Ethan Frome - Proloco Scorrano

lingue.
Oltre a testi di autori classici di filosofia, sono attestati nella biblioteca,
anche testi di autori vicini ad Averroè. Anche le idee tipiche del secolo dei
lumi sono attestate nel patrimonio librario del sacerdote.
Lo possiamo notare attraverso la presenza di opere scientifiche, in
particolare modo, di scienze naturali e astronomia. Di quest’ultima materia,
il sacerdote doveva essere appassionatissimo. Ciò si nota dalla presenza,
nella sua biblioteca, oltre che degli atlanti astronomici, anche degli
strumenti ottici e di testi relativi all’ottica.
Le sue aperture mentali si notano grazie alla presenza dei testi in odore di
eresia, la cui quasi totalità, come già detto, rimase a Roma.
Da quanto sopra, il Donbattista si può definire una personalità poliedrica,
in possesso di una elevata cultura. Se il Maggiulli ha parlato di lui come
teologo, filosofo, poeta, noi possiamo aggiungere, astronomo, esteta,
poliglotta, aperto all’influenza del pensiero a lui contemporaneo.
b) Dalla soppressione dei conventi ai “repubblicani”.
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Dopo la morte dell'abate Domenico Antonio Donbattista, secondo le
disposizioni testamentarie di quest'ultimo, anche se la nave che trasportò i
libri transitò attraverso il porto di Tricase e non quello di Gallipoli, 65 la
biblioteca venne consegnata nel 1741 alla Chiesa parrocchiale di Scorrano.
La scuola invece sorse dopo la morte del fratello Berardino, erede dei beni,
e venne gestita dallo stesso clero. Subito dopo l’acquisizione della
biblioteca, don Giovanni D’Apo si impegnò a costruire un piccolo locale e
ad acquistare gli arredi per collocarla, chiese quindi nel 1741 il beneplacito
al vescovo Michele Orsi, che glielo concesse, di ipotecare due terreni della
65 Cfr. ADO, Fondo Parrocchie, Scorrano, b. 145/48, fasc. 36.