12.06.2013 Views

Dicembre 2006 - Chiusaforte(Ud)

Dicembre 2006 - Chiusaforte(Ud)

Dicembre 2006 - Chiusaforte(Ud)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ANNO XXXVIII - N. 2 - Pubblicazione trimestrale - Spedizione in abbonamento postale, Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96 - D.C.I. “UD”.<br />

DIO SI FA UOMO, PERCHÉ UOMO DIVENTI DIO<br />

“In principio era il Verbo, e il Verbo era<br />

Dio (…) tutto fu per lui, e senza di lui<br />

niente fu. Ciò che fu in lui era la vita e la<br />

vita era la luce degli uomini; la luce brilla<br />

nelle tenebre e le tenebre non si sono<br />

impadronite” (Gv.1,1-5)<br />

Giorno della risurrezione, risplendiamo, o<br />

popoli: pasqua del Signore, pasqua! Dalla<br />

morte alla vita, dalla terra ai cieli, ci ha<br />

fatti passare il Cristo Dio…(mattutino<br />

di Pasqua nel rito bizantino)<br />

Il principio che evoca il prologo del<br />

vangelo di Giovanni è un prologo<br />

eterno che l’incarnazione del Verbo<br />

rivela. Si rivela un Dio strano, un Dio<br />

che si apre, in seno al quale esiste una<br />

tensione amante: “Dio è amore”, dice<br />

altrove san Giovanni; è fonte di ogni<br />

amore. Non l’amore che possiede, ma<br />

quello che fa vivere. Così è la “luce<br />

della vita”. Essa rischiara ogni uomo<br />

che viene nel mondo, perché non c’è<br />

uomo che non sia “l’immagine di<br />

Dio”, che non si radichi in Dio al di là<br />

di ogni condizionamento… Ma quella<br />

luce brilla “nelle tenebre”. Le tenebre<br />

della solitudine o della fusione, le<br />

tenebre del caos o infine della morte. Il vangelo non lo<br />

spiega, lo constata. Tutto sembra scivolare verso il nulla,<br />

un nulla che ci ossessiona e ci affascina, e che noi fuggiamo,<br />

verso il quale ci precipitiamo, che ci dà degli schiavi<br />

e dei nemici. Davanti al male Dio non ha la potenza<br />

dei tiranni e dei tifoni. Non ha neanche quella di un<br />

agente di polizia, diceva Nikolaj Berdjaev. Può agire, come<br />

un influsso di luce e di amore, solo se è accolto, nella<br />

regale libertà della fede. Certo, egli è<br />

presente nel cosmo, ma allora l’idolatria<br />

è in agguato. E’ presente nella<br />

Legge, ma la Legge non cambia i<br />

cuori. Allora egli prepara pazientemente,<br />

lungo la durata della storia,<br />

alla fine quella di Israele, la venuta di<br />

una giovane donna che potrà<br />

accoglierlo con tutto il suo essere e<br />

riaprirgli pienamente la sua<br />

creazione. “Il Verbo si è fatto carne”. In<br />

Cristo, messia “a rovescio”, Dio si<br />

svuota, ekenosen scrive S.Paolo ai<br />

Filippesi, cioè ai cristiani che abitavano<br />

questa città della Macedonia.<br />

Un Dio che si svuota, è il linguaggio<br />

dell’amore, in contrasto con il linguaggio<br />

del pieno, che rischia di<br />

essere quello della sufficienza. Un<br />

Dio che svuota per farci posto: incarnato,<br />

si lascia assassinare per noi, noi<br />

gli assassini quotidiani dell’amore. In<br />

Cristo che ci raggiunge nelle nostre<br />

gioie, alle nozze di Cana, ma anche<br />

nelle nostre agonie e nelle nostre sofferenze,<br />

nel Getsemani e sul Golgota.<br />

Non viene “per i sani, ma per i malati”,<br />

non per i giusti, “ma per i peccatori”, chiamando al banchetto<br />

delle nozze “i buoni e i cattivi”, senza domandar loro<br />

niente se non di vestire il loro cuore di un abito di festa.<br />

L’attesa nella Notte Santa ci apre già al sorgere di Colui<br />

che con la sua Luce rischiara le nostre tenebre. E’ solo in<br />

questa prospettiva che sarà per ciascuno di noi vero<br />

Natale.<br />

don Michele<br />

A tutti i parrocchiani gli auguri di un buon Natale e di un sereno anno nuovo


Le Vous di Sclûse<br />

ORARI PER LE CELEBRAZIONI NATALIZIE<br />

Confessioni natalizie:<br />

-domenica 17 dicembre ore 14.00 a Piani<br />

-venerdì 22 dicembre ore 18.00 a Saletto (canonica)<br />

-domenica 24 dicembre in parrocchia ore 17.30 - 21.00<br />

Sabato 23 dicembre<br />

-ore 18.00 S. Messa Vespertina<br />

in parrocchia (sospesa domenica 24.12 al mattino)<br />

Domenica 24 dicembre, Vigilia di Natale<br />

-ore 15.30 S. Messa Vespertina di Natale a Roveredo (dalle<br />

14.30 confessioni).<br />

-ore 22.00 S. Messa solenne nella Notte<br />

(23.30 a Resiutta).<br />

Dalle 17.30 in poi confessioni in parrocchia<br />

Lunedì 25 dicembre NATALE DEL SIGNORE<br />

-ore 11.00 in parrocchia S. Messa solenne del Giorno<br />

-ore 12.30 S. Messa a Saletto<br />

-ore 17.30 a Sella Nevea (centro polifunzionale)<br />

Martedì 26 dicembre S. Stefano, diacono e martire<br />

-ore 11.00 S. Messa in parrocchia<br />

-ore 12.30 S. Messa a Piani<br />

CALENDARIO FESTE<br />

RELIGIOSE 2007<br />

-06.01 Parrocchia, Saletto e Sella Nevea: Benedizione<br />

Bambini, acqua, sale, frutta<br />

-21.01 Parrocchia: S.Sebastiano<br />

-02.02: Parrocchia: Candelora e Benedizione gola<br />

-11.02 Roveredo: ore 16.00 Festa Beata Vergine di Lourdes<br />

-14.02 Parrocchia: S.Valentino (benediz. pane)<br />

-fine aprile, Piani di Qua: “Fieste dal soreli”<br />

-06.05 festa S.Floriano<br />

-06.05 Saletto: Commemorazione Vittime Polveriera<br />

-17.06 Casasola: Festa patrono S.Antonio<br />

-17.06 Stretti: Festa del borgo<br />

-01.07 Raccolana Festa S.ti Pietro e Paolo<br />

-08.07 Saletto Festa della B.Vergine della Visitazione<br />

-15.07 Patocco: Festa del S.Cuore<br />

-05.08 Raunis: Festa B.Vergine della Neve<br />

-08.08 Casasola: S.Domenico<br />

-13.08 Costamolino: S.Messa in borgata<br />

-in agosto: S. Messa a Tamaroz<br />

-15.08 Saletto e Sella Nevea: S. Messa dell’Assunta<br />

-26.08 Parrocchia: patrono S.Bartolomeo ap.<br />

-07.10 Piani: Festa Ss.Angeli Custodi<br />

-01.11 parrocchia: solennità dei Santi e benedizione dei<br />

defunti in Cimitero (10.30), Saletto e Patocco<br />

-18.11 Saletto: B. Vergine della Salute<br />

-24.12 S. Messa nella Notte di Natale (ore 22.00)<br />

2<br />

Domenica 31 dicembre<br />

-ore 11.00 S. Messa festiva di ringraziamento<br />

(“Te Deum”)<br />

Lunedì 1 gennaio 2007 Maria S.S. Madre di Dio<br />

-ore 11.00 S. Messa solenne in parrocchia<br />

-ore 12.30 S. Messa a Saletto<br />

-ore 17.30 S. Messa a Sella Nevea<br />

Venerdì 5 gennaio 2007 Vigilia Epifania<br />

-ore 16.30 S. Messa a Roveredo<br />

(benediz. acqua, sale, frutta e Bambini)<br />

Sabato 6 gennaio Epifania del Signore<br />

-ore 11.00 S. Messa in parrocchia (12.30 estrazione dei<br />

biglietti Lotteria parrocchiale sotto pronao)<br />

-ore 12.30 S. Messa a Saletto<br />

-ore 17.30 S. Messa a Sella Nevea<br />

In tutte le celebrazioni si terrà la benedizione dell’acqua, del<br />

sale, della frutta (seconda antica tradizione Aquileiese) e dei<br />

Bambini<br />

Domenica 7 gennaio Festa del Battesimo di Gesù<br />

-ore 12.30 S. Messa a Piani con un battesimo<br />

“TESTIMONIARE<br />

GESÙ RISORTO,<br />

SPERANZA DEL MONDO”<br />

Dimorare nel Signore Risorto per dare vita alla speranza<br />

di alta fedeltà; pensare così la speranza, viverla,<br />

testimoniarla, comunicarla essere protagonisti.<br />

C’è una luce che brilla per ogni uomo, e c’è una luce<br />

che non si spegnerà, luce vera che può riempire il tuo<br />

cuore.<br />

È l’amore di Dio su di noi e la Speranza che deve quotidianamente<br />

guidarlo: ogni giorno, infatti, ciascuno è<br />

chiamato ad essere testimone della Speranza del<br />

Signore, ed è chiamato a dire che Cristo Risorto è la<br />

ragione stessa della speranza.<br />

Avere fede significa anche e soprattutto avere<br />

Speranza, avere fiducia nella fine di questa notte e nel<br />

ritorno della luce, nella scintilla di fede che illumina<br />

le tenebre della disperazione, della tentazione, del<br />

tradimento.<br />

Un’esistenza chiamata a diventare narrazione delle<br />

grandi opere di Colui che dalle tenebre ha chiamato<br />

alla sua ammirabile luce, come ricorda la prima lettera<br />

di Pietro, testo che ha animato la riflessione.<br />

La Chiesa italiana in preparazione al Convegno di<br />

Verona, tenutosi a ottobre, su questo ha riflettuto<br />

attraverso cinque ambiti: la vita affettiva, il lavoro e la<br />

festa, la fragilità umana, la tradizione-educazione, la<br />

cittadinanza.


La decisione di erigere la cappellina al rif.Gilberti nacque<br />

nel luglio 1985 da parte di Fuccaro Giulio, Battistutti<br />

Diego, Martina Dino, Biasutto Angelo, Marcon Valentino e<br />

Tellini Ruggero, operatori di <strong>Chiusaforte</strong> addetti al funzionamento<br />

della funivia del monte Canin. Il progetto ideato,<br />

poi firmato dal compianto ing. De Rosa Eugenio di <strong>Ud</strong>ine<br />

e patrocinato dalla Parrocchia di <strong>Chiusaforte</strong> soretta da<br />

don Adolfo. Le sue dimensioni sono limitate per motivi<br />

tecnici e ambientali, è costruita in pietra calcarea recuperata<br />

e lavorata in loco, presenta un piccolo campanile a vela<br />

ed è coperta da un manto di rame steso su una orditura in<br />

travi di legno. Situata a 1850 s.l.m. presso lo sbocco della<br />

Sella Prevala, si trova ben inserita nel maestoso contesto<br />

paesaggistico delle alte giogaie del monte Canin, lungo le<br />

quali correva il confine austroungarico di prima linea e<br />

che furono teatro di immani sacrifici durante la prima<br />

guerra mondiale. La campana, donata da don Carlo di<br />

Fant e amici di Pertegada, porta incisa la dedica ai Caduti<br />

e Dispersi di ogni Arma. Il 17 luglio 1987 si è inaugurato<br />

un piccolo gioiello di elegante semplicità. Il lavoro scrupoloso<br />

e pertinace, sorretto unicamente dalla fervida buona<br />

volontà di noi operai e integrato dalle prestazioni di collaboratori<br />

specializzati del luogo e dalla generosità di benefattori<br />

che hanno avvalorato la dignità della causa, testimonia<br />

il carattere popolare di un’opera che ha un fine<br />

essenzialmente commemorativo, in chiave spirituale e<br />

religiosa, esteso alle Comunità circonvicine come vincolo<br />

di comunione fraterna. Nelle vaste e solo apparentemente<br />

avide soluzioni delle altezze, poiché rappresenta un<br />

germe di fede e devozione genuine, il frutto di questa iniziativa<br />

è stato anticipato direttamente all’arcivescovo nel<br />

novembre 1985 affinchè con la sua mano benedicente la<br />

erigesse a luogo di preghiera. Mons. Battisti stesso non<br />

esitò ad assicurare la propria presenza, esprimendo una<br />

volta di più sensibilità e stima verso il modo di pensare e<br />

di essere delle umili genti di montagna, del modo di saper<br />

stare e lavorare insieme, obbedendo soltanto al sano e<br />

Le Vous di Sclûse<br />

A PROPOSITO DI CONFESSIONE…<br />

Suggerimenti e norme: si consiglia la celebrazione comunitaria<br />

almeno nei momenti forti dell’anno liturgico come<br />

culmine del cammino di conversione, per celebrare<br />

l’Eucaristia con l’animo lieto del peccatore riconciliato.<br />

Per questo è opportuno celebrarla al termine della<br />

Quaresima e dell’Avvento e in occasione di feste o ricorrenza<br />

importanti come ad esempio la festa del Titolare o le<br />

feste principali della comunità o in occasione della visita<br />

pastorale, delle missioni al popolo, ecc…<br />

Si procura la presenza di un numero adeguato di sacerdoti,<br />

perché non risulti troppo prolungato il tempo della confessione<br />

individuale. La celebrazione sia opportunamente<br />

accompagnata da canti penitenziali…Si conduca l’esame<br />

di coscienza sulla Parola proclamata e sui diversi aspetti<br />

della vita cristiana. Per la soddisfazione o penitenza, si<br />

indichi un impegno (riflessione sulla parola di Dio, opere<br />

di carità…) che esprima la novità che il sacramento pro-<br />

duce nel rapporto con Dio e con i fratelli. Il sacerdote che<br />

presiede ne indicherà una valida per tutti. Starà ai singoli<br />

confessori confermarla o adattarla ai singoli penitenti. Si<br />

ricordi che questa celebrazione, volendo mettere in evidenza<br />

l’aspetto comunitario del sacramento, non è adatta<br />

per chiedere consigli e ricevere particolari esortazioni. Per<br />

questo ci si rivolgerà al sacerdote in altri momenti più<br />

adatti. Durante la confessione individuale l’assemblea sia<br />

aiutata a mantenere il clima di preghiera. La preghiera di<br />

ringraziamento che esprime la gioia del perdono ricevuto<br />

deve avere un certo sviluppo: nel canto, nelle acclamazioni,<br />

nei segni (ad es. il segno della pace o della luce accendendo<br />

una candela, il cero pasquale…), affinchè sia più<br />

visibile l’aspetto pasquale del sacramento. Assai utile<br />

risulterà a proposito la “Direzione spirituale” che va offerta<br />

come aiuto per il cammino di conversione e per la crescita<br />

nella fede.<br />

UNA CHIESETTA VICINO AL CIELO: NON DIMENTICHIAMOLA!<br />

salutare principio dell’altruismo del quale il redentore è,<br />

appunto, la suprema manifestazione. Il 18 luglio <strong>2006</strong><br />

ricorreva l’anniversario dell’inaugurazione della chiesetta<br />

dedicata a Cristo Risorto e costruita a memoria di quei<br />

Caduti e Dispersi che hanno dato la vita per il nostro<br />

paese. Essa rimarrà nel tempo testimonianza ai posteri di<br />

una vita tramontata che non deve essere mai dimenticata.<br />

Gli esecutori della piccola rupestre chiesetta alpina ringraziano<br />

tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione.<br />

Mandi , Fuccaro Giulio<br />

3


Le Vous di Sclûse<br />

I PESAMOSCA DI RAUNIS<br />

Il cognome Pesamosca appare per la prima volta nel 1545,<br />

in un documento conservato nell’archivio della<br />

Parrocchia. Si tratta del contratto d’affitto di un piccolo<br />

terreno a “Sclusa”, in cui ser Pietro Pesamosca di<br />

Campolaro figura da testimone. Forse Pesamosca era un<br />

soprannome (Pese moscjs), italianizzato nel documento e<br />

così diventato cognome. A partire dal 1640 vengono scritti<br />

i registri della parrocchia, in cui sono registrati i battesimi,<br />

i matrimoni, i morti, ed il borgo di residenza delle persone.<br />

Almeno per i primi 45 anni risulta che tutti i<br />

Pesamosca risiedono a Campolaro, ad eccezione di due o<br />

tre famiglie a Casasola. Il borgo di Raunis non appare citato<br />

fino al 1685. A partire da questa data tre capifamiglia di<br />

Raunis incominciarono a registrare i loro figli: Giorgio<br />

“Lardoso” Pesamosca (mio antenato diretto, nonché dei<br />

Pesamosca costruttori dell’albergo), Colao (o Nicolò)<br />

Pesamosca, Gio.Pietro Pesamosca (o Zuane Pietro, o<br />

Pietro). Giorgio risulta nato a Campolaro nel 1648, mentre<br />

degli altri due non ho trovato traccia nel registro delle<br />

nascite. Ciò può essere dovuto alle difficoltà di lettura<br />

(alcune pagine sono molto degradate), oppure semplicemente<br />

alla mancata registrazione. Comunque ritengo che<br />

si possa parlare con ragione di Raunis come “colonia” di<br />

Campolaro, come testimoniato anche dal tracciato della<br />

antica strada di collegamento che inizia proprio da<br />

Campolaro. Il toponimo “Raunis” è slavo e, quindi, la frequentazione<br />

della località è molto antica. Si potrebbe supporre<br />

una frequentazione inizialmente di tipo stagionale,<br />

ed una residenza stabile dopo il 1680. Nel 1700 gli abitanti<br />

aumentano rapidamente: negli anni dal 1740 al 1760<br />

circa vi sono almeno 7-8 capifamiglia (tutti Pesamosca)<br />

FESTA DEL TAGLIO A TAMAROZ<br />

Cari amici e abitanti della Val Raccolana, avrete sicuramente<br />

sentito molte volte il detto che dice: “L’unione fa la<br />

forza!”. Ecco, il 19 agosto <strong>2006</strong>, i residenti e gli ospiti del<br />

piccolo borgo di Tamaroz hanno dato una solida e concre-<br />

4<br />

che fanno battezzare i loro figli, con una popolazione<br />

complessiva che probabilmente superava le 50 persone.<br />

Nell’ultima parte del secolo si ha una inversione di tendenza,<br />

dovuta la fatto che molti abitanti del borgo scendono<br />

verso il fondovalle. Infatti questa è l’epoca in cui inizia<br />

lo sviluppo di Culturis e di tutta la moderna parte di<br />

<strong>Chiusaforte</strong> da Campolaro alla Chiusa. A questo sviluppo<br />

gli abitanti di Raunis danno un contributo molto importante.<br />

Ricordo ad esempio il mio antenato diretto<br />

Sebastiano Pesamosca detto “Miute” (1792-1863), domiciliato<br />

“alle Colture” e figlio di Domenico di Raunis. Alcuni<br />

dei suoi 8 figli maschi furono i costruttori dell’Albergo<br />

Pesamosca. Per il periodo che va dal 1800 a circa il 1910 la<br />

ricerca è facilitata dal “Registro dello Stato delle Anime<br />

della Parrocchia di S.Bartolomeo”, in cui è registrata (e<br />

aggiornata anno per anno) tutta la popolazione, suddivisa<br />

per borgate e famiglie.<br />

Nei primi decenni del 1800 vi sono a Raunis solo 2 capifamiglia<br />

Pesamosca (Giacomo “Louf” e Natale<br />

“Squartalecis”), cui si aggiungono successivamente i loro<br />

figli , più due donne probabilmente sposate in altre borgate<br />

e rimaste vedove, e quindi portatrici di altri cognomi.<br />

Comunque il declino demografico del borgo continua<br />

inarrestabile, fino alla scomparsa totale della popolazione<br />

residente. Attualmente vi sono solamente tre case abitabili,<br />

utilizzate saltuariamente dai discendenti degli antichi<br />

proprietari per passarvi qualche ora di relax. La località è<br />

dominata dalla chiesetta dedicata alla Madonna della<br />

Neve, costruita da Giovani Pesamosca (anche lui originario<br />

di Raunis) e consacrata nel 1913.<br />

Pesamosca Giancarlo<br />

ta dimostrazione della validità di tale detto. Infatti, molte<br />

falciatrici, tosaerba, decespugliatori, forche e rastrelli,<br />

sono scesi in campo per combattere sterpaglie, ortiche ed<br />

erbacce che da troppo tempo insidiavano il paesino.<br />

Anche molte donne hanno partecipato all’iniziativa<br />

rastrellando e facendo grossi covoni di erba lungo i campi<br />

appena sfalciati. Il gruppo di paesani,<br />

grazie alla solida unione e al loro entusiasmo<br />

nel lavorare hanno messo in luce un<br />

angolo più pulito della Valle. Il tutto nell’arco<br />

di una giornata!!! Alla sera, queste<br />

ammirevoli persone si sono nuovamente<br />

riunite per festeggiare lo splendido risultato<br />

di una lunga e faticosa giornata di<br />

lavoro, partecipando alla S.Messa e mangiando<br />

allegramente specialità preparate<br />

dalle signore cuoche del paese. La “Festa<br />

del taglio” (così viene chiamata) è in vigore<br />

dall’agosto 2005. I “tamarozesi” sperano<br />

di essere di esempio per gli abitanti di<br />

tutti gli altri paesi e paesini in modo da<br />

ridonare un aspetto curato a queste valli<br />

meravigliose, che costituiscono la nostra<br />

più bella casa.<br />

Pugnale Cristina


LA CHIESA DI S. ANTONIO A NUOVO…<br />

Il sacramento dell’Eucarestia conferito a S. Antonio<br />

e quello della Confermazione a Moggio<br />

Le Vous di Sclûse<br />

Così abbiamo voluto chiamare il piacevole esito del<br />

restauro dell’accogliente e artistica chiesa di Casasola.<br />

Domenica 11 giugno, in occasione della festa annuale<br />

del santo patrono, si è voluto dare più lustro alla celebrazione<br />

di riapertura al culto della chiesetta con il<br />

conferimento del sacramento dell’Eucaristia ai<br />

Bambini di 5ª elementare: Martina Marcello, Bellina<br />

Caterina e Della Mea Manuel (nella foto a fianco).<br />

Un affettuoso e riconoscente ringraziamento alle tante<br />

signore che hanno provveduto alla pulizia del luogo<br />

liturgico dopo i lavori di recupero e chi con tanta passione<br />

ha allestito il rinfresco per continuare al meglio<br />

la festa.<br />

SACRAMENTO DELLA<br />

CONFERMAZIONE FORANIALE<br />

In occasione della festa patronale di S. Gallo, patrono<br />

dell’Abbazia di Moggio e in concomitanza della riapertura<br />

al culto della stessa dopo i lavori di restauro,<br />

l’arcivescovo mons.Pietro Brollo ha amministrato il<br />

sacramento della Cresima a una ventina di Giovani.<br />

Fra essi (vedi foto sotto) anche cinque nostri parrocchiani.<br />

Si tratta di Marcon Cristian, Nicola e Gabriele<br />

di Roveredo, Donadelli Anna e Revelant Marcello del<br />

capoluogo. Dopo quasi due anni di preparazione con<br />

il parroco, hanno compiuto questo passo. A loro l’augurio<br />

e l’auspicio di rendersi responsabile nella comunità<br />

della scelta intrapresa.<br />

GRAZIE AGLI ALPINI…<br />

Il gruppetto delle “fedeli di S.Antonio” insieme a don<br />

Michele esprime la riconoscenza<br />

per aver potuto usufruire<br />

degli spazi della baita degli<br />

Alpini presso il plesso delle ex<br />

caserme, non privando così del<br />

settimanale servizio liturgico la<br />

borgata di Casasola in occasione<br />

dei lavori di recupero della<br />

chiesa.<br />

Il Comitato Festeggiamenti<br />

di Patocco rendo noto il<br />

bilancio dell’ultima festa di<br />

borgata del 9 luglio <strong>2006</strong>:<br />

utile in €. 932,36. Esso va<br />

ad aggiungersi al saldo precedente<br />

di €. 1.733,94.<br />

Complessivo pari a<br />

€. 2.666,30.<br />

Si ringraziano tutti per la<br />

generosità.<br />

5


Le Vous di Sclûse<br />

TRENTENNALE DEL TERREMOTO<br />

Nelle iniziative programmate per celebrare l’anniversario<br />

non poteva mancare l’occasione per rinnovare il ringraziamento<br />

al Signore innanzitutto per averci aiutato a<br />

superare quei dolorosi momenti. All’inizio della celebrazione<br />

eucaristica in parrocchia, don Michele, dando il benvenuto<br />

ai presenti, ha richiamato questa riconoscenza a<br />

Dio per averci donato forza nel vincere, pur nel disagio,<br />

quei tragici momenti. Questi, pur se dolorosi, hanno sigillato<br />

rapporti e irrobustito vincoli di amicizia e di solidarietà<br />

che si sono mantenuti in questi lunghi anni e quel<br />

giorno rivedendo amici e volontari si sono rinsaldati rapporti<br />

fraterni. Questa riflessione però, a distanza di anni,<br />

ci porta a sperare che non si limitino a degli sprazzi dettati<br />

solamente dalla nostalgia se, ripensando, ad oggi certi<br />

capisaldi della nostra civiltà e cultura stanno con rammarico<br />

sbiadendosi, i cui effetti sembrano inesorabilmente<br />

sotto gli occhi di tutti. Sono stati ringraziati tutti i gruppi<br />

e associazioni di volontari che hanno voluto essere presenti<br />

alle manifestazioni del 16 e 17 settembre scorsi: le<br />

suore Gemma Teresa, Margherita Calliari, Luisa Ferrari,<br />

padre Enrico e gruppo di Genova, don Silvano Cocolin.<br />

Gli Alpini associazione battaglione “Fuarce Cividal”;<br />

gruppo Rigetti di Bussolengo; gruppo di Valmadrera;<br />

6<br />

Raccolana nell’estate 1976 (foto G. Marcon)<br />

movimento Comunione e Liberazione di Gorizia; gruppo<br />

di Nerviano; gruppi Scout di Trieste , Agesci Padova,<br />

Empoli, Pisa, Piazzola sul Brenta e di Bergamo; gruppo<br />

“Risurrezione” di Milano, come tutti coloro che non sono<br />

potuti partecipare. Ha presieduto l’Eucaristia don<br />

Bellavite Andrea di Gorizia, ai tempi volontario laico, assistito<br />

da don Adolfo e un altro confratello operante allora<br />

in località di Pezzeit.<br />

TRENT’ANNI DOPO<br />

Tanti anni sono trascorsi, ma sicuramente il ricordo è<br />

ancora vivo in chiunque ha vissuto l’esperienza del terremoto<br />

del 1976. Una data fondamentale per il Friuli e il suo<br />

popolo uscito allora dalle tragedie di due guerre mondiali<br />

che l’avevano suo malgrado coinvolto. Emarginato e<br />

terra di confini: geografici, politici e culturali. All’epoca<br />

alle prese col difficile percorso verso la modernità; ancor<br />

più impegnativo per coloro in particolare che in montagna<br />

vivevano giorno per giorno e non solo da turisti della<br />

domenica.<br />

6 maggio 1976. Talmente significativa quella data, che<br />

tanti ancora oggi identificano i ricordi del proprio passato<br />

da allora. Prima o dopo il terremoto dicono.<br />

Grazie all’impegno di tutti, istituzioni in primis, l’esperienza<br />

di disperazione dei friulani di allora, si è trasformata<br />

in orgogliosa dimostrazione di capacità e impegno, nell’<br />

essersi saputi risollevare da quella tragedia che li aveva<br />

messi in ginocchio. Senza retorica e soprattutto campanilismo,<br />

mentre in Irpinia o nel Belice lo Stato continua a trasferire<br />

risorse ingenti a seguito d’analoghe sciagure, che in<br />

tutti i sensi continuano a lasciare aperte voragini, in Friuli<br />

la ricostruzione può dirsi in pratica conclusa.<br />

<strong>Chiusaforte</strong> non subì allora perdite di vite umane, ma<br />

ugualmente i danni furono devastanti al punto che anche<br />

il nostro comune fu classificato disastrato. Quella notte<br />

tante mamme e papà in Friuli persero il sorriso dei propri<br />

figli e tanti figli il calore di una carezza dei loro genitori.<br />

Per sempre. L’alba della mattina successiva, rendeva reale<br />

ed evidente quello che una notte da incubo aveva solo<br />

lasciato presagire. Quasi 1000 i morti, decine di migliaia i<br />

senzatetto. Dal pordenonese alle valli del Natisone; decine<br />

i paesi distrutti da una natura rivelatasi maligna, incontrollata<br />

e incontrollabile.<br />

L’intero Friuli e la sua storia millenaria sembrarono crollare.<br />

Dopo l’esperienza estiva delle tendopoli, oltre 40.000 persone<br />

nell’autunno di quell’anno sfollarono verso le località<br />

dell’Adriatico in un autentico esodo biblico. Solo la<br />

rotta di Caporetto, nel ricordo dei più anziani, determinò<br />

in particolare altrettanto.<br />

Il 16 e 17 settembre di quest’anno, in ricordo di allora la<br />

nostra comunità ha accolto quanti hanno offerto la propria<br />

opera: direttamente, finanziariamente o semplicemente<br />

solo di conforto. Anche quest’ultimo importante; perché<br />

allora tutti si sentirono impotenti e soli.<br />

Circa duecento i volontari di allora provenienti da tutte le<br />

regioni e tornati nei luoghi che li videro anch’essi protago-


Con braccia e cuore friulani<br />

“Allarmi non proprio del tutto giustificati si sono<br />

propagati per effetto delle voci. La sequenza lunga<br />

delle scosse di ieri, dopo quella abbastanza forte dell’altra<br />

notte, era il sottofondo dei profeti di sventura.<br />

Però la gente friulana ha retto bene anche a quasta<br />

scossa psicologica così come ha superato le conseguenza<br />

disastrose del terremoto. I nervi non saltano<br />

a gente che ha fondo saldo, una radice alpina. La<br />

saldezza friulana è una scoperta soltanto per chi non<br />

conosca questa gente. Prima ha impressionato la<br />

dignità nel lutto, nella catastrofe biblica; adesso si<br />

vedrà che c’è anche la rara qualità, diffusa e generale<br />

in questa terra, di saper ragionare anche in condizioni<br />

estreme, persino quando il vento della paura<br />

arriva soffiando come un temporale d’estate…Ci<br />

vuol altro, dunque, che una corrente di voci per turbare.<br />

Non ce l’ha fatta neppure il terremoto della<br />

notte di giovedì, nel senso che non ha fatto perdere<br />

la testa a chi era sopravvissuto e non ha spento in<br />

essi il barlume della comprensione e il senso preciso<br />

della realtà, come non ha smorzato, anzi diremmo<br />

esaltato, la volontà di fare, di ricostruire, insomma<br />

come sempre nel passato di ricominciare. Un destino<br />

non si rinnega, come non si può cambiare… A<br />

rincuorare la volontà di restaurare il Friuli, in modo<br />

serio, concreto e celere, e cioè secondo lo stile di questa<br />

gente, si adeguano i provvedimenti del governo.<br />

Ci sembrano a prima vista cospicui. Rassicurante è<br />

il fatto che, per la prima volta crediamo nella storia<br />

dell’Italia, l’amministrazione dei fondi per la ricostruzione,<br />

la definizione delle misure di base sono<br />

affidate all’ente locale, cioè alla regione, quanto a<br />

dire ai friulani. Tra la burocrazia romana e i sindaci<br />

friulani, il governo ha scelto questi ultimi. E’ l’occasione<br />

per un esempio che i friulani –ne siamo certinon<br />

si lasceranno sfuggire. Si è detto che qui si sa<br />

fare da soli: ecco che si può farlo, con l’aiuto della<br />

nazione, dell’Europa, anche dell’America, ma con<br />

braccia e cuore friulani”.<br />

(da Vittorino Meloni, Messaggero V. 13.05.1976)<br />

nisti della “Ricostruzione”. E’ stata la testimonianza diretta<br />

di come allora in tanti si ricordarono e ancora oggi non<br />

si dimenticano di noi. Valmadera, Milano, Roma,<br />

Nerviano, Padova, Como, Genova, Pistoia, Lecco, Trieste<br />

e altre ancora le zone di provenienza. Anche gli alpini in<br />

servizio alla caserma Zucchi in quella notte, da subito<br />

mobilitati nei soccorsi. Il parroco don Adolfo (significativa<br />

la raccolta dei bollettini parrocchiali da lui recentemente<br />

curata e presentata in precedenza proprio il 6 maggio),<br />

don Silvano, padre Enrico e le suore Margherita e Gemma<br />

Teresa, impegnati insieme nella ricostruzione morale e<br />

spirituale di giovani e adulti. La sala del teatro non è riuscita<br />

a contenere quanti si sono ritrovati soprattutto per<br />

ricordare, mentre una mostra fotografica allestita nella<br />

sala consigliare del municipio ha ripercorso la tragedia di<br />

quei giorni. Alcune ragazze che fortunatamente del terre-<br />

Le Vous di Sclûse<br />

moto non hanno neanche il ricordo, hanno letto significativamente<br />

le cronache tragiche del periodo raccolte in un<br />

libro. Dall’Austria una delegazione proveniente dal<br />

comune gemellato di Himmelberg e dalla Slovenia quello<br />

di Bovec, hanno simbolicamente testimoniato con la loro<br />

presenza il contesto europeo che in futuro ci vedrà sempre<br />

più coinvolti. In tanti nella mattinata successiva erano<br />

presenti alla messa anche in ricordo di chi ci ha lasciato. E<br />

proprio nel ricordo di tutti e in particolare dei giovani di<br />

Nerviano tragicamente scomparsi in quel periodo, qualche<br />

giorno prima un fiaccola accompagnata dai ragazzi<br />

dell’oratorio lombardo è partita da Raccolana verso quella<br />

regione. Un saluto sincero ha raggiunto tutti gli ospiti<br />

prima del rientro. <strong>Chiusaforte</strong> come il Friuli ringrazia e<br />

non ha dimenticato.<br />

Fabrizio Fuccaro<br />

Il campanile di Raccolana nell’estate 1976 (foto G. Marcon)<br />

Si ricorda che dal mese di maggio è a disposizione il<br />

4° volume della raccolta “Le Vous di Sclûse” (1976 -<br />

<strong>2006</strong>). Si rende noto che sono a disposizione ancora<br />

alcuni volumi delle raccolte dei bollettini precedenti<br />

(1938 - 1981). Rivolgersi al parroco.<br />

7


Le Vous di Sclûse<br />

COLLINA <strong>2006</strong><br />

Anche l’Estate <strong>2006</strong> ha visto ritrovarsi<br />

a Collina di Forni Avoltri un cospicuo<br />

gruppetto di bambini frequentanti<br />

la 4ª, 5ª elem. e 1ª media nel<br />

mese di giugno (dal 25 giugno al 1<br />

luglio) e di ragazzi di 2ª, 3ª media e<br />

1ª superiore (dal 28 agosto al 2 settembre).<br />

Dopo le frequenti piogge<br />

dei giorni precedenti, il tempo non<br />

ha osato fare ulteriori scherzi a chi<br />

con grandi aspirazioni voleva vivacizzare<br />

località suggestive come<br />

quelle ai piedi del monte Coglians,<br />

desiderose di veder nuovamente calpestare<br />

i propri sentieri dai numerosi<br />

turisti e amanti della montagna<br />

che ogni anno rallegrano quelle<br />

ambite mete, e fra questi anche le<br />

nostre armate brancaleone... In un<br />

angolo dal fascino unico come quello<br />

in cui si trova la casa “S. Gallo” di<br />

Moggio <strong>Ud</strong>inese, si sono ritrovati il gruppo dei più piccoli,<br />

ma non meno intraprendenti, come dei più grandi nel<br />

numero complessivo di 25 ragazzi provenienti da<br />

Moggio, Resiutta, <strong>Chiusaforte</strong> e Pontebba in una settimana<br />

densa di appuntamenti di riflessione, gioco e svago,<br />

nell’accogliente vallata. Coadiuvati da Cristina e don<br />

Michele e dalle collaudate Stefania e Valentina con le<br />

nuove leve Gabriele e Denis, i bambini si sono cimentati<br />

con tutte le forze, amalgamando lavoro, gioia, fatica e<br />

divertimento come soluzione vincente ad assicurare una<br />

settimana di passione e desiderio di riproporsi un’altra<br />

occasione nella prossima estate. Filo conduttore della settimana<br />

”il Diluvio” con l’affascinante esperienza di Noè e<br />

i suoi animali che li hanno stimolati a diventare anch’essi<br />

protagonisti nell’avventura della propria vita. L’arcobaleno<br />

ha voluto essere il segno dell’impegno e dell’alleanza che<br />

Dio ha preso con ciascuno di noi, per diventare a nostra<br />

8<br />

volta apostoli di amicizia e amore verso l’umanità.<br />

S. Francesco è stato l’asso portante che ha animato i sei<br />

giorni dei ragazzi delle medie. Angoli sconosciuti della<br />

figura di Assisi hanno fatto breccia nella sensibilità dei<br />

loro cuori, accomunati dallo stesso e appassionato entusiasmo,<br />

che lo hanno visto rinunciare alle scampagnate<br />

giovanili dei primi anni, per decidersi a favore della causa<br />

infallibile della fede in quel Dio lodato e cantato in tutta la<br />

sua breve vita. Non potevano mancare i giochi e le escursioni<br />

che hanno dato un tocco in più all’avventura. Per i<br />

piccoli la passeggiata verso malghe Vaas e “monte dei Buoi”<br />

come le malghe Fleons hanno messo in risalto le inaspettate<br />

doti atletiche anche dei meno capaci. I grandi invece si<br />

sono incamminati oltre confine con i vaccinati Cristina,<br />

Curzio e il don, in terra austriaca toccando fortuitamente<br />

i margini della valle del Gail, per salire ancora e ridiscendere<br />

dalla valle austriaca verso il lago Volaia. Il monte<br />

Crostis ha segnato poi quota 2.251<br />

s.l.m. lasciandoci ammirare vari<br />

spicchi della nostra affascinante<br />

Carnia. Di assicurato non poteva che<br />

attenderci un atteso sonno ristoratore.<br />

L’appetito è venuto giocando e<br />

faticando, non senza occasioni di<br />

riflessioni e preghiera, una fra tutte<br />

l’esperienza a turno dell’adorazione<br />

protratta per tutta la notte nell’ultima<br />

sera. Solo così possiamo aver<br />

fatto tesoro di quei giorni per il prossimo<br />

futuro. Un riconoscente ringraziamento<br />

a chi ha affinato il nostro<br />

palato, le cuoche Teresa e “Ane dal<br />

pan”, Cristina, Mirella, con le parttime<br />

Ornella ed Enrica. Chi ne vuole<br />

saper di più, non gli rimane che buttarsi…<br />

Alla prossima!<br />

Gli “eroici”animatori


Le Vous di Sclûse<br />

MANDI ITALO, TI IMPENSISTU…?<br />

“Mandi Italo, ti impensistu…?” al<br />

ere il titul da le serade che Le Clape<br />

di Sclûse ti à dedicât il 7 dal meis di<br />

lui, ta gleisie di Sant Antoni.<br />

Le gleisie no le rivave a tignî dentri<br />

ducj chei ch’a vevin dat dongje,<br />

ma no erin vignûts par chei cuatri<br />

ch’a recitavin, a erin vignûts par<br />

te, par zontâsi al coro e dîti<br />

“mandi” di persone, parcè ch’a ti<br />

vulevin ben.<br />

Ti tabai par furlan, mi pâr pui<br />

naturâl: mi vegnarès di ridi a cjacarâ<br />

talian cun te. E scusimi se<br />

cualchi volte mi scjampe di dîti li’<br />

roibis come se tu fos ancjemò a<br />

Padue, spetànt di fâ un scjampon<br />

di chesti’ bandis. Al suceit cussì<br />

ancje cuant che si favele di te tra<br />

amîcs, nol pâr vere…<br />

Insome, in chê sere a Sant Antoni<br />

sin tornâts indaûr fin al meis di<br />

novembre di chel lontan 1982. A<br />

corevin i agn’ da le ricostruzion e a<br />

Sclûse al ere dut un buliùm di int,<br />

di cantîrs e di lavôrs. A erin cjasis<br />

di comedâ, âtris di tornâ a fâ sù e<br />

le opare faraoniche da le autostrade<br />

di portâ indavant. Ancje i<br />

zovins a sintivin dut chel ferment<br />

e a vulevin partecipâ, in cualchi<br />

maniere, a chest mont ch’al sameave<br />

pront a tornâ a nassi. A vevin<br />

cjatât un test di teatro par fâlu in<br />

gleisie le gnot di Nadâl, ma al<br />

coventave adatâlu a li’ lôr esigjenzis:<br />

eco alore ch’ai àn pensât a ti!<br />

Ur plasevin cetant il to mût di scrivi,<br />

le semplicitât, l’umiltât e le<br />

maniere che tu vevis di stâ cu le<br />

int. Tu eris bon di discori in latin<br />

cul don Giuseppe e, cu le stesse<br />

naturalece, cjacarâ par oris cul<br />

Marin di Peceit. Ma, soredut, ju<br />

veve contagjâts l’amôr ch’a tu<br />

vevis par il to paîs e che no tu rivavis<br />

a platâ. Ce bielis seradis passadis<br />

in canoniche! Cul Marco al pianoforte,<br />

un bon tai che nol mancjave<br />

mai e il modelin dal F-104 di<br />

don Adolfo, in posizion di svuel, a<br />

dominâ l’ordin disordenât da li’<br />

pilis di documents, libris, rivistis e<br />

cjartis, sul grant taulon taront poiât tal mieç da le stanze.<br />

Le gnot di Nadâl le rispueste dai zovins al’è stade al’altece,<br />

chê dai Sclusàns ale à superât ogni prevision: le gleisie<br />

plene come un scus e, a le fin, un batimans ch’a nol finive<br />

pui. Daûr li’ cuintis cualchi âgrime di comozion…<br />

Alore tu âs tacât a cjacarâ da le fragrance dal pan fat in<br />

L’uscita di questo bollettino vuole ricordare<br />

il compianto e caro Italo Pielli, una persona<br />

che ha ricoperto un compito e un ruolo<br />

discreto, ma efficace all’interno della redazione<br />

del nostro bollettino parrocchiale, del<br />

quale ne era anche direttore. Le sue capacità,<br />

le sue indiscusse qualità intellettuali e la<br />

sua poesia ne hanno fatto un personaggio<br />

originale. A lui va la nostra personale riconoscenza,<br />

a nome anche dei miei predecessori<br />

e responsabili del bollettino stesso. Alla<br />

moglie e ai suoi cari la gratitudine per avercelo<br />

dato come prezioso e fedele collaboratore.<br />

Siamo sicuri che ora continuerà da<br />

lassù a cantare per noi le poesie della sua<br />

“amata Sclûse”.<br />

Al suo successore e nuovo direttore Fabio<br />

Paolini, unito al grazie per aver assunto<br />

questo impegno, l’augurio di poter salvaguardare<br />

e far ricordare l’eredità lasciataci<br />

da Italo.<br />

don Michele<br />

cjase e a son nassûts, cussì, chei<br />

che clamavin i gnostris colossal. Il<br />

moment pui biel al è stât chel da<br />

le vee di Nadâl dal 1983 cu le le tô<br />

rapresentazion intitulade Una<br />

culla di spine. Trente atôrs in sene,<br />

cu li’ comparsis, cence contâ ducj<br />

chei ch’a lavoravin daûr da li’<br />

cuintis…<br />

Intal fratimp, secont te, il grup al<br />

ere pront par jentrâ intune vere<br />

sale di teatro, ma tal gnostri piçul,<br />

a Sclûse. E tu âs parecjât Il pianeta<br />

della fortuna, une satire magjistrâl<br />

su le vite e su le politiche dal paîs.<br />

Par cheste ocasion tu âs scrit li’<br />

cuatri cjanzons ch’a cjacarin dal<br />

gnostri paîs: Le liende di Racolane,<br />

Cjampolâr, Il puestin e Lassù dal<br />

Catùf. Le sale da le caserme dai<br />

Alpins, al’ere plene e le int si è<br />

fate sintî batint li’ mans a sene<br />

vierte. Alore tu âs dit che i zovins<br />

a erin pronts par fâ un “svuel di<br />

fûr dal nît” e tu âs tacât a scrivi<br />

Blanc o Neri?, le storie di un pitôr<br />

decoradôr, Gjenio di non e di fat,<br />

stramp par definizion.<br />

Ce lunc chel “svuel fûr dal nît”! Il<br />

grup, cul Blanc o Neri?, al à girât<br />

dut il Friûl di cà e di là da l’aghe,<br />

da le Province di Gurize a chê di<br />

Pordenon, jù pa le Basse e sù pa le<br />

Cjargne, dapardut dulà che al’ere<br />

une sale par podêlu rapresentâ.<br />

Dopo tu nus âs consegnât Il gardelin,<br />

su le dificoltât dal vivi ta barachis,<br />

e Le Regjine da li’ Aganis.<br />

Cert che no podevin sierâ tal arc<br />

di une serade 24 agns di colaborazion<br />

e di amicizie e ancjemò di<br />

manco rivarai a fâlu cumò suntune<br />

pagjinute come cheste…<br />

Nus mancjarà pui di dut le tô ridade<br />

ch’ale implenave i ambients,<br />

une ridade sclete, plene, contagjôse.<br />

Di chê ridade a son nassudis<br />

dutis li tôs comedis e i Sot Vous dal<br />

boletin. Le tô serietât e le tô preparazion,<br />

invezit, li àn dat vite a<br />

le rubriche Carta canta, une fete di<br />

storie dal paîs sparniçade par le<br />

Vous di Sclûse, ti àn portât a cjapâ<br />

l’impegno di jessi diretôr responsabil di chest gjornâl e tu<br />

lu âs mantignût par ben 22 agns.<br />

Mandi, Italo! Polse in pâs, lassù tu seis in bone compagnie.<br />

Ti saludi a non di ducj i “fruts” da Le Clape di Sclûse, a non<br />

di ducj i Sclusàns e a non di ducj chei ch’a ti àn volût ben.<br />

Latino<br />

9


Le Vous di Sclûse<br />

LAVORI: PUNTO DELLA SITUAZIONE<br />

Sembra che l’anno in corso, prossimo a concludersi,<br />

rimarrà nella memoria per i lavori di straordinaria manutenzione.<br />

Facciamo qui di seguito il riassunto dello stato<br />

di fatto riguardanti le diverse chiese:<br />

Casasola: L’ultimazione dei lavori è avvenuta il<br />

21.05.<strong>2006</strong>. Gli interventi finali da illustrare si riassumono<br />

nelle seguenti voci: rimozione intonaco interno (minima<br />

parte) ed esterno (completo) comprendente di spicconatura<br />

e taglio delle cuciture metalliche sporgenti in superficie<br />

che arrugginendosi provocavano lo ‘scoppio’ dell’intonaco<br />

in più parti. Successiva applicazione di nuovi intonaci.<br />

Lavorazione per consolidamento sei capriate lungo fronte<br />

nord (oltre a due lato sud). Essa ha riguardato intervento<br />

imprevedibile in fase di progettazione iniziale. Si è dovuto<br />

provvedere alla spicconatura intorno al punto di appoggio<br />

delle capriate, smontaggio dormiente esistente e sua<br />

sostituzione. Stesura marmorino su superfici complete.<br />

Solo l’abside è stata tinteggiata nelle cornici e sulle volte.<br />

Realizzazione fori (carotature) per migliorare areazione<br />

interna<br />

Copertura: nel progetto originale non era previsto un intervento<br />

in tal senso. Esso si è reso necessario dopo un più<br />

approfondito esame. Necessario perciò, in corso cantiere,<br />

porvi rimedio estendendo l’indagine anche alla parte<br />

riguardante l’abside accessibile dall’alto. Su quest’ultima<br />

il manto era stato eseguito in tavelle laterizie, cappa in calcestruzzo<br />

armata di rete metallica, sostenuta da travatura<br />

lignea in capriate e puntoni. Esso presentava preoccupanti<br />

fenomeni di cedimento per effetto di avanzato degrado.<br />

Al fine di evitare possibili crolli sulla volta a vela dell’abside<br />

si è disposta la parziale demolizione della copertura<br />

per alleggerire il carico spingente sulle murature laterali.<br />

La mancata areazione del sottotetto sovrastante la volta<br />

absidale ha causato e velocizzato il processo. Le carotature<br />

sono state realizzate in quattro punti con l’apertura nel<br />

muro della torre campanaria di passaggio al sottotetto<br />

dell’abside. Si è proceduto allo smontaggio coppi, lattonerie,<br />

demolizione integrale calcestruzzo e tavelle, rifacimento<br />

piano di posa delle travature lignee con malta e<br />

mattoni, rifacimento dell’orditura portante lignea, posa<br />

tavolato, stesura guaina bituminosa, montaggio lattoneria<br />

precedente, listellatura e posatura nuovi coppi antigelivi<br />

sotto, vecchi sopra ancorati ad arte.<br />

Importo lavoro: €. 11.350,00.<br />

Aula chiesa: asportazione manto coppi, smontaggio lattonerie,<br />

eliminazione manto precedente per posa coppi, stesura<br />

guaina, rimontaggio lattonerie, fissaggio listelli<br />

impregnati, posa nuovi coppi antigelivi sul lato sottostante<br />

dotati di aggancio, posa coppi recuperati nel lato soprastante<br />

con realizzazione di un foro di ancoraggio con gancio<br />

metallico per ogni singolo coppo.<br />

Importo lavoro: 38.238,32.<br />

Relazione sul conto finale:<br />

A.1 - importo totale pari a €. 90.523,48,<br />

A.2 - oneri sicurezza… €. 2.050,00.<br />

B.1 - spese tecniche: €. 9.879,84<br />

B.2 - iva al 10% su A.1 e A.2: €. 9.262,35<br />

B.3 - iva al 20% su B.1 pari a €. 1.975,97.<br />

Totale somme impegnate €. 113.741,63.<br />

10<br />

Copertura aula €. 38.238,32. Abside €. 11.350,00.<br />

Importo globale: €. 159.810,00.<br />

La parrocchia ha beneficiato di una somma erogata dalla<br />

Regione pari a €.103.000,00 (Accordo di Programma) e di<br />

€. 24.634,36 sempre dalla Regione per contributo eventi<br />

alluvionali 30.08.2003, coprendente il 70% della spesa<br />

totale. L’importo è stato completamente liquidato all’impresa<br />

esecutrice e allo studio tecnico.<br />

S. Floriano: la chiesa è stata ridipinta per la sua apertura<br />

di fine aprile dopo restauro. Verrà ridotata di una statua<br />

raffigurante il patrono, di una croce abilmente costruita da<br />

un benefattore della Valle.<br />

Piani Sotto: si è provveduto alla copertura in lattoneria<br />

del nuovo pronao, grondaie e mantovane sopra sacrestia.<br />

Posa del cotto aula, presbiterio e sacrestia. Completa tinteggiatura<br />

interna grazie a manodopera gratuita di due<br />

parrocchiani. Totale importo €.21.547,50.<br />

Saletto: Sulla copertura si è adottato lo stesso sistema sperimentato<br />

a Casasola su tutte e tre le navate, potendoci<br />

avvalere di un contributo (fondo alluvione 2003 comprendente<br />

il 70% dell’intera spesa). Sostituzione lattoneria,<br />

converse e scossaline in rame. Installazione barre di acciaio<br />

per consolidamento volte navata centrale mediante<br />

pendinatura. E’ stata demolita e rifatta parte degli intonaci<br />

esterni e interni. Insabbiamento facciata con stuccatura<br />

fessure, come su torre campanaria; fissaggio piombo su<br />

timpano e cordoli facciata. Ripassatura infissi con sostituzione<br />

vetri rotti. Rifacimento scala campanile in legno con<br />

intonacatura pareti campanile interne con tecnica cuciscuci.<br />

Nuova disposizione linee impianto luce con fari.<br />

Demolizione vecchio pavimento (esclusa corsia centrale<br />

in pietra) con posa di elementi di areazione (iglù).<br />

Consolidamento colonne portanti in pietra prima poggianti<br />

su terreno semplice. In corso lavori si sono messe in<br />

luce vecchie mura perimetrali chiesa precedente. Con la<br />

supervisione di un addetto della Soprintendenza si è concordato<br />

di mantenerle pur non lasciandole in risalto vista la<br />

non alta fattura. Si deciderà in seguito come evidenziare<br />

esternamente, magari con posa differenziate delle piastrelle,<br />

il perimetro che delimitava il precedente edificio di culto. Si<br />

è proceduto all’insabbiamento di alcune pareti interne e<br />

delle colonne. Rifacimento di modiglioni decorativi in gesso<br />

della navata centrale e della cupola che risultavano gravemente<br />

danneggiati. Restauro altare Madonna, nicchie e altari<br />

laterali. Tinteggiatura. Formazione caldana e posa piastrelle<br />

in grigio carnico con successiva levigatura.<br />

Carteggiatura, sabbiatura e tinteggiatura parti in legno<br />

quali orchestra, coro presbiterio, compreso portone.<br />

Demolizione cupola altare Madonna e installazione della<br />

nuova con orditura in legno lamellare.<br />

S.ti Pietro e Paolo in Raccolana: sono state restaurate, grazie<br />

ad un contributo della Provincia già in precedenza confermato,<br />

le tele raffiguranti le 14 stazioni della Via Crucis<br />

di appartenenza dell’originale chiesa di S.Bartolomeo ap.<br />

collocate in origine a Chiusavecchia e la tela di S. Nicolò.<br />

Dovrebbe essere prossima la ricollocazione del lampadario<br />

centrale (glogje) in vetro di Murano gìà commissionata per<br />

il restauro, spesa equivalente a €. 5.000,00 con l’aggiunta<br />

dell’installazione. Una parte della spesa del restauro di un<br />

confessionale settecentesco dell’antica chiesa di<br />

Chiusavecchia da ricollocare magari a Raccolana, verrà<br />

sovvenzionata dalla Fondazione Crup di <strong>Ud</strong>ine e


Pordenone, pari a 3.500,00 su una somma totale di<br />

6.200,00. Sono da poco ripresi i lavori all’interno (dopo più<br />

di un anno). Essi hanno già riguardato il trattamento e lucidatura<br />

del pavimento dell’aula assembleare in terrazzo<br />

veneziano. La doviziosa cautela ed esperienza del restauratore<br />

ha rimediato anche ai più evidenti ammaloramenti<br />

riscontrati. Verrà pure ricollocata la bussola e si provvederà<br />

alla rimanente tinteggiatura. Quasi certa è l’impossibilità<br />

di accedere ad altri fondi pubblici attraverso la<br />

Soprintendenza atti al ripristino dei due altari laterali, che<br />

risultano in precarie condizioni. Si valuterà in seguito<br />

attraverso le nostre risorse come e quando porvi rimedio.<br />

Chiesa S. Bartolomeo ap.: nel mese di ottobre è stato affidato<br />

l’incarico dell’intervento alla ditta Clochiatti S.p.A.<br />

di Povoletto, da anni dedita al recupero delle chiese terremotate.<br />

I lavori sono iniziati ufficialmente il giorno 13<br />

novembre. Il progetto prevede: formazione ponteggi<br />

(€. 63.693,11), rimozione copertura in coppi (tre navate e<br />

torre campanaria) per €. 14.656,46; esecuzione copertura<br />

in tegole nuove con dentello (strato inferiore) e tegole vecchie<br />

(parte superiore) preceduta da posa guaina. Le superiori<br />

saranno ancorate con ganci inox al correntino in<br />

abete. Fornitura e posa di pettine antipassero in linda; esecuzione<br />

di restauro di parte del cornicione sagomato (tot.<br />

€. 71.964,81); fornitura elementi in rame. Grondaie, scossaline,<br />

converse e mantovane (€. 21.394,17); posa in opera<br />

di dispositivo anticaduta sul colmo del tetto in materiale<br />

di acciaio inox (€. 5.720,00); formazione marciapiede in<br />

calcestruzzo (lato nord, parziale lato est) €. 2.271,25.<br />

Esecuzione nuovo servizio igienico in sacrestia compren-<br />

Appello ai valligiani. In concomitanza con la ristrutturazione<br />

della chiesa di Saletto, abbiamo pensato<br />

anche alla restaurazione della statua della B. V. della<br />

Visitazione. La spesa dovrebbe essere sostenuta dalla<br />

generosità dei parrocchiani. Per questo Corrado Piussi<br />

e Oreste si sono proposti per passare di casa in casa<br />

per la raccolta di fondi. Un ringraziamento a chi volesse<br />

contribuire. Chei dal Salet<br />

Le Vous di Sclûse<br />

† Requie, Signôr, par i gnostris muarts †<br />

Elena DELLA MEA<br />

nel 10°anniversario<br />

† il 3.4.1996 a <strong>Ud</strong>ine<br />

Italo PIELLI<br />

di anni 64<br />

† il 31.3.<strong>2006</strong> a Padova<br />

riposa a Badia Polesine<br />

dente rifacimento nuova rete di adduzione acqua e scarico<br />

per un w.c. e un lavabo, parete cartongesso, porta ceca<br />

con pavimento in piastrelle (€. 6.800,00).<br />

Totale importo €. 186.500,00;<br />

spese tecniche, direzione lavori €. 27.000,00.<br />

Gnûfs fiis di Dio<br />

Rachele MARCON di Luigi e Copetti Carla<br />

nata a Tolmezzo il 19.10.2005<br />

battezzata il 26.3.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

.<br />

Nico MARTINA di John e De Spirito Simona<br />

nato a Tolmezzo l’8.09.2005<br />

battezzato il 28.5.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

Elisa VIDALI di Michela<br />

nata a S. Daniele del Friuli il 05.09.2005<br />

battezzata il 28.5.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

Elvis RANGHIERO di Emanuele e Colus Miriam<br />

nato a Verona il 28.10.2004<br />

battezzato il 6.6.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

Samuel PERINU di Federico e di Piussi Ornella<br />

nato a Tolmezzo il 23.06.2005<br />

battezzato il 29.7.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

Alessia SERRA di Diego e Battistutti Claudia<br />

nata a Tolmezzo il 17.01.<strong>2006</strong><br />

battezzata il 16.9.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

Valentina MARTINA di Giuliano e Ippolito Daniela<br />

nata a Tolmezzo il 03.06.<strong>2006</strong><br />

battezzata il 29.10.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

Con l’uscita di questo bollettino, viene recapitata ai<br />

residenti la “Busta pro parrocchia”. Alle tante persone<br />

generose e sensibili porgiamo la nostra riconoscenza.<br />

Laura DI FANT<br />

ved. Martina, di anni 93<br />

† il 4.4.<strong>2006</strong><br />

a <strong>Chiusaforte</strong>, ivi riposa<br />

Sergio DOMINI<br />

di anni 78<br />

† il 21.4.<strong>2006</strong> a <strong>Ud</strong>ine<br />

riposa a Feletto Umberto


† Requie, Signôr, par i gnostris muarts †<br />

Valentino ROSEANO<br />

di anni 59<br />

† il 6.5.<strong>2006</strong> a Tolmezzo<br />

riposa ad Ampezzo<br />

Luigi Marcon<br />

di anni 83<br />

† il 17.7.<strong>2006</strong> a Roveredo<br />

ivi riposa<br />

Luigia MARCON<br />

ved. Di Gallo di anni 88<br />

† il 11.11.<strong>2006</strong><br />

riposa a Rovereto<br />

Cipriano DELLA MEA<br />

di anni 64<br />

† il 10.5.<strong>2006</strong> in Francia<br />

ivi riposa<br />

Antonietta BATTISTUTTI<br />

ved. di Bartolo<br />

di anni 76, † il 5.9.<strong>2006</strong><br />

a Piombino (LI), ivi riposa<br />

Mercedes ALAMAN<br />

in Zuliani, di anni 70<br />

† il 14.11.<strong>2006</strong> in Francia<br />

riposa a Valentia (Spagna)<br />

Le Vous di Sclûse<br />

Bollettino Parrocchiale edito dalla Parrocchia di<br />

33010 CHIUSAFORTE - VAL RACCOLANA (ITALIA)<br />

Via Campolaro, 40 - 33010 <strong>Chiusaforte</strong> (UD)<br />

A cura della s.c.a r.l. “La Chiusa”- w.w.w.lachiusa.it<br />

Spediz. in abb. postale, Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96<br />

- Ente Poste Italiane - Filiale di 33100 <strong>Ud</strong>ine<br />

c/c postale n. 11087335<br />

Opere Parrocchiali <strong>Chiusaforte</strong> - 33010 <strong>Chiusaforte</strong> (UD)<br />

Foto prima pagina: Madonna con neve a Piani di Là<br />

Direttore Responsabile: Paolini Fabio<br />

Redazione: via Stazione, 15<br />

Stampa: LITOGRAFIA DESIGNGRAF s.r.l.<br />

Autorizzazione Tribunale di Tolmezzo n. 53 del 25.6.84<br />

Rina DELLA MEA<br />

ved. Della Mea, di anni 73<br />

† il 12.5.<strong>2006</strong> a Tolmezzo<br />

riposa <strong>Chiusaforte</strong><br />

Vanna MARTINA<br />

in Cereatti, di anni 63<br />

† il 29.9.<strong>2006</strong> a <strong>Ud</strong>ine<br />

riposa a <strong>Chiusaforte</strong><br />

Teresa MOCHARITSCH<br />

ved. De Monte di anni 90<br />

† il 13.11.<strong>2006</strong> a Chieri (TO)<br />

ivi riposa<br />

Anna MARTINA<br />

ved. Soprano, di anni 86<br />

† il 17.6.<strong>2006</strong> a <strong>Chiusaforte</strong><br />

riposa a Dogna<br />

Adriano DELLA MEA<br />

di anni 41<br />

† il 1.11.<strong>2006</strong> a Resiutta<br />

riposa a Roveredo<br />

Marino DELLA MEA<br />

di anni 89<br />

† il 21.11.<strong>2006</strong> a Gemona<br />

riposa a Saletto

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!