Imprenditrice straniera bolognese Azeb 9 ottobre 2009 - CNA Informa
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L’imprenditrice etiope-<strong>bolognese</strong> <strong>Azeb</strong> Gebrewahid<br />
premiata per l’impegno etico al Ravello Festival<br />
Bambina-soldato in Etiopia, rifugiata politica<br />
Ora è titolare di un’impresa di pulizie e dirigente Cna Bologna<br />
L’imprenditrice <strong>Azeb</strong> Gebrewahid ha ricevuto il “Premio Etica e Impresa” all’interno di<br />
Ravello Festival <strong>2009</strong> lo scorso 27 settembre. <strong>Azeb</strong> Gebrewahid, di origine etiope, vive da<br />
anni a Bologna, è titolare di un’impresa di pulizie, è dirigente di Cna Bologna.<br />
Il tema del premio era la ‘necessità del coraggio individuale’. Il comitato promotore,<br />
composto da Agenquadri Cgil, Apq-Cisl, Ciq-Uil, Aidp Federmanagement, ha consegnato il<br />
“Premio Impegno Etico” a donne e uomini protagonisti di scelte e comportamenti di<br />
esempio e di stimolo per il superamento dell’eroismo solitario e verso l’affermazione di<br />
un’etica diffusa.<br />
Un passato di profondo coraggio per <strong>Azeb</strong>: da bambina soldato in Etiopia, segnata dalla<br />
Guerra civile, all’arrivo in Italia come rifugiata politica. Ora un presente di riscatto: è<br />
un’imprenditrice con 3 dipendenti di diverse nazionalità, un’impresa dove si respira<br />
multiculturalità, è nel direttivo della Cna di Bologna e negli organi dirigenti dell’Unione Cna<br />
Servizi alla Comunità.<br />
L’integrazione di <strong>Azeb</strong> Gebrewahid è avvenuta attraverso una forte rete di solidarietà, ma<br />
anche attraverso la rete associativa e di servizi della Cna, che è stata presentata durante<br />
l’iniziativa da Beatrice Tragni, Responsabile Ufficio Immigrazione Cna Regionale<br />
dell’Emilia Romagna<br />
<strong>Azeb</strong> Gebrewahid è stata premiata insieme a Rosaria Capacchione, cronista del “Mattino”<br />
di Napoli; Flavio Sodano, già Prefetto di Trapani; Stefania Pezzopane, Presidente della<br />
Provincia dell’Aquila; la Cooperativa “Calcestruzzi Ericina Libera”.<br />
Bologna, 8 <strong>ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />
L’ufficio comunicazione<br />
Cna Bologna<br />
Maurizio Collina<br />
Tel. 348/602.3310
La storia di <strong>Azeb</strong> Gebrewahid<br />
<strong>Azeb</strong> Gebrewahid è nata il 3 gennaio 1968 a Adua, Etiopia. E’ arrivata in Italia nel 1988 come<br />
rifugiata politica. Attualmente <strong>Azeb</strong> è contemporaneamente imprenditrice e mamma di 2 figli.<br />
Strappata dalla famiglia, viene arrestata perchè accusata di collaborazionismo con i fratelli, che si<br />
erano arruolati nel movimento di liberazione TPLF Tigray people Liberation Front e che sono morti<br />
per la liberazione del paese.<br />
Per paura di ripercussioni, si allontana dalla famiglia e si arruola anche essa a 12 anni nel<br />
movimento TPLF Tigray people Liberation Front per combattere il sistema dittatoriale di<br />
Mengustu, e diventa guerrigliera fino all’età di 19 anni. Durante la guerra riesce ad avere la prima<br />
alfabetizzazione, sotto gli alberi a tempo perso, quando non viaggiava da un fronte all’altro.<br />
Nel 1984 viene ferita alla testa da una scheggia, durante un bombardamento, che le causa una<br />
forte riduzione dell’udito. A seguito di ciò viene operata in Sudan solo nel 1987 da Medici Senza<br />
Frontiere, cura in quei tempi riservata solo a pochi fortunati.<br />
Un passato di coraggio, quindi, che si dipana in una storia di vita da bambina soldato nell’Etiopia<br />
della Guerra civile a immigrata prima in Svizzera e poi in Italia. “Quando sono arrivata in Italia non<br />
avevo niente, sono stata aiutata in tutto da gente comune, sottolinea <strong>Azeb</strong>, gli Italiani sono<br />
accoglienti, non sono razzisti, ma alcune persone e le Istituzioni spesso non si rendono conto del<br />
cambiamento che implica la multiculturalità e la globalizzazione”.<br />
Solo nel 1990 la legge offre ad <strong>Azeb</strong> la possibilità di rimanere in Italia come rifugiata politica. La<br />
sua volontà era ed è quella di integrarsi in Italia per le capacità e la professionalità e non perché<br />
era fidanzata con un italiano.<br />
La rete degli aiuti per <strong>Azeb</strong> in seguito ha svariati volti: chiesa, mondo del volontariato, e una<br />
vecchia amica della madre che ritrova incredibilmente a Roma e che poi la condurrà a Bologna.<br />
Volti nella maggioranza femminili, ma soprattutto volti che le hanno fatto riscoprire la sua solarità<br />
e il suo coraggio.<br />
A Bologna dopo avere fatto la badante e la Baby‐sitter, diventa dipendente in un’impresa di pulizie<br />
ed è proprio dalla professionalità che acquisisce nell’impresa, che decide di intraprendere la strada<br />
del lavoro autonomo e con le sue capacità i clienti arrivano quasi spontaneamente.<br />
In seguito l’associazionismo della Cna la supporta per diventare un’imprenditrice ancora più<br />
competitiva e nel fare impresa con tutte le responsabilità e le opportunità che ne consegue.<br />
Attualmente <strong>Azeb</strong> partecipa, offrendo il suo contributo di idee, negli organismi della Cna: è nel<br />
Direttivo della Cna di Bologna e negli organi dell’Unione di settore Cna Servizi alla Comunità.<br />
Ha un’impresa che si sta potenziando sempre più, nonostante le ristrettezze della crisi economica,<br />
ha 3 dipendenti di diverse nazionalità: italiana, etiope e peruviana, un’impresa multietnica, che<br />
vede come arricchimento l’apporto delle diverse idee e capacità culturali.