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12-fantasmi - only fantasy

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377


Titolo originale: The Vampire Diaries. The Hunters:<br />

Phantom<br />

(Capitoli 22-Epilogo)<br />

Copyright © 2011 by L.J. Smith<br />

Published by agreement with Rights People, London<br />

Traduzione dall’inglese di Maria Luisa Amodio<br />

Prima edizione ebook: agosto 20<strong>12</strong><br />

© 20<strong>12</strong> Newton Compton editori s.r.l.<br />

Roma, Casella postale 6214<br />

Edizione elettronica realizzata da Gag srl<br />

ISBN 978-88-541-4481-1<br />

www.newtoncompton.com


Lisa Jane Smith<br />

Il diario del vampiro<br />

Fantasmi<br />

Newton Compton editori


1<br />

Elena non riusciva a respirare. Aveva la vaga<br />

sensazione che le sue labbra si stessero muovendo, ma<br />

non ne usciva una sola parola. Non sentiva più le mani e<br />

i piedi.<br />

Damon le rivolse un timido sorriso – buffo, visto che<br />

era tutt’altro che timido – e fece spallucce. «Allora,<br />

principessa, non volevi che fossi qui con te?».<br />

La ragazza saltò fuori dal letto, come se l’elastico<br />

invisibile che la tratteneva si fosse improvvisamente<br />

spezzato, e schizzò fra le braccia di Damon.<br />

«Sei reale?», chiese fra i singhiozzi. «Tutto questo è<br />

reale?».<br />

Lo baciò con passione e lui ricambiò con uguale<br />

fervore. Toccandolo pensò che sembrava vero: la pelle<br />

e la giacca erano fresche, e la morbidezza di quelle<br />

labbra contro le sue era familiare.


«Sono proprio qui», le sussurrò lui fra i capelli, mentre<br />

la stringeva. «Questa è la realtà, te lo giuro».<br />

Elena fece un passo indietro e lo schiaffeggiò con<br />

forza. Damon la guardò offeso e sollevò una mano per<br />

massaggiarsi la guancia. «Ahi», disse, poi strinse le<br />

labbra in un sorrisetto irritante. «Non posso dire che<br />

fosse del tutto inaspettato. Le donne mi prendono a<br />

schiaffi più spesso di quanto tu possa immaginare. Ma<br />

non è una bella accoglienza per un amore che credevi<br />

perduto per sempre, mia cara».<br />

«Come hai potuto?», chiese Elena, con gli occhi<br />

asciutti e furenti. «Come hai potuto, Damon? Eravamo<br />

tutti in lutto per te. Stefan è distrutto. Bonnie incolpa se<br />

stessa. Io… Io… Una parte del mio cuore è morta. Da<br />

quanto tempo ci stavi osservando? Non te ne importava<br />

niente? Era solo un gioco per te? Ridevi mentre noi<br />

piangevamo?».<br />

Damon sussultò. «Tesoro», disse. «Principessa. Non<br />

sei felice di vedermi, neanche un po’?»<br />

«Ma certo che lo sono!», esclamò Elena, indignata.<br />

Fece un respiro profondo e si calmò un po’. «Damon,<br />

cosa ti è passato per la testa? Pensavamo tutti che fossi


morto! Morto per sempre, non “morto, ma tanto fra un<br />

paio di giorni mi presento nella tua stanza da letto, sano<br />

come un pesce”! Che sta succedendo? Sono state le<br />

Guardiane? Le ho implorate di salvarti, ma mi hanno<br />

detto che non era possibile, che la seconda morte è<br />

quella definitiva per un vampiro».<br />

Damon la gratificò con un sincero sorriso di gioia:<br />

«Be’, tu più di tutti dovresti sapere che la morte non<br />

sempre è definitiva».<br />

Elena scrollò le spalle e si strinse le braccia al petto.<br />

«Le Guardiane hanno detto che nel mio caso era<br />

diverso», rispose con voce flebile, travolta da emozioni<br />

contrastanti. Sei sconvolta, disse una voce saggia in un<br />

angolino della sua testa. «Per ragioni mistiche e quelle<br />

robe lì, insomma. Non era ancora arrivata la mia ora.<br />

Ehi!». Lo toccò con un dito, rincuorandosi. «Sei umano<br />

adesso? Io ero umana quando sono tornata».<br />

Damon scrollò le spalle in modo teatrale. «Dio ce ne<br />

scampi. Ho già sopportato abbastanza quando quel<br />

kitsune ficcanaso mi ha trasformato in un mortale.<br />

Grazie al cielo – o a chi ti pare – stavolta non devo<br />

andare a cercare un’altra principessa compiacente che


mi trasformi in vampiro». Le rivolse un sorriso scaltro.<br />

«Sono sempre il solito succhiasangue, mia cara». Le<br />

guardò il collo. «A proposito, sono piuttosto<br />

affamato…».<br />

Elena lo schiaffeggiò di nuovo, anche se con meno<br />

irruenza. «Piantala, Damon».<br />

«Posso sedermi ora?», le chiese e, al suo cenno<br />

affermativo, si accomodò ai piedi del letto e la tirò giù a<br />

sedere accanto a sé. Elena lo guardò attentamente negli<br />

occhi, e con delicatezza passò la mano sugli zigomi<br />

affilati, sulla bocca scolpita, fra i morbidi capelli corvini.<br />

«Eri morto, Damon», disse con calma. «Ne sono<br />

sicura. Ti ho visto morire».<br />

«Sì», disse lui, e sospirò. «Ho vissuto la mia morte.<br />

Era terribilmente dolorosa e sembrava che non dovesse<br />

finire mai, eppure è finita, allora è sembrato che fosse<br />

durata solo pochi secondi». Rabbrividì. «Ma una<br />

piccola parte di me era ancora cosciente dopo la<br />

morte». Elena annuì. «Stefan disse, anzi… chiese a quel<br />

frammento della mia coscienza di volare via. Invece tu<br />

l’hai trattenuto – mi hai trattenuto – e mi hai detto di<br />

chiudere gli occhi. E alla fine se n’è andata anche quella


piccola parte di me, e con essa il dolore. Poi… sono<br />

tornato». Damon spalancò gli occhi scuri al ricordo<br />

dello stupore che aveva provato.<br />

«Ma come?», chiese Elena.<br />

«Ricordi la sfera stellata?»<br />

«Come potrei dimenticarla? È stata la radice di tutti i<br />

nostri problemi con i kitsune. È esplosa e il liquido<br />

contenuto all’interno è evaporato quando io… Oh,<br />

Damon, ho usato le Ali della Distruzione contro l’albero<br />

del Mondo Sotterraneo. Così ho distrutto anche la sfera<br />

stellata dei kitsune e ho dovuto rivolgermi alle<br />

Guardiane per salvare Fell’s Church. Le Ali della<br />

Distruzione erano… qualcosa che non avevo mai visto<br />

né sentito prima». Rabbrividì.<br />

«Ho visto ciò che hai fatto a quella luna», disse<br />

Damon, abbozzando un sorriso. «Se sapessi che<br />

usando quel Potere e distruggendo la sfera stellata mi<br />

hai salvato la vita, ti sentiresti meglio, mio angelo<br />

adorato?»<br />

«Non chiamarmi così», ribatté Elena, aggrottando le<br />

sopracciglia. Le Guardiane erano le creature più vicine<br />

agli angeli che avesse mai visto, e di loro non serbava


un buon ricordo. «In che modo ti avrei salvato?»<br />

«Non v’insegnano a scuola, oggigiorno, come funziona<br />

la condensazione?», chiese Damon, con l’espressione<br />

altezzosa che assumeva sempre quando criticava per<br />

scherzo il mondo moderno rispetto a quello in cui era<br />

cresciuto. «Gli insegnanti vi parlano solo di educazione<br />

sessuale, sentimenti e romanzetti dozzinali oppure vi<br />

passano anche qualche nozione di scienza? So che<br />

avete abbandonato il latino e il greco per materie come<br />

“teatro” e “crescita della consapevolezza personale”».<br />

La sua voce trasudava disprezzo.<br />

Elena decise di non rispondere alla provocazione.<br />

Giunse le mani in grembo, con ostentazione. «Penso che<br />

tu sia rimasto indietro di qualche decennio», disse. «Ma<br />

ti prego, o sapiente, supponi che la mia educazione non<br />

contempli il nesso fra condensazione e resurrezione, e<br />

illuminami».<br />

«Bene». Damon fece un sorrisetto compiaciuto.<br />

«Apprezzo che una giovane donna sia rispettosa nei<br />

confronti di chi è più vecchio e migliore di lei». Elena lo<br />

guardò minacciosa, con un sopracciglio alzato. «A ogni<br />

modo», continuò, «il liquido contenuto nella sfera


stellata non è svanito nel nulla. Era magia allo stato puro<br />

e non è facile liberarsi di un incantesimo così potente.<br />

Appena l’atmosfera si è raffreddata, quella magia,<br />

trasformatasi in vapore, è tornata allo stato liquido ed è<br />

caduta su di me, con la pioggia di cenere. Il Potere ha<br />

impregnato il mio corpo per ore, riportandomi<br />

lentamente in vita».<br />

Elena lo guardò a bocca aperta. «Che vipere!», disse<br />

indignata. «Le Guardiane mi hanno detto che te n’eri<br />

andato per sempre, e hanno preso pure i tesori kitsune<br />

che avevamo portato per corromperle». Pensò<br />

fugacemente all’ultimo tesoro che aveva tenuto per sé:<br />

una bottiglia piena d’Acqua dell’Eterna Giovinezza,<br />

nascosta nello scaffale più alto del suo armadio, e<br />

scacciò subito il pensiero. Non poteva permettersi di<br />

congratularsi neppure per un attimo con se stessa per<br />

quella fortuna nascosta, nel timore che le Guardiane si<br />

accorgessero che l’aveva presa, né poteva usarla. Non<br />

ancora almeno, e forse mai.<br />

Damon alzò una spalla. «Ho sentito dire che talvolta le<br />

Guardiane imbrogliano. Ma è più verosimile che<br />

stavolta pensassero di dire la verità. Non sono


onniscienti, anche se fingono di esserlo. E sia i kitsune<br />

sia i vampiri sono un po’ al di là della loro area di<br />

competenza».<br />

Le raccontò di come si era svegliato, sepolto in<br />

profondità sotto la cenere e il fango, di come, scavando<br />

con le unghie, si era fatto strada verso la superficie e si<br />

era incamminato sulla luna desolata, senza sapere chi<br />

fosse e cosa fosse accaduto, e di come era quasi morto<br />

di nuovo e Sage l’aveva salvato.<br />

«E poi che è successo?», chiese Elena con<br />

impazienza. «Come ti è tornata la memoria? Come sei<br />

tornato sulla Terra?»<br />

«Be’, questa è una storia buffa», disse Damon,<br />

rivolgendole un sorriso affettuoso. Infilò la mano in una<br />

delle tasche interne della giacca di pelle e tirò fuori un<br />

fazzoletto di lino bianco ben ripiegato. Elena sbatté le<br />

palpebre. Somigliava al fazzoletto che lui le aveva<br />

offerto in sogno. Damon notò la sua espressione e il suo<br />

sorriso si allargò, come sapesse che l’aveva<br />

riconosciuto dal sogno. Lo aprì e lo tenne nella mano<br />

tesa, lasciando che lei lo ispezionasse.<br />

Annidate nel fazzoletto c’erano due ciocche di capelli.


Elena notò che avevano un aspetto molto familiare. Lei<br />

e Bonnie si erano tagliate ognuna una ciocca e<br />

l’avevano deposta sul corpo di Damon, per lasciargli<br />

una parte di sé, giacché non potevano portarlo via dalla<br />

luna desolata su cui era morto. Di fronte a lei giacevano<br />

un ricciolo rosso e un ciuffo biondo e ondulato, vividi e<br />

luminosi come se, anziché abbandonarli in un mondo<br />

dove cadeva una pioggia di cenere, li avessero appena<br />

tagliati dopo aver lavato i capelli.<br />

Damon osservò le ciocche con un’espressione fatta di<br />

tenerezza e un pizzico di reverenza. Elena notò di non<br />

avergli mai visto uno sguardo così aperto, quasi<br />

speranzoso.<br />

«Il Potere della sfera stellata ha ridato vita anche ai<br />

vostri capelli», disse. «All’inizio erano bruciacchiati,<br />

quasi ridotti in cenere, ma poi si sono rigenerati. E<br />

mentre li stringevo, li osservavo, li accarezzavo, hai<br />

cominciato a tornarmi in mente. Sage mi aveva detto il<br />

mio nome, e mi suonava corretto, ma non riuscivo a<br />

ricordare altro su di me. Poi, mentre tenevo in mano<br />

queste ciocche di capelli, ho cominciato, poco alla<br />

volta, a ricordare il tuo nome e tutto ciò che avevamo


passato insieme, e tutte le cose che io…». Fece una<br />

pausa. «Le cose che sapevo di te e i sentimenti che<br />

provavo. Poi mi sono ricordato anche del piccolo<br />

pettirosso, tutto mi è tornato in mente come la piena di<br />

un fiume ed ero di nuovo me stesso».<br />

Distolse lo sguardo e perse quell’aria sentimentale,<br />

assumendo il solito sguardo freddo e inespressivo,<br />

come se fosse in imbarazzo, poi richiuse le ciocche di<br />

capelli nel fazzoletto e lo ripose con cura nella giacca.<br />

«Be’», aggiunse in fretta, «poi è dipeso tutto da Sage,<br />

che mi ha prestato i vestiti, mi ha rimpinzato di tutto<br />

quello che avevo perso e mi ha dato un passaggio per<br />

tornare a Fell’s Church. Ed eccomi qui».<br />

«Scommetto che era sbalordito», disse Elena, «ed<br />

estasiato». Il vampiro che rivestiva il ruolo di Guardiano<br />

dei Cancelli fra i Mondi era un caro amico di Damon,<br />

l’unico, a dire il vero, di cui lei fosse a conoscenza, a<br />

parte se stessa. I conoscenti di Damon finivano per<br />

diventare suoi nemici o ammiratori, più che amici.<br />

«Era piuttosto contento», ammise Damon.<br />

«Quindi sei appena tornato sulla Terra?».<br />

Damon annuì.


«Be’, ci sei mancato tantissimo», disse Elena e si<br />

lanciò in un compendio degli ultimi giorni, cominciando<br />

con il nome di Celia scritto col sangue e terminando con<br />

il ricovero di Caleb.<br />

«Wow». Damon emise un basso fischio. «Devo<br />

supporre che il comportamento da pazzo furioso di mio<br />

fratello nei confronti di Caleb sia la spia di un problema<br />

più grave? Perché, sai, potrebbe trattarsi di pura e<br />

semplice gelosia. La gelosia è sempre stata il suo punto<br />

debole». Disse l’ultima parola storcendo la bocca in una<br />

smorfia compiaciuta ed Elena gli diede un’amichevole<br />

gomitata nelle costole.<br />

«Non criticare Stefan», disse in tono di rimprovero,<br />

sorridendo fra sé. Era così bello poterlo sgridare di<br />

nuovo. Era sempre il solito esasperante, volubile e<br />

meraviglioso individuo. Damon era tornato.<br />

Un attimo. Oh, no, pensò. «Anche tu sei in<br />

pericolo!», ansimò, ricordandosi di colpo che potevano<br />

ancora portarglielo via. «Prima che tornassi, è apparso<br />

il tuo nome, scritto con le alghe che trattenevano<br />

Meredith sott’acqua. Noi non capivamo cosa potesse<br />

significare, perché pensavamo che fossi morto. Ma,


giacché sei vivo, sembra che tu sia il prossimo<br />

bersaglio». Fece una pausa. «A meno che l’attacco<br />

rivolto a te non fosse la voragine che ti ha inghiottito<br />

sulla luna».<br />

«Non preoccuparti per me, Elena. Probabilmente hai<br />

ragione sul fatto che il mio “incidente” fosse l’attacco<br />

sulla luna. Ma questi tentativi non stanno avendo molto<br />

successo, giusto?», disse con aria pensosa. «Sembra<br />

che il nostro misterioso avversario non si stia<br />

impegnando più di tanto per ucciderci. Ho una vaga<br />

idea su chi potrebbe essere il responsabile di tutto ciò».<br />

«Davvero?», chiese Elena. «Dimmi».<br />

Damon scosse la testa. «È appena il barlume di<br />

un’intuizione adesso», rispose. «Lasciami prima trovare<br />

qualche conferma».<br />

«Ma Damon», disse implorante Elena, «un barlume<br />

d’intuizione è più di quanto noi siamo riusciti a cavare<br />

da questa storia. Vieni con me domattina e parla a tutti<br />

della tua idea, così possiamo lavorarci assieme».<br />

«Oh, certo», disse Damon, fingendo di rabbrividire.<br />

«Io, tu, Mutt e la cacciatrice di vampiri, che bel<br />

gruppetto. Ah, ci sono anche il mio bigotto fratello e la


streghetta dai capelli rossi. E la vecchia fattucchiera e<br />

l’insegnante. No, preferisco investigare ancora un po’<br />

per conto mio. Inoltre, Elena», disse, fissandola con uno<br />

sguardo cupo, «non devi dire a nessuno che sono vivo.<br />

Soprattutto non devi dirlo a Stefan».<br />

«Damon!», protestò Elena. «Non immagini quanto lui<br />

sia devastato. Dobbiamo fargli sapere che stai bene».<br />

Damon fece un sorriso sarcastico. «Penso che una<br />

parte di lui sia piuttosto felice che io sia uscito di scena.<br />

Non ha alcun motivo di volermi qui». Elena scosse<br />

furiosamente la testa in segno di diniego, ma lui<br />

continuò. «È così. Ma forse è ora che le cose cambino<br />

fra noi. A tal fine, devo mostrargli che io posso<br />

cambiare. In ogni caso, non posso fare un’indagine<br />

accurata se gli altri sanno che sono nei paraggi. Silenzio,<br />

per ora, Elena». Lei aprì la bocca per muovere un’altra<br />

obiezione, ma lui la zittì con un bacio repentino e<br />

appassionato. Quando si separarono, le disse:<br />

«Promettimi che per ora non dirai nulla, e io ti giuro che<br />

appena avrò capito qualcosa di questa storia potrai<br />

annunciare al mondo la mia resurrezione».<br />

Elena annuì, dubbiosa. «Se è questo che vuoi


veramente, Damon, e se pensi che sia davvero<br />

necessario, lo farò», disse. «Ma non sono felice della<br />

tua decisione».<br />

Damon si alzò e le diede una pacca sulla spalla. «Le<br />

cose cambieranno», disse. Abbassò lo sguardo su di lei,<br />

con un’espressione grave. «Non sono più la stessa<br />

persona, Elena».<br />

Elena annuì di nuovo, ma con più convinzione.<br />

«Manterrò il tuo segreto», promise.<br />

Lui le rivolse un sorrisetto forzato e fece tre passi<br />

verso la finestra aperta. Un attimo dopo era sparito, e<br />

un grosso corvo nero si era alzato in volo nella notte.


2<br />

Il mattino dopo Elena si sentiva leggera e felice, come<br />

chi serba un enorme, meraviglioso segreto tutto per sé.<br />

Damon era ancora vivo. Era in camera sua la notte<br />

prima.<br />

Era successo davvero?<br />

Ne aveva passate così tante che non riusciva<br />

nemmeno a fidarsi della propria memoria. Scese dal<br />

letto e notò che le nuvole avevano ancora le sfumature<br />

rosee e dorate dell’alba, quindi doveva essere molto<br />

presto. Si avvicinò con cautela alla finestra. Non sapeva<br />

con certezza cosa stesse cercando, ma si mise gattoni e<br />

iniziò a perlustrare il pavimento.<br />

Eccolo. Un granello di terra sull’asse cigolante,<br />

staccatosi da una scarpa. E lì, sul davanzale, lunghi<br />

graffi solcati dagli artigli di un uccello. Ritenne di avere<br />

prove a sufficienza.


Si alzò e fece un saltello di gioia, battendo forte le<br />

mani, una sola volta, mentre un sorriso incontenibile le si<br />

allargava sul volto. Damon era vivo!<br />

Poi trasse un profondo respiro e rimase immobile,<br />

cercando di assumere uno sguardo inespressivo. Se<br />

davvero aveva intenzione di mantenere quel segreto – e<br />

supponeva di non avere scelta: l’aveva promesso, in fin<br />

dei conti – doveva comportarsi come se non fosse<br />

cambiato niente. In effetti, le cose andavano ancora<br />

piuttosto male. Se analizzava gli eventi, era ancora<br />

presto per festeggiare.<br />

Il ritorno di Damon non aveva cambiato il fatto che<br />

qualcosa di oscuro stava ancora perseguitando lei e i<br />

suoi amici, e che Stefan si comportava in modo violento<br />

e irrazionale. Ebbe un tuffo al cuore quando pensò a<br />

Stefan, ma una bolla di felicità continuava a gonfiarsi<br />

dentro di lei. Damon era vivo!<br />

E, meglio ancora, forse si era fatto un’idea di ciò che<br />

stava succedendo. Era tipico di Damon tenersi stretta<br />

un’idea e non condividere con lei i suoi pensieri, ma,<br />

anche se quel comportamento la faceva infuriare, la sua<br />

intuizione accendeva una speranza, ed era più di quanto


chiunque altro fosse stato in grado di offrirle. Forse<br />

c’era la luce alla fine del tunnel, dopotutto.<br />

Sentì il suono secco di un sassolino lanciato contro la<br />

finestra.<br />

Quando si affacciò, vide Stefan, con le spalle curve e<br />

le mani in tasca, che la guardava dal prato sotto casa.<br />

Gli fece segno di rimanere dov’era, infilò un paio di<br />

jeans, un top bianco merlettato, le scarpe, e andò di<br />

sotto a riceverlo. Camminava sull’erba coperta di<br />

rugiada, lasciando orme sul terreno bagnato. Il calore<br />

stordente del sole aveva già sostituito il fresco dell’alba:<br />

si preannunciava un’altra afosa giornata estiva della<br />

Virginia.<br />

Mentre si avvicinava a Stefan, Elena rallentò il passo.<br />

Non sapeva bene cosa dirgli. Dalla sera prima, ogni<br />

volta che pensava a lui, rivedeva, senza volerlo, Caleb<br />

lanciato in aria e sentiva di nuovo l’angosciante<br />

scricchiolio prodotto dall’impatto del suo corpo contro<br />

il monumento di marmo. Rivedeva la rabbia selvaggia<br />

sul volto di Stefan mentre attaccava Caleb, anche se<br />

Damon era convinto che avesse avuto un buon motivo<br />

per farlo. Damon. Come avrebbe fatto a evitare che


Stefan capisse la verità su suo fratello?<br />

Lui la guardava con aria afflitta: era evidente che<br />

avvertiva la sua apprensione. Le porse la mano. «So<br />

che non capisci perché mi sia comportato così ieri»,<br />

disse, «ma c’è una cosa che devi vedere».<br />

Elena si fermò, senza prendere la sua mano tesa.<br />

Stefan s’incupì ancora di più. «Dimmi dove stiamo<br />

andando», chiese lei.<br />

«Devo mostrarti una cosa che ho trovato», disse<br />

pazientemente. «Capirai quando arriveremo lì. Per<br />

favore, Elena. Non ti farei mai del male».<br />

Elena rimase a fissarlo. Non aveva alcun dubbio sulla<br />

verità di quell’affermazione.<br />

«D’accordo», disse. «Aspetta un minuto. Torno<br />

subito».<br />

Lasciò Stefan nel cortile, alla luce del primo mattino, e<br />

si ritirò nella silenziosa oscurità della casa. Tutti<br />

dormivano ancora: una rapida occhiata all’orologio<br />

della cucina le disse che erano appena le sei.<br />

Scribacchiò un biglietto per zia Judith, dicendo che<br />

andava a fare colazione con Stefan e che sarebbe<br />

tornata più tardi. Agguantando la borsetta, si fermò un


attimo per accertarsi che dentro ci fosse ancora<br />

nascosto un ramoscello secco di verbena. Non pensava<br />

che lui avrebbe mai potuto farle del male… Ma è<br />

sempre bene essere preparati.<br />

Quando uscì, Stefan l’accompagnò alla macchina<br />

parcheggiata accanto al marciapiede, le aprì lo sportello<br />

del lato passeggero e rimase a fissarla mentre si<br />

allacciava la cintura di sicurezza.<br />

«Quanto è lontano?», chiese Elena.<br />

«Non tanto», le rispose semplicemente. Guardandolo<br />

guidare, Elena notò le rughe di preoccupazione agli<br />

angoli degli occhi, la piega triste della bocca, la tensione<br />

nelle spalle, e desiderò abbracciarlo e consolarlo, alzare<br />

una mano e appianare le rughe intorno alle palpebre.<br />

Ma il ricordo del suo viso stravolto dalla rabbia, la notte<br />

prima, la tratteneva. Non se la sentiva di cercare un<br />

contatto con lui.<br />

Non molto tempo dopo, Stefan svoltò in un vicolo<br />

cieco fiancheggiato da ville lussuose.<br />

Elena si sporse in avanti. Accostarono di fronte a una<br />

grande casa bianca con un ampio portico a colonnato<br />

sul davanti. Lo riconobbe subito. Lei e Matt si erano


seduti su quei gradini a guardare l’alba, dopo il ballo<br />

della scuola, con ancora indosso gli abiti della festa.<br />

Aveva scalciato via i sandali di satin, aveva appoggiato<br />

la testa sulla spalla di Matt, sentendo sotto la guancia la<br />

stoffa dello smoking, ed era rimasta ad ascoltare le voci<br />

e la musica del dopo ballo nella villa alle loro spalle. Era<br />

stata una bella serata, ma apparteneva a un’altra vita.<br />

Guardò Stefan con aria d’accusa. «Questa è la villa di<br />

Tyler Smallwood, Stefan. Non so cosa tu abbia in<br />

mente ma Caleb non è qui. È in ospedale».<br />

Stefan sospirò. «So che non è qui, Elena. Nemmeno i<br />

suoi zii sono qui, e pare che manchino da diversi<br />

giorni».«Sono fuori città», rispose automaticamente<br />

Elena. «Zia Judith ha parlato con loro ieri».<br />

«Bene», disse torvo Stefan. «Almeno loro sono al<br />

sicuro».<br />

Lanciò uno sguardo preoccupato su e giù per la<br />

strada. «Sei sicura che Caleb non sia uscito<br />

dall’ospedale oggi?»<br />

«Sì», rispose acida Elena. «Era ridotto troppo male.<br />

Lo stanno tenendo sotto osservazione».<br />

Elena uscì dalla macchina, sbatté lo sportello e avanzò


verso la villa degli Smallwood, senza girarsi a<br />

controllare che Stefan la stesse seguendo.<br />

Lui la raggiunse subito. Lei maledisse fra sé la sua<br />

velocità da vampiro e affrettò il passo.<br />

«Elena», disse Stefan, piazzandosi davanti a lei per<br />

costringerla a fermarsi. «Sei arrabbiata perché voglio<br />

tenerti al sicuro?»<br />

«No», lo fulminò lei. «Sono arrabbiata perché hai<br />

quasi ucciso Caleb Smallwood».<br />

Il volto di Stefan s’intristì, mostrando un’estrema<br />

stanchezza e tanta malinconia, ed Elena si sentì subito in<br />

colpa. Aveva ancora bisogno di lei, qualunque cosa gli<br />

stesse succedendo. E lei non sapeva come fronteggiare<br />

i suoi scoppi di violenza. Si era innamorata di Stefan per<br />

il suo animo poetico, per la sua gentilezza. Damon era<br />

quello pericoloso. L’essere pericoloso si addice a<br />

Damon molto più che a Stefan, osservò una voce<br />

caustica in un angolino della sua mente; Elena non poté<br />

negare che fosse vero.<br />

«Mostrami ciò che volevi farmi vedere e basta», disse<br />

alla fine.<br />

Stefan sospirò, poi si girò e la guidò lungo il viale di


casa Smallwood. Si aspettava che si dirigesse alla porta<br />

d’ingresso, invece girò intorno alla casa e si avviò verso<br />

un piccolo capanno sul retro.<br />

«Il capanno per gli attrezzi?», chiese Elena in tono<br />

ironico. «C’è un’emergenza prato incolto che bisogna<br />

affrontare prima di colazione?».<br />

Stefan ignorò la battuta e continuò a camminare verso<br />

l’ingresso del capanno. Elena notò che il lucchetto che<br />

chiudeva la doppia porta era stato forzato e fatto a<br />

pezzi. Una parte dell’anello di metallo pendeva dalla<br />

maniglia. Senza dubbio l’aveva rotto Stefan.<br />

Lo seguì all’interno. All’inizio, abituata alla luce intensa<br />

dell’alba, non riuscì a vedere nulla nell’oscurità. Poco a<br />

poco si accorse che le pareti erano ricoperte di fogli di<br />

carta. Stefan aprì di più la porta per far entrare la luce<br />

del giorno.<br />

Elena osservò i fogli appesi alle pareti, poi fece un<br />

passo indietro emettendo un rantolo spaventato: la<br />

prima cosa che era riuscita a distinguere era<br />

un’immagine del proprio volto. Strappò la foto dal muro<br />

e la esaminò più da vicino. Era il ritaglio di un giornale<br />

locale, che la ritraeva mentre ballava tra le braccia di


Stefan, vestita con un abito argentato. La didascalia<br />

sotto la foto diceva: “La reginetta del ballo della Robert<br />

E. Lee High School, Elena Gilbert, e il re del ballo<br />

Stefan Salvatore”.<br />

Reginetta del ballo? Nonostante la serietà della<br />

situazione, le sue labbra si piegarono in un sorriso.<br />

Aveva davvero finito il liceo circonfusa da un’aura di<br />

gloria.<br />

Staccò un altro ritaglio dal muro e il suo viso s’incupì.<br />

Mostrava una bara trasportata da quattro uomini sotto<br />

la pioggia battente, circondata dai volti afflitti di parenti<br />

e amici in lutto. Nella folla, Elena riconobbe zia Judith,<br />

Robert, Margaret, Meredith e Bonnie, con le labbra<br />

serrate e le guance rigate di lacrime. La didascalia<br />

recitava: “La città è in lutto per la studentessa del liceo<br />

locale Elena Gilbert”.<br />

Serrò inconsciamente le dita, accartocciando il ritaglio.<br />

Si girò a guardare Stefan. «Non dovrebbe essere qui»,<br />

disse. Una nota d’isteria le vibrò nella voce. «Le<br />

Guardiane hanno cambiato il passato. Non dovrebbe<br />

essere rimasto nessun articolo di giornale, niente».<br />

Stefan la fissò di rimando. «Lo so», disse. «Ci ho


iflettuto a lungo, e l’ipotesi migliore che riesca a<br />

elaborare è che forse le Guardiane hanno solo cambiato<br />

la mente delle persone. Non possono vedere nessuna<br />

prova di ciò che abbiamo chiesto alle Guardiane di<br />

cancellare. Vedono solo quello che conferma i loro<br />

nuovi ricordi, i ricordi di un normale paesino e di un<br />

comune gruppo di adolescenti. Per loro è stato solo un<br />

altro anno scolastico».<br />

Elena agitò il foglio di giornale. «Ma allora perché<br />

questo si trova qui?».<br />

Stefan abbassò la voce. «Forse l’incantesimo delle<br />

Guardiane non funziona con tutti. Caleb ha scritto<br />

alcune note su un taccuino che ho trovato, e pare si<br />

ricordi due diverse serie di eventi. Senti qui».<br />

Rovistò nel mucchio di fogli sparsi sul pavimento e tirò<br />

fuori un taccuino. «Scrive: “Ora in città girano delle<br />

ragazze, però io so che sono morte. Era pieno di mostri<br />

qui. La città è stata distrutta e siamo scappati prima che<br />

potessero prendere anche noi. Ma ora mi trovo di<br />

nuovo qui e nessuno di noi è partito, anche se sono<br />

l’unico a ricordare. È tutto normale: non ci sono né<br />

mostri, né morti».


«Uhm». Elena prese il taccuino e ne esaminò le pagine<br />

con attenzione. Caleb aveva stilato delle liste. Vickie<br />

Bennet, Caroline, lei. C’erano tutti. Aveva elencato tutti<br />

quelli che avevano una storia diversa nelle due versioni<br />

di Fell’s Church. C’erano degli appunti su come se li<br />

ricordava. Appunti sui ricordi che aveva della morte di<br />

Elena e su quello che stava succedendo nel “nuovo”<br />

presente. Girò qualche pagina e spalancò gli occhi.<br />

«Stefan, ascolta. Tyler gli ha raccontato di noi: “Tyler<br />

aveva paura di Stefan Salvatore. Pensava che avesse<br />

ucciso il signor Tanner e che ci fosse qualcosa di strano<br />

in lui, qualcosa d’innaturale. E pensava che Elena<br />

Gilbert e i suoi amici fossero strettamente coinvolti in<br />

ciò che stava succedendo”. E qui c’è un asterisco che<br />

rinvia a una nota in cui dice che in una serie di eventi il<br />

signor Tanner è vivo, mentre nell’altra è morto». Elena<br />

scorse in fretta alcune pagine. «Sembra che si sia<br />

concentrato su di noi e che ci ritenga responsabili di<br />

questi cambiamenti. Ha capito che eravamo al centro di<br />

tutto. Perché noi siamo quelli che hanno subìto più<br />

cambiamenti, oltre alle vittime dei kitsune e dei vampiri,<br />

e perché sapeva che Tyler sospettava di noi. Inoltre ci


addossa la colpa della scomparsa di Tyler».<br />

«Due serie di ricordi», ripeté Stefan, aggrottando la<br />

fronte. «E se Caleb non fosse l’unico a ricordare<br />

entrambe le realtà? E se le creature soprannaturali, o le<br />

persone consapevoli della loro esistenza, fossero<br />

immuni dall’incantesimo?».<br />

Elena si raggelò. «Margaret… Mi sono chiesta se<br />

ricordasse qualcosa. Sembrava davvero sconvolta la<br />

prima volta che mi ha visto. Ricordi che aveva paura<br />

che me ne andassi di nuovo? Pensi che lei rammenti la<br />

mia morte oltre ai ricordi che le hanno dato le<br />

Guardiane?».<br />

Stefan scosse la testa. «Non lo so, Elena. Hai motivo<br />

di pensare che Margaret non sia una bambina normale?<br />

I bambini piccoli possono avere reazioni esagerate<br />

senza un valido motivo. Margaret ha molta<br />

immaginazione».<br />

«Non lo so», disse Elena frustrata. «Ma se le<br />

Guardiane si sono limitate a coprire i vecchi ricordi con<br />

i nuovi, questo spiegherebbe perché il mio diario è<br />

ancora dove l’ho lasciato, nella mia stanza da letto, e<br />

perché c’è ancora scritto tutto quello che è successo da


quando sono andata via di casa. Quindi secondo te<br />

Caleb sospetta che ci sia sotto qualcosa perché è<br />

davvero un lupo mannaro?»<br />

«Guarda qui», disse Stefan, indicando le pareti del<br />

capanno.<br />

Per la prima volta, Elena osservò l’intera scena e ne<br />

comprese le implicazioni. Le pareti erano tappezzate di<br />

foto. Foto che ritraevano lei. Foto di Bonnie e<br />

Meredith, persino foto della povera Caroline, che<br />

documentavano il suo cambiamento: dall’altezzosa<br />

debuttante dagli occhi verdi al mostro selvaggio che nel<br />

vistoso pancione portava il figlio (o il cucciolo?) di<br />

Tyler. Elena era sconvolta: si era appena resa conto di<br />

non aver pensato per niente a Caroline negli ultimi<br />

giorni. Era ancora incinta? Si stava ancora trasformando<br />

in un lupo mannaro perché portava in grembo il figlio di<br />

Tyler? Si ricordò anche che c’era un numero<br />

spaventosamente alto di lupi mannari a Fell’s Church. Si<br />

trattava di persone importanti, potenti. Se le cose non<br />

erano cambiate e il branco ricordava tutto, o almeno<br />

una parte di ciò che era davvero accaduto, allora era<br />

probabile che stessero solo prendendo tempo.


Sulle pareti non c’erano solo ritagli, ma anche<br />

fotografie originali. Vide una foto scattata dalla finestra<br />

della pensione che la ritraeva piegata in avanti, mentre<br />

parlava in modo concitato con Meredith, che stava<br />

carezzando con noncuranza il suo micidiale bastone da<br />

combattimento. Da come era vestita, doveva essere<br />

stata scattata subito dopo che avevano prelevato Alaric<br />

e Celia dalla stazione. Caleb non si era limitato a<br />

indagare sulle due differenti serie di ricordi degli ultimi<br />

mesi, ma li aveva spiati.<br />

Poi notò qualcos’altro. In un angolo, sul pavimento,<br />

c’era un enorme mazzo di rose. «Ma che…?»,<br />

esclamò, chinandosi per raccoglierlo. Poi lo vide.<br />

Intorno alle rose, qualcuno aveva disegnato un<br />

pentacolo. Una serie di fotografie circondava il disegno:<br />

c’erano lei, Bonnie, Meredith, Matt, Stefan, Damon.<br />

«La rosa che ti ha dato Caleb somigliava a queste,<br />

non è vero?», chiese Stefan a bassa voce. Elena annuì.<br />

Erano fiori delicati e perfetti, di un rosso voluttuoso che<br />

le faceva venir voglia di toccarli.<br />

«La rosa che ha dato inizio a tutto», mormorò.<br />

«Bonnie si è punta con le spine e il sangue ha formato le


lettere del nome di Celia. Doveva provenire da qui».<br />

«Caleb non è soltanto un lupo mannaro», disse Stefan.<br />

«Non so cosa facesse qui di preciso, ma questa mi<br />

sembra proprio magia nera». La fissò con uno sguardo<br />

implorante. «Ho scoperto tutto ieri», continuò. «Dovevo<br />

affrontarlo, Elena. So che ti ho spaventata, ma devo<br />

proteggere te e gli altri».<br />

Elena annuì, troppo stordita per parlare. Ora capiva<br />

perché Stefan aveva agito così. Pensava che lei fosse in<br />

pericolo. Eppure… non poteva evitare di sentire un<br />

senso di nausea ogni volta che pensava all’arco<br />

compiuto dal corpo di Caleb quando l’aveva lanciato in<br />

aria. Forse Caleb li aveva attaccati con incantesimi<br />

pericolosi, ma i suoi appunti esprimevano confusione e<br />

paura. Lei e i suoi amici avevano cambiato il suo<br />

mondo, e ora non riusciva più a capire quale fosse la<br />

realtà.<br />

«È meglio che raccogliamo tutta questa roba e<br />

torniamo alla pensione», disse sbrigativa. «Ci sono altri<br />

taccuini?». Stefan annuì. «Allora ci conviene studiarli<br />

bene. Se ci ha lanciato un incantesimo – o una qualche<br />

maledizione – potrebbe essere ancora attivo, anche se


per il momento Caleb è confinato in ospedale.<br />

L’incantesimo che ha usato potrebbe essere in uno dei<br />

taccuini, o almeno potremmo trovare qualche indizio su<br />

cosa sia e come agisca di preciso. E, speriamo, su<br />

come è possibile annullarlo».<br />

Stefan aveva un’aria un po’ smarrita, e la guardava<br />

con gli occhi verdi pieni di domande. Le braccia erano<br />

leggermente staccate dal busto, come se si fosse<br />

aspettato un abbraccio, e vedendo che lei non si<br />

muoveva si fosse dimenticato di rimetterle giù. Tuttavia,<br />

per un motivo che non riusciva a identificare bene,<br />

Elena non se la sentiva di abbracciarlo. Distolse lo<br />

sguardo e disse: «Hai qualche sacchetto di plastica in<br />

macchina, o qualcosa che possiamo usare per<br />

raccogliere tutta questa roba e portarla alla pensione?».


3<br />

Elena chiuse il cellulare mentre Stefan fermava la<br />

macchina davanti alla pensione. «L’infermiera dice che<br />

Caleb è ancora in ospedale privo di sensi», disse.<br />

«Bene», esclamò Stefan. Lei gli lanciò un’occhiata di<br />

rimprovero e lui le rispose con uno sguardo esasperato.<br />

«Se è privo di sensi», spiegò, «avremo più possibilità di<br />

capire che incantesimo ci ha lanciato».<br />

Avevano riempito tre grandi sacchi della spazzatura<br />

con i quaderni, i ritagli di giornale e i libri che avevano<br />

trovato nel capanno per gli attrezzi da giardino degli<br />

Smallwood. Elena aveva preferito non toccare il<br />

pentacolo disegnato sul pavimento, con tutte le rose e le<br />

foto intorno, temendo di poter influenzare l’incantesimo<br />

in qualche modo, ma aveva scattato un paio di<br />

fotografie con il cellulare.<br />

Matt uscì e prese uno dei sacchi. «Portate dentro un


po’ di spazzatura?»<br />

«Qualcosa del genere», rispose torva Elena, e lo<br />

aggiornò su quello che avevano scoperto alla villa degli<br />

Smallwood.<br />

Matt fece una smorfia. «Pazzesco. Ma forse ora<br />

potremo finalmente fare qualcosa per quello che sta<br />

succedendo».<br />

«Come mai sei qui così presto?», chiese Elena,<br />

seguendolo verso la pensione, «pensavo che il tuo turno<br />

di guardia cominciasse alle dieci». Stefan arrancava<br />

dietro di lei con altri sacchi della spazzatura.<br />

«Ho passato la notte qui», rispose Matt, «dopo che è<br />

apparso il nome di Bonnie, non volevo perderla di<br />

vista».<br />

«È apparso il nome di Bonnie?». Elena si girò di scatto<br />

verso Stefan, con uno sguardo accusatore. «Perché non<br />

me lo hai detto?».<br />

Stefan scrollò le spalle, a disagio. «Non lo sapevo»,<br />

confessò esitante.<br />

«Stefan, ti avevo chiesto di proteggere Meredith e<br />

Celia», sbraitò Elena. «Avresti dovuto restare qui.<br />

Anche prima che saltasse fuori il nome di Bonnie, erano


Meredith e Celia a essere in pericolo. Contavo su di te<br />

perché le tenessi d’occhio».<br />

Stefan le rispose con uno sguardo rabbioso. «Non<br />

sono il tuo cagnolino, Elena», disse con tranquillità. «Ho<br />

avvertito una misteriosa minaccia che pensavo andasse<br />

indagata a fondo. Ho agito per proteggerti. E avevo<br />

ragione. Il pericolo era più immediato per te che per gli<br />

altri. E ora abbiamo l’opportunità di ricostruire<br />

l’incantesimo».<br />

Elena batté le palpebre, sorpresa da quel tono di<br />

voce, ma non poteva negare la verità delle sue parole.<br />

«Scusa», disse contrita. «Hai ragione. Sono contenta<br />

che abbiamo scoperto il capanno di Caleb».<br />

Matt aprì la porta. Posarono i sacchi all’ingresso e si<br />

diressero in cucina, dove la signora Flowers, Alaric e<br />

Meredith stavano facendo una bella colazione a base di<br />

cornetti, marmellata, frutta e salsicce.<br />

«Celia è partita», annunciò Meredith appena misero<br />

piede nella stanza. L’aveva detto con voce neutra,<br />

come se stesse dando una banale informazione, ma i<br />

suoi occhi grigi, solitamente freddi, sprizzavano allegria<br />

mentre scambiava un sorriso d’intesa con Elena.


«E dove sarebbe andata?», chiese Elena con pari<br />

disinvoltura, allungando una mano sul tavolo per<br />

prendere un cornetto. Era stata una lunga mattinata, e<br />

stava morendo di fame.<br />

«All’università della Virginia», rispose Alaric. «Spera<br />

di trovare qualche indizio facendo ricerche sulle<br />

maledizioni e la magia popolare».<br />

«Forse abbiamo già qualche informazione in più»,<br />

annunciò Elena, masticando un boccone del delizioso<br />

cornetto al burro. Riferì cosa avevano trovato nel<br />

capanno: «Abbiamo portato tutte le carte e i taccuini di<br />

Caleb. E ora vi mostro che cosa ha lasciato sul<br />

pavimento». Tirò fuori il cellulare, caricò la foto e lo<br />

porse alla signora Flowers.<br />

«Santo cielo!», disse l’anziana signora. «Questa<br />

sembra proprio magia nera. Mi chiedo che cosa<br />

pensasse di fare quel ragazzino».<br />

Stefan sbuffò. «Non è un ragazzino, signora Flowers.<br />

Ho il forte sospetto che sia un lupo mannaro e un<br />

praticante di magia nera».<br />

La signora Flowers lo freddò con uno sguardo duro.<br />

«Ha scelto di certo il modo sbagliato di andare in cerca


di suo cugino. Ma questo pentacolo mi sembra opera di<br />

un dilettante. Se ha funzionato, dev’essere stato più per<br />

caso che per progetto».<br />

«Se ha funzionato?», chiese Meredith. «A mio parere,<br />

le prove suggeriscono che qualunque cosa abbia fatto,<br />

ha funzionato».<br />

«Certo, sarebbe una coincidenza troppo singolare se<br />

Caleb avesse tentato di lanciare un incantesimo su di noi<br />

e un’inspiegabile maledizione ci avesse effettivamente<br />

colpiti», osservò Alaric.<br />

«Dov’è Caleb adesso?», chiese Matt, aggrottando la<br />

fronte. «Sa che avete trovato le sue cose? Dobbiamo<br />

scovarlo e tenerlo d’occhio?».<br />

Stefan incrociò le braccia al petto. «È all’ospedale».<br />

Seguì un minuto di silenzio, in cui tutti si guardarono<br />

negli occhi e decisero, sulla base del contegno glaciale<br />

di Stefan, di non indagare oltre. Meredith rivolse uno<br />

sguardo interrogativo a Elena, che le rispose con un<br />

lieve cenno del capo, come per dire: “Ti spiego dopo”.<br />

Elena si girò verso la signora Flowers: «Può dirci<br />

quale magia stesse usando Caleb? Che cosa stava<br />

cercando di fare?».


L’anziana signora studiò la foto con attenzione. «È una<br />

domanda interessante», disse. «Le rose di solito si<br />

usano per gli incantesimi d’amore, ma il pentacolo e le<br />

foto che lo circondano suggeriscono un intento<br />

malevolo. È probabile che l’insolito colore cremisi delle<br />

rose servisse a renderle più efficaci. Si possono usare<br />

anche per evocare passioni di altro genere. La mia<br />

migliore ipotesi è che Caleb stesse cercando di<br />

controllare le vostre emozioni, in qualche modo».<br />

Elena si girò di scatto a guardare Stefan, cogliendone<br />

l’espressione guardinga e la tensione delle spalle.<br />

«Ma questo è quanto posso dirvi per ora», continuò la<br />

signora Flowers. «Se avete voglia di esaminare i<br />

taccuini di Caleb in cerca di indizi, Bonnie e io<br />

possiamo fare delle ricerche sulle proprietà magiche<br />

delle rose e sugli incantesimi in cui potrebbero essere<br />

utilizzate».<br />

«Dov’è Bonnie?», chiese Elena. Anche se aveva avuto<br />

fin dall’inizio la sensazione che mancasse qualcosa, si<br />

era accorta solo in quel momento che la minuta ragazza<br />

dai capelli rossi non era con loro in cucina.<br />

«Sta ancora dormendo», disse Meredith. «Sai che


adora dormire fino a tardi». Sorrise. «Bonnie di sicuro<br />

si è divertita a recitare la parte della damigella in<br />

pericolo per averci tutti al suo servizio ieri sera».<br />

«Io penso che sia stata molto coraggiosa», disse<br />

inaspettatamente Matt. Elena lo osservò. Non è che<br />

stava cominciando a provare del tenero per Bonnie?<br />

Pensò che sarebbero stati una bella coppia, e fu<br />

sorpresa di sentire una piccola fitta di rabbia possessiva<br />

nel mezzo di quelle congetture da mezzana. Dopotutto,<br />

Matt è sempre stato tuo, le sussurrò una voce dura.<br />

«Vado su a svegliarla», disse allegramente Meredith.<br />

«Non c’è pace per le streghe». Saltò in piedi e si<br />

diresse verso le scale. Zoppicava, ma si notava appena.<br />

«Come sta la tua caviglia?», chiese Elena. «Hai un<br />

aspetto di gran lunga migliore».<br />

«Guarisco in fretta», disse Meredith. «Immagino sia<br />

una conseguenza del mio addestramento da cacciatrice<br />

di vampiri. Non uso il bastone da quando sono andata a<br />

letto, ieri sera, e stamattina sembra che la gamba sia<br />

quasi tornata alla normalità».<br />

«Sei fortunata», disse Elena.<br />

«Già», concordò Meredith, rivolgendo un gran sorriso


ad Alaric, che le rispose con uno sguardo di<br />

ammirazione. Fece di corsa gli ultimi gradini, ostentando<br />

agilità, piegandosi solo un poco per appoggiarsi alla<br />

ringhiera.<br />

Elena prese un altro cornetto e ci spalmò sopra la<br />

marmellata. «Noi intanto possiamo cominciare a<br />

esaminare tutte le carte e gli oggetti che abbiamo preso<br />

dal capanno di Caleb. Alaric, visto che sei l’unico<br />

esperto di magia, oltre a Bonnie e alla signora Flowers,<br />

puoi prendere questo taccuino mentre io…».<br />

S’interruppe sentendo un urlo provenire dal piano di<br />

sopra.<br />

«Meredith!», gridò Alaric.<br />

Più tardi, Elena non riuscì nemmeno a ricordare come<br />

fosse arrivata di sopra. Aveva solo un vago ricordo di<br />

gambe e braccia che spingevano e di una gran<br />

confusione mentre cercavano di salire tutti insieme per<br />

la stretta scalinata. Meredith, con il volto pallido e<br />

spaventato, stava davanti alla porta della cameretta rosa<br />

e panna in fondo al corridoio. Si girò a guardarli con gli<br />

occhi grigi pieni di terrore e mormorò: «Bonnie».<br />

Nella stanza, il corpo minuto di Bonnie giaceva


immobile sul pavimento, con la faccia a terra e un<br />

braccio proteso verso la porta. Candele bianche e nere,<br />

ormai spente, erano disposte in cerchio dietro di lei.<br />

Una delle candele nere era rovesciata. All’interno del<br />

cerchio c’era una macchia che sembrava sangue, quasi<br />

del tutto secco, e accanto c’era un libro segnato dal<br />

tempo.<br />

Elena spinse da parte Meredith e s’inginocchiò<br />

accanto alla figura immobile sul pavimento, toccandole il<br />

collo per sentire il battito. Lasciò andare il respiro<br />

trattenuto quando sentì sotto le dita il battito forte e<br />

regolare del cuore.<br />

«Bonnie», disse, scuotendola per spalle, poi la girò<br />

con delicatezza sul dorso. La ragazza ricadde a peso<br />

morto sulla schiena. Il suo respiro era regolare, ma gli<br />

occhi rimanevano chiusi, con le lunghe ciglia che<br />

proiettavano ombre sulle guance lentigginose.<br />

«Qualcuno chiami un’ambulanza», implorò subito<br />

Elena.«Ci penso io», disse Meredith, uscendo dalla sua<br />

immobilità.<br />

«Non ci serve un’ambulanza», disse con calma la<br />

signora Flowers, fissando Bonnie con una smorfia di


dolore sul viso.<br />

«Ma cosa sta dicendo?», gridò Meredith. «È priva di<br />

sensi! Dobbiamo chiamare qualcuno che possa<br />

aiutarla».<br />

Negli occhi della signora Flowers c’era uno sguardo<br />

risoluto. «I dottori e le infermiere dell’ospedale non<br />

sarebbero in grado di aiutare Bonnie», disse.<br />

«Potrebbero persino danneggiarla intervenendo con<br />

inefficaci soluzioni mediche in un problema estraneo alla<br />

medicina. Bonnie non è malata; è sotto incantesimo.<br />

Sento che l’aria è carica di magia. La cosa migliore da<br />

fare è tentare di metterla comoda e accudirla, mentre<br />

cerchiamo una cura».<br />

Matt fece un passo avanti. Sul viso aveva<br />

un’espressione inorridita, ma non stava guardando il<br />

corpo immobile di Bonnie. Alzò una mano e puntò il<br />

dito: «Guardate», disse.<br />

Un vassoio contenente una teiera, una tazza e un<br />

piattino si era rovesciato a terra. La tazza era andata in<br />

pezzi, la teiera giaceva su un fianco e le foglie di tè, che<br />

si erano versate sul pavimento, disegnavano una lunga<br />

curva scura.


Una curva che formava le lettere di un nome.<br />

elena


4<br />

Lo sguardo terrorizzato di Matt vagava tra la figura<br />

prona di Bonnie, il nome sul pavimento e il volto pallido<br />

di Elena. Dopo qualche minuto di shock, Elena si girò di<br />

scatto e lasciò la stanza. Stefan e Matt la seguirono,<br />

mentre Meredith e gli altri si occupavano di Bonnie. Nel<br />

corridoio, Elena si avventò contro Stefan: «Avresti<br />

dovuto badare a loro. Se fossi rimasto qui, Bonnie<br />

avrebbe avuto un po’ di protezione».<br />

Matt, che aveva seguito Stefan fuori dalla stanza, fece<br />

qualche passo indietro. Elena fissava Stefan con i denti<br />

scoperti e gli occhi azzurri che mandavano lampi. Anche<br />

Stefan la guardava infuriato.<br />

«Non è stata colpa sua, Elena», obiettò con garbo.<br />

«Alaric e la signora Flowers avevano attivato degli<br />

incantesimi di protezione. Non era previsto che<br />

qualcosa riuscisse a superare le difese. Anche se Stefan


fosse rimasto qui, non avrebbe potuto passare tutta la<br />

notte nella camera di Bonnie».<br />

«Avrebbe dovuto, invece, se era necessario per la sua<br />

protezione», ribatté aspra Elena. Guardava Stefan con il<br />

volto contratto dall’ira.<br />

Anche se era intervenuto per difenderlo, Matt non<br />

riusciva a sopprimere un caldo sentimento di<br />

soddisfazione nel vedere che Stefan ed Elena avevano<br />

finito per litigare. Era ora che Elena si accorgesse che<br />

Stefan non è perfetto, suggerì la parte peggiore di lui,<br />

gongolando.<br />

Alaric e la signora Flowers uscirono di corsa dalla<br />

stanza, allentando la tensione fra i due. La signora<br />

Flowers scosse la testa: «Pare che Bonnie stesse<br />

tentando di contattare i morti. Davvero sciocco da<br />

parte sua, ma non capisco come possa essersi ridotta in<br />

quello stato da sola. Deve essere l’effetto della stessa<br />

forza misteriosa che ha messo in pericolo gli altri. Per<br />

ora Meredith resterà al suo capezzale, intanto noi<br />

indaghiamo».<br />

Matt guardò Elena e Stefan. «Se non sbaglio, avevate<br />

detto che Caleb era uscito di scena».


«Infatti, era quello che pensavo!», rispose Stefan<br />

mentre si dirigevano tutti al piano di sotto. «Forse quel<br />

che è successo a Bonnie è cominciato prima del nostro<br />

scontro al cimitero».<br />

Alaric aggrottò la fronte. «Se le cose stanno così e<br />

l’incantesimo è ancora attivo, lo stesso Caleb potrebbe<br />

non essere in grado di fermarlo. Forse si tratta di una<br />

maledizione che si autoperpetua e nemmeno la sua<br />

morte riuscirebbe a bloccarla».<br />

Elena si diresse decisa all’ingresso, strappò il primo<br />

sacco della spazzatura che le capitò sottomano e prese<br />

a rovistarci dentro, tenendo la mascella serrata.<br />

«Dobbiamo capire cosa ha fatto». Tirò fuori una pila di<br />

taccuini e li distribuì agli altri. «Cercate i passaggi<br />

effettivi di un incantesimo. Se riusciamo a capire come<br />

lo ha attivato, forse Alaric o la signora Flowers<br />

troveranno il modo di annullarlo».<br />

«Il libro di incantesimi che stava usando Bonnie è uno<br />

dei miei», disse la signora Flowers. «Non c’è niente in<br />

quel libro che possa aver avuto effetti simili su di lei, ma<br />

ci darò lo stesso uno sguardo, nel caso mi fosse sfuggito<br />

qualcosa».


Presero un taccuino a testa e una pila di fogli e li<br />

sparsero sul tavolo della cucina.<br />

«Nel mio ci sono dei disegni», disse Stefan, un minuto<br />

dopo. «C’è un pentacolo, ma mi sembra diverso da<br />

quello che abbiamo visto sul pavimento del capanno».<br />

Alaric prese il taccuino ed esaminò il disegno, poi<br />

scosse la testa. «Non sono un esperto, ma mi pare che<br />

questo faccia parte di un comune incantesimo di<br />

protezione».<br />

Sul taccuino che aveva preso Matt c’erano soprattutto<br />

appunti scritti a mano. “Il primo decesso è stato quello<br />

del signor Tanner?”, si chiedeva Caleb. “È successo ad<br />

Halloween?”, “Elena, Bonnie, Meredith, Matt, Tyler,<br />

Stefan: erano tutti presenti”. Mentre leggeva, Matt<br />

sentiva i passi inquieti di Meredith al piano di sopra,<br />

vicino al letto di Bonnie, e le parole gli si confusero<br />

davanti. Si strofinò gli occhi con le nocche, per evitare<br />

l’imbarazzo delle lacrime. Era tutto inutile. Anche se ci<br />

fosse stata qualche informazione importante in quel<br />

taccuino, lui non sarebbe mai stato in grado di<br />

riconoscerla.<br />

«Ma non sembra strano anche a voi che Celia sia stata


la prima vittima di questa misteriosa forza maligna?»,<br />

chiese Elena. «Non c’era niente su di lei nel capanno. E<br />

non ha mai incontrato Tyler, figuriamoci Caleb. Se<br />

Caleb stava cercando di vendicarsi di noi per la<br />

scomparsa di suo cugino, perché avrebbe dovuto<br />

attaccare Celia per prima? Anzi, perché avrebbe<br />

dovuto prendersela con lei, in generale?».<br />

Matt pensò che era proprio una buona osservazione,<br />

e stava per dirlo quando vide la signora Flowers. Dritta<br />

in piedi, la vecchia stava guardando fisso un punto<br />

dietro il suo orecchio sinistro, e annuiva leggermente.<br />

«Davvero la pensi così?», disse sottovoce. «Oh, questo<br />

cambia le cose. Sì, capisco. Grazie».<br />

Prima che il suo sguardo tornasse a focalizzarsi su di<br />

loro, anche gli altri avevano notato quella conversazione<br />

unilaterale, ed erano rimasti in silenzio ad aspettare che<br />

terminasse.<br />

«Sua madre sa cos’è successo a Bonnie?», chiese con<br />

impazienza Matt. Mentre i suoi amici viaggiavano nella<br />

Dimensione Oscura, Matt era rimasto a Fell’s Church a<br />

combattere i kitsune con la signora Flowers, e il tempo<br />

trascorso insieme come compagni d’armi gli aveva reso


familiari le frequenti conversazioni che l’anziana donna<br />

intratteneva con il regno degli spiriti. Se la madre della<br />

signora Flowers li aveva interrotti, aveva di sicuro<br />

qualcosa di importante e utile da dire.<br />

«Sì», disse la signora Flowers, rivolgendogli un<br />

sorriso. «In effetti, Mama è stata davvero d’aiuto». Il<br />

suo viso si fece serio mentre si guardava intorno.<br />

«Mama è riuscita a percepire l’essere che si è<br />

impossessato dell’anima di Bonnie. Ha cominciato a<br />

osservarlo appena è entrato in casa, anche se non<br />

aveva i mezzi per combatterlo. È sconvolta per non<br />

essere riuscita a salvare Bonnie. Le è piuttosto<br />

affezionata».<br />

«Ma Bonnie se la caverà?», chiese Matt, mentre gli<br />

altri domandavano: «Allora che cos’è?» e «Quindi si<br />

tratta di un demone o di un’altra creatura, non di una<br />

maledizione?».<br />

La signora Flowers guardò prima Matt. «Forse<br />

riusciremo a salvarla. Di sicuro ci proveremo. Ma<br />

dobbiamo prima sconfiggere la cosa che si è<br />

impossessata di lei. E anche voi siete tuttora in grave<br />

pericolo».


Li guardò uno per uno. «È uno spirito».<br />

Ci fu un attimo di silenzio.<br />

«In che senso uno spirito?», chiese Elena. «Intende un<br />

fantasma?»<br />

«Ma certo, uno spirito», disse con tranquillità Stefan,<br />

scuotendo la testa come se non riuscisse a capacitarsi<br />

che l’idea non gli fosse venuta in mente prima. «Tanti<br />

anni fa, quando ero ancora in Italia, visitai un paese<br />

dove si raccontava di uno spirito che infestava le strade<br />

dell’Umbria. Non era un fantasma, ma un essere creato<br />

da emozioni forti. Si narrava che un uomo, reso folle<br />

dalla gelosia, avesse ucciso la moglie infedele e il suo<br />

amante, e poi si fosse tolto la vita. Da queste azioni era<br />

scaturito qualcosa: un essere composto delle loro<br />

emozioni. Uno a uno, quelli che vivevano nelle vicinanze<br />

impazzirono. Fecero cose terribili». Stefan sembrava<br />

profondamente sconvolto.<br />

«È questo che abbiamo di fronte? Una specie di<br />

demone evocato dalla rabbia che farà impazzire tutti?».<br />

Elena si rivolse alla signora Flowers in tono implorante.<br />

«Perché francamente penso che questa città ne abbia<br />

avuto abbastanza di roba del genere».


«Non può succedere di nuovo», disse Matt. Anche lui<br />

guardava la signora Flowers. La donna era l’unica che<br />

avesse assistito con lui alla rovina della città, che per<br />

poco non era stata distrutta. Gli altri c’erano stati<br />

all’inizio, ma quando erano cominciati a succedere fatti<br />

davvero tremendi e le cose si erano volte al peggio,<br />

erano andati nella Dimensione Oscura a combattere le<br />

loro battaglie per riportare la situazione alla normalità.<br />

La signora Flowers incrociò il suo sguardo e annuì con<br />

decisione, come se stesse facendo una promessa. «Non<br />

succederà», disse. «Stefan, probabilmente quello di cui<br />

parli era uno spirito della rabbia, ma sembra che la<br />

spiegazione popolare di quegli eventi non fosse molto<br />

accurata. Secondo Mama, gli spiriti si nutrono di<br />

emozioni, come i vampiri si nutrono di sangue. Più forte<br />

è un’emozione, meglio si nutrono e più sono attivi. Sono<br />

attratti da persone o comunità che già provano forti<br />

emozioni, e creano quasi un circolo vizioso,<br />

incoraggiando e alimentando i pensieri che<br />

rafforzeranno tali emozioni, così da poter continuare a<br />

nutrirsi. Hanno poteri psichici piuttosto sviluppati, ma<br />

sopravvivono solo fintanto che le loro vittime


continuano a nutrirli».<br />

Elena ascoltava con attenzione. «Ma questo cosa<br />

c’entra con Bonnie?». Guardò Stefan. «In questa città<br />

dell’Umbria, la gente cadeva in coma a causa dello<br />

spirito?».<br />

Stefan scosse la testa. «Non che io sappia», disse.<br />

«Forse è qui che entra in gioco Caleb».<br />

«Chiamo Celia», disse Alaric. «Questo la aiuterà a<br />

concentrare le sue ricerche. Se c’è qualcuno che ha del<br />

materiale su questi argomenti, è la dottoressa Beltram».<br />

«Sua madre può dirci di che tipo di spirito si tratta?»,<br />

chiese Stefan alla signora Flowers. «Se sapessimo di<br />

che emozioni si nutre, potremmo tagliargli i<br />

rifornimenti».<br />

«Non lo sa», rispose lei. «E non sa nemmeno come<br />

sconfiggere uno spirito. E c’è un’altra cosa che<br />

dobbiamo prendere in considerazione: Bonnie possiede<br />

un’enorme quantità di potere psichico innato. È<br />

probabile che, se lo spirito l’ha presa, si sia connesso al<br />

suo potere».<br />

Matt annuì, seguendo il filo del discorso. «E se è<br />

così», concluse torvo, «questo spirito non può che


diventare più forte e più pericoloso».


5<br />

Fecero molte ricerche quel giorno, ma ottennero ben<br />

pochi risultati, il che fece aumentare la preoccupazione<br />

di Elena per lo stato comatoso dell’amica. Quando<br />

scese la sera e arrivò la telefonata di zia Judith, che le<br />

chiese, in tono seccato, se avesse intenzione di farsi<br />

vedere dalla sua famiglia, avevano vagliato con<br />

attenzione i quaderni e i ritagli del primo sacco, mentre<br />

Alaric, brontolando per la pessima calligrafia, aveva<br />

esaminato circa un terzo del taccuino in cui Caleb aveva<br />

tenuto traccia dei suoi esperimenti di magia.<br />

Elena, sfogliando un’altra risma di carta, aggrottò la<br />

fronte. Un’attenta analisi delle foto e dei ritagli aveva<br />

confermato che Celia non era tra le vittime designate di<br />

Caleb. Se lo spirito aveva colpito prima lei, doveva<br />

essere perché l’emozione di cui si nutriva, qualunque<br />

fosse, in Celia era molto forte.


«La tendenza a criticare tutto?», suggerì Meredith,<br />

attenta a non farsi sentire da Alaric.<br />

Stampe e ritagli mostravano anche che Caleb era<br />

davvero ossessionato dalla scomparsa di Tyler, e che<br />

aveva prove e ricordi di due diverse linee temporali per<br />

lo stesso periodo, una in cui Fell’s Church era stata<br />

distrutta ed Elena era morta, e una in cui nella ridente<br />

cittadina della Virginia la vita era andata avanti come al<br />

solito, e nulla aveva interrotto il regno della meravigliosa<br />

studentessa dell’ultimo anno Elena Gilbert. La doppia<br />

serie di ricordi copriva soltanto l’estate, ma Caleb<br />

aveva ricevuto frequenti telefonate da Tyler, che<br />

durante l’autunno e l’inverno passati l’aveva aggiornato<br />

sui misteriosi eventi che circondavano la morte del<br />

signor Tanner e su tutto ciò che era accaduto in seguito.<br />

Tuttavia, stando agli appunti, pareva che Tyler avesse<br />

parlato solo dei suoi crescenti sospetti su Stefan, senza<br />

far cenno alla sua trasformazione in lupo mannaro e alla<br />

cospirazione con Klaus.<br />

«Tyler», borbottò Elena. «Riesce a creare problemi<br />

anche quando non si vede da un pezzo».<br />

Il taccuino che Alaric aveva esaminato fino a quel


momento dimostrava che Caleb conosceva la magia e<br />

che stava pianificando di usarla sia per vendicarsi di<br />

loro, sia per localizzare Tyler. Ma non dava indizi su<br />

come avesse evocato il fantasma.<br />

E anche se Alaric aveva sottoposto all’esame della<br />

signora Flowers qualsiasi appunto gli sembrasse<br />

significativo, qualsiasi formula magica o disegno, non<br />

avevano ancora scoperto quale incantesimo avesse<br />

usato Caleb o a che cosa servisse la rosa.<br />

Stefan accompagnò Elena a casa per cena, poi tornò<br />

alla pensione per continuare ad aiutare gli altri nelle<br />

ricerche. Avrebbe voluto restare con lei, ma aveva la<br />

sensazione che sua zia non avrebbe apprezzato un<br />

ospite per cena all’ultimo momento.<br />

Appena oltrepassò la soglia, Elena avvertì le tracce<br />

della presenza di Damon e le tornò in mente che, solo<br />

qualche ora prima, erano stati l’uno fra le braccia<br />

dell’altra, al piano di sopra. Durante la cena, mentre<br />

raccontava la favola della buonanotte a Margaret, e poi<br />

quando aveva telefonato a Meredith per controllare se<br />

avessero fatto progressi, non aveva mai smesso di<br />

pensare a lui, con desiderio, chiedendosi se l’avrebbe


ivisto quella notte. Questo le procurava pungenti<br />

scrupoli nei confronti di Stefan e Bonnie. Era così<br />

egoista da parte sua nascondere a Stefan il ritorno del<br />

fratello e pensare a se stessa mentre Bonnie era in<br />

pericolo. Quel circolo vizioso di felicità e senso di colpa<br />

era stancante, tuttavia non riusciva a contenere<br />

l’entusiasmo al pensiero che Damon fosse vivo.<br />

Una volta sola nella sua stanza, si passò la spazzola fra<br />

i morbidi capelli dorati e infilò la camicia da notte<br />

semplice e fresca che aveva indosso la notte prima.<br />

L’aria fuori era calda e umida, e dalla finestra sentiva il<br />

frinire dei grilli. Le stelle luccicavano e la mezzaluna<br />

fluttuava in alto nel cielo, sopra le cime degli alberi.<br />

Augurò la buonanotte a zia Judith e a Robert, e si mise<br />

a letto, sprimacciando i cuscini.<br />

Pensò che avrebbe potuto aspettare a lungo. A<br />

Damon piaceva scherzare e adorava le entrate in scena<br />

in grande stile, quindi era probabile che avrebbe<br />

aspettato finché non avesse pensato che si fosse<br />

addormentata, e poi si sarebbe introdotto di soppiatto<br />

nella sua stanza. Ma aveva appena spento la luce<br />

quando le parve che un pezzetto di tenebra si separasse


dalla notte, fuori dalla finestra. Sul pavimento s’intravide<br />

l’orma di una scarpa, e il materasso cigolò quando<br />

Damon si sedette ai piedi del letto.<br />

«Ciao, amore», disse dolcemente.<br />

«Ciao», rispose lei, sorridendo. Lui la guardava dalle<br />

ombre con i suoi lucenti occhi neri, e d’un tratto Elena si<br />

sentì elettrizzata e felice, nonostante tutto.<br />

«Che mi racconti?», chiese. «Ho notato un bel po’ di<br />

trambusto alla pensione. Qualcosa ha messo in ansia i<br />

tuoi piccoli amici?». Il suo tono era indifferente e<br />

sarcastico, ma lo sguardo era intenso, ed Elena sapeva<br />

che era preoccupato.<br />

«Se mi permettessi di dire a tutti che sei vivo, potresti<br />

stare con noi, e allora sapresti quello che sta<br />

succedendo direttamente dalla fonte», scherzò. Poi<br />

s’incupì. «Damon, ci serve il tuo aiuto. È successa una<br />

cosa terribile».<br />

Gli raccontò di Bonnie e di quello che avevano<br />

scoperto nel capanno per gli attrezzi degli Smallwood.<br />

Lo sguardo di Damon era ardente: «Uno spirito ha<br />

preso il piccolo pettirosso?»<br />

«Così dice la madre della signora Flowers», rispose


Elena. «Stefan ci ha raccontato di aver già sentito<br />

parlare di uno spirito della rabbia da qualche parte in<br />

Italia».<br />

Damon sbuffò. «Sì, me lo ricordo. Fu divertente<br />

all’epoca, ma non ha niente a che fare con quello che<br />

hai descritto. Cosa c’entra questa teoria di Stefan con<br />

la possessione di Bonnie? O con il fatto che quando<br />

qualcuno è in pericolo appare il suo nome?»<br />

«È anche la teoria della signora Flowers», rispose<br />

indignata Elena. «O di sua madre, credo. Ed è l’unica<br />

che abbia senso».<br />

Damon le carezzava il braccio con la mano leggera<br />

come una piuma, e questo la faceva sentire bene. Le<br />

venne la pelle d’oca e non riuscì a trattenere un brivido<br />

di piacere. Basta, pensò severa. Questa è una cosa<br />

seria. Mise il braccio fuori dalla sua portata.<br />

Quando parlò, Damon aveva un tono divertito e<br />

indolente. «Non posso biasimare la vecchia strega e il<br />

fantasma di sua madre», disse. «Gli umani di solito<br />

restano nella loro dimensione; persino il più dotato<br />

apprende solo una minima parte di ciò che succede. Ma<br />

se Stefan si comportasse come un vampiro che si


ispetti e non se ne andasse in giro cercando in<br />

continuazione di essere umano, avrebbe capito<br />

qualcosina in più. Non si è nemmeno degnato di<br />

viaggiare nella Dimensione Oscura, se non quando vi è<br />

stato trascinato con la forza per stare seduto in una<br />

gabbia o per salvare Bonnie. Magari se l’avesse fatto,<br />

avrebbe capito cosa sta succedendo e sarebbe in grado<br />

di proteggere un po’ meglio i suoi piccoli umani da<br />

compagnia».<br />

Elena si stizzì. «Umani da compagnia? Sarei anch’io<br />

una di questi umani da compagnia?».<br />

Damon ridacchiò, ed Elena capì che l’aveva detto<br />

apposta per farla arrabbiare. «Un’umana da<br />

compagnia? Tu, principessa? Giammai. Una tigre,<br />

magari. Qualcosa di selvaggio e pericoloso».<br />

Elena alzò gli occhi al cielo. Poi colse l’implicazione<br />

delle sue parole. «Un attimo, stai dicendo che non è<br />

uno spirito? E che tu sai cos’è in realtà? Viene dalla<br />

Dimensione Oscura?».<br />

Damon le si avvicinò di nuovo. «Ti piacerebbe sapere<br />

ciò che so io?», disse. La sua voce sembrava una<br />

carezza. «Ci sono tantissime cose che potrei dirti».


«Damon», disse decisa Elena. «Smettila di flirtare e<br />

concentrati. È importante. Se sai qualcosa, per favore,<br />

dimmelo. Altrimenti, smettila di prendermi in giro. È in<br />

gioco la vita di Bonnie. E siamo tutti in pericolo. Anche<br />

tu sei in pericolo, non dimenticartelo: è apparso il tuo<br />

nome e non possiamo sapere per certo se ciò che è<br />

successo sulla Luna Oscura fosse l’attacco diretto a<br />

te».<br />

«Non sono tanto preoccupato». Damon fece un gesto<br />

sprezzante con la mano. «Ci vuole ben altro che uno<br />

spirito per ferire me, principessa. Ma, sì, ne so un po’<br />

più di Stefan sull’argomento». Le rigirò la mano e le<br />

sfiorò il palmo con le dita fredde. «È uno spirito», disse.<br />

«Ma è diverso da quello che abbiamo visto in Italia,<br />

tanto tempo fa. Ricordi che Klaus era un Originario,<br />

uno dei primi vampiri? Non è stato generato come me,<br />

Stefan o Katherine; non è mai stato umano. Gli<br />

Originari come Klaus considerano i vampiri che prima<br />

erano esseri umani degli spregevoli mezzosangue. Era<br />

molto più forte di noi e molto più difficile da uccidere.<br />

Anche gli spiriti possono appartenere a specie diverse.<br />

Gli spiriti nati sulla Terra possono intensificare e


suscitare le emozioni da cui sono sorti. In ogni caso,<br />

non hanno una grande consapevolezza di se stessi, e<br />

non diventano mai molto forti. Sono solo parassiti. Se<br />

vengono separati dalle emozioni di cui si nutrono, si<br />

dissolvono molto in fretta».<br />

Elena aggrottò la fronte. «Ma tu pensi che questo sia<br />

uno spirito di una specie differente, più potente?<br />

Perché? Te l’ha detto Sage?».<br />

Damon le batté le dita sulla mano, mentre contava.<br />

«Uno: i nomi. Questo va oltre i poteri di uno spirito<br />

normale. Due: ha preso Bonnie. Uno spirito normale<br />

non ci sarebbe riuscito, e, anche se l’avesse fatto, non<br />

ci avrebbe ricavato nulla. Uno spirito Originario, invece,<br />

può rapire la sua anima e riportarla nella Dimensione<br />

Oscura. Può prosciugare la sua forza vitale e le sue<br />

emozioni per accrescere il proprio potere».<br />

«Un attimo», esclamò Elena, allarmata. «Bonnie è<br />

tornata nella Dimensione Oscura? Ma le può succedere<br />

di tutto! Potrebbero farla di nuovo schiava!». Calde<br />

lacrime le bruciarono gli angoli degli occhi quando<br />

pensò a come venivano trattati gli esseri umani nella<br />

Dimensione Oscura.


Damon le strinse la mano. «No, non preoccuparti. Si<br />

trova lì solo la sua anima. Lo spirito l’avrà rinchiusa in<br />

una cella, da qualche parte; vorrà tenerla al sicuro.<br />

Penso che la cosa peggiore che possa capitarle sia di<br />

annoiarsi». Aggrottò la fronte. «Le sta togliendo la forza<br />

vitale, comunque, e questo alla lunga la indebolir໫Tu<br />

pensi che annoiarsi sia la cosa peggiore che possa<br />

capitarle… oh, almeno finché non l’avrà prosciugata di<br />

tutta la sua forza vitale? Non mi pare che vada tanto<br />

bene, Damon. Dobbiamo aiutarla». Elena si fermò un<br />

attimo a riflettere. «Quindi gli spiriti vivono nella<br />

Dimensione Oscura?».<br />

Damon esitò. «Non da sempre. I <strong>fantasmi</strong> Originari<br />

furono relegati sulla Luna Oscura dalle Guardiane».<br />

«La luna dove sei morto».<br />

«Già», concordò caustico Damon. Poi le massaggiò il<br />

dorso della mano come per scusarsi in silenzio del suo<br />

tono di voce. «I <strong>fantasmi</strong> Originari sono tenuti in una<br />

specie di prigione nella Luna Oscura, e aspettano solo<br />

l’occasione di uscire. Come i geni della lampada. Se<br />

qualcosa rompe le mura della prigione, il loro obiettivo<br />

finale è raggiungere la Terra e nutrirsi delle emozioni


umane. Sage ha detto che, dopo la distruzione del<br />

Grande Albero, le cose sono cambiate, ed è<br />

comprensibile che uno spirito sia riuscito a fuggire<br />

approfittando del trambusto».<br />

«Ma perché percorrere tutta questa strada per<br />

arrivare sulla Terra?», chiese Elena. «Ci sono tutti quei<br />

demoni e vampiri nella Dimensione Oscura…».<br />

Nella penombra, vide che Damon sorrideva.<br />

«Immagino che le emozioni umane siano più saporite.<br />

Come il sangue, del resto. E gli umani che vivono nella<br />

Dimensione Oscura non bastano per una vera<br />

scorpacciata. Sulla Terra ci sono così tanti esseri umani<br />

che uno spirito Originario può continuare a ingozzarsi di<br />

emozioni all’infinito, diventando sempre più potente».<br />

«Quindi ci ha seguito dalla Luna Oscura?», chiese<br />

Elena.<br />

«Deve essersi fatto dare un passaggio da voi quando<br />

siete tornati sulla Terra. Di sicuro voleva allontanarsi il<br />

più possibile dalla sua prigione, quindi avrà trovato<br />

irresistibile un’apertura tra le Dimensioni».<br />

«Ed è evaso quando ho usato le Ali della Distruzione e<br />

ho fatto esplodere la Luna Oscura?».


Damon fece spallucce: «Sembra la spiegazione più<br />

plausibile».<br />

Elena si sentì morire. «Quindi la visione di Bonnie era<br />

corretta. L’ho portato io qui. È colpa mia».<br />

Lui le scostò con delicatezza i capelli e le baciò il<br />

collo. «Non pensarla in questo modo», disse. «Che<br />

avresti potuto fare per fermarlo? Non lo sapevi. E sono<br />

felice che tu abbia usato le Ali della Distruzione: mi<br />

hanno salvato, dopotutto. Ciò che conta, adesso, è<br />

combattere lo spirito. Dobbiamo rimandarlo indietro<br />

prima che diventi troppo forte. Se prende davvero<br />

piede, comincerà a influenzare sempre più persone.<br />

Tutto il mondo potrebbe essere in pericolo».<br />

Elena, quasi senza rendersene conto, piegò il collo di<br />

lato così che Damon potesse avere un’angolazione<br />

migliore, e lui le sfiorò una vena con le labbra prima che<br />

lei si rendesse conto di quello che stavano facendo e lo<br />

allontanasse di nuovo con una spinta. «Comunque non<br />

capisco. Perché dovrebbe dirci chi sarà il prossimo?»,<br />

disse. «Perché ci dà i nomi?»<br />

«Oh, non dipende da lui», disse Damon, e le baciò le<br />

spalle. «Anche lo spirito più potente deve seguire delle


egole. Dipende dall’incantesimo con cui le Guardiane<br />

hanno legato gli spiriti Originari, quando li hanno relegati<br />

sulla Luna Oscura. Una misura di sicurezza nel caso<br />

fossero riusciti a scappare. In questo modo, le loro<br />

prede sanno che stanno arrivando e questo dà loro<br />

l’opportunità di resistere».<br />

«Le Guardiane l’hanno imprigionato», disse Elena.<br />

«Pensi che ci aiuterebbero a riportarlo indietro?»<br />

«Non lo so», rispose brusco Damon. «Non chiederei<br />

a loro se potessi evitarlo, comunque. Io non mi fido, e<br />

tu?».<br />

Elena pensò alla fredda efficienza delle Guardiane, al<br />

modo in cui avevano liquidato la morte di Damon come<br />

irrilevante. O al modo in cui avevano provocato la<br />

morte dei suoi genitori. «No», disse, rabbrividendo.<br />

«Lasciamole fuori, se possibile».<br />

«Lo sconfiggeremo da soli, Elena», disse Damon, e le<br />

carezzò la guancia.<br />

«Smettila», disse Elena. «Ci dobbiamo concentrare».<br />

Damon per un attimo rinunciò ai tentativi di toccarla e<br />

si mise a riflettere. «Parlami dei tuoi piccoli amici. Ti<br />

sono sembrati nervosi? Hanno litigato? Si sono


comportati in modo insolito?»<br />

«Sì», rispose subito. «Nessuno si è comportato<br />

normalmente. Da quando siamo tornati c’è qualcosa di<br />

molto strano, anche se non saprei dire di preciso cosa».<br />

Damon annuì. «Giacché probabilmente è venuto con<br />

voi, è normale che vi abbia preso di mira insieme alle<br />

persone a voi collegate. Siete le sue prime vittime».<br />

«Ma come possiamo fermarlo?», chiese Elena. «Le<br />

storie che hai sentito sugli spiriti Originari cosa dicono a<br />

riguardo? C’è un modo per riacciuffarli una volta<br />

scappati dalla loro prigione?».<br />

Damon sospirò e abbassò un po’ le spalle. «Niente»,<br />

disse. «Non so altro. Devo tornare nella Dimensione<br />

Oscura e vedere se riesco a scoprire qualcosa, o se<br />

posso combattere lo spirito da lassù».<br />

Elena s’irrigidì. «È troppo pericoloso, Damon».<br />

Lui ridacchiò, un suono secco nel buio, ed Elena sentì<br />

che le passava le mani fra i capelli, lisciando le morbide<br />

ciocche e poi arrotolandole intorno alle dita, tirando<br />

dolcemente. «Non per me», disse. «La Dimensione<br />

Oscura è un posto fantastico se sei un vampiro».<br />

«Se non fosse che lì sei morto», gli ricordò Elena.


«Per favore, Damon. Non potrei sopportare di perderti<br />

un’altra volta».<br />

Damon fermò la mano fra i suoi capelli, poi cominciò a<br />

baciarla con dolcezza e sollevò l’altra mano per<br />

carezzarle la guancia. «Elena», disse, smettendo a<br />

malincuore di baciarla. «Non mi perderai».<br />

«Deve esserci un altro modo», insisté lei.<br />

«Be’, allora faremmo meglio a trovarlo, e presto»,<br />

rispose torvo, «altrimenti il mondo intero sarà in<br />

pericolo».<br />

Damon era saturo di Elena. Aveva il suo profumo<br />

dolce e corposo nelle narici, il battito del suo cuore<br />

nelle orecchie, la seta dei suoi capelli e il raso della sua<br />

pelle sotto le dita. Voleva baciarla, stringerla, affondare<br />

i denti nella sua carne e assaggiare l’inebriante nettare<br />

del suo sangue, che aveva un sapore unico e intenso.<br />

Ma lei lo costrinse ad andare, anche se lui sapeva che<br />

non era ciò che voleva davvero.<br />

Non disse che lo mandava via a causa di suo fratello,<br />

ma lui lo sapeva lo stesso. Era sempre colpa di Stefan.<br />

Appena si congedò da lei, con un movimento<br />

aggraziato si trasformò di nuovo in un grosso corvo


nero e volò dalla finestra della stanza a un vicino albero<br />

di mele cotogne. Una volta lì, ripiegò le ali e si spostò<br />

da una zampa all’altra, sistemandosi sul ramo per<br />

sorvegliarla. Riusciva a sentirla attraverso il vetro: era<br />

inquieta all’inizio, con i pensieri in subbuglio, ma presto<br />

le sue pulsazioni rallentarono, e lui capì che si era<br />

addormentata. Sarebbe rimasto lì di guardia.<br />

Non c’erano dubbi: doveva salvarla. Se Elena voleva<br />

il suo cavaliere senza macchia e senza paura, qualcuno<br />

che la proteggesse nobilmente, l’avrebbe avuto: era lì<br />

per quello. Perché lasciare tutta la gloria a quello<br />

smidollato di Stefan?<br />

Tuttavia non era sicuro su come procedere. Anche se<br />

Elena l’aveva implorato di non andarci, tornare nella<br />

Dimensione Oscura gli sembrava la mossa più logica<br />

per combattere lo spirito. Ma come avrebbe fatto ad<br />

arrivarci? Non c’erano scorciatoie. Non aveva tempo<br />

per raggiungere di nuovo uno dei portali, né era<br />

disposto a lasciare Elena da sola per il tempo<br />

necessario a viaggiare fin lì. Non poteva aspettarsi di<br />

trovare per caso un altro oggetto utile come una sfera<br />

stellata.


Inoltre, non gli conveniva tornare nella Dimensione<br />

Oscura, perché era un posto particolarmente pericoloso<br />

per lui in quel momento. Non pensava che le Guardiane<br />

sapessero che era tornato dalla morte e non riusciva a<br />

immaginare come avrebbero reagito alla notizia.<br />

Preferiva non doverlo scoprire. Le Guardiane non si<br />

curavano molto dei vampiri, e preferivano che le cose<br />

restassero al loro posto. Bastava vedere come avevano<br />

spogliato Elena dei suoi Poteri, quando si erano accorte<br />

di lei.<br />

Damon curvò le spalle e arruffò le piume, irritato.<br />

Doveva esserci un altro modo, sì.<br />

Sentì un leggerissimo fruscio provenire dal basso. Solo<br />

un vampiro, con il suo udito ipersensibile, avrebbe<br />

potuto avvertirlo: chiunque avesse prodotto quel suono<br />

si stava muovendo con estrema cautela. Ma Damon lo<br />

udì. Scattò sull’attenti e si guardò in girò con attenzione.<br />

Nessuno avrebbe preso la sua principessa.<br />

Oh. Damon si rilassò di nuovo e, stizzito, chiuse il<br />

becco di scatto. Stefan. L’ombrosa figura del suo<br />

fratellino era ai piedi dall’albero, con la testa all’indietro,<br />

e fissava con devozione la finestra oscurata di Elena.


Era ovvio che fosse lì pronto a difenderla da tutti gli<br />

orrori della notte.<br />

Di colpo Damon capì cosa fare: se voleva conoscere<br />

meglio lo spirito, doveva abbandonarsi a lui.<br />

Chiuse gli occhi, lasciandosi sommergere da tutti i<br />

sentimenti negativi che aveva nei confronti di Stefan.<br />

Pensò che suo fratello aveva sempre preso ciò che lui<br />

voleva, rubandolo, se necessario.<br />

Dannato Stefan, pensò con amarezza. Se suo fratello<br />

non fosse arrivato in città per primo, avrebbe avuto<br />

l’opportunità di conquistare Elena, sarebbe stato lui a<br />

ricevere la completa devozione che le scorgeva negli<br />

occhi ogni volta che guardava Stefan.<br />

Invece lui era solo una seconda scelta. Non era<br />

bastato neppure a Katherine: anche lei aveva preferito<br />

suo fratello. Elena, una tigre rispetto alla gattina che era<br />

stata Katherine, sarebbe stata una compagna perfetta<br />

per lui. Bella, forte, scaltra, capace di grande amore.<br />

Insieme sarebbero stati i signori della notte.<br />

Ma lei si era innamorata di quello smidollato codardo<br />

di suo fratello. Gli artigli di Damon si serrarono sul<br />

ramo.


È triste, non trovi?, suggerì una voce tranquilla<br />

accanto a lui. Anche se continui a sforzarti, non sei<br />

mai abbastanza per le donne che ami.<br />

Gelide spire di bruma gli toccarono le ali. Damon si<br />

raddrizzò e si guardò attorno. Una nebbia oscura si<br />

stava raccogliendo intorno all’albero, serpeggiando<br />

proprio intorno al suo ramo. Stefan se ne stava ignaro ai<br />

piedi dell’albero. La nebbia era venuta solo per lui.<br />

Sorridendo fra sé, Damon sentì che lo avviluppava,<br />

poi calò l’oscurità.


6<br />

Il giorno successivo faceva di nuovo molto caldo.<br />

L’aria era così umida e pesante che camminando per<br />

strada si aveva la sgradevole sensazione di essere<br />

schiaffeggiati con un asciugamano intriso di acqua calda.<br />

Persino in macchina con l’aria condizionata accesa,<br />

Elena sentiva i capelli incresparsi per l’umidità.<br />

Stefan si era presentato a casa sua subito dopo<br />

colazione, stavolta con una lista di erbe e attrezzature<br />

magiche che la signora Flowers gli aveva chiesto di<br />

prendere in città per i suoi nuovi incantesimi di<br />

protezione.<br />

Mentre lui guidava, Elena guardava scorrere dal<br />

finestrino le case imbiancate e i prati verdi e ben curati<br />

dei quartieri residenziali, che man mano lasciavano il<br />

posto agli edifici di mattoni e alle vetrine eleganti delle<br />

vie commerciali del centro.


Stefan parcheggiò sulla strada principale, davanti al<br />

delizioso caffè in cui si erano fermati a sorseggiare un<br />

cappuccino l’autunno precedente, subito dopo che lei<br />

aveva saputo della sua vera natura. Mentre sedevano a<br />

uno di quei tavolini, Stefan le aveva spiegato come<br />

preparare un cappuccino italiano tradizionale, e questo<br />

gli aveva fatto tornare in mente i sontuosi banchetti della<br />

sua giovinezza, durante il Rinascimento: zuppe<br />

aromatiche cosparse di chicchi di melograno;<br />

sostanziosi arrosti innaffiati di acqua di rose; pasticcini<br />

con fiori di sambuco e di castagno. Una sfilza di piatti<br />

dolci, elaborati, fortemente speziati, che un italiano<br />

moderno non avrebbe nemmeno riconosciuto come<br />

parte della sua cucina nazionale.<br />

Elena aveva riflettuto su quanto fosse cambiato il<br />

mondo dall’ultima volta che Stefan aveva mangiato del<br />

cibo umano, provando soggezione. Lui aveva<br />

accennato di sfuggita che le forchette erano appena<br />

diventate di moda quando era ragazzo e che suo padre<br />

le aveva definite con spregio “un’usanza frivola e<br />

passeggera”. Prima che Katherine introducesse a casa<br />

loro la sua sensibilità femminile e l’attenzione alle mode,


mangiavano solo con cucchiai e coltelli affilati. «Con<br />

educazione, però», aveva detto, sorridendo per<br />

l’espressione che le si era disegnata in faccia.<br />

«Avevamo tutti ottime maniere a tavola. A malapena te<br />

ne saresti accorta».<br />

All’epoca Elena pensava che le sue differenze rispetto<br />

ai ragazzi che conosceva – e la portata di tutti gli eventi<br />

storici di cui era stato testimone – fossero una cosa<br />

molto romantica.<br />

Adesso… Be’, non sapeva cosa pensare.<br />

«Credo sia questo», disse Stefan, prendendole la<br />

mano e riportandola al presente. «La signora Flowers<br />

ha parlato di un negozio new age aperto da poco che<br />

dovrebbe avere la maggior parte delle cose che le<br />

servono».<br />

Il negozio si chiamava L’anima e lo spirito, ed era<br />

piccolo ma vivace, ingombro di cristalli e figurine di<br />

unicorni, tarocchi e acchiappasogni. Tutto era dipinto in<br />

toni porpora e argentati, e arazzi di seta fluttuavano<br />

nella corrente d’aria prodotta dal condizionatore sul<br />

davanzale. Tuttavia il condizionatore non era<br />

abbastanza potente da incidere sull’afa intensa di quella


giornata, e la donna minuta e gracile come un uccellino<br />

che emerse dal retro del negozio, con i lunghi capelli<br />

ricci e le collane tintinnati, appariva stanca e sudata.<br />

«Come posso aiutarvi?», disse con una voce bassa e<br />

musicale. Elena sospettò che parlasse così per intonarsi<br />

all’atmosfera del negozio.<br />

Stefan tirò fuori il pezzo di carta coperto dall’intricata<br />

grafia della signora Flowers e lo scrutò con gli occhi<br />

socchiusi. Nonostante la sua vista da vampiro, decifrare<br />

la scrittura dell’anziana signora poteva essere una sfida.<br />

Oh, Stefan. Era sincero, dolce e nobile. Il suo animo<br />

di poeta risplendeva nei meravigliosi occhi verdi. Non<br />

poteva pentirsi di amarlo. Ma talvolta, in segreto,<br />

desiderava averlo incontrato in una situazione diversa,<br />

meno complicata, sperava che in qualche modo anche<br />

un normale ragazzo di diciotto anni potesse avere la<br />

stessa sensibilità e intelligenza, la stessa capacità di<br />

amare e passione, la stessa raffinatezza e gentilezza; e<br />

avrebbe voluto che lui fosse il ragazzo che aveva finto di<br />

essere la prima volta che l’aveva incontrato: misterioso,<br />

esotico, ma umano.<br />

«Ha qualche oggetto di ematite?», stava chiedendo


Stefan. «Gioielli o magari qualche soprammobile? E<br />

incenso…». Fissò il foglio aggrottando la fronte.<br />

«Incenso all’altea? Le suona corretto?»<br />

«Certo!», rispose con entusiasmo la negoziante.<br />

«L’altea è ottima per la protezione e la sicurezza. E ha<br />

un buon profumo. I diversi tipi d’incenso sono di qua».<br />

Stefan la seguì all’interno del negozio, mentre Elena<br />

indugiava vicino alla porta. Si sentiva esausta, anche se<br />

la giornata era appena iniziata.<br />

Accanto alla vetrina c’era una rastrelliera per i vestiti<br />

con cui giocherellò distrattamente, spostando le grucce<br />

avanti e indietro. Prese una sottile casacca rosa ornata<br />

di specchietti, un po’ da hippy, ma carina. A Bonnie<br />

potrebbe piacere, pensò automaticamente, poi<br />

sussultò.<br />

Dalla vetrina aveva intravisto un volto conosciuto. Si<br />

girò, dimenticando di avere in mano la casacca.<br />

Cercò di ricordare il nome del ragazzo. Tom Parker,<br />

ecco come si chiamava. Era uscita con lui un paio di<br />

volte al liceo, prima di mettersi con Matt. Sembrava<br />

fosse passato molto più di un anno e mezzo. Tom era<br />

abbastanza attraente e simpatico, e uscire con lui era


stato molto piacevole, ma tra loro non era scoccata la<br />

scintilla così, come le aveva suggerito Meredith, aveva<br />

praticato con lui “un po’ di pesca sportiva”, per poi<br />

lasciarlo “libero di nuotare nel mare dell’amore”.<br />

Tom si era preso una bella cotta per lei, purtroppo.<br />

L’aveva lasciato libero, ma lui aveva continuato ad<br />

andarle dietro, guardandola con occhi da cucciolo e<br />

implorandola di riprenderlo con sé.<br />

Se le cose fossero andate diversamente, se avesse<br />

provato qualcosa per Tom, la sua vita sarebbe stata più<br />

semplice?<br />

Lo osservò. Passeggiava sorridente, mano nella mano<br />

con Marissa Peterson, la ragazza che aveva cominciato<br />

a frequentare verso la fine dell’anno passato. Tom era<br />

alto, così per sentire quello che diceva Marissa doveva<br />

chinare la testa ispida e scura. Si scambiarono un<br />

sorriso, poi lui alzò la mano libera per tirarle i lunghi<br />

capelli, piano, solo per scherzo. Sembravano felici<br />

insieme.<br />

Be’, buon per loro. Facile essere felici quando si era<br />

innamorati e senza problemi, quando nella vita non<br />

c’era niente di più complicato di un’estate passata con


gli amici prima di andare al college. Facile essere felici<br />

quando non si aveva neanche memoria del caos in cui<br />

era piombata la città prima che lei li salvasse. Non le<br />

erano nemmeno grati. Erano troppo fortunati: non<br />

sapevano nulla delle tenebre che stavano in agguato ai<br />

confini delle loro vite tranquille e benedette dal sole.<br />

Le si strinse lo stomaco. Vampiri, demoni, spiriti, un<br />

amore sventurato. Perché proprio a lei doveva<br />

capitare tutto questo?<br />

Rimase un attimo in ascolto. Stefan stava ancora<br />

consultando la negoziante. Sentì la sua ansiosa<br />

domanda: «Ma i ramoscelli di sorbo rosso avranno lo<br />

stesso effetto?», e il rassicurante mormorio di risposta<br />

della donna. Ne avrebbe avuto ancora per un bel po’.<br />

Era circa a un terzo della lista che gli aveva dato la<br />

signora Flowers.<br />

Elena rimise la casacca a posto sulla rastrelliera e uscì.<br />

Attenta a non farsi vedere dalla coppia che<br />

camminava dall’altra parte della strada, li seguì a<br />

distanza, studiando a lungo Marissa. Era scheletrica,<br />

aveva le lentiggini e il naso era un bulbo informe.<br />

Supponeva che non fosse tanto male, con quei lunghi


capelli scuri e lisci e la bocca carnosa, ma non era<br />

particolarmente attraente. Non era un granché<br />

nemmeno la sua carriera scolastica. Forse era stata<br />

nella squadra di pallavolo. Nell’annuario scolastico.<br />

Voti discreti, ma non eccellenti. Aveva amici, ma non<br />

era popolare. Magari era uscita con qualcuno, ma non<br />

era una ragazza che attirava gli sguardi dei maschi. Un<br />

lavoretto part-time in un negozio, forse in una libreria.<br />

Era ordinaria. Niente di speciale.<br />

Quindi perché una ragazza così banale e ordinaria<br />

aveva una vita priva di complicazioni e alla luce del sole,<br />

mentre lei per cercare di ottenere il rapporto che<br />

Marissa sembrava avere con Tom aveva dovuto<br />

passare letteralmente l’inferno e ancora non ci era<br />

riuscita?<br />

Un freddo alito di vento le sfiorò la pelle, facendola<br />

rabbrividire nonostante la calura estiva. Alzò lo<br />

sguardo.<br />

Intorno a lei si stavano raccogliendo oscure e gelide<br />

spire di nebbia, mentre sul resto della strada continuava<br />

a splendere il sole. Il suo cuore cominciò a battere forte<br />

prima che il cervello capisse cosa stava succedendo.


Corri!, urlò una vocina dentro di lei, ma era troppo<br />

tardi. D’un tratto sentì le gambe pesanti come il<br />

piombo.<br />

Alle sue spalle parlò una voce fredda e secca:<br />

somigliava al sussurro spettrale che negli ultimi giorni<br />

aveva sentito spesso nella propria testa, la stessa voce<br />

che le aveva rivelato scomode verità di cui non voleva<br />

sapere nulla. Come mai, le chiese, riesci ad amare<br />

solo i mostri?<br />

Elena non osò voltarsi.<br />

Oppure la verità è che solo i mostri possono<br />

amarti davvero, Elena?, continuò la voce, assumendo<br />

un tono dolce e trionfante. Tutti quei ragazzi al liceo ti<br />

volevano solo come trofeo. Vedevano i tuoi capelli<br />

dorati, i tuoi occhi blu e i tuoi lineamenti perfetti e<br />

pensavano solo all’ammirazione e all’invidia che<br />

avrebbero suscitato camminando con te al braccio.<br />

Facendosi coraggio, la ragazza si voltò lentamente.<br />

Non c’era nessuno, ma la nebbia s’infittiva. Una donna<br />

che spingeva un passeggino le passò accanto e le<br />

rivolse uno sguardo placido. Non vedeva che stava per<br />

essere inghiottita dalla sua personale nuvola di nebbia?


Elena aprì la bocca per gridare, ma le parole le<br />

rimasero in gola.<br />

La nebbia era più fredda e pareva un corpo solido che<br />

la tratteneva. Con un grande sforzo di volontà, si<br />

costrinse ad andare avanti, ma riuscì a trascinarsi<br />

vacillando solo fino alla panchina di un negozio vicino.<br />

La voce parlò di nuovo, sussurrandole compiaciuta<br />

nell’orecchio. Quei ragazzi non ti vedono mai per<br />

quello che sei. Ragazze come Marissa, come<br />

Meredith, possono trovare l’amore ed essere felici.<br />

Solo i mostri si danno la pena di cercare la vera<br />

Elena. Povera, povera Elena, non sarai mai<br />

normale, non è vero? Non sarai mai come le altre<br />

ragazze. Scoppiò in una risata sommessa, perversa.La<br />

nebbia, sempre più fitta, le si stringeva intorno. Non<br />

riusciva più a vedere la strada, non riusciva a vedere<br />

nulla al di là delle tenebre. Tentò di alzarsi e fare<br />

qualche passo, cercando di scrollarsi quella bruma di<br />

dosso. Ma non riusciva a muoversi. La foschia, simile a<br />

una pesante coperta, la immobilizzava, ma lei non<br />

poteva toccarla né combatterla.<br />

Si fece prendere dal panico e tentò ancora una volta


di alzarsi in piedi, socchiudendo le labbra per chiamare:<br />

Stefan! Ma la nebbia, turbinando, le entrò in bocca e la<br />

soffocò, penetrando in ogni poro della sua pelle.<br />

Incapace di reagire o di gridare aiuto, Elena svenne.<br />

Faceva ancora un freddo cane.<br />

«Almeno stavolta ho dei vestiti addosso», borbottò<br />

Damon, prendendo a calci un pezzo di legno<br />

carbonizzato mentre arrancava sulla superficie arida e<br />

deserta della Luna Oscura.<br />

Doveva ammettere che cominciava ad abituarsi al<br />

posto. Gli sembrava di vagare in quel paesaggio<br />

desolato da giorni, anche se l’immutabile oscurità gli<br />

impediva di sapere per certo quanto tempo fosse<br />

passato.<br />

Quando si era svegliato, aveva creduto di trovare<br />

accanto a sé il piccolo pettirosso, entusiasta della sua<br />

compagnia e protezione. Invece era da solo, sdraiato<br />

per terra. Non c’erano né spiriti né ragazze<br />

riconoscenti.<br />

Aggrottò la fronte e affondò con cautela il piede in un<br />

mucchietto di cenere, che pareva abbastanza ampio da<br />

nascondere un corpo, ma non fu sorpreso di trovare


solo fango, che imbrattò ancora di più i suoi non più<br />

lustri stivali neri. Da quando era arrivato lì e aveva<br />

cominciato a cercare Bonnie, si era aspettato di<br />

inciampare da un momento all’altro sul suo corpo privo<br />

di sensi. Aveva un’immagine molto chiara di come<br />

l’avrebbe trovata: pallida e silenziosa nel buio, con i<br />

lunghi riccioli rossi incrostati di cenere. Ma ora<br />

cominciava a credere che, ovunque lo spirito l’avesse<br />

portata, la ragazza non fosse lì.<br />

Era tornato lì per fare l’eroe. Avrebbe sconfitto lo<br />

spirito, salvato Bonnie e, infine, conquistato l’amore di<br />

Elena. Che idiota, pensò, arricciando le labbra in una<br />

smorfia di disprezzo per la propria stupidità.<br />

Lo spirito non l’aveva portato nello stesso posto in cui<br />

teneva Bonnie. Solo su quella luna, seduto su un cumulo<br />

di cenere, si sentì stranamente reietto. Nemmeno lo<br />

spirito lo voleva?<br />

Lo travolse un forte vento, che si era levato<br />

all’improvviso, e lo fece retrocedere di qualche passo,<br />

vacillando, prima di riacquistare l’equilibrio. Il vento<br />

portò con sé un suono: era forse un lamento? Damon<br />

cambiò direzione, curvando le spalle e avviandosi verso


il punto da cui credeva fosse venuto il lamento.<br />

Poi lo sentì di nuovo: un triste, singhiozzante gemito<br />

che echeggiava alle sue spalle.<br />

Si girò, ma i suoi passi erano brevi e meno sicuri del<br />

solito. E se si fosse sbagliato e la piccola strega fosse<br />

stata ferita, sola e sperduta su quella luna abbandonata<br />

da Dio?<br />

Aveva una fame tremenda. Premette la lingua sui<br />

canini doloranti, sentendoli diventare affilati come<br />

coltelli. La bocca era molto secca; immaginò un flusso<br />

di sangue dolce e corposo, la vita stessa che gli pulsava<br />

sulle labbra. Sentì di nuovo la voce, da sinistra stavolta,<br />

e deviò ancora per seguirla. Il vento gli soffiava sul viso,<br />

freddo e umido di bruma.<br />

Era tutta colpa di Elena.<br />

Lui era un mostro. Tutti si aspettavano che si<br />

comportasse come tale, che succhiasse il sangue senza<br />

battere ciglio, che uccidesse senza un ripensamento e<br />

senza un rimorso. Elena aveva cambiato tutto.<br />

Conquistato da lei, aveva desiderato proteggerla. Poi<br />

aveva cominciato a badare anche ai suoi amici e alla<br />

fine aveva persino salvato la sua piccola città


provinciale, quando qualsiasi vampiro degno di quel<br />

nome avrebbe da tempo tagliato la corda all’arrivo dei<br />

kitsune, o avrebbe goduto della devastazione con il<br />

sangue caldo sulle labbra.<br />

Aveva fatto tutto questo per lei, era persino cambiato,<br />

ma lei ancora non lo amava.<br />

Non abbastanza, comunque. La notte prima, mentre le<br />

baciava la gola e le carezzava i capelli, a chi stava<br />

pensando? A quello smidollato di Stefan.<br />

C’è sempre di mezzo lui, non è vero?, disse una<br />

voce limpida e fredda alle sue spalle. Damon si raggelò<br />

e gli venne la pelle d’oca.<br />

Qualunque cosa tu cerchi di sottrargli, continuò la<br />

voce, stai solo lottando per pareggiare i conti,<br />

perché la verità è che lui ha tutto, e tu non hai niente<br />

di niente. Vuoi solo mettere le cose a posto.<br />

Damon rabbrividì, ma non si girò. Nessuno l’aveva<br />

mai capito. Lui voleva solo mettere le cose a posto.<br />

Tuo padre voleva bene a lui molto più che a te.<br />

L’hai sempre saputo, continuò la voce. Tu eri il<br />

primogenito, eri l’erede, ma era Stefan il prediletto<br />

di tuo padre. Eri sempre due passi dietro di lui


anche con le ragazze. Katherine era già la sua<br />

amante prima che tu la incontrassi; poi la stessa,<br />

triste storia si è ripetuta con Elena. Dicono di<br />

amarti, le ragazze, ma non sei mai l’unico e solo e<br />

più grande amore, neppure quando dai loro il tuo<br />

cuore, senza riserve.<br />

Damon rabbrividì di nuovo. Sentì una lacrima<br />

scorrergli sulla guancia e l’asciugò con un gesto<br />

rabbioso.<br />

E tu sai perché, non è vero, Damon? La creatura<br />

continuava a parlare in tono carezzevole. Stefan!<br />

Stefan ha sempre preso tutto ciò che desideravi.<br />

Prendeva le cose che volevi ancor prima che avessi<br />

il tempo di vederle, e non lasciava niente per te.<br />

Elena non ti ama. Non ti ha mai amato né mai ti<br />

amerà.<br />

A quelle parole, Damon sentì qualcosa infrangersi<br />

dentro e tornò in sé di colpo. Come osava lo spirito<br />

fargli mettere in discussione l’amore di Elena? Era<br />

l’unica certezza che aveva.<br />

Una fredda brezza gli agitò i vestiti. Non riusciva più a<br />

udire il lamento. Poi calò il silenzio.


«So cosa stai facendo», ringhiò Damon. «Credi di<br />

potermi imbrogliare? Pensi davvero di potermi mettere<br />

contro Elena?».<br />

Alle sue spalle risuonò un passo che affondava nel<br />

fango soffice e acquoso. Oh, piccolo vampiro, disse la<br />

voce in tono canzonatorio.<br />

«Oh, piccolo spirito», ribatté Damon, con lo stesso<br />

tono. «Non hai idea dell’errore che hai appena fatto».<br />

Tese i muscoli, preparandosi al balzo, e si voltò di<br />

colpo, con i canini allungati al massimo. Ma prima che<br />

potesse saltare, mani robuste e gelide lo afferrarono per<br />

la gola e lo sollevarono in aria.<br />

«Se posso darti un consiglio, seppellisci dei pezzi di<br />

ferro intorno all’oggetto che cerchi di proteggere»,<br />

suggerì la proprietaria del negozio. «I ferri di cavallo<br />

sono un classico, ma va bene qualsiasi oggetto di ferro,<br />

specialmente se tondeggiante e ricurvo». Aveva<br />

attraversato vari stadi d’incredulità mentre Stefan<br />

cercava di comprare ogni singolo oggetto, erba e<br />

talismano protettivo presente nel negozio, ed era<br />

diventata servizievole in modo maniacale.<br />

«Penso di aver preso tutto ciò che mi serve per il


momento», disse Stefan educatamente. «Grazie tante<br />

per l’aiuto».<br />

Le fossette sul viso della donna splendevano mentre<br />

batteva i suoi acquisti sull’antiquato registratore di cassa<br />

in metallo cromato, e lui sorrise di rimando. Pensava di<br />

essere riuscito a decifrare correttamente tutte le voci<br />

della lista della signora Flowers ed era piuttosto fiero di<br />

sé.<br />

Qualcuno aprì la porta e una fredda brezza entrò nel<br />

negozio sibilando e facendo tremare gli arazzi e i vari<br />

articoli magici.<br />

«Senti che freddo?», chiese la donna. «Penso che stia<br />

arrivando un temporale». I suoi capelli svolazzarono al<br />

vento.<br />

Stefan, che stava per rispondere con una battuta<br />

garbata, la fissò atterrito. I lunghi riccioli della donna<br />

restarono un attimo sospesi per aria e, avvitandosi,<br />

formarono con agghiacciante chiarezza le lettere di un<br />

nome:<br />

matt<br />

Ma se lo spirito aveva trovato un nuovo bersaglio,


significava che Elena…<br />

Stefan si girò di scatto e scrutò con ansia l’ingresso<br />

del negozio. Elena non c’era.<br />

«Va tutto bene?», chiese la negoziante mentre Stefan<br />

si guardava freneticamente attorno. Lui la ignorò e<br />

corse verso l’uscita, cercando in ogni angolo e tra le file<br />

di vestiti.<br />

Infine irradiò il suo Potere, alla ricerca di una qualsiasi<br />

traccia della presenza di Elena. Niente. Non era nel<br />

negozio. Come aveva fatto a non accorgersi che era<br />

uscita?<br />

Si premette i pugni sugli occhi finché non gli esplosero<br />

delle stelline sotto le palpebre. Era colpa sua. Non si<br />

era nutrito di sangue umano e i suoi poteri si erano<br />

gravemente indeboliti. Come aveva potuto ridursi in<br />

quello stato di spossatezza? Se fosse stato nel pieno<br />

delle forze, avrebbe capito subito che Elena se n’era<br />

andata. Era autoindulgenza cedere alla propria<br />

coscienza quando aveva delle persone da proteggere.<br />

«Va tutto bene?», chiese di nuovo la donna. L’aveva<br />

seguito fra gli scaffali, reggendo il suo sacchetto degli<br />

acquisti, e lo fissava con uno sguardo preoccupato.


Stefan prese il sacchetto. «La ragazza che era con<br />

me», disse in tono pressante. «Ha visto dov’è andata?»<br />

«Oh», rispose la donna, aggrottando la fronte. «È<br />

uscita quando siamo andati di là, nel reparto incensi».<br />

Era passato tutto quel tempo. Persino la negoziante<br />

si era accorta che Elena era uscita.<br />

Stefan la ringraziò con un cenno del capo e si<br />

precipitò fuori nell’abbagliante luce del giorno. In preda<br />

all’ansia, guardò su e giù per il corso principale.<br />

Sentì un’ondata di sollievo quando la scorse seduta su<br />

una panchina davanti alla drogheria a poche porte di<br />

distanza. Poi notò la sua postura accasciata, con gli<br />

splendidi capelli biondi che pendevano sulle spalle inerti.<br />

Fu al suo fianco in un lampo: grazie al cielo il respiro<br />

era debole ma regolare e il polso era forte. Ma era<br />

priva di sensi.<br />

«Elena», disse, carezzandole dolcemente una guancia.<br />

«Elena, svegliati. Torna da me». Non si mosse. Allora le<br />

scosse il braccio un po’ più forte. «Elena!». Il suo<br />

corpo cadde di peso sulla panchina, ma continuò a<br />

respirare e il battito del cuore rimase stabile.<br />

Come Bonnie. Lo spirito aveva preso anche Elena.


Stefan sentì qualcosa dentro spaccarsi in due. Non era<br />

riuscito a proteggerla, non era riuscito a proteggere né<br />

lei né Bonnie.<br />

Con delicatezza fece scivolare una mano sotto il corpo<br />

di Elena, l’altra la mise a coppa sotto la testa, con fare<br />

protettivo, e la prese in braccio. La strinse con<br />

delicatezza e, canalizzando il poco Potere che gli era<br />

rimasto, cominciò a correre.<br />

Meredith controllò l’orologio forse per la centesima<br />

volta, chiedendosi perché Stefan ed Elena non fossero<br />

ancora tornati.<br />

«Non riesco proprio a capire questa parola», si<br />

lamentava Matt. «Incredibile, pensavo che la mia grafia<br />

fosse pessima. Sembra che Caleb qui abbia scritto con<br />

gli occhi chiusi». Per la frustrazione aveva continuato a<br />

passarsi le mani fra i capelli, così ora gli stavano dritti<br />

sul capo e disordinati come spighe mosse dal vento, e<br />

aveva le borse sotto gli occhi.<br />

Meredith bevve un sorso di caffè e gli tese la mano.<br />

Matt le passò il taccuino che stava esaminando.<br />

Avevano scoperto che lei riusciva a capire meglio la<br />

grafia minuta e angolosa di Caleb. «Questa è una o,


credo», disse. «Deosil è una parola?»<br />

«Sì», disse Alaric, raddrizzandosi un po’ sulla sedia.<br />

«Significa in senso orario. Rappresenta il trasferimento<br />

dell’energia spirituale nelle forme materiali. Forse lì c’è<br />

qualcosa. Posso vedere?».<br />

Meredith gli porse il taccuino. Aveva gli occhi<br />

arrossati e i muscoli irrigiditi per essere stata seduta<br />

tutto il giorno a esaminare i taccuini di Caleb, i ritagli e<br />

le foto. Roteò le spalle e si sgranchì.<br />

«No», disse Alaric dopo aver letto per un paio di<br />

minuti. «Non va bene. Descrive il procedimento per<br />

creare un cerchio magico».<br />

Meredith stava per parlare quando Stefan apparve nel<br />

vano della porta, pallido e con gli occhi spiritati. Elena<br />

giaceva svenuta fra le sue braccia. Meredith mollò la<br />

tazza di caffè. «Stefan!», gridò, fissandoli sconvolta.<br />

«Che è successo?»<br />

«Lo spirito l’ha intrappolata», disse Stefan, con un<br />

tono rotto dall’emozione. «Non so come».<br />

A Meredith sembrò di cadere nel vuoto. «Oh no, oh<br />

no», si sentì dire con una voce sottile e scioccata. «Non<br />

può aver preso anche Elena».


Matt si alzò, con uno sguardo torvo. «Perché non l’hai<br />

fermato?», disse con fare accusatorio.<br />

«Non c’è tempo per litigare», rispose con freddezza<br />

Stefan, e procedette deciso verso le scale, scansandoli<br />

e stringendosi Elena al petto, protettivo.<br />

Come per un tacito accordo, Matt, Meredith e Alaric<br />

lo seguirono di sopra, nella stanza in cui Bonnie giaceva<br />

addormentata.<br />

La signora Flowers sferruzzava al suo capezzale e aprì<br />

la bocca in un’espressione di smarrimento quando vide<br />

Elena. Stefan posò la ragazza sull’altro lato del letto a<br />

due piazze, accanto al corpo minuto e pallido di Bonnie.<br />

«Scusa», disse lentamente Matt. «Non avrei dovuto<br />

prendermela con te. Ma… Che cosa è successo?».<br />

Stefan si limitò a scrollare le spalle con aria afflitta.<br />

Meredith si sentì stringere il cuore alla vista delle sue<br />

due migliori amiche adagiate sul letto come bambole di<br />

pezza. Erano così immobili. Anche mentre dormiva,<br />

Elena era sempre stata più irrequieta, più espressiva di<br />

così. Da quando erano piccole avevano dormito<br />

insieme forse un migliaio di volte, e Meredith aveva<br />

sempre visto Elena sorridere nel sonno, stringersi


addosso le lenzuola o strofinare il viso sui cuscini. Ora i<br />

suoi capelli dorati e la sua carnagione rosea apparivano<br />

spenti e sbiaditi, e la luce che ardeva dentro di lei si era<br />

raffreddata.<br />

E Bonnie, Bonnie che era sempre così vivace e piena<br />

di vita, e che a stento era rimasta ferma un secondo o<br />

due in tutta la sua vita. Ora era immobile, paralizzata,<br />

quasi incolore tranne che per i puntini delle lentiggini<br />

contro il pallore delle guance e la ricca massa dei capelli<br />

rossi sul cuscino. Non fosse stato per il lieve movimento<br />

dei loro petti, che si alzavano e si abbassavano al ritmo<br />

del respiro, sarebbero sembrate dei manichini.<br />

«Non lo so», ripeté Stefan, più teso e spaventato di<br />

prima. Poi alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di<br />

Meredith. «Non so cosa fare».<br />

Meredith si schiarì la gola. «Abbiamo chiamato in<br />

ospedale per controllare Caleb mentre eravate via»,<br />

disse misurando le parole, consapevole dell’effetto che<br />

avrebbero avuto. «È stato dimesso».<br />

Negli occhi di Stefan balenò un lampo omicida.<br />

«Penso che dovremmo fargli una visita», disse con voce<br />

tagliente come un coltello.


Elena era sospesa nel buio. Ma non era preoccupata.<br />

Le sembrava di galleggiare lentamente nell’acqua calda,<br />

sospinta con delicatezza dalla corrente, e una parte di<br />

lei si chiese, con distacco e senza paura, se era<br />

possibile che non fosse mai uscita dal bacino della<br />

cascata di Hot Springs. Per tutto quel tempo era forse<br />

andata alla deriva, passando di sogno in sogno?<br />

Poi, tutt’a un tratto, prese velocità, lanciata verso<br />

l’alto come un razzo, aprì gli occhi nell’abbagliante luce<br />

del sole e trasse un respiro lungo ed esitante.<br />

Dal viso pallido che la sovrastava, due occhi castani<br />

scrutavano nei suoi con un’espressione preoccupata e<br />

commossa.<br />

«Bonnie?», esclamò Elena.<br />

«Elena! Grazie al cielo», strillò Bonnie, afferrandola<br />

per le braccia come una lottatrice. «Sono qui tutta sola<br />

da giorni e giorni, o almeno credo che siano passati<br />

giorni e giorni perché qui la luce non cambia mai, quindi<br />

non posso regolarmi con il sole. E non c’è niente da<br />

fare. Non riesco a capire come uscire e non c’è da<br />

mangiare, anche se stranamente non ho fame, quindi<br />

immagino che non sia importante. Ho cercato di


dormire per far passare il tempo, ma non sono<br />

nemmeno stanca. E all’improvviso sei arrivata tu ed ero<br />

così felice di vederti, ma tu non ti svegliavi e mi stavo<br />

preoccupando da morire. Che sta succedendo?»<br />

«Non lo so», disse Elena, intontita. «L’ultima cosa che<br />

ricordo è che stavo su una panchina. Credo di essere<br />

stata presa da una specie di nebbia mistica».<br />

«Anch’io!», esclamò Bonnie. «Mi riferisco alla nebbia,<br />

non alla panchina. Ero nella mia stanza alla pensione e<br />

quella strana nebbia mi ha intrappolata». Rabbrividì in<br />

modo teatrale. «Non riuscivo a muovere un muscolo. E<br />

faceva molto freddo». Di colpo spalancò gli occhi con<br />

espressione colpevole. «Stavo facendo un incantesimo<br />

quando è successo, e qualcuno è arrivato alle mie spalle<br />

e ha cominciato a dire delle cose. Delle brutte cose».<br />

Elena rabbrividì. «Anch’io ho sentito una voce».<br />

«Secondo te ho… liberato qualcosa quando ho fatto<br />

l’incantesimo? Continuo a preoccuparmi di aver liberato<br />

qualcosa senza volerlo». Il viso di Bonnie era pallido.<br />

«Non è stata colpa tua», la rassicurò Elena.<br />

«Pensiamo che l’essere che sta provocando gli incidenti<br />

sia uno spirito. Ha rubato la tua anima per sfruttarne il


potere. E ora temo che abbia preso anche la mia».<br />

Raccontò brevemente a Bonnie dello spirito, poi si<br />

sollevò sui gomiti e si guardò attorno per la prima volta.<br />

«Non riesco a credere che siamo di nuovo qui».<br />

«Dove?», chiese con ansia Bonnie. «Dove siamo?».<br />

Era mezzogiorno e la volta assolata e azzurra del cielo<br />

si estendeva luminosa su di loro. Elena era abbastanza<br />

sicura che in quel luogo fosse sempre mezzogiorno.<br />

Erano in un grande campo che sembrava estendersi<br />

all’infinito. Fin dove arrivava lo sguardo, c’erano fila di<br />

alti cespugli. Cespugli di rose con fiori perfetti di un<br />

nero vellutato.<br />

Rose mezzanotte. Rose piene di magia, coltivate per<br />

contenere incantesimi, anche se soltanto i kitsune<br />

sapevano come rivestire i sortilegi con i loro petali. Una<br />

volta un kitsune aveva mandato a Stefan una di quelle<br />

rose, con un incantesimo per farlo tornare umano, ma la<br />

rosa era finita per caso nelle mani di Damon, con gran<br />

disappunto di entrambi i fratelli.<br />

«Siamo nel campo di rose magiche dei kitsune, quello<br />

su cui si apriva una delle porte della Guardiola dei Sette<br />

Tesori», disse a Bonnie.


«Oh», fece Bonnie. Si fermò un attimo a riflettere, ma<br />

poi non riuscì a trattenersi e chiese: «Che ci facciamo<br />

qui? Lo spirito è un kitsune?»<br />

«Non penso», rispose Elena. «Forse gli era comodo<br />

tenerci qui».<br />

Elena trasse un profondo sospiro. Stare in compagnia<br />

di Bonnie in un momento di crisi non era male. Certo,<br />

avere accanto Meredith sarebbe stato meglio. Meredith<br />

sapeva sempre come architettare e portare a termine un<br />

piano, ma la faceva stare bene lo stesso avere Bonnie<br />

che la guardava fiduciosa con i suoi grandi occhi<br />

innocenti e le faceva domande, sicura che conoscesse la<br />

risposta. Si sentiva di colpo protettiva e competente,<br />

come se fosse in grado di affrontare qualsiasi situazione<br />

in cui si fossero imbattute. Come quella, per esempio.<br />

Con Bonnie che dipendeva da lei, la sua mente era<br />

lucida ed efficiente come non succedeva da giorni. Da<br />

un momento all’altro avrebbe escogitato un piano per<br />

tirarle fuori da lì. Da un momento all’altro, ne era sicura.<br />

Bonnie intrecciò lentamente le dita fredde alle sue.<br />

«Secondo te siamo morte?», chiese con una vocina<br />

lamentosa.


Siamo davvero morte?, si chiese Elena. No, non lo<br />

pensava. Bonnie era ancora viva dopo che lo spirito<br />

l’aveva presa, solo non riusciva a svegliarsi. Era più<br />

probabile che le loro anime fossero giunte lì<br />

attraversando il piano astrale e che i loro corpi fossero<br />

ancora a Fell’s Church.<br />

«Elena?», ripeté con ansia Bonnie. «Pensi che siamo<br />

morte?».<br />

Elena aprì la bocca per rispondere quando un rumore<br />

crepitante e cadenzato la interruppe. I cespugli di rose<br />

cominciarono a fremere violentemente, e si udivano<br />

rumori sempre più forti, come se qualcosa corresse<br />

verso di loro da tutte le direzioni. Il suono dei rami che<br />

si spezzavano era assordante: sembrava che<br />

un’immensa creatura si stesse facendo largo a spintoni<br />

tra le felci. Intorno a loro, i rami spinosi dei cespugli di<br />

rose sfrecciavano su e giù come fruste, anche se non<br />

c’era vento. Elena gridò quando uno dei rami<br />

ondeggianti la colpì, aprendole uno squarcio sul<br />

braccio.<br />

Bonnie emise un lamento ed Elena sentì il cuore che le<br />

batteva al doppio della velocità. Si girò di scatto,


spingendo dietro di sé Bonnie. Strinse i pugni e si<br />

acquattò, cercando di ricordare le istruzioni di Meredith<br />

su come difendersi da un aggressore. Ma guardandosi<br />

attorno vedeva solo rose, per miglia. Perfette rose nere.<br />

Bonnie emise un piccolo gemito e le si strinse di più<br />

contro la schiena.<br />

D’un tratto Elena sentì uno strappo forte e doloroso,<br />

come se le stessero estraendo qualcosa dal torace<br />

lentamente, ma con costanza. Restò senza fiato,<br />

incespicò e si premette le mani sullo stomaco. Ecco,<br />

pensò stordita, sentendosi come se stessero riducendo<br />

in poltiglia ognuna delle ossa del suo corpo. Sto per<br />

morire.


7<br />

Nessuno rispose quando suonarono alla porta di villa<br />

Smallwood. Il viale d’ingresso era deserto, le persiane<br />

abbassate e pareva che non ci fosse nessuno in casa.<br />

«Forse Caleb non c’è», disse nervosamente Matt. «E<br />

se fosse andato da qualche altra parte quando è uscito<br />

dall’ospedale?»<br />

«Riesco a sentire il suo odore. Lo sento respirare»,<br />

ringhiò Stefan. «È qui, puoi starne certo. Si sta<br />

nascondendo».<br />

Matt non aveva mai visto Stefan così arrabbiato. I<br />

suoi occhi verdi, di solito tranquilli, mandavano lampi di<br />

rabbia, e sembrava che i canini si fossero allungati<br />

d’istinto, così ogni volta che apriva la bocca si<br />

vedevano le piccole punte affilate. Stefan si accorse che<br />

Matt lo fissava e aggrottò la fronte, passandosi<br />

imbarazzato la lingua sui canini.


Matt guardò Alaric, pensando che fosse l’unica<br />

persona normale rimasta nel gruppo oltre a lui, ma dal<br />

modo in cui fissava Stefan, era decisamente più<br />

affascinato che preoccupato. Allora nemmeno lui è<br />

tanto normale, pensò.<br />

«Possiamo entrare», disse Meredith con voce pacata.<br />

Guardò Alaric. «Avvisatemi se arriva qualcuno». Lui<br />

annuì e le si parò davanti in modo da nasconderla agli<br />

occhi dei passanti. Con fredda efficienza, Meredith<br />

infilò una delle estremità del bastone nella fessura della<br />

porta d’ingresso e cominciò a fare leva per aprirla.<br />

Era una massiccia porta di quercia e per di più aveva<br />

due serrature e un catenaccio tirato, che resisteva alla<br />

pressione del bastone. La ragazza imprecò, poi<br />

borbottò: «E dai, su», raddoppiando gli sforzi. Le<br />

serrature e il catenaccio all’improvviso cedettero e la<br />

porta si spalancò, sbattendo forte contro il muro.<br />

«Possiamo dire addio all’idea di entrare in sordina»,<br />

disse Stefan. Stava inquieto sulla soglia, mentre gli altri<br />

entravano passandogli davanti.<br />

«Sei invitato a entrare», disse Meredith, ma lui scosse<br />

la testa.


«Non posso», disse. «Funzionerebbe solo se tu<br />

abitassi qui».<br />

Meredith serrò le labbra, poi si girò e corse su per le<br />

scale. Sentirono un breve grido di sorpresa e una serie<br />

di colpi ovattati. Alaric lanciò un’occhiata ansiosa a<br />

Matt e poi guardò la cima delle scale.<br />

«Non dovremmo andare ad aiutarla?», disse.<br />

Matt era piuttosto sicuro che non fosse Meredith ad<br />

aver bisogno d’aiuto, ma, prima che potesse<br />

rispondere, la vide tornare: scendeva le scale spingendo<br />

Caleb davanti a sé e torcendogli un braccio dietro la<br />

schiena.<br />

«Invitalo a entrare», intimò mentre Caleb incespicava<br />

sull’ultimo gradino. Il ragazzo scosse la testa e lei gli<br />

strattonò il braccio verso l’alto, facendolo guaire di<br />

dolore.<br />

«No», disse lui, testardo. «Tu non puoi entrare».<br />

Meredith lo spinse verso Stefan, bloccandolo proprio<br />

sulla soglia della porta.<br />

«Guardami», disse a voce bassa Stefan e gli occhi di<br />

Caleb si alzarono di scatto a incontrare i suoi. Le pupille<br />

di Stefan si dilatarono, ingoiando le iridi verdi in due


profondi cerchi neri, e Caleb scosse la testa. Era<br />

disperato, ma sembrava incapace di distogliere lo<br />

sguardo.<br />

«Fammi entrare», ordinò Stefan scandendo le sillabe.<br />

«E va bene, entra», disse cupamente Caleb. Meredith<br />

lo lasciò andare e i suoi occhi si schiarirono. Si girò e si<br />

precipitò al piano di sopra.<br />

Stefan gli schizzò dietro come un proiettile e lo inseguì<br />

su per le scale. I suoi movimenti fluidi e furtivi<br />

ricordarono a Matt quelli di un predatore. Di un leone o<br />

di uno squalo. Rabbrividì. A volte dimenticava quanto<br />

fosse pericoloso Stefan.<br />

«Meglio che vada con lui», disse Meredith. «Non<br />

vogliamo che faccia qualcosa di cui poi potrebbe<br />

pentirsi». Fece una pausa. «Non prima di scoprire ciò<br />

che ci serve sapere, comunque. Alaric, tra noi sei quello<br />

che conosce meglio la magia, quindi vieni con me. Matt,<br />

resta di guardia alla porta e avvisaci se vedi arrivare<br />

l’auto degli Smallwood». Lei e Alaric seguirono Stefan<br />

su per le scale.<br />

Matt aspettò che cominciassero le urla, ma di sopra<br />

c’era un inquietante silenzio. Tenendo d’occhio il


vialetto dalla finestra, il ragazzo camminava avanti e<br />

indietro nel soggiorno. Un tempo lui e Tyler erano<br />

amici, o perlomeno si frequentavano, perché entrambi<br />

erano giocatori titolari della squadra di football. Si<br />

conoscevano fin dalle medie.<br />

Tyler beveva troppo, esagerava alle feste ed era<br />

volgare e sessista, ma c’erano aspetti del suo carattere<br />

che qualche volta gli erano piaciuti. Come la tendenza a<br />

buttarsi a capofitto nelle cose, che fosse il placcaggio<br />

senza esclusione di colpi del quarterback della squadra<br />

avversaria o l’organizzazione della festa più folle che si<br />

fosse mai vista. O quando in seconda media gli era<br />

venuta l’ossessione di vincere a Street Fighter sulla<br />

PlayStation 2. Ogni giorno aveva costretto Matt e gli<br />

altri ragazzi ad andare a casa sua, così avevano passato<br />

ore e ore seduti sul pavimento della sua camera a<br />

mangiare patatine, parlare di cavolate e pigiare il<br />

pulsante del controller finché Tyler non aveva capito<br />

come vincere tutte le partite.<br />

Matt emise un sospiro e guardò di nuovo fuori dalla<br />

finestra.<br />

Da sopra venne un breve colpo attutito che lo fece


aggelare. Silenzio.<br />

Quando ricominciò a camminare avanti e indietro nel<br />

soggiorno, notò una particolare foto nella fila ordinata di<br />

cornici sopra il pianoforte. Attraversò la stanza e la<br />

prese in mano.<br />

Doveva essere stata scattata al banchetto della<br />

squadra di football, al terzo anno di liceo. Nella foto,<br />

Matt teneva il braccio attorno alla vita di Elena, che<br />

allora era la sua ragazza, e lei lo guardava sorridente.<br />

Tyler era accanto a loro e teneva per mano una ragazza<br />

di cui Matt non ricordava il nome. Alison, forse, o<br />

Alicia. Era più grande di loro, frequentava l’ultimo anno<br />

e dopo il diploma aveva lasciato la città. Erano tutti<br />

vestiti bene, lui e Tyler in giacca e cravatta, le ragazze in<br />

abito da sera. Elena indossava un vestitino bianco,<br />

semplice in modo ingannevole, ed era così bella da<br />

togliere il fiato.<br />

Allora la vita era facile. I quarterback uscivano con le<br />

ragazze più carine della scuola. Erano una coppia<br />

perfetta.<br />

Poi Stefan è arrivato in città, gli sussurrò una voce<br />

fredda e meccanica, e ha distrutto tutto.


Stefan, che aveva finto di essere suo amico, Stefan,<br />

che aveva finto di essere come loro, umano. Stefan, che<br />

aveva fatto la corte alla sua ragazza, l’unica che avesse<br />

mai davvero amato. Probabilmente l’unica per cui<br />

avrebbe mai provato sentimenti così forti. È vero, si<br />

erano lasciati prima che Elena incontrasse Stefan, ma<br />

forse sarebbero tornati insieme, se non fosse apparso<br />

lui.<br />

Matt fece una smorfia e gettò la foto sul pavimento. Il<br />

vetro non si ruppe e la foto rimase lì: Matt, Elena, Tyler<br />

e la ragazza di cui non ricordava il nome sorridevano<br />

innocenti, lo sguardo al soffitto, ignari di ciò che stava<br />

per succedere, del caos che sarebbe scoppiato meno di<br />

un anno dopo. A causa di Stefan.<br />

Stefan. Matt sentiva il viso bollente di rabbia. E un<br />

ronzio nella testa. Stefan il traditore. Stefan il mostro.<br />

Stefan che aveva rubato la sua ragazza.<br />

Mise deliberatamente un piede sulla foto e la schiacciò<br />

sotto il tacco. La cornice di legno si spezzò con uno<br />

scatto secco. Sentire il vetro che si frantumava sotto la<br />

scarpa gli diede una strana soddisfazione.<br />

Senza guardarsi indietro, attraversò a grandi passi il


soggiorno, diretto alle scale. Era giunto il momento di<br />

affrontare il mostro che gli aveva rovinato la vita.<br />

«Confessa!», ringhiò Stefan, facendo del suo meglio<br />

per soggiogare Caleb. Ma era troppo debole e Caleb<br />

continuava a erigere muri mentali. Non c’erano dubbi:<br />

quel ragazzo aveva accesso al Potere.<br />

«Non so di cosa stiate parlando», disse Caleb,<br />

premendo la schiena contro il muro, come se potesse<br />

scavarci dentro un tunnel. Spostava nervosamente lo<br />

sguardo dalla faccia arrabbiata di Stefan a Meredith,<br />

che teneva il bastone in equilibrio fra le mani, pronta a<br />

colpire. «Lasciatemi stare, giuro che non andrò alla<br />

polizia. Non voglio guai».<br />

Caleb sembrava più basso e più pallido di quanto<br />

ricordasse Stefan. Aveva la faccia coperta di lividi e un<br />

braccio ingessato, sostenuto da una fascia. Nonostante<br />

tutto, Stefan sentiva il tarlo del senso di colpa quando lo<br />

guardava.<br />

Non è umano, ricordò a se stesso.<br />

Tuttavia… Caleb non aveva l’aspetto di un licantropo.<br />

Non avrebbe dovuto esserci almeno qualcosa di<br />

animalesco in lui? Stefan non conosceva molti lupi


mannari, ma Tyler aveva grandi denti bianchi e<br />

reprimeva a stento l’aggressività.<br />

Accanto a lui, Alaric guardò sorpreso il ragazzo ferito.<br />

Lo esaminò, piegando la testa da un lato e parafrasò i<br />

pensieri di Stefan chiedendo scettico: «Siete sicuri che<br />

sia un lupo mannaro?»<br />

«Un lupo mannaro?», disse Caleb. «Siete tutti<br />

pazzi?».<br />

Ma Stefan, che lo stava osservando con attenzione,<br />

notò che aveva brevemente battuto le palpebre. «Stai<br />

mentendo», affermò con freddezza e, cercando di<br />

nuovo di leggergli nel pensiero, trovò finalmente una<br />

crepa nelle sue difese. «Non pensi che siamo pazzi. Sei<br />

solo sorpreso che sappiamo di te».<br />

Caleb sospirò. Il suo volto era ancora pallido e teso,<br />

ma era emersa una certa falsità nella sua espressione<br />

mentre Stefan parlava. Abbassò le spalle e si allontanò<br />

un poco dal muro, chinando il capo con aria esausta.<br />

Meredith s’irrigidì, pronta a scattare non appena<br />

Caleb avesse accennato il minimo movimento in avanti.<br />

Lui si fermò e alzò le mani. «Non sto cercando di fare<br />

nulla. E non sono un lupo mannaro. Ma, sì, so che lo è


Tyler e immagino che lo sappiate anche voi».<br />

«Anche tu hai ereditato il gene della licantropia», disse<br />

Stefan. «Sarebbe facile per te diventare un lupo<br />

mannaro».<br />

Caleb scosse le spalle e guardò Stefan dritto negli<br />

occhi. «Penso di sì. Ma non è successo a me, è<br />

successo a Tyler».<br />

«Successo?», chiese Meredith, alzando la voce con<br />

sdegno. «Sai che ha fatto Tyler per diventare un lupo<br />

mannaro?».<br />

Caleb la guardò diffidente. «Che ha fatto? Tyler non<br />

ha fatto niente. La maledizione di famiglia lo ha<br />

reclamato, tutto qui». Il suo viso era cupo e<br />

preoccupato.<br />

Stefan, suo malgrado, addolcì il tono. «Caleb, devi<br />

uccidere qualcuno per diventare un lupo mannaro,<br />

anche se ne porti il gene. A meno che tu non venga<br />

morso a tua volta da un lupo mannaro, ci sono certi<br />

rituali da compiere. Riti di sangue. Tyler ha assassinato<br />

una ragazza innocente».<br />

All’improvviso parve che Caleb non riuscisse più a<br />

reggersi sulle ginocchia e scivolò a terra con un tonfo


sordo. Sembrava malato. «Tyler non l’avrebbe mai<br />

fatto», disse, ma la sua voce era incerta. «Tyler è stato<br />

come un fratello per me dopo la morte dei miei genitori.<br />

Non avrebbe mai ucciso nessuno. Io non vi credo».<br />

«L’ha fatto», confermò Meredith. «Tyler ha<br />

assassinato Sue Carson. Abbiamo negoziato il suo<br />

ritorno in vita, ma questo non cambia il fatto che lui<br />

l’abbia uccisa».<br />

La sua voce aveva l’inconfondibile timbro della verità<br />

e sembrò che Caleb avesse perso ogni desiderio di<br />

lottare. Si accasciò ancora di più e appoggiò la fronte<br />

sulle ginocchia. «Che cosa volete da me?». Appariva<br />

così esile e malmesso che Stefan, nonostante l’urgenza<br />

della loro missione, si distrasse. «Ma non eri più alto di<br />

così?», chiese. «Più robusto? Più… ben fatto? L’ultima<br />

volta che ti ho visto, intendo».<br />

Caleb borbottò qualcosa fra le ginocchia, ma le parole<br />

erano troppo attutite e distorte perché persino un<br />

vampiro potesse udirle. «Che hai detto?», chiese<br />

Stefan.<br />

Caleb alzò lo sguardo: il suo volto era rigato di<br />

lacrime. «Era un incantesimo di seduzione, va bene?»,


disse con amarezza. «Ho migliorato il mio aspetto<br />

perché volevo che Elena mi desiderasse». Stefan pensò<br />

al colorito radioso di Caleb, al suo volto pieno di salute,<br />

alla sua statura e all’aureola di riccioli dorati. Non c’era<br />

da meravigliarsi che gli fosse parso sospetto;<br />

inconsciamente doveva aver capito quanto fosse<br />

improbabile che un semplice essere umano somigliasse<br />

tanto a un arcangelo. Ora capisco perché mi era<br />

sembrato così leggero quando l’ho lanciato in aria<br />

al cimitero, pensò Stefan.<br />

«Quindi sei uno stregone, ma non un lupo mannaro?»,<br />

chiese in fretta Meredith.<br />

Caleb scrollò le spalle. «Lo sapete già», disse. «Ho<br />

visto quello che avete fatto al mio laboratorio nel<br />

capanno. Che cosa volete ancora da me?».<br />

Meredith fece un passo avanti, minacciosa, con il<br />

bastone in mano, lo sguardo limpido e spietato, e Caleb<br />

si ritrasse. «Quello che vogliamo», disse, pronunciando<br />

ogni parola in modo chiaro e distinto, «è che tu ci dica<br />

come hai evocato lo spirito, e come possiamo<br />

liberarcene. Rivogliamo indietro le nostre amiche».<br />

Il ragazzo la fissò a occhi sgranati. «Giuro che non so


di cosa tu stia parlando».<br />

Stefan gli si avvicinò minaccioso dall’altro lato,<br />

impedendogli di riacquistare l’equilibrio; lo sguardo di<br />

Caleb guizzava nervoso dall’uno all’altra.<br />

Poi Stefan si fermò. Si era reso conto che era<br />

sinceramente confuso. Possibile che stesse dicendo la<br />

verità? S’inginocchiò per poterlo guardare negli occhi e<br />

tentò un tono più gentile. «Caleb?», chiese, dando<br />

fondo a tutte le riserve di Potere per costringerlo a<br />

parlare. «Puoi dirci che tipo di incantesimo hai usato?<br />

Qualcosa con le rose, giusto? Quali dovrebbero essere<br />

gli effetti?».<br />

Caleb deglutì e il suo pomo d’Adamo andò su e giù.<br />

«Dovevo scoprire cosa era successo a Tyler», disse.<br />

«Così sono venuto qua per l’estate. Nessuno sembrava<br />

preoccupato, ma io sapevo che non poteva essere<br />

sparito e basta. Tyler mi aveva parlato di voi, di tutti<br />

voi, e di Elena Gilbert. Ti odiava, Stefan, e all’inizio<br />

Elena gli piaceva, poi ha cominciato a odiare davvero<br />

anche lei. Comunque, quando sono arrivato, tutti<br />

pensavano che Elena fosse morta. La sua famiglia era<br />

ancora in lutto per lei. E tu eri sparito, Stefan; avevi


lasciato la città. Ho cercato di mettere insieme i pezzi<br />

per capire cosa fosse successo. Giravano storie<br />

piuttosto curiose e poi in città sono accadute tantissime<br />

altre cose strane. Violenza ovunque, ragazze che<br />

impazzivano e bambini che aggredivano i loro genitori.<br />

E poi, di colpo, tutto finito; quel caos si è<br />

semplicemente fermato e mi sembrava di essere l’unico<br />

a sapere cosa fosse successo. Ma ricordavo anche<br />

un’estate normale. Elena Gilbert era stata sempre qui e<br />

nessuno lo trovava strano, perché nessuno ricordava<br />

che fosse morta. A quanto pareva, ero l’unico con due<br />

serie di ricordi. Persone che avevo visto gravemente<br />

ferite», rabbrividì al ricordo, «o persino uccise, stavano<br />

di nuovo bene. Mi sembrava di impazzire».<br />

Caleb si scostò dal viso i capelli biondi e stopposi, si<br />

strofinò il naso e prese fiato. «Qualunque cosa stesse<br />

succedendo, sapevo che tutto ruotava attorno a voi e a<br />

Elena Gilbert. L’avevo capito dalle differenze fra i miei<br />

ricordi. E avevo immaginato che foste legati anche alla<br />

scomparsa di Tyler. O gli avevate fatto qualcosa,<br />

oppure sapevate cosa gli era successo. Pensavo che se<br />

fossi riuscito a dividervi, ne avrei ricavato qualcosa.


Una volta che vi avessi messo uno contro l’altro, sarei<br />

riuscito a introdurmi nel vostro gruppo e a scoprire cosa<br />

stesse succedendo. Magari, con un incantesimo di<br />

seduzione, sarei riuscito a far innamorare di me Elena o<br />

una delle altre ragazze. Dovevo sapere la verità». Li<br />

guardò uno dopo l’altro. «L’incantesimo delle rose<br />

doveva rendervi irrazionali, mettervi l’uno contro<br />

l’altro».<br />

Alaric aggrottò la fronte. «Vuoi dire che non hai<br />

evocato nulla?».<br />

Caleb scosse la testa. «Guardate», disse, tirando fuori<br />

da sotto il letto un corposo volume rilegato in pelle.<br />

«L’incantesimo che ho usato è qui. È tutto ciò che ho<br />

fatto, giuro».<br />

Alaric prese il libro e sfogliò le pagine finché trovò<br />

l’incantesimo giusto. Lo esaminò, corrugando la fronte,<br />

e disse: «Sta dicendo la verità. In questo libro non c’è<br />

nulla su come evocare uno spirito. E questo incantesimo<br />

coincide con quello che abbiamo visto nel laboratorio di<br />

Caleb e con quello che ho letto nei suoi taccuini. Quello<br />

della rosa è un incantesimo di discordia di livello<br />

piuttosto basso; serve a intensificare leggermente ogni


emozione negativa: odio, rabbia, gelosia, paura, dolore.<br />

Inoltre ci rende un po’ più propensi a incolparci l’un<br />

l’altro quando va storto qualcosa».<br />

«Ma se unito ai poteri di uno spirito che per caso si<br />

aggira nei paraggi, l’incantesimo genera un circolo<br />

vizioso, amplificando le nostre emozioni e rendendo lo<br />

spirito più potente, proprio come ha detto la signora<br />

Flowers», disse Stefan, scandendo le parole.<br />

«Gelosia», disse pensosa Meredith. «Sapete, odio<br />

ammetterlo, ma ero tremendamente gelosa di Celia<br />

quando era qui». Guardò Alaric come per scusarsi, e lui<br />

allungò il braccio e le sfiorò la mano con tenerezza.<br />

«Anche lei era gelosa di te», disse Stefan in tono<br />

distaccato. «Lo sentivo». Sospirò. «E anch’io non ero<br />

immune dalla gelosia».<br />

«Quindi potrebbe essere uno spirito della gelosia?»,<br />

disse Alaric. «Questo ci offrirà più di un indizio per<br />

cercare le formule di esorcismo. Io, comunque, non mi<br />

sentivo per niente geloso».<br />

«Ovvio che no», osservò tagliente Meredith. «Avevi<br />

due ragazze che si azzuffavano per te».<br />

D’un tratto Stefan si sentì così esausto che gli


tremarono le gambe. Aveva bisogno di nutrirsi, subito.<br />

Rivolse a Caleb un cenno imbarazzato. «Mi dispiace…<br />

per quello che è successo».<br />

Caleb alzò lo sguardo verso di lui. «Per favore, dimmi<br />

che ne è stato di Tyler», implorò. «Devo saperlo. Vi<br />

lascerò in pace se mi direte la verità, promesso».<br />

Meredith e Stefan si guardarono, poi Stefan sollevò<br />

leggermente un sopracciglio. «Tyler era vivo quando<br />

abbiamo lasciato la città lo scorso inverno», disse<br />

lentamente Meredith. «Questo è tutto ciò che sappiamo<br />

di lui, lo giuro».<br />

Caleb la fissò per un lungo momento, poi annuì.<br />

«Grazie», disse semplicemente.<br />

Lei rispose con un cenno risoluto del capo, come un<br />

generale che saluta le truppe, e fece strada fuori dalla<br />

stanza.<br />

Proprio allora, dal pianterreno venne un grido attutito,<br />

spezzato, seguito da un tonfo. Stefan e Alaric seguirono<br />

di corsa Meredith giù per le scale, e le finirono quasi<br />

addosso quando lei, di colpo, si fermò.<br />

«Che c’è?», chiese Stefan. Meredith si scostò.<br />

Matt giaceva faccia a terra ai piedi della scala, con le


accia spalancate come per impedirsi di cadere.<br />

Meredith scese in fretta gli ultimi gradini e lo girò con<br />

delicatezza.<br />

I suoi occhi erano chiusi, il volto pallido. Respirava,<br />

lentamente ma a ritmo regolare. Meredith gli tastò il<br />

polso, poi lo scosse gentilmente per le spalle. «Matt»,<br />

gridò. «Matt!». Alzò la testa per guardare Stefan e<br />

Alaric. «Proprio come gli altri», disse torva. «Lo spirito<br />

l’ha preso».


8<br />

Non morirò di nuovo, pensò Elena con rabbia,<br />

mentre si contorceva dal dolore e la morsa invisibile la<br />

stritolava sempre di più.<br />

Bonnie cadde sull’erba, più pallida che mai, e si strinse<br />

lo stomaco con le mani: era l’immagine speculare di<br />

Elena.<br />

Non può prendermi!<br />

E poi, di colpo com’era iniziato, il rombo assordante<br />

cessò e quell’insopportabile dolore si placò. Elena<br />

crollò a terra, l’aria le tornò nei polmoni.<br />

Ha finito di macinare le nostre ossa per farsi il<br />

pane 1 , pensò, in uno stato di semi-isteria, e quasi<br />

ridacchiò.<br />

Bonnie annaspò rumorosamente in cerca d’aria,<br />

emettendo un piccolo singulto.<br />

«Che cosa ci è successo?», chiese Elena.


Bonnie scosse la testa. «Sembrava che stessero<br />

risucchiando qualcosa dai nostri corpi», disse,<br />

ansimando. «Mi è già successo, prima che tu arrivassi».<br />

«Quella sensazione…». Elena fece una smorfia,<br />

mentre i pensieri le turbinavano nella mente. «Penso che<br />

sia lo spirito. Damon dice che vuole prosciugare il<br />

nostro potere. Ecco come avviene».<br />

Bonnie la fissava a occhi sgranati, la bocca<br />

leggermente aperta. Si leccò le labbra. «Damon dice?»,<br />

chiese. Aggrottò la fronte, con un’espressione<br />

preoccupata. «Damon è morto, Elena».<br />

«No, è vivo. La sfera stellata l’ha riportato in vita<br />

dopo la nostra partenza dalla Luna Oscura. L’ho<br />

scoperto dopo che lo spirito ti aveva rapita».<br />

Bonnie emise un gridolino, un suono che ricordò a<br />

Elena il verso di un coniglietto o di un’altra creatura,<br />

soffice e minuta, colta di sorpresa. Tutto il sangue<br />

sembrava essere defluito dal suo viso, trasformando le<br />

lentiggini chiare in vividi puntini scuri che spiccavano<br />

contro il pallore delle guance. Si premette le mani<br />

tremanti sulla bocca, fissando Elena con i grandi occhi<br />

scuri.


«Senti, Bonnie», disse Elena con fervore. «Non lo sa<br />

ancora nessuno. Lo sappiamo solo noi due. Damon<br />

voleva tenerlo segreto finché non avesse trovato il<br />

modo giusto per tornare. Quindi dobbiamo mantenere il<br />

silenzio a riguardo».<br />

Bonnie annuì, ancora a bocca aperta. Le sue guance<br />

avevano ripreso colore e sembrava in bilico tra la gioia<br />

e la confusione totaleElena notò che c’era qualcosa<br />

nell’erba, sotto il cespuglio di rose dietro Bonnie, un<br />

corpo pallido e inerte. Si sentì attraversare da un<br />

brivido gelido quando ricordò il corpo di Caleb ai piedi<br />

del monumento nel cimitero.<br />

«Che cos’è?», chiese bruscamente. L’espressione di<br />

Bonnie si stabilizzò sulla confusione totale. Elena le<br />

passò accanto, sfiorandola appena, e si diresse verso il<br />

corpo, strizzando gli occhi nella luce del sole.<br />

Quando fu abbastanza vicina, vide meravigliata che si<br />

trattava di Matt: era disteso, immobile e muto, sotto il<br />

cespuglio di rose. Il suo petto era cosparso di petali<br />

neri. Quando fu più vicina, gli occhi del ragazzo ebbero<br />

uno spasmo. Elena notò il rapido movimento delle<br />

orbite sotto le palpebre, avanti e indietro, come se


stesse facendo un sogno molto vivido. Alla fine Matt<br />

spalancò gli occhi e inalò una lunga e tremula sorsata<br />

d’aria. La guardò con le sue iridi celesti.<br />

«Elena!». Restò senza fiato. Si sollevò sui gomiti e si<br />

guardò alle spalle. «Bonnie! Grazie al cielo! State bene?<br />

Dove ci troviamo?»<br />

«Lo spirito ci ha catturate, ci ha portate nel Mondo<br />

Sotterraneo e ci sta sfruttando per diventare più<br />

potente», spiegò in breve Elena. «Come ti senti?»<br />

«Un po’ stordito», scherzò Matt con voce flebile. Si<br />

guardò attorno, poi si leccò nervosamente le labbra.<br />

«Ehm, quindi questo è il Mondo Sotterraneo? È più<br />

carino di quanto avessi immaginato dalle vostre<br />

descrizioni. Il cielo non dovrebbe essere rosso? E dove<br />

sono tutti i vampiri e i demoni?». Le guardò con<br />

espressione severa. «Sicure di aver detto la verità su<br />

tutto ciò che vi è successo quaggiù? Perché mi sembra<br />

un posto piuttosto gradevole per essere una dimensione<br />

infernale. Inoltre come mi spiegate le rose e il resto?».<br />

Elena lo fissò perplessa. Può darsi che ci siano<br />

capitate troppe cose strane.<br />

Poi colse una sfumatura di panico sul volto di Matt. La


sua indifferenza per ciò che stava succedendo era<br />

innaturale: cercava solo di farsi coraggio, di mostrare<br />

sicurezza per tenere alto lo spirito in quella situazione<br />

pericolosa e tutta nuova.<br />

«Be’, volevamo impressionarti», scherzò a sua volta<br />

Elena con un timido sorriso, poi andò subito al sodo.<br />

«Che sta succedendo a Fell’s Church?», gli chiese.<br />

«Uhm», disse Matt, «Stefan e Meredith stavano<br />

interrogando Caleb per scoprire come ha evocato lo<br />

spirito».<br />

«Non è stato Caleb», disse con fermezza Elena. «Lo<br />

spirito ci ha seguiti a casa da questo posto. Dobbiamo<br />

tornare subito ad avvisarli che stanno affrontando uno<br />

degli Spiriti Originari. Sarà molto più difficile per noi<br />

liberarcene».<br />

Matt fissò Bonnie con uno sguardo interrogativo.<br />

«Come fa a sapere queste cose?»<br />

«Be’», disse Bonnie, con quella sfumatura di allegria<br />

nella voce che aveva sempre quando si facevano dei<br />

pettegolezzi, «a quanto pare, glielo ha detto Damon. È<br />

vivo e lei lo ha visto!».<br />

Possiamo dire addio al segreto di Damon!, pensò


Elena, alzando gli occhi al cielo. In fondo però, non era<br />

molto importante che Matt lo sapesse. Non era con lui<br />

che Damon stava mantenendo il segreto, ed era<br />

improbabile che Matt potesse riferirlo a Stefan<br />

nell’immediato futuro.<br />

Le esclamazioni stupite di Matt e le spiegazioni di<br />

Bonnie diventarono un brusio di sottofondo mentre<br />

Elena esaminava la zona. Sole. Cespugli di rose.<br />

Ancora cespugli di rose. Ancora sole. Erba. Limpido<br />

cielo azzurro. Il paesaggio era sempre lo stesso.<br />

Ovunque guardasse, perfetti e vellutati fiori neri<br />

ondeggiavano tranquilli nel lucente sole di mezzogiorno.<br />

I cespugli erano tutti uguali, equidistanti e con lo stesso<br />

numero di rose. Persino le posizioni dei fiori su ogni<br />

cespuglio erano identiche. I fili d’erba erano uniformi. Si<br />

fermavano tutti alla stessa altezza. Il sole non si era<br />

mosso da quando erano arrivati.<br />

A prima vista, pareva un posto piacevole e rilassante,<br />

ma dopo qualche minuto quella monotonia diventava<br />

snervante.<br />

«C’era un cancello», disse a Bonnie e Matt. «Quando<br />

abbiamo osservato questo campo dalla Guardiola dei


Sette Tesori. C’era un’entrata, quindi deve esserci<br />

anche un’uscita. Dobbiamo trovarla».<br />

Erano appena riusciti ad alzarsi, quando, senza alcun<br />

avvertimento, ricominciarono le acute fitte di dolore e la<br />

sensazione che qualcuno li stesse strattonando. Elena si<br />

portò le mani allo stomaco. Bonnie perse l’equilibrio e<br />

cadde di nuovo a terra, seduta, con gli occhi serrati.<br />

Matt emise un grido strozzato e ansimò. «Che<br />

cos’è?».<br />

Elena aspettò che il dolore si quietasse di nuovo prima<br />

di rispondergli. Le tremavano le ginocchia. Aveva<br />

nausea e si sentiva stordita. «Un altro motivo per cui<br />

dobbiamo andarcene», disse. «Lo spirito ci sta usando<br />

per accrescere il suo potere. Penso che debba tenerci<br />

qui per farlo. E se non troviamo subito il cancello,<br />

potremmo essere troppo deboli per riuscire a tornare a<br />

casa».<br />

Si guardò di nuovo attorno e l’uniformità del<br />

paesaggio le fece quasi girare la testa. Ogni cespuglio di<br />

rose era al centro di un piccolo letto circolare di argilla<br />

scura dall’aspetto fertile. Fra i letti di argilla, l’erba era<br />

liscia e vellutata come il prato di un maniero inglese, o


un campo da golf molto ben curato.<br />

«Bene», disse Elena e trasse un profondo respiro per<br />

calmarsi. «Dividiamoci e cerchiamo con attenzione.<br />

Staremo a circa tre metri l’uno dall’altro e<br />

perlustreremo da cima a fondo questo giardino di rose.<br />

Guardatevi bene attorno. Qualunque cosa ci sembri<br />

diversa dal resto del campo potrebbe essere l’indizio<br />

che ci serve per trovare l’uscita».<br />

«Dobbiamo perlustrare l’intero campo di rose?»,<br />

chiese Bonnie, con aria sgomenta. «È immenso».<br />

«Faremo solo un poco alla volta», disse Elena<br />

incoraggiante.<br />

Si sparpagliarono su una linea immaginaria, scrutando<br />

con attenzione avanti e indietro, a destra e a sinistra.<br />

All’inizio erano silenziosi e concentrati solo nella ricerca.<br />

Non c’era alcun segno del cancello. Man mano che<br />

avanzavano nel campo, non notarono alcun<br />

cambiamento. File di cespugli di rose identici si<br />

estendevano all’infinito, in ogni direzione, a circa un<br />

metro di distanza l’uno dall’altro, lo spazio sufficiente al<br />

passaggio di una sola persona.<br />

L’eterno sole di mezzogiorno batteva sulle loro teste,


endendo ancor più difficoltosa la ricerca. Elena si<br />

asciugò le goccioline di sudore dalla fronte. L’odore di<br />

rose stagnava pesantemente nell’aria torrida; all’inizio<br />

l’aveva trovato gradevole, ma ora era nauseante, come<br />

un profumo troppo dolce. I perfetti fili d’erba si<br />

piegavano sotto i suoi passi, poi saltavano di nuovo su,<br />

dritti e intatti, come se non fosse mai passata di lì.<br />

«Vorrei ci fosse almeno un po’ di brezza», si lamentò<br />

Bonnie. «Ma non penso che soffi mai il vento da queste<br />

parti».<br />

«Questo campo dovrà pur finire prima o poi», disse<br />

Elena disperata. «Non può estendersi all’infinito».<br />

Tuttavia, la nausea che sentiva alla bocca dello stomaco<br />

le suggeriva che forse era un’ipotesi plausibile.<br />

Dopotutto, quello non era il suo mondo. Le regole<br />

erano diverse.<br />

«Quindi dov’è adesso Damon?», chiese d’un tratto<br />

Bonnie. Non guardò Elena. Continuò a tenere un passo<br />

sostenuto e a scrutare intorno a sé con uno sguardo<br />

assorto e metodico. Ma c’era una tesa stanchezza nella<br />

sua voce ed Elena interruppe la ricerca per darle una<br />

breve occhiata.


Poi le venne in mente una possibile risposta alla sua<br />

domanda e si fermò di colpo. «Ho capito!», disse.<br />

«Bonnie, Matt, penso che Damon possa essere qui.<br />

Magari non proprio qui, nel giardino di rose, ma da<br />

qualche altra parte del Mondo Sotterraneo, nella<br />

Dimensione Oscura». La guardarono perplessi.<br />

«Damon stava cercando di venire qui per cercare lo<br />

spirito», spiegò Elena. «Era convinto che ci avesse<br />

seguiti fino a casa quando siamo tornati nel nostro<br />

mondo, quindi è probabile che abbia cominciato da qui<br />

le ricerche per trovare il corpo materiale dello spirito.<br />

L’ultima volta che l’ho visto, mi ha detto che pensava di<br />

poterlo combattere meglio nel suo luogo d’origine. E se<br />

Damon si trova qui, forse può aiutarci a tornare a Fell’s<br />

Church».<br />

Damon, vorrei tanto che tu fossi qui, da qualche<br />

parte. Ti prego, aiutaci, implorò in silenzio.<br />

Proprio allora, qualcosa attrasse la sua attenzione.<br />

Davanti a loro, fra due cespugli di rose del tutto simili a<br />

qualsiasi altro cespuglio di rose del giardino, c’era<br />

qualcosa di leggermente insolito, una lievissima<br />

distorsione. Somigliava all’aria calda e tremolante che


appare talvolta sull’autostrada nelle giornate estive più<br />

afose e senza vento, quando i raggi del sole rimbalzano<br />

sull’asfalto.<br />

Non c’era asfalto lì che potesse riflettere il calore del<br />

sole. Ma quello sfarfallio doveva pur essere provocato<br />

da qualcosa. A meno che non lo stesse immaginando.<br />

Si trattava forse di un’illusione ottica? Era un miraggio?<br />

«Lo vedete anche voi?», chiese agli altri. «Laggiù,<br />

appena un po’ sulla destra».<br />

Si fermarono e aguzzarono lo sguardo.<br />

«Forse», disse esitante Bonnie.<br />

«Sì, lo vedo», disse Matt. «Come aria calda che sale,<br />

giusto?»<br />

«Esatto», disse Elena. Aggrottò la fronte, calcolando<br />

la distanza. Forse cinque metri. «È meglio prenderla di<br />

corsa», disse. «Nel caso ci fosse qualche problema ad<br />

attraversarla. Potrebbe essere necessario infrangere<br />

delle barriere per uscire. Non penso che l’esitazione ci<br />

sarà d’aiuto».<br />

«Teniamoci per mano», suggerì nervosamente Bonnie.<br />

«Non voglio perdervi ragazzi».<br />

Elena non distolse gli occhi dallo sfarfallio dell’aria. Se


l’avesse perso di vista, non l’avrebbe più ritrovato<br />

nell’assoluta uniformità del paesaggio. E, se si fossero<br />

voltati, non sarebbero stati più in grado di distinguere<br />

quel punto da tutti gli altri.<br />

Si presero per mano, fissando la piccola distorsione e<br />

sperando che fosse un cancello. Bonnie, che era al<br />

centro, strinse la mano sinistra di Elena con le sue dita<br />

calde e sottili.<br />

«Uno, due, tre, via», disse Bonnie, e cominciarono a<br />

correre. Inciamparono sull’erba, zigzagarono tra i<br />

cespugli di rose. Riuscivano a stento a correre fianco a<br />

fianco, tanto era stretto lo spazio tra i cespugli, e un<br />

ramo pieno di spine si impigliò fra i capelli di Elena.<br />

Non poteva mollare la mano di Bonnie, né poteva<br />

fermarsi, quindi mosse la testa di scatto in avanti,<br />

nonostante il dolore che le fece venire le lacrime agli<br />

occhi, e continuò a correre, lasciando una ciocca<br />

aggrovigliata appesa al cespuglio.<br />

Giunsero davanti allo sfarfallio. Era ancora più difficile<br />

vederlo da vicino, ed Elena avrebbe dubitato che si<br />

trovassero nel posto giusto se non fosse stato per un<br />

cambiamento della temperatura. Da lontano poteva


essere parso un tremolio di aria torrida, ma era freddo e<br />

tonificante come un lago di montagna, nonostante il<br />

calore del sole.<br />

«Non vi fermate!», gridò. E si immersero nel gelo.<br />

Un istante dopo, tutto si oscurò, come se qualcuno<br />

avesse spento la luce del sole.<br />

Elena si sentì cadere e si aggrappò disperata alla mano<br />

di Bonnie.<br />

Damon, gridò in silenzio. Aiutami!<br />

1 Citazione dalla fiaba Jack e il fagiolo magico.


9<br />

Stefan guidò come un pazzo fino alla pensione. «Non<br />

posso credere di aver dimenticato di dirgli che era<br />

uscito il suo nome», ripeté forse per la centesima volta.<br />

«Non posso credere di averlo lasciato solo».<br />

Prese una curva a tutta velocità, con un terribile stridio<br />

di freni. «Rallenta», disse Meredith, cercando di tenere<br />

fermo sul sedile posteriore il corpo esanime di Matt.<br />

«Stai correndo troppo».<br />

«Dobbiamo sbrigarci», ringhiò Stefan, facendo una<br />

brusca sterzata a destra. Alaric, che si era seduto<br />

davanti, si girò e lanciò a Meredith un’occhiata<br />

terrorizzata quando Stefan per un pelo non centrò un<br />

bidone della spazzatura. Lei sospirò. Sapeva che Stefan<br />

si sentiva in colpa perché non li aveva informati subito<br />

che il nome di Matt era apparso nell’erboristeria e stava<br />

cercando di rimediare, ma ucciderli tutti in una corsa


forsennata verso casa non era proprio la soluzione<br />

giusta. Inoltre, anche se l’avessero saputo e avessero<br />

agito diversamente, era probabile che l’esito per Matt<br />

sarebbe stato lo stesso. Le loro precauzioni, infatti, non<br />

erano servite a salvare Elena e Bonnie.<br />

«Almeno hai i riflessi da vampiro», disse, più per<br />

rassicurare Alaric che per una reale fiducia nelle<br />

capacità di guida di Stefan.<br />

Aveva insistito per sedersi dietro con Matt, così si<br />

concentrò su di lui. Gli mise una mano sul petto per<br />

trattenerlo ed evitare che cadesse mentre l’auto<br />

sobbalzava e sbandava.<br />

Era così immobile. Non mostrava nessuna delle<br />

contrazioni e dei movimenti oculari che di solito si hanno<br />

nel sonno, solo il petto si alzava e si abbassava al ritmo<br />

regolare e leggero del respiro. Non russava neppure. E<br />

Meredith sapeva fin dal campeggio in prima media che<br />

Matt russava come una motosega. Sempre.<br />

Meredith non piangeva mai. Nemmeno quando<br />

succedevano le cose peggiori. E non aveva intenzione di<br />

cominciare adesso, soprattutto perché i suoi amici<br />

avevano bisogno che restasse calma e concentrata per


trovare il modo di salvarli. Se fosse stata il tipo di<br />

ragazza che piange al minimo problema, invece del tipo<br />

che elabora strategie, sarebbe già scoppiata in un pianto<br />

dirotto. Il respiro trattenuto in gola le faceva un po’<br />

male, finché, grazie all’autodisciplina, non tornò alla sua<br />

impassibile calma.<br />

Era l’unica rimasta. Dei quattro amici di lunga data che<br />

avevano condiviso le mattinate scolastiche, le vacanze<br />

estive, gli anni dell’adolescenza e tutti gli orrori che il<br />

mondo soprannaturale aveva loro scagliato contro, lei<br />

era l’unica che lo spirito non avesse catturato. Non<br />

ancora, almeno.<br />

Meredith strinse i denti e trattenne Matt.<br />

Stefan accostò e parcheggiò davanti alla pensione: in<br />

qualche modo aveva evitato di provocare danni ai<br />

pedoni e alle altre macchine durante il tragitto. Alaric e<br />

Meredith cominciarono a tirar fuori Matt dall’auto con<br />

estrema cautela, passandosi le sue braccia sul collo ed<br />

estraendolo lentamente dall’abitacolo, un centimetro per<br />

volta, in posizione semi-eretta. Poi arrivò Stefan che<br />

strappò Matt alle loro cure e se lo buttò sulle spalle.<br />

«Andiamo», disse, e si diresse a grandi passi verso la


pensione, tenendo in equilibrio Matt con una sola mano,<br />

senza guardarsi indietro.<br />

«Si comporta in modo piuttosto strano ultimamente»,<br />

commentò Alaric, osservandolo preoccupato. La luce<br />

radente gli illuminò la barba corta e ispida sul mento non<br />

rasato, dandole una sfumatura dorata. Si girò verso<br />

Meredith e le rivolse un sorriso mesto e disarmante: «Di<br />

nuovo in azione…».<br />

Meredith gli prese la mano e la sentì solida e calda<br />

nella sua. «Dai, andiamo», disse.<br />

Non appena entrati nella pensione, Stefan salì<br />

rumorosamente le scale per depositare Matt accanto<br />

agli altri corpi. Agli altri dormienti, rammentò a se<br />

stessa Meredith con decisione.<br />

Tenendo per mano Alaric, si diresse in cucina.<br />

Appena spinse la porta, udì la voce della signora<br />

Flowers.<br />

«Davvero molto utile, mia cara», stava dicendo, con<br />

una calda nota di approvazione nella voce. «Hai fatto un<br />

ottimo lavoro. Te ne sono davvero grata».<br />

Meredith restò a bocca aperta. Seduta al tavolo della<br />

cucina con la signora Flowers, misurata, tranquilla e


graziosa nel suo vestito di lino azzurro, c’era la<br />

dottoressa Celia Connor intenta a sorseggiare del tè.<br />

«Ciao, Alaric. Ciao, Meredith», disse Celia. Lanciò a<br />

Meredith uno sguardo gelido e penetrante. «Non<br />

immaginerete mai che cosa ho trovato».<br />

«Cosa?», chiese con ansia Alaric, lasciando la mano<br />

di Meredith. Lei sentì una stretta al cuore.<br />

Celia si chinò su un borsone posato sul pavimento,<br />

accanto alla sedia, e ne estrasse un pesante libro<br />

rilegato in pelle marrone. Sorrise trionfante e annunciò:<br />

«È un libro sugli spiriti. Alla fine la dottoressa Beltram<br />

me l’ha spedito dal Dalcrest College, che, in effetti, ha<br />

una collezione molto vasta di testi sul paranormale».<br />

«Suggerisco di trasferirci nello studio», disse la signora<br />

Flowers. «Lì staremo più comodi e potremo esaminare<br />

con calma i contenuti del libro».<br />

Si spostarono nello studio, ma Stefan, quando li<br />

raggiunse, sembrava tutt’altro che calmo e tranquillo.<br />

«Diversi tipi di spiriti», disse Stefan, prendendo il libro<br />

dalle mani di Celia e sfogliandone rapidamente le<br />

pagine. «La storia degli spiriti nella nostra dimensione.<br />

Dov’è il rituale di esorcismo? Perché questo coso non


ha un indice?».<br />

Celia scrollò le spalle. «È un volume molto raro e<br />

antico», disse. «Non è stato facile trovarlo ed è l’unico<br />

sull’argomento su cui probabilmente riusciremo a<br />

mettere le mani, forse l’unico in circolazione, quindi direi<br />

che possiamo soprassedere su cose come la mancanza<br />

di un indice. In questi libri antichi, l’autore voleva che tu<br />

leggessi dall’inizio alla fine per imparare bene<br />

l’argomento trattato, che comprendessi a fondo il<br />

messaggio, non che trovassi subito la pagina che ti<br />

serviva, ignorando il resto. Comunque, potresti provare<br />

a cercare verso la fine».<br />

Con uno sguardo sofferente, Alaric osservò Stefan<br />

maltrattare le pagine. «È un libro raro, Stefan», disse.<br />

«Potresti fare più attenzione, per favore? Che ne dici di<br />

lasciar guardare me? Ho esperienza con questo genere<br />

di libri e sono bravo a trovare ciò che mi serve».<br />

Stefan gli ringhiò contro, letteralmente, e Meredith si<br />

sentì la pelle d’oca. «Faccio da solo, professore. Ho<br />

una certa fretta».<br />

Guardò il testo, socchiudendo gli occhi. «Perché<br />

utilizzavano questi caratteri ornati?», si lamentò. «Non


ditemi che è perché è antico. Io sono più vecchio di<br />

questo libro e a stento riesco a leggerlo. Uh. “Spiriti che<br />

si nutrono come vampiri di un dato vizio, che si tratti del<br />

senso di colpa, della disperazione o del rancore; oppure<br />

della gola per cibi e bevande, del demone del vino o<br />

della lussuria per le donne di malaffare. Più forte è il<br />

vizio, più nefaste saranno le manifestazioni dello spirito<br />

creato”. Penso che avremmo potuto anche arrivarci da<br />

soli».<br />

La signora Flowers stava un po’ in disparte dal resto<br />

del gruppo. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto e<br />

sembrava stesse borbottando tra sé mentre comunicava<br />

con sua madre.<br />

«Capisco», disse. «Glielo dirò». Socchiudendo gli<br />

occhi, mise a fuoco gli altri, che stavano alle spalle di<br />

Stefan. «Mama dice che il tempo sta scadendo», li<br />

avvisò.<br />

Stefan saltò in piedi ed esplose. «So che sta<br />

scadendo», le urlò dritto in faccia, mentre lei lo<br />

guardava stupita e incredula. «Sua madre non potrebbe<br />

dirci qualcosa di utile una volta tanto?».<br />

Vacillando, la signora Flowers si allontanò da lui e


impugnò lo schienale di una sedia per riprendere<br />

l’equilibrio. Era pallida e d’un tratto parve più vecchia e<br />

fragile che mai.<br />

Stefan spalancò gli occhi e le sue iridi verdi presero il<br />

colore del mare in tempesta, poi tese le mani verso di lei<br />

con un’espressione inorridita. «Mi scusi», disse. «Mi<br />

scusi, signora Flowers. Non intendevo spaventarla.<br />

Non so cosa mi abbia preso… È solo che sono molto<br />

preoccupato per Elena e gli altri».<br />

«Lo so, Stefan», disse con gravità la signora Flowers.<br />

Aveva riacquistato l’equilibrio e appariva di nuovo<br />

forte, calma e saggia. «Li riavremo indietro. Devi avere<br />

fede. Mama ha fede».<br />

Stefan tornò a sedere, di nuovo con gli occhi sul libro,<br />

le labbra serrate in una linea sottile.<br />

Sentendo prudere la pelle per il nervosismo, Meredith<br />

strinse la presa sul bastone mentre lo osservava.<br />

Quando aveva rivelato agli altri che i membri della sua<br />

famiglia erano cacciatori di vampiri da generazioni e che<br />

toccava a lei finire il lavoro dei suoi antenati, aveva<br />

promesso a Elena che non se la sarebbe mai presa con<br />

Stefan, poiché capiva che non era malvagio come gli


altri vampiri, che era buono. Innocuo e benevolo verso<br />

gli umani.<br />

Non aveva fatto la stessa promessa per Damon, ed<br />

Elena e Stefan non le avevano chiesto di farla.<br />

Condividevano la tacita opinione che Damon non<br />

potesse essere definito innocuo, neppure quando, a<br />

malincuore, collaborava con loro, e che Meredith aveva<br />

bisogno di una certa libertà di scelta quando si trattava<br />

di lui.<br />

Stefan… Non aveva mai pensato che sarebbe potuto<br />

accadere, ma ora temeva che un giorno o l’altro non<br />

sarebbe più stata in grado di mantenere le sue<br />

promesse. Non l’aveva mai visto come negli ultimi<br />

giorni: irrazionale, rabbioso, violento, imprevedibile.<br />

Sapeva che il suo comportamento era probabilmente<br />

provocato dallo spirito, ma se invece Stefan fosse<br />

diventato pericoloso? Sarebbe riuscita a ucciderlo se<br />

necessario? Era un suo amico.<br />

Sentiva il cuore battere all’impazzata. Si accorse di<br />

stringere il bastone così forte che le sue nocche erano<br />

sbiancate, e le faceva male la testa. Capì che avrebbe<br />

affrontato Stefan e avrebbe cercato di ucciderlo, se


necessario. Era vero, era suo amico, ma il dovere<br />

veniva prima dell’amicizia.<br />

Trasse un profondo respiro e rilassò le mani,<br />

allentando la presa sul bastone. Calma, si ripeté.<br />

Respira. Stefan stava più o meno mantenendo<br />

l’autocontrollo. Non era costretta a prendere quella<br />

decisione. Non ancora, comunque.<br />

Pochi minuti dopo, Stefan smise di girare le pagine.<br />

«Ecco», disse. «Penso che sia questo». Porse il libro<br />

alla signora Flowers. La donna esaminò velocemente la<br />

pagina e annuì. «Sembra il rituale giusto», disse con<br />

convinzione. «In casa dovrei avere tutto il necessario<br />

per eseguirlo».<br />

Alaric prese il volume. Anche lui lesse l’incantesimo,<br />

aggrottando la fronte. «Dev’essere proprio un rituale di<br />

sangue?», chiese alla signora Flowers. «Se fallisce lo<br />

spirito potrebbe ritorcerlo contro di noi».<br />

«Temo che dovremo fare un rituale di sangue»,<br />

rispose la signora Flowers. «Ci servirebbe più tempo<br />

per tentare di modificare il rituale, e il tempo è l’unica<br />

cosa che non abbiamo. Se le nostre supposizioni sul<br />

modo in cui lo spirito sfrutta i suoi prigionieri sono


esatte, vuol dire che ogni secondo che passa diventa più<br />

potente».<br />

Alaric fece per controbattere ma fu interrotto.<br />

«Un attimo», disse Celia, con un’insolita nota stridula<br />

nella voce roca. «Un rituale di sangue? Che cosa<br />

significa? Non voglio essere coinvolta in nulla di…»,<br />

cercò la parola giusta, «riprovevole».<br />

Fece per prendere il libro, ma Stefan glielo impedì,<br />

battendoci una mano sopra. «Riprovevole o no, è ciò<br />

che faremo», disse con un tono calmo, ma duro come<br />

l’acciaio. «Tu ne fai parte. È troppo tardi per tirarsi<br />

indietro. Non te lo permetterò».<br />

Celia fu scossa da un brivido convulso e si rannicchiò<br />

contro lo schienale della sedia. «Non osare<br />

minacciarmi», ribatté con voce tremante.<br />

«Datevi una calmata, tutti quanti», disse brusca<br />

Meredith. «Celia, nessuno ti obbligherà a fare nulla<br />

senza il tuo consenso. Ti proteggerò io stessa, se<br />

necessario». Il suo sguardo volò ad Alaric, che<br />

osservava tutti con aria preoccupata. «Ma abbiamo<br />

bisogno del tuo aiuto. Per favore. Forse ci hai salvati<br />

tutti trovando l’incantesimo, e te ne siamo grati, ma


Stefan ha ragione: anche tu fai parte di questa storia.<br />

Non so se funzionerà senza di te». Esitò un attimo. «O,<br />

se funzionasse, potresti restare l’unico bersaglio dello<br />

spirito», aggiunse scaltra.<br />

Celia rabbrividì di nuovo e si portò le braccia al petto.<br />

«Non sono una codarda», disse mestamente. «Sono<br />

una scienziata, e questo… misticismo irrazionale mi<br />

preoccupa. Ma ci sono dentro. E farò quel che posso<br />

per aiutarvi».<br />

Meredith, per la prima volta, provò un guizzo di<br />

simpatia per lei. Capiva come doveva essere difficile<br />

continuare a ritenersi una persona razionale mentre i<br />

confini di ciò che aveva sempre accettato come reale le<br />

crollavano intorno.<br />

«Grazie, Celia». Meredith guardò gli altri, uno per<br />

uno. «Abbiamo il rituale. Abbiamo gli ingredienti.<br />

Dobbiamo solo mettere tutto insieme e cominciare ad<br />

attuare l’incantesimo. Siamo pronti?».<br />

Tutti si raddrizzarono sulla sedia e assunsero<br />

un’espressione di ferma risolutezza. Per quanto<br />

spaventoso, era un bene avere finalmente un piano e<br />

uno scopo.


Stefan fece dei respiri profondi: era evidente che stava<br />

cercando di controllarsi, rilassando le spalle e<br />

assumendo un atteggiamento meno minaccioso.<br />

«D’accordo, Meredith», disse. I suoi tempestosi occhi<br />

verdi incontrarono le iridi grigie della ragazza, in perfetto<br />

accordo. «Facciamolo».


10<br />

Sapendo di non poter eseguire il rituale a stomaco<br />

vuoto, Stefan andò a caccia di scoiattoli nel cortile, poi<br />

tornò nel garage della pensione. Meredith aveva<br />

parcheggiato la Ford d’epoca della signora Flowers nel<br />

vialetto e lo spazio era più che sufficiente a sistemare<br />

tutto il materiale necessario per il rituale di esorcismo.<br />

Stefan inclinò la testa, sentendo un lieve scalpiccio<br />

nell’ombra, e identificò i rapidi battiti del cuore di un<br />

topolino. L’atmosfera non era molto rassicurante, ma<br />

quella stanza ampia con il pavimento di cemento era<br />

perfetta per l’incantesimo.<br />

«Passatemi il metro a nastro, per favore», disse Alaric,<br />

sdraiato al centro del pavimento del garage. «La linea<br />

che sto disegnando dev’essere della lunghezza giusta».<br />

La signora Flowers aveva scovato una scatola di<br />

gessetti colorati da qualche parte nella pensione e Alaric


stava fedelmente ricopiando sul cemento liscio i cerchi, i<br />

simboli arcani, le parabole e le ellissi dalle pagine del<br />

libro che teneva aperto accanto a sé.<br />

Stefan gli passò il metro e lo osservò mentre prendeva<br />

minuziosamente le misure di ogni tratto, dai cerchi al<br />

centro del disegno alla fila di strane rune vicino ai<br />

margini esterni. «La precisione è fondamentale», disse<br />

Alaric, aggrottando la fronte mentre ricontrollava le<br />

estremità del metro a nastro. «Se commettiamo il<br />

minimo errore rischiamo di liberare quella cosa a Fell’s<br />

Church».<br />

«Ma non è già libera?», chiese Stefan.<br />

«No», spiegò Alaric. «Questo rituale permetterà allo<br />

spirito di apparire nella sua forma materiale, che è molto<br />

più pericolosa della forma incorporea in cui ci appare<br />

adesso».<br />

«Allora è meglio che tu non faccia errori», concordò<br />

torvo Stefan.<br />

«Se tutto va come previsto, lo spirito resterà<br />

intrappolato nel cerchio centrale», disse Alaric,<br />

indicandolo. «Noi ci metteremo ai margini del disegno,<br />

laggiù, dietro quelle rune. Lì dovremmo essere al


sicuro». Alzò lo sguardo e rivolse a Stefan un sorriso<br />

mesto. «Almeno spero. Purtroppo è la prima volta che<br />

faccio un rito d’invocazione nella vita reale, anche se ho<br />

letto parecchio a riguardo».<br />

Fantastico, pensò Stefan, ma si limitò a ricambiare il<br />

sorriso di Alaric senza fare commenti. Quell’uomo stava<br />

facendo del suo meglio. Potevano soltanto sperare che<br />

bastasse a salvare Elena e gli altri.<br />

Meredith e la signora Flowers entrarono nel garage<br />

con una busta di plastica a testa. Celia le seguiva.<br />

«Acqua santa», disse Meredith, tirando fuori dalla<br />

sporta un nebulizzatore per mostrarlo a Stefan.<br />

«Non funziona con i vampiri», le ricordò lui.<br />

«Non dobbiamo evocare un vampiro», rispose lei e<br />

andò a nebulizzare gli spazi esterni del disegno, attenta a<br />

non toccare le linee di gesso.<br />

Alaric si alzò e, cominciando a muoversi con brevi,<br />

cauti saltelli, uscì dall’enorme disegno multicolore, con il<br />

libro stretto in mano. «Dovremmo essere quasi pronti»,<br />

disse.<br />

La signora Flowers guardò Stefan: «Abbiamo bisogno<br />

anche degli altri», disse, «tutti quelli che hanno subito gli


effetti del potere dello spirito devono essere presenti».<br />

«Posso dare una mano a portarli giù», si offrì Alaric.<br />

«Non è necessario», disse Stefan e andò da solo al<br />

piano di sopra. Rimase in piedi accanto al letto della<br />

camera con le pareti rosa e crema a guardare Elena,<br />

Matt e Bonnie. Le due ragazze non si erano mosse da<br />

quando aveva messo lì Matt.<br />

Sospirò e prese in braccio Elena per prima. Dopo un<br />

attimo di esitazione, afferrò anche il cuscino e una<br />

coperta. Almeno poteva tentare di farla stare comoda.<br />

Qualche minuto dopo, i tre ragazzi addormentati<br />

giacevano davanti alla saracinesca del garage,<br />

abbastanza lontani dal disegno, con le teste sostenute<br />

dai cuscini.<br />

«E adesso che facciamo?», chiese Stefan.<br />

«Ora prendiamo una candela a testa», disse la signora<br />

Flowers, aprendo la sua busta di plastica. «Dovete<br />

scegliere quella del colore che vi rappresenta. Stando al<br />

libro, le candele devono essere coniche e molto<br />

profumate, ma non ci sono altre indicazioni a riguardo.<br />

Io non ne prenderò una», disse porgendo la sporta a<br />

Stefan. «Lo spirito non ha concentrato i suoi poteri su di


me ed è dal 1943 che non provo invidia per qualcuno».<br />

«Che è successo nel 1943?», chiese Meredith,<br />

incuriosita.<br />

«Nancy Sue Baker mi ha soffiato la corona al<br />

concorso di Little Miss Fell’s Church», rispose la<br />

signora Flowers. Vedendo che Meredith la fissava a<br />

bocca aperta, alzò le braccia al cielo. «Sono stata<br />

bambina anch’io, sapete? Ero davvero adorabile con i<br />

miei boccoli alla Shirley Temple, e a mia madre piaceva<br />

farmi indossare vestitini pieni di balze e gale e mostrarmi<br />

in giro».<br />

Scacciando dalla mente l’inusitata immagine della<br />

signora Flowers con i boccoli alla Shirley Temple,<br />

Stefan rovistò nell’assortimento di candele e ne scelse<br />

una di colore blu scuro. Gli sembrava adatta al proprio<br />

carattere in qualche modo. «Ci servono candele anche<br />

per gli altri», disse. Scelse con cura una candela dorata<br />

per Elena e una rosa per Bonnie.<br />

«Le stai scegliendo solo in base al colore dei capelli?»,<br />

chiese Meredith. «Sei proprio un maschio».<br />

«Comunque, lo sai anche tu che questi sono i colori<br />

giusti per loro», ribatté Stefan. «E i capelli di Bonnie


sono rossi, non rosa».<br />

Meredith annuì con riluttanza. «Suppongo che tu abbia<br />

ragione. Bianco per Matt, comunque».<br />

«Dici?», chiese Stefan. Non sapeva che candela<br />

scegliere per Matt. A stelle e strisce, forse, se ce ne<br />

fosse stata una.<br />

«È la persona più pura che io conosca», disse con<br />

dolcezza Meredith. Alaric la guardò con un sopracciglio<br />

alzato e lei gli diede una gomitata. «Puro di spirito,<br />

intendo. Non ci sono sorprese con Matt, ed è un<br />

ragazzo buono, onesto fino in fondo».<br />

«Direi di sì», disse Stefan e osservò senza<br />

commentare Meredith che prendeva per sé una candela<br />

marrone scuro.<br />

Alaric rimescolò le candele nella busta e ne scelse una<br />

verde scuro, e Celia una color lavanda chiaro. La<br />

signora Flowers prese la busta con le candele rimanenti<br />

e la ripose su uno scaffale alto vicino alla porta del<br />

garage, tra una confezione di terriccio da giardino e una<br />

vecchia lampada a cherosene.<br />

Si sedettero tutti sul pavimento, fuori dal disegno, di<br />

fronte al cerchio vuoto al centro dello schema, con le


candele spente in mano. I dormienti giacevano dietro di<br />

loro. Meredith teneva in grembo la candela di Bonnie;<br />

Stefan aveva quella di Elena e Alaric quella di Matt.<br />

«Ora le consacreremo con il nostro sangue», disse<br />

Alaric. Tutti si girarono a guardarlo e lui scrollò le<br />

spalle, sulla difensiva. «È quello che dice il libro».<br />

Meredith prese un coltellino dalla borsa, s’incise un<br />

dito e, con un movimento veloce e disinvolto, lo passò<br />

dalla punta alla base della sua candela marrone,<br />

lasciandovi una striscia di sangue, poi porse il coltello<br />

ad Alaric, insieme a una boccetta di disinfettante. Uno a<br />

uno, gli altri seguirono il suo esempio.<br />

«Questa è proprio una pazzia», disse Celia. Trasalì,<br />

ma non si tirò indietro.<br />

Stefan era molto sensibile all’odore del sangue umano<br />

in quello spazio ristretto. Anche se si era appena nutrito,<br />

sentì un istintivo formicolio alla base dei canini.<br />

Meredith prese le candele, si avvicinò ai suoi amici<br />

addormentati e, uno a uno, sollevò le loro mani e fece<br />

un taglietto rapido e preciso, strofinando il sangue sulle<br />

rispettive candele. Nemmeno un brivido, da parte loro.<br />

Quando ebbe finito, Meredith ridistribuì le candele dei


dormienti e tornò al suo posto.<br />

Alaric cominciò a leggere le prime righe<br />

dell’incantesimo in latino. Dopo un paio di frasi, esitò<br />

sulla pronuncia di una parola e Stefan, in silenzio, prese<br />

il grimorio. Continuò a leggere fluentemente dal punto in<br />

cui si era interrotto Alaric. Le parole scorrevano senza<br />

intoppi dalle sue labbra e parlare di nuovo in latino gli<br />

ricordò l’infanzia, le ore trascorse con il suo tutore,<br />

centinaia di anni prima, e il periodo in cui aveva vissuto<br />

in un monastero inglese nei primi anni della sua lotta<br />

contro il vampirismo.<br />

Al momento opportuno, schioccò le dita e, con un<br />

tocco di Potere, la sua candela si accese da sola. La<br />

porse a Meredith, che fece cadere qualche goccia di<br />

cera fusa sul pavimento del garage, ai bordi del disegno,<br />

e vi fissò la candela. Al momento prescritto dal rito,<br />

accese anche le altre, una alla volta, mentre Meredith le<br />

fissava sul pavimento, finché fra loro e la linea di gesso<br />

del disegno ci fu una piccola schiera di candele che<br />

ardevano con coraggio.<br />

Stefan continuò a leggere. All’improvviso le pagine del<br />

libro cominciarono a svolazzare. Un vento freddo e


innaturale si levò all’interno del garage chiuso e le<br />

fiamme delle candele guizzarono selvaggiamente prima<br />

di spegnersi. Due candele si rovesciarono. I lunghi<br />

capelli di Meredith le sferzarono il viso.<br />

«Questo non dovrebbe accadere», gridò Alaric.<br />

Ma Stefan, strizzando gli occhi nella tormenta,<br />

continuò a leggere.<br />

L’oscurità assoluta e la sgradevole sensazione di<br />

cadere nel vuoto durarono solo per un minuto, poi<br />

Elena atterrò dolorosamente in piedi e inciampò in<br />

avanti prima di ritrovare l’equilibrio, afferrando le mani<br />

di Matt e Bonnie.<br />

Si trovavano in uno spazio buio, di forma ottagonale,<br />

circondati da porte chiuse. C’era solo un mobile al<br />

centro della stanza. E, dietro la solitaria scrivania, c’era<br />

un bellissimo vampiro a petto nudo, che sfoggiava un<br />

muscoloso corpo abbronzato e una lunga e folta chioma<br />

color bronzo che gli ricadeva sulle spalle.<br />

Elena lo riconobbe subito.<br />

«Siamo nella Guardiola!», esclamò sorpresa.<br />

Sage saltò in piedi dall’altro lato della scrivania con<br />

un’espressione quasi comica sul viso. «Elena?»,


esclamò. «Bonnie? Matt? Che succede? Qu’est-ce<br />

qu’il se passe?».<br />

In condizioni normali, Elena sarebbe stata felice di<br />

vedere Sage, che si era sempre mostrato gentile e<br />

disponibile con lei, ma doveva trovare Damon. Doveva<br />

essere lì, ne era certa. Le sembrava quasi di sentire la<br />

sua voce che la chiamava.<br />

Attraversò a grandi passi la stanza vuota, trascinando<br />

con sé Matt e Bonnie e degnando appena di uno<br />

sguardo l’attonito guardiano.<br />

«Scusa, Sage», disse appena raggiunse la porta che<br />

cercava. «Dobbiamo trovare Damon».<br />

«Damon?», disse lui. «È tornato di nuovo?». Elena e<br />

gli altri varcarono la soglia, ignorando Sage che urlava:<br />

«Fermi! Arrêtez-vous!».<br />

La porta si chiuse dietro di loro e si ritrovarono in un<br />

paesaggio di cenere. In quel luogo arido non cresceva<br />

nulla e non c’erano punti di riferimento. Aspri venti<br />

trasportavano la sottile cenere nera su valli e dune<br />

mobili. Davanti ai loro occhi, una forte raffica sollevò il<br />

leggero strato superiore di cenere e lo fece vorticare in<br />

una nube che presto si posò di nuovo, dando un’altra


forma al paesaggio. Sotto lo strato leggero, si vedevano<br />

paludi di cenere fangosa. Lì vicino c’era una pozza<br />

d’acqua immobile, satura di cenere. Non c’erano altro<br />

che fango e cenere, solo, di tanto in tanto, s’intravedeva<br />

un mucchietto di terra bruciata o un pezzo di legno.<br />

Su di loro gravava un cielo crepuscolare nel quale si<br />

stagliavano un immenso pianeta e due grosse lune, una<br />

bianca striata di azzurro e l’altra argentata.<br />

«Dove siamo?», chiese Matt, fissando il cielo a bocca<br />

aperta.<br />

«Una volta questa era una terra – una Luna Oscura,<br />

tecnicamente – che prosperava sotto l’ombra di un<br />

enorme albero», rispose Elena, continuando ad<br />

avanzare con passo energico. «Finché non l’ho<br />

distrutta. È qui che è morto Damon».<br />

Pur senza voltarsi, sentì che Matt e Bonnie si erano<br />

scambiati uno sguardo perplesso. «Ma, ehm, poi è<br />

tornato, giusto? Non l’avevi visto a Fell’s Church l’altra<br />

notte?», chiese esitante Matt. «Perché siamo venuti qui<br />

adesso?»<br />

«So che Damon è vicino», rispose con impazienza<br />

Elena. «Riesco a sentire la sua presenza. È tornato.


Forse è da questo posto che ha cominciato a indagare<br />

sul fantasma». Continuarono a camminare. Ben presto,<br />

più che camminare, si ritrovarono ad arrancare nella<br />

cenere nera, che si attaccava in grossi grumi disgustosi<br />

sulle loro gambe. Il fango sotto la cenere s’incollava alle<br />

scarpe, e si staccava, a ogni passo, con un viscido<br />

suono di risucchio.<br />

Erano quasi arrivati. Lo sentiva. Elena accelerò il<br />

passo e gli altri, che la tenevano ancora per mano, si<br />

affrettarono a raggiungerla. Lo strato di cenere lì era più<br />

spesso e profondo perché si stavano avvicinando al<br />

punto in cui un tempo sorgeva il tronco dell’albero, il<br />

centro di quel mondo. Elena ricordava l’esplosione,<br />

l’albero lanciato nel cielo come un razzo, che si<br />

disintegrava man mano che ricadeva. Il corpo di Damon<br />

era stato lì sotto, ed era stato completamente sepolto<br />

dalla pioggia di cenere.<br />

Elena si fermò. Davanti a lei c’era un denso e<br />

tremolante mucchio di cenere che doveva arrivarle<br />

almeno alla vita. Pensò che forse era il punto in cui si<br />

era risvegliato Damon, perché la cenere era smossa e<br />

c’era un solco al centro, come se qualcuno avesse


scavato un tunnel per uscire da uno degli strati più<br />

profondi. Ma lì intorno non c’era nessuno oltre a loro.<br />

Una fredda raffica di vento sollevò una nuvoletta di<br />

cenere e Bonnie tossì. Elena, immersa fino alle<br />

ginocchia nella cenere fredda e appiccicosa, lasciò la<br />

sua mano, le prese il braccio e se lo fece passare sulle<br />

spalle.<br />

«Non c’è», disse, sconcertata. «Ero così sicura di<br />

trovarlo qui».<br />

«Allora deve essere da qualche altra parte», disse<br />

Matt in tono razionale. «Sono sicuro che sta lottando<br />

contro lo spirito, come hai detto tu. La Dimensione<br />

Oscura è grande».<br />

Bonnie rabbrividì e si strinse a Matt, con gli occhi<br />

castani spalancati e pieni di pathos, come quelli di un<br />

cucciolo affamato. «Possiamo andare a casa adesso?<br />

Per favore. Sage può riportarci a casa, giusto?».<br />

«Proprio non capisco», disse Elena, fissando lo spazio<br />

vuoto dove un tempo sorgeva l’immenso tronco<br />

dell’albero. «Ero sicura di trovarlo qui. In pratica,<br />

sentivo la sua voce che mi chiamava».<br />

Proprio allora, una risata bassa e musicale infranse il


silenzio. Era un suono bellissimo, ma aveva qualcosa di<br />

alieno e raggelante, qualcosa che la fece rabbrividire.<br />

«Elena», mormorò Bonnie, spalancando gli occhi. «È<br />

la voce che ho sentito prima che la nebbia mi<br />

prendesse».<br />

Si voltarono.<br />

Dietro di loro c’era una donna, o meglio un essere con<br />

sembianze femminili. Non si trattava di una vera donna.<br />

E, come la risata, anche l’essere era bellissimo, ma<br />

spaventoso. Lei – anzi esso – era immenso, alto una<br />

volta e mezzo un normale essere umano, ma<br />

perfettamente proporzionato, e sembrava fatto di<br />

nebbia e ghiaccio, con sfumature verdi e blu, come il più<br />

puro dei ghiacciai; i suoi occhi erano limpidi, di un verde<br />

chiarissimo. I fianchi e le gambe, che apparivano solidi,<br />

traslucidi come il ghiaccio, si sfocarono e si<br />

trasformarono sotto i loro occhi, diventando un<br />

mulinello di nebbia.<br />

Dietro lo spirito fluttuava una lunga chioma di capelli<br />

verde acqua, simile a una nube che si addensa poco a<br />

poco. L’essere sorrise a Elena, e i suoi denti aguzzi<br />

brillarono come ghiaccioli argentati. Tuttavia, c’era


qualcosa nel suo petto che non era ghiaccio, ma pareva<br />

solido, rotondo e scuro. Rosso scuro.<br />

Elena vide tutto in un istante, prima che il corpo che<br />

pendeva dalle mani tese della donna di ghiaccio<br />

richiamasse tutta la sua attenzione.<br />

«Damon!». Restò senza fiato.<br />

La donna di ghiaccio lo teneva per il collo con<br />

indifferenza, ignorando i suoi tentativi di liberarsi mentre<br />

penzolava nel vuoto. Sembrava non facesse alcuno<br />

sforzo, quasi avesse in mano un giocattolo. Il vampiro,<br />

nel suo vestito nero, dimenava le gambe, sferrando calci<br />

ai fianchi di quell’essere, invano, perché i piedi<br />

passavano attraverso il suo corpo brumoso.<br />

«Elena», disse Damon con voce fievole e strozzata.<br />

La donna di ghiaccio – lo spirito – piegò la testa di<br />

lato e lo guardò, poi gli strinse ancora di più il collo.<br />

«Non ho bisogno di respirare… idiota di uno spirito»,<br />

disse Damon ansimando, con tono di sfida.<br />

Il sorriso dello spirito si allargò. «Ma ti può scoppiare<br />

la testa, vero? Mi andrà bene lo stesso», disse con una<br />

voce fredda e dolce, simile al tintinnio dei cristalli. Lo<br />

scosse un po’ e rivolse il suo sorriso a Elena, Bonnie e


Matt. Elena fece d’istinto un passo indietro, appena<br />

quegli occhi freddi come il ghiaccio si posarono su di<br />

lei.<br />

«Benvenuta», le disse lo spirito con un tono gioioso,<br />

come se fossero vecchie conoscenti. «Ho trovato te e i<br />

tuoi amici molto rinfrescanti, con tutte le vostre piccole<br />

gelosie. L’invidia di ognuno di voi ha un sapore diverso.<br />

Vi ho fatto passare un mare di guai, non è vero? Erano<br />

millenni che non mi sentivo così forte e ben nutrita».<br />

Assunse un’espressione pensierosa e cominciò a<br />

scuotere piano Damon su e giù. Il vampiro emetteva un<br />

gemito gutturale, strozzato, e lacrime di dolore gli<br />

rigavano la faccia.<br />

«Ma avreste fatto meglio a rimanere dove vi avevo<br />

messo», continuò lo spirito, con un tono leggermente<br />

più freddo, e cominciò a far oscillare Damon, finché il<br />

suo corpo non descrisse un grande arco nell’aria.<br />

Damon rantolò e tentò di liberarsi dall’immensa mano<br />

dello spirito. Elena non era nemmeno certa che fosse<br />

vero che non aveva bisogno di respirare. Damon non si<br />

sarebbe fatto scrupolo di mentire a riguardo, se avesse<br />

avuto una buona ragione, e probabilmente avrebbe


mentito anche senza motivo, solo per infastidire<br />

l’avversario.<br />

«Smettila!», urlò Elena.Lo spirito rise di nuovo,<br />

sinceramente divertito. «Dai, costringimi, piccoletta».<br />

Serrò la stretta intorno al collo di Damon, che fu scosso<br />

da uno spasmo. Poi gli occhi del vampiro si<br />

rovesciarono indietro, finché Elena vide solo lo spettrale<br />

candore della sclera striato da rossi capillari esplosi, e<br />

infine il suo corpo si afflosciò.


11<br />

Matt fissava inorridito lo spirito che sballottava<br />

Damon come una bambola di pezza.<br />

Elena si girò e guardò negli occhi Matt e Bonnie.<br />

«Dobbiamo salvarlo», bisbigliò con un’espressione di<br />

fiera determinazione sul viso, e cominciò subito a<br />

correre, schivando i cumuli di cenere.<br />

Matt supponeva che se Damon, con tutta la sua forza<br />

da vampiro e le abilità di combattimento perfezionate<br />

per secoli, era del tutto impotente nelle mani dello<br />

spirito – cavoli, da come lo strattonava adesso, la sua<br />

testa rischiava di scoppiare sul serio – allora loro tre in<br />

quello scontro avevano le stesse possibilità di una palla<br />

di neve all’inferno. L’unica domanda da farsi, a quel<br />

punto, era se lo spirito avesse intenzione di uccidere<br />

anche loro.<br />

E la verità era che Damon non gli piaceva, nemmeno


un poco. È vero che aveva contribuito a salvare Fell’s<br />

Church da Katherine e Klaus, e dai demoni kitsune, ma<br />

era pur sempre un vampiro omicida, sarcastico,<br />

impenitente, presuntuoso, arrogante, odioso e il più<br />

delle volte sgarbato. Anche se, volendo essere<br />

generosi, gli si attribuiva il salvataggio di ogni singolo<br />

abitante di Fell’s Church, non c’erano dubbi che nel<br />

corso della sua lunga vita Damon avesse danneggiato<br />

più persone di quante ne avesse aiutate. E poi lo<br />

chiamava sempre “Mutt”, fingendo di non ricordare il<br />

suo vero nome, e questo lo mandava in bestia.<br />

Esattamente ciò che Damon voleva.<br />

Tuttavia, Elena lo amava. Quale che fosse la ragione.<br />

Matt sospettava si trattasse della stessa inesplicabile<br />

ragione per cui le brave ragazze s’innamorano sempre<br />

di qualche ragazzaccio ribelle. Matt, da uomo tutto d’un<br />

pezzo, non ne aveva mai capito il fascino.<br />

Contrariamente a Elena.<br />

Ma Damon faceva parte della squadra, più o meno, e<br />

Matt non poteva rimanere a guardare mentre un<br />

compagno di squadra veniva decapitato da una<br />

demoniaca donna di ghiaccio su una luna ricoperta di


cenere in un’altra dimensione. Come minimo doveva<br />

fare del suo meglio per salvarlo. Anche se gli stava<br />

antipatico.<br />

Perciò corse dietro a Elena, seguito da Bonnie.<br />

Quando arrivarono davanti allo spirito, Elena stava già<br />

tormentando la grossa mano azzurro ghiaccio stretta<br />

intorno alla gola di Damon, nel tentativo di sollevare le<br />

dita quanto bastava a infilarci sotto le sue. Lo spirito a<br />

stento la degnò di uno sguardo. Matt, sospirando tra sé,<br />

pensò all’inutilità di quello che stavano facendo e vibrò<br />

un pugno poderoso contro lo stomaco dello spirito.<br />

Ma il corpo di ghiaccio dell’avversario si trasformò in<br />

una nebbia intangibile e il suo braccio vi passò<br />

attraverso senza toccarlo. Perdendo l’equilibrio, Matt<br />

vacillò e cadde sul busto vaporoso dello spirito.<br />

Fu come cadere in un canale di scolo congelato. Un<br />

gelo intorpidente e un orribile, nauseante odore lo<br />

avvilupparono. Si tirò fuori dalla nebbia, scosso da<br />

brividi e da conati di vomito, ma intero. Si guardò<br />

attorno frastornato, battendo le palpebre.<br />

Elena era alle prese con le dita dello spirito: graffiava e<br />

tirava, ma quello la osservava con una sorta di


distaccato divertimento e pareva che gli sforzi della<br />

ragazza non lo preoccupassero e non lo disturbassero<br />

nemmeno un po’. Poi si mosse, così veloce che Matt<br />

vide solo un confuso turbinio di verde e blu, e spinse via<br />

Elena, che dimenando braccia e gambe, atterrò su un<br />

cumulo di cenere. Si rialzò subito in piedi. Un rivolo di<br />

sangue le colava dall’attaccatura dei capelli, lasciando<br />

tracce rosse nella cenere che le copriva il viso.<br />

Anche Bonnie si dava da fare: si era messa alle spalle<br />

dello spirito e tirava pugni e calci. La maggior parte<br />

delle volte, i suoi colpi non andavano a segno perché<br />

trapassavano la nebbia incorporea, ma di tanto in tanto<br />

riusciva a colpire il ghiaccio. Pure quei colpi parevano<br />

del tutto inefficaci. Matt non era nemmeno sicuro che lo<br />

spirito si fosse accorto che Bonnie lo stesse attaccando.<br />

Damon pendeva ancora dalla mano dello spirito, con<br />

le vene che gli sporgevano. La pelle del collo era<br />

sbiancata attorno ai tendini tesi. Che fosse o no un<br />

vecchio vampiro con i super-poteri, stava soffrendo.<br />

Matt rivolse una preghiera a qualsiasi santo proteggesse<br />

le persone che seguono le cause perse e si gettò di<br />

nuovo nella mischia.


C’era solo oscurità. Poi arrivò il dolore, l’oscurità si<br />

tinse di rosso, infine si schiarì e Damon riacquistò la<br />

vista.<br />

Lo spirito – quella stronza di uno spirito! – lo teneva<br />

per il collo, e la sua pelle era terribilmente fredda, così<br />

fredda che lo bruciava ovunque toccasse. Non riusciva<br />

a muoversi.<br />

Ma vedeva Elena, in piedi sotto di lui. La bellissima<br />

Elena, coperta di cenere, rigata di sangue, con i denti in<br />

mostra e gli occhi fiammeggianti come una dea<br />

guerriera. Damon aveva il cuore gonfio di amore e<br />

paura. Il piccolo, coraggioso pettirosso e “Mutt”<br />

combattevano al suo fianco.<br />

Per favore, avrebbe voluto dire. Non cercate di<br />

salvarmi. Scappa. Elena, devi scappare.<br />

Ma non riusciva a muoversi e non riusciva a parlare.<br />

Lo spirito cambiò posizione e, sotto gli occhi di<br />

Damon, Elena smise di lottare e si strinse lo stomaco,<br />

con una smorfia di dolore. Matt e Bonnie si<br />

contorcevano allo stesso modo, i loro volti erano pallidi<br />

e tesi, le bocche spalancate per urlare. Bonnie emise un<br />

lungo lamento e si accasciò.


Oh, no, pensò Damon inorridito. Non Elena. Non il<br />

pettirosso. Non per me.<br />

Poi, all’improvviso, una raffica di vento mulinò intorno<br />

a lui, strappandolo alle grinfie dello spirito. Sentì un<br />

ruggito nelle orecchie e un pizzicore negli occhi.<br />

Guardandosi attorno, vide Bonnie ed Elena con i capelli<br />

che svolazzavano; Matt, che agitava le braccia come un<br />

ossesso; e lo spirito, che finalmente aveva<br />

un’espressione sorpresa anziché saccente sul viso verde<br />

acqua.<br />

Un tornado, pensò confuso Damon, e poi: un<br />

Portale, e capì che qualcosa lo stava spingendo a tutta<br />

velocità verso l’alto, ancora una volta nelle tenebre.<br />

L’ululato era diventato assordante e Stefan era<br />

costretto a urlare persino per sentire la propria voce.<br />

Doveva stringere il libro con entrambe le mani poiché<br />

rischiava di farselo sfuggire: era come se qualcosa di<br />

vivo ed estremamente forte stesse cercando di<br />

strapparglielo via.<br />

«Mihi adi. Te voco. Necesse est tibi parere », recitò<br />

Stefan. «Vieni a me. Ti invoco. Devi obbedire».<br />

Quella era l’ultima frase dell’incantesimo di


evocazione in latino. La parte che seguiva era la formula<br />

di esorcismo, che sarebbe stata in inglese. Ovviamente,<br />

era necessario che lo spirito fosse presente perché<br />

quella parte dell’incantesimo fosse efficace.<br />

Il vento che infuriava nel garage divenne ancora più<br />

forte. Fuori rombavano i tuoni.<br />

Stefan guardò il cerchio al centro del disegno,<br />

oscurato dalle ombre in fondo alla stanza, ma non vide<br />

nulla. Il vento innaturale cominciò ad attenuarsi. Il<br />

panico si fece strada nel suo petto. E se avessero<br />

fallito? Lanciò un’occhiata ansiosa ad Alaric e<br />

Meredith, poi alla signora Flowers, ma nessuno lo stava<br />

guardando: avevano tutti gli occhi inchiodati al centro<br />

del disegno.<br />

Stefan tornò a osservare il cerchio, nutrendo<br />

un’assurda speranza. Ma non c’era nulla lì.<br />

Un attimo!<br />

D’un tratto, proprio al centro del cerchio, qualcosa si<br />

mosse, producendo un impercettibile lampo di luce<br />

verde acqua, che diffuse uno strano gelo nella stanza.<br />

Non era come il vento freddo che aveva turbinato nel<br />

garage, ma somigliava più a un respiro di ghiaccio,


come se in quel punto ci fosse qualcuno che inalava ed<br />

esalava un alito lento, costante e raggelante.<br />

Il bagliore divenne più grande, più intenso, più scuro.<br />

D’un tratto, Stefan vide che l’informe bagliore si<br />

trasformava e prendeva le sembianze di una donna. Una<br />

donna gigantesca dal corpo di ghiaccio e nebbia, con<br />

sfumature blu e verdi. Nel petto aveva una rosa rosso<br />

scuro, il cui stelo era un fitto groviglio di spine.<br />

Meredith e Celia emisero un sonoro gemito. La<br />

signora Flowers si mantenne calma, mentre Alaric<br />

rimase a bocca aperta.<br />

Doveva essere lo spirito della gelosia. Stefan aveva<br />

sempre pensato alla gelosia come a un calore bruciante.<br />

Baci violenti, rabbia feroce. Ma la rabbia, la lussuria,<br />

l’invidia, tutte le emozioni contenute nella gelosia,<br />

potevano anche essere fredde, e Stefan non aveva<br />

dubbi che avessero evocato lo spirito giusto.<br />

Pensò e dimenticò tutte queste cose in un attimo,<br />

perché la donna di ghiaccio non era la sola a essersi<br />

materializzata al centro del cerchio.<br />

Confusi, malfermi sulle gambe, scossi dal pianto,<br />

sporchi di fango e cenere, erano apparsi anche tre


umani.<br />

La sua bellissima, elegante Elena, incrostata di<br />

sporcizia, con i capelli d’oro aggrovigliati e arruffati e<br />

rivoli di sangue che le scorrevano lungo il viso. La<br />

piccola e fragile Bonnie, con il volto pallido e rigato di<br />

lacrime, che pure graffiava e tirava calci allo spirito con<br />

un’espressione furente. E Matt, sempre affidabile e<br />

americano fino al midollo, sporco e scarmigliato, che si<br />

girò a guardarli con un’espressione particolarmente<br />

perplessa, come se si stesse chiedendo dove diamine<br />

fossero finiti.<br />

C’era anche un’altra persona, una quarta figura,<br />

ansimante e malferma, apparsa per ultima. Per un<br />

attimo, Stefan non lo riconobbe. Non poteva<br />

riconoscerlo, perché si supponeva che quell’uomo non<br />

fosse più al mondo. Gli apparve come un estraneo<br />

dall’aria stranamente familiare. L’estraneo si portò la<br />

mano alla gola, come per proteggerla e guardò fuori dal<br />

cerchio, dritto verso di lui. Sulle labbra gonfie e<br />

sanguinanti e negli occhi ridotti a fessure illividite,<br />

apparve lo spettro di un sorriso smagliante. Gli<br />

ingranaggi della mente di Stefan tornarono al loro posto


e finalmente ripresero a girare.<br />

Damon!<br />

Stefan era così stupefatto che non sapeva cosa<br />

provare. Poi, dal profondo del cuore, si diffuse<br />

lentamente in lui una sensazione di calore, quando<br />

comprese che suo fratello era tornato. L’ultimo pezzo<br />

della sua lunga e strana storia era di nuovo lì. Non era<br />

più solo. Fece un passo avanti, verso il margine del<br />

disegno, trattenendo il respiro.<br />

«Damon?», sussurrò, meravigliato.<br />

Gelosia si voltò di scatto verso di lui, immobilizzandolo<br />

con il suo sguardo freddo e vitreo.<br />

«Era già tornato, sai», disse con disinvoltura, e la sua<br />

voce raggelò Stefan come se gli avessero gettato in<br />

faccia dell’acqua ghiacciata. «Ma non voleva che tu lo<br />

sapessi, così avrebbe potuto avere Elena tutta per sé. È<br />

rimasto nascosto, senza far niente, per combinare<br />

qualche carognata, come al suo solito».<br />

Gelosia era senza dubbio una donna, e il suo tono<br />

freddo e pragmatico gli ricordava la vocina che talvolta<br />

parlava nei recessi della sua mente, evocando i pensieri<br />

più turpi e vergognosi. Potevano sentirla anche gli altri?


O parlava soltanto nella sua testa?<br />

Arrischiò uno sguardo verso gli altri. Stavano tutti<br />

immobili come statue – Meredith, Celia, Alaric, la<br />

signora Flowers – e fissavano Gelosia. Dietro di loro, i<br />

letti improvvisati erano vuoti. Quando le forme astrali<br />

dei tre dormienti si erano materializzate nel cerchio<br />

insieme allo spirito, i corpi dovevano essersi in qualche<br />

modo congiunti a loro all’interno del disegno.<br />

«È andato da Elena», lo schernì lo spirito. «Ti ha<br />

nascosto la sua resurrezione per poterle fare la corte.<br />

Damon non si è preoccupato nemmeno un secondo dei<br />

tuoi sentimenti. E mentre tu piangevi la sua morte, lui<br />

andava a trovare Elena nella sua stanza da letto».<br />

Stefan indietreggiò vacillando.<br />

«Vuole sempre ciò che ti appartiene, lo sai», continuò<br />

lo spirito, curvando in un sorriso le labbra trasparenti.<br />

«È sempre stato così, anche quando eravate mortali.<br />

Ricordi quando è tornato a casa dall’università e ti ha<br />

rubato Katherine? Ha sfoderato tutte le sue arti di<br />

seduttore solo perché sapeva che tu la amavi. Persino<br />

con le piccole cose: se tu avevi un giocattolo, lui se lo<br />

prendeva. Se tu volevi un cavallo, lui lo cavalcava. Se


imaneva un pezzo di carne nel vassoio, lui lo mangiava,<br />

anche se non aveva fame, soltanto per toglierlo a te».<br />

Stefan scosse lentamente la testa: si sentiva di nuovo<br />

troppo lento, come se per l’ennesima volta avesse<br />

mancato un momento cruciale. Damon aveva fatto visita<br />

a Elena? Lei sapeva che era vivo anche quando lui<br />

aveva pianto sulla sua spalla il fratello perduto?<br />

«E tu pensavi di poterti fidare di Elena, non è vero,<br />

Stefan?». Elena si girò a guardarlo, con le guance<br />

pallide sotto il velo di cenere. Aveva un’aria sofferente<br />

e preoccupata.<br />

«No, Stefan…», cominciò a dire, ma lo spirito la<br />

interruppe subito, con il veleno delle sue melliflue<br />

parole. Stefan conosceva le sue malvagie intenzioni.<br />

Non era uno stupido. Eppure si ritrovò ad annuire, a<br />

dargli ragione, mentre una rabbia sorda, feroce, si<br />

faceva strada dentro di lui sebbene la sua parte<br />

razionale cercasse di contrastarla.<br />

«Elena ha mantenuto il suo segreto con te, Stefan.<br />

Sapeva che stavi male e che la notizia della<br />

sopravvivenza di Damon avrebbe alleviato la tua<br />

sofferenza, eppure ha taciuto, perché tuo fratello le


aveva chiesto di tacere e i suoi desideri sono per lei più<br />

importanti del tuo benessere. Elena ha sempre voluto<br />

entrambi i fratelli Salvatore. È davvero buffo che tu non<br />

sia mai abbastanza per le donne che ami. Questa non è<br />

neanche la prima volta che preferisce tuo fratello, o<br />

sbaglio?».<br />

Elena scosse la testa, ma Stefan riusciva a malapena a<br />

vederla, offuscato com’era dall’ondata di rabbia e<br />

amarezza che gli montava dentro.<br />

«Segreti e bugie», continuò allegramente lo spirito, con<br />

una gelida risata argentina, «e lo sciocco Stefan<br />

Salvatore che è sempre due passi indietro. L’hai<br />

sempre saputo che c’era qualcosa fra Damon ed Elena,<br />

qualcosa di cui tu non facevi parte, Stefan, eppure non<br />

avresti mai sospettato che lei ti avrebbe tradito per lui».<br />

All’improvviso, Damon sembrò uscire dal suo<br />

stordimento, come se avesse udito lo spirito solo in quel<br />

momento. Aggrottò le sopracciglia e girò lentamente la<br />

testa per guardarlo.<br />

Aprì la bocca, ma prima che potesse pronunciare<br />

qualsiasi parola di smentita o di scherno avesse sulla<br />

lingua, Stefan cambiò espressione, come se in lui si


fosse rotto qualcosa, saltò con un grido di rabbia,<br />

atterrando al centro del disegno di gesso. Muovendosi<br />

più veloce di quanto potesse cogliere l’occhio umano,<br />

spinse Damon fuori dal cerchio e lo scagliò contro la<br />

parete opposta del garage.


<strong>12</strong><br />

«Smettila!», gridò Elena. «Stefan! Smettila! Lo<br />

ucciderai!».<br />

Ma prima ancora di finire la frase, capì che uccidere<br />

Damon, probabilmente, era proprio ciò che voleva.<br />

Stefan non si limitava a prenderlo a pugni, ma dilaniava<br />

il corpo del fratello con i denti e con le unghie, come<br />

una belva feroce. Accovacciato in una posa di furia<br />

primordiale, con i canini affilati bene in vista e il volto<br />

distorto da un ghigno di furia animalesca, somigliava più<br />

che mai a un vampiro assetato di sangue.<br />

Elena li guardava impotente e, alle sue spalle, quella<br />

voce seducente continuava a dire a Stefan che avrebbe<br />

perso ogni cosa, per l’ennesima volta. Che Damon<br />

prendeva tutto quello che gli era caro e poi lo gettava<br />

via, con crudele noncuranza, perché voleva solo<br />

distruggere ciò che gli apparteneva.


Elena si voltò e cominciò a prendere a pugni lo spirito:<br />

il terrore per ciò che Stefan stava facendo a Damon<br />

aveva cancellato ogni residuo di timore nei suoi<br />

confronti. Matt e Bonnie si unirono a lei.<br />

Come prima, le loro mani scivolarono attraverso<br />

l’immateriale corpo di nebbia. Tuttavia, il petto dello<br />

spirito era solido ed Elena ne fece il bersaglio della sua<br />

furia, colpendo la dura superficie di ghiaccio con tutta la<br />

forza di cui era capace.<br />

Nel petto ghiacciato della creatura, ardeva una<br />

sontuosa rosa rossa. Era un fiore meraviglioso, ma<br />

dall’aspetto letale, e il suo colore le ricordava il sangue<br />

avvelenato. Lo stelo spinoso sembrava gonfio, più<br />

grosso di quello di un fiore normale. Mentre Elena lo<br />

guardava, il bagliore si fece più intenso, i petali si<br />

aprirono e la rosa raggiunse il turgore della piena<br />

fioritura. È il suo cuore?, si chiese Elena. È la gelosia<br />

di Stefan che lo sta nutrendo? Sferrò un altro pugno<br />

contro il petto di ghiaccio, mirando alla rosa, e lo<br />

spirito, per un istante, la guardò.<br />

«Smettila», disse con rabbia Elena. «Lascia in pace<br />

Stefan».


Lo spirito ora la fissava apertamente e il suo sorriso si<br />

allargò, mostrando denti scintillanti, simili a ghiaccioli<br />

appuntiti oltre la nebbia delle labbra. Nelle glaciali<br />

profondità degli occhi, a Elena parve di cogliere un<br />

guizzo freddo ma genuino, che le gelò il cuore.<br />

Poi lo spirito tornò a occuparsi di Stefan e Damon e la<br />

situazione peggiorò, anche se a Elena sembrava che<br />

avesse già toccato il fondo.<br />

«Damon», chiamò lo spirito con voce gutturale, e<br />

Damon, che fino a quel momento aveva subito inerte<br />

l’assalto del fratello, vinto dalla stanchezza, con le<br />

palpebre serrate, riparandosi il viso ma non<br />

rispondendo ai colpi, aprì gli occhi.<br />

«Damon», lo chiamò ancora lo spirito, con uno<br />

scintillio negli occhi. «Che diritto ha Stefan di attaccarti?<br />

Ogni volta che hai cercato di sottrargli qualcosa, stavi<br />

solo lottando contro l’evidenza che lui ha tutto –<br />

l’amore di tuo padre, le ragazze che desideri – e tu non<br />

hai niente di niente. È un moccioso bigotto, uno<br />

smidollato che odia se stesso, eppure ha sempre avuto<br />

tutto».<br />

Damon sgranò gli occhi, come se fosse sorpreso dalla


precisione con cui quella voce esprimeva la sua infelicità<br />

più profonda, e il suo viso si contorse in preda a una<br />

varietà di sentimenti. Stefan non aveva smesso di<br />

mordere e graffiare, ma retrocedette un po’ quando<br />

Damon scattò all’attacco, afferrandolo per le braccia e<br />

torcendogliele con forza. Elena sussultò inorridita<br />

udendo uno scatto secco. O cielo, Stefan doveva<br />

essersi rotto un osso della spalla o del braccio.<br />

Ma il ragazzo non si lasciò abbattere: fece una smorfia<br />

e si lanciò di nuovo sul fratello, con il braccio rotto che<br />

penzolava goffamente. Damon era più forte, notò in<br />

silenzio Elena, ma esausto; di certo non sarebbe riuscito<br />

a mantenere a lungo il vantaggio. Per il momento<br />

sembravano quasi alla pari. Entrambi erano furiosi e<br />

combattevano senza riserve. Uno lanciò uno sgradevole<br />

ringhio animalesco, l’altro sbottò in una risata<br />

singhiozzante e sinistra, ed Elena si accorse con<br />

sgomento di non riuscire a distinguere le loro voci.<br />

Lo spirito emise un fischio divertito. Elena si ritrasse e,<br />

con la coda dell’occhio, vide che anche Bonnie e Matt<br />

avevano fatto un passo indietro.<br />

«Non rompete le linee!», urlò Alaric dall’angolo del…


Dove si trovavano? Ah, era il garage della signora<br />

Flowers. Alaric sembrava disperato, ed Elena si chiese<br />

da quanto stesse urlando. Era da un po’ che sentiva<br />

rumori di sottofondo, ma non aveva avuto il tempo di<br />

prestarvi attenzione. «Elena, Bonnie, Matt! Non<br />

rompete le linee!», gridò di nuovo. «Potete uscire, ma<br />

fate attenzione a non calpestare le linee di gesso!».<br />

Elena abbassò lo sguardo. Ai loro piedi c’era un<br />

intricato disegno tracciato con i gessetti colorati e lei,<br />

Bonnie, Matt e lo spirito si trovavano tutti nel cerchio<br />

all’interno dello schema.<br />

Bonnie fu la prima a capire ciò che stava dicendo<br />

Alaric. «Andiamo», mormorò, tirando Matt ed Elena<br />

per le braccia. Poi, con passi leggeri ma svelti, si fece<br />

strada fra le linee del disegno, allontanandosi dallo<br />

spirito e ricongiungendosi ai suoi amici. Matt la seguì.<br />

Giunto in un settore molto piccolo, dovette fermarsi su<br />

una gamba sola e portare avanti l’altra con cautela, poi<br />

inciampò e per un pelo non rovinò con la scarpa una<br />

linea di gesso blu. Ma riprese l’equilibrio e proseguì.<br />

Elena era ancora concentrata sulla terribile lotta di<br />

Damon e Stefan, quindi ci mise qualche secondo in più


a capire che anche lei doveva muoversi.<br />

Quell’esitazione stava per costarle cara. Proprio mentre<br />

era sul punto di fare il primo passo fuori dal cerchio<br />

centrale, lo spirito si girò a guardarla con i suoi occhi<br />

vitrei.<br />

Elena scappò, saltando svelta fuori dal cerchio e<br />

riuscendo per un pelo a evitare una scivolata lungo il<br />

disegno. Lo spirito tentò di colpirla, ma non riuscì a<br />

superare la barriera invisibile sopra la linea di gesso ed<br />

emise un grugnito di frustrazione.<br />

Alaric si scostò i capelli arruffati dagli occhi con la<br />

mano tremante. «Non ero sicuro che sarebbe bastato a<br />

bloccarlo», ammise, «ma pare che abbia funzionato.<br />

Ora vieni qui, Elena, e stai attenta a dove metti i piedi».<br />

Matt e Bonnie avevano già raggiunto il muro del garage<br />

e si tenevano a debita distanza dal punto in cui i due<br />

fratelli rotolavano avvinti in un corpo a corpo letale.<br />

Meredith li aveva abbracciati, nascondendo la testa<br />

scura sulla spalla di Matt, e Bonnie, rannicchiata al suo<br />

fianco, somigliava a un gattino spaventato mentre si<br />

guardava attorno con occhi sgranatiElena abbassò lo<br />

sguardo verso il complicato schema tracciato sul


pavimento e iniziò a muoversi con cautela fra le linee,<br />

dirigendosi non verso gli amici ma verso i vampiri in<br />

lotta.<br />

«Elena! No! Da questa parte!», gridò Alaric, ma lei lo<br />

ignorò. Doveva raggiungere Damon e Stefan.<br />

«Per favore», disse, con la voce rotta dal pianto,<br />

mentre si avvicinava a loro, «Damon, Stefan, dovete<br />

fermarvi. È lo spirito che vi costringe a battervi. Non<br />

volete davvero farvi del male. Non siete in voi. Per<br />

favore».<br />

Nessuno dei due fece caso a lei. Non era nemmeno<br />

sicura che l’avessero sentita. Erano quasi immobili, i<br />

muscoli tesi nella reciproca stretta mentre l’uno cercava<br />

di attaccare e al tempo stesso respingere l’altro.<br />

Lentamente, sotto lo sguardo disperato di Elena,<br />

Damon cominciò a prevalere su Stefan: gli scostò poco<br />

a poco le braccia e si chinò verso la sua gola, con i<br />

denti bianchi scintillanti come lame.<br />

«Damon, no!», strillò Elena. Si sporse per afferrargli il<br />

braccio e allontanarlo da Stefan. Lui la spinse via<br />

crudelmente, con indifferenza, senza neanche guardarla,<br />

facendola volare attraverso la stanza.


Elena cadde sulla schiena e scivolò lungo il pavimento.<br />

Si fece male davvero. Nell’impatto aveva sbattuto i<br />

denti e picchiato la testa per terra, vedendo esplodere<br />

dietro le palpebre lampi bianchi di dolore. Appena fece<br />

per rialzarsi, notò con sgomento che Damon aveva<br />

spezzato le ultime difese di Stefan e gli aveva affondato i<br />

canini in gola.<br />

«No!», strillò di nuovo. «Damon, no!».<br />

«Elena, stai attenta», urlò Alaric. «Sei all’interno del<br />

disegno. Per favore, qualunque cosa tu faccia, non<br />

spezzare altre linee».<br />

Elena si guardò attorno. Nella caduta, aveva<br />

oltrepassato, scivolando, parecchi segni di gesso, che<br />

ora formavano confuse macchie di colore intorno a lei.<br />

S’irrigidì per il terrore e soppresse un lamento. Lo<br />

spirito non era più in trappola? Lo aveva liberato lei?<br />

Facendosi coraggio, si voltò verso il cerchio al centro<br />

del disegno.<br />

Lo spirito tastava lo spazio attorno a sé, dando dei<br />

colpetti lungo le pareti invisibili che delimitavano il<br />

cerchio in cui era imprigionato. Elena vide che stringeva<br />

le labbra per lo sforzo e, portando le mani in un punto


nel vuoto, cominciava a spingere.<br />

All’interno della stanza, l’aria s’increspò.<br />

Ma lo spirito non riuscì a rompere il cerchio e, dopo<br />

un po’, smise di spingere ed emise un sibilo di<br />

frustrazione. Poi il suo sguardo cadde su di lei, e sorrise<br />

ancora.<br />

«Oh, Elena», disse, con la voce addolcita da una finta<br />

compassione. «La più bella della scuola, l’oggetto del<br />

desiderio e delle contese dei ragazzi. È davvero difficile<br />

essere te». La sua voce cambiò, assumendo un tono di<br />

scherno feroce. «Ma ora non è te che hanno in mente,<br />

non è vero?, i due che ti piacciono, non vai bene per<br />

loro. Sai perché sono attratti da te. Katherine. Sempre<br />

Katherine. Ti vogliono perché le somigli, ma tu non sei<br />

lei. La ragazza che tanto amavano molto tempo fa era<br />

fragile, dolce e gentile. Un’innocente, una vittima,<br />

l’oggetto ideale delle loro fantasie. Tu non sei per niente<br />

come lei. Prima o poi se ne renderanno conto, lo sai.<br />

Quando il tuo corpo mortale cambierà… E accadrà,<br />

stanne certa. Loro non cambieranno mai, ma tu<br />

invecchierai ogni giorno di più; fra qualche anno<br />

sembrerai molto più vecchia di loro e allora capiranno


di non amarti per niente. Tu non sei Katherine, e non lo<br />

sarai mai».<br />

Gli occhi di Elena bruciavano. «Katherine era un<br />

mostro», sibilò a denti stretti.<br />

«È diventata un mostro. All’inizio era una ragazza<br />

dolce e ingenua», la corresse lo spirito. «Damon e<br />

Stefan l’hanno distrutta. Come distruggeranno te. Non<br />

riuscirai mai a condurre una vita normale. Non sei come<br />

Meredith, Bonnie o Celia. Loro avranno l’occasione di<br />

vivere una vita normale, quando saranno pronte,<br />

nonostante tu le abbia trascinate nelle tue battaglie. Ma<br />

tu… Tu non sarai mai normale. E sai di chi è la colpa di<br />

tutto questo, vero?».<br />

Elena, senza riflettere, guardò i due fratelli: Stefan era<br />

appena riuscito a respingere Damon. Damon barcollò<br />

all’indietro, verso il gruppo di umani rannicchiati contro<br />

il muro del garage. Fiotti di sangue gli uscivano dalla<br />

bocca e scorrevano da un terribile squarcio sul collo del<br />

fratello.<br />

«Ti hanno condannata a un terribile destino, proprio<br />

come hanno fatto con l’unica donna che abbiano amato<br />

davvero», disse dolcemente lo spirito.


Elena si costrinse ad alzarsi, con il cuore in tumulto,<br />

gonfio di tristezza e rabbia.<br />

«Elena, fermati!», gridò una possente voce di<br />

contralto, piena di una tale autorità che lei distolse lo<br />

sguardo da Damon e Stefan e, sbattendo le palpebre<br />

come se l’avessero destata da un sogno, guardò gli altri,<br />

radunati fuori dal disegno.<br />

La signora Flowers era in piedi ai margini delle linee di<br />

gesso, con le mani sui fianchi e i piedi saldamente<br />

piantati a terra. Aveva le labbra serrate in una linea<br />

decisa, che esprimeva rabbia, ma i suoi occhi erano<br />

limpidi e pensierosi. Appena incontrò il suo sguardo,<br />

Elena si calmò e si sentì più forte. Poi la vecchia signora<br />

guardò il gruppo radunato alle sue spalle.<br />

«Dobbiamo eseguire subito il rituale di esorcismo»,<br />

disse. «Prima che lo spirito trovi il modo di distruggerci<br />

tutti. Elena! Puoi sentirmi?».<br />

Pervasa da una vigorosa determinazione, Elena annuì<br />

e tornò indietro per unirsi agli altri.<br />

La signora Flowers giunse le mani con forza e l’aria<br />

s’increspò di nuovo. Lo spirito smise di parlare nella<br />

mente di Elena e urlò di rabbia, agitando le braccia per


espingere le pareti invisibili della prigione che<br />

rimpiccioliva sempre di più.<br />

Meredith stava rovistando con ansia sullo scaffale in<br />

alto, accanto alla porta del garage, tastando e gettando<br />

via diversi oggetti. Dove aveva messo le candele la<br />

signora Flowers? Pennelli, no. Torce, no. Un<br />

vecchissimo barattolo di insetticida, no. Una confezione<br />

di terriccio da giardino, no. Certi strani oggetti di<br />

metallo che non riusciva a identificare al tatto, no. Busta<br />

di candele. Sì.<br />

«Le ho trovate», disse, tirandole giù dallo scaffale e<br />

rovesciandosi sulla testa la polvere che probabilmente si<br />

accumulava lassù da un decennio. «Bleah!», sputacchiò.<br />

Era un segno della gravità della situazione, pensò<br />

Meredith, che sia Elena sia Bonnie, dopo averla vista<br />

con la testa e le spalle coperte di polvere e ragnatele,<br />

non avessero riso né si fossero avvicinate per ripulirla.<br />

Avevano cose più importanti di cui preoccuparsi.<br />

«Bene», disse. «Prima di tutto, dobbiamo capire quale<br />

colore sarebbe più adatto a Damon e prendere una<br />

candela per lui». La signora Flowers aveva fatto notare<br />

che di sicuro anche Damon era una vittima dello spirito


della gelosia, pertanto avrebbe dovuto partecipare al<br />

rituale di esorcismo perché funzionasse appieno.<br />

Osservando i due fratelli vampiri che ancora<br />

cercavano di farsi a pezzi a vicenda, Meredith dubitava<br />

seriamente che Damon avrebbe partecipato. Nutriva gli<br />

stessi dubbi su Stefan, peraltro. La loro unica<br />

preoccupazione, al momento, sembrava quella di<br />

infliggersi più danni possibili. Inoltre, per far funzionare<br />

l’incantesimo, avrebbero dovuto recuperare i due<br />

vampiri.<br />

In un modo o nell’altro.<br />

Meredith si sorprese a chiedersi freddamente se, nel<br />

caso Damon e Stefan fossero morti, avrebbero potuto<br />

tranquillamente eseguire il rituale anche senza di loro.<br />

Sarebbero riusciti lo stesso a sconfiggere lo spirito? E<br />

se non si fossero assassinati a vicenda, ma avessero<br />

continuato a combattere, mettendoli tutti in pericolo,<br />

sarebbe stata capace di ucciderli lei? Scacciò il<br />

pensiero. Stefan era suo amico.<br />

E poi, si costrinse di nuovo a prendere in<br />

considerazione la possibilità di doverli uccidere. Era un<br />

suo dovere. Ed era più importante dell’amicizia; così


doveva essere.<br />

Comprese che, se fosse stato necessario, avrebbe<br />

potuto ucciderli quel giorno stesso, anche da lì a pochi<br />

minuti. Se ne sarebbe pentita per tutta la vita, ma<br />

sarebbe stata in grado di farlo.<br />

Inoltre, notò con distacco una parte della sua mente,<br />

se continuavano ad azzuffarsi così, Damon e Stefan si<br />

sarebbero uccisi l’un l’altro, liberandola da quel<br />

fardello.<br />

Elena, che fino a quel momento era rimasta ferma a<br />

riflettere – o forse si era distratta di nuovo, pensando a<br />

ciò che le aveva detto lo spirito della gelosia, Meredith<br />

non ne era sicura – prese la parola. «Rosso», disse.<br />

«C’è una candela rossa per Damon?».<br />

C’era una candela rosso scuro, e anche una nera.<br />

Meredith le prese entrambe e le mostrò a Elena.<br />

«Quella rossa», disse Elena.<br />

«Per il sangue?», chiese Meredith, lanciando uno<br />

sguardo ai lottatori, ora appena a tre metri di distanza.<br />

Dio, erano entrambi coperti di sangue, da capo a piedi.<br />

Damon ringhiò come una belva e sbatté ripetutamente la<br />

testa del fratello contro il muro del garage. Meredith


trasalì al suono sordo del cranio di Stefan che urtava<br />

contro la parete di legno intonacato. Damon gli<br />

stringeva il collo con una mano e con l’altra gli lacerava<br />

il petto, come se volesse cavargli il cuore.<br />

Lo spirito continuava a parlare con la sua voce<br />

morbida e sinistra. Meredith non riusciva a capire cosa<br />

stesse dicendo, ma notò che il suo sguardo era ancora<br />

sui fratelli, e che sorrideva mentre parlava. Pareva<br />

soddisfatto.<br />

«Per la passione», rispose Elena; poi le strappò la<br />

candela di mano e marciò come un soldato, con le<br />

spalle dritte e a testa alta, verso lo schieramento di<br />

candele che Alaric stava riaccendendo ai margini del<br />

disegno. Meredith la seguì con lo sguardo mentre<br />

accendeva la candela rossa e lasciava cadere qualche<br />

goccia di cera fusa per fissarla al pavimento.<br />

Stefan costrinse Damon a retrocedere, spingendolo<br />

vicino agli altri e al recinto di candele. Damon strisciò gli<br />

stivali sul pavimento mentre si sforzava di opporsi al<br />

fratello.<br />

«Bene», disse Alaric, guardando con ansia le candele,<br />

poi di nuovo il libro. «Dobbiamo dichiarare a turno i


sentimenti di gelosia che nutriamo nei nostri cuori, i punti<br />

deboli sui quali fa leva lo spirito, e bandirli. Se siamo<br />

sinceri, se riusciamo, almeno per un attimo, a liberarci<br />

dei nostri sentimenti di gelosia, le nostre candele si<br />

spegneranno e lo spirito si indebolirà. Funzionerà solo<br />

se riusciamo davvero a bandire la gelosia dai nostri<br />

cuori e a smettere di nutrire lo spirito e, se lo facciamo<br />

subito, tutti insieme, lo spirito potrebbe scomparire o,<br />

forse, persino morire».<br />

«E se non ci riusciamo? Che succede se cerchiamo di<br />

liberarci della gelosia, ma non riusciamo a mandarla via<br />

del tutto?», chiese Bonnie, con la fronte corrugata per la<br />

preoccupazione.<br />

«Allora il rito non funzionerà e lo spirito resterà fra<br />

noi», rispose Alaric in tono piatto. «Chi vuole<br />

cominciare?».<br />

Stefan scagliò crudelmente Damon sul pavimento di<br />

cemento, urlando di rabbia. Erano solo a un paio di<br />

metri dalla linea di candele, così Alaric si mise fra loro e<br />

la schiera di fiammelle, tentando di proteggerle con il<br />

proprio corpo. Celia rabbrividì quando Stefan,<br />

lanciando un ringhio basso e feroce, abbassò la testa


per mordere la spalla di Damon. Gelosia continuava a<br />

diffondere un vigoroso flusso di parole velenose e nei<br />

suoi occhi rilucevano bagliori sinistri.<br />

La signora Flowers batté le mani per richiamare<br />

l’attenzione. Il suo volto era severo e incoraggiante.<br />

«Ragazzi, dovete essere onesti e coraggiosi», disse.<br />

«Sarà difficile, ma dovrete confessare i vostri pensieri<br />

più meschini davanti ai vostri amici, con sincerità. E poi<br />

dovrete essere abbastanza forti da liberarvi di tali<br />

pensieri, e questo potrebbe essere ancora più difficile.<br />

Ma vi volete bene e vi prometto che ce la faremo».<br />

Da lì vicino, giunsero un tonfo e un grido di rabbia<br />

soffocato, e Alaric si gettò un’occhiata nervosa alle<br />

spalle, verso la battaglia.<br />

«Bisogna agire subito», disse brusca la signora<br />

Flowers. «Chi comincia?».<br />

Meredith stava per fare un passo avanti, stringendo il<br />

bastone per darsi coraggio, quando Bonnie prese la<br />

parola.<br />

«Io», disse con voce esitante. «Uhm. Ero invidiosa di<br />

Meredith ed Elena. Sono sempre stata…». Deglutì e<br />

riprese a parlare in tono più fermo. «A volte mi sembra


di essere solo una spalla quando sto con loro. Sono più<br />

coraggiose di me, sono migliori nel combattimento,<br />

sono più intelligenti, più belle e… più alte di me. Sono<br />

invidiosa perché sento che la gente non mi rispetta<br />

quanto Meredith ed Elena e non mi prende altrettanto<br />

sul serio. Sono invidiosa perché a volte vivo all’ombra<br />

delle mie amiche, e sono ombre piuttosto ingombranti…<br />

metaforicamente parlando. E sono invidiosa anche<br />

perché non ho mai avuto un vero ragazzo, mentre<br />

Meredith ha Alaric ed Elena ha Stefan e, non solo, ha<br />

pure Damon, che mi piace da impazzire, ma che non mi<br />

nota nemmeno quando sto vicino a lei, perché lui si<br />

accorge solo di Elena».<br />

Bonnie fece un’altra pausa e guardò Elena con gli<br />

occhi sgranati e lucidi di lacrime. «Ma voglio bene a<br />

Elena e Meredith. So che devo smetterla di fare<br />

confronti fra me e loro. Non sono soltanto una spalla;<br />

so rendermi utile e ho del talento. E…», continuò,<br />

recitando la formula che Alaric aveva distribuito a tutti,<br />

«ho nutrito lo spirito. Ma ora caccio via la mia gelosia».<br />

Nel semicerchio di lumi, la fiamma della sua candela<br />

rosa tremolò e si spense. Bonnie restò un attimo senza


fiato e sorrise a Meredith ed Elena, con un’espressione<br />

a metà tra la vergogna e l’orgoglio. Dall’interno del<br />

disegno, lo spirito della gelosia si girò di scatto a fissare<br />

Bonnie con uno sguardo furioso. «Bonnie…», esordì<br />

Meredith. Avrebbe voluto dire alla sua amica che<br />

ovviamente non era una spalla. Non si rendeva conto<br />

di quanto fosse straordinaria?<br />

Ma in quel momento Elena fece un passo verso le<br />

candele, si gettò indietro i capelli con un gesto<br />

improvviso e alzò la testa. «Ho provato invidia per gli<br />

altri abitanti di Fell’s Church», dichiarò. «Vedevo<br />

com’era facile per le altre coppie stare insieme, e anche<br />

dopo tutto quello che io e Stefan – e Damon e voi –<br />

abbiamo passato per liberare la città e consentire a tutti<br />

di avere una vita normale, continuavano a succedere<br />

cose strane, complicate e sovrannaturali. Credo di<br />

aver capito che non avrei mai avuto una vita facile,<br />

normale, e questo era difficile da accettare. Quando<br />

osservavo le altre persone e provavo invidia per loro,<br />

nutrivo lo spirito. Ma ora caccio via la mia gelosia».<br />

Elena abbozzò un sorriso. Era un sorriso mesto e<br />

strano, e Meredith, osservandola, pensò che, anche se


si era liberata della gelosia, era ancora perseguitata dal<br />

rimpianto per la vita semplice e dorata che aveva un<br />

tempo e che probabilmente aveva perduto per sempre.<br />

La candela ardeva ancora. Elena esitò. Meredith seguì<br />

il suo sguardo oltre la fila di candele, dove stavano<br />

lottando i due fratelli. Damon si alzò e trascinò Stefan<br />

sotto di sé, lasciando una lunga scia di sangue sul<br />

pavimento del garage. Il piede di Stefan sfiorò la<br />

candela rossa al termine della fila e Alaric si precipitò a<br />

sistemarla.<br />

«Ed ero gelosa di Katherine», disse Elena. «È stata il<br />

primo amore di Damon e Stefan e li ha conosciuti prima<br />

che la vita li cambiasse e li… deformasse, impedendo<br />

loro di diventare le persone che sarebbero dovute<br />

essere. E pur capendo che loro sanno che non sono<br />

Katherine e mi amano per ciò che sono, non sono mai<br />

riuscita a dimenticare che all’inizio mi hanno notata solo<br />

perché assomiglio a lei. Ho nutrito lo spirito a causa di<br />

Katherine, e ora caccio via la mia gelosia».<br />

La fiamma della candela tremolò, ma non si spense.<br />

Gelosia fece un sorrisetto trionfante, ma Elena continuò.<br />

«Ero anche gelosa di Bonnie». Bonnie alzò di scatto la


testa e fissò Elena con uno sguardo incredulo. «Ero<br />

abituata a essere l’unica umana di cui Damon si curasse,<br />

l’unica che lui non avrebbe esitato a salvare». Guardò<br />

Bonnie con gli occhi pieni di lacrime. «Sono davvero<br />

felice che Bonnie sia viva. Ma ero gelosa perché<br />

Damon teneva a lei al punto di morire per salvarla.<br />

Quando ero gelosa di Bonnie, nutrivo lo spirito. Ma ora<br />

caccio via la mia gelosia».<br />

La candela dorata si spense. Elena rivolse a Bonnie<br />

uno sguardo timido, ma lei le rispose con un sorriso<br />

sincero e affettuoso e tese le braccia. Elena l’abbracciò<br />

stretta.<br />

Meredith non aveva mai provato dispiacere per Elena,<br />

se si escludeva il lutto per la morte dei suoi genitori.<br />

Perché mai avrebbe dovuto? Era bellissima, intelligente;<br />

era nata per comandare e aveva amanti appassionati…<br />

ma ora non poteva fare a meno di sentire una punta di<br />

compassione per lei. A volte doveva essere più facile<br />

vivere una vita ordinaria che essere un’eroina.<br />

Meredith guardò lo spirito. Sembrava fremente di<br />

rabbia e ora era del tutto concentrata sugli umani.<br />

Alaric si avvicinò agli altri, aggirando le candele e


voltandosi a controllare i due vampiri. Damon aveva<br />

inchiodato crudelmente suo fratello al muro. Il volto di<br />

Stefan era contorto in una smorfia di dolore e si sentiva<br />

il rumore del suo corpo che raschiava contro la<br />

superficie dura. Ma almeno per il momento non stavano<br />

mettendo in pericolo le candele.<br />

Meredith volse l’attenzione al suo ragazzo. Di cosa<br />

mai poteva essere geloso Alaric? Era stato, piuttosto,<br />

oggetto della gelosia per circa una settimana.<br />

Alaric le si avvicinò e le prese una mano. «Ero<br />

invidioso di te, Meredith», disse guardandola negli<br />

occhi. «E dei tuoi amici».<br />

Meredith lo fissò perplessa con un sopracciglio alzato.<br />

Che cosa voleva dire?<br />

«Cielo». Sbottò in una mezza risata. «Eccomi qua, un<br />

dottorando in parapsicologia. Per tutta la vita non ho<br />

desiderato altro che provare a me stesso che al mondo<br />

accadono più cose di quelle che vediamo, che alcuni<br />

degli eventi che crediamo sovrannaturali sono reali. Poi<br />

sono venuto in questo paesino della Virginia perché<br />

giravano voci che qui ci fossero dei vampiri, voci a cui<br />

nemmeno credevo, e quando sono arrivato ho trovato


questa straordinaria, bellissima ragazza, così sicura di<br />

sé, e ho scoperto che veniva da una famiglia di<br />

cacciatori di vampiri. E i suoi amici erano vampiri,<br />

streghe, sensitive e adolescenti che tornavano dalla<br />

morte per combattere il male. Avevano appena finito il<br />

liceo, ma avevano visto cose che io nemmeno<br />

immaginavo. Avevano sconfitto mostri, salvato città,<br />

viaggiato in altre dimensioni. Insomma, io non ho nulla<br />

di speciale e, tutt’a un tratto, metà delle persone che<br />

conoscevo, compresa la ragazza che amavo, erano<br />

praticamente supereroi». Scosse la testa, guardando<br />

Meredith con ammirazione. «Ho nutrito lo spirito. Ma<br />

ora caccio via la mia gelosia. Devo solo venire a patti<br />

con l’idea di essere il fidanzato di un’eroina». La<br />

candela verde si spense subito.<br />

Bloccato nel cerchio interno, lo spirito soffiò e<br />

camminò avanti e indietro nello spazio ristretto come<br />

una tigre in gabbia. Sembrava furioso, ma non<br />

particolarmente debole.<br />

Celia parlò dopo Alaric. Aveva un’espressione stanca<br />

ma tranquilla. «Ho nutrito lo spirito della gelosia»,<br />

proclamò. «Ero gelosa di Meredith Suarez». Non disse


perché. «Ma ora vedo che è inutile. Ho nutrito lo<br />

spirito, ma ora caccio via la mia gelosia».<br />

Parlò come se stesse buttando qualcosa nella<br />

spazzatura. Eppure la candela lilla si spense.<br />

Meredith aveva le idee chiare su quello che doveva<br />

dire, e non sarebbe stato difficile, perché aveva vinto,<br />

dopotutto. Anche se forse la battaglia c’era stata solo<br />

nella sua mente. Aprì la bocca per parlare, ma Matt si<br />

schiarì la gola e la precedette.<br />

«Io ho…». Incespicò sulle parole. «Presumo… no, so<br />

di aver nutrito lo spirito della gelosia. Non ho mai<br />

smesso di amare Elena Gilbert alla follia, da quando la<br />

conosco. Ed ero geloso di Stefan. Fin dall’inizio. Anche<br />

adesso che Gelosia l’ha intrappolato nella sua dannata<br />

battaglia sono geloso di lui, perché ha Elena. Lei ama<br />

Stefan, non me. Ma, be’, non importa… Tanto so da<br />

parecchio tempo che le cose fra me ed Elena non<br />

possono funzionare, almeno da parte sua, e che non è<br />

colpa di Stefan. Ho nutrito lo spirito, ma ora caccio via<br />

la mia gelosia». Arrossì ed evitò accuratamente di<br />

guardare Elena. La candela bianca si spense, mandando<br />

un lungo filo di fumo verso il soffitto.


Tre candele rimaste, pensò Meredith, guardando le<br />

ultime fiammelle che ardevano senza tremiti. La candela<br />

blu scuro di Stefan, quella rossa di Damon e la sua<br />

candela marrone. Lo spirito si era indebolito? Dietro le<br />

sbarre invisibili, Gelosia ringhiò. Più che altro sembrava<br />

che fosse riuscita di nuovo a guadagnare un po’ di<br />

spazio e aveva ripreso a spingere contro i muri invisibili,<br />

come se cercasse un punto debole.<br />

Meredith sapeva che non doveva spezzare la catena<br />

di confessioni. «Ho nutrito lo spirito della gelosia», disse<br />

con voce chiara e forte. «Ero gelosa di Celia Connor.<br />

Amo Alaric, ma so di essere molto più giovane di lui.<br />

Non ho nemmeno cominciato l’università, non ho mai<br />

viaggiato e non ho visto nulla del mondo – quello<br />

umano, intendo – oltre al posto in cui sono cresciuta.<br />

Celia ha tante cose in comune con lui: esperienze,<br />

educazione, interessi. E so che a lui piace moltissimo.<br />

Inoltre è molto bella, intelligente, sicura di sé. Ero<br />

gelosa perché temevo che me l’avrebbe portato via.<br />

Ma se fosse riuscita a conquistarlo, avrebbe significato<br />

che lui non mi apparteneva. Non si può rubare una<br />

persona». Sorrise esitante a Celia che, dopo un attimo,


abbozzò un sorriso di risposta. «Caccio via…».<br />

«Attenti!», urlò Alaric. «Damon! Stefan! Fermatevi!».<br />

Meredith alzò lo sguardo. Stefan e Damon,<br />

barcollando, superarono la fila di candele e passarono<br />

davanti ad Alaric, che tentò di afferrarli. Ma i due<br />

vampiri si liberarono di lui senza sforzo, come se non si<br />

fossero nemmeno accorti che li aveva toccati, e<br />

continuarono a combattere con ferocia, spingendo l’uno<br />

contro l’altro. Ignari di tutto ciò che non fosse la loro<br />

battaglia, si avvicinarono sempre più allo spirito.<br />

«No!», urlò Elena.<br />

Damon spinse Stefan, che, sfregando il tacco dello<br />

stivale sulla linea di gesso, danneggiò il confine della<br />

piccola gabbia circolare in cui era imprigionato lo<br />

spirito. Il cerchio era infranto.<br />

Lo spirito si liberò con un grido di trionfo.


13<br />

«Non siamo riusciti a indebolirlo. Non abbastanza!»,<br />

gridò Meredith, sovrastando le urla di Gelosia. Lo<br />

spirito, anzi, appariva più forte. Attraversò il garage con<br />

un gran balzo e la zittì con un manrovescio. Meredith<br />

sentì un dolore bruciante, vide un lampo di luce bianca e<br />

si sentì sbattere contro il muro. Si rialzò barcollando,<br />

stordita.<br />

Lo spirito stava per attaccarla di nuovo. Più<br />

lentamente stavolta, con un sorriso di anticipazione.<br />

Allora l’incantesimo deve servire a qualcosa,<br />

pensò Meredith, disorientata, altrimenti non le<br />

importerebbe che io finisca la mia parte.<br />

Meredith impugnò il suo bastone da combattimento.<br />

Non si sarebbe fatta atterrare facilmente, se poteva<br />

prevenire l’attacco. Alaric aveva detto che era una<br />

supereroina. I supereroi continuano a lottare, anche


quando le probabilità giocano a loro sfavore.<br />

Sferrò un feroce e abile colpo di taglio con la punta<br />

del bastone. Tutte quelle ore di pratica erano servite a<br />

qualcosa, perché lo spirito non si aspettava il colpo, e il<br />

bastone, anziché passare invano attraverso il suo corpo<br />

di nebbia, lo colse nella forma solida, appena sopra la<br />

rosa che aveva in petto. La lama sulla punta del bastone<br />

aprì una profonda ferita nel petto dello spirito, e quando<br />

Meredith lo tirò indietro per sferrare un secondo colpo,<br />

vide un vischioso liquido verde che colava dalla punta<br />

dell’arma.<br />

Ma, appena fece per colpire di nuovo, la fortuna la<br />

abbandonò. Lo spirito si lanciò contro di lei, muovendo<br />

le mani così in fretta che Meredith non si accorse di<br />

nulla, finché non vide che l’altro capo del bastone era<br />

nelle sue mani. Lo spirito lo impugnava con destrezza,<br />

come se non pesasse nulla, e, incurante della punta<br />

aguzza e velenosa e dell’ammasso di aghi d’argento,<br />

legno e ferro, cominciò a tirare.<br />

Meredith puntò i piedi, ma strisciò rapida e inerme<br />

lungo il pavimento del garage, trascinata dallo spirito<br />

che, quando fu abbastanza vicina, allungò la mano per


afferrarla, con una smorfia di rabbia e disprezzo sul<br />

volto di ghiaccio. Oh, no, balbettò la sua voce interiore,<br />

non è possibile. Non può finire così.<br />

Ma un attimo prima che la toccasse, l’espressione<br />

dello spirito cambiò e nei suoi occhi sbocciò uno<br />

sguardo di pura confusione. Lasciò cadere l’arma, e<br />

Meredith, liberandosi con uno strattone, riacquistò<br />

l’equilibrio, tremando violentemente e ansimando per<br />

prendere fiato.<br />

Lo spirito sembrava essersi dimenticato di lei, almeno<br />

per il momento, e guardava un punto alle sue spalle.<br />

Mostrava i denti di ghiaccio e c’era un’espressione di<br />

furia mostruosa sul suo volto verdastro. Meredith<br />

osservò i muscoli dei suoi arti di ghiaccio che si<br />

tendevano, si dissolvevano in una nebbia vorticante,<br />

mantenendo la forma delle braccia, e poi si<br />

solidificavano di nuovo, nella tesa immobilità di prima.<br />

Non riesce a muoversi, comprese Meredith. Si girò a<br />

guardare dietro di sé.<br />

La signora Flowers stava in piedi, dritta e imponente,<br />

e fissava lo spirito con gli ardenti occhi azzurri. Teneva<br />

una mano tesa davanti a sé, con un’espressione


concentrata e determinata. Diverse ciocche di capelli<br />

grigi le erano sfuggite dalla crocchia e stavano ritte<br />

intorno al capo, come se fossero permeate di elettricità<br />

statica.<br />

La strega mosse le labbra senza emettere suoni e<br />

s’irrigidì per contrastare lo spirito che si sforzava di<br />

muoversi: sembrava paralizzata, come se stesse<br />

lottando per sostenere un fardello terribilmente pesante.<br />

I freddi e assorti occhi celesti della signora Flowers e<br />

quelli verdi dello spirito, simili a ghiacciai di montagna, si<br />

incrociarono in una silenziosa battaglia.<br />

Lo sguardo della signora Flowers era fermo, ma le sue<br />

braccia tremavano violentemente ed Elena non sapeva<br />

quanto ancora sarebbe riuscita a resistere e a tenere lo<br />

spirito sotto controllo. Non a lungo, sospettava. La<br />

signora Flowers non si era ancora ripresa del tutto dalla<br />

battaglia contro i kitsune, che aveva quasi prosciugato<br />

le sue energie. Non era pronta a combattere di nuovo.<br />

Elena sentiva il cuore battere all’impazzata e non<br />

osava guardare Stefan e Damon che lottavano, coperti<br />

di sangue, dall’altra parte del garage, perché l’unica<br />

cosa che di sicuro in quel momento non poteva


permettersi era un attacco di panico. Doveva<br />

concentrarsi, doveva pensare.<br />

«Meredith», disse brusca Elena, con un tono così<br />

autoritario che tutti smisero di osservare la lotta fra lo<br />

spirito e la signora Flowers per guardare lei. «Finisci la<br />

tua parte del rituale».<br />

Meredith la fissò un attimo con aria perplessa, poi<br />

partì in quarta. Era una delle sue tante straordinarie<br />

qualità: su di lei si poteva sempre fare affidamento,<br />

perché, anche nella situazione peggiore, si sarebbe<br />

ricomposta e avrebbe portato a termine il lavoro.<br />

«Ho nutrito lo spirito», disse Meredith, abbassando lo<br />

sguardo sulla sua candela marrone, ancora accesa, «ma<br />

ora caccio via la mia gelosia».<br />

Le sue parole avevano il timbro della verità e la<br />

candela si spense.<br />

Lo spirito rabbrividì e fece una smorfia, contraendo le<br />

dita con rabbia. Il rosso intenso della rosa nel suo petto<br />

sbiadì per un istante, assumendo una tonalità rosa<br />

scuro, prima di tornare a un vibrante cremisi. Ma… non<br />

sembrava sconfitto, solo un po’ irritato. Non distolse lo<br />

sguardo neanche per un attimo dalla signora Flowers, e


continuò a tendere i muscoli scolpiti nel ghiaccio,<br />

cercando di avanzare.<br />

Le candele si erano spente quasi tutte. Solo due<br />

fiammelle tremolavano ancora, sulla candela blu e sulla<br />

rossa, solo due vittime nutrivano ancora lo spirito con la<br />

loro gelosia.<br />

Eppure, dato che quasi tutte le sue vittime gli erano<br />

state strappate via, lo spirito non avrebbe dovuto<br />

indebolirsi? Non avrebbe dovuto lottare per<br />

sopravvivere o, perlomeno, essere un po’ malandato?<br />

Elena si girò a guardare Alaric. «Alaric», sussurrò.<br />

«Che cosa dice il libro? L’incantesimo non dovrebbe<br />

già aver cominciato a distruggere lo spirito?».<br />

Alaric stava osservando la silenziosa resa dei conti fra<br />

lo spirito e la signora Flowers, con i pugni tesi e i<br />

muscoli contratti, come se potesse in qualche modo<br />

prestare la propria forza alla vecchia signora, così gli ci<br />

volle un po’ di tempo – Tempo che non abbiamo,<br />

pensò furiosa Elena – per accorgersi che gli stava<br />

parlando. Dopo che lei gli ebbe ripetuto la domanda,<br />

Alaric osservò lo spirito con occhio più analitico e nel<br />

suo sguardo sorse una preoccupazione nuova.


«Non ne sono del tutto certo», disse, «ma il libro<br />

suggerisce… C’è scritto qualcosa del tipo: “Ogni parola<br />

pronunciata con sincerità, ogni emozione negativa<br />

soppressa con convinzione restituirà alle vittime la vita<br />

che lo spirito ha rubato dai loro pensieri e azioni. Ogni<br />

parola sincera pronunciata contro di lui lo sbriciolerà”.<br />

Potrebbe essere solo retorica, oppure l’autore non ha<br />

mai assistito al rituale di persona, ma ne ha solo sentito<br />

parlare. Tuttavia, sembra…». Esitò.<br />

«Sembra che l’incantesimo avrebbe già dovuto<br />

ucciderlo», disse Elena in tono piatto. «E sembra che<br />

non stia funzionando».<br />

«Non capisco cosa potrebbe essere andato storto»,<br />

commentò Alaric con aria infelice.<br />

D’un tratto Elena cambiò prospettiva e vide tutto con<br />

chiarezza.<br />

«Io l’ho capito», disse. «Deve essere perché non è<br />

uno spirito comune, ma un Originario. Non l’abbiamo<br />

creato con le nostre emozioni, quindi non basta<br />

sottrargliele per distruggerlo. Penso che dovremo<br />

tentare qualcos’altro».<br />

Stefan e Damon erano ancora avvinghiati nella lotta.


Erano entrambi malconci e coperti di sangue. Stefan si<br />

muoveva come se qualche organo interno fosse stato<br />

danneggiato e il braccio ferito pendeva con<br />

un’angolatura innaturale, eppure continuava a lottare<br />

con la stessa ferocia del fratello.<br />

Elena dedusse che ora si stavano attaccando di loro<br />

iniziativa. Lo spirito, assorto nella battaglia con la<br />

signora Flowers, non stava più mormorando velenose<br />

parole d’incoraggiamento. Se Damon e Stefan non<br />

erano più sedotti dalla voce di Gelosia, forse potevano<br />

essere persuasi ad ascoltare qualcun altro. Elena,<br />

cercando di non attirare l’attenzione dello spirito, si<br />

avvicinò ai due lottatori.<br />

Damon sanguinava dal collo e da un lungo sfregio sulla<br />

testa e aveva lividi intorno agli occhi. Zoppicava, ma<br />

stava chiaramente avendo la meglio. Stefan girava<br />

intorno al fratello con circospezione, mantenendosi a<br />

debita distanza, curvo in avanti per proteggere le gravi<br />

ferite interne e aveva un lungo lembo di pelle strappata<br />

che gli pendeva dalla guancia.<br />

Damon lo guardava con un sorriso feroce,<br />

avvicinandosi poco a poco. Nei suoi occhi c’era una


prontezza di riflessi che esprimeva appieno la sua natura<br />

di predatore, il piacere di cacciare e uccidere. Elena<br />

comprese che, nell’euforia della battaglia, doveva aver<br />

dimenticato contro chi stava combattendo. Non si<br />

sarebbe mai perdonato, quando fosse tornato in sé, di<br />

aver ferito gravemente Stefan, o di averlo ucciso.<br />

Anche se, le sussurrò una voce interiore, una parte di<br />

lui l’ha sempre desiderato.<br />

Elena ignorò il pensiero. Forse una parte di lui voleva<br />

far del male a Stefan, ma il vero, integro Damon non lo<br />

voleva. Se c’era qualcosa che aveva imparato dalla<br />

lotta contro lo spirito, era che i sentimenti negativi che<br />

ognuno nasconde nel profondo dell’anima non<br />

rappresentano ciò che una persona è realmente. Quei<br />

sentimenti non definiscono la vera personalità di un<br />

individuo.<br />

«Damon», gridò. «Damon, pensa! Lo spirito ti sta<br />

influenzando. È lui che ti spinge a combattere». Avvertì<br />

la propria voce diventare più alta e implorante. «Non<br />

lasciarti battere da lui. Non permettere che ti distrugga».<br />

Damon non diede segno di averla udita. Aveva ancora<br />

quel sorriso bestiale e stringeva il cerchio intorno al


fratello, spingendolo sempre di più verso un angolo del<br />

garage. Presto Stefan sarebbe stato in trappola e non<br />

avrebbe avuto più vie di fuga.<br />

E, intravedendo un’espressione di sfida sul povero,<br />

martoriato volto di Stefan, Elena comprese che non<br />

sarebbe fuggito, neanche se Damon gliene avesse dato<br />

la possibilità. Ormai era dominato solo dai sentimenti di<br />

odio verso il fratello.<br />

Stefan scoprì i denti in un ringhio feroce. Damon tirò<br />

indietro il pugno per preparare un colpo potente e<br />

allungò i canini, pregustando il sangue del fratello.<br />

Più veloce di quanto fosse mai stata in tutta la sua vita,<br />

almeno da umana, Elena si gettò fra loro mentre Damon<br />

sferrava il pugno. Chiudendo forte gli occhi, allargò le<br />

braccia per proteggere Stefan e attese l’impatto.<br />

Quando Elena, con un salto, si interpose fra lui e<br />

Stefan, Damon si muoveva a una tale velocità che nello<br />

slancio aveva proteso tutto il corpo. Con la sua forza<br />

sovrumana, quel pugno le avrebbe frantumato le ossa e<br />

distrutto la faccia.<br />

Ma Damon si fermò in tempo, come solo un vampiro<br />

può fare. Elena sentì lo spostamento d’aria provocato


dal colpo, sentì persino le nocche che le sfioravano il<br />

viso, ma non provò alcun dolore.<br />

Aprì gli occhi con cautela. Damon era pronto a<br />

colpire, i muscoli contratti, un braccio ancora alzato.<br />

Ansimava forte e c’era una strana luce nei suoi occhi.<br />

Elena gli restituì lo sguardo.<br />

Era un briciolo di sollievo quello che gli brillava negli<br />

occhi? Pensava di sì. La domanda era: Damon era<br />

sollevato perché si era fermato prima di ucciderla o<br />

perché lei gli aveva impedito di uccidere Stefan? Di<br />

certo avrebbe potuto toglierla di mezzo e attaccare di<br />

nuovo il fratello se davvero avesse voluto.<br />

Elena colse l’occasione e si protese verso Damon,<br />

avviluppando le nocche ferite nella sua piccola mano.<br />

Lui non si oppose mentre lei gli abbassava il pugno sul<br />

fianco e si lasciò manovrare passivamente.<br />

«Damon», disse Elena con dolcezza. «Damon, ora<br />

puoi fermarti». Lui socchiuse gli occhi. Elena era certa<br />

che potesse sentirla, ma Damon stringeva le labbra con<br />

un’espressione feroce e non rispose.<br />

Senza lasciargli andare la mano, Elena si volse verso<br />

Stefan. Era vicino, dietro di lei, e guardava fisso il


fratello. Ansimava e si pulì distrattamente la bocca con il<br />

dorso della mano, spargendo il sangue sul viso. Elena gli<br />

prese la mano appiccicosa di sangue.<br />

Sentì che Damon aveva irrigidito le dita e, voltandosi<br />

verso di lui, vide che le stava osservando l’altra mano,<br />

quella che stringeva il pugno del fratello. Anche Stefan<br />

guardò nello stesso punto e gli angoli della sua bocca<br />

gonfia si sollevarono in un sorriso amaro.<br />

Dietro di loro, lo spirito ringhiò mentre lottava contro il<br />

potere della signora Flowers. La sua voce pareva più<br />

forte e rabbiosa.<br />

«Sentite», disse con urgenza, guardando dall’uno<br />

all’altro. «Lo spirito non si occupa di voi ora, quindi<br />

potete pensare per conto vostro. Ma la signora Flowers<br />

non riuscirà a trattenerlo a lungo. Dovete farlo, dovete<br />

usare la testa adesso, invece di usare solo le mani.<br />

Devo dirvi… Uhm». Si schiarì la gola, sentendosi in<br />

imbarazzo. «Non ve l’ho mai detto, ma quando Klaus<br />

mi teneva prigioniera, dopo la morte di Katherine, mi<br />

mostrava spesso… delle immagini. Ricordi, presumo. I<br />

ricordi di Katherine. Ricordi di quando eravate umani e<br />

stavate con lei. Di quando eravate giovani, vivi e


innamorati. Vedevo quanto profondo fosse il vostro<br />

amore per lei. Lo odiavo, odiavo la verità di<br />

quell’amore. E sapevo che all’inizio vi eravate accorti di<br />

me solo a causa dell’amore che avevate per lei. Questo<br />

mi ha sempre turbata un po’, anche se so che adesso<br />

l’amore che provate per me è più profondo».<br />

La guardavano entrambi e Stefan schiuse le labbra per<br />

parlare. Elena scosse bruscamente la testa e continuò.<br />

«No, lasciatemi finire. Ho detto che mi turbava un po’.<br />

Non mi ha distrutta e non ha cambiato ciò che sento…<br />

per tutti e due. So che vi siete accorti di me perché vi<br />

ricordavo Katherine, ma so anche che superato quel<br />

momento, entrambi avete salvato me, Elena. E in me<br />

non vedete più lei».<br />

Doveva avventurarsi su un terreno pericoloso, quindi<br />

procedette con cautela, cercando di presentare le sue<br />

argomentazioni con logica e tatto. «Dicevo, è una cosa<br />

che so per certo, no? Ma quando lo spirito mi ha<br />

parlato, ha riportato a galla le vecchie gelosie, le ha<br />

riaccese. Anche le altre cose che mi ha detto sono in<br />

parte vere. Sì, a volte sono invidiosa delle ragazze che<br />

hanno…», non riuscì a trattenere un sorriso, «una


normale vita amorosa. Ma nei momenti di lucidità so<br />

che non vorrei essere come loro. Quello che ho è<br />

straordinario, anche se è difficile». Deglutì. «E so anche<br />

che le cose che lo spirito vi ha detto sono in parte vere.<br />

Siete gelosi l’uno dell’altro. Certi eventi del passato vi<br />

fanno ancora arrabbiare e vi sconvolge che io ami<br />

entrambi. Ma so anche che questo non è tutto. Non è<br />

neanche la cosa più importante. Non più. Le cose sono<br />

cambiate da quando gelosia e rabbia erano gli unici<br />

sentimenti che provavate l’uno per l’altro. Avete<br />

lavorato insieme e vi siete guardati le spalle a vicenda.<br />

Siete tornati a essere fratelli».<br />

Guardò Damon negli occhi, in cerca di una reazione.<br />

«Damon, Stefan era devastato quando pensava che<br />

fossi morto. Sei suo fratello, ti vuole bene, non sapeva<br />

più cosa fare senza di te. Sei una parte importante della<br />

sua vita, passata e presente. Sei l’unico che gli sia<br />

rimasto accanto sempre».<br />

Si girò a guardare Stefan. «Stefan, Damon non ti ha<br />

nascosto di essere ancora vivo per farti soffrire o per<br />

liberarsi di te o per qualunque motivo ti abbia fatto<br />

credere lo spirito. Voleva poter tornare nel modo e nel


momento che riteneva giusti per farti capire che le cose<br />

sarebbero andate diversamente fra voi. Che lui era in<br />

grado di cambiare. Ed era per te che voleva cambiare.<br />

Non per me. Per te. Sei suo fratello, ti vuole bene e<br />

vuole che le cose vadano meglio tra voi».<br />

Elena s’interruppe per prendere fiato e valutare<br />

l’effetto delle sue parole sui due fratelli, sempre che ne<br />

avessero avuto uno. Perlomeno, al momento non<br />

stavano cercando di ammazzarsi. Era un buon segno,<br />

probabilmente. Si fissavano con un’espressione<br />

indecifrabile. Damon si leccò il sangue dalle labbra.<br />

Stefan sollevò il braccio e sfiorò con cautela gli squarci<br />

sul viso e sul petto. Nessuno dei due parlò. Esisteva<br />

ancora un legame tra loro? Negli occhi neri Damon<br />

aveva un’espressione quasi tenera mentre guardava le<br />

ferite sul collo del fratello.<br />

Elena li lasciò andare e alzò le mani. «Bene», disse.<br />

«Se riuscite a perdonarvi, dovete solo pensare a questo:<br />

lo spirito vuole che combattiate. Vuole che vi uccidiate,<br />

che continuiate a odiarvi. La vostra gelosia lo nutre. Se<br />

c’è una cosa che so di voi – di entrambi – è che non<br />

avete mai dato ai vostri nemici quello che volevano,


neanche se fosse servito a salvarvi la vita. Avete<br />

intenzione di soccombere ai voleri di questo spirito, di<br />

questo mostro manipolatore? Sarà lui a controllarvi o<br />

sarete voi a controllare lui? Volete davvero uccidere<br />

vostro fratello per compiacere qualcun altro?».<br />

In quello stesso istante, Damon e Stefan batterono le<br />

palpebre.<br />

Dopo qualche secondo, Stefan si schiarì la gola,<br />

imbarazzato. «Sono felice che tu non sia morto,<br />

dopotutto», ammise.<br />

Damon fece un mezzo sorriso. «Sono contento di non<br />

essere riuscito ad ammazzarti oggi, fratellino», rispose.<br />

A quanto pareva, era tutto ciò che avevano da dirsi.<br />

Sostennero l’uno lo sguardo dell’altro ancora per<br />

qualche secondo, poi si girarono verso Elena.<br />

«Allora», disse Damon, con un sorriso selvaggio e<br />

temerario che Elena riconobbe. Damon l’inarrestabile,<br />

Damon l’antieroe era tornato. «Come la facciamo fuori<br />

questa stronza?».<br />

La signora Flowers e lo spirito erano ancora presi<br />

dalla loro silenziosa e immobile battaglia. Ma la donna<br />

stava perdendo terreno. Lo spirito aveva spalancato le


accia, assumendo una posizione più vantaggiosa.<br />

Poco a poco stava riacquistando la capacità di<br />

muoversi, mentre le mani e le braccia della signora<br />

Flowers tremavano per lo sforzo. Il suo volto era<br />

pallido e le rughe intorno alla bocca sembravano più<br />

profonde.<br />

«Dobbiamo sbrigarci», disse Elena ai due vampiri.<br />

Aggirarono lo spirito e la signora Flowers e si unirono<br />

agli altri, che li guardarono avvicinarsi, pallidi e<br />

diffidenti. Solo due candele ardevano ancora davanti a<br />

loro.<br />

«Stefan», disse Elena. «Vai».<br />

Stefan fissò la candela blu scuro che bruciava ancora<br />

sul pavimento del garage. «A quanto pare, sono stato<br />

geloso di parecchia gente, ultimamente», disse con<br />

palese imbarazzo. «Ero geloso di Matt, perché la sua<br />

vita mi sembrava così semplice e buona, perché sapevo<br />

che avrebbe potuto liberare Elena dalle ombre e darle<br />

l’esistenza priva di complicazioni che meritava. Ero<br />

geloso di Caleb, perché sembrava il tipico ragazzo<br />

d’oro, perfetto per Elena, tanto che sono stato<br />

diffidente nei suoi confronti prima di averne motivo,


poiché credevo che lui le andasse dietro. E soprattutto,<br />

ero geloso di Damon».<br />

Distolse gli occhi dalla candela e li portò sul volto del<br />

fratello. Damon rispose con uno sguardo indecifrabile.<br />

«Suppongo di essere stato sempre geloso di lui. Lo<br />

spirito diceva la verità. Quando eravamo vivi, lui era più<br />

grande, più veloce, più forte e più raffinato di me.<br />

Quando siamo morti», al ricordo le sue labbra si<br />

curvarono in un sorriso amaro, «la situazione è solo<br />

peggiorata. E anche negli ultimi tempi, quando io e<br />

Damon abbiamo scoperto di poter lavorare insieme,<br />

non sopportavo la sua intimità con Elena. Lui<br />

possedeva una parte del suo cuore, una parte da cui<br />

ero escluso. È difficile non essere gelosi di questo».<br />

Stefan sospirò e si strofinò il naso fra il pollice e<br />

l’indice. «Il fatto è, comunque, che amo mio fratello.<br />

Davvero». Alzò lo sguardo su Damon. «Ti voglio bene.<br />

Te ne ho sempre voluto, anche nei nostri momenti<br />

peggiori. Persino quando volevamo solo ammazzarci.<br />

Elena ha ragione: siamo più delle nostre parti peggiori.<br />

Ho nutrito lo spirito, ma ora caccio via la mia gelosia».<br />

La candela blu tremolò e si spense. Elena, che stava


osservando lo spirito con attenzione, vide che la rosa<br />

nel suo petto era impallidita per un istante. Lo spirito si<br />

ritrasse e ringhiò, poi riprese la sua lotta contro<br />

l’incantesimo della signora Flowers. Si divincolò con<br />

violenza e la vecchia barcollò indietro.«Ora!», bisbigliò<br />

Elena a Damon, lanciandogli un’occhiata significativa e<br />

rimpiangendo come non mai di aver perso il potere<br />

della telepatia. Distraila, sperò di aver detto con lo<br />

sguardo.<br />

Damon annuì una volta, come per dire che aveva colto<br />

il messaggio, poi si schiarì rumorosamente la voce,<br />

attirando l’attenzione di tutti, e prese la candela rosso<br />

scuro, l’unica ancora accesa. Picchettando le dita sulla<br />

candela lasciò una linea di sangue e mantenne per<br />

qualche secondo una posa pensierosa, col capo chino,<br />

le lunghe ciglia scure che gli sfioravano le guance. Stava<br />

spremendo il potenziale drammatico di quella situazione<br />

fino all’ultima goccia.<br />

Quando gli occhi di tutti si fissarono su si lui, Elena<br />

sfiorò Stefan e gli fece segno di aiutarla ad attaccare lo<br />

spirito da entrambi i lati.<br />

«Sono stato geloso», intonò Damon, fissando la


fiamma della candela che aveva in mano. Sollevò gli<br />

occhi di scatto per guardare Elena, che gli fece un<br />

cenno d’incoraggiamento.<br />

«Sono stato geloso», ripeté, aggrottando la fronte.<br />

«Ho desiderato ciò che aveva mio fratello, più e più<br />

volte».<br />

Elena si avvicinò furtivamente allo spirito, avanzando<br />

da destra. Vide che Stefan, a piccoli passi, si avvicinava<br />

da sinistra.<br />

Anche la signora Flowers li vide. Elena lo capì perché<br />

la donna aveva alzato leggermente un sopracciglio e<br />

aveva cominciato a mormorare il suo incantesimo con<br />

rinnovato vigore. Anche Damon alzò la voce: tutti in<br />

quella stanza si contendevano l’attenzione di Gelosia<br />

per impedirle di accorgersi del complotto di Stefan ed<br />

Elena.<br />

«Non c’è bisogno che entri nei dettagli del mio<br />

passato», disse Damon, e sul volto ferito apparve il<br />

tipico sorriso compiaciuto, un sorriso che Elena trovò<br />

stranamente rassicurante. «Oggi se n’è parlato fin<br />

troppo. Sarà sufficiente dire che ci sono cose di cui…<br />

mi pento. Cose che vorrei non accadessero più in


futuro». Fece una pausa per accrescere la tensione,<br />

gettando indietro la testa con fierezza. «Dunque<br />

ammetto di aver nutrito lo spirito. E ora caccio via la<br />

mia gelosia».<br />

Nel momento stesso in cui la candela di Damon si<br />

spense – ed Elena ringraziò il cielo che si fosse spenta,<br />

poiché Damon era incline ad aggrapparsi ai suoi<br />

peggiori impulsi – la rosa nel petto dello spirito impallidì<br />

di nuovo, assumendo una tonalità rosa scuro. Gelosia<br />

ringhiò e vacillò leggermente. In quello stesso istante,<br />

Stefan saltò, mirando allo squarcio lungo il petto dello<br />

spirito, vi infilò la mano e afferrò la rosa.<br />

Mentre Stefan stringeva la rosa, dalla ferita zampillò<br />

uno spruzzo di liquido verde e vischioso e lo spirito<br />

urlò, un lungo, spettrale ululato che fece rabbrividire tutti<br />

gli umani. Bonnie si coprì le orecchie con le mani e<br />

Celia gemette.<br />

Per un attimo, Elena pensò che avrebbero vinto<br />

facilmente, che attaccando la rosa nel petto dello<br />

spirito, Stefan l’avesse sconfitto. Ma lo spirito si<br />

raddrizzò e, flettendo i muscoli, si liberò del controllo<br />

della signora Flowers, poi con un movimento fluido si


strappò di dosso il vampiro e lo gettò contro il muro del<br />

garage. La mano che Stefan tirò fuori dal suo petto era<br />

vuota.<br />

Stefan colpì il muro con un tonfo sordo, scivolò a terra<br />

e giacque immobile. Visibilmente sfinita dalla battaglia<br />

contro lo spirito, anche la signora Flowers si afflosciò e<br />

Matt corse a prenderla fra le braccia prima che cadesse<br />

a terra.<br />

Lo spirito rivolse a Damon un sorriso sornione,<br />

mostrando i denti aguzzi. Negli occhi chiari come<br />

ghiacciai si accese un bagliore sinistro.<br />

«È ora di andare, Damon», disse Gelosia con<br />

dolcezza. «Sei il più forte qui. Tu sei migliore di loro, sei<br />

migliore di tutti gli altri. Ma l’oggetto delle loro blandizie<br />

sarà sempre Stefan, il tuo smidollato, viziato, inutile<br />

fratellino. Per quanto grandi siano le tue gesta, nessuno<br />

avrà per te le attenzioni che questi mortali hanno per lui.<br />

Le attenzioni che tutti, per centinaia di anni, hanno<br />

sempre avuto per Stefan. Dovresti lasciarteli alle spalle.<br />

Farli soffrire. Perché non lasciarli nei guai? Loro lo<br />

farebbero con te. Elena e i suoi amici hanno viaggiato<br />

fra le dimensioni, affrontato la schiavitù, sfidato i pericoli


più gravi per salvare Stefan, ma ti hanno lasciato morire<br />

e hanno abbandonato il tuo corpo, lontano da casa.<br />

Sono tornati qui ed erano felici senza di te. Quale lealtà<br />

devi loro?».<br />

Damon, con il volto nell’ombra ora che tutte le<br />

candele erano spente, emise un’amara, tetra risata. I<br />

suoi occhi neri brillarono nell’oscurità, fissi su quelli<br />

chiari dello spirito. Cadde un lungo silenzio ed Elena<br />

trattenne il respiro.<br />

Damon fece un passo avanti, tenendo ancora la<br />

candela in mano. «Non ricordi?», disse, con freddezza.<br />

«Ti ho cacciato via».<br />

E a velocità sovrumana, prima che gli altri potessero<br />

battere ciglio, riaccese la candela con un guizzo di<br />

Potere e, con un gesto preciso e secco, la scagliò<br />

contro il volto dello spirito.


14<br />

Elena fece un salto indietro appena lo spirito prese<br />

fuoco. Era così vicina che il calore delle fiamme le arse<br />

le guance, e sentì l’odore dei propri capelli<br />

bruciacchiati.<br />

Riparandosi il viso con le mani, si avvicinò<br />

furtivamente allo spirito, cercando di non farsi sentire.<br />

Le tremavano le gambe, ma si fece forza e avanzò a<br />

passi misurati e decisi.<br />

Cercava di non guardare né pensare al corpo di<br />

Stefan raggomitolato sul pavimento del garage, come<br />

prima, quando era stato necessario mantenere la calma<br />

per riflettere, aveva evitato di osservare la lotta fra i due<br />

fratelli.<br />

D’un tratto ci fu un’esplosione e le fiamme si<br />

ravvivarono. Per qualche entusiasmante secondo, Elena<br />

osò sperare che fosse stato Damon. Lo spirito stava


uciando. Di certo, nessuna creatura di ghiaccio<br />

avrebbe potuto sopportarlo.<br />

Poi si accorse che lo spirito non stava solo bruciando.<br />

Stava ridendo.<br />

«Sciocco», disse lo spirito a Damon, a bassa voce,<br />

quasi con tenerezza. «Credi che il fuoco possa<br />

danneggiare me? La gelosia brucia più calda del fuoco<br />

e più fredda del ghiaccio. Tu più di tutti dovresti<br />

saperlo, Damon». Emise la sua strana risata argentina.<br />

«Riesco a percepire la gelosia, la rabbia che dentro di<br />

te brucia in continuazione, Damon, e le fiamme sono<br />

così calde che sento l’odore dell’odio e della<br />

disperazione sempre vivi nel tuo cuore. Il tuo meschino<br />

risentimento, le tue vili sfuriate placano la mia fame e la<br />

mia sete. Ti aggrappi a questi sentimenti, li sorvegli<br />

come tesori. Forse sei riuscito a espellere una piccola<br />

parte delle migliaia di offese che ti bruciano dentro, ma<br />

non riuscirai mai a liberarti di me».<br />

Ai piedi dello spirito si accesero piccole fiammelle<br />

azzurre, che si diffusero velocemente sul pavimento del<br />

garage. Elena le guardò con orrore: si trattava delle<br />

tracce di benzina lasciate dalla vecchia automobile della


signora Flowers? O era la malvagità dello spirito che<br />

prendeva corpo, spargendo fiamme in mezzo a loro?<br />

Non era davvero importante. Ciò che contava era che<br />

il garage stava andando a fuoco e che loro, a differenza<br />

dello spirito, non erano insensibili alle fiamme.<br />

Cominciarono a tossire, mentre il fumo riempiva lo<br />

spazio umido e angusto. Si coprì il naso e la bocca con<br />

le mani.<br />

Damon le passò accanto come un lampo, ringhiò e<br />

saltò, mirando alla gola dello spirito.<br />

Anche in quella terribile situazione, Elena non poté<br />

fare a meno di ammirare la sua grazia e la sua velocità.<br />

Il vampiro si scontrò con lo spirito e lo mandò al<br />

tappeto, poi indietreggiò, proteggendosi il viso con il<br />

braccio coperto dalla giacca di pelle. Il fuoco, ricordò<br />

Elena con un sussulto di terrore. Il fuoco è una delle<br />

poche cose che può uccidere un vampiro.<br />

Il fumo le faceva lacrimare gli occhi, ma si sforzò di<br />

tenerli aperti e si avvicinò allo spirito, che si era rialzato,<br />

cercando di prendere alle spalle l’avversario. Sentiva le<br />

urla dei suoi amici, ma si concentrò sulla lotta.<br />

Lo spirito era più impacciato nei movimenti e non


aggredì subito Damon. Attraverso le fiamme, Elena vide<br />

che del denso fluido verde usciva ancora dalla ferita<br />

inferta da Meredith e gocciolava lungo il torace di vetro.<br />

Quando venivano a contatto con il liquido, le fiamme<br />

assumevano una tonalità verde-blu.<br />

Damon attaccò di nuovo lo spirito, ma questi se lo<br />

scrollò di dosso con un’alzata di spalle. Girarono cauti<br />

l’uno intorno all’altro, ringhiando. Elena si affannava<br />

intorno a loro, cercando di non essere d’intralcio a<br />

Damon e, allo stesso tempo, di capire come aiutarlo.<br />

Un crepitio proveniente dall’altra parte del garage la<br />

distrasse per un attimo. Si voltò e vide che le fiamme si<br />

stavano arrampicando sulla parete opposta, lambendo<br />

gli scaffali di legno che circondavano la stanza. Non<br />

vide cosa era successo nel frattempo dall’altra parte,<br />

ma d’un tratto scorse Damon che scivolava sulla<br />

schiena con una violenta ustione rosso vivo sulla<br />

guancia.<br />

Damon si rialzò subito in piedi e tornò all’attacco,<br />

agile e furtivo, ma nei suoi occhi ardeva una luce<br />

selvaggia che inquietò Elena. Benché fosse ferito, lo<br />

spirito era più forte di lui. Inoltre, dopo il lungo scontro


con il fratello, le riserve di Damon dovevano essere<br />

limitate. Tentava mosse sempre più avventate. Elena si<br />

fece coraggio e si avvicinò di nuovo allo spirito, fin dove<br />

riusciva a sopportare il calore delle fiamme. Gelosia si<br />

voltò un attimo a guardarla, poi tornò a concentrarsi<br />

sulla minaccia più forte.<br />

Si avventò contro Damon, con le braccia spalancate e<br />

avvolte dalle fiamme e un sorriso di gioia selvaggia sulla<br />

faccia.<br />

D’un tratto, al fianco di Damon apparve Meredith.<br />

Era pallida e solenne come una giovane martire, le<br />

labbra tese e lo sguardo vigile, ma si muoveva più<br />

veloce di un fulmine. Il suo bastone tagliò l’aria a una<br />

velocità che quasi sfuggiva alla vista, lasciando un altro<br />

lungo squarcio nello stomaco dello spirito. La creatura<br />

urlò e le fiamme intorno al busto sibilarono, ravvivate<br />

dal fluido verde che sgorgava dalla ferita.<br />

Ma lo spirito restò in piedi. Ringhiava e tentava di<br />

afferrare Meredith, che retrocedeva, agile e aggraziata<br />

come una danzatrice, restando fuori dalla sua portata.<br />

Meredith e Damon si scambiarono uno sguardo<br />

d’intesa e si avvicinarono allo spirito, cercando di


prenderlo uno da destra, l’altra da sinistra, in modo che<br />

non potesse tenere d’occhio entrambi allo stesso<br />

tempo. Damon colpì Gelosia, sferrandole un pugno<br />

rapido e potente, ma ritrasse la mano arrossata e<br />

coperta di vesciche. Meredith sollevò di nuovo il<br />

bastone, cercando di colpire lo spirito al braccio e<br />

riuscendo solo a tagliare un filo di fumo.<br />

Si udì uno schianto quando uno scaffale in fiamme<br />

crollò sul pavimento. Il fumo divenne più denso. Elena<br />

sentì tossire Bonnie e Matt, distanti dallo scontro.<br />

Continuò ad avvicinarsi allo spirito, cercando di<br />

prenderlo alle spalle, senza dare fastidio a Meredith e<br />

Damon. Gelosia emanava il calore di un falò.<br />

Meredith e Damon si muovevano in coppia, con un<br />

sincronismo così perfetto che sembrava avessero<br />

provato, e mentre danzavano avanti e indietro,<br />

sferravano colpi che a volte andavano a segno, ma più<br />

spesso fendevano un ricciolo di fumo o di nebbia,<br />

poiché le parti del corpo dello spirito mutavano di<br />

continuo da solide a incorporee.<br />

D’un tratto risuonò una voce. «Impera te desistere».<br />

La signora Flowers si sporse in avanti, sorretta da Matt


e Alaric. Tuttavia, i suoi occhi erano limpidi e la sua<br />

voce ferma. Intorno a lei l’aria crepitava di Potere.<br />

Lo spirito rallentò solo un po’, esitando forse meno di<br />

mezzo secondo prima di riprendere gli affondi e le<br />

trasformazioni. Quell’esitazione fece la differenza.<br />

Damon e Meredith riuscirono a mandare a segno più<br />

colpi e a schivare meglio quelli dello spirito.<br />

Sarebbe bastato? Gelosia si ritraeva quando i colpi<br />

andavano a segno, e dalle ferite inferte dal bastone<br />

usciva un orribile fiotto di sangue viscido e verdognolo,<br />

ma restava ferma sulle gambe, mentre Damon e<br />

Meredith, soffocati dal fumo, erano scossi da accessi di<br />

tosse spasmodica e, barcollando, rifuggivano le fiamme.<br />

La rosa nel suo petto pulsava ancora di un vivido rosso<br />

scuro. Elena emise un sospiro di frustrazione e<br />

ricominciò subito a tossire. Lo spirito si muoveva in<br />

continuazione, impedendole di afferrare il suo cuorerosa.<br />

Meredith sferrò un altro fendente, ma stavolta il<br />

bastone affondò in uno sbuffo di fumo e lo spirito ne<br />

afferrò la punta con una mano, spingendola verso<br />

Damon. Scontrandosi, caddero pesantemente a terra e


lo spirito, ancora leggermente paralizzato<br />

dall’incantesimo della signora Flowers, si trascinò a<br />

fatica verso di loro.<br />

«Ero invidiosa di Meredith per la sua intelligenza!»,<br />

urlò Bonnie. Aveva il volto macchiato di fumo e lacrime<br />

e appariva terribilmente piccola e fragile, ma urlava a<br />

pieni polmoni, con la schiena dritta e a testa alta. «So<br />

che a scuola non sarò mai brava quanto lei, ma va bene.<br />

Caccio via la mia gelosia!».<br />

Per un attimo, il colore della rosa si smorzò in un rosa<br />

scuro e lo spirito vacillò, anche se in maniera<br />

impercettibile. Gelosia guardò Bonnie e sibilò. Era solo<br />

una breve pausa nella sua avanzata, ma bastò perché<br />

Damon scattasse in piedi. Si parò davanti a Meredith,<br />

facendole da scudo mentre si tirava su. Senza nemmeno<br />

guardarsi, Meredith e Damon ricominciarono a girare<br />

intorno allo spirito, per attaccarlo da direzioni opposte.<br />

«Ero invidioso perché i miei amici erano più ricchi di<br />

me!», urlò Matt. «Ma caccio via la mia gelosia!».<br />

«Invidiavo la sincerità con cui Alaric credeva in eventi<br />

non ancora provati, e poi è venuto fuori che aveva<br />

ragione!», strillò Celia. «Ma caccio via la mia gelosia!».


«Invidiavo i vestiti di Elena!», gridò Bonnie. «Sono<br />

troppo bassa e non mi sta bene quasi niente! Ma caccio<br />

via la mia gelosia!».<br />

Damon diede un calcio allo spirito, tirando subito<br />

indietro la gamba fumante. Meredith sferrò un fendente<br />

con il bastone. La signora Flowers cantilenò in latino e<br />

Alaric si unì a lei, con la voce di basso che faceva da<br />

contrappunto a quella della donna, rinforzando<br />

l’incantesimo. Bonnie, Celia e Matt continuavano a<br />

gridare, rivangando piccole gelosie e risentimenti di cui,<br />

probabilmente, erano a stento consapevoli, scacciandoli<br />

dal loro cuore per tempestare lo spirito di piccoli colpi.<br />

E per la prima volta lo spirito parve… sconcertato.<br />

Girava lentamente la testa, guardando ora l’uno ora<br />

l’altro dei suoi avversari: Damon che si avvicinava<br />

furtivamente, con il pugno alzato; Meredith che roteava<br />

il bastone con destrezza mentre lo osservava con un<br />

freddo sguardo calcolatore; Alaric e la signora Flowers<br />

che recitavano versi in latino, con le mani alzate;<br />

Bonnie, Matt e Celia che gridavano confessioni come<br />

se lanciassero pietre.<br />

Gli occhi vitrei di Gelosia si posarono brevemente su


Elena, ma sembrò che non si fosse davvero accorta di<br />

lei: ferma e tranquilla in mezzo a quella baraonda, non<br />

era una minaccia.<br />

Era la migliore occasione che Elena avrebbe avuto. Si<br />

fece coraggio e avanzò di qualche passo, ma si<br />

immobilizzò appena lo spirito si girò verso di lei.<br />

Poi, come per miracolo, arrivò Stefan. Si aggrappò<br />

alle spalle dello spirito, mettendogli un braccio intorno al<br />

collo, incurante delle fiamme che gli lambivano la pelle.<br />

La sua maglietta prese fuoco. Per qualche secondo, lo<br />

spirito fu spinto verso Elena, che si ritrovò davanti il suo<br />

busto inerme.<br />

Immerse la mano fra le fiamme senza esitare.<br />

Per un istante, non sentì il calore del fuoco, ma solo il<br />

lieve tocco, quasi fresco, delle fiamme che le guizzavano<br />

intorno alla mano. Non fa così male, ebbe il tempo di<br />

pensare prima di sentire il dolore.<br />

Era pura agonia e chiudendo gli occhi, lampi di<br />

tenebra le esplosero sotto le palpebre. Dovette lottare<br />

per soffocare l’istinto quasi irreprimibile di ritrarre la<br />

mano dal fuoco. Cominciò a tastare il torace dello<br />

spirito, alla ricerca della ferita che Meredith aveva


inferto appena sopra la rosa. Era liscio e scivoloso e la<br />

sua mano cercava alla cieca. Dov’è? Dov’è?<br />

Damon si era gettato nel fuoco al fianco del fratello e<br />

aveva afferrato il collo e le braccia dello spirito,<br />

lasciando esposto il torace perché Elena potesse<br />

continuare la sua ricerca e anche per evitare che lo<br />

spirito si liberasse con uno strattone e la mandasse a<br />

gambe all’aria. Meredith colpì il fianco di Gelosia con il<br />

bastone. Dietro di lei, le voci dei suoi amici si levavano<br />

in un confuso coro di confessioni e incantesimi:<br />

facevano la loro parte per scombussolare e disorientare<br />

lo spirito.<br />

Finalmente Elena trovò la ferita e ci infilò dentro la<br />

mano. L’interno del petto dello spirito era gelido ed<br />

Elena gemette per il contrasto: il freddo era una tortura<br />

dopo tutto quel calore, e le fiamme le lambivano ancora<br />

il braccio e il polso. Il liquido gelido nel petto dello<br />

spirito era così denso che sembrava gelatina. Elena<br />

spinse più a fondo la mano e trovò la rosa. Gelosia urlò<br />

di dolore.<br />

Era un suono orrendo e, nonostante tutto ciò che lo<br />

spirito aveva fatto a lei e ai suoi amici, la ragazza non


poté reprimere un fremito di compassione. Un istante<br />

dopo, le sue dita si chiusero sullo stelo della rosa e<br />

migliaia di spine trafissero la sua carne ustionata.<br />

Ignorando il dolore, Elena estrasse la rosa dal liquido<br />

gelido, poi dalle fiamme, e barcollò all’indietro,<br />

allontanandosi dallo spirito.<br />

Non sapeva di preciso cosa si aspettava che<br />

accadesse. Che lo spirito si liquefacesse come la<br />

perfida Strega dell’Ovest, per esempio, lasciando solo<br />

una nauseabonda pozza di acqua verdastra. Invece<br />

Gelosia la fissò a bocca aperta, con i denti aguzzi e<br />

luccicanti in mostra. Lo squarcio nel petto si era<br />

allargato e il fluido sgocciolava rapidamente, come<br />

l’acqua da un rubinetto lasciato aperto. Le fiamme verdi<br />

si abbassavano sotto i rivoli di sangue che scorrevano<br />

lungo il corpo di ghiaccio e gocciavano sul pavimento.<br />

«Dalla a me», disse Stefan, comparendo al fianco di<br />

Elena. Le prese di mano la rosa e ne strappò i petali,<br />

ora sbiaditi, di un rosa tenue, poi li sparse nel fuoco che<br />

correva lungo le pareti del garage.<br />

Lo spirito lo osservò con un’espressione stordita e<br />

poco a poco le fiamme vive che lo avvolgevano si


assottigliarono, finché non restò che il fumo, e il suo<br />

corpo cominciò lentamente a evaporare. Per un attimo,<br />

rimase sospesa nell’aria davanti a loro un’immagine<br />

fumosa e malevola, che fissava Elena con occhi cupi.<br />

Poi scomparve.


15<br />

Damon fu il primo a muoversi, il che non sorprese<br />

Elena. Con la giacca di pelle bruciata e lunghe ferite da<br />

ustione lungo le braccia e sul viso, oltrepassò gli altri,<br />

camminando tra le fiamme con passo malfermo e<br />

spalancò la porta del garage. Fuori rombavano i tuoni e<br />

pioveva a dirotto.<br />

Nonostante la pioggia, l’incendio divampava con<br />

violenza nel garage e fiamme altissime avvolgevano le<br />

pareti e il tetto del piccolo edificio. Mentre gli altri<br />

uscivano con passo malfermo, Meredith, tossendo,<br />

sollevò il viso verso la pioggia. Matt e Alaric sorressero<br />

la signora Flowers e l’accompagnarono alla sua<br />

macchina. Elena tese le mani avanti, lasciando che la<br />

pioggia battente lavasse via la fuliggine e lenisse le<br />

ustioni. Gli altri si aggiravano non lontano dal garage in<br />

fiamme, ancora storditi.


«Oh, Damon», disse Bonnie. Si fermò per tossire e<br />

ansimò per qualche secondo, poi si chinò con cautela<br />

verso di lui e lo baciò su una guancia. «Sono davvero<br />

felice che tu sia tornato».<br />

«Grazie, pettirosso», disse Damon, dandole una pacca<br />

sulle spalle. «Scusami un attimo; devo occuparmi di una<br />

cosa». Fece un passo avanti e prese Elena per mano.<br />

Da lontano venne il lamento delle sirene, che<br />

annunciava l’approssimarsi delle autopompe e delle<br />

volanti della polizia richiamate dall’incendio.<br />

Damon attirò Elena verso un albero nei pressi<br />

dell’edificio che proiettava lunghe ombre scure. «Su, hai<br />

bisogno di sangue», disse. Si tastò la gola con le dita<br />

annerite, poi sfregò l’unghia contro un’arteria. La sua<br />

giacca di pelle era completamente distrutta; ormai era<br />

coperto solo di stracci e cenere, e le lunghe bruciature<br />

sul viso e sul resto del corpo erano ancora rosse e<br />

infiammate, ma avevano già un aspetto migliore rispetto<br />

a pochi minuti prima.<br />

«Posso farlo io», disse Stefan, che si stava<br />

avvicinando a loro sorreggendosi al muro dell’edificio.<br />

Appariva stanco e malandato, ma anche le sue ferite


stavano già guarendo. «Mi fa sempre piacere che Elena<br />

beva il mio sangue».<br />

«Nessuno ti vieta di partecipare. Ma si è fatta male sul<br />

serio», disse Damon in tono pratico, «e in questo<br />

momento non hai il Potere necessario a guarirla»Elena<br />

cercava di non guardare la mano destra. Anche se non<br />

riusciva a muoverla, non le faceva più tanto male.<br />

Poteva essere un brutto segno. Significava forse che le<br />

sue terminazioni nervose erano morte? Diede una<br />

rapida, ansiosa occhiata alla mano e le si rivoltò lo<br />

stomaco. Quel breve sguardo era bastato a mostrarle la<br />

carne annerita e infiammata, la pelle a brandelli e…<br />

Oddio, pensò, intravedendo un pezzetto d’osso sotto la<br />

carne. Emise un basso, involontario lamento.<br />

«Bevi», disse Damon con impazienza. «Permettimi di<br />

guarirti prima che arrivino e ti portino al reparto<br />

ustioni». Elena era ancora esitante e Damon sospirò e si<br />

girò di nuovo verso il fratello. «Senti», disse,<br />

addolcendo il tono di voce, «non si tratta solo di<br />

Potere. A volte il sangue riguarda la premura verso una<br />

persona».<br />

«Lo so», rispose Stefan, e ammiccò, guardandolo con


aria stanca. «Volevo solo assicurarmi che lo sapessi<br />

anche tu».<br />

Damon storse la bocca in un sorriso sarcastico. «Sono<br />

un uomo fatto e finito, fratellino», disse. «So un sacco di<br />

cose». Si girò di nuovo verso Elena. «Bevi, su», insisté,<br />

e Stefan le sorrise rassicurante.<br />

Elena gli rispose con un cenno del capo prima di<br />

premere la bocca sul collo di Damon. Nell’attimo<br />

stesso in cui assaggiò il suo sangue, si sentì avvolgere<br />

dal calore e la mano smise di farle male. Non sentiva<br />

più il freddo martellare della pioggia sul capo e sulle<br />

spalle, non sentiva nemmeno l’acqua gelida che le<br />

scorreva lungo il corpo. Si sentiva accolta, protetta,<br />

amata e il tempo si fermò, permettendole di trattenere il<br />

respiro.<br />

Damon?, pensò, cercando di entrare in contatto con<br />

la sua mente. Lui non le rispose con le parole, ma con<br />

un’ondata di affetto e premura, di amore<br />

incondizionato. Nonostante lo stordimento, Elena<br />

comprese che c’era qualcosa di nuovo in lui…<br />

In passato, quando lei e Damon avevano lasciato che<br />

le loro menti entrassero in contatto, aveva spesso


sentito che lui tratteneva una parte di sé. Oppure, nelle<br />

rare occasioni in cui aveva oltrepassato le barriere<br />

interiori che lui innalzava contro gli intrusi, aveva trovato<br />

rabbia e risentimento, e un bambino sperduto incatenato<br />

a una roccia.<br />

Ora Elena percepiva solo amore e pace mentre si<br />

congiungeva a Damon. Quando, alla fine, si ritrasse da<br />

lui, non riuscì a tornare subito al mondo reale. Stefan<br />

non era più accanto a loro. Stava ancora piovendo e fra<br />

i capelli, sulle spalle, lungo il collo, le braccia e il resto<br />

del corpo le scorrevano rivoli di acqua fredda. La mano<br />

le faceva male ed era ancora solcata dai brutti segni di<br />

una bruciatura, ma era guarita al punto di non dover<br />

finire sotto i ferri: sarebbero bastati un po’ di unguento e<br />

una fasciatura.<br />

Erano arrivate un paio di autopompe e delle macchine<br />

della polizia, che si erano fermate nel vialetto con le<br />

sirene spiegate e le luci lampeggianti. Vicino al garage,<br />

Elena vide che Meredith aveva lasciato cadere di colpo<br />

il braccio di Stefan, e capì che aveva bevuto dal suo<br />

polso.<br />

Si rese vagamente conto che solo poche ore prima


quel gesto l’avrebbe sconvolta. Pensava che Meredith<br />

non si sarebbe mai degnata di bere il sangue di un<br />

vampiro e che Stefan avesse sempre tenuto in serbo il<br />

suo sangue per lei, come parte del loro legame<br />

esclusivo. Ma in quel momento non riusciva a provare<br />

alcuna emozione a riguardo.<br />

Era come se tutte le barriere fra loro fossero crollate.<br />

Che quel nuovo stato di cose durasse o no, erano tutti<br />

uniti per il momento. Avevano visto il peggio l’uno<br />

dell’altro. Avevano detto la verità e avevano superato<br />

quella brutta avventura. E ora, se Meredith aveva<br />

bisogno di aiuto, era ovvio che Stefan le desse il suo<br />

sangue. Sarebbe stato lo stesso per ognuno di loro.<br />

I vigili del fuoco saltarono giù dal camion e<br />

srotolarono i tubi. Mentre questi badavano a spegnere<br />

l’incendio, una coppia di poliziotti in uniforme e un<br />

uomo che doveva essere il comandante dei vigili del<br />

fuoco si diressero risoluti verso la signora Flowers,<br />

Matt, Alaric, Celia e Bonnie, tutti accalcati in macchina.<br />

Anche Meredith e Stefan si unirono a loro.<br />

«Perché non l’accompagnano dentro casa?», si chiese<br />

d’un tratto Elena ad alta voce e Damon le rivolse uno


sguardo vacuo, sbigottito.<br />

«Non ne ho idea», disse, scandendo le parole. «A me<br />

non è proprio venuto in mente che saremmo potuti<br />

entrare. Immagino che tutti si sentano in dovere di<br />

rimanere fuori per assistere all’incendio. Per assicurarsi<br />

che lo spirito non esca».<br />

«Sembra di essere alla fine del mondo», disse Elena<br />

dolcemente, pensando ad alta voce. «Prima, persino la<br />

pensione sembrava così lontana che semplicemente non<br />

faceva parte del quadro. Ora che sono arrivate altre<br />

persone, il mondo ricomincia a girare».<br />

Damon rispose con un mormorio evasivo. «Faremmo<br />

meglio ad andare là», disse. «Penso che potrebbero<br />

aver bisogno di aiuto». La voce della signora Flowers si<br />

era alzata e aveva assunto un tono indignato, anche se<br />

Elena non riusciva a distinguere le parole. Seguendo il<br />

vampiro, sorrise tra sé: da quando Damon si<br />

preoccupava che qualcuno, oltre a lei, potesse aver<br />

bisogno di aiuto?<br />

Quando si avvicinarono, Elena vide che la signora<br />

Flowers era uscita dall’auto e aveva assunto la sua<br />

migliore espressione da vecchietta squilibrata ed


eccentrica: occhi azzurri spalancati, mani sui fianchi e<br />

Alaric a reggerle l’ombrello.<br />

«Giovanotto!», sbraitò al comandante dei vigili del<br />

fuoco. «Cosa vorrebbe insinuare chiedendomi perché la<br />

mia macchina non è parcheggiata nel garage? Sono<br />

sicura di avere tutto il diritto di distribuire i miei beni<br />

dove mi pare sulla mia proprietà! In che mondo viviamo<br />

se devo essere penalizzata e giudicata perché non seguo<br />

le convenzioni? Lei osa suggerire che io possa aver<br />

previsto in qualche modo l’incendio?»<br />

«Be’, signora, sono cose che succedono. Io non<br />

suggerisco nulla, ma non può impedirci di fare delle<br />

indagini», disse imperturbabile il comandante dei vigili.<br />

«Che ci fanno qui tutti questi ragazzi?», chiese uno dei<br />

poliziotti, dando un’occhiata intorno. I suoi occhi<br />

indugiarono sulla giacca di pelle bruciata di Damon e<br />

sulla chiazza di carne viva che sfregiava la guancia di<br />

Stefan. «Dobbiamo fare una chiacchierata con ognuno<br />

di voi», disse. «Per cominciare, dateci i vostri nomi e<br />

indirizzi».<br />

Stefan fece un passo avanti, guardando negli occhi il<br />

poliziotto. «Sono certo che non sarà necessario», disse


a bassa voce, in tono convincente. Elena sentì che stava<br />

usando il Potere. «L’incendio è scoppiato perché il<br />

garage è stato colpito da un fulmine durante il<br />

temporale. In casa c’erano solo questa donna anziana e<br />

qualche ospite. È tutto così chiaro e semplice che non<br />

c’è bisogno di interrogare nessuno».<br />

Il poliziotto lo guardò perplesso, poi annuì e il suo<br />

volto si rischiarò. «Questi temporali possono provocare<br />

moltissimi danni», rispose.<br />

Il comandante dei vigili del fuoco sbuffò. «Ma di che<br />

sta parlando? Qui intorno non è caduto nessun fulmine».<br />

Stefan spostò lo sguardo su di lui. «Non c’è niente su<br />

cui valga la pena investigare…». Ma l’incanto si ruppe e<br />

i tre uomini presero a guardarlo sospettosi.<br />

Elena comprese che Stefan non aveva abbastanza<br />

Potere per controllare tutti e tre, e che non sarebbe<br />

riuscito a convincere nemmeno uno di loro se restavano<br />

insieme, perché l’uno risvegliava i dubbi dell’altro. Il<br />

volto di Stefan era stanco e tirato. Aveva combattuto<br />

una lunga battaglia – più di una, a dire il vero. E il suo<br />

Potere non era mai molto forte, soprattutto quando non<br />

beveva sangue umano. Se avesse avuto motivo di


preoccuparsi per lei, se avesse saputo di dover<br />

affrontare lo spirito, si sarebbe preparato e<br />

probabilmente avrebbe evitato di bere solo qualche<br />

sorso di sangue animale nei giorni precedenti.<br />

Damon fece un passo avanti. «Signore?», disse con<br />

educazione. Il comandante dei vigili lo guardò. «Se<br />

potessi parlare un attimo con lei in privato, sono sicuro<br />

che potremmo chiarire la faccenda».<br />

L’uomo aggrottò la fronte ma lo seguì nella veranda<br />

sul retro della pensione. Il secondo poliziotto si accodò<br />

a lui. Si misero di fronte a Damon, sotto le luci della<br />

veranda. All’inizio lo guardavano con sospetto, poi,<br />

poco per volta, mentre lo ascoltavano, rilassarono le<br />

spalle e cominciarono ad annuire e a sorridere.<br />

Stefan parlò di nuovo con l’altro poliziotto, a bassa<br />

voce. Elena sapeva che era in grado di influenzare una<br />

persona sola, persino in quello stato.<br />

Meredith e Bonnie erano entrate nell’antiquata<br />

automobile della signora Flowers – Elena sospettava<br />

che fosse più vecchia della sua proprietaria – ed erano<br />

immerse in una conversazione, mentre Alaric e Celia,<br />

sotto l’ombrello, continuavano ad aiutare l’anziana


signora, intenta ad ascoltare il dialogo di Stefan con il<br />

poliziotto, e Matt si aggirava nelle vicinanze.<br />

Elena passò davanti a loro con tranquillità e s’infilò in<br />

macchina, sedendo sul sedile posteriore con Bonnie e<br />

Meredith. Lo sportello si chiuse con un bel rumore<br />

secco, rassicurante, e il sedile di pelle nera produsse<br />

una serie di cigolii e scricchiolii mentre si accomodava.<br />

I riccioli rossi di Bonnie, inzuppati di pioggia, si erano<br />

lisciati e le ciocche bagnate le pendevano dritte sulle<br />

spalle e incollate alla fronte. Aveva il viso sporco di<br />

cenere e gli occhi arrossati, ma rivolse a Elena un<br />

genuino sorriso di gioia. «Abbiamo vinto», disse. «È<br />

scomparso per sempre, non è vero? Ce l’abbiamo<br />

fatta».<br />

Meredith manteneva il suo contegno serio, ma era<br />

esultante e i suoi occhi grigi luccicavano. Aveva ancora<br />

una goccia del sangue di Stefan sulle labbra ed Elena<br />

represse l’impulso di pulirlo. «Sì, abbiamo vinto»,<br />

confermò Meredith. «Siete state straordinarie, tutte e<br />

due. Bonnie, è stato davvero sagace da parte tua<br />

cominciare a confessare piccole gelosie più in fretta<br />

possibile. Sei riuscita a distrarre lo spirito per


permetterci di attaccarlo. Ed Elena…». Deglutì.<br />

«Mettere la mano nel fuoco è stato un vero atto di<br />

coraggio. Come sta?».<br />

Elena tese la mano e fletté le dita davanti a loro. «Gli<br />

incredibili poteri del sangue di vampiro», disse<br />

allegramente. «Molto utile per i postumi di una battaglia,<br />

giusto, Meredith?».<br />

Meredith arrossì per la battuta, poi abbozzò un<br />

sorriso. «Non so», disse. «Mi sembra stupido non<br />

approfittare di tutti i nostri… vantaggi. Mi sento già<br />

meglio».<br />

«Anche tu sei stata fantastica, Meredith», disse<br />

Bonnie. «Combattevi come se stessi danzando. Il modo<br />

in cui usavi il bastone era così aggraziato, forte, bello e<br />

super-tosto».<br />

Elena assentì. «Non sarei mai riuscita a prendere la<br />

rosa se tu non avessi ferito lo spirito».<br />

«Penso che siamo stati tutti fantastici», disse Meredith.<br />

«Si richiama all’ordine la prima riunione della Società di<br />

Mutua Ammirazione degli ex allievi della Robert E. Lee<br />

School».<br />

«Dobbiamo chiamare Matt e dirgli quanto è stato


meraviglioso», disse Bonnie. «E immagino che anche<br />

Stefan faccia parte degli ex allievi, giusto? Penso che<br />

ora che il mondo è cambiato, dovrebbe aver preso il<br />

diploma con noi». Sbadigliò, mostrando la piccola<br />

lingua rosa simile a quella di un gatto. «Scusate, sono<br />

distrutta».<br />

Elena si accorse di essere anche lei molto stanca. Era<br />

stata davvero una lunga giornata. E un anno molto<br />

lungo da quando i fratelli Salvatore erano arrivati a<br />

Fell’s Church e la sua vita era cambiata per sempre. Si<br />

accasciò sul sedile e appoggiò la testa sulla spalla di<br />

Meredith. «Grazie per aver salvato di nuovo la città,<br />

grazie a entrambe». Le sembrava importante dirlo.<br />

«Magari domani potremo tornare alla normalità».<br />

Meredith fece una risatina e le abbracciò entrambe.<br />

«Nulla può sconfiggere la nostra sorellanza», disse.<br />

«Siamo troppo forti per la normalità». Fece un respiro<br />

tremante, come se stesse per piangere. «Quando lo<br />

spirito vi ha prese», disse con voce pacata, «ho temuto<br />

di avervi perse per sempre. Siete le mie sorelle, sul<br />

serio, non solo le mie amiche, e io ho bisogno di voi.<br />

Voglio che lo sappiate».


«Puoi contarci», disse Bonnie. Annuendo con fervore.<br />

Elena tese le braccia verso di loro. Le tre amiche si<br />

strinsero di nuovo con forza in un abbraccio di gruppo,<br />

fra le risate e qualche lacrima.<br />

Il domani sarebbe arrivato e con esso, forse, sarebbe<br />

arrivata anche la normalità, qualunque cosa significasse<br />

a quel punto. Per il momento, Elena aveva le sue vere<br />

amiche. Era tantissimo. E, qualunque cosa le riservasse<br />

il futuro, questo sarebbe stato sufficiente.


16<br />

Il giorno successivo tornarono tutti alla pensione.<br />

Dopo la pioggia della notte prima, la luce del sole era<br />

tersa e ogni cosa appariva luminosa, bagnata e pulita,<br />

nonostante la puzza di fumo che permeava la pensione e<br />

i resti carbonizzati del garage che si scorgevano dalla<br />

finestra dello studiolo.<br />

Elena sedeva sul divano, appoggiata a Stefan. Lui<br />

seguì col dito i contorni della bruciatura, ormai quasi del<br />

tutto guarita, sul dorso della sua mano. «Come si sente<br />

oggi la mia eroina?», chiese.<br />

«Grazie a Damon, la mano quasi non mi fa più male».<br />

Damon, seduto accanto a Stefan, le rivolse un breve,<br />

accecante sorriso, ma non disse nulla.<br />

Elena si accorse che erano tutti gentili e premurosi<br />

l’uno verso l’altro. Si sentiva come quella giornata, e<br />

pensava che probabilmente tutti si sentissero allo stesso


modo: luminosi, freschi e puliti, ma leggermente fragili.<br />

Tutti parlavano a bassa voce, si scambiavano sorrisi o<br />

ascoltavano in silenzio, rilassati. Era come se insieme<br />

avessero portato a termine un lungo viaggio o<br />

un’impresa difficile, e fosse giunto il momento di<br />

riposare.<br />

Celia, in pantaloni di lino chiari e una camicia di seta<br />

grigio piccione, elegante e posata come sempre, si<br />

schiarì la gola. «Parto oggi», disse quando ebbe tutti gli<br />

sguardi puntati addosso. Le sue valigie erano<br />

ordinatamente allineate sul pavimento, accanto alle<br />

gambe. «Fra tre quarti d’ora c’è un treno per Boston,<br />

se qualcuno vuole accompagnarmi alla stazione».<br />

«Ma certo, ti accompagno io», si offrì subito Alaric,<br />

alzandosi in piedi. Elena guardò Meredith, ma la sua<br />

amica aveva la fronte aggrottata e sembrava<br />

preoccupata per Celia.<br />

«Non sei costretta a partire, lo sai», le disse. «A tutti<br />

noi farebbe piacere che restassi».<br />

Celia scrollò vistosamente le spalle ed emise un<br />

piccolo sospiro. «Grazie, ma è ora che vada. Anche se<br />

abbiamo distrutto un libro raro d’incalcolabile valore e


probabilmente non mi permetteranno mai più di metter<br />

piede all’università di Dalcrest, non mi sarei persa per<br />

niente al mondo quest’esperienza».<br />

Meredith le sorrise e sollevò un sopracciglio. «Ti<br />

riferisci anche a quei momenti in cui hai sfiorato la<br />

morte?».<br />

Anche Celia sollevò un sopracciglio. «Perché, c’è<br />

stato un momento in cui non abbiamo sfiorato la<br />

morte?».<br />

Risero entrambe, ed Elena fu felice di vedere che la<br />

tensione tra loro era evaporata.<br />

«Torna quando vuoi, mia cara, saremo lieti di averti<br />

qui», disse di cuore la signora Flowers. «Terrò sempre<br />

una stanza libera per te».<br />

«Grazie», rispose Celia in tono commosso. «Spero di<br />

poter tornare e rivedervi tutti un giorno o l’altro».<br />

Lasciò la stanza con Alaric, e presto si sentirono i<br />

rumori della porta esterna che si chiudeva e della<br />

macchina che si metteva in moto.<br />

«Addio, Celia», cinguettò Bonnie. «Alla fine si è<br />

dimostrata piuttosto in gamba, non è vero?». Continuò,<br />

senza aspettare la risposta. «Che facciamo oggi?


Dobbiamo vivere un’avventura prima che l’estate<br />

finisca».<br />

«Non ti bastano le avventure che hai vissuto finora?»,<br />

chiese incredulo Matt, che se ne stava spaparanzato<br />

sulla sedia a dondolo nell’angolo.<br />

«Volevo dire qualcosa di divertente, la tipica<br />

avventura estiva», rispose Bonnie. «Parlo di andare in<br />

giro a goderci l’estate, non di catastrofi, desolazione e<br />

battaglie mortali. Vi rendete conto che ci sono rimaste<br />

solo tre settimane prima che inizi di nuovo la scuola?<br />

Se non vogliamo che gli unici ricordi di quest’estate a<br />

Fell’s Church siano un disastroso picnic e una<br />

spaventosa battaglia contro uno spirito, faremmo meglio<br />

a darci una mossa. Io voto per andare alla fiera della<br />

contea oggi. Su, andiamo!», li spronò, saltando sulla<br />

sedia. «Montagne russe! Case stregate! Paste fritte!<br />

Zucchero filato! Damon può vincere per me un grosso<br />

animale impagliato e portarmi a fare un giro nel Tunnel<br />

dell’amore… Sarà un’avventura!».<br />

Guardò Damon sbattendo le ciglia, con aria maliziosa,<br />

ma lui non stette al gioco. Infatti, teneva lo sguardo fisso<br />

in grembo, con un’espressione tesa.


«Avete fatto un ottimo lavoro, ragazzi», disse la<br />

signora Flowers. «Di sicuro meritate un po’ di tempo<br />

per rilassarvi».<br />

Nessuno rispose. Il silenzio teso di Damon riempiva la<br />

stanza, attirando su di lui tutti gli sguardi. Alla fine,<br />

Stefan si schiarì la gola. «Damon?», lo chiamò con<br />

cautela.<br />

Damon serrò le mascelle e alzò gli occhi per guardarli.<br />

Elena aggrottò la fronte. Era rimorso quello che<br />

leggeva sul suo viso? Damon non si sentiva mai in colpa:<br />

il rimorso non era una delle sue tante qualità. «Sentite»,<br />

disse all’improvviso. «Mi sono accorto… mentre<br />

tornavo dalla Dimensione Oscura…». Si fermò di<br />

nuovo.<br />

Elena scambiò uno sguardo preoccupato con Stefan.<br />

Anche balbettare e non riuscire a trovare le parole per<br />

esprimersi non era tipico del suo carattere.<br />

Damon scosse la testa e si riprese dall’emozione. «Ero<br />

appena tornato in vita e tutto era difficile e doloroso, ma<br />

mentre, a poco a poco, recuperavo la memoria, mentre<br />

mi preparavo a tornare a Fell’s Church», disse, «l’unica<br />

cosa che riuscivo a pensare era a come Elena avesse


messo a soqquadro il cielo e la terra per trovare Stefan.<br />

Nessun ostacolo le avrebbe impedito di continuare le<br />

ricerche. Io l’ho aiutata, ho rischiato tutto per lei e ci<br />

siamo riusciti. Abbiamo trovato Stefan e l’abbiamo<br />

riportato a casa, sano e salvo. Ma quando sono stato io<br />

a perdermi, mi avete lasciato solo su quella luna».<br />

«Ma Damon», disse Elena, sporgendosi verso di lui,<br />

«pensavamo che fossi morto».<br />

«E comunque abbiamo cercato di mettere a<br />

soqquadro il cielo e la terra per salvarti», si accalorò<br />

Bonnie, guardandolo con i grandi occhi castani lucidi di<br />

lacrime. «Lo sai. Elena ha tentato di tutto per<br />

corrompere le Guardiane affinché ti riportassero<br />

indietro. È quasi impazzita di dolore. Ma continuavano<br />

a dire che quando un vampiro muore, se ne va per<br />

sempre».<br />

«Ora lo so», disse Damon. «Non sono più arrabbiato.<br />

Mi sembra siano passati secoli dall’ultima volta che me<br />

la sono presa per quel motivo. Infatti, non ve lo sto<br />

dicendo per questo». Lanciò un’occhiata colpevole a<br />

Elena. «Devo scusarmi con tutti voi».<br />

Per un attimo, tutti trattennero il fiato. Damon non si


scusava. Mai.<br />

Elena aggrottò la fronte. «Per cosa?».<br />

Damon scrollò le spalle e un breve sorriso<br />

compiaciuto gli passò sul volto. «Per cosa non dovrei<br />

scusarmi, piuttosto, mia principessa». Tornò serio. «La<br />

verità è che non meritavo di essere salvato. Da vampiro<br />

ho fatto cose terribili a tutti voi, e anche quando sono<br />

ridiventato umano mi sono comportato male. Ho<br />

combattuto contro Meredith; ho messo in pericolo<br />

Bonnie nella Dimensione Oscura. Vi ho messi tutti in<br />

pericolo». Si guardò attorno. «Mi dispiace», disse,<br />

rivolto a tutti, con una nota di sincero rimorso nella<br />

voce.<br />

A Bonnie tremavano le labbra. Poi si alzò e gli gettò le<br />

braccia al collo. «Ti perdono!».<br />

Damon sorrise e le diede delle pacche sulla testa,<br />

imbarazzato. Scambiò con Meredith un solenne cenno<br />

del capo, che sembrò indicare che anche lei lo<br />

perdonava… per quella volta.<br />

«Damon», disse Matt, scuotendo la testa. «Sei sicuro<br />

di non essere posseduto? Sembri un po’… fuori di te.<br />

Finora sei stato gentile solo con Elena».


«Be’, non abituartici», disse Damon, che sembrava<br />

sollevato di essersi tolto dal cuore il peso della<br />

confessione. «Matt».<br />

Matt parve sorpreso e felice: era come se Damon gli<br />

avesse fatto un regalo chiamandolo con il suo vero<br />

nome, una volta tanto, anziché chiamarlo “Mutt” o<br />

rivolgersi a lui a gesti. Elena vide Stefan che dava al<br />

fratello una spintarella d’intesa, affettuosa, e Damon che<br />

gli rispondeva con una gomitata.<br />

No, lei non ci avrebbe fatto l’abitudine. Damon,<br />

svuotato dai sentimenti di gelosia e risentimento, era<br />

bello e intrigante come sempre, ma molto più alla mano.<br />

Non sarebbe durata, ma, per il momento, poteva<br />

godersi quel cambiamento.<br />

Si soffermò a osservarli con attenzione: i fratelli<br />

Salvatore. I vampiri che amava. Stefan, con i suoi<br />

morbidi riccioli scuri e gli occhi verdi, le braccia e le<br />

gambe lunghe e la sensuale curva della bocca che aveva<br />

sempre voglia di baciare. Dolcezza, solidità e una<br />

sofferenza che lei sola riusciva ad alleviare. Damon,<br />

pelle di seta e lineamenti finemente cesellati. Volubile e<br />

irresistibile. Li amava entrambi. Non provava


dispiacere, ma soltanto una sincera, totale gratitudine<br />

per il destino che li aveva gettati sul suo cammino.<br />

Ma non sarebbe stato facile. Non riusciva a<br />

immaginare cosa sarebbe successo una volta sfumata<br />

quell’inedita atmosfera di amicizia e piacevolezza tra i<br />

due fratelli e tra tutti loro. Non dubitava che sarebbe<br />

finita. Rabbia e gelosia fanno parte della vita, e si<br />

sarebbero formate di nuovo.Strinse la mano di Stefan e<br />

da sopra la sua spalla sorrise a Damon, notando come<br />

si ravvivava il suo sguardo.<br />

Sospirò fra sé e sorrise più apertamente. Bonnie<br />

aveva ragione: il college era proprio dietro l’angolo,<br />

un’avventura completamente nuova. Fino a quel<br />

momento, avrebbero colto ogni occasione per divertirsi.<br />

«Zucchero filato?», chiese. «Non ricordo nemmeno<br />

l’ultima volta che l’ho mangiato. Sono decisamente a<br />

favore dell’idea di avventura che ha Bonnie».<br />

Stefan le sfiorò le labbra con un bacio che era già<br />

dolce e leggero come lo zucchero filato, e lei si<br />

accoccolò fra le sue braccia.<br />

Non sarebbe durata. Lo sapeva. Ma era molto felice.<br />

Stefan non era più in lutto, arrabbiato, e timoroso, ma


era di nuovo se stesso, era la persona di cui si era<br />

innamorata. E Damon era vivo e al sicuro, era di nuovo<br />

tra loro. Tutti i suoi amici erano attorno a lei.<br />

Finalmente, era davvero a casa.


Capitolo 1<br />

Capitolo 2<br />

Capitolo 3<br />

Capitolo 4<br />

Capitolo 5<br />

Capitolo 6<br />

Capitolo 7<br />

Capitolo 8<br />

Capitolo 9<br />

Capitolo 10<br />

Capitolo 11<br />

Capitolo <strong>12</strong><br />

Capitolo 13<br />

Indice


Capitolo 14<br />

Capitolo 15<br />

Capitolo 16

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