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?<br />
!<br />
L’esperto<br />
risponde<br />
Questa rubrica è dest<strong>in</strong>ata ai lettori<br />
che desiderano rivolgersi ai nostri<br />
Specialisti per esporre le loro<br />
domande, i propri dubbi su<br />
determ<strong>in</strong>ate patologie e sulle<br />
problematiche ad esse correlate.<br />
Per ogni ques<strong>it</strong>o scrivere a<br />
In Salute - Edizioni Emimedia<br />
Via G. Castellano, 21 - Benevento<br />
oppure <strong>in</strong>viare una e-mail a<br />
direttore.<strong>in</strong><strong>salute</strong>@<strong>emimedia</strong>.<strong>it</strong><br />
Artr<strong>it</strong>e reumatoide<br />
Egregio dott. Palmieri, mi chiamo Marco, ho 65<br />
anni e mi affligge da molti anni una dolorosa<br />
artr<strong>it</strong>e reumatoide deformante. Nel trattamento<br />
del dolore cronico, considerando la central<strong>it</strong>à<br />
della persona e ponendo attenzione a tutti i<br />
bisogni psichici, fisici e sociali, si dimostrano<br />
efficaci anche <strong>in</strong>terventi non farmacologici come<br />
provvedimenti di natura fisica (esercizi,<br />
agopuntura) e comportamentali (distrazione e<br />
rilassamento)? Tutto ciò quanto può aiutare?<br />
Spero <strong>in</strong> una risposta.<br />
Gentilissimo Marco, f<strong>in</strong>o a qualche tempo fa<br />
l’approccio all’artr<strong>it</strong>e reumatoide era gradualista.<br />
Oggi, è sempre più frequente cercare di aggredire<br />
sub<strong>it</strong>o l’<strong>in</strong>sorgere della patologia con la terapia di<br />
fondo, che sarebbe <strong>in</strong> grado, oltre che di rallentare<br />
l’evoluzione della malattia, anche di lim<strong>it</strong>are<br />
notevolmente i danni articolari, a cui lei fa cenno nel<br />
suo scr<strong>it</strong>to. I malati di artr<strong>it</strong>e reumatoide devono<br />
equilibrare nel modo migliore riposo ed esercizio,<br />
alternandoli <strong>in</strong> relazione alle diverse fasi della malattia.<br />
Il riposo aiuta a ridurre l’<strong>in</strong>fiammazione delle<br />
articolazioni e il dolore ma sono preferibili brevi periodi<br />
di riposo piuttosto che lunghi periodi trascorsi a letto.<br />
L’esercizio fisico – che può consistere <strong>in</strong> movimento<br />
r<strong>it</strong>mico, g<strong>in</strong>nastica passiva e rilassante <strong>in</strong> acqua,<br />
g<strong>in</strong>nastica posturale, stretch<strong>in</strong>g, ecc. – è importante<br />
per mantenere sani e forti i muscoli, preservare la<br />
mobil<strong>it</strong>à delle articolazioni, mantenendole flessibili.<br />
L’esercizio, <strong>in</strong>oltre, può aiutare il paziente a dormire<br />
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meglio, a conservare un atteggiamento pos<strong>it</strong>ivo, oltre<br />
che a ridurre o controllare il proprio peso. Il che è<br />
utile per non sovraccaricare le articolazioni e favorire<br />
una buona funzione cardiocircolatoria. Anche <strong>in</strong><br />
questa patologia, si può raccomandare la dieta<br />
med<strong>it</strong>erranea che avrebbe effetti protettivi, <strong>in</strong> quanto<br />
povera di grassi animali e ricca di v<strong>it</strong>am<strong>in</strong>e e fibre.<br />
Mentre decisamente sconsigliato è l’uso di alcolici<br />
perché possono <strong>in</strong>terferire con l’assunzione di alcuni<br />
farmaci, <strong>in</strong> particolare il methotrexate. È evidente<br />
che la riabil<strong>it</strong>azione può avvenire solo nella fase di<br />
remissione della malattia e prevede diversi tipi di<br />
<strong>in</strong>terventi tra i quali segnaliamo: 1) l’elettroterapia<br />
antalgica (TENS, correnti diad<strong>in</strong>amiche); 2) da ev<strong>it</strong>are<br />
le cosiddette termoterapie endogene, cioè ultrasuoni,<br />
radarterapia, marcon<strong>it</strong>erapia; 3) la ch<strong>in</strong>es<strong>it</strong>erapia,<br />
cioè la mobilizzazione attiva e passiva delle<br />
articolazioni (idroch<strong>in</strong>es<strong>it</strong>erapia, esercizi di r<strong>in</strong>forzo<br />
muscolare); 4) l’economia articolare, cioè una serie<br />
di soluzioni pratiche e tecniche che vanno<br />
dall’adattamento dell’ambiente <strong>in</strong> cui si vive, all’utilizzo<br />
di ausili (tutori, calzature, plantari, busti) e di ortesi<br />
(spl<strong>in</strong>ts ) per mantenere una corretta posizione<br />
dell’articolazione <strong>in</strong> fase di riposo e di movimento,<br />
oltre che il ricorso a movimenti “studiati” che<br />
permettono di risparmiare il più possibile lo sforzo<br />
delle articolazioni, rallentandone il deterioramento;<br />
5) l’agopuntura, sicuramente può dare ausilio,<br />
soprattutto nella riduzione della s<strong>in</strong>tomatologia<br />
dolorosa.<br />
Dott. V<strong>in</strong>cenzo Palmieri - anestesista<br />
Scompenso cardiaco<br />
Caro dott. Villari, leggo sempre con molto<br />
<strong>in</strong>teresse i suoi articoli, che trovo chiari e<br />
comprensibili. Vorrei chiederle: ci sono malattie<br />
che favoriscono l'<strong>in</strong>sorgenza dello scompenso<br />
cardiaco? Se si, quali? E' vero che una tonsill<strong>it</strong>e<br />
mal curata può danneggiare il cuore? La r<strong>in</strong>grazio<br />
e spero <strong>in</strong> una sua risposta.<br />
Cecilia, 46 anni, Benevento.<br />
Lo scompenso cardiaco rappresenta la fase term<strong>in</strong>ale<br />
di tutte le cardiopatie. La causa più frequente è la<br />
cardiopatia dilatativa post-ischemica. Anche<br />
l’ipertensione arteriosa, mal curata e per lungo tempo,<br />
può portare allo scompenso cardiaco. E’ vero che<br />
una tonsill<strong>it</strong>e mal curata può danneggiare il cuore<br />
se causata da un batterio tipo streptococco betaemol<strong>it</strong>ico<br />
di gruppo B. Tale tipo di <strong>in</strong>fezione <strong>in</strong>duce<br />
una reazione autoimmun<strong>it</strong>aria nell’organismo che<br />
porta ad una danneggiamento, generalmente delle<br />
valvole del cuore s<strong>in</strong>istro (m<strong>it</strong>rale e aorta). Tale<br />
disturbo può diventare cl<strong>in</strong>icamente evidente anche<br />
dec<strong>in</strong>e di anni dopo l’<strong>in</strong>fezione tonsillare.<br />
Dott. Bruno Villari - cardiologo