Noi credevamo - Istituto di Istruzione Superiore "Giovanni Falcone"
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ALCONEXPRESS<br />
ALCONEXPRESSF<br />
36<br />
marzo 2011<br />
Piazza Cavour, corso<br />
Vittorio Emanuele<br />
II, via Garibal<strong>di</strong>,<br />
via Mazzini, largo<br />
Risorgimento: non c’è<br />
città o paese in questa<br />
nostra nazione che non<br />
celebri questi personaggi<br />
e questi avvenimenti.<br />
Si tratterebbe quin<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui e fatti degni<br />
<strong>di</strong> essere ricordati e apprezzati<br />
da chiunque.<br />
A nessuno infatti verrebbe<br />
in mente <strong>di</strong> intitolare<br />
una via ad Adolf<br />
Hitler o una piazza alla<br />
“pulizia etnica” dei tempi<br />
più recenti. Da un po’<br />
<strong>di</strong> tempo a questa parte,<br />
però, il Risorgimento<br />
italiano con tutti i suoi<br />
eroi è stato smembrato<br />
pezzo per pezzo, e<br />
del mito che ancora sopravvive<br />
nei libri <strong>di</strong> storia<br />
propinati agli inconsapevoli<br />
studenti italiani<br />
dalle scuole elementari<br />
all’università, è rimasto<br />
poco <strong>di</strong> cui andare fieri,<br />
e quel poco rimanda ai<br />
nostri giorni con preoccupante<br />
attualità e chiaroveggenza.<br />
Sono rimaste infatti pagine<br />
ingloriose che rac-<br />
36<br />
FRATELLI D’ITALIA?<br />
L’unità d’Italia: una questione ancora aperta<br />
a cura <strong>di</strong> Michelle GALLI (VAs)<br />
BambiniÊ emigranti<br />
delÊ meri<strong>di</strong>one<br />
contano una storia fatta<br />
<strong>di</strong> corruzione, menzogne<br />
e violenze. Violenze<br />
<strong>di</strong> vario genere furono<br />
commesse soprattutto<br />
con la conquista del<br />
Sud: l’invasione del Regno<br />
delle due Sicilie da<br />
parte prima dei “Mille”<br />
garibal<strong>di</strong>ni e poi delle<br />
truppe del Regno <strong>di</strong> Sardegna,<br />
che si era assunto<br />
il “compito” <strong>di</strong> unificare<br />
la penisola, allora<br />
<strong>di</strong>visa in stati legittimamente<br />
governati dai<br />
propri sovrani, in un’unica<br />
entità politica. Dal<br />
momento che i meri<strong>di</strong>onali<br />
non ne vollero sapere<br />
<strong>di</strong> appartenere al nuovo<br />
Regno, si reagì con<br />
una carneficina, definita<br />
dai conquistatori “repressione<br />
del brigantaggio”.<br />
Fu una guerra civile,<br />
una specie <strong>di</strong> resistenza<br />
partigiana, condotta<br />
da ex-ufficiali del Regno<br />
borbonico rimasti fedeli<br />
al loro re, e dai conta<strong>di</strong>ni<br />
meri<strong>di</strong>onali che avevano<br />
imparato a conoscere il<br />
nuovo Stato soprattutto<br />
per tre motivi: imponeva<br />
la leva obbligatoria,<br />
sottraendo per anni forze<br />
giovani al lavoro dei<br />
campi, fonte della loro<br />
sussistenza; inviava gli<br />
esattori delle tasse per<br />
svuotare le tasche della<br />
gente e cercare così <strong>di</strong><br />
coprire il deficit del Regno<br />
<strong>di</strong> Sardegna, indebitatosi<br />
fino all’osso per le<br />
“guerre <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza”;<br />
arrestava i sacerdoti<br />
e proibiva le processioni<br />
ferendo profondamente<br />
l’identità religiosa della<br />
popolazione meri<strong>di</strong>onale.<br />
Si apriva così ufficialmente<br />
la questione meri<strong>di</strong>onale.<br />
In alcuni paesi gli insorti<br />
si chiamano briganti,<br />
in altri patrioti. Il più