubblicato l’articolo Bad Timing a<br />

firma di Abraham Levy in cui l’autore fa una brevissima panoramica sugli orologi solari antichi trovati in territorio<br />

israeliano. Il pretesto però è servito per ipotizzare che il presunto orologio solare a disco trovato circa 40 anni fa<br />

negli scavi di Père Roland De Vaux, nei pressi delle grotte di Qumran sul Mar Morto, non sarebbe altro che un<br />

game-board, un gioco antico denominato mehen (“to coil”), altrimenti detto “serpente” perché il disco dà quella<br />

impressione. Questo gioco era conosciuto già nell’antico Egitto predinastico ed anche in Libano, Siria, Cipro, Creta e<br />

le isole Egee. Ma l’autore, alla fine delle sue supposizioni si rende anche conto che è duro immaginare le sette<br />

religiose di Qumran in assetto di gioco, del tipo casinò, invece che pregare e lavorare e riconosce che la “rondella” di<br />

Qumran resta effettivamente un mistero da svelare. Nelle 11 note che accompagnano l’articolo, a dire il vero, molto<br />

semplice e a tratti un po’ leggero nelle affermazioni, non si riscontrano due lavori fondamentali che restituiscono i<br />

risultati delle analisi effettuate dal punto di vista gnomonico. I due articoli sono An astronomical measuring<br />

instrument from Qumran (probably used as a sundial) di Avraham Avitzour di Israele, pubblicato su Compendium, la<br />

rivista di gnomonica della North American Sundial Society, Dicembre 1997; e Reloj de sol esenio di Manuel M.<br />

Valdés, pubblicato su Analema, dell’Associacion de amigos de los relojes de sol, Maggio-Agosto 1997, <strong>n°</strong> 20.<br />

Questi due articoli, e soprattutto il secondo, affrontano il problema di questo strano strumento in modo molto più<br />

convincente che non l’autore dell’articolo qui recensito e, se anche fosse difficile dimostrare che di orologio solare<br />

trattasi, certamente non può passare inosservata l’osservazione che uno gnomne di adeguata altezza posto al<br />

centro dello strumento, determina delle lunghezze d’ombra che marcando i circoli incisi sul disco hanno una stretta<br />

relazione con le principali curve di declinazione del sole. In particolare, il solco più largo e profondo al centro del<br />

disco corrisponde perfettamente alla lunghezza d’ombra del giorno degli ezuinozi. L’autore dell’articolo della BAR<br />

afferma che non può trattarsi di un orologio solare solo perché a quell’epoca questi erano diversi, come ci insegna la<br />

gnomonica ellenistica.<br />

E’ ovvio che un’affermazione tanto leggera dimostra che l’autore ha poca dimestichezza con la gnomonica e<br />

la sua storia ed è un vero peccato che non sia venuto a conoscenza dei due lavori menzionati, che pure sono stati<br />

pubblicati prima di questo articolo.<br />

Nel numero speciale 20 Giugno 1998 di ZONNEWIJZERKRING Vlaanderen vzw, la rivista della omonima<br />

associazione belga di gnomonica, è stato poresentato un sommario del grande ed unico progetto denominato<br />

Zonnewijzer Project Genk con cui è stato allestito un vero e proprio parco gnomonico nella città di Genk in Fiandra<br />

(Belgian Limburg). L’associazione ha selezioneto 12 progetti di orologi solari su 80 presentati da gnomonisti di vari<br />

paesi. Tre di questi orologi solari sono una novità assoluta, nel senso che non sono mai stati inventati e costruiti<br />

prima. Tale progetto ha generato anche un Genk Synposium del 20 giugno ’98. Tra gli orologi solari allestiti<br />

ricordiamo: una grande sfera armillare di 1,20 mt di diametro, realizzata da Jan De Graeve; un grande poliedro<br />

somigliante agli orologi multipli che si vedono nei testi di Fineo, Kircher, ecc.; un orologio orizzontale con curve<br />

diurne e lemniscata; un altro grande orizzontale con assostilo di 4 metri; una linea meridiana orizzontale; un<br />

orologio calendariale a forma di libro aperto; un grande analemmatico; un orizzontale bifilare; un orizzontale con<br />

gnomone conico; un orologio solare con display “digitale”. Quest’ultimo desta senz’altro curiosità ma ha poco a che<br />

fare con i veri orologi solari funzionanti con l’ombra dello gnomone. E’ stato inventato e costruito da Werner Krotz,<br />

Daniel Scharstein, Felix Scharstein, Hans Scharstein.<br />

Chi fosse interessato a questo tipo di orologio, l’associazione ha pubblicato un piccolo opuscolo in<br />

tedesco in cui viede data la teoria e la costruzione. Può essere richiesto a questa redazione con l’invio delle spese di<br />

£. 2000 in busta chiusa per una copia (pp.12).<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Ne Il Cielo <strong>n°</strong> 21 di Luglio, Biroma Editore (pp. 58-61), compare un articolo a firma di K.P. Cheung nella<br />

rubrica Astrobricolage intitolato Un metodo alternativo di costruzione delle meridiane. Si tratta di un metodo che<br />

permette di “avere una rappresentazione completa di come la luce solare si rapporta allo gnomone e alla sua ombra<br />

sulla superficie della meridiana al variare del giorno, dell’ora e della latitudine, partendo dall’ipotesi che il sole<br />

percorra la volta celeste come se si trattasse di una superficie cilindrica”. E’ lo sconvolgimento di tutte le regole della<br />

gnomonica. Premesso che l’articolo è scritto (o tradotto) malissimo dal punto di vista divulgativo-letterario e di non<br />

facile comprensione a causa della cattiva qualità dei grafici e la mancanza di qualche figura (fig. 23), esso è<br />

assolutamente inutile dal punto di vista gnomonico, se si esclude quel poco di curiosità che può suscitare il nuovo<br />

esperimento (ma veramente nuovo?) di considerare la volta celeste come cilindrica anziché sferica. Il risultato è che<br />

la proiezione che ne risulta degli elementi gnomonici rassomiglia ad una specie di “assonometria cavaliera” che se<br />

effettuata per la realizzazione pratica di una meridiana piana orizzontale, la più semplice, può facilmente indurre in<br />

grossolani errori di misura e grafici. L’unico vantaggio, sarebbe quello della facile proiezione dei punti delle curve<br />

diurne solstiziali che però non saranno mai precisi come quelli trovati con la facile e veloce applicazione di una<br />

formuletta trigonometrica. Ma forse erano più facili, chiari e spediti gli antichi metodi rinascimentali che utilizzavano<br />

il “radio orario” per la completa rappresentazione degli elementi di una meridiana (anche verticale declinante). Infine,<br />

mi sembra giusto dichiarare che con tante eccellenti firme nella gnomonica italiana, davvero non serviva regalare<br />

pagine su una rivista di astronomia italiana ad articoli di gnomonica che hanno già il loro spazio su Internet.<br />

☺<br />

Spazio Internet <br />

Dalla Sundial Mailing List<br />

La Sundial Mailing List è una delle attività gnomoniche internazionali più importanti esistenti in Internet. Fu<br />

fondata nel febbraio del 1996 dallo gnomonista Daniel Roth e riunisce oltre 350 appassionati di tutto il mondo<br />

attraverso un geniale quanto semplice “maggiordomo” informatico che riesce a smistare tutte le richieste di<br />

messaggi in entrata o in uscita a tutti gli indirizzi degli iscritti alla lista. Naturalmente il “maggiordomo” è un computer<br />

con modem che riceve i messaggi dei nuovi iscritti e provvede ad inserirli nella lista, a dar loro il benvenuto con altri<br />

messaggi integrativi di informazioni e l’elenco degli iscritti. Attraverso due o tre semplici parole, si diventa<br />

gratuitamente “soci” o ci si può ritirare. Le finalità di questo semplice ed ammirevole progetto sono semplici, ma<br />

importantissime. Ogni socio può porre un quesito di gnomonica, una richiesta, un annuncio, ecc., inviando un<br />

messaggio e-mail al “maggiordomo” che provvede a sua volta a smistare lo stesso a tutti gli altri iscritti. Chi risponde<br />

può farlo sia direttamente al richiedente, sia - sempre per mezzo di “maggiordomo” - per conoscenza a tutti i soci. E’<br />

così che giorno per giorno ci si imbatte in una serie di quesiti, notizie e quant’altro riguarda la gnomonica e<br />

argomenti affini creando un interscambio culturale a livello mondiale di informazioni scambiate quasi in tempo reale<br />

che non sarebbe assolutamente possibile in nessun altro modo. Coloro che seguono già la sundial mailing listi in<br />

Internet, possono anche saltare queste pagine perché seguono “in diretta” gli avvenimenti. Riporterò, quindi, in via<br />

sommaria le informazioni, curiosità, appuntamenti e quant’altro di interesse gnomonico per il lettore generico.<br />

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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Ove compare questo simbolo, è possibile richiedere alla redazione la documentazione relativa all’argomento trattato:<br />

gratuitamente se la richiesta viene effettuata tramite posta elettronica; allegando le spese, indicate volta per volta relative<br />

all’affrancatura e fotocopiatura dei documenti, nel caso di spedizione per posta ordinaria.<br />

• E’ stato aperto un nuovo sito Web in cui è possibile trovare informazioni su congressi, seminari,<br />

conferenze ed altre iniziative che si terranno in tutto il mondo. L’indirizzo è: http://www.troc.es/scg/events. La<br />

Società Catalana di <strong>Gnomonica</strong> aggiorna questo sito sperando nella collaborazione di tutti gli appassionati ed<br />

invitando tutti a segnalare le attività di cui viene a conoscenza riempiendo il questionario che si trova nelle pagine<br />

del sito predetto. L’indirizzo della Società Catalana è: Societat Catalana de <strong>Gnomonica</strong>, Atenes, 3 - 08006<br />

Barcelona, Catalonia; e-mail: scg@troc.es; web site: http://www.troc.es/scg.<br />

• Chi possiede una copia in più, o le fotocopie del libro “Sundial, the Art and Science of Gnomonics” di<br />

Frank Cousins, può contattare Tom Kreyche, 2602 E. Aloha St. Seattle, WA 98112 USA, e-mail:<br />

tkreyche@well.com;<br />

• Roderick Wall annuncia che al sito http://www.longnow.org/clock/face.html ci si collega alla pagina<br />

“Millenium Clock Design” in cui si trova una sorta di apparato armillare che permette di mettere in “fase” gli orologi<br />

con il mezzogiorno vero solare del proprio luogo.<br />

• Frank Evans (frankevans@zooplankton.demon.co.uk) cerca notizie biografiche di Mrs. H.K.F.Eden la<br />

quale, dopo la morte di Alfred Margaret Gatty, insieme ad Eneanor Lloyd, revisionò l’ultima edizione del noto libro<br />

di Gatty “The book of sundials” del 1872, pubblicando l’edizione del 1900.<br />

• Guenther Berger annuncia che nel giugno 1998 è stato aperto un “giardino gnomonico” (sundialgarden,<br />

Sonnenuhrgarten) al sesto piano del “Deutschen Museum” di Monaco in Germania. Si tratta di un museo<br />

gnomonico permamente in cui sono esposte interessanti collezioni di orologi solari che vanno dai modelli più<br />

antichi a quelli di nuova invenzione. Una descrizione parziale degli orologi solari esposti si può trovare al sito:<br />

http://www.deutsches-museum.de/ausstell/dauer/zeitmess/sonne.htm.<br />

• Chi fosse particolarmente interessato agli orologi portatili universali ad anello, può collegarsi al sito<br />

della homepage http://www2.netcom.com∼abraxas2/universal.htm<br />

• Richard M. Kooliah ha avvertito che la testata “The Pinhole Journal” nel numero di Aprile 1998, Vol.<br />

14, 1) ha intitolato “A tour of Renaissance Pinhole Sites in Italy”. In pratica, oltre a relazionare su alcuni siti italiani<br />

d’interesse artistici, sono state presentate varie meridiane eliotropiche (meridian lines) ed orologi solari riflessi<br />

(probabilmente qualli a noi noti di Trinità dei Monti, Palazzo Spada, ecc.). Chi volesse curiosare in queste<br />

informazioni può collegarsi al sito: http://www.pinholeresource.com/<br />

• Karl Schwarzinger annuncia un concorso dal titolo “Sundial for Reutte” aperto al pubblico con una<br />

giuria indipendente e non soggetta a direttive. Chi è interessato può trovare informazioni al sito<br />

http://www.tirol.com/reutte-kultur/sonne<br />

• Ancora Karl Schwarzinger chiede informazioni sui cosiddetti “cave-sundials” che egli indica essere<br />

quei monumenti antichi destinati a diverse funzioni che per la loro particolare progettazione potrebbero avere<br />

qualche interesse gnomonico. Cita alcuni esempi come il sito di NewGrane in Irlanda, le grotte della montagna<br />

Ida a Creta, il labirinto a Schwaebisch Gmuend, in Germania o il labirinto “Grosses Schulerloch” ad Altmuehltal<br />

vicino Kelheim, in Germania. Egli ha anche trovato un volume che parla di questi “cave-sundials”: Hoehlen als<br />

fruehe Observatorien” di Herbert G. Hofer pubblicato da Verlag Jost-Jetter, D-71296 Heimsheim 1996, 64<br />

pagine. In Italia questo argomento è strettamente connesso con l’archeoastronomia di cui ricordiamo<br />

l’instancabile lavoro di ricerca del noto prof. Giuliano Romano.<br />

Pag. 37


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

(Richiesta documentazione - 12 messaggi - £.2500). Tony Moss pone una interessante questione sull’origine e<br />

gli sviluppi storici del sistema internazionale dei fusi orari, che in inglese denominano International Time Zones. A<br />

tale questione hanno risposto con vivo interesse Richard Langley del Geodetic Research Laboratory dell’Università<br />

di New Brunswick, Canada, Ross McCluney, Jorge Ramalho, Andre E. Bouchard, segretario generale della<br />

Commission de Cadrans Solaires du Quebec, Gordon Uber e Thibaud Taudin-Chab. E’ emerso, in linea generale,<br />

che oltre alla confusione di notizie storiche in merito, il sistema della suddivisione dei fusi orari è fallace in alcune<br />

sue parti, non tenendo conto di alcune zone segnalate dagli autori stessi. Inoltre, sulla difficoltà di reperire<br />

informazioni storiche sulla sua scelta ed adozione si è pronunciato, con qualche dettaglio in più, Gordon Uber. Chi<br />

fosse interessato all’argomento, può richiedere alla redazione - via e-mail (in questo caso gratuitamente), o per<br />

posta ordinaria (in questo caso allegando le spese di spedizione e fotocopiatura dei documenti come sopra<br />

indicato), i relativi messaggi registrati.<br />

(Richiesta documentazione - 7 messaggi - £. 2500). John Harding pone un’altra interessante questione relativa<br />

stavolta all’adozione del segno matematico dell’Equazione del Tempo. Il problema è stato sollevato dopo aver<br />

constatato che alcuni importanti libri di gnomonica presentavano grafici dell’equazione del tempo con segni diversi<br />

che danno luogo a formule con segni diversi. Rispondono David Higgon, Krzysztof Kotynia, Frank Evans, Dave &<br />

Susan, Ron Anthony e Luke Coletti.<br />

La <strong>Gnomonica</strong> nel WEB<br />

Pag. 38<br />

Diego Bonata<br />

Circolo Astrofili Bergamaschi<br />

Internet non è più un gioco o un sistema per passare il tempo, ma un nuovo modo di comunicare, di farsi<br />

conoscere e di far conoscere le proprie attività, per lavorare, per studiare ed informarsi; uno strumento che<br />

indiscutibilmente, entro pochi anni, entrerà in tutte le sue forme, nella maggior parte delle nostre case per la sua<br />

versatilità ed utilità.<br />

Saper usare Internet proficuamente è molto più di poter leggere una rivista di gnomonica, vuol dire poter:<br />

• attingere ad un’immensa biblioteca di articoli e lavori di tutto il mondo sull’argomento interessato;<br />

• pubblicare liberamente e senza pericoli di tagli i propri lavori;<br />

• estrarre tutto il materiale che desideriamo in un formato (non cartaceo) facilmente manipolabile ed<br />

adattabile per le nostre esigenze e ricerche;<br />

• contattare e consultare direttamente ed in breve tempo gli autori dei lavori che ci interessano;<br />

• scambiare programmi oppure documenti o tabelle in modo molto più semplice, sicuro, comodo e veloce<br />

rispetto all’utilizzo del normale servizio postale;<br />

• lavorare con un mezzo molto più iterativo e comunicativo. Una rivista è un insieme di articoli fatti da<br />

qualcuno che possiamo liberamente leggere; usare Internet vuol dire soprattutto partecipare<br />

attivamente alla lettura, decidere una propria linea da seguire nel discorso, suggerire all’autore i nostri<br />

consigli e pareri, partecipare ad indagini statistiche o conoscitive, poter modellare la nostra conoscenza<br />

agendo direttamente su quanto stiamo leggendo;


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

• sottoscrivere una lista di discussione tematica che ci permetta ti scambiare opinioni, discutere risolvere<br />

dei problemi personali, ed organizzare le nostre attività.<br />

Esistono mille motivi per cui potrei consigliare Internet. Io stesso, un po’ per pigrizia, un po’ per questioni di<br />

tempo, ho sempre disdegnato comunicare via lettera e l’arrivo di Internet mi ha finalmente ridato questo desiderio di<br />

confronto con gli altri e creare legami di discussione che altrimenti sentivo morire (ed ora, ancor più) nell’attesa di<br />

una risposta dal mio interlocutore.<br />

In questa rubrica fissa si cercherà dapprima di vagare nel WEB, o ragnatela come dicono gli italianisti, per<br />

individuare che cosa sia possibile trovare su Internet per quanto riguarda i quadranti solari, per poi passare a articoli<br />

più mirati sulle varie associazioni gnomoniche nazionali ed internazionali ed infine passare in rassegna e dedicarsi ai<br />

migliori siti Web di gnomonica, alle novità ed alle utilità di gnomonica che è possibile trovarci.<br />

In questo lungo percorso à necessario possedere alcune nozioni basilari in quanto non ci sarà sempre<br />

possibile, anche se molti richiami ci aiuteranno, spiegare approfonditamente il funzionamento di Internet e degli<br />

strumenti che ci permettono di navigarci disinvoltamente.<br />

Per navigare all’interno di Internet è necessario innanzitutto un programma fatto ad hoc, e cioè nel<br />

linguaggio tecnico un browser, ed in Italia i più diffusi sono appunto Netscape e Internet Explorer. Con un browser è<br />

possibile “spostarsi” o navigare nel mondo di Internet semplicemente inserendo nell’apposito spazio l’indirizzo<br />

(esattamente come avviene per una normale lettera) necessario per raggiungere ciò che ci interessa.<br />

Ma come conoscere tale indirizzo visto che non è poi così semplice da ricordare? E come trovare qualche<br />

cosa in Internet?<br />

In effetti questo è proprio il punto del problema……. Questo mondo è così complesso, ed in continua<br />

evoluzione, che la cosa più difficile è cercarvi qualche informazione, non perché non esiste, ma perché è<br />

terribilmente difficile fare un indice di un libro di dimensioni mondiali che cambia e si accresce ogni istante che<br />

passa.<br />

Se quindi si vuole trovare un articolo, o altro, si hanno due possibilità: o si ricorre agli indirizzi forniti da chi li<br />

ha già cercati per noi (e qualche cosa già si potrà trovare in questo numero), oppure si utilizzano quelli che vengono<br />

chiamati Motori di Ricerca, che sono appunto dei grandi “indici” elettronici aggiornati costantemente da dei sistemi<br />

automatizzati di catalogazione in base a parole chiavi, e sono dei servizi forniti gratuitamente da importanti società<br />

informatiche.<br />

I motori di Ricerca sono strutturati in modo tale da permettere l’inserimento di una parola chiave di ricerca e<br />

per mezzo di un pulsante con scritto normalmente “search” o “cerca” si può accedere ad una lista di siti che<br />

contengono al loro interno la suddetta parola.<br />

Facciamo un esempio: supponiamo di voler cercare in rete alcune parole tipiche come ‘sundial’, ‘meridiana’,<br />

‘gnomonica’ e ‘Quadranti Solari’ con alcuni dei più noti ed utilizzati motori di ricerca che elencherò di seguito in<br />

ordine di utilizzo in base alla mia esperienza personale:<br />

Ebbene i risultati ottenuti sono i seguenti:<br />

ALTAVISTA 62410 Sundial 4456 158<br />

12933<br />

Meridiana <strong>Gnomonica</strong> Quadranti solari<br />

EXCITE 6008 1044 30 3110<br />

YAHOO 85 2 51 37<br />

VIRGILIO 0 9 0 38<br />

ARIANNA 239 1784 118 200<br />

Possiamo osservare che alcuni motori di ricerca sembrano più completi di altri, ma non è detto che questo<br />

sia vero. Infatti, quella che per uno è una ‘fondamentale’ parola chiave per un altro questa parola non vuole dire<br />

nulla; l’unica possibilità per barcamenarsi con disinvoltura in questo marasma è sicuramente l’esperienza di un po’ di<br />

ricerche.<br />

Pag. 39


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Indirizzi di alcuni fra i più noti motori di ricerca<br />

ALTAVISTA http://altavista.digital.com/<br />

EXCITE http://www.excite.com/<br />

YAHOO http://www.yahoo.com/<br />

VIRGILIO http://www.virgilio.it/edit/index.html (solo italiano)<br />

ARIANNA http://www.arianna.it/arianna/docs/html/ricerca_avanzata.html (solo italiano)<br />

Come si vede poi, è molto difficile orientarsi fra tanti siti contenenti queste parole (e non è detto che<br />

riguardino tutti la gnomonica e non e detto inoltre che non ce ne siano altri indicizzati in altri modi) per questo è<br />

spesso necessario scegliere delle parole chiave che possano essere più discriminanti di altre o aiutarsi con le<br />

ricerche avanzate permesse da tali siti (non tutti) che filtrano ad esempio la selezione attraverso files di tipo, in una<br />

lingua, realizzati dopo una certa data, e contenenti più parole chiave mediante una sintassi che varia da motore a<br />

motore in base a semplici regoline indicate nelle loro sezioni di istruzioni o di aiuto.<br />

Va bene, per questa volta terminerò questa tediosa introduzione ad Internet cercando perciò di risparmiarvi<br />

la faticosa ricerca delle associazioni internazionali di Gnomonisti più importanti, ripromettendomi però di soffermarmi<br />

su ciascuna delle loro pagine web in futuro:<br />

1-Austria - Arbeitsgruppe Sonnenuhren - (<strong>Gnomonica</strong>e Societas Austriaca) - Austrian Sundial Society<br />

http://www.sundials.co.uk/gsade.htm<br />

2-Catalonia, Spain - Societat Catalana de <strong>Gnomonica</strong> - Catalan Sundial Society<br />

http://www.ubr.com/clocks/sundial/catalane.html<br />

3-France - Commission des cadrans solaires<br />

http://www.union-fin.fr/usr/ymasse<br />

4-Italy - UNIONE ASTROFILI ITALIANI - Sezione Quadranti Solari -<br />

http://www.mclink.it/mclink/astro/uai/sez_gqs/index.htm<br />

5-Netherlands - De Zonnenwijzerkring - Dutch Sundial Society<br />

http://www.IAEhv.nl/users/ferdv/<br />

6-North America - North American Sundial Society (NASS)<br />

http://www.shadow.net/~bobt/nass/nass.htm<br />

7-Quebec - Commission des cadrans solaires du Quebec<br />

http://cadrans_solaires.scg.ulaval.ca/<br />

8-United Kingdom - British Sundial Society<br />

http://www.sundials.co.uk/bssgen.htm<br />

Dopo questa gentile concessione, passiamo ad altro, in Internet esistono anche le mail - list, che<br />

letteralmente sono liste di lettere, ma tradotto in parole povere, è una lista di spedizione a cui ci si può iscrivere<br />

(gratuitamente), dedicata ad un particolare argomento di nostro interesse, e chiunque scrive un commento, una<br />

domanda, un suggerimento una richiesta o altro in questa lista (che ha un suo indirizzo come chiunque collegato a<br />

Internet ), farà ricevere a tutti gli iscritti il suo messaggio, ed a sua volta riceverà i messaggi altrui. Si tratta di un<br />

ottimo mezzo per conoscersi e scambiare opinioni in tempi molto brevi (su questa mail - list, si veda l’apposita<br />

pagina dedicata agli argomenti trattati su di essa nella rubrica “Dalla Sundial Mailing list”).<br />

Pag. 40


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Attualmente esiste una mail - list di gnomonica particolarmente diffusa fra gli gnomonisti Italiani dove è<br />

possibile incontrarne molti, nonché dove ci si può confrontare con persone di tutto il mondo.<br />

Il mio suggerimento per tutti i possessori di Internet è quello di iscriversi, per prendere confidenza con la rete<br />

o per curare e maturare i propri hobby, inviando al seguente indirizzo majordomo@rrz.uni-koeln.de il<br />

messaggio:<br />

subscribe sundial<br />

end<br />

Purtroppo l’unico difetto della “Rete” è che la lingua ufficiale è l’Inglese, ma comunque è sempre possibile<br />

limitarsi all’esplorazione dei siti italiani (in italiano), e anche se è piuttosto semplice barcamenarsi anche nel resto del<br />

web, ben altra cosa è partecipare a gruppi di discussione o ad attività più iterative e di scambio di esperienze in<br />

un’altra lingua anche se in questo mondo non esistono molte formalità se non semplici regole di cortesia, e gli errori<br />

ortografici e di lingua non interessano a nessuno, l’importante è capirsi, e spesso sono proprio madrelingua quelli a<br />

commetterne di più.<br />

Per terminare questa prima carrellata su Internet e le prime applicazioni al mondo della gnomonica, vorrei<br />

fare due proposte a tutti i possessori di Internet in grado e desiderosi di rispondermi:<br />

1- Ci sono alcune società che permettono di aprire gratuitamente una mail list (lista di scambio<br />

opinioni) su temi specifici, allora quanti sarebbero disposti a crearne una italiana in italiano completamente dedicata<br />

alla gnomonica? Se alcune persone sono disposte a parteciparvi, per il prossimo numero comunicheremo le<br />

modalità per unirsi a questo primo gruppo.<br />

2- Questa rivista, la prima in Italia del genere, è pubblicata per ora esclusivamente in formato cartaceo,<br />

ma già dai primi contatti, si è pensato di farne una versione in formato elettronico, che permettesse di ricevere tutto il<br />

materiale pubblicato, opportunamente organizzato, anche via Internet. Sto già appurando la fattibilità della cosa e<br />

pensando alle soluzioni possibili, prima di pensare a questo si è deciso di uscire con un primo numero solo cartaceo,<br />

chiunque fosse interessato anche a questa seconda possibilità è invitato a comunicarmelo con eventuali<br />

suggerimenti di modo da poterci organizzare in breve tempo, ovviamente se l’idea riscuote un certo successo.<br />

Per questo ed altro potete contattarmi alla seguente email: dibonata@tin.it<br />

RECENSIONI <br />

In questa rubrica saranno recensiti pubblicazioni antiche e moderne sulla gnomonica. I lettori che fossero a<br />

conoscenza di particolari libri, anche dedicati ad altri argomenti ma con capitoli di gnomonica, possono<br />

eventualmente darne comunicazione, con una breve recensione degli stessi, alla redazione di “<strong>Gnomonica</strong>”.<br />

Titolo: Meridiane antiche e moderne da ammirare e da copiare<br />

Autore: Linda Perina, Renzo Zanoni<br />

Comitato scientifico: Lorenzo Dama, Giuseppe Ferlenga, Rossella Guerra, Paolo Pignatti<br />

Casa Editrice: Demetra S.r.l. via del Lavoro, 52 - Loc. Ferlina 37012 Bussolengo (VR)<br />

1° edizione dicembre 1996. 128 pagine, moltissime illustrazioni a colori. ISBN 88-440-0122-1<br />

Prezzo £. 17.000<br />

E’ il classico libro che farebbe innamorare chiunque delle meridiane. Per l’estrema semplicità espositiva; per<br />

il forte impatto emozionale dovuto ad eccedenti e numerosissime illustrazioni di coloratissime meridiane; per l’ottima<br />

scelta degli argomenti e la sapiente mistura di dati tecnici e curiosità storiche da godersi tra una foto e l’altra. Un<br />

manuale, tutto sommato, che val bene il prezzo di copertina e che risulta gradevole e piacevole in ogni sua pagina<br />

anche all’esperto, se non altro per il gaudio di fare una scorpacciata d’immagini stupende.<br />

Pag. 41


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Fin dalle prime pagine il lettore si inoltra nell’intricato labirinto della gnomonica, ma è guidato da un filo<br />

d’Arianna sottile e resistente in brevi scorci storici panoramici alternati ai primi elementi della gnomonica tecnica,<br />

sempre presentati con stile iconografico impeccabile e chiarissimo. L’essenziale è in questo manuale, ottimo anche<br />

per bambini, considerato il livello di esemplificazione delle definizioni cui sono arrivati gli autori. Anche un catalogo<br />

fotografico, se si vuole, perché presenta centinaia di foto di orologi solari che si trovano a Cuneo, in Valle d’Aosta,<br />

Trento, Val di Non, Verona e anche in Francia. A tutti coloro che sentono le meridiane, consiglio vivamente questo<br />

semplice manuale.<br />

Titolo: MERIDIANE, LE TECNICHE<br />

Autore: Linda Perina e Renzo Zanoni<br />

Collaboratori: Lorenzo Dama, Paolo Pignatti, Mario Bissoli, Giuseppe Ferlenga, Aldo Ferrero, Rossella Guerra, Lucio<br />

Morra, Daniela Negrini<br />

Casa Editrice: Demetra S.r.l. - 1° edizione novembre 1996 - stampato in settembre 1997- pagg. 96, moltissime<br />

illustrazioni e disegni a colori. ISBN 88-440-0123-X. Prezzo £. 13.000<br />

Un secondo manuale Demetra, come quello descritto in precedenza. Una breve storia della gnomonica,<br />

ottima per bambini delle elementari, con riferimenti alle definizioni della gnomonica. Ovvie alcune ripetizioni di<br />

disegni per spiegare come si leggono le meridiane. Interessanti, per chi inizia, le immagini delle varie fasi di<br />

realizzazione di meridiane orizzontali e verticali. In definitiva, questi due manuali che, in genere si comprano uno<br />

sull’altro, nulla di nuovo portano alle conoscenze gnomoniche professionali, ma di grande aiuto possono rivelarsi per<br />

chi si affaccia per la prima volta nel mondo degli orologi solari.<br />

Titolo: DELL’USO DE’ GLOBI ossia TRATTATO ELEMENTARE D’ASTRONOMIA PRATICA Tradotta dall’inglese<br />

con note ed aggiunte ad istruzione della gioventù.<br />

Autore: “Signor” Keith.<br />

Casa Editrice: Giacinto Marietti, Torino, 1826.<br />

Opera segnalata da Lino Colombo, Dairago (MI)<br />

In questo trattato dell’uso dei globi, si trova, a pagina 311, una breve digressione intitolata “Della<br />

<strong>Gnomonica</strong>”. Si tratta di dodici pagine in cui l’autore accenna alle nozioni e definizioni fondamentali della<br />

gnomonica. In particolare, si tratta del modo di realizzare con l’aiuto del globo gli orologi solari orizzontali e verticali<br />

per qualsiasi latitudine. Infine, viene descritto un metodo pratico per tracciare gli orologi escogitato dal celebre<br />

Cagnoli che si avvale di una tabella di lunghezze d’ombra valida per alcune latitudini di luoghi italiani.<br />

N.S.<br />

Pag. 42


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Le Vignette del numero 1 di <strong>Gnomonica</strong><br />

Pag. 43<br />

di Giacomo Agnelli


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

LA PAGINA DELLO GNOMONISTA<br />

Flavio Bernacchia di Marotta (PS), ci fa conoscere due dei suoi recenti lavori.<br />

Pag. 44


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

NUOVI GNOMONISTI: Renzo Nordio di Sottomarina (VE).<br />

Da anni Renzo Nordio si occupa di<br />

meridiane. Ne ha creata una a Sottomarina<br />

(VE), una a Saccolongo e due nel bellunese<br />

(a Lorenzago e a Mel) e sta lavorando ad<br />

altre realizzazioni ed alla creazione di opere<br />

pittoriche e plastiche ispirate alle meridiane,<br />

per le quali ama utilizzare anche vecchi cocci.<br />

La sua lunga e personale ricerca espressiva<br />

lo ha portato a questa originale esperienza.<br />

Insegnante di disegno per molti decenni, si è<br />

formato all’Istituto d’Arte di Venezia<br />

dimostrando fin da giovane una particolare<br />

attenzione per l’affresco, assieme alle<br />

tecniche ad olio e dei metalli sbalzati. Affermato pittore chioggiotto da almeno 30 anni, ha recentemente realizzato la<br />

pala centrale e la via Crucis nella Chiesa parrocchiale di San Martino. Sue costanti sono il tratto deciso delle linee, lo<br />

studio della luce e l’uso dei colori naturali a tarsio, in definitiva una tecnica aspra e un deciso rigore formale.<br />

I due orologi solari presentati in questa pagina sono realizzati sulla parete esterna Sud della palestra della<br />

scuola media “G. Pascoli” di Sottomarina (VE), in Via Lombardia. L’opera consta di due meridiane: una, inserita nel<br />

mitologico Carro del Sole (4 cavalli in corsa con auriga sulla biga) segna l’ora solare; l’altra, posta all’interno delle<br />

fasi dello Zodiaco, indica le stagioni. Il motto è “Il tempo fugge e non s’arresta un’ora”.<br />

Probabilmente i molti viaggiatori e pendolari che quotidianamente passano per via Lombardia, non<br />

regoleranno sulle meridiane la continua rincorsa del tempo per prendere l’autobus o sbrigare commissioni; essi però,<br />

così come gli alunni della Pascoli e le giovani generazioni, potranno avere motivo di arricchimento e di riflessione,<br />

oltrechè di godimento estetico.<br />

Pag. 45


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

PARTICOLARE APPLICAZIONE DELL’ANALISI MATEMATICA ALLE FORMULE DELLE LINEE<br />

D’OMBRA<br />

Riccardo Anselmi, Saint Vincent (Aosta)<br />

Mi riferisco alle comode formule proposte dall’Ammiraglio Fantoni a pagina 71 del suo trattato completo di<br />

gnomonica dal titolo “Orologi Solari” e qui riportate, con le quali è possibile tracciare le linee dei solstizi ed altre linee<br />

diurne, a differente declinazione, individuando, sulle rette orarie, i punti che le compongono come distanze dal<br />

centro della meridiana:<br />

Siano ε l’altezza dello stilo st, σ l’angolo sustilare, β l’angolo tra lo stilo st e la sua ombra (retta oraria<br />

generica), α l’angolo con vertice G tra la<br />

sustilare e la retta oraria generica, δ la<br />

declinazione del sole, C il centro della<br />

meridiana, G la punta di st, W<br />

l’intersezione della linea oraria con il<br />

solstizio invernale e S quella con il<br />

solstizio estivo e EE la retta equinoziale,<br />

le formule citate sono :<br />

tg(β) = tg(ε) / cos(α)<br />

CW = st * cos(δ) / cos(β-δ)<br />

CS = st * cos(δ) / cos(β+δ)<br />

CE = st / cos(β)<br />

Le linee orarie sono tracciate,<br />

sfruttando l’angolo ω o unendo il centro<br />

della meridiana con precisi punti<br />

dell’equinoziale o di altra retta, a<br />

seconda del metodo scelto.<br />

Nel caso in cui il quadrante solare presenti una declinazione prossima ai 90 gradi est o ovest il centro della<br />

meridiana si allontana sempre più dal quadrante rendendo inutilizzabile il metodo, dato che lo stilo diventa<br />

lunghissimo.<br />

In tal caso bisogna tracciare le rette orarie per altra via. Se, per esempio, si è scelta la geometria analitica le<br />

rette orarie sono rappresentate da equazioni di primo grado ed è quindi possibile trovare le intersezioni delle stesse<br />

con rette a piacere come potrebbero essere i lati del quadrante. I punti che costituiscono le linee dei solstizi possono<br />

essere individuati sulle rette orarie partendo dall’equinoziale, invece che dal centro della meridiana, dopo aver<br />

modificato leggermente le formule precedenti.<br />

Infatti, detta D la distanza di una linea solstiziale dall’equinoziale, misurata nel modo prima indicato, ne<br />

consegue che :<br />

D = st / cos(β)-st* cos(δ) / cos(β±δ)<br />

Volendo utilizzare l’ortostilo è sufficiente modificare le formule ricordando che :<br />

st = g / sin(ε) ;<br />

si ha : D = g / sen(ε)*(1 / cos(β)- cos(δ) / cos(β±δ))<br />

Infine come caso estremo si consideri un quadrante con declinazione di 90 gradi est o ovest, si osserva che<br />

sia ε che β valgono zero.<br />

Modificando opportunamente l’ultima formula proposta, esprimendo ε in funzione di β e facendo il limite per<br />

β → 0 si ritrova, con l’applicazione del teorema di De l’Hopital, la formula D = g * tg(δ) / cos(α) con la quale è<br />

possibile calcolare i punti delle linee diurne anche per i quadranti solari con declinazione di ± 90 gradi.<br />

Pag. 46


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

La Vignetta<br />

Pag. 47<br />

di Giacomo Agnelli


<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />

Principali libri italiani di gnomonica pubblicati dal 1988 al 1998<br />

ACCADEMIA Olimpica di Vicenza, Quando il sole misurava le ore: strumenti, manoscritti e libri di gnomonica.<br />

AGNES Luciano, Il restauro degli orologi solari dell’Università di Pavia, Documenti di Arte e Scienza, Cisalpino, 1995<br />

AKED K. Charles, SEVERINO N., International Bibliography of <strong>Gnomonica</strong>, West Drayton, Roccasecca, 1997<br />

ALESSANDRETTI G, La Meridiana di Piazza Vecchia in Bergamo, Lucchetti edit. Bergamo, 1990<br />

ANSELMI Riccardo, Diario relativo alla ricerca di meridiane effettuata in provincia d'Imperia negli anno 1988-1989-1990, stampato in proprio, S. Vincent,<br />

1993<br />

ANTIGA Mirco, Le ombre del tempo. Orologi solari tra arte e scienza, Il Sagittario, sett. 1995<br />

ARNALDI Mario, Il Conchincollo, Essegì ed., Ravenna, 1996<br />

ARNALDI, Mario, Orologi Solari a Taggia. Comune de Taggia, 1996<br />

BOSCA G.- STROPPA P., Meridiane e orologi solari, Il Castello, Milano, 1992-1996<br />

DELLA RAGIONE G., FRIXIONE G. M., Un Girovago pintor di meridiane, Ed. Le Mani, Recco, 1993<br />

DOGLIO S., TEBENGHI M., La meridiana di Torino, Daumerie Ed., S. Giorgio di Montiglio (Asti), 1989<br />

FANTINO M.L., MONTI COLOGNA M.R., Horae. Meridiane in Valle d'Aosta, Musumeci Ed., Quart, 1992<br />

FANTONI Girolamo, Orologi Solari, trattato completo di <strong>Gnomonica</strong>, Technimedia, Roma, 1988<br />

FEDERICI Laura, Programmi di calcolo per gli orologi solari: progetto per gli orologi solari di Roma, Roma, 1993-94<br />

FERRARI Gianni, SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Appunti per uno studio delle meridiane islamiche, 1997<br />

FOLCO Flavia, Meridiane in provincia di Savona (censiti 113 quadranti solari), Provincia di Savona, gennaio 1995<br />

FORLATI Paolo Francesco, Segnatempo Veronensis, Verona, Arti Grafiche Fiorini, 1987<br />

GOLDANIGA G., Le Meridiane della Valcamonica, Tip. Quetti, Artogne, 1991<br />

LANCIANO Nicoletta, In un raggio di sole l'incontro tra il cielo e la Terra, Dispensa<br />

LASAGNA P., Ombre cronometriche, Tecnimage, Aosta, 1989<br />

LITTA Giuseppe, L'orologio solare multifunzionale della s.m.s. "O Flacco" di Carosino (Taranto), Comune di Carosino, 1991<br />

LUZIATELLI Paola, Parametri geometrici nel rilievo degli orologi solari di Roma, - Roma, 1993-94<br />

MARIANESCHI Edmondo, Appunti di <strong>Gnomonica</strong> pratica, UAB, Quaderni di <strong>Gnomonica</strong>, 3, pp.48, Brescia, 1996<br />

MAROCCO Cristina, Su due meridiane a tangente del complesso del Collegio Romano a Roma (Stanza di San Luigi e Torre del Calandrelli), Tesi di laurea<br />

del Corso di Laurea in Matematica - Relatrice Nicoletta Lanciano- Roma,1993-94.<br />

MOGLIA L., PAVANELLO G., TRINCHERO A., L’ombra e il tempo, Vanel Ed., Torino, 1988<br />

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OTTAVIANO G.M., La meridiana di precisione della Specola di Padova. Teoria e storia della <strong>Gnomonica</strong>, Tesi di Laurea, Padova, 1989<br />

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SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Storia della <strong>Gnomonica</strong>, Roccasecca, 1992<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Il libro degli Astrolabi, 1° edizione, Roccasecca, 1994<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Le più belle pagine di <strong>Gnomonica</strong>, 1° edizione, Roccasecca, 1994<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Bibliografia generale sulla <strong>Gnomonica</strong> , Prima edizione, Ass. Astr. Umbra, Perugia, 1992. Seguono edizioni del 1993, 1994.<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Antologia di Storia della <strong>Gnomonica</strong>, Roccasecca, 1995<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Censimento degli orologi solari della provincia di Frosinone e del centro Italia, (video) Roccasecca, 1996<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Dizionario di <strong>Gnomonica</strong>, 1° edizione, Roccasecca, 1996<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, <strong>Gnomonica</strong> Kircheriana, 1° edizione, Roccasecca, 1996<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, <strong>Gnomonica</strong> Cinese, Roccasecca, 1997<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Storia dell’Obelisco e dell’orologio solare di Cesare Augusto in Campo Marzio, Roccasecca, 1997<br />

SEVERINO <strong>Nicola</strong>, Meridiane della provincia di Frosinone e del Centro Italia, Roccasecca, 1998<br />

SINISGALLI Rocco, VASTOLA Salvatore, La rappresentazione degli orologi solari di Federico Commandino, pp.245, Cadmo (Domus perspectivae 4), ill.,<br />

ISBN 88-7923-038-7, 1994<br />

TONELLO G., TEBENGHI M., VALENTE T., Se ne va il tempo come l'ombra. Meridiane in Provincia di Asti, Amministr. Provinciale di Asti, 1992<br />

TRINCHERO Aldo, PAVANELLO G., Le Meridiane, De Vecchi Editore, Milano, 1996<br />

VANIN Gabriele, Le meridiane bellunesi, Libreria Pilotto Edit., Feltre, 1991<br />

ZANETTI Vittorio, Le Meridiane, Università degli studi di Trento, Dipartimento di Fisica, 1987/88<br />

Pag. 48

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