Gnomonica n° 1 - Nicola Severino
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<strong>Gnomonica</strong>, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998<br />
PARTICOLARE APPLICAZIONE DELL’ANALISI MATEMATICA ALLE FORMULE DELLE LINEE<br />
D’OMBRA<br />
Riccardo Anselmi, Saint Vincent (Aosta)<br />
Mi riferisco alle comode formule proposte dall’Ammiraglio Fantoni a pagina 71 del suo trattato completo di<br />
gnomonica dal titolo “Orologi Solari” e qui riportate, con le quali è possibile tracciare le linee dei solstizi ed altre linee<br />
diurne, a differente declinazione, individuando, sulle rette orarie, i punti che le compongono come distanze dal<br />
centro della meridiana:<br />
Siano ε l’altezza dello stilo st, σ l’angolo sustilare, β l’angolo tra lo stilo st e la sua ombra (retta oraria<br />
generica), α l’angolo con vertice G tra la<br />
sustilare e la retta oraria generica, δ la<br />
declinazione del sole, C il centro della<br />
meridiana, G la punta di st, W<br />
l’intersezione della linea oraria con il<br />
solstizio invernale e S quella con il<br />
solstizio estivo e EE la retta equinoziale,<br />
le formule citate sono :<br />
tg(β) = tg(ε) / cos(α)<br />
CW = st * cos(δ) / cos(β-δ)<br />
CS = st * cos(δ) / cos(β+δ)<br />
CE = st / cos(β)<br />
Le linee orarie sono tracciate,<br />
sfruttando l’angolo ω o unendo il centro<br />
della meridiana con precisi punti<br />
dell’equinoziale o di altra retta, a<br />
seconda del metodo scelto.<br />
Nel caso in cui il quadrante solare presenti una declinazione prossima ai 90 gradi est o ovest il centro della<br />
meridiana si allontana sempre più dal quadrante rendendo inutilizzabile il metodo, dato che lo stilo diventa<br />
lunghissimo.<br />
In tal caso bisogna tracciare le rette orarie per altra via. Se, per esempio, si è scelta la geometria analitica le<br />
rette orarie sono rappresentate da equazioni di primo grado ed è quindi possibile trovare le intersezioni delle stesse<br />
con rette a piacere come potrebbero essere i lati del quadrante. I punti che costituiscono le linee dei solstizi possono<br />
essere individuati sulle rette orarie partendo dall’equinoziale, invece che dal centro della meridiana, dopo aver<br />
modificato leggermente le formule precedenti.<br />
Infatti, detta D la distanza di una linea solstiziale dall’equinoziale, misurata nel modo prima indicato, ne<br />
consegue che :<br />
D = st / cos(β)-st* cos(δ) / cos(β±δ)<br />
Volendo utilizzare l’ortostilo è sufficiente modificare le formule ricordando che :<br />
st = g / sin(ε) ;<br />
si ha : D = g / sen(ε)*(1 / cos(β)- cos(δ) / cos(β±δ))<br />
Infine come caso estremo si consideri un quadrante con declinazione di 90 gradi est o ovest, si osserva che<br />
sia ε che β valgono zero.<br />
Modificando opportunamente l’ultima formula proposta, esprimendo ε in funzione di β e facendo il limite per<br />
β → 0 si ritrova, con l’applicazione del teorema di De l’Hopital, la formula D = g * tg(δ) / cos(α) con la quale è<br />
possibile calcolare i punti delle linee diurne anche per i quadranti solari con declinazione di ± 90 gradi.<br />
Pag. 46