Bimestrale- Spedizione in Abbonamento Postale Art. 2, comma

Questo aspetto sarà oggetto nel prossimo Congresso Nazionale dei Chimici che si terrà a Roma
nell’ottobre di quest’anno, unitamente ad altri interventi e relazioni.
Tornando ai rifiuti, occorre dire che il Legislatore li ha sottoposti a vincoli sempre più stretti nell’evidente
tentativo di mantenere quanto più è possibile inalterata la libertà di cui gode la merce.
Infatti se è vero che le merci producono una grande quantità di rifiuti; vero è che lo Stato è
costretto all’intervento su di essi, sia nella gestione che nel trattamento, ma lascia inalterata e
libera la loro produzione.
In tal modo si mette in moto un sistema che va dagli esperti nel settore ai convegni, dal politico
che si indigna al cittadino che è sempre più costernato dal continuo aumento dell’inquinamento,
dagli smaltitori autorizzati ed abusivi ai profittatori di ogni genere.
In tutto ciò dimenticando che i rifiuti non sono altro che la manifestazione della libertà di cui
godono le merci.
Essa, una volta prodotta, passa di mano in mano lasciando dietro di se una scia di rifiuti.
E ciò perché chi produce ha solo l’interesse del valore di scambio della merce, mentre coloro che
l’acquistano sono interessati unicamente al valore d’uso.
La differenza fra i due valori produce uno scarto quantitativo; infatti ad ogni passaggio ogni
detentore è responsabile dei rifiuti che produce sotto la sua “giurisdizione” e non è responsabile
dei rifiuti che tale merce produrrà una volta passata di mano.
Questo è anche il motivo per trasferire, il più possibile, la maggior parte dei rifiuti alle successive
fasi di vita della merce.
Occorre quindi invertire la tendenza che fa si che il rifiuto rappresenta la fine del processo economico
che va dalla produzione al consumo, mentre le risorsa ne rappresenta l’inizio.
Risorsa è il suolo coltivato o non coltivato, risorse sono i brevetti, le opere d’arte. Vi sono risorse
finanziarie, risorse umane, ma risorsa è anche il rifiuto.
Per rendere comprensibile tale assunto basta pensare che la natura non produce rifiuti.
Ad esempio, i frutti che la natura offre all’uomo non sono qualitativamente differenti da ciò che
la natura restituisce all’ambiente.
L’allontanamento dei rifiuti dal luogo di produzione nasce nel contesto urbano e con l’avvento
della rivoluzione industriale che ha portato sia ad un aumento della produzione che della composizione
dei rifiuti.
Ecco perché occorre pensare ad un modo più ottimale della gestione del rifiuto per far si che il
nostro secolo non diventi “la pattumiera della storia”!
È una sfida che i chimici hanno accettato da subito perché da sempre hanno impiegato ogni
genere di risorsa per soddisfare le umane esigenze.
È un impegno che i nostri colleghi hanno sempre affermato in ogni settore in cui si sono trovati
ad operare professionalmente.
È un campo nel quale la circolazione del rifiuto ha portato ad un flusso crescente di denaro; ma
in tal caso non si paga per acquistare qualcosa bensì di cederla!
Questo è un paradosso che occorre invertire per nobilitare ciò che può rappresentare ancora una
ricchezza se giustamente riutilizzata.
Ritengo che nella misura in cui i chimici contribuiranno a rendere comprensibile ai più tale
verità, siano essi politici che gente comune, renderanno un servizio non più procrastinabile
all’umanità intera.
LUG/AGO/SET 2003 IL CHIMICO ITALIANO
Antonio Ribezzo
EDITORIALE
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