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12 - IRSA - Cnr

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TIXIER C., SINGER H.P., OELLERS S., MULLER<br />

S.R. (2003): ”Occurrence and fate of<br />

carbamazepine, iboprufen, ketoprofen and naproxen<br />

in surface waters”, Sci. Total Environ., 37, (6), 1061-<br />

1068.<br />

TOPP E., HENDEL J.G, LAPEN D.R, CHAPMAN R.<br />

(2008): ”Fate of the nonsteroidal anti-inflammatory<br />

drug naproxen in agricultural soil receveiving liquid<br />

municipal biosolids”, Environ. Toxicol. Chem., 27,<br />

(10), 2005-2010.<br />

VANE J.R. & BOTTING R.M. (1998): ”Mechanisms<br />

of action of anti-inflammatory drugs”, Int. J. Tissue<br />

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ZURITA J.L., REPETTO G., JOS Á., SALGUERO<br />

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”Toxicological effects of the lipid regulator<br />

Gemfibrozil in four aquatic systems”, Aquat. Toxicol.,<br />

81, 106-115.<br />

DESTINO AMBIENTALE DEGLI ANTIBIOTICI<br />

NEGLI ECOSISTEMI DEL SUOLO E DELLE<br />

ACQUE E LORO EFFETTI SUI MICRORGANISMI<br />

a cura di Pirredda M. e Grenni P.<br />

CNR-<strong>IRSA</strong>, Area Ricerca Roma 1 - Montelibretti,<br />

Monterotondo (RM)<br />

RIASSUNTO<br />

Gli antibiotici una volta entrati nell’ambiente possono<br />

agire sulle comunità microbiche naturali. Gli effetti<br />

includono non solo l’aumento della resistenza, ma<br />

anche l’alterazione della struttura filogenetica e delle<br />

funzioni ecologiche. La relazione causa-effetto tra<br />

l’input di antibiotici e l’aumento della resistenza<br />

antibiotica è ancora in fase di studio. Numerose<br />

ricerche hanno evidenziato cambiamenti nella<br />

struttura di comunità microbiche presenti nel suolo e<br />

nelle acque, causati dalla presenza di antibiotici e<br />

messo in luce effetti su funzioni ecologiche<br />

fondamentali, come la trasformazione dell’azoto, la<br />

metanogenesi e la solfato-riduzione. Diversi sono i<br />

fattori che influenzano l’entità di tali effetti tra i quali<br />

la concentrazione del farmaco, il tempo<br />

d’esposizione, i diversi substrati e, non ultimi, la copresenza<br />

di diversi antibiotici e di altri contaminanti.<br />

INTRODUZIONE<br />

Negli ultimi anni, tra i diversi contaminanti<br />

emergenti, notevole attenzione è stata riservata alla<br />

possibile presenza di farmaci negli ecosistemi.<br />

Notiziario dei Metodi Analitici<br />

9<br />

n.1 (20<strong>12</strong>)<br />

In particolare, gli antibiotici sono oggetto di numerosi<br />

studi in quanto il loro crescente uso e il conseguente<br />

sviluppo di batteri multi-resistenti pongono seri rischi<br />

per la salute umana e degli animali.<br />

Gli antibiotici sono sostanze utilizzate nella medicina<br />

umana e veterinaria per trattare o prevenire le<br />

malattie infettive e, nel caso di antibiotici veterinari,<br />

in alcuni Paesi vengono forniti a bassa<br />

concentrazione attraverso il mangime come<br />

promotori della crescita degli animali allevati. Il<br />

termine antibiotico si riferisce ad ogni agente che<br />

esercita attività biologica nei confronti di organismi<br />

viventi, in particolare attività antibatterica,<br />

antifungina o antiparassitaria.<br />

L’introduzione degli antibiotici nella medicina umana<br />

(nel 1940 con la penicillina) e veterinaria ha<br />

rappresentato un fattore importante per il<br />

miglioramento delle condizioni di salute dell’uomo e<br />

di quelle degli animali negli allevamenti. In natura tali<br />

molecole sono prodotte da microrganismi (batteri e<br />

funghi) allo scopo di inibire la crescita o eliminare<br />

altri microrganismi loro competitori (effetto<br />

batteriostatico o battericida). Molte molecole<br />

antibiotiche sono state isolate ed utilizzate anche<br />

per altri usi terapeutici, come antitumorali o<br />

antiparassitari o per la promozione della crescita<br />

negli animali e nelle piante (Demain, 2000).<br />

Gli antibiotici che attualmente vengono utilizzati<br />

possono essere naturali, prodotti principalmente da<br />

microrganismi come ad esempio i funghi,<br />

(Benzilpenicillina e Gentamicina), di sintesi (agenti<br />

antimicrobici o chemioterapici) o semi-sintetici, cioè<br />

composti naturali alterati chimicamente mediante<br />

l’inserimento di un additivo sintetico all’interno della<br />

formulazione farmacologica, che ne migliora<br />

l’efficacia rendendoli più stabili e meno degradabili<br />

dai batteri.<br />

In generale gli antibiotici si possono dividere in<br />

differenti categorie farmaceutiche (Tab. 1), oppure in<br />

base al loro meccanismo di azione (inibizione della<br />

sintesi della parete cellulare, alterazione delle<br />

membrane cellulari, inibizione della sintesi proteica,<br />

inibizione della sintesi degli acidi nucleici, attività<br />

anti-metabolica o antagonismo competitivo<br />

(Kümmerer, 2009; Fig. 1). Si tratta di molecole<br />

complesse che possono avere diversi gruppi<br />

funzionali al loro interno. In condizioni diverse di pH<br />

possono perciò comportarsi come composti neutri,<br />

cationici, anionici o zwitterionici (che presentano sia<br />

cariche positive sia negative localizzate)<br />

(Kummerer, 2009). Inoltre le loro caratteristiche<br />

chimico-fisiche e biologiche, come il log Kow<br />

(coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua,<br />

indicatore della tendenza del composto ad essere<br />

adsorbito al suolo), assorbimento, reattività alla luce,<br />

attività antibiotica e tossicità possono cambiare con<br />

il pH (Kummerer, 2009).

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