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LIBERA UNIVERSITA<br />
01 DANZA E TEATRO<br />
- MANTOVA-<br />
LIBERA UNIVERSITA' 01 DANZA E TEATRO MANTOVA<br />
Piazza Togliatti, 13<br />
46047 Porto Mantovano (Mantova) Tel. I<br />
Fax: 0376-396824<br />
Cell.: 328-3374518<br />
Sito Internet: www.univeristadidanza.itEmail:<br />
info@universitadidanza.it<br />
1
STORIA DELLA DANZA 3<br />
ISADORA DUNCAN, personaggio interessante e fuori dal<br />
comune, viene considerata sinonimo di "genio e<br />
sregolatezza "<br />
Genio perché rivoluzionò il modo di danzare di quel<br />
periodo (fine ottocento primi del novecento), e<br />
sregolatezza perché Isadora si definiva una donna<br />
completamente libera da ogni tipo di restrizione, infatti<br />
visse in modo molto anticonformista e personale.<br />
Fu una donna libera, intellettuale, una madre e moglie<br />
molto sensibile ma soprattutto una danzatrice<br />
rivoluzionaria dalla forte personalità.<br />
La rivoluzione che ella portò nell'ambito della danza si<br />
basava principalmente sull'ideale di libertà con il quale era<br />
cresciuta, e che la accompagnò sino alla fine dei suoi<br />
giorni<br />
Secondo lei la danza era un mezzo per esprimere<br />
liberamente le proprie emozioni attraverso il proprio<br />
corpo, il più nobile degli strumenti, e servendosi del<br />
movimento come linguaggio per comunicare.<br />
2
I movimenti dovevano essere spontanei, liberi e naturali;<br />
era importante perciò studiare la natura o meglio…i<br />
movimenti della natura!<br />
Il movimento delle onde, del vento, degli uccelli, degli<br />
animali in libertà.<br />
Ciò vuol dire che la danza secondo Isidora era costituita da<br />
movimenti del corpo umano in armonia con la natura, e se<br />
così non fosse stato la danza sarebbe risultata falsa.<br />
Infatti non andò mai d’accordo con chi insegnava o<br />
danzava il balletto classico, che imponeva l’assunzione di<br />
atteggiamenti innaturali e privi di sentimento ed emozioni.<br />
Morale, secondo Isadora bisognava tornare alle origini<br />
della danza, agli atteggiamenti primitivi dell’uomo che era<br />
libero ed a contatto con la natura, e così ella si rifece ad<br />
una delle danze più antiche che esprimevano<br />
maggiormente la bellezza e la saggezza dell’anima: la<br />
danza greca.<br />
Data la libertà di movimento che caratterizzava la danza di<br />
Isadora non possiamo parlarne di “Metodo Duncan” ma<br />
piuttosto possiamo dire che Isadora liberò la danza dai<br />
metodi antichi e perciò viene spontanea una domanda:<br />
“sarebbero mai state possibili le grandi innovazioni della<br />
danza senza la presenza di Isadora?” Probabilmente No.<br />
Per molti critici la Duncan, avendo una forte personalità ed<br />
espletandola esibendosi in maniera molto personale ed<br />
irripetibile, non ha fondato nessuna tecnica particolare che<br />
potesse enunciare un metodo. Del resto possiamo anche<br />
dire che le varie scuole che ella aprì sono didatticamente<br />
fallite, appunto per la irripetibilità delle sue coreografie<br />
molto personalizzate.<br />
A discapito di quello che si è appena enunciato basti<br />
osservare ciò che i creatori della danza moderna hanno<br />
espresso a livello tecnico-compositivo, per capire che<br />
l’influenza di Isadora è determinante.<br />
3
Anzi, molti movimenti morbidi, posizioni alla greca, alla<br />
primitiva, che hanno caratterizzato il grande danzatore<br />
Vaslav Nijinsky, senza la Duncan non si sarebbero potuti<br />
vedere e non solo, ma l’influenza di Isadora arrivò anche<br />
sul versante del balletto classico con il riformatore Mikhail<br />
Fokine, che la vide danzare.<br />
Isadora Duncan rivoluzionò anche il modo di vestirsi nella<br />
danza, liberando il corpo dalle stecche e dagli ingombranti<br />
tutù, sostituendoli con delle ampie tuniche di stoffa leggera<br />
(che ricordavano quelle della Grecia antica).<br />
Queste tuniche si avvicinavano di più all’ideale di nudo,<br />
che per Isadora era il modo più adatto per interpretare le<br />
sue danze.<br />
Da tutto questo nasceranno le aderentissime calzamaglie<br />
che caratterizzavano la Modern-dance, con la funzione di<br />
evidenziare solamente le linee del corpo in movimento.<br />
Non solo rivoluzionò l’abbigliamento, ma abolì l’uso delle<br />
scarpette con la punta, che rappresentavano il principio<br />
dell’elevation (cioè l’immaterialità del corpo che è<br />
spiritualizzato, lieve, tendente verso l’alto), per ritornare a<br />
prendere contatto con il suolo, danzando a piedi scalzi,<br />
come poi faranno tutti i danzatori della Modern-dance.<br />
Si può intuire che Isadora volesse dare la massima<br />
importanza alla ballerina, difatti ridusse al minimo anche le<br />
scenografie prediligendo una semplice tenda turchina.<br />
Anche la semplificazione dello scenario sarà uno dei<br />
principi della Modern-dance, di conseguenza solo il<br />
movimento viene esaltato e la danzatrice sarà la sola<br />
protagonista.<br />
Questa rivoluzione portata da Isadora non poteva altro che<br />
venire dall’America, nazione molto meno conformista<br />
dell’Europa.<br />
Nonostante questo l’America non capì il suo messaggio ed<br />
ebbe il suo maggior successo in Europa.<br />
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Concludendo possiamo dire che Isadora sia un punto di<br />
arrivo e nello stesso momento un punto di partenza. Di<br />
arrivo perché la rivolta di Isadora arriva proprio in un<br />
momento di crisi involutiva del balletto classico, e di<br />
partenza perché Isadora are le porte a ciò che diventerà<br />
poi la danza libera centroeuropea e la Modern-dance<br />
americana.<br />
Illustrerò ora la vita di Isadora cercando di descrivere i<br />
fatti più salienti, i viaggi e le rappresentazioni più<br />
importanti; la sua esistenza fu costellata da tragedie e<br />
varie sconfitte, ma da donna molto forte reagì<br />
tenacissimamente, e appunto per questa sua coraggiosa<br />
voglia di vivere fu amata da pittori, poeti e scultori.<br />
La sua esistenza è stata un continuo viaggiare, un continuo<br />
trasferirsi da un posto all’altro sperando sempre di<br />
esaudire il suo grande e unico desiderio, e cioè quello di<br />
aprire una scuola di danza.<br />
Isadora scrisse una sua autobiografia, ma io mi atterrò al<br />
testo di Victor Seroff, suo amico, per questo semplice<br />
motivo:<br />
“Isadora Duncan non fu soltanto la più grande performing<br />
artist, diciamo artista dello spettacolo, che gli Stati Uniti<br />
possano vantare, ma, dando vita ad una forma d’arte<br />
profondamente significativa, in cui, eccezion fatta per le<br />
sue sei allieve e figlie adottive, e sebbene dovesse<br />
influenzare dopo la sua morte generazioni di danzatrici,<br />
non ebbe importanti eredi diretti, dimostrò anche di<br />
possedere un estro geniale di creatrice.<br />
Eppure quest’americana unica nel suo genere è stata quasi<br />
sempre tradita da coloro che hanno tentato di illustrarci la<br />
sua vita, la sua personalità e la sua carriera.<br />
Dei libri che lessi su di lei, scritti da persone che conoscevo<br />
negli anni successivi alla sua morte avvenuta nel 1927, mi<br />
stupì soprattutto il carattere romanzesco, da cui non si<br />
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salva del resto completamente neppure la stessa<br />
autobiografia di Isadora, MY LIFE, pubblicata nel 1927 da<br />
Horace Liveright.<br />
Come risulterà evidente in quest’opera, My life, dà anzi<br />
l’impressione di allontanarsi sotto certi aspetti importanti<br />
dai fatti per presentarci una vita, un’artista e una donna<br />
che sono soltanto pallidi riflessi di un grande originale.<br />
E’ in per ristabilire la verità che mi sono infine deciso a<br />
scrivere la biografia di una donna che conoscevo molto<br />
bene e di cui le vere memorie furono le molte<br />
conversazioni che avemmo negli anni prima della sua<br />
tragica morte.<br />
Per me è senza dubbio molto più facile raccontare adesso<br />
questa storia, di quanto non fosse per lei allora, quando<br />
dovette farlo sotto spiacevoli pressioni…” “…In My life<br />
Isadora fu indotta a romanzare i fatti della sua vita non<br />
soltanto per accontentare il suo editore, che pretendeva da<br />
lei “particolari intimi sensazionali”, ma per il desiderio<br />
ingenuo di colorire certi avvenimenti e , qualche volta, per<br />
sopperire a una documentazione incompleta e ai propri<br />
confusi ricordi…<br />
Victor Seroff<br />
6
VITA DI ISADORA DUNCAN<br />
Isadora Duncan nacque a San Francisco il 28 maggio 1878<br />
(molto spesso per diverse esigenze alla data di nascita<br />
venivano aggiunti 4 o 5 anni) da Joseph Duncan e Mary<br />
Dora Gray.<br />
Il padre di questa, Thomas Gray, non vide mai di buon<br />
occhio questo matrimonio per il semplice motivo che J.<br />
Charles cambiò spessissimo lavoro, era già stato sposato<br />
ed aveva quattro figli. Fu persino stato arrestato per<br />
accusa di falso e truffa, e comunque resta il fatto che<br />
abbandonò la sua famiglia composta oltre che dalla moglie,<br />
dai suoi quattro figli.<br />
Isadora era la più piccola ed i suoi fratelli erano Raymond,<br />
Augustin e Mary Elisabeth rispettivamente di 4, 5 e 7 anni<br />
più di lei. L’unico sostegno della famiglia era la madre che<br />
racimolava i pochi soldi dando lezioni di pianoforte,<br />
essendo una discreta musicista.<br />
Ma i miseri guadagni non bastavano mai, così i Duncan<br />
erano sempre costretti a traslocare da un appartamento ad<br />
un altro non potendo mai pagare per intero l’affitto.<br />
Isadora, il cui vero nome era comunque Dora Angela, in<br />
questo clima crebbe spavalda e coraggiosa, con uno<br />
spiccato spirito di avventura e di libertà.<br />
Tratto dalla sua biografia “My life”: “Quando io potevo<br />
evadere dalla prigione della scuola, ero libera. Potevo<br />
errare sola sulla spiaggia seguendo i capricci della mia<br />
fantasia. Come compiango che vedo sempre seguiti da una<br />
governante, sempre protetti e covati e sempre vestiti con<br />
cura! Come possono sentire la vita?<br />
Mia madre era troppo occupata per pensare agli incidenti<br />
che potevano capitare ai suoi figli, ed è per questo che i<br />
miei fratelli e io eravamo liberi di seguire i nostri impulsi di<br />
vagabondaggio…<br />
7
E’ certamente a questa mia infanzia selvaggia e senza<br />
impacci che devo l’ispirazione della danza che ha creata e<br />
che era se non l’espressione della libertà. Non ho mai<br />
dovuto sottomettermi a quelle proibizioni che rendono<br />
infelice la vita dei fanciulli… Quanto a me, ero già<br />
danzatrice e rivoluzionaria.”<br />
Nell’educazione dei quattro figli determinante fu la madre,<br />
che la sera molto spesso si metteva al pianoforte suonando<br />
Beethoven, Schubert, Chopin, Mozart, oppure leggeva loro<br />
poesie e favole; questo servì non solo ad educarli ma<br />
anche a stimolare la loro creatività.<br />
Fu la musica che Mary Dora suonava che ispirò i primi<br />
passi di danza; dapprima fu tutto un gioco, ma poi Isadora<br />
ed Elisabeth insegnando a danzare ai bambini del vicinato,<br />
incominciarono anche a guadagnarsi qualche soldino, fino<br />
a che, acquistando una certa popolarità, aprirono una<br />
regolare scuola di danza. Era il 1884.<br />
Isadora ed Elisabeth ottengono così un successo sempre<br />
crescente con l’insegnamento del loro nuovo “sistema” di<br />
danza, basato sulla spontaneità e sull’improvvisazione del<br />
movimento in rapporto a stimoli emotivi e poetici.<br />
Con i fratelli fondarono anche una compagnia teatrale che<br />
cominciò a esibirsi nei dintorni.<br />
Da un consiglio di famiglia fu deciso che i Duncan si<br />
sarebbero trasferiti a Chicago, New York o in Europa.<br />
Tutti erano convinti che Isadora nel campo della danza<br />
avesse qualcosa di nuovo, e completamente diverso dal<br />
ballo da sala e dal balletto classico, da offrire.<br />
Partirono Isadora e la madre (che aveva il compito di<br />
accompagnarla al pianoforte) con la speranza che il resto<br />
della famiglia sarebbe riuscita a raggiungerle, non appena<br />
avessero avuto un po’ di successo.<br />
Ma a Chicago Isadora, dato che lei e sua madre erano<br />
sempre al verde, dovette accettare una parte molto<br />
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leggera e avvilente.<br />
Dopo questa triste esperienza Isadora seppe che a Chicago<br />
sarebbe arrivato il re degli degli impresari teatrali Augustin<br />
Daly, e decise così che avrebbe dovuto farsi notare a tutti i<br />
costi per essere scritturata da lui. Riuscì a farsi dare una<br />
porticina in Miss Pigmaglione, una pantomima.<br />
Rimase però delusa da tutto questo, perché per Isadora la<br />
pantomima non era una forma d’arte!<br />
Per lei è il movimento “l’espressione lirica dei sentimenti<br />
che non ha nulla a che fare con le parole, e nella<br />
pantomima, si sostituiscono i gesti alle parole…”<br />
Per lei era solo la danza che esprimeva i sentimenti e le<br />
emozioni dell’umanità!<br />
Rimase in questa compagnia per due anni, dopodiché<br />
ritornarono a New York (era stata nel frattempo anche a<br />
Londra) le si presentò una grande occasione.<br />
Il musicista Nevin prese in affitto uno studio accanto a<br />
quello dei Duncan e rimase sconcertato, e andò su tutte le<br />
furie, quando seppe che Isadora usava esibirsi sulle sue<br />
musiche; cambiò idea quando la vide danzare e non solo,<br />
rimase così colpito dalle sue esibizioni che improvvisò per<br />
lei un pezzo e le offrì di dare, loro due assieme, delle<br />
rappresentazioni. Queste rappresentazioni, da parte del<br />
pubblico e della critica, suscitarono diverse reazioni; a dir<br />
la verità il pubblico, soprattutto quello per bene, ritenne<br />
Isadora “scandalosa” per ciò che ella metteva in mostra<br />
mentre danzava. Ma fortunatamente riuscì ad attirare<br />
l’attenzione delle “patronesse delle arti”, molto influenti<br />
sulla buona società di New York. Fu così che cominciò a<br />
dare le sue rappresentazioni nei giardini delle ville di<br />
costoro, che anche se non la rimuneravano<br />
generosamente, contribuirono a far aumentare gli allievi<br />
nella scuola di danza di Elisabeth.<br />
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Così i Duncan avendo migliorato la loro situazione<br />
finanziaria, poterono trasferirsi in due camere al<br />
pianterreno del Windors Hotel; all’incirca dopo un anno,<br />
siamo nel 1898, l’albergo prese fuoco e i Duncan persero<br />
tutto ciò che possedevano.<br />
Decisero così di trasferirsi a Londra. Qui dopo un periodo di<br />
sconforto e povertà, grazie al mecenatismo della ricca<br />
signora Campbell, riesce a inserirsi nei circoli mondani e<br />
intellettuali di Londra e conosce così Charles Halle,<br />
direttore della New Gallery.<br />
I Duncan affittano, con i primi guadagni di Isadora, uno<br />
studio a Warwick Square. Tra Isadora e Charles Haale si<br />
strinse una forte amicizia e non passava giorno che ella<br />
non lo andasse a trovare per il tè e, fu proprio lì che<br />
conobbe quasi tutte le celebrità artistiche e letterarie<br />
inglesi.<br />
Ma egli non si limitò soltanto a questo perché le offrì<br />
l’opportunità di organizzare una serie di “Serate con<br />
Isadora Duncan” e di arricchire poi, con l’aiuto dei suoi<br />
amici, con conferenze; esempio, i rapporti tra danza e<br />
pittura, oppure sulla mitologia greca, o sulla musica.<br />
La prima serata si tenne il 16 marzo del 1900 ed i vari<br />
artisti, intellettuali e giornalisti dissero e scrissero cose<br />
molto belle su di lei. Ma nonostante ciò, nessun impresario<br />
musicale e teatrale decise di scritturarla.<br />
Così, anche se Londra le diede l’opportunità di farsi<br />
conoscere e, rispettivamente di conoscere persone che<br />
l’avevano arricchita spiritualmente, sotto pressione del<br />
fratello Raymond, che nel frattempo si era trasferito a<br />
Parigi, partì a sua volta verso la città che rimase poi,<br />
nonostante i suoi numerosi viaggi in Europa, Russia,<br />
America, la sua vera casa.<br />
A Parigi Isadora conobbe il famoso scultore Auguste Rodin,<br />
che ahimè pur avendola ritratta in diversi disegni a penna,<br />
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non gli ispirò neanche una scultura!<br />
A Parigi Isadora si fece conoscere danzando ai ricevimenti<br />
di personaggi dell’”haut monde”, soprattutto a quelli della<br />
contessa Greffule e dei principi di Polignac e dovette a loro<br />
l’inizio trionfale parigino della sua carriera.<br />
Con il principe Edmond de Polignac, musicista molto<br />
sensibile, ebbe una grandissima collaborazione, che<br />
doveva sbocciare in qualcosa di più grande sennonché si<br />
rivelò una grossa delusione: il principe morì<br />
prematuramente.<br />
Con tutto ciò Isadora ebbe la possibilità di organizzare<br />
degli spettacoli nel suo studio ottenendo così anche<br />
parecchio successo; fu ammirata, applaudita, lodata.<br />
Isadora passava giornate intere nel suo studio cercando<br />
come meglio esprimere attraverso i movimenti del corpo,<br />
l’essenza divina dello spirito. Ella ha scritto: “Rimanevo per<br />
delle ore perfettamente immobile, con le mani intrecciate<br />
sul plesso solare, tra i seni. Cercavo, e infine riuscì a<br />
scoprire, la molla centrale di tutti i movimenti, la fonte<br />
della forza creatrice, lo specchio delle visioni a cui ispirarmi<br />
per le mie danze. La teoria su cui fondai la mia scuola è<br />
basata su questa scoperta. I maestri delle scuole di danza<br />
insegnano ai loro allievi che questa molla si trova nel<br />
centro della schiena, alla base della spina dorsale. Da<br />
quest’osso affermano, braccia gambe e busto debbono<br />
muoversi liberamente creando come una specie di<br />
burattino articolato. Ma il loro metodo produce movimenti<br />
meccanici, artificiali, indegni dell’anima.<br />
Io ho cercato al contrario d’immettere il flusso della forza<br />
creatrice nei canali del corpo, riempiendoli di una luce<br />
vibrante, della forza centrifuga che riflette le visioni dello<br />
spirito.”<br />
Si dice che Isadora riusciva a esprimere nella maniera<br />
migliore ciò che sentiva; aveva una grossissima<br />
11
personalità ed era proprio la combinazione della sua<br />
personalità e della sua forza interiore a rendere “uniche” le<br />
sue esibizioni. In lei c’era qualcosa che la rendeva unica,<br />
che non poteva essere insegnato o trasmesso ad altri.<br />
A Parigi rimase colpitissima dalle danze di Loie Fuller, che<br />
considerava un genio, e che conobbe e seguì in alcune sue<br />
tournèe; ma a Vienna dovette scappare perché si ritrovò<br />
circondata da lesbiche che erano perennemente in<br />
adorazione della Fuller…anzi una di loro posò anche gli<br />
occhi sulla giovane Isadora che se la diede subito a<br />
gambe! Ma fortunatamente fu proprio a Vienna che un<br />
impresario si accorse di lei: Alexander Gross.<br />
Si offerse di far esibire Isadora al teatro Urania di<br />
Budapest, come solista, con ben 30 repliche. Debuttò<br />
nell’aprile del 1901 ed ebbe un enorme successo: fu così<br />
che Isadora si innamorò di Budapest!<br />
Alexander Gross la portò in tournèe anche in Germania<br />
dove, anche lì, ottenne un grandioso successo.<br />
Conobbe anche il figlio di Richard Wagner, Siegfried, che<br />
divenne subito un suo caro amico, essendo Isadora una<br />
notevole ammiratrice del padre.<br />
A Monaco Isadora si riunì con la sua famiglia e l’ decisero<br />
tutti quanti di esaudire un loro sogno: andare in Grecia.<br />
I due fanatici erano, più che gli altri, Isadora e Raymond, e<br />
questa loro, chiamiamola fissa, derivava dal fatto che negli<br />
Stati Uniti in quel periodo si discuteva molto<br />
appassionatamente sulla cultura greca. I due fratelli<br />
Duncan avevano approfondito i loro studi leggendo<br />
parecchi libri in proposito, e avevano visitato anche molti<br />
musei.<br />
Dopo aver passato due settimane a Venezia si imbarcarono<br />
per la Grecia, in modo piuttosto insolito; Raymond aveva<br />
dettato due regole che dovevano obbligatoriamente essere<br />
osservate: il viaggio doveva assomigliare a quello di Ulisse<br />
12
nell’Odissea e doveva essere il più “primitivo” possibile,<br />
senza nessuna comodità! Arrivati finalmente ad Atene,<br />
data la sua bellezza, decisero di non lasciarla più e perciò<br />
concordarono che lì vi avrebbero costruito il loro “tempio<br />
personale”.<br />
Secondo loro il Patendone era il massimo della perfezione<br />
e vi avevano trovato tutto ciò che appagasse il loro senso<br />
estetico. Riuscirono ad acquistare un terreno (che valeva<br />
meno di niente!) e ad erigere il loro “tempio” quando si<br />
accorsero che sulla collina e tutt’intorno non c’era una<br />
goccia d’acqua!<br />
Dovettero cos’ rinunciare al loro sogno, ma prima di<br />
partire, Isadora che nel frattempo si era documentata<br />
dettagliatamente nei musei sui movimenti armoniosi dei<br />
bassorilievi, delle statue e dei vasi, ebbe l’idea di creare un<br />
coro di dieci ragazzi come sfondo alle sue<br />
rappresentazioni; cos’ assunse un maestro di musica<br />
bizantina.<br />
In Grecia, davanti a Re Giorgio, ebbe un grande successo,<br />
ma quando ritornò in Europa, precisamente in Austria e<br />
Germania, le urlarono di “lasciar perdere gli antichi greci e<br />
le loro tragedie”. Non la capivano.<br />
Oltre a quest’insuccesso si sommarono i problemi che i<br />
dieci ragazzi greci (le cui voci stavano anche cambiando<br />
per via della loro crescita) le stavano dando,<br />
comportandosi come i peggiori ateniesi moderni. Un bel<br />
giorno Isadora, stanca di tutto questa, decise di rispedirli a<br />
casa, su un treno in uno scompartimento di seconda classe<br />
per Atene.<br />
Era a Berlino quando Isadora ricevette da Cosima Wagner<br />
(madre di Siegfried) l’invito a Bayreuth per ballare il<br />
“Baccanale” insieme a un corpo di ballo.<br />
Fu un gran successo di critica che espresse il seguente<br />
giudizio: “le sue danze erano incantevoli, ma stonavano in<br />
13
un regolare balletto”. Così Isadora decise di non apparire<br />
mai più in scena insieme a un regolare corpo di ballo;<br />
quello che in realtà lei desiderava era di ballare insieme<br />
alle sue allieve.<br />
Intanto Isadora in questo periodo non godeva di buona<br />
salute, forse per via delle delusione amorose subite fin<br />
d’ora, ma si riprese quando le proposero di fare una<br />
tournèe in Russia. Era il 1904, anno determinante, perché<br />
ella incontrò una persona che doveva lasciare nella sua<br />
vita una traccia indelebile: Gordon Craig, regista<br />
rivoluzionario.<br />
Del loro incontro ci sono diverse versioni, ma quella più<br />
fedele è quella del figlio Edward che trovò alcuni appunti<br />
lasciati da Gordon su di un taccuino.<br />
Il loro incontro risale al 14 dicembre 1904; Gordon Craig<br />
insieme a una sua amica si recò nello studio di Isadora e vi<br />
si sedette a fianco mentre ella stava ascoltando una certa<br />
signora Madison che stava suonando il pianoforte.<br />
Egli scrisse: “Fummo da quell’istante amici e amanti”.<br />
A Craig piaceva moltissimo il modo di ballare di Isadora e<br />
scrisse che non dimenticherà mai la prima volta che la vide<br />
uscire per danzare, e scrisse anche che ella si esprimeva<br />
nel “suo” linguaggio, senza sottostare a ordini dei maestri<br />
di ballo e che si muoveva come non aveva mai visto fare<br />
da nessuno. Oltre a questa ammirazione vi era anche del<br />
furioso risentimento perché non accettava che questo<br />
modo, artisticamente rivoluzionario, era stato adottato da<br />
una donna.<br />
Nonostante i tanti difetti di Craig, Isadora ha sempre<br />
ammesso che è stato l’uomo che più ha amato, rispettato<br />
e ammirato nella sua vita.<br />
Ma il loro amore era spesso tormentato da furiose liti,<br />
perché Craig era geloso della carriera di Isadora; fu un<br />
bene che Isadora dovette partire per la Russia.<br />
14
Arrivò in Russia, a Pietroburgo, a fine gennaio del 1905,<br />
nel periodo in cui nelle corti i balletti erano diventati un<br />
culto; questi i nomi: Anna Pavlova, Tamara Karsavina e<br />
più tardi Vaslav Nijinsky, come scenografi Bakst e Benois,<br />
come impresari Sergei Diaghilev che doveva poi fondare i<br />
Ballets Russes.<br />
Isadora ammirava tantissimo la Pavlova, ma non era<br />
d’accordo sulle teorie della danza classica che portava ad<br />
una disciplina muscolare che non poteva essere che una<br />
sofferenza e secondo lei, il corpo doveva “diventare<br />
trasparente, trasformarsi in un mezzo di espressione della<br />
mente e dello spirito”. I balletti imponevano la<br />
deformazione del corpo armonioso della donna.<br />
Comunque Isadora aveva lasciato una traccia in Russia;<br />
l’impresaria Diaghilev ed il giovane ballerino Mikhail Fokine<br />
assistettero alla sua prima rappresentazione.<br />
Da quel momento le creazioni di Fokine furono influenzate<br />
dalle danze di Isadora, egli si ribellò alle pose fisse e si<br />
dibatté per una libera espressione dei sentimenti dicendo<br />
che Isadora “fu il dono più grande dell’America all’arte<br />
della danza”.<br />
Dopo il suo successo in Russia Isadora volle tornare a<br />
Berlino per assolvere i suoi impegni: doveva aprire una<br />
scuola, solo le esibizioni delle sue allieve avrebbero<br />
convinto il pubblico della sua danza.<br />
Aprì così la sua scuola a Grùnewald strutturata in maniera<br />
molto personale; aveva infatti quaranta allieve dai quattro<br />
agli otto anni che in pratica vivevano nella scuola stessa.<br />
Isadora intanto continuava le sue tournèe mentre la<br />
direzione della scuola la prese sua sorella Elisabeth, finché<br />
si accorse di essere incinta.<br />
Il 4 settembre 1906, sul mare a Nordwyck, diede alla luce<br />
una bambina che lei Craig chiamarono Deirdre “beniamina<br />
dell’Irlanda”.<br />
15
Nonostante la nascita di Deirdre, Isadora rimase fedele al<br />
suo proposito di non sposarsi, per mantenere la propria<br />
indipendenza e dedicarsi completamente all’arte.<br />
Intanto la relazione con Craig diventò sempre più difficile<br />
da portare avanti anche se loro si amavano tantissimo;<br />
difatti durò due anni, Isadora era troppo gelosa e Craig<br />
disse che questa sua gelosia, e questo essere troppo<br />
complicata, lo stava distruggendo.<br />
Sempre nel 1906 succede un altro avvenimento<br />
importante: Isadora al suo rientro da Nordwyck, conosce<br />
Eleonora Duse, suo idolo.<br />
Riesce così a trasferirsi momentaneamente a Firenze con<br />
la figlia e Craig e questi, per un desiderio di Isadora,<br />
collabora con la Duse per la messa in scena di un’opera.<br />
Arriva il 1907 e Isadora parte per una tournèe in Russia;<br />
aveva bisogno di dare delle rappresentazioni, dato che<br />
mancavano i fondi per mandare avanti la scuola e la<br />
famiglia.<br />
A Mosca conobbe Konstantin Stanislavskiy, ne rimase<br />
molto affascinata, e dato che il suo tour non stava<br />
andando molto bene (stava infatti ritornando in Europa), le<br />
discussioni che fece con lui sull’arte la fecero rivivere.<br />
Insieme fecero il progetto di aprire una scuola in Russia e<br />
Isadora promise di tornarvi nella prossima stagione.<br />
Era il 1908 e Isadora vi ritornò con 12 sue allieve, che<br />
furono subito ammirate e applaudite.<br />
Sperava, con l’appoggio della potente ballerina classica<br />
Kschessinska, di ottenere dal governo un sussidio per<br />
l’apertura della scuola. Ma fu tutto vano.<br />
Con la Kschessinska ebbe solamente lunghe discussioni,<br />
tutte incentrate sulla danza: ognuna difendeva la propria!<br />
La Kschessinska asseriva che morta Isadora sarebbe morta<br />
anche la sua danza, in quanto non aveva una tecnica di<br />
base, era pura improvvisazione, che si basava sulla forte<br />
16
personalità di Isadora stessa.<br />
Dobbiamo invece riconoscere che ella ebbe il suo seguito,<br />
soprattutto negli anni trenta, riguardo le sue idee che<br />
vennero applicate sotto forma di nuove ricerche e tentativi<br />
di liberazione.<br />
Comunque anche la speranza di una scuola in Russia<br />
svanì, per ragioni finanziarie.<br />
Ritornò così in Europa, a Berlino, dove a Grùnewald aveva<br />
la scuola.<br />
Ma le spese per mantenerla erano troppo alte, così decise<br />
di dare delle rappresentazioni; solo che la Germania era da<br />
escludere per la mentalità della sua Imperatrice molto<br />
puritana, così, con l’acqua alla gola, Isadora dovette<br />
chiudere la scuola di Grùnewald. Isadora prese dodici delle<br />
sue migliori allieve e si diresse a Parigi non considerando<br />
però un fatto importante.<br />
In quel periodo, proprio a Parigi, c’erano Diaghilev e i suoi<br />
Balletti Russi che assorbivano pubblico a non finire, che<br />
non presentava così alcun interesse alle danze di Isadora.<br />
Sconsolata si diresse a Londra dove fin dalla “prima” del 6<br />
luglio incantò il pubblico londinese; dato che anche qui non<br />
poteva contare su un aiuto governativo per aprire la sua<br />
scuola, si rese conto che il solo sostegno era il suo lavoro,<br />
e partì così per una tournèe negli Stati Uniti, a New York,<br />
sistemando dapprima le sue allieve.<br />
Inizialmente la sua tournèe fu semplicemente un fiasco, e<br />
tutto ciò fu causa dell’incapacità dell’impresario Charles<br />
Frohman che disse: “L’America non capisce la sua arte…”<br />
“… le conviene tornare in Europa”.<br />
Isadora sotto consiglio di un amico aspettò… e ne valse la<br />
pena, perché arrivò l’occasione giusta!<br />
Il direttore della New York Symphony Orchestra, Walter<br />
Damrosch, le offrì di collaborare insieme a lui in una serie<br />
di concerti, ma questa volta non in qualsiasi teatro di<br />
17
Broadway, ma alla Metropolitan Opera House.<br />
Tutto questo dava un aspetto completamente diverso alle<br />
sue rappresentazioni e fu così che ebbe un grandissimo<br />
successo.<br />
La cosa più saggia da farsi era sicuramente quella di<br />
rimanere negli Stati Uniti, per sfruttare quest’ondata di<br />
successo, ma in realtà ella sentiva nostalgia di Parigi, e di<br />
sua figlia, così nei primi giorni di gennaio del 1909 partì<br />
per riabbracciare Deirdre.<br />
Aveva sempre in mente di dare rappresentazioni per poter<br />
aprire la sua scuola, ma tirate le somme i soldi non<br />
bastavano mai; continuava perciò a ripetere: “Debbo<br />
trovarmi un milionario” e così fu!<br />
Incontrò uno dei figli di Isaac Merrit Singer il magnate<br />
americano della Singer Sewing Machine Company: Paris<br />
Eugene Singer.<br />
Col loro incontro ha inizio la seconda parte della vita<br />
artistica e personale di Isadora Duncan.<br />
I due divennero presto amanti, ma il loro fu un amore<br />
difficile, causa le loro mentalità troppo diverse; oltretutto<br />
se vogliamo confrontare questa relazione con quella avuta<br />
con Gordon Craig, sono completamente diverse!<br />
Il primo amore si basava sugli interessi e gli ideali artistici<br />
che entrambi avevano, invece Paris Singer non si<br />
interessava né di musica né di altre arti.<br />
Era innamoratissimo di lei e cercava di assecondarla in<br />
tutto; per questo Isadora cercava di convincerlo a<br />
finanziare la sua scuola, ma egli, considerando le arti<br />
“piacevoli ozi”, preferiva spendere la stessa somma per un<br />
dono personale alla sua amata.<br />
Isadora nelle sue memorie afferma: “Se avessi soltanto<br />
potuto rendermi conto che l’uomo con cui vivevo aveva la<br />
psicologia di un bambino viziato e che avrei dovuto<br />
scegliere con cura, per non irritarlo, ogni mia parola e ogni<br />
18
mio gesto, tutto sarebbe andato senza dubbio bene. Ma<br />
troppo giovane ed ingenua per capirlo, continuai<br />
scioccamente, senza nemmeno sospettare il disastro che<br />
stavo provocando, a esporgli le mie idee sulla vita, sulla<br />
Repubblica di Platone, su Karl Marx e su una riforma<br />
generale del mondo. E, quell’uomo che aveva detto di<br />
amarmi per il mio coraggio e la mia generosità, si allarmò<br />
sempre più scoprendo che razza di furiosa fanatica si era<br />
preso a bordo del suo yacht”. Infatti Isadora era partita<br />
per una crociera nel mediterraneo con Paris Singer, ma a<br />
lungo andare scoprì di avere nostalgia della sua arte, e<br />
dato che a Parigi c’erano i Balletti Russi di Diaghilev,<br />
decise di partire per la Russia, senza però Singer, che non<br />
volle seguirla.<br />
Quando Isadora ritornò a Parigi riprese a frequentare<br />
assiduamente Paris Singer.<br />
La cosa sconcertante fu che Isadora riuscì a farsi “plagiare”<br />
dal suo compagno, in maniera quasi vergognosa.<br />
Stanislavskiy il suo caro amico russo, quando venne a<br />
Parigi, vide erigersi come una barriera tra lui e Isadora,<br />
eppure erano stati legati da una forte intesa.<br />
Lo stile di vita assunto da Isadora, il suo comportamento,<br />
incisero tantissimo sui rapporti con questo amico e<br />
ammiratore; infatti Stanislavskiy decise di ripartire subito,<br />
un po’ nauseato da tutto questo.<br />
Nel settembre del 1910, recatasi a Venezia, Isadora scoprì<br />
di essere di nuovo incinta e dopo vari ripensamenti,<br />
(sentiva nostalgia della sua arte!) decise che avrebbe<br />
avuto questo figlio; telegrafò a Paris Singer per dargli la<br />
bella notizia e, stringendo tra le braccia Deirdre le<br />
sussurrò: “Avrai presto un fratellino”.<br />
In ottobre Isadora, con Singer, partì di nuovo per gli Stati<br />
Uniti per mantenere gli impegni presi con Walter Damrosch<br />
e la New York Symphoni e, come previsto, i teatri dove lei<br />
19
si esibì furono sempre tutti esauriti.<br />
Tutto questo successo non le fece però dimenticare la sua<br />
scuola, nonostante Singer le dicesse che andava tutto<br />
bene, e che sua sorella Elisabeth stava provvedendo nel<br />
migliore dei modi. In realtà non era così.<br />
La scuola si era trasferita da Grùnewald a Darmstad era<br />
sotto le direttive di Max Merz che l’aveva indirizzata sotto<br />
tutt’altro stile, non restando niente degli ideali che aveva<br />
creato Isadora, una cosa mantenne furbescamente: il<br />
nome ISADORA DUNCAN che gli assicurava molto più<br />
prestigio e vantaggi finanziari.<br />
Egli era austriaco e sin dai tempi di Grùnewald si era fatto<br />
dare un incarico da Isadora sperando anche di fare breccia<br />
nel suo cuore; non fu così perché fece invece breccia nel<br />
cuore della sorella Elisabeth.<br />
E’ anche per questo che egli prese le redini della scuola<br />
senza che Elisabrth potesse mai ostacolarlo.<br />
La scuola fu però trasformata secondo le regole di Merz<br />
che erano come quelle di Adolf Hitler, egli infatti possedeva<br />
le qualità di un perfetto nazista.<br />
Solo che quello che lui poteva insegnare erano esercizi di<br />
pura ginnastica e così decise di “rubare” alcune delle<br />
allieve di Isadora che nel frattempo aveva sistemate nel<br />
castello di Villegenis.<br />
Mentre si godeva i suoi lussureggianti viaggi a New York e<br />
sul Nilo Isadora era ignara della trasformazione della sua<br />
scuola; dopo il lungo viaggio in Egitto Singer portò Isadora<br />
e Deirdre in una lussuosa villa a Beaulieu sur Mer dove il<br />
1° maggio nacque Patrick.<br />
Isadora, dopo il parto, si riprese in poco tempo e decise di<br />
tornare a Parigi, dove Paris Singer le chiese di sposarlo;<br />
ma lei sempre avversa al matrimonio non accettò.<br />
Allora lui le fece la proposta di passare tre mesi nel<br />
Devonschire dove lui aveva un meraviglioso castello, per<br />
20
farle provare come avrebbero vissuto se fossero stati<br />
marito e moglie.<br />
Questo tentativo naturalmente fallì.<br />
Isadora aveva uno scopo nella vita, non era sicuramente<br />
fatta per essere una domestica, una castellana; mentre<br />
invece Paris Singer voleva solo godersela.<br />
A tutto questo si aggiungeva una sfrenata gelosia di Singer<br />
che lasciava Isadora sempre umiliata e avvilita.<br />
Per cui in autunno ella partì per l’America per adempiere al<br />
suo terzo contratto e prese anche una ferma decisione (già<br />
presa altre volte!): di consacrare la sua vita interamente<br />
all’arte!<br />
Quando tornò a Parigi riprese la sua relazione con Paris<br />
Singer, anche se l’esperimento precedente non funzionò;<br />
egli comunque, nonostante l’insistenza di Isadora, non era<br />
attirato dall’idea di finanziare una sua scuola, così lei cercò<br />
di sollecitare la generosità del pubblico durante i discorsi<br />
che teneva dopo ogni rappresentazione.<br />
Ma non ottenne dei buoni risultati perché era una pessima<br />
oratrice, anzi riusciva anche a contestare coloro che<br />
potevano aiutarla (i ricchi!) non condividendo le loro idee<br />
(faccio presente che Isadora si considerava “comunista”!)<br />
Nel gennaio del 1913 partì di nuovo per la Russia<br />
accompagnata da un pianista, suo caro amico e causa di<br />
scenate di gelosia da parte di Singer, Hener Skene.<br />
Tornata dalla Russia Isadora passò un periodo felice in<br />
quanto si era riaperta una possibilità che Paris Singer la<br />
finanziasse per aprire una scuola, quando accadde un fatto<br />
tremendo.<br />
Riporto ora ciò che ella scrisse nella sua autobiografia:<br />
“Continuavo a sgranocchiare pigramente dolciumi,<br />
sorridendo e dicendomi: “L. (Singer) è tornato, tutto andrà<br />
bene” quando mi arrivò un urlo strano, inumano. Mi voltai<br />
e vidi entrare L. barcollando come se fosse ubriaco.<br />
21
A un tratto le ginocchia gli si piegarono e mi crollò davanti<br />
balbettando: “I bambini… i bambini… sono morti!”<br />
Isadora non ci voleva credere, li aveva salutati poco fa,<br />
erano saliti in macchina con lo chauffeur e la bambinaia!<br />
Purtroppo la macchina era scivolata nella Senna ed i<br />
bambini e la bambinaia erano morti.<br />
Questo fu quello che sentì Isadora in quel terribile<br />
momento: “Sentii bruciarmi la gola come se avessi<br />
inghiottito dei carboni accesi, gli dissi, addolcendo più che<br />
potevo la voce, che doveva sbagliarsi, che non poteva<br />
essere vero.”<br />
Un uomo con la barba nera, che era un dottore, le disse:<br />
“Non è vero, lì salverò”. Ma non fu così.<br />
Elisabeth voleva rimandare le sei allieve di Isadora a<br />
Darmstad, ma loro sapendo dell’accaduto e dello stato di<br />
Isadora vollero andare a trovarla.<br />
Difatti Isadora le strinse tutte a se dicendo: “Adesso i miei<br />
figli dovete essere voi”.<br />
Dato che Isadora era la meno religiosa di tutti i suoi<br />
fratelli, i corpicini dei suoi cari bambini furono cremati, e le<br />
loro ceneri collocate in una tomba a Parigi.<br />
Era il 1913 e vi era stata la guerra tra Turchia e Grecia,<br />
così Raymond e la sua moglie greca Penelope si<br />
accingevano a recarsi in Grecia per soccorrere i rifugiati.<br />
Andandoci anche Augustin ed Elisabeth pensarono di<br />
portarci Isadora, magari in qualche modo sarebbe riuscita<br />
a riaversi.<br />
Non andò proprio così anzi, soffriva tremendamente e<br />
avrebbe voluto avere vicino a lei qualcuno che soffrisse<br />
come lei; arrivò così Paris Singer che non era la persona<br />
più adatta per aiutare qualcuno.<br />
Infatti una mattina senza dir niente a Isadora salpò sul suo<br />
yacht e se ne andò a Parigi o Londra,… chissà, senza una<br />
parola di preavviso o saluto Isadora era di nuovo sola ed<br />
22
essere in quel posto la rendeva ancora più triste.<br />
Decise di tornare a Parigi, ma una volta lì tutto le ricordava<br />
e la riportava ai suoi figli ed alla sua tragedia; così rifece la<br />
sua valigia per darsi di nuova alla fuga.<br />
Percorse tutta l’Italia in preda ad un’ansia inestinguibile e<br />
un giorno trovò, sul suo comodino in camera d’albergo, un<br />
telegramma di Eleonora Duse che la pregava di<br />
raggiungerla, l’avrebbe confortata. Ricordiamo che l’aveva<br />
conosciuta nel 1906 con Gordon Craig e da allora l’aveva<br />
sempre stimata e odorata ed il loro incontro a Viareggio<br />
Isadora lo descrisse così: “Mi sentii come dovette sentirsi<br />
Dante quando, nel Paradiso, incontra Beatrice”.<br />
La Duse le fu comunque di grande aiuto in quanto a<br />
differenza degli altri, non esortava Isadora a dimenticare il<br />
suo dolore, non tentava di distrarla, ma al contrario la<br />
pregava di parlare dei suoi figli, di cosa facevano, di cosa<br />
dicevano.<br />
La Duse le disse anche che la sua ancora di salvezza<br />
sarebbe stata la sua arte, il suo lavoro.<br />
Ma Isadora non accennava a riprendersi e un giorno sulla<br />
spiaggia ebbe una visione: i due suoi bambini si tenevano<br />
per mano e correvano sulla spiaggia, ella cercò di<br />
raggiungerli, chiamandoli, ma fuggivano via ridendo per<br />
svanire nella schiuma del mare.<br />
Si accasciò per terra piangendo finché sentì una mano<br />
sulla sua testa ed una voce che le chiedeva perché<br />
piangeva e, se in qualche modo, poteva aiutarla.<br />
Ella rispose: “Si. Salvami, salva più che la mia vita la mia<br />
ragione. Dammi un figlio!”. Così passarono la notte<br />
insieme e Isadora rimase sempre convinta che quel<br />
giovane scultore l’avesse salvata dalla piazza. Infatti non<br />
era più sola, era incinta.<br />
I nervi di Isadora stavano di nuovo per cedere quando le<br />
arrivò un telegramma di Paris Singer che le chiedeva di<br />
23
tornare per prendere possesso della scuola da lei tanto<br />
sognata.<br />
Ritornò così a Parigi felicissima e fu ancora più felice<br />
quando vide la proprietà di Bellevue, una volta un lussuoso<br />
albergo-ristorante alle porte di Parigi, diventata una scuola<br />
di danza, la “sua” scuola di danza; era un posto bellissimo<br />
e molto adatto all’uso che ne voleva fare.<br />
Subito scrisse a Elisabeth di mandarle le sue sei ragazze, a<br />
Bellevue, senza immaginare che ciò sarebbe stato causa di<br />
litigi tra sua sorella e Max Merz che se le voleva tenere per<br />
se; nel gennaio del 1914 le ragazze raggiunsero Isadora<br />
che nel frattempo aveva reclutato altre cinquanta fanciulle<br />
francesi.<br />
Date le sue condizioni (ricordiamo che era incinta!)ella<br />
lasciò l’insegnamento delle principianti alle sei ragazze più<br />
grandi. Anna, la maggiore, ricorda così: “Alcune di noi<br />
impararono così molto.”<br />
Nell’aprile del 1914 Isadora mandò, per reclutare altre<br />
giovani allieve, Anna, Irma, (le due allieve più brave)<br />
accompagnate da Skene, Augustin e la sua seconda<br />
moglie, a Pietroburgo, dove vi rimasero per due mesi per<br />
poi ritornare a Bellevue.<br />
Era agosto e Isadora sta per partorire quando sembrò che<br />
tutta l’Europa gridasse: “C’est la guerre!”. Stava infatti<br />
scoppiando la guerra.<br />
Finalmente un giorno Isadora mise al mondo un bel<br />
maschietto ed egoisticamente e felicemente disse: “Ho<br />
nelle braccia il mio bambino, se la tengano la loro guerra;<br />
che cosa può importarmene?”.<br />
La sera, stringendo ancora il suo bambino, si accorse che<br />
cominciava ad ansimare, come se stesse soffocando.<br />
Chiamò subito l’infermiera che glielo portò via; dopo un’ora<br />
venne Augustin a dirle che il bambino era morto.<br />
24
Isadora ricordando quei momenti scrisse: “In quel<br />
momento toccai, credo il culmine delle mie sofferenze<br />
terrene. Fu come se con quel bambino morissero di nuovo<br />
gli altri due; una ripetizione ancora peggiore della prima<br />
agonia.”<br />
Venne il 1915 e la guerra era al culmine, Isadora non se la<br />
sentiva di continuare con la sua attività e decise di cedere<br />
Bellevue per farlo diventare ospedale a disposizione dei<br />
tanti feriti.<br />
Nel frattempo ebbe una relazione con un dottore, che le<br />
confidò poi di essere la persona che tentò di salvare i suoi<br />
bambini, che la diede si tanto amore, (era quello che<br />
Isadora aveva bisogno!), ma che la stava facendo<br />
diventare pazza ricordandole, con metodi sbagliati, la<br />
morte dei suoi figli; infatti una mattina ella tentò il suicidio.<br />
Dopo questa parentesi, Isadora raggiunse a New York<br />
diciassette sue allieve che erano state mandate in America<br />
da Paris Singer a fine ottobre.<br />
Ad attenderla c’erano Elisabeth ed Augustin, ormai noto<br />
attore che si sarebbe poi dato alla regia teatrale.<br />
Isadora venne accolta caldamente da un folto gruppo di<br />
suoi amici e ammiratori, e poté anche disporre di un<br />
grande studio per poter riprendere a lavorare con le sue<br />
allieve, come a Bellevue, e a dare, assieme a loro,<br />
rappresentazioni private.<br />
Quello che voleva però era aprire una sua scuola lì, negli<br />
Stati Uniti, e di conseguenza cercava aiuto e disponibilità<br />
da parte di tutti.<br />
La prima rappresentazione, con un vero pubblico di<br />
spettatori, la diede al Metropolitan e per lei fu molto<br />
importante in quanto era la prima volta che si esibiva dopo<br />
la morte dei suoi bambini, ed oltretutto servì a farle capire<br />
se era riuscita a vincere il panico che la assaliva ogni volta<br />
che aveva davanti a sé un pubblico, ed allora si diceva:<br />
25
“Danzare per un’amica comprensiva come Eleonora Duse<br />
non è lo stesso che esibirsi in un teatro pieno di spettatori<br />
sconosciuti.” Fu comunque un successo.<br />
Qui negli Stati Uniti iniziò molto bene, ma non finì<br />
altrettanto bene!<br />
Prima di tutto ebbe un furioso litigio in pubblico con<br />
Singer, e poi dopo aver ottenuto un teatro tutto a sua<br />
disposizione, dove riuscì a sistemare anche le sue ragazze,<br />
un giorno arrivò un’ingiunzione e le sue allieve furono<br />
buttate fuori dal loro rifugio; così Isadora terribilmente<br />
offesa e umiliata giurò che avrebbe lasciato subito New<br />
York.<br />
C’era un piccolo problema, non aveva i soldi per far<br />
salpare lei e le sue ragazze; fortunatamente accorse in suo<br />
aiuto una persona sconosciuta che le comprò tutti i biglietti<br />
che le servivano. Questa persona sarebbe poi diventata<br />
l’amica più sincera, disinteressata e generosamente devota<br />
che Isadora avesse avuto negli ultimi anni della sua vita.<br />
Sistemate le ragazze in Svizzera, dato che loro si erano<br />
opposte di accompagnarla, Isadora sentì il bisogno di<br />
tornare in Grecia.<br />
Ne rimase delusa; nel 1915 Atene non era più quella del<br />
1902 (ricordo che era in guerra) e perciò decise che<br />
sarebbe tornata subito a Ouchy.<br />
Diede delle rappresentazioni un po’ in giro che comunque<br />
non le permisero né di aprire una scuola né di mantenere<br />
le sue ragazze in Svizzera e, nell’aprile del 1916 decise di<br />
fare una tournèe nel Sudafrica, che si rivelò un fiasco!<br />
Ritornò così sola, sconsolata e al verde a New York.<br />
Volle mettersi in comunicazione con Arnold Gente, amico<br />
fotografo di Paris Singer, ma con sorpresa fu proprio<br />
Singer a risponderle.<br />
Egli corse subito in suo aiuto, pagò il conto in Svizzera<br />
della pensione dove erano alloggiate le ragazze, undici le<br />
26
ispedì alle rispettive famiglie e le altre sei le riportò a New<br />
York.<br />
Singer si assicurò poi che il Metropolitan per la<br />
rappresentazione di novembre ed aveva affittato per lei<br />
uno studio affacciato sullo stadio del Madison Square<br />
Garden.<br />
Lo spettacolo al Metropolitan era esclusivamente a inviti e<br />
vi assistettero solamente gli amici di Singer e degli<br />
ammiratori di Isadora.<br />
I palchi erano occupati dall’elite del bel mondo e delle<br />
celebrità del mondo artistico di New York, ed il loggione<br />
traboccava di studenti che applaudivano freneticamente ad<br />
ogni apparizione della famosa danzatrice.<br />
Isadora però era debole e stanca, così Paris Singer la<br />
mandò a Cuba per una vacanza, ma al suo ritorno ne<br />
combinò una delle sue. Riuscì a far naufragare un piano di<br />
Singer che riguardava l’apertura di un centro artistico,<br />
cosicché egli umiliato e offeso se ne andò e per sempre, da<br />
quel momento non lo rivide mai più.<br />
Si ritrovò così di nuovo senza risorse e dopo aver<br />
abbandonato a se stesse le sue allieve, partì per una<br />
tournèe in California.<br />
Erano 22 anni che i Duncan avevano lasciato San<br />
Francisco, che nel frattempo si era completamente<br />
trasformata dopo l’incendio del 1906.<br />
Non fu neanche una grande gioia rivedere la madre; Mry<br />
Dora era tornata in California perché molto probabilmente<br />
non approvava il modo di vita di sua figlia e non, come<br />
diceva Isadora, perché sentiva nostalgia dell’America.<br />
Oltretutto Isadora apprese che le sue allieve si<br />
apprestavano a dare delle rappresentazioni come le<br />
“Isadora Duncan Dancers”.<br />
Telegrafò arrabbiata ad Augustin negando la sua<br />
approvazione, anche se effettivamente si erano già esibite<br />
27
in Russia nel 1908.<br />
Isadora continuava a trattarle come bambine, ma ormai<br />
avevano 20 anni ed erano graziose e piene di talento, e poi<br />
contribuivano al loro mantenimento!<br />
Del resto avevano anche le loro aspirazioni personali e<br />
l’atteggiamento autoritario di Isadora segnò, irritandole,<br />
l’inizio della loro lotta per conquistare l’indipendenza, che<br />
doveva allontanarle per sempre da lei.<br />
Comunque finché rimase in California si curò poco di loro<br />
fino a quando si vide costretta a ritornare in Francia, causa<br />
il suo impresario che sparì col bottino lasciandola<br />
disperatamente senza un soldo.<br />
Arrivò a Parigi, era il 1918, e dovette procurarsi del denaro<br />
ipotecando la sua casa di Neuilly e facendosi prestare dei<br />
soldi ad interessi altissimi.<br />
In questo periodo conobbe un pianista, Walter Rummel,<br />
con il quale intrecciò una relazione “platonica”dato il<br />
comportamento complesso di lui in amore; ma ella era<br />
comunque felice perché aveva bisogno di qualcuno che<br />
potesse aiutarla a ritrovare un po’ di serenità e di gioia.<br />
Ormai era finita la guerra e Isadora voleva ritornare a<br />
Bellevue, ma purtroppo per ristrutturare ciò che era stata<br />
un ospedale per i feriti francesi poi una scuola per i soldati<br />
dell’esercito americano, ci sarebbe voluto un patrimonio.<br />
Il governo francese gliene acquistò una parte cosicché lei<br />
poté affittare e poi comprare una casetta a Passy con un<br />
grosso salone che trasformò in studio.<br />
Ora il pensiero più forte che aveva Isadora era quello di far<br />
tornare le sei ragazze dall’America; si ebbero però dei<br />
problemi ed Isadora per riavere le sue ragazze (che<br />
avevano oltretutto un contratto per delle rappresentazioni)<br />
dovette quasi adottarle autorizzandole ad usare, soltanto<br />
per motivi professionali, il cognome Duncan.<br />
28
Era il 1920 ma ci volle ancora un anno di pratiche prima<br />
che le ragazze potessero arrivare a Parigi; ma poi<br />
arrivarono in cinque perché Erika decise di dedicarsi alla<br />
pittura.<br />
Isadora era contenta di rivedere le ragazze e al massimo<br />
della felicità esplicò loro il desiderio di fondare una scuola<br />
in Grecia; così partirono per Atene e finirono per arrivare a<br />
Kopanos dove nel 1904 i Duncan vollero far sorgere il loro<br />
tempio.<br />
Lo ritrovarono tutto malconcio e lo fecero sistemare da un<br />
architetto; solo così Isadora e le sue allieve potevano<br />
vivere in un atmosfera ideale.<br />
Solo che qualcosa turbava Isadora: un idillio tra Rummel e<br />
Anna che doveva sfociare poi in qualcosa di più serio.<br />
Non mancò poi un forte litigio con le ragazze alle quali<br />
aveva promesse che le avrebbe fatte ritornare negli Stati<br />
Uniti per proseguire la loro tournèe, ma si impose negando<br />
loro il ritorno.<br />
Le aggredì dicendo: “Non vi ho educate, non vi ho<br />
insegnato la mia arte soltanto per permettere a dei volgari<br />
impresari di sfruttarvi!”.<br />
Dopo lunghe discussioni, le ragazze decisero di rimanere<br />
con lei tranne Irma, decisa di vendere a caro prezzo la sua<br />
indipendenza.<br />
Seguirono una serie di scuse tra loro due e infine Irma<br />
ritornò.<br />
Purtroppo la morte del giovano re di Grecia, che<br />
sopraggiunse improvvisa, fece cadere il partito che aveva<br />
approvato il progetto per la sua scuola; non le rimase altro<br />
che partire dalla Grecia per ritornare a Parigi.<br />
Arrivò a Parigi nel maggio del 1921, e lì chiese di nuovo<br />
alle ragazze, nonostante gli scontri che aveva avuto con<br />
loro, a seguirla in Russia; ma l’unica che accettò fu proprio<br />
Irma.<br />
29
Therese, Lisa, Margot decisero di tornare negli Stati Uniti<br />
ed Anna seguì invece Rummel, ormai erano diventati<br />
amanti.<br />
Cos’è la storia della Russia?<br />
Ebbene si, Isadora nella primavera del 1921 ricevette un<br />
telegramma dal governo russo: “Soltanto il governo russo<br />
può capirti. Vieni da noi, ti daremo la tua scuola”.<br />
Isadora rispose: “Si verrò in Russia ed insegnerò a danzare<br />
ai vostri bambini a un patto: che mi darete lo studio ed il<br />
necessario per poter lavorare”. La loro risposta fu<br />
affermativa.<br />
Il pubblico rimase un po’ scioccato da questa sua decisione<br />
in quanto in Russia, dopo la rivoluzione, si sospettava si<br />
praticasse il cannibalismo; ma l’abbandono di Rummel, e<br />
gli aspri dissensi con le sue allieve l’avevano posta in una<br />
situazione poco tollerabile e fu così ben lieta di cambiare<br />
completamente aria.<br />
Prima di partire per Mosca Isadora doveva incontrare la<br />
madre a Londra, ma i continui ritardi della nave<br />
dall’America la fece partire senza salutarla; non l’avrebbe<br />
mai più rivista.<br />
La mattina del 13 luglio 1921 Isadora e Irma si<br />
imbarcarono sul piroscafo Baltanic e arrivarono dopo undici<br />
giorni.<br />
L’accoglienza in Russia non fu tra le migliori ed il governo<br />
russo si scusò dicendo che non pensavano che Isadora<br />
avesse accettato così in fretta!<br />
La partenza di Isadora per la Russia portò in seguito grossi<br />
problemi; subito si sentì dire che ella si era venduta ai<br />
bolscevichi, poi in seguito venne bollata, specie negli Stati<br />
Uniti, come “comunista” e “rossa”.<br />
Ad Isadora, in Russia, venne data una casa praticamente<br />
vuota che lei poté arredare secondo le sue esigenze, cioè<br />
come tutti i suoi studi precedenti con tende azzurre alle<br />
30
pareti, con tappeti sui pavimenti e disponendo contro i<br />
muri, invece di poltrone e sedie, dei divani bassi.<br />
Finalmente il 3 dicembre venne inaugurata questa tanto<br />
desiderata scuola, anche se Isadora era un poco delusa<br />
per il numero degli allievi un po’ esiguo.<br />
Fu comunque felicissima quando le chiesero di partecipare<br />
alla celebrazione del quarto anniversario della Rivoluzione<br />
Russa.<br />
Questo fu ciò che scrissero i giornali: “L’artista di fama<br />
mondiale che ha coraggiosamente lasciato la crollante<br />
Europa occidentale capitalista per venire a istruire in<br />
Russia i bambini della Nuova Repubblica”.<br />
Così la sera del gala il Teatro Bolscioi con i suoi tremila<br />
posti era al completo; c’era anche Lenin che balzò in piedi<br />
nel suo palco e applaudì Isadora gridando: “Bravo, bravo,<br />
Miss Duncan!”.<br />
Ma purtroppo, per l’ennesima volta, la felicità di Isadora<br />
ebbe subito fine.<br />
Ora, come sognava da sempre, i suoi spettacoli erano<br />
gratuiti e la sua scuola funzionava con il sussidio del<br />
governo.<br />
Tutto questo ebbe termine in merito alla nuova politica<br />
economica che imponeva ai teatri di riprendere a vendere i<br />
biglietti; perciò Isadora, con il ricavato dei biglietti,<br />
avrebbe avuto un reddito sufficiente per la sua scola, il<br />
governo soppresse così i suoi sussidi.<br />
Isadora incominciò a dover affrontare di nuovo le solite<br />
difficoltà ma nonostante ciò non le passò per la mente di<br />
lasciare la Russia.<br />
Le chiesero perché non ritornò a Londra o a Parigi e lei<br />
rispose: “No, no, come avrei potuto esitare? Laggiù perfino<br />
l’aria era diversa, eccitante: ero costretta ad ammirare<br />
quei russi, che, dopo essersi arrotolati per così dire, le<br />
maniche, lavoravano per rendere il mondo un posto più<br />
31
felice. E capivi che niente, assolutamente niente, né la<br />
fame né il freddo, avrebbe mai potuto fermarli ed eri<br />
semplicemente costretta ad unirti a loro”.<br />
Oltretutto stare in Russia faceva dimenticare a Isadora la<br />
sua tragedia personale, stando così lontana dai luoghi e<br />
dagli oggetti familiari.<br />
Fu qui in Russia che Isadora conobbe quello che fu poi suo<br />
marito, il poeta Sergei Essenin.<br />
Se lo avesse cercato non avrebbe trovato in tutta la Russia<br />
un uomo più complicato e difficile di Sergei.<br />
Quando lo incontrò lui aveva 26 anni, ma aveva già vissuto<br />
una vita intera!<br />
Egli nacque in un villaggio da genitori contadini; dopo<br />
quattro anni di scuola elementare venne mandato dal<br />
nonno che gli fece continuare gli studi da maestro.<br />
Si diplomò a 17 anni e andò a Mosca dove si impiegò come<br />
aiuto correttore di bozze in una nota casa editrice.<br />
Egli comunque era un poeta che andava cercando fama e<br />
ricchezza.<br />
Voleva entrare in un clan per letterari ma per lui non era<br />
facile, egli aveva uno stile tutto suo che difendeva<br />
animosamente e soprattutto molto folcloristico e, non<br />
aveva intenzione di lasciarsi influenzare dalle correnti<br />
letterarie.<br />
Era comunque un tipo presuntuoso e arrogante che si<br />
sposò due volte ed ebbe tre figli; ad un certo punto della<br />
sua vita si mise a viaggiare tantissimo e, quando ritornò,<br />
non aveva più l’aspetto giovanile di sempre, ma sembrava<br />
uno di quei fannulloni che per passare il tempo si<br />
azzuffavano o fomentavano liti in continuazione.<br />
Quando Isadora lo conobbe era esattamente così.<br />
Egli era attratto da Isadora, anche se non l’amava ancora,<br />
ed il bello è che loro due non si capivano, non avevano una<br />
lingua in comune; Isadora voleva fargli sapere tutto sulla<br />
32
sua arte, la sua missione in Russia nonostante a Sergei<br />
non interessasse.<br />
Anche per quanto riguarda la musica lui conosceva<br />
solamente le canzoni popolari russe e non gli importava<br />
niente dei grandi compositori.<br />
Essenin non mancava una rappresentazione di Isadora<br />
perché ne rimaneva ogni volta affascinato, ma quando la<br />
vedeva ballare in un circolo più ristretto, tra i suoi amici,<br />
molto villanamente la faceva smettere per mettersi al suo<br />
posto, ed eseguire le tipiche danze popolari russe, dicendo<br />
che era lui il più bravo.<br />
Il loro rapporto non era tra i più facili sia perché non si<br />
capivano, sia per la differenza di età (lei aveva ben<br />
quindici anni più di lui), ed anche per il motivo che Isadora<br />
era una donna di mondo, ed Essenin era un provinciale che<br />
non perdeva mai tempo a proclamare la sua superiorità di<br />
russo, specie in pubblico, trattando Isadora in maniera<br />
umiliante.<br />
Lei a sua volta dava la colpa, di queste sue stranezze,<br />
all’ambiente ed all’influenza dei suoi amici bohèmiens ed<br />
era convinta che “un’atmosfera più civile avrebbe avuto su<br />
di lui un’influenza benefica”.<br />
Tornando ai problemi finanziari, che non mancavano mai,<br />
Isadora decise di andare all’estero per una tournèe,<br />
soprattutto negli Stati Uniti; ovviamente avrebbe portato<br />
con se anche Sergei che, diceva lei, come poeta doveva<br />
allargare i suoi orizzonti visitando paesi stranieri.<br />
La partenza di questo viaggio fu molto sofferta, causa i<br />
passaporti mai disponibili.<br />
In più bisogna dire che il 12 aprile 1922 a Parigi moriva<br />
Dora, sua madre; ella avrebbe voluto partire<br />
immediatamente ma causa la lentezza burocratica per<br />
avere il suo passaporto non ce la fece.<br />
33
Rimaneva così un solo e unico problema: il rilascio del<br />
passaporto per Essenin.<br />
Isadora lo risolse subito: decise di sposarlo, in questo caso<br />
non avrebbe potuto aver nessun tipo di problema, neanche<br />
in America.<br />
Questo suo gesto venne criticato da tutti che lo definirono<br />
come il passo più grave della sua vita!<br />
Una cosa curiosa: Isadora fece cambiare la data della sua<br />
nascita sul certificato di matrimonio rilasciato il 2 maggio<br />
1922, e così risultò che anziché avere quindici anni di<br />
differenza ne avevano soltanto dieci.<br />
Partirono così per Berlino il 12 maggio in aereo (Essenin ne<br />
aveva una paura matta!) e quando arrivarono lui si diresse<br />
immediatamente alla Casa delle Arti dove aveva già<br />
organizzato una “Serata Essenin” per recitare le sue<br />
poesie, che furono apprezzate ed applaudite.<br />
Purtroppo Sergei adottò sin dal primo giorno a Berlino un<br />
atteggiamento bellicoso; Isadora non avrebbe immaginato<br />
che problema fosse stato sradicare dalla sua terra un<br />
contadino, ma convinta di poterlo, per così dire, prendere<br />
per mano, non nutriva dubbi sull’esito di questa sua<br />
“missione”.<br />
Ma questo suo allievo aveva delle idee ben precise, era<br />
fermamente deciso a non lasciarsi “guidare” da nessuno,<br />
soprattutto da Isadora.<br />
Ella cercò invano di distrarlo facendo gite turistiche a<br />
Berlino e dintorni; lo portò perfino alla sua ex scuola di<br />
Grùnewald, ma lui era perennemente imbronciato e<br />
annoiato e la piantava in asso per andare alle riunioni dei<br />
suoi nuovi amici russi, che finivano sempre in risse e<br />
scandali.<br />
Egli era sempre ubriaco, era alcolizzato, e questo lo<br />
portava a fare delle scenate terribili dove tutto ciò che gli<br />
passava per le mani lo fracassava.<br />
34
Queste scenate demoralizzavano tantissimo Isadora che<br />
capì l’errore che aveva fatto portandosi all’estero Sergei;<br />
aveva capito che tutto questo avrebbe influito<br />
negativamente sulla sua tournèe, così decise di portarlo<br />
prima a Wiesbaden per fargli seguire una cura<br />
disintossicante.<br />
Ai primi di agosto del 1922 Isadora e Sergei dopo varie<br />
peripezie arrivarono a Parigi. Dopo un soggiorno di due<br />
mesi, i primi giorni dell’ottobre del 1922 partirono per New<br />
York e appena vi furono arrivati un orda di giornalisti li<br />
assalì bombardandoli di domande.<br />
Furono anche perquisiti per assicurarsi che non avessero<br />
con loro materiale “inteso al rovesciamento del governo<br />
americano” o comunque di propaganda comunista. Non<br />
sfuggì neanche Hurok, l’impresario di Isadora, che<br />
obbligarono a denudarsi.<br />
La tournèe di Isadora incominciò con le tre<br />
rappresentazioni a New York, ma destinata a fallire<br />
nonostante i teatri comunque pini, con le due di Boston,<br />
dove prima di congedarsi fece degli appelli al pubblico<br />
piuttosto provocatori, che portarono a fischi e schiamazzi.<br />
Mentre Isadora danzava e poi teneva i suoi discorsi<br />
offensivi e direi anche incendiari, Sergei si annoiava da<br />
morire, e per passare il tempo si divertiva ad andare per<br />
negozia far razzia di tutto, dai vestiti, ai cosmetici, profumi<br />
e regali.<br />
A poco a poco la noia di Sergei si trasformò anche in<br />
amarezza e poi rancore nei confronti di sua moglie; egli si<br />
sentiva relegato in secon’ordine e questo lo portò ad<br />
ubriacarsi ancora e ad avere di nuovo le sue solite violente<br />
crisi.<br />
Così Isadora stanca di lui, della persecuzione della stampa,<br />
dalle minacce delle autorità, diede gli ultimi due spettacoli<br />
alla Carnegie Hole di New York il 13 e 15 gennaio 1923<br />
35
prima di ripartire per l’Europa.<br />
Partì dall’America triste e scoraggiata, qui nella sua patria,<br />
nessuno la voleva.<br />
Arrivarono in Europa dove dovettero soggiornarvi per un<br />
po’ di tempo, non avevano i fondi per viaggiare fino in<br />
Russia.<br />
Essenin era stanco e solo, sentiva tantissimo la mancanza<br />
del suo paese; anche Isadora era stanca, ma di lui, pur<br />
non avendolo mai detto a nessuno aveva deciso di<br />
lasciarlo.<br />
Finalmente il 15 agosto 1923, dopo un assenza di quasi 15<br />
mesi, Isadora e Sergei ritornarono a Mosca.<br />
Sergei, appena sceso dal treno, s’inginocchiò a baciare il<br />
suolo della Russia ed Isadora disse: “Ho riportato nel suo<br />
paese questo bambino, ma non voglio avere più niente a<br />
che fare con lui”.<br />
Non andò proprio così; non fu Isadora a lasciare Sergei,<br />
ma viceversa fu lui che la lasciò per sposarsi con un’altra<br />
donna, un’attrice molto bella.<br />
Così Isadora si ritrovò sola, accompagnata però dai suoi<br />
soliti problemi; cioè trovare fondi sufficienti per far andare<br />
avanti la sua scuola.<br />
Le furono offerte delle serate a Berlino e così dopo le solite<br />
peripezie riuscì a partire, lasciando la sua scuola in mano a<br />
Irma, “la sua allieva preferita”.<br />
Purtroppo anche in questo fu sfortunata; la tournèe a<br />
Berlino fu una presa in giro ed Isadora rimasta senza un<br />
soldo non riuscì neanche a lasciare la città, nonostante<br />
cercasse aiuto da qualche suo amico.<br />
In quel periodo scrisse tantissime lettere a Irma e<br />
Schneider per cercare aiuto e per avere notizie della sua<br />
scuola, ma non ottenne mai risposta.<br />
In tutta sincerità la realtà era questa; Irma che era stata<br />
nell’ombra, ora senza Isadora poteva riconquistarsi la sua<br />
36
indipendenza e si appropriò della scuola incominciando<br />
anche a fare delle tournèes organizzate da Schneider.<br />
Isadora intanto non sospettava nemmeno che la sua<br />
allieva preferita si fosse appropriata della scuola, anzi nelle<br />
sue lettere continuava a ringraziarla di tutto ciò che<br />
secondo lei stava facendo, della sua devozione.<br />
Ella si era infine trasferita a Nizza, con l’aiuto del fratello<br />
Raymond (bisogna anche dire che Isadora aveva chiesto<br />
aiuto alle sorella Elisabeth che gliel’aveva negato!) ed era<br />
il gennaio del 1925; continuava a scrivere in Russia<br />
chiedendo consiglio se era meglio ritornarvi o rimanere in<br />
Francia dove le avevano chiesto di scrivere, per<br />
pubblicarle, le sue memorie.<br />
Ovviamente il ritorno in Russia di Isadora non poteva<br />
essere ben visto, da Irma che non voleva tornare in<br />
ombra, e da Schneider che avrebbe visto naufragare i suoi<br />
piani per una tournèe di Irma in lungo e in largo.<br />
Comunque Isadora scoprì questa trama dopo circa un<br />
anno, da voci raccolte qua e là, anche se la verità venne a<br />
galla diversi anni dopo quando uscì la biografia di Irma<br />
Duncan.<br />
Stando ad ora Isadora aveva sempre il solito pallino: la<br />
sua scuola, e cercava disperatamente di inimicarsi ricche<br />
personalità perché le finanziassero quella che doveva<br />
essere, secondo lei, la succursale della sua scuola in<br />
Russia. Ma non trovò nessuno disposto ad aiutarla; quando<br />
parlava di “capitali” si davano tutti alla fuga.<br />
Il 31 dicembre 1925, a Nizza, mentre si stava preparando<br />
per la serata di capodanno apprese la seguente notizia:<br />
Sergei si era suicidato.<br />
Un particolare aveva sgomentato Isadora: il luogo scelto<br />
da Sergei per il suicidio.<br />
Era la stanza d’albergo n° 5 dell’Hotel d’Angleterre, la<br />
stessa che avevano occupato loro appena sposati quando<br />
37
nel 1923 erano stati a Pietrogrado.<br />
Nella stanza c’era un uncino sul soffitto e Sergei disse: “lo<br />
vedi quell’uncino? Sembra messo li apposta per<br />
impiccarsi”.<br />
Ed è proprio quello che fece.<br />
Perché lo fece, non si sa; si sa solamente che il giorno<br />
prima al suo suicidio era molto depresso ed annoiato,<br />
annoiato della sua vita.<br />
I giornali francesi e americani approfittarono della morte di<br />
Esenin per descrivere particolari veri, ed inventati, sulla<br />
sua vita con Isadora; lei non poté far altro che mandare<br />
telegrammi di protesta alle agenzie di stampa.<br />
Le arrivò così una lettera che dichiarava: poiché non aveva<br />
divorziato da Essenin risultava la sua vedova e di<br />
conseguenza la sua ereditiera, aveva diritto ad avere tutto<br />
ciò che Sergei lasciava.<br />
Ma Isadora non volle niente ed espresse che avrebbe<br />
donato tutto a sua madre ed alle sue sorelle; Sergei<br />
comunque non lasciò quasi niente.<br />
Isadora continuò la sua vita di stenti, quando finalmente<br />
arrivò una sua cara amica dall’America, Ruth Mitchell, la<br />
stessa che nel lontano 1916 pagò il ritorno in Europa di<br />
Isadora e le sue 17 allieve arenate a New York senza un<br />
soldo, vendendo quasi tutti i titoli che aveva in banca.<br />
“Zia Ruth” pagò tutti i suoi debiti, le comprò una Mathis<br />
quattro posti aperta e le acquistò a Nizza una grande<br />
rimessa in legno che Isadora voleva trasformare in studio,<br />
“Lo studio di Isadora Duncan”.<br />
Scrisse a Irma chiedendole di raggiungerla con dodici tra le<br />
ragazze più grandi, avrebbero potuto dare delle<br />
rappresentazioni a pagamento; ma Irma non rispose,<br />
ormai aveva intrapreso “la sua carriera”.<br />
Così Isadora fu obbligata a scrivere le sue memorie per<br />
poter vivere; ed anche sulla stesura di “My Life” e sulle<br />
38
trattative con gli editori per la pubblicazione, furono dette<br />
tante fandonie.<br />
Queste sue memorie furono pubblicate nel 1927, anno<br />
della sua tragica morte.<br />
Nel periodo precedente la sua morte Isadora visse di<br />
stenti, passando da una pensione all’altra di Nizza, a<br />
credito, e circondata sempre da “amici”, come lei li<br />
definiva, sperando che qualcuno di loro potesse aiutarla<br />
finanziariamente, ma nessuno le diede una mano.<br />
Riuscì anche a dare una spettacolo, che ebbe grande<br />
successo, e si stava muovendo per organizzarne altri,<br />
quando sopraggiunse inaspettata la sua morte.<br />
In questo periodo era molto amica di Victor Seroff, pianista<br />
russo autore del libro “Isadora Duncan”, che frequentava<br />
spesso.<br />
Qualche giorno prima che morisse Isadora, dato che lei se<br />
la passava proprio male, Seroff andò a Parigi per vedere se<br />
poteva fare qualcosa per lei, se poteva trovarle qualche<br />
impresario disposto a prepararle una serie di spettacoli.<br />
Seroff ricevette un giorno una lettera da Isadora che<br />
descriveva, con calma disperazione, la situazione<br />
insostenibile in cui si trovava; egli le rispose cercando di<br />
confortarla ed invitandola a raggiungerla a Parigi.<br />
La mattina dopo la portiera nel porgergli la posta gli disse:<br />
“Non sa quello che è successo?” e scoppiò in singhiozzi.<br />
Ovviamente Seroff non sapendo e non immaginando<br />
niente chiese impazientemente di spiegargli cosa stava<br />
succedendo.<br />
La portiera gli rispose: “Isadora è stata uccisa ieri sera”.<br />
“Che idiozia, chi poteva volerle del male?”.<br />
La portiera: “Non l’ha uccisa nessuno. E’ stato un incidente<br />
d’auto. Farebbe bene a comprare un giornale, Monsieur”.<br />
Ma i giornali non parlavano chiaramente, chi diceva che<br />
era stata travolta da un’automobile sulla Promenade des<br />
39
Anglais, chi invece parlava di una macchina in cui si era<br />
impigliato il suo scialle mentre lei era sul marciapiede e<br />
che partendo l’aveva trascinata via uccidendola.<br />
Quando egli rientrò nel suo studio ricevette una telefonata<br />
da Raymond che gli chiedeva di andare a Nizza con lui.<br />
Arrivati a Nizza andarono allo studio di Isadora; l’avevano<br />
adagiata su un divano ed aveva il collo ed il naso rotti,<br />
dopodiché andarono sul luogo dell’incidente dove la<br />
macchina non era ancora stata rimossa.<br />
Quando Seroff vide la macchina capì quale fu la causa<br />
dell’incidente.<br />
Era una Bugatti rossa che lui e Isadora avevano visto in<br />
una vetrina di un rappresentante di automobili, e dato che<br />
Isadora adorava la velocità l’avevano subito adocchiata<br />
dicendo che le sarebbe piaciuto tantissimo fare un giro su<br />
quell’automobile.<br />
Seroff le rispose che sarebbe stata la cosa più facile di<br />
questo mondo, bastava dire al proprietario che volevano<br />
acquistare la macchina, così lui le avrebbe fatto fare un<br />
giro di prova.<br />
Infatti il garagista confermò il fatto. Disse a Raymond e<br />
Victor che passò verso le nove di sera dallo studio di<br />
Isadora per portarla a fare un giro e dato che faceva<br />
freddo le offrì la sua giacca di pelle, anche se un po’<br />
sporca.<br />
Isadora, rifiutando come al solito tutto ciò che le veniva<br />
offerto, si mise addosso un grosso scialle di lana.<br />
La Bugatti, macchina da corsa, era molto bassa,<br />
soprattutto con i sedili, così quando Isadora si sedette e si<br />
sistemò lo scialle, non si accorse che le frange di questo<br />
erano cadute sulla ruota, poiché questa macchina non<br />
aveva parafanghi.<br />
40
Così quando in conducente aveva avviato la macchina ed<br />
era partito, il movimento delle ruote posteriori aveva<br />
spezzato il collo di Isadora; la morte fu immediata.<br />
Sotto una fitta pioggerella il corpo di Isadora fu trasportato<br />
a Parigi e sempre sotto la stessa pioggia dopo tre giorni fu<br />
seppellito nel cimitero del Père Lachaise.<br />
All’ingresso c’erano migliaia di persone venute per poter<br />
ricordare il funerale di una grande artista. Il corpo di<br />
Isadora fu cremato e le sue ceneri sepolte accanto a quelle<br />
dei figli.<br />
Sembrava che tutto il popolo di Parigi, asciugandosi le<br />
lacrime, ripetesse in coro: “Paure, paure Isadora…” in un<br />
eco che doveva risuonare in tutta la Francia, in tutto il<br />
mondo!<br />
41
LE SUE TEORIE<br />
La danza secondo Isadora<br />
Isadora Duncan sulla danza aveva le sue particolari teorie,<br />
difatti non ci lasciò un metodo, una tecnica, ma solo i suoi<br />
pensieri; era solita infatti, terminate le sue<br />
rappresentazioni, tenere delle conferenze, dei discorsi su<br />
ciò che significava per lei danzare.<br />
Secondo Isadora la danza non è una seria di trucchi ginnici<br />
o movimenti graziosi e non è un divertimento, ma<br />
un’espressione di vita, appunto “per esprimere ciò che vi è<br />
di più morale, sano e bello” e secondo lei è la più nobile<br />
delle arti.<br />
Per questo motivo condanna il balletto che costringe i<br />
danzatori ad assumere atteggiamenti innaturali senza<br />
poter esprimere liberamente le proprie emozioni; per fare<br />
ciò l’uomo si serve del più nobile di tutti gli strumenti, il<br />
proprio corpo, ed il suo linguaggio sarà il movimento.<br />
Ecco un pensiero di Isadora: “Per me la danza ha come<br />
meta l’espressione dei sentimenti più alti e più profondi<br />
dell’anima umana”.<br />
Isadora andò a scuola di balletto ma quella che si<br />
insegnava non era il tipo di danza che le interessava e,<br />
secondo lei, per diventare una buona danzatrice doveva<br />
“studiare la natura”.<br />
Precisando, doveva studiare i movimenti della natura; il<br />
movimento delle onde, dei venti, degli uccelli, degli animali<br />
in libertà. Come fondamento Isadora si basava sulla legge<br />
del movimento ondulatorio.<br />
Bisognava tornare alle origini della danza; i movimenti<br />
dell’uomo primitivo, che era totalmente libero, a contatto<br />
con la natura ed in armonia con essa, erano spontanei e<br />
meravigliosi.<br />
42
L’uomo civilizzato, a cui vengono inflitte delle restrizioni,<br />
perde la facoltà di muoversi in armonia con la natura ed<br />
assume determinati gesti che esprimono così le limitazioni<br />
che gli vengono imposte.<br />
Con ciò il numero dei movimenti fisici che oggi l’uomo<br />
compie è molto limitato rispetto a quello dei suoi antenati.<br />
E’ anche per questo che Isadora ripeteva spesso che il<br />
modo migliore di danzare era quello di muoversi senza<br />
nessuna restrizione e cioè: nudi!<br />
Ella diceva: “Solo i movimenti del corpo nudo possono<br />
essere completamente naturali” e solo così “…i movimenti<br />
di quest’Uomo saranno belli e naturali come quelli degli<br />
animali liberi”.<br />
Secondo lei ciò che è più nobile dell’arte è il nudo, e<br />
purtroppo le danzatrici sono le uniche che l’abbiano<br />
dimenticato, proprio loro che usano come strumento della<br />
loro arte il proprio corpo.<br />
Non l’hanno dimenticato invece i pittori, gli scultori e i<br />
poeti che quando dipingono, scolpiscono o descrivono una<br />
figura che danza, la rappresentano con veli, senza scarpe o<br />
addirittura nuda.<br />
Per Isadora la danza era qualcosa di istintivo, nato con lei.<br />
Danzava sempre senza scarpette ed il pubblico le attribuì il<br />
nome di “danzatrice scalza”.<br />
Lei odiava questo nomignolo perché diceva di non essere<br />
la ballerina dai piedi nudi, ma dalla testa e dalle braccia<br />
nude!<br />
Lei danzava ricoperta solamente da veli leggeri o tuniche<br />
per poter meglio sentire il ritmo e la libertà del suo corpo.<br />
Questo brano è stato preso da un quaderno di suoi appunti<br />
e riassume un po’, in poche parole, ciò che ho sopra<br />
esposto:<br />
“Qual è la legge fondamentale di tutta l’arte? Che risposta<br />
darebbe un grande scultore o un grande pittore? Penso<br />
43
semplicemente questo: Guardate la Natura, studiate la<br />
Natura, capite la Natura e poi provate ad esprimere la<br />
Natura”.<br />
Voi direte: “Perché una danzatrice dovrebbe studiare<br />
fondamentalmente il regno della Natura, quando la danza<br />
è costituita da centinaia di passi, e questi passi sono stati<br />
scritti nei libri sull’arte della danza, e quando, proprio in<br />
questi libri, ci sono tutte le regole e gli insegnamenti di<br />
maestri di balletto? Se volete diventare danzatori dovete<br />
trovare un maestro di danza”. E io risponderei: “La danza<br />
non consiste in questo: la danza è costituita dai movimenti<br />
del corpo umano in armonia con quelli della terra e, se la<br />
danza non si accorda con questi movimenti, è falsa”.<br />
Questa è la legge basilare per lo studio della danza:<br />
studiate i movimenti della Natura”.<br />
Isadora Duncan<br />
44
Il mito greco<br />
Sappiamo che Isadora nel 1904, insieme alla sua famiglia,<br />
fece un lungo viaggio per raggiungere la Grecia, paese da<br />
lei prediletto.<br />
Avendo la convinzione che per fa r rinascere la danza<br />
bisognasse riportarla alla sua origine, volle studiare la<br />
storia.<br />
Le danze più antiche venivano dall’Asia e dall’Egitto, ma<br />
non riguardavano la nostra razza; così la danza più antica<br />
per noi diventa la danza greca.<br />
Chi danzava esprimeva l’emozione collettiva, di gioia, di ira<br />
o di dolore; da queste danze popolari nacque così il Coro,<br />
che di conseguenza fu la vera origine della tragedia.<br />
Isadora per studiare l’arte greca passò giorni nei musei per<br />
osservare i bassorilievi, i vasi raffiguranti figure danzanti,<br />
sculture e, …..ne rimaneva ogni volta meravigliata!<br />
Ritornando al Coro, come vera origine della tragedia,<br />
Isadora voleva ridargli la sua importanza. Si, perché nel<br />
tempo il Coro venne sminuito via via dall’aggiunta degli<br />
attori che finiscono con l’averne la parte principale.<br />
Di conseguenza i canti e le danze vennero messi da parte,<br />
diventando non più l’anima della tragedia, ma solamente<br />
un elemento accessorio.<br />
Fu così che Isadora tentò di ridare alla danza il suo posto<br />
originario cercando di identificarla con il Coro ed unirla così<br />
alla poesia ed alla musica.<br />
Ella diceva su un articolo del “Theatre Arts Monthly” del<br />
1927:<br />
“…Questo è il fine più alto e l’oggetto della danza.<br />
Occupare il proprio posto legittimo nella tragedia insieme<br />
alla musica ed alla poesia, essere l’intermediario tra la<br />
tragedia e l’uditorio, creando tra di essi l’armonia più<br />
completa. Il mio sforzo per la danza ha sempre mirato a<br />
45
questo fine; davanti a me c’è sempre stata questa luce:<br />
riportare al suo vero posto la danza intesa come Coro,<br />
come il vero spirito della tragedia”.<br />
Per Isadora la danza non poteva vivere separatamente e<br />
da sola.<br />
Per questo motivo è arrivata a quel fenomeno anomalo che<br />
è il balletto, privo tuttavia di significato, di armonia con<br />
l’arte.<br />
Isadora sognava anche un tipo di teatro, quello greco per<br />
l’appunto, dove non esistevano palchi, né gallerie, né<br />
balconate o platea, dove tutti coloro che vi accedevano<br />
potevano assistere in ugual maniera allo spettacolo, senza<br />
distinzioni tra coloro che potevano permettersi di pagare il<br />
biglietto più caro per avere i posti migliori e coloro,<br />
studenti e gente povera, che venivano privati del lavoro<br />
dell’artista. Cioè un teatro “democratico”.<br />
Isadora fu così stata “incolpata” di voler imitare le danze<br />
greche, ma lei rispose che non era vero, sarebbe stato<br />
impossibile e inutile far rivivere le danze antiche.<br />
La sua danza non era né greca né antica era solamente<br />
“l’espressione spontanea della sua anima elevata dalla<br />
bellezza”.<br />
E con ciò disse: “In nessun paese come in Grecia l’anima è<br />
così sensibile alla Bellezza e alla Saggezza”.<br />
46
La sua scuola<br />
Isadora Duncan incominciò a danzare davanti a un<br />
pubblico sin da quando era bambina, ottenendo sempre<br />
larghi consensi, anche se non mancò qualche discussione<br />
riguardo a questo suo strano modo di ballare.<br />
Isadora disse che fu questo calore ed incoraggiamento del<br />
pubblico che le fece maturare la decisione di fondare una<br />
scuola, il cui scopo fosse quello di ricercare la “vera<br />
danza”.<br />
Aprì la scuola nel dicembre del 1904 investendo tutto il<br />
capitale fruttato dal suo successo e sacrificando così la sua<br />
carriera, tutto per questa sua “missione”.<br />
Il suo scopo era quello di educare tutti i bambini del<br />
mondo alla danza, che è l’aiuto più naturale e più bello per<br />
lo sviluppo del bambino.<br />
Ella non voleva preparare i suoi allievi per il palcoscenico,<br />
ma voleva farne dei discepoli, che vivevano con lei, e che a<br />
loro volta avrebbero insegnato le sue idee e la sua arte a<br />
tutti gli altri bambini del mondo; aveva perciò uno scopo<br />
sociale ed educativo.<br />
Dopo due anni dall’apertura della scuola bambini deboli,<br />
malformati e gracili si trasformarono e divennero così<br />
bellissimi e armoniosi, tant’è vero che la borghesia per<br />
vederli in palcoscenico era disposta a pagare ingenti<br />
somme di denaro.<br />
Tutto ciò che Isadora voleva da questi bambini non<br />
richiedeva grandi sforzi, ella li lasciava liberi di sfogare la<br />
loro vivacità naturale, li lasciava correre e respirare<br />
gioiosamente, soprattutto non imponeva nessun<br />
movimento contro natura.<br />
Voleva educare le bambine in un atmosfera di bellezza, e<br />
per questo poneva sempre davanti ai loro occhi una figura<br />
ideale, affinché i loro corpi crescessero fino ad incarnare<br />
47
questa figura; in più dovevano imitarne i gesti per<br />
imparare ad eseguire movimenti aggraziati e armonici.<br />
Sarebbero così diventate perfette nella forma e nel gesto.<br />
Per raggiungere quest’armonia, le allieve dovevano<br />
eseguire ogni giorno degli esercizi scelti per portare il<br />
proprio corpo ad essere lo strumento il più perfetto<br />
possibile.<br />
Gli esercizi giornalieri consistevano dapprima in una<br />
semplice preparazione ginnica per rendere i muscoli più<br />
forti e flessibili, poi in passi di danza, in semplici camminati<br />
ritmiche, poi in semplici corse e saltelli.<br />
Le allieve erano vestite con tessuti e vestiti leggerissimi e<br />
durante i loro sports, durante le passeggiate o nei boschi,<br />
correvano e saltavano in modo naturale finché non<br />
imparavano ad esprimersi facilmente con il movimento.<br />
I loro studi erano diretti soprattutto verso la natura; così<br />
facendo imparavano ad osservare la qualità particolare di<br />
ogni movimento: quello delle nuvole nel vento,<br />
l’ondeggiare degli alberi, il volo degli uccelli, che<br />
acquistavano così uno speciale significato.<br />
Nella scuola di Isadora non si vedevano decorazioni, né<br />
ricchi costumi, ma diceva lei: “…solo bellezza che<br />
scaturisce dall’anima col sopraggiungere dell’ispirazione, e<br />
dal corpo, che è il suo simbolo”.<br />
Dopo la scuola di Isadora ne sorsero altre che hanno pari<br />
pari eguagliato il suo insegnamento, ma non ne hanno<br />
accolto lo spirito, e cioè ne copiavano i movimenti senza<br />
capire “il segreto del fulcro interiore”.<br />
Da uno scritto di Isadora: “Dal momento della fondazione<br />
della mia scuola, nel 1905, sono sorte in tutto il mondo<br />
migliaia di scuole che hanno copiato, o creduto di copiare,<br />
il mio sistema.<br />
Hanno però tutte commesso un errore fondamentale: non<br />
hanno capito che io non ho un sistema. Il mio unico scopo<br />
48
e i miei unici sforzi sono stati quelli di guidare il bambino a<br />
crescere e a muoversi in armonia con il suo impulso<br />
interiore, in armonia con la Natura.<br />
Tutte queste scuole hanno invece commesso lo stesso<br />
errore di voler sezionare i movimenti dei fanciulli per<br />
ricomporli secondo modelli geometrici, invece di lasciare<br />
che tutta la grazia e la bellezza naturale giungessero<br />
all’espressione”.<br />
E per finire trascriverò ancora un pensiero molto profondo<br />
che Isadora scrisse su un quaderno di appunti, non<br />
precisamente databile, che riassume brevissimamente il<br />
suo credo:<br />
DANZARE E’ VIVERE. QUELLO CHE IO VOGLIO E’ UNA<br />
SCUOLA DI VITA, PERCHE’ LE RICCHEZZE PIU’ GRANDI<br />
DELL’UOMO SI TROVANO RACCHIUSE NELLA SUA ANIMA E<br />
NELLA SUA FANTASIA.<br />
CI PUO’ ANCHE ESSERE UN ALTRA VITA DOPO QUESTA,<br />
MA IO NON SO CHE COSA VI TROVEREMO.<br />
QUELLO CHE SO, E’ CHE LE RICCHEZZE CHE ABBIAMO<br />
QUI SULLA TERRA, RISIEDONO NELLA NOSTRA VOLONTA’,<br />
NELLA NOSTRA VITA INTERIORE.<br />
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