ombrecontroluce di Giglio<strong>la</strong> Siragusa 8
Quando scoppia <strong>la</strong> Rivoluzione, nel 1848, si nota una discreta tradizione democratica, essendosi diffuse le idee di Giuseppe Mazzini, ma i concetti di “patria” e di “unità statale” sono perlopiù sconosciuti e quasi estranei al<strong>la</strong> mentalità delle masse. Intanto si ha una vivace esplosione del<strong>la</strong> stampa che, in verità fu copiosissima; nel<strong>la</strong> so<strong>la</strong> <strong>Palermo</strong>, dal 1848 al ’49, si pubblicarono oltre 160 “giornali”. Nel giornalismo si distinsero uomini come Francesco Ferrara e Francesco Crispi che avrebbero avuto un importante ruolo nel 1860. Il problema del<strong>la</strong> Costituente fu affrontato, fra gli altri, da Gaspare Ciprì, attraverso le pagine de Il Popolo, esaltò l’idea dell’unione nazionale ritenendo<strong>la</strong> necessaria per <strong>la</strong> Sicilia, ed e<strong>la</strong>borò un progetto <strong>dei</strong> nuovi diritti dell’uomo in cui si dava risalto al diritto all’istruzione. Il popolo, però, conduceva un’esistenza carica di stenti: le parole “patria”, “scuo<strong>la</strong>”, “stampa” non rappresentavano <strong>dei</strong> valori in cui riconoscersi, sia per l’assenza dell’unità nazionale, raggiunta negli altri paesi d’Europa, e sia per una più organica istituzione sco<strong>la</strong>stica preposta a diffondere <strong>la</strong> partecipazione sociale e <strong>la</strong> responsabilità civile. Nel 1848, in Piemonte, Carlo Alberto affida al conte Carlo Boncompagni il dicastero del<strong>la</strong> Pubblica Istruzione, pur se con un trascurabile fondo stanziato per quel portafoglio. Hanno luogo le esperienze pedagogiche di Ferrante Aporti; Domenico Berti s’impegna al<strong>la</strong> loro pratica applicazione in corsi d’insegnamento a Novara e a Casale di Monferrato e in seguito, con lo stesso Aporti, Boncompagni e altri, fonda <strong>la</strong> Società delle Allieve Maestre per dare una risposta, nata urgente, al problema del<strong>la</strong> formazione del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse d’insegnanti. di Pinel<strong>la</strong> Bongiorno 9 Scuo<strong>la</strong> Benedetto Castiglia, già nel 1838, constatando <strong>la</strong> condizione in cui versavano le scuole, introdotte in Sicilia dai Borboni, <strong>la</strong>menta: Fu provvisto istituendo le cosiddette Scuole primarie in tutti i Comuni al<strong>la</strong> istruzione del popolo; quelle scuole esistono tuttavia, se ne eleggono i maestri; ma ne sanno forse i maestri il metodo? Si sa leggere dal popolo in Sicilia? Né l’una cosa né l’altra; e di questo danno, che è danno immenso, perché in una Nazione ove manca l’istruzione popo<strong>la</strong>re, non c’è nessuna speranza né mezzi possibili di migliorare l’industria, di migliorare l’uomo medesimo, e di rinettarlo dai vecchi pregiudizi, e promuoverlo a stato migliore, di questo danno, io dico, forse che se n’è mostrato finora sollecito alcun Intendente, o <strong>la</strong> Commissione, che veglia all’istruzione ed educazione pubblica? 9 Dopo il conseguimento dell’Unità nazionale pesanti difficoltà economiche gravavano su tutto il territorio e si reputava prioritario il risanamento del bi<strong>la</strong>ncio. Ragioni che impedirono ai responsabili <strong>dei</strong> dicasteri del<strong>la</strong> Pubblica Istruzione di affrontare il problema educativo con radicale impegno e incalzante controllo; specialmente nel Meridione, nonostante gli illustri siciliani che, in quell’epoca, ressero il suddetto dicastero. Michele Amari, noto storico e arabista, condusse il suo mandato con fermezza applicando norme disciplinari per quegli insegnanti, <strong>la</strong>ici o religiosi, che si fossero dimostrati inadempienti. Seguì Giuseppe Natoli un giurista che, con Amari, sostenne, durante <strong>la</strong> rivoluzione del 1848, l’Autonomia siciliana contro Napoli. 9 B. Castiglia, Sul<strong>la</strong> riforma delle scuole elementari. Rapporto al cav. Raimondo <strong>Palermo</strong>, rettore di questa R. Università degli Studi nota in riferimento al saggio di G. Raffaele, Istruzione ed educazione nell’ultimo cinquantennio borbonico in AA. VV. Contributi per un bi<strong>la</strong>ncio del Regno borbonico, Fondazione Lauro Chiazzese, <strong>Palermo</strong> 1990, pp. 148-149.