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Grazie
don erminio
Quando un parroco
saluta una
comunità, la sua
comunità, è sempre
un momento
in cui ci si trova a dibatterci tra
due tipi di sentimento: uno che
riguarda il ringraziamento per
quanto questa persona ha fatto
e l’altro, più doloroso e nostalgico,
di tristezza per la fine di un
periodo in cui, comunque, tutti
siamo cresciuti.
Quando poi questo periodo
rappresenta un arco temporale
di 32 anni, come nel caso di
don Erminio Vanzetta, che arrivò
a Tonadico nell’ottobre del
1972, la mescolanza di emozioni
che ci ritroviamo dentro è talmente
marcata che racchiuderla
in poche righe è praticamente
impossibile.
Sarebbe facile, in questo momento,
fare un elenco delle numerosissime
opere che don Erminio
ci lascia come preziosa
eredità “in solido”, ma voglio
in primis privilegiare altre cose,
proprie dell’attività di un sacerdote
all’interno di una comunità,
come l’essere vicino agli anziani,
agli ammalati, a tutti i bisognosi,
aiutando indistintamente
chiunque ne avesse bisogno,
facendo proprio il verbo
Daniele Depaoli *
del Vangelo che per tanti anni ci
ha trasmesso.
Don Erminio si è inoltre distinto,
negli anni trascorsi a Primiero,
per la sua intensa attività di volontariato
all’interno delle Guide
Alpine, diventando inoltre
anche responsabile del Soccorso
Alpino di Primiero.
Viene naturale parlare di don
Erminio come del parroco di
una comunità intera, visto che
negli anni la sua opera ha coinvolto
praticamente tutti i Comuni
del Soprapieve, e anche gli
altri del Comprensorio, in qualità
di decano: è stato a Tonadico
dal 1972 al 1990, seguendo,
per un periodo, anche la parrocchia
di Siror; l’arrivo a Fiera
di Primiero, sede decanale,
è del 1990 e sarà per lui (e per
noi) una occasione per farsi apprezzare
da una ulteriore parte
di popolazione, visto che negli
ultimi anni si è trovato a seguire
anche le parrocchie di Transacqua
e Sagron Mis.
Ciò che don Erminio è stato per
noi e per la nostra comunità parrocchiale
è sotto ai nostri occhi:
tutti abbiamo ammirato e ammiriamo
il restauro della chiesa arcipretale,
e quel preziosissimo
trittico gotico per il ritorno del
quale si è battuto strenuamen-
te. Sarà poi sempre grazie a lui
se i nostri figli potranno crescere
e maturare dentro ad un oratorio
moderno, concepito per
loro ma capace di ospitare anche
altre realtà della vita sociale
comunitaria. Insomma, la “collina”
è cambiata con don Erminio,
cresciuta con lui e con tutti
noi. E valorizzata dalla costante
e vicina presenza del parroco,
tradizione ultrasecolare per
la nostra comunità di Fiera e Pieve,
come dimostra il prezioso
archivio storico che don Erminio
ha saputo prima riordinare,
e poi gelosamente conservare e
custodire, come si addice ad un
vero “pievano”.
Il libro sull’arcipretale, sui preziosi
reperti del restauro, è un
sogno nel cassetto del nostro
parroco, che cercheremo di fare
nostro nei prossimi mesi, quale
doveroso tributo a chi ha dedicato
a Primiero gran parte della
sua vita.
Un saluto, un ringraziamento e
un abbraccio particolare mi sento
di rivolgerlo, a nome di tutta
la comunità, anche a Margherita,
la sorella di don Erminio; il
sorriso col quale ci accoglieva
sulla porta della canonica, l’accoglienza
familiare con la quale
ci faceva entrare e il suo sempre
essere indaffarata ci mancheranno
davvero tanto.
La comunità di Primiero ha salutato
don Erminio in una sempli-